{"linkButtonClass":"stories-filter__top-new-button button button_default","href":"\/aggiungi-racconti","title":"Aggiungi racconto","displayFirstSpan":true,"firstSpanClass":"stories__top-new-button-icon","firstSpanContent":"\n<svg class=\"svg-icon icon-add-button-icon\">\n <use xlink:href=\"\/build\/sprite-83eb32dceb21b468932833be844ed846.svg#add-button-icon\"><\/use>\n<\/svg>","displaySecondSpan":true,"secondSpanClass":"stories__top-new-button-text","secondSpanContent":"Aggiungi racconto","checkDeactivatedProfile":true}
- Caraibi 2 Impiegai qualche attimo per realizzare quello che mi stava dicendo, poi riuscii a metterlo a fuoco nel controluce della porta finestra della camera da cui penetrava il sole cubano. Un languore mi prese nell’osservarlo: pantaloncini corti color cachi in stile militare, camicia bianca di un tessuto simile alla garza, calzettoni bianchi e scarponcini da trekking, portava i capelli sciolti e un berretto con visiera della locale università, era bellissimo. "Ma tu non dormi mai? – gli chiesi – Sono appena le otto e io sono in vacanza". Proprio non mi andava di lasciare quel letto così accogliente e la fresca atmosfera della stanza immersa nell’aria condizionata. Ma lui era implacabile: "Le otto?, veramente io ho già fatto l’allenamento in piscina, prima di venire qui, cosa desideri per colazione?". Stiracchiandomi senza ritegno di fronte a lui, gli chiesi una tazza di tè nero e una fetta di pane con marmellata di fragole. Armeggiò per un attimo e poi mi porse il vassoio appoggiandolo sul bordo del letto, sedendosi anche lui sul bordo. Mi sorrideva, come solo può sorridere un ragazzo della sua età pieno di energie e di entusiasmo. "Ti ho portato degli abiti per l’escursione di oggi, sono di Teresa, penso che dovrebbero starti perfettamente, avete la stessa taglia, mi sembra". La cosa mi stupì, di solito gli uomini, compreso mio marito, non sanno la differenza tra una taglia e l’altra, una misura di reggiseno o di uno slip, Manuel sembrava avermi valutato con molta attenzione il giorno prima. Effettivamente Teresa era molto simile a me, stessa altezza, forse un po’ più seno, ma i fianchi e le gambe erano molto simili, non per niente Teresa era una bella ragazza! In ogni caso rimasi infastidita al solo pensiero di indossare degli abiti di Teresa, anzi rimasi stupita che avesse acconsentito a prestarmeli, comunque non indagai oltre e mi gustai la colazione, servita da quell’ incredibile cameriere. Mentre mangiavo Manuel non mi perdeva d’occhio un istante, era bello mangiare con lui che ti serviva attento a soddisfare ogni richiesta. Poi fummo interrotti dal suono del telefono della camera, alla cornetta c’era Paolo che mi salutò: "Ciao tesoro, mi passi Manuel che abbiamo un problema con i permessi di pesca!" Come diavolo faceva Paolo a sapere che Manuel era in camera da me, pensai alquanto irritata mentre porgevo la cornetta a Manuel. Mentre loro parlavano al telefono di autorizzazioni, permessi di pesca, moduli da presentare nella capitaneria di porto, continuavo a rimuginare sul fatto e alla fine giunsi alla conclusione che, conoscendo le mie abitudini, doveva essere stato Paolo a dire a Manuel di buttarmi giù dal letto se volevamo fare l’escursione. In ogni caso la cosa mi dava fastidio e decisi di vederci chiaro, per cui visto che il mio cameriere era impegnato al telefono mi sporsi in avanti a prendere il bicchiere con il succo d’arancia e nel farlo lasciai scivolare il lenzuolo che mi copriva il seno. Non feci nulla per trattenere il lembo di stoffa e con tutta la naturalezza possibile continuai a fare colazione a seno nudo come se fosse la cosa più naturale di questo mondo. A Manuel, poggiando la cornetta del telefono, non era sfuggita la cosa, vidi indugiare il suo sguardo sul mio seno e subito sentii i capezzoli indurirsi, come se lo sguardo li avesse fisicamente accarezzati, rimasi turbata da quella sensazione e come una stupida liceale mi affrettai a ricoprirmi. Manuel si avvicinò, pensai che mi avrebbe baciata dopo quell’ invito malcelato, ma disse: "Attenta ti è caduta la marmellata nel letto" raccogliendo il piccolo contenitore di plastica e rimettendolo sul vassoio. Irritata, gli chiesi: "E Teresa come mai non è con te?" Per un attimo non rispose, stupito da quella domanda e dal riferimento a Teresa. "La mattina va a scuola, ci vediamo sul tardi eventualmente". Mi pentii subito di quella domanda che rivelava il mio disagio e gli chiesi di voltarsi per permettermi di andare in bagno per prepararmi. Feci una doccia veloce e rientrai in camera con l’accappatoio . I vestiti di Teresa erano proprio della mia taglia e di gran gusto: un paio di short verde scuro e una t-shirt bianca, che indossai sopra il costume acquistato prima di partire. Raccolsi i capelli con un fermaglio elastico e allo specchio decisi che il risultato finale era passabile. Manuel fu soddisfatto che il tutto fosse di mio gradimento e mi porse un berretto simile al suo: "Il sole di Cuba non perdona" aggiunse. La convertibile ci aspettava di fronte all’albergo e dopo essere saliti a bordo, Manuel si diresse velocemente, come solo sanno fare quelli del luogo alle prese con il traffico disordinato della capitale, verso la periferia. "Dove mi stai portando?" gli domandai "È una sorpresa, Giulia, sono riuscito a farmi dare dal mio professore di botanica le chiavi della Grotta Majore, dove teniamo le colture del laboratorio genetico; so che sei una appassionata di fiori e sicuramente apprezzerai quello che ti mostrerò" Non riuscivo a capire come Paolo avesse avuto il tempo, in pochi minuti, di raccontargli anche questi dettagli. Certo non immaginavo che lui e Manuel fossero in contatto via e-mail da un paio di mesi, durante i quali Paolo aveva avuto il tempo di organizzare tutto il nostro viaggio nei minimi dettagli comprese le fortuite coincidenze che mi sorprendevano sempre più. Quando Manuel mi disse che eravamo arrivati, ci trovammo di fronte ad un cancello con la targa Università dell’Avana, botanica e genetica. "Vieni" mi disse aprendo il cancello. Fatti pochi passi ci infilammo in un sentiero dove il profumo dei fiori ci raggiunse, era talmente intenso che rimasi stupita. Ci addentrammo e dopo un po’ il sole sparì alla nostra vista a causa dei rami degli alberi che formavano un soffitto vegetale molto fitto. Manuel proseguiva con passo spedito, soffermandosi di tanto in tanto ad osservare alcuni innesti che portavano delle etichette di legno. "Fai attenzione ora dobbiamo scendere". Mi tese la mano per guidarmi e scendemmo alcuni scalini ricavati nella roccia, l’umidità era molto forte ma la vegetazione circostante attenuava in modo sensibile il calore dei raggi del sole. "Aspettami qui un attimo, poi ti aiuto a scendere". Aiutandosi con un corrimano in corda scese un piccolo dislivello roccioso, e poi mi invitò a fare lo stesso, mi sentii afferrata dalle sue mani che mi guidavano nella discesa, il mio corpo scorreva sul suo mentre mi calavo, per un attimo mi ricordai delle sensazioni che avevo provato la sera prima quando avevamo ballato insieme. Le sue mani percorrevano le mie gambe, i fianchi e mi ritrovai sul pavimento di roccia che costituiva una piattaforma con un foro di ingresso sul lato sinistro. "Siamo quasi arrivati!" mi disse indicando una pozza d’acqua di mare trasparente. "Dobbiamo immergerci in acqua se vogliamo vedere la grotta, l’ingresso principale, dall’altra parte è ancora chiuso per via dei lavori di costruzione del nuovo montacarichi. Non aver paura si tratta di trattenere il respiro per pochi secondi, lasciamo gli abiti qui". Manuel cominciò a spogliarsi e rapidamente restò in costume da bagno. Per un attimo restai rapita a guardare il suo corpo, la bellezza di un corpo scolpito dall’attività sportiva e dai vent’anni mi si parava davanti in tutta la sua energia e vigore. Sembrava quasi finto nella totale assenza di qualsiasi traccia di peluria, fatta eccezione per un delicato vello sotto le ascelle appena accennato. Provai uno strano languore allo stomaco ed un rimescolamento mentre mi spogliavo sotto il suo sguardo. Terminata l’operazione mi parve di notare un cenno di approvazione quando rimasi in due pezzi, Oddio! Due pezzi, un paio ci centimetri di stoffa tenuti insieme da un paio di laccetti sui fianchi e sulla schiena degni più di un bordo piscina che in quella situazione. Manuel si tuffò in acqua ed attese che lo raggiungessi, l’acqua era talmente trasparente che si poteva vedere distintamente il fondo ricoperto dalla flora acquatica lussureggiante dei carabi. Lo raggiunsi ed insieme percorremmo un paio di metri sotto il bordo della grotta. Come spuntai dall’altra parte restai senza fiato, la caverna era molto vasta, ci si sarebbe potuta giocare tranquillamente una partita di basket, ma quello che mi colpiva era il pavimento letteralmente ricoperto di fiori, illuminato dalle lampade poste sul soffitto della grotta, dalla tonalità leggermente azzurra. Tra i fiori, un sentiero attraversava tutta la grotta, si sentiva forte il profumo che emanavano misto ad un aroma di muschio. La temperatura era poco più di ventiquattro gradi tenuta costante dall’isolamento dovuto alla roccia scaldata in superficie dal sole. "Sei la prima estranea che visita questa meraviglia da molto tempo, ma il professore non poteva rifiutarmi questo favore dopo tutto il lavoro che ho fatto per lui". Sembrava un angolo di un mondo perduto, mi chinai sui fiori e solo allora notai quanto belli fossero, la flora di Cuba si caratterizza non solo per la varietà delle specie, bensì per il suo essere endemica, essere cioè esclusive dell’isola. Nella formazione di questo mosaico ecologico di gran ricchezza e diversità hanno influito fattori come la temperatura, l’ umidità, le piogge, i venti, il tipo di suolo e il fatto di essere un’isola. Diverse varietà del giglio della costa, ma soprattutto le orchidee attirarono la mia attenzione, molte di queste andavano ad alimentare l’Orchideario di Soroa tra L’Avana e Pinar del Rio. Manuel mi portò in un angolo della grotta e mi fece vedere l’orchidea, frutto del suo lavoro, quella che avrebbe presentato con la sua tesi, era un fiore rosso e carnoso. Il fiore delle Orchidee è costituito da sei tepali (nelle piante in cui non esiste la distinzione tra calice e corolla gli elementi che costituiscono il fiore sono detti: tepali). Secondo alcuni si tratta di tre petali e tre sepali (foglie modificate). Il petalo basale unito ad uno stame forma il labello che ha un aspetto tipico a seconda dei generi in questo caso assumeva la forma del sesso di una donna. Si distinguevano le grandi labbra dalle quali prepotentemente usciva il prepuzio di un clitoride rosso fuoco dalla polpa vellutata. Manuel sfiorò quel fiore come se accarezzasse il sesso di una donna, metteva nel movimento la stessa delicatezza e la stessa voluttà di un amante. "Come l’hai chiamata?" chiesi quasi sottovoce a due passi da lui. Non l’ho ancora deciso, ma ora che ti ho conosciuta stavo pensando di chiamarla Giulia. Cosa ne dici?". "Non mi pare adatto, forse Elisa, il mio secondo nome, sarebbe più appropriato". Nel dire queste parole lo fissai intensamente. I nostri visi erano molto vicini, troppo vicini, sentivo il suo alito tiepido sulle mie labbra, volevo baciarlo, volevo mordere le sue labbra, volevo leccare la sua lingua, succhiarla, entrare dentro di lui, fu Manuel a risolvere la situazione: "Vieni ti faccio vedere le colture idroponiche" disse alzandosi e versando una cascata d’acqua gelata sulla mia libidine che stava montando. Mi ritrovai di malavoglia a seguirlo e sorrisi dentro di me nel vederlo assorto nel suo ambiente come un ragazzino, quale mi apparve, che si diverte tra i suoi giocattoli. Era la prima volta dopo l’esperienza con Simone che provavo una forte attrazione fisica per un uomo, ero stupita della mia reazione, non avrei mai pensato di trovare così naturale il pensiero di tradire mio marito, anzi il pensiero di Paolo era l’ultima cosa che passava per la mia testa in quel momento. Era proprio vero quello che diceva la mia amica Sara, quando si autogiustificava: l’unico modo per non cadere in tentazione è rifuggirle. Ma le sorprese non erano finite, la mia attenzione fu richiamata da Manuel che mi invitava a seguirlo, attraversammo un cunicolo non molto alto che ci condusse ad una delle uscite della grotta. La forte luminosità che si intravedeva al termine del cunicolo si trasformò in uno spettacolo mozzafiato, un balcone di roccia sospeso sull’oceano come un’enorme finestra da cui la caverna prendeva aria. Il caldo ci avvolse e l’umidità delle goccioline delle onde che si infrangevano poco sotto ricoprì la nostra pelle. Era uno spettacolo da sogno. Rimasi a bocca aperta di fronte al mare che giocava a rincorrersi sino ai nostri piedi per poi esplodere nel fragore delle onde. Manuel a fianco godeva del panorama come se fosse la prima volta che lo vedeva: "È meraviglioso vero? Io vengo qui a studiare ogni volta che mi è possibile". Lo fissai, il vento che proveniva dal mare gli scompigliava i capelli, sembrava il capitano di una nave mentre affronta il mare in tempesta, non resistetti oltre, mi sollevai leggermente sulla punta dei piedi e mi strinsi a lui che ricambiò l’abbraccio. Era bello sentire le sue braccia cingermi i fianchi, ma lui fraintese le mie intenzioni e con fare innocente disse: "Emoziona anche te, vero?" continuando a fissare l’orizzonte. A quel punto se non ci fosse stato il precedente di Teresa avrei cominciato a nutrire seri dubbi sui gusti sessuali di Manuel. Di certo il mio amor proprio era sparso tra le onde e gli scogli sottostanti, per cui quando Manuel propose di rientrare in albergo ne fui quasi sollevata. Quando rientrammo si erano fatte le tre del pomeriggio e rimanemmo d’accordo che ci saremmo sentiti telefonicamente per decidere il programma della serata. Mi feci portare un paio di sandwich in camera e dopo mi immersi nella vasca decisa a non pensare ad altro che a rilassarmi. Mi svegliò Paolo mentre assopita ero ancora immersa nell’acqua: "Ciao amore, è stata una giornata favolosa, abbiamo fatto una battuta di pesca incredibile, e tu ti sei divertita?" Gli raccontai l’esperienza della mattinata, purgata ovviamente del lato emotivo, e lo invitai a condividere l’idromassaggio, volevo sentirlo, volevo sfogare su di lui le frustrazioni passate con Manuel, ma Paolo cortesemente declinò l’invito: "Faccio una doccia veloce, mi aspettano al porto per mettere a posto l’attrezzatura". Mi sentii delusa, inappagata, presi la decisione di scoparmi il primo uomo che fosse entrato in camera, stavano giusto bussando alla porta, però quando entrò il vecchio cameriere del piano, che probabilmente aveva fatto la rivoluzione dei primi del 900, piano per ritirare il vassoio della colazione, tornai sulla mia decisione e sfinita mi assopii. Paolo tornò dopo una ventina di minuti, l’appuntamento al porto era saltato, mi disse che aveva visto Manuel e che per quella sera ci aveva invitati a casa sua. Anche lui si sentiva stanco dopo un giornata passata in barca e mi raggiunse a letto, si avvicinò e mi sfiorò il collo con un bacio, di spalle a me, mi pressò con dolcezza accarezzandomi i fianchi facendomi rabbrividire, finalmente si accorgeva che esistevo. "Ti sei divertita questa mattina?" mentendo spudoratamente dissi: "È stata una cosa fantastica", descrivendogli tutto quello che di bello avevo visto. "Manuel è stato all’altezza del compito?" aggiunse. Sentivo che il contatto con il mio corpo cominciava a fare il suo effetto per cui lo stuzzicai: "È stato perfetto, non avrei potuto chiedere di meglio, grazie", aggiunsi sottolineando le ultime parole e aumentando la pressione sul suo inguine. Di rimando sentii un fremito attraversare il suo corpo. "Ti è piaciuto?" insistette, "Oh! si è un amante fantastico, anche se è così giovane, sa come far felice una donna" e nel dire queste parole presi in mano il suo sesso che reagì alle mie parole con una violenta erezione. "Mi stai dicendo che avete fatto l’amore?" disse incredulo. "Non era questo che volevi? Me lo hai anche mandato in camera". E mentre dicevo queste cose lo guidai dentro di me, il suo calore mi avvolse, finalmente. Paolo continuava ad interrogarmi ed io gli rispondevo a tono fantasticando le doti di Manuel, le dimensioni del suo sesso, la sua energia. Ad un certo punto mi accorsi di avere esagerato perché Paolo venne dentro di me con un sussulto, mi morsi le labbra per la delusione, quasi procurandomi del male, ma non dissi nulla e restai vicino a lui, ancora dentro di me, sentendo il suo respiro farsi pesante, si era addormentato e anch’io, vinta dalle emozioni della giornata, precipitai in un sonno agitato. Fui svegliata dal rumore dell’acqua della doccia che scorreva, raggiunsi Paolo sotto la doccia e amorevolmente presi il sapone e gli massaggiai la schiena. Le mie mani percorrevano il suo corpo e lo sentii rabbrividire di piacere quando glielo presi in mano, stranamente era eccitatissimo nonostante avessimo fatto l’amore poco prima, pensai di recuperare l’occasione sfumata, ma lui fu lesto a comunicarmi che Manuel sarebbe passato tra poco a prenderci per la serata. Non mi rendevo conto di nulla di quello che Paolo mi stava riservando: il suo finto orgasmo, l’astinenza sessuale prolungata, il suo incontro con Manuel nel pomeriggio per fare il punto della situazione ed avere i dettagli della mattinata trascorsa con me. Immaginate le risate di quei due che stavano giocando con i miei sensi in modo spudorato. Evidentemente la lezione di Simone non mi era stata sufficiente per immaginare quanto fosse abile Paolo a circuirmi. Mente mi preparavo, Paolo mi guardava ammirando la civetteria con cui mi truccavo, e ad un certo punto mi disse tra il serioso e il divertito: "Sai non pensavo che saresti stata capace di andare con un altro senza che io fossi presente, devo preoccuparmi?" All’inizio quasi non capii, poi tentata di confessare la bugia di prima, con una risata decisi di tacere e guardandolo dritto negli occhi gli dissi: "Mi stai trascurando uomo, sai quanto posso essere pericolosa in questi casi, ricordati che la tigre che assapora la carne umana non può più farne a meno." Lui ridendo aggiunse: "Ti piace la carne tenera dei bambini?" alludendo all’età di Manuel. "Mi deve essere capitata una parte poco tenera, però! " conclusi strizzandogli l’occhio mentre mettevo il mascara e lo guardavo dallo specchio. Il citofono squillò. Era il portiere che ci avvisava che Manuel ci attendeva alla reception. Diedi un ultimo sguardo allo specchio, ero soddisfatta, il completo gonna e camicetta di seta di Baloon con le sue sfumature rosse, gialle e bianche s’intonavano all’azzurro del trucco e degli occhi e i capelli biondi sciolti facevano il resto, restituendomi la vista di una donna sensuale pur se decisamente inappagata. Come spesso avviene le disgrazie non vengono mai da sole e nel mio caso la disgrazia aveva il nome di Teresa, seduta in macchina a fianco di Manuel, non meno radiosa di me in un abitino bianco di garza leggera con i capelli neri ebano ad incorniciare quel musetto da Lolita impenitente. Mentre Manuel avviava il motore, Teresa si sporse in ginocchio sul sedile per salutare me e per scoccare un bacio sulla guancia di Paolo, rimasi irritata dal calore con cui Paolo ricambiò il saluto. Al colmo dell’irritazione pensai che Teresa aveva solo 3 anni più di nostro figlio, ma dubitavo fortemente dell’istinto paterno di mio marito nei confronti di quella smorfiosa sgualdrinella. Dopo baci ed abbracci, finalmente Manuel avviò lauto, mentre Teresa continuava a stare in ginocchio sul sedile sporgendosi pericolosamente dalla parte di Paolo ogni volta che la macchina accelerava e la cretina lanciava un urletto che destava l’ilarità di mio marito. Quanto possono essere stupidi gli uomini quando la pollastrella di turno gli sventola la sua disponibilità sul viso, perché Teresa ci stava decisamente provando ed in modo anche sfacciato, tirando a sé Paolo e raccontandogli chissà quale baggianata all’orecchio e scoppiando a ridere prima ancora di vedere se il suo interlocutore trovava la cosa spiritosa. Attraversammo tutta l’Avana vecchia e un pezzo del lungomare prima di arrivare nella periferia dove c’erano alcune case sparse che conservavano intatto il fascino delle costruzioni a due piani, con la terrazza e col tetto fatto di canne. La casa di Manuel stava su una collina dalla quale si vedeva tutta la città e il panorama era bellissimo, fatto di mare, di case colorate, di una folta vegetazione multicolore e del cielo che di sera assume le tinte calde di un quadro ad olio. Manuel ci fece strada e arrivati sulla terrazza la vista che ci si presentò era di quelle mozzafiato: il sole al tramonto si rifletteva sul mare, si sentiva chiaro il profumo dei fiori e una leggera brezza mitigava l’umidità sempre presente. Restammo tutti e quattro in silenzio ad osservare quello spettacolo naturale. Il primo a riprendersi fu Manuel che propose di bere qualcosa. Il gusto del Mojihto che ci portò era molto fruttato e solo il pizzicore alla lingua rivelava la forte presenza dell’immancabile rum, ma questo era di ottima qualità, decisamente differente da quello dozzinale che servivano nei locali, anzi il gusto leggermente asprigno era decisamente gradevole. Teresa, che dimostrava molta familiarità con la casa, accese l’impianto stereo e la melodia di un chitarrista emerse come per magia dai bordi del terrazzo diffondendo la musica in sottofondo, lei si mise a danzare in modo molto sensuale ad occhi chiusi, lasciandosi guidare dalla musica. Teresa aveva un modo di muoversi e danzare veramente elegante, frutto di anni di danza; aveva l’incedere classico di chi è abituato a muovere il proprio corpo seguendo le note, le spalle si muovevano indipendentemente dal resto del corpo, i fianchi roteavano, si flettevano imprimendo al busto una rotazione che veniva accentuata o rallentata dalla posizione delle braccia, lunghe e flessuose. La sua danza aveva catturato l’attenzione di tutti, ognuno di noi provava un piccolo sentimento di invidia nei suoi confronti per la sua capacità di seguire l’armonia della musica. Ad un certo momento si avvicinò a Paolo e lo trascinò verso di lei, mettendolo al centro della sua danza come totem sacro. Paolo, catturato dalla magia di quella danza, non riusciva a staccare gli occhi dal corpo di Teresa, poi si diresse verso Manuel e gli cinse il collo con quelle braccia lunghe e flessuose terminando il movimento in un abbraccio che l’avvolse, con un gamba sollevata a cingergli i fianchi. Teresa ci aveva conquistati, giovane vestale che danzava in onore dei suoi dei, e quando venne dalla mia parte la seguii, trascinata dalle sue mani. Sentivo il calore che emanava il suo corpo, i suoi occhi neri come la notte si perdevano nei miei, sentivo il battito del cuore che accelerava e la testa leggermente persa nella vertigine che la rotazione del suo corpo mi trasmetteva. Le sue mani sfioravano il mio corpo, poi prendevano il mio viso e lo tiravano a se, quando al termine della musica avvicinò le sue labbra alla mia bocca trovai naturale assaporarle. Dio mio, come erano morbide, profumate, dolci, come intontita piegai leggermente il capo per gustare profondamente quella sensazione, fu allora che sentii la lingua di Teresa, sottile, agile, nervosa, morbida come solo la lingua di una donna può essere, si allargava sul mio palato, mi massaggiava dall’interno le guance, poi sentii le mani di Teresa che scivolavano sotto la leggera seta della camicetta che afferravano i miei seni e i suoi denti che mordevano le mie labbra sino a quasi farle sanguinare. Mi staccai da lei con violenza e per un attimo barcollai, poi la fissai dritta negli occhi sembravano quelli di una fiera a cui hanno sottratto la preda, poi mi sorrise, si avvicinò e mi sussurrò: "Scusami, quando ballo perdo la testa". Fui solo in grado di annuire "Me ne sono accorta", ricambiando il sorriso. Quando ci voltammo verso gli uomini li trovammo con una espressione di stupore stampata in viso per lo spettacolo cui avevano assistito. Teresa fu rapida a commentare: "Piaciuto lo spettacolo?", accompagnando le parole con un inchino che strappò gli applausi di Paolo e Manuel. Improvvisamente l’ostilità verso Teresa era svanita ed anche il suo atteggiamento non era quello di sfrontata provocazione manifestato nel primo incontro. Manuel sparì in cucina e tornò con un carrello in cui facevano bella mostra frutti di mare, delle deliziose aragoste e i Camarones (i tipici e gustosi gamberi cubani). Non aspettammo il suo invito e gustammo quella cena improvvisata, questa volta non c’era il mojihto ma la Cerveza Espezial fatta con una lattina di birra, due cucchiaini di zucchero, tre cucchiai di succo di ananas (o d’arancia, pompelmo, mandarino ecc.), un cucchiaio di rum invecchiato tre o sette anni, due o tre cubetti di ghiaccio. Il discreto contenuto alcolico di questa bevanda e la facilità con cui si gusta ebbe un deciso effetto sull’umore dei convitati. Decisamente su di giri, finimmo stesi sul divano a bere un forte caffè e a gustare, comprese le signore, dei sigari havana di prima qualità dal gusto fortemente aromatico. Teresa si alzò e mise sul lettore di cd un disco di criolla. Sin dalle prime note cercai di capire se fosse vero quello che avevo letto da qualche parte, e cioè che la musica criolla si nutre di elementi africani, europei e anche nordamericani, ed è caratterizzata da forme quali la contro-danza, il son, il bolero cubano, la conga e la celebre rumba. Si liberò dei sandali e si lanciò in un ballo frenetico e sensuale. Pareva nuovamente in trance, Manuel abbassò le luci ma lasciò che una lampada multicolore la illuminasse. Era bellissima, ben presto si liberò anche dell’abito di garza e rimase solo con un minuscolo tanga nero che poco nascondeva del suo corpo di splendida diciassettenne. Seguiva il ritmo della musica iniziando un lieve ondeggiare del corpo che si trasmetteva dalla testa ai piedi, i lunghi capelli neri le coprivano e scoprivano i seni sodi con la punta dolce e tonda e leggermente conica della donna ancora bambina. Ero ipnotizzata dalla sua figura che danzava per noi e quando con un gesto della mano mi invitò a raggiungerla non fu necessario insistere. In piedi di fronte a me attendeva qualcosa fissandomi, capii che desiderava che mi liberassi degli abiti, slacciai la camicetta e lei slacciò l’unico bottone della gonna che scivolò ai miei piedi. Le sue mani seguirono il contorno dei miei fianchi, sollevai le braccia e lei risalì poggiando le sue mani sui miei seni nudi, rabbrividii e mi avvicinai al suo corpo, sentivo la punta del suo seno carezzare dolcemente i miei capezzoli che si erano fatti turgidi e sensibili. Com’era dolce il contatto con i suoi seni, aumentai la pressione e sentii la loro morbida carezza allargare l’area di contatto mentre le sue mani percorrevano la mia schiena costringendomi ad inarcarla per godere appieno della carezza. Poi fu la volta di Manuel ad essere invitato al centro di quel fascio di luce che illuminava quella strana compagnia, anche lui si liberò degli abiti e rimase con un ridottissimo perizoma che a stento nascondeva l’emozione della situazione, io stavo tra Teresa e Manuel e quando lei lo abbracciò mi trovai stretta tra i loro corpi, sentivo il sesso di Manuel pulsare dietro di me. Le sue mani risalivano dai fianchi per approdare ai miei seni cominciando ad accarezzarli, mentre la punta scorreva tra le sue dita a v, procurandomi un piacere fortissimo. A quel punto sentii Teresa che slacciava i piccoli fiocchi che reggevano le mie mutandine, che lentamente caddero ai miei piedi. Si chinò tra le mie gambe e mentre affondava la lingua nel mio inguine abbassava gli slip di Manuel liberando il suo desiderio compresso dalla stoffa. Teresa continuò ad affondare il suo viso tra le mie cosce e facendolo mi costringeva ad accentuare l’angolo del bacino, poi attraverso le mie gambe infilò una mano e prese il sesso di Manuel guidandolo con l’altra mano dentro il mio corpo. Ero talmente bagnata che non offrii la minima resistenza alla sua invadenza, scivolò dentro di me e lo sentii riempirmi tutta, rabbrividendo di piacere nell’incrociare lo sguardo di Paolo che seguiva la scena ancora seduto nel divano. Fu in quel momento che capii che tutto quello che mi stava accadendo era frutto della sua mente e gliene fui grata, fu giusto un attimo perché i colpi di Manuel mi facevano sussultare spostando la testa di Teresa che con le labbra incollate alle mie grandi mi tormentava senza respiro, vedevo la sua testa ondeggiare al ritmo del suo compagno e ogni tanto ricevere in bocca il suo sesso quando Manuel smetteva di torturarmi. Teresa era in ginocchio tra le mie gambe ed a un certo punto spostò il sesso di Manuel e lo indirizzò sul fiore di carne tra le mie natiche, aiutando il suo incedere con la saliva. Ebbi un lieve sussulto quando Manuel superò i due anelli che lo separavano dall’interno della mia pancia. A quel punto Teresa prese Paolo e lo condusse sotto la luce che illuminava la sua mogliettina che gemeva sotto la monta del giovane cubano, la vidi slacciare i jeans di Paolo e abbassargli contemporaneamente gli slip. Il suo membro ebbe un sobbalzo quando si liberò dell’elastico degli slip, ma Teresa fu rapida ad afferrarlo e a farlo sparire tra le sue labbra. La sua invadenza mi diede fastidio, però considerando quello che mi stava facendo il suo uomo alla fine la giustificai. Teresa stese un tappeto sul pavimento e su di esso fece stendere Paolo, poi mi liberò dalla stretta di Manuel e mi fece inginocchiare sul sesso di Paolo, non capivo il motivo della sua azione, ma fu solo un attimo e Manuel mi raggiunse di nuovo alle spalle, Teresa costrinse la mia schiena a flettersi su Paolo per accogliere anche lui. Essendo quella via già usata non provai molto dolore, ma comunque due lacrime caddero sul viso di Paolo che mi guardò un po’ allarmato. In quella situazione di precario equilibrio, Paolo aveva poco spazio per muoversi pressato dal mio peso e da quello di Manuel, cercava di rifarsi con le mani che si agitavano sui miei fianchi, mentre le nostre bocche e le nostre lingue tentavano un contatto che i colpi di Manuel ogni tanto interrompevano. Paolo stava godendo sui movimenti del sesso di Manuel che era a stretto contatto del suo. Io facevo solo da tramite al loro piacere, per un attimo mi sentii usata da quei due maschi che si procuravano piacere a vicenda. Teresa nel frattempo era dietro di noi dedicandoci equamente le sue attenzioni: ora infilando una mano tra me e Paolo accarezzandomi il clitoride, ora premendo le labbra sull’ano di Manuel che solleticava con la punta della sua morbida lingua, o estraendo il suo sesso da me per succhiarlo avidamente per alcuni secondi e poi guidarlo ancora dentro le mie viscere. Vedevo Paolo attraverso il dondolio impresso al mio corpo da Manuel, con lo sguardo annebbiato dal piacere che stavo provando e dall’effetto dell’alcol contenuto nella Cerveza Espezial, poi percepii dalle contrazioni del suo sesso che stava raggiungendo l’apice del piacere. Tentava di prolungare l’atto, ma il sesso di Manuel implacabile non accennava a rallentare la sua azione, mi chinai sulla sua bocca e, seguendo gli insegnamenti di Simone, gli tolsi il respiro per aumentare il suo godimento. Lo vedevo soffocare ma tenni la mia bocca sulla sua sino a quando non avvertii l’ultima contrazione del suo sesso dentro di me, solo allora mi spostai e lui prese fiato con la stessa violenza del nuotatore che risale in superficie dopo una profonda apnea. Lo sentii fuoriuscire dal mio corpo non avendo più il turgore per resistere alla pressione esercitata dal sesso di Manuel. Sentivo l’orgasmo impadronirsi di me ma lo ricacciai indietro con la forza della volontà, non era ancora il momento di cedere al piacere che stavo provando, avevo imparato che questo momento era quello in cui l’uomo è più vulnerabile, soddisfatto il suo piacere vorrebbe sottrarsi, ritirarsi ma mi sentivo implacabile. Ancora una volta si era preso gioco di me e per quanto grande fosse il piacere di cui mi aveva reso partecipe meritava una punizione, anzi forse solo quella punizione poteva appagarlo completamente. Strofinando il mio sesso sul suo pene senza vita, imbrattato dei miei e dei suoi umori, gli trasmettevo il movimento e i sussulti di Manuel, sorridendogli godevo su di lui, non mi facevo alcuna remora di tacere i suoni che provenivano dalla mia gola scossa dal piacere, lo baciavo in modo lascivo, gli succhiavo il mento, baciavo avidamente con la bocca spalancata il suo collo e mi impadronivo della sua lingua succhiandola come se fosse il pene di Manuel. Poi sentii le dita della mano di Teresa che si impadronivano del mio sesso: una, due, tre, ed infine fui penetrata da tutta la sua mano, tanto che il sesso di Manuel non riusciva più ad entrare. Teresa con la mano dentro il mio corpo accompagnava il movimento dell’altra sua mano che mi tormentava il clitoride. Sentivo la punta delle sue dita che esploravano tutto il mio sesso e quando raggiunsero il fondo non seppi più resistere a quel dolce supplizio. Scossa dall’orgasmo, sentivo la vagina contrarsi per espellere quella mano , ma lei la teneva ben salda accarezzandomi tutte le pareti mentre il suo polso sottile e delicato ruotava accompagnando il movimento dei miei fianchi. Crollai sul ventre di Paolo scossa da quelle sensazioni e provai una violenta fitta di piacere quando Teresa tolse la mano da dentro il mio corpo. Paolo rimase immobile per un tempo che mi parve infinito, incapace di strapparmi da quel torpore. Furono Teresa e Manuel che dolcemente mi sollevarono e mi poggiarono sul cuscino del dondolo. Avvertii la presenza di Paolo che si sedeva e dolcemente mi prendeva la testa poggiandola sul suo grembo, passando una mano sul mio viso e tra i miei capelli in un atto di amore che mi tranquillizzò e, vinta dalle emozioni, mi assopii. Quando ripresi conoscenza, mi sollevai dal dondolo e vidi Manuel e Teresa abbracciati sul divano sul quale probabilmente avevano placato l’eccitazione che ci aveva coinvolti in quello strano baccanale fatto di sesso, alcol e cibo. Il mio sguardo incrociò quello di Teresa che disse: "Ciao Muchacha, ti sei divertita?", le sorrisi facendo segno di sì e pensando che avevamo ancora tre settimane di vacanza davanti a noi pensai: "Questo è solo l’inizio, mia piccola jinetera". Poi mi strinsi a Paolo e baciandolo gli dissi: "Sei il solito bastardo, ora però mi racconti tutto!" 2730 0 8 anni fa
- sorpresa lui è arrivato a casa stanco.......scazzato.......dopo una bella doccia rilassante ,si è infilato tra le coperte,stremato dal troppo lavoro e dallo stress.......io mi metto al pc e navigo....navigo......finche' incontro qualcuno che si sente solo come me e cominciamo a ciattare.....scambiarci frasi e parole.......................finchè il mio "lui" del quale non ho voluto sapere il nome, mi invita a farmi una telefonata..........dopo le parole dolci che mi ha scritto,mi sale la voglia di conoscerlo e di sentire la sua voce....sensuale..unica...................................................................................................................................................accetto..e dopo cinque minuti il mio telefono squilla....lui nel frattempo si è addormentato e a me è venuta voglia........rispondo e all'altro capo una voce sexy e serena che mi dice"ciao..come stai..."io ho un susulto...la sua voce mi piace,mi eccita.....pero'come fare..non l'ho mai tradito..nemmeno con la fantasia...pero' il "telefono nuovo" mi piace...allora mi corico accanto a lui, nel mio letto..lui russa e io parlo con Claudio(nome di comodo)..e claudio mi fa sentire bella,importante,sexy.....e d'un tratto mi chiede di masturbarmi..e io gli dico di si.............lui russava e io ,stando li vicino,ho avuto il piu' bel rapporto occasionale della mia vita.. 5164 1 8 anni fa
- In collegio Sciack……. era la decima cinghiata che mi arrivava sulla spalle. Diedi un urlo. Mi avevano sorpreso, mentre facevo l’amore con un altro ragazzo mio coetaneo lui era riuscito a scappare ma volevano sapere da me come si chiamava. Ero legato completamente nudo con le braccia e gambe divaricate ad un arco di legno e l’Assistente del direttore del Collegio mi stava frustando con la cinghia dei pantaloni per farmi parlare. PASSIONE INFERNALEAll’epoca dei fatti avevo 14 anni e mi ero già accorto di essere diventato uomo. Frequentavo un mio compagno di banco Claudio mio coetaneo un tipo biondo, senza peli, efebico ma con un cazzo notevole (23 cm.) e con una pella vellutata. Era scoppiata la passione tra noi. Era successo durante una punizione che avevamo subito entrambi. Durante la lezione eravamo disattenti. Fummo portati dal Direttore in quale prima ci fece inginocchiare e poi ci fece mettere le mani sotto le ginocchia, ovviamente sul davanti delle ginocchia. Dopo due ore in questa posizione ci diede 40 spalmate a testa. Le spalmate consistevano i colpi dati sul palmo delle mani con un riga di legno. Nacque tra noi una intima amicizia e quando avevamo occasione facevamo l’amore ma sempre di nascosto sapevano che se ci scoprivano ci avrebbero punito severamente la pena era di 150 frustate sui genitali e sul petto con il frustino corto di cuoio. Io all’epoca avevo un fisico asciutto come può essere il fisico di un adolescente il mio cazzo era leggermente più piccolo di Claudio (19 cm.) ma circonciso quindi sempre scappellato il che costituiva elemento di attrazione infatti Claudio mi aveva visto il cazzo mentre eravamo a pisciare all’orinatoio e mi aveva sorriso da quel momento avevano iniziato a vederci di nascosto. Lo facemmo di notte nella sacrestia della chiesa annessa al Collegio fu bellissimo. Uscimmo di nascosto dalla camerata e scendemmo al pianterreno la sacrestia era sempre aperta. Ci spogliammo completamente nudi io mi avvicinai a lui e lo baciai sulla bocca mentre le sue dita mi tormentavano i capezzoli i nostri cazzi erano duri come granito. Poi io cominciai a lavorargli i suo pettorali e le nostre cappelle si sfiorarono. Quella notte non ci inculammo a vicenda ma facemmo un 69 che durò oltre un’ora e poiché ci piaceva sfidare il Direttore quando sburrammo non ci preoccupammo di pulire. Eravamo due pazzi sapevamo che poi se ci avessero scoperto il fatto di averlo fatto nella sacrestia avrebbe raddoppiato la pena da 150 a 300 frustate sulle tette e sul cazzo con il frustino corto di cuoio (1). Io avevo visto due ragazzi subire quella pena era tremendo per coprire le loro urla il sacrestano suonava le campane.Il giorno dopo scoprirono le macchie di sburro in sacrestia il direttore Don ……..un prete devotissimo fece pulire e benedire la sacrestia e poi ci fece un assemblea invitando i colpevoli a presentarsi promettendo in cambio clemenza ma nessuno si presentò. La sacrestia venne chiusa con un lucchetto e venne disposto un servizio di sorveglianza notturna che veniva fatta dal suo assistente un certo Tommasino un sadico malvagio e il tirapiedi dell’assistente Alfonso un ex collegiale fallito che sbarcava il lunario facendo le pulizie assistendo il sacrestano e aiutando l’assistente nelle punizioni ed interrogatori dei collegiali.A turno questi due si alzavano intorno alle ore 2 o 3 del mattino e facevano il giro della camerata cercando di individuare le brande vuote. La sorveglianza durò una settimana poi come tutte le cose fu allentata ma noi stemmo buoni per altri due o tre giorni poi facemmo di nuovo l’amore insieme ma questa volta a me venne in mente una idea diabolica in occasione che Il Direttore era andato fuori per una cena serale con i suoi amici. Quindi avevamo tutto il tempo di far l’amore io e Claudio e lo facemmo nel letto del direttore e lasciammo le lenzuola sporche di sburro. Ma non ci inculammo sapevamo che l’assistente ci avrebbe fatto fare da un medico una visita igienica e si sarebbero accorti che avevamo il culo sfondato e sotto le mazzate avremmo potuto parlare come era successo a quei due ragazzi di cui avevamo assistito tutti noi alla loro punizione. Gli avevano trovato il culo rotto dopo una decina di cinghiate i ragazzi avevano parlato. Il giorno dopo subirono la solita pena: 150 frustate sul petto e sui genitali con la frustino corto di cuoio. Ma noi due sapevamo che se ci scoprivano ci aspettavano 300 frustate perché avevamo fatto l’amore in sacrestia.L’amore nel letto del direttore fu bellissimo oltre al senso della trasgressione io e Claudio sburramo tre volte la terza volta fu bellissimo perché facemmo il gioco dei froci napoletani ci legammo con lo spago le cappelle poi cappella contro cappella, lingua in bocca mentre con le dita io strizzavo i capezzoli a Claudio e lui li strizzava a me…………………….un litro di sburro usci dai nostri cazzi. Quando sentimmo la macchina del direttore che entrava nel cortile ci alzammo andammo nel suo bagno a pulirci e uscimmo dalla sua stanza mentre sentivamo che saliva le scale ci mettemmo a letto. Dopo un po il direttore accese la luce della camerata e si mise ad urlare che se prendeva i colpevoli avrebbero subito delle punizioni tremende. Per una settimana stemmo tranquilli poi la lussuria prese il sopravvento costruimmo dei pupazzi di pezza da mettere in branda e andavamo a fare all’amore nella aula vicino la sacrestia avendo cura questa volta di non lasciare traccia. La cosa andò avanti per due mesi il trucco dei pupazzi funzionava. Ma una notte le cose si misero male. Qualcuno fece la spia. Io e Claudio scendemmo le scale con solo un asciugamano intorno alla vita. Aprii la porta dell’aula, era buio, poi la luce si accese istintivamente gridai a Claudio di scappare, Claudio scappò al piano di sopra in camerata ma io venni preso. Mi portarono nella stanza degli interrogatori era una stanza sotterranea attigua all’aula. Mi fecero togliere l’asciugamano e rimasi completamente nudo venni legato ad un arco a doppia L con le braccia divaricate e le gambe divaricate. Sollevarono le funi in modo da avere i piedi leggermente sollevati da terra e le braccia in trazione in questo modo avrei sentito di più le frustate. Entro Alfonso con secchio pieno d’acqua e comincio a sciogliere in questo secchio un pacco di sale doppio da un chilo. L’assistente si tolse la cinghia dai suoi pantaloni, era una cinghia di cuoio larga 3 cm.. Si avvicinò e mi chiese se volevo dargli il nome dell’altro ragazzo che stava con me io gli risposi in tono di sfida che da me non avrebbe saputo niente. Fece un cenno ad Alfonso il quale prese la spugna imbevuta di acqua e sale e mi bagno le spalle. Sentii lo scoppio del cuoio della cinghia sotto la scapola sinistra ma il primo colpo fu come se la carne si addormentasse poi dopo qualche secondo avvertii il dolore. Un dolore tremendo in quanto l’acqua e sale aveva raddoppiato la mia sensibilità. Alfonso si avvicino con la spugna lui bagnava e l’assistente colpiva con la cinghia, le spalle, le natiche, le cosce nella parte interna, i polpacci, dopo un sei o sette colpi diedi il primo urlo. Eravamo arrivati alla decima cinghiata, undicesima e io urlavo a squarciagola anche perché la cinghia mi aveva colpito la cappella del cazzo, dodicesima cinghiata anche stavolta quel bastardo dell’assistente mi aveva colpito i genitali questa volta ero svenuto. Dopo trenta cinghiate venni slegato e mi diedero da bere ero tutto un dolore ma non avevo un segno addosso, merito dell’acqua e sale, venni invitato di nuovo a parlare ma io risposi singhiozzando che da me quel nome non l’avrebbe mai saputo allora lui mi rispose con queste parole “Adesso cambieremo musica e tu parlerai brutto frocetto sarai torturato con le gocce di fuoco” (2).Venni legato sul tavolo in posizione di squartamento gambe e braccia divaricate ero legato in maniera da non poter fare il minimo movimento poi l’assistente prese della schiuma da barba e mi fece una rasatura intorno all’ombelico e alle zizze dove avevo una leggera peluria. Prese una bottiglietta con un contagocce e mi colo una goccia di liquido vicino all’ombelico poi con il dito fece un leggero massaggio in modo da far assorbire l’alcool in maniera superficiale cioè l’ombelico era umido non inzuppato d’alcool. L’assistente preso un fiammifero acceso e lo passo sull’ombelico l’alcool residuo prese fuoco. Diedi un urlo tremendo il fuoco durò meno di un secondo ma il dolore era insopportabile, la seconda goccia fu sul capezzolo destro altre urla e svenimento. Quando rinvenni l’assistente mi stava facendo lo stesso lavoro sul capezzolo sinistro con l’alcool, fiammifero sfrigolio della fiamma urla tremende da parte mia e ulteriore svenimento. Rinvenni e l’assistente mi fece lo stesso trattamento al capezzolo destro. Poi l’assistente prese una pinza e comincio a strizzare il capezzolo sinistro già dolorante per la scottatura. Altre urla, pianti e svenimento. Fece lo stesso lavoro al capezzolo destro svenni di nuovo. Quando l’assistente si accosto con il contagocce verso la la cappella del cazzo cedetti e gli dissi il nome di Claudio. Anche lui venne interrogato e torturato ma alla decima cinghiata disse tutto. Ci fecero riposare un paio di giorni e poi fummo portati nell’aula e davanti a tutti gli altri collegiali subimmo 100 (50 e 50) colpi di frustino corto di cuoio sul petto e sui genitali ovviamente il sacrestano dovette suonare le campane per coprire le nostre urla……… 27 0 8 anni fa
- Non è mai troppo tardi Come tutti, nella vita ho avuto delle esperienze sessuali, e sono sempre state positive, per di più durate per lunghi periodi e qualche volta scappatelle senza storia. Pensavo che oramai la stagione fosse finita, le coppie cercano singoli giovani e fighi, come dargli torto, anch'io trentenne/quarantenne avevo avuto l'eta d'oro. Grazie a questo sito, ho ricevuto una mail, confesso non attesa da una coppia 55enne, dopo qualche scambio epistolare, decidiamo di prendere un aperitivo per fare conoscenza. L'inizio e sempre traumatico specialmente per una coppia alle prime armi. Sara stato l'aperitivo un po' troppo carico di gin, ma siamo subito entrati in sintonia, la moglie si capiva che era una persona di cultura, anche se sembrava titubante, chiaramente nessuno doveva sentirsi in obbligo e sinceramente una serata passata a parlare di cose intelligenti non è sprecata. Il marito, lo chiamerò Mario, sembrava impaziente, vedo che fa cenno ad Aurora, ero pronto a salutarli, quando Lei mi invita a casa loro che è vicino al locale dove siamo. Arrivati in casa Aurora si congeda da noi, quando ritorna dopo dieci minuti, era uno splendore con un corto babydoll trasparente. In pochi minuti ci siamo ritrovati nudi sul letto e mentre io baciavo Aurora, Mario mi succhiava il cazzo in modo superlativo, cosa che io ho ricambiato. In certe occasioni quando mi trovo in situazioni cosi eccitanti perdo il controllo. Aurora ci ha voluto entrambi dentro di Lei, la sua eccitazione era contagiosa, poi io leccavo Lei mentre Mario leccava me. Il tempo è passato troppo veloce, oramai dovevamo lasciarci, erano trascorse quasi tre ore. Quando ci siamo salutati Aurora mi ha detto....la prossima volta sara' meglio e ti farò una sorpresa, Mario ha sorriso, ed io aspetto una vostra telefonata. La telefonata è arrivata dopo 11 giorni di attesa, e la sorpresa anche, ma questa è un'altra storia. 40 0 8 anni fa
- Complice inconsapevole al centro commerciale Era stata una settimana un pò pesante al lavoro e dato che ho un pò di ferie da smaltire, venerdì avevo deciso di concedermi un giorno di distrazione. Così, spinto anche dalla necessità di dover far un pò di acquisti, decido di passare la mattinata al centro commerciale. Nella mia zona, per esperienza, ho notato che un paio di questi cc sono frequentati da coppie piuttosto esibizioniste. In particolare nel periodo estivo avevo notato un bel giro di cavigliere e vestiti provocanti delle relative donne....ma non avevo mai potuto approfondire e verificare questo aspetto... Così decido di recarmi in uno di questi centri che reputavo più "trasgressivo", in modo da unire l'utile al dilettevole. Qualche minuto dopo le nove ero già in giro per negozi, osservando vetrine. Ho notato subito una coppia di mamma e figlia, ma il mio sguardo si era posato sulla mamma, con stivaletto, calze grigio scuro a fasciare due gambe toniche, per terminare con una gonna aderente sopra al ginocchio, di quelle che fasciano sagomando perfettamente i glutei...direi una bella milf tra i 40 e 45 anni...l'ho osservata mente erano dentro un negozio di bigiotteria, poi mi sono un pò allontanato per non essere sgamato e mi sono ritrovato con lei che mi veniva incontro... LEI, due gambe affusolate, fasciate da intriganti parigine, stivaletti neri con tacco ed un vestitino corto verde militare con zip centrale che lasciava abbastanza scoperte le cosce. Procedeva con passo deciso nella mia direzione, con capelli lisci a caschetto che si muovevano a ritmo del suo passo. Quando eravamo ormai a pochi metri, ho incrociato il suo sguardo, due occhi da cerbiatta, che fissavano un punto davanti a sè, quasi ignorandomi. Non ho potuto far a meno di fermarmi ed osservarla procedere spedita. Ho invertito la mia direzione e l'ho vista fermarsi al bar....Erano circa le 10, giusto l'ora per un caffè. In quel momento c'era un pò di confusione al bancone del bar, quindi con la scusa di pagare il caffè, mi sono avvicinato alla cassa...lei era su uno sgabello, gambe accavallate con cosce in bella vista, uno spettacolo per i miei occhi...aveva notato che la guardavo e non mi sembrava le dispiacesse... ho preso il mio caffè e mi sono poi spostato rimanendo in zona, osservando le vetrine ma senza perderla di vista. Ma non ero il solo ad averla notata ed ammirata. Dopo qualche minuto, l'ha raggiunta il suo compagno, azz, non era sola...hanno parlato tra loro, forse gli avrà detto che aveva un pò di occhi addosso. Mi sono fatto coraggio, e ho provato a seguirli. Sicuramente lei si è accorta subito della mia presenza e non mi è sembrata infastidita. Sono entrati in un negozio, li ho osservati dalla vetrina, poi ho notato che lei aveva scelto dei capi e sono entrato, avvicinandomi alla zona dei camerini. Lei era già entrata con lui che gli passava dei capi, una minigonna e una camicetta. Dal mio punto di osservazione, riuscivo ad intravederla perchè aveva lasciato leggermente aperta la tendina del camerino... la situazione stava diventando molto eccitante ma temevo che la commessa mi beccasse. Così, dopo un pò, mi sono spostato. Lei aveva terminato di provare e uscendo dal negozio mi passò affianco, sempre ignorandomi. Mi sorgeva un dubbio, mi ignora perchè non si è accorta di me? e la tendina l'avevano lasciato leggermente aperta appositamente? Continuai a seguirli, sempre con discrezione, non volevo che mi prendessero per un maniaco. Siamo entrati in uno store di abbigliamento uomo/donna, mi sono avvicinato a lei e anche lei tendeva ad avvicinarsi nella zona in cui mi trovavo, con il suo compagno che la lasciava sola...potevo così ammirare da vicino la sua silhouette, il vestitino non era aderente, ma seguiva le curve del suo corpo, evidenziando un bel culo...non riuscivo però a capire se indossasse le mutandine. Il reggiseno, invece, glielo avevo intravisto mentre si cambiava nel camerino. Ad un certo punto, si reca nella zona intimo, sempre a pochi metri da me, e si abbassa sulle ginocchia per vedere delle calze, mostrandomi abbondantemente le cosce non più coperte dal vestitino, incrociando il mio sguardo... in quel momento ho avuto conferma che volevano giocare e le piaceva quel gioco. Lui era molto discreto, ha sempre evitato di incrociare lo sguardo e questo mi faceva capire che la mia presenza non lo infastidiva, ma sicuramente gli piaceva che la sua donna si mostrasse. Si continua con il giro per i negozi, con tappa successiva in un negozio griffato di abbigliamento per donna, compreso calzature. Resto fuori per cercare di capire se entrare o meno. Si rivolgono ad una commessa che dopo poco le porta degli stivali cuissard, modello sopra al ginocchio per intenderci. La vedo sedersi rivolgendosi verso la vetrina, mi sposto in modo da averla davanti a me, accavalla le gambe, si sfila i suoi stivaletti, stende la gamba per tirarsi su la parigina, il vestitino è ormai tutto su...la guardo in viso, poi la fisso sulle gambe che accavallandole mi mostra tutto...tutto...intravedo un piccolo ciuffetto che mi conferma l'assenza di intimo...calza gli stivali, sta divinamente, si alza, si avvicina allo specchio, poi ritorna a sedersi esibendosi in un nuovo show... alza gli occhi per vedere l'eccitazione e il desiderio nel mio sguardo...ancora un altro paio di stivali, un altro ancora....al quarto paio mi accorgo che la commessa alle sue spalle mi ha notato, ritorno in me, ormai sono da troppo tempo davanti quella vetrina, decido di allontanarmi.... forse non vedendomi più, decidono di uscire dal negozio... sono troppo eccitato, mi sta facendo impazzire.... Continuiamo a girare per negozi, ora è la volta di uno store di calzature...vuole riprendere lo stesso gioco...lui le porta gli stivali, sempre sopra il ginocchio, mi avvicino a loro, lei si siede, rivolgendosi sempre verso di me, ci guardiamo, inizia ad accavallare le gambe, infila gli stivali mostrandomi il suo tesoro, quasi svengo...purtroppo il gioco dura poco, se li sfila, si ricompone ed escono dal negozio. Qualche minuto, esco anch'io, e siamo di nuovo in giro per la galleria...altro negozio di abbigliamento, mi avvicino alla zona uomo e, dopo poco, li vedo dirigersi nella mia direzione, con lei che entra in un camerino. Il camerino ha la solita tenda, ma questa volta è bello ampio e largo... anche ora la tenda viene lasciata semichiusa, la intravedo...tutta nuda, solo un reggiseno nero indosso, a coprire le sue tettine, una seconda bella soda. Lui si allontana per prendere un altro capo, mi posiziono meglio, e al suo ritorno lei lo fa entrare, lasciando la tenda nella stessa posizione...vedo lui che tira fuori il suo cazzo, non capisco bene cosa sta per succedere, poi vedo lei, davanti a lui, si inginocchia, gli prende il cazzo in bocca e si gira per guardarmi....succhia avidamente il cazzo, prendendolo tutto in bocca...il suo sguardo è troppo eccitante, ed anche il mio cazzo inizia ad indurirsi...pochi secondi e si rialza, si volta, appoggia le mani al muro della cabina, piegandosi leggermente in avanti e lui inizia a scoparla, prendendola per i fianchi...pochi colpi, anche perchè il rischio è alto, fuori ci sono solo io ma loro non possono saperlo, sono il loro complice inconsapevole che tiene sotto controllo la situazione...il suo sguardo è ormai da vera porca, ha una gran voglia e me lo fa capire con i suoi occhi.... Lui si stacca, si rivestono ed escono...sono ancora più confuso ed eccitato, non posso credere che stia succedendo per davvero.... Ci spostiamo in un'altra zona, li vedo parlare tra loro, forse sono indecisi su cosa fare o forse iniziano a infastidirsi per la mia presenza...decido di lasciarli, credo di essere stato fin troppo fortunato e mi dirigo al bagno. Mentre mi sto lavando le mani, entrano entrambi dirigendosi in un bagno per disabili... non posso crederci, la porta si richiude alle loro spalle, resto in attesa di cosa possa succedere... ormai sono passati alcuni minuti, li sento parlare, la porta accenna ad aprirsi per poi richiudersi, ancora voci... che fare? qualche colpo di tosse per far capire che sono ancora lì, ma niente... mi faccio coraggio, busso alla porta, "occupato?", sento qualcosa, ma non capisco, poi la porta accenna a riaprirsi, prendo la maniglia, apro la porta, sento un pò di resistenza, infilo la testa, sono a pochi centimetri dal viso di lei, è tutta nuda, piegata a 90° con lui che la scopa da dietro...tiene la maniglia della porta, ma ad un mio nuovo accenno di voler aprire, lascia la presa, permettendomi di entrare... mi dice di non toccarla, di guardare soltanto senza toccarmi...l'eccitazione è tanta e quindi accetto le condizioni...indossa solo gli stivaletti con le parigine, il reggiseno leggermente abbassato evidenzia un seno piccolo ma sodo con areole scure e piccole e due capezzoli turgidi e dritti a conferma della sua eccitazione... Mi sfioro il cazzo da sopra il jeans, lui se ne accorge e mi fa segno di liberarmi....la tiene per i fianchi e la sta scopando alla grande. Libero il mio cazzo, è già grosso e duro, le vene sono gonfie di desiderio, inizio a toccarmelo...mi posiziono davanti a lei che si appoggia al piccolo lavandino, ho il cazzo vicino al suo viso, lei mi guarda negli occhi, con lo stesso sguardo eccitato del camerino, poi abbassa lo sguardo sul mio cazzo...forse vorrebbe prenderlo in mano, magari avvolgerlo con le sue labbra facendomi sentire la sua lingua vogliosa, l'eccitazione è tanta, lui la sta sbattendo sempre più forte, lei accenna qualche mugolio...nel bagno affianco entra un uomo, fortunatamente per poco tempo... Ancora qualche colpo e lui esce, il suo cazzo è pieno di umori di lei, doveva essere veramente fradicia... Con una voce un pò bassa e con un pò d'affanno, lei mi dice di sparire e di non farmi vedere più...mi rivesto, esco dal bagno e mi allontano...ormai sono le 12.00 circa, in conclusione non ho comprato nulla ma è stato tutto molto eccitante. Non so se erano lì per esibirsi o altro, nè se fossero già pratici di questi giochi... ad ogni modo, è stato bello essere loro complice in questa avventura. Mi è dispiaciuto solo essere dovuto sparire senza conoscere i loro nomi, nè lasciargli i miei contatti magari per ripetere questa esperienza... Se leggendo questo racconto vi riconoscete, sono stato io il vostro complice! 26 2 8 anni fa
- Cercando una padrona Scorrendo le schede del sito, la sua, le era subito balzata agli occhi. Era quello che cercava: bisex a/p, con decine di foto in cui indossava intimo eccitante e provocante: latex, maschere fetish, stivali e scarpe con il tacco alto, corpetti e lingerie. Come se non bastasse numerosi video mostravano il suo grosso cazzo mentre si masturbava esplodendo schizzi di sperma che poi spandeva o “spalmava” con voluttà. Anche l’annuncio era all’altezza delle sue ricerche e delle sue aspettative: matura come piaceva a lui, assolutamente versatile e disponibile a giochi di ruolo soft. Da tempo cercava una così; una a cui sottomettersi, in modo non violento ma sia cerebrale che fisico, come una puttana ma anche da poter, switchando, trattare allo stesso modo. Un desiderio, quello di giocare con la “sottomissione” che era andato crescendo e maturando nel tempo e ora era diventato manifesto, irrefrenabile proprio come il cazzo che sentiva gonfiarsi negli slip leggendo l’annuncio. Fu con eccitazione, ma anche con poca speranza, visto che sul sito abbondavano i grafomani inconcludenti, che le scrisse il primo messaggio. Un messaggio nel quale esprimeva un misto di eccitazione, ammirazione, deferenza e dove dettagliava i suoi desideri in caso di incontro: le si sarebbe gettato ai piedi chiedendole di imporgli un collare e implorando ordini, poi avrebbe baciato e leccato le sue scarpe e i suoi piedi soffermandosi con la lingua negli interstizi tra le dita, sarebbe risalito sulle sue splendide gambe usando la lingua e le mani, sentendo il nylon che le avvolgeva e il calore del suo corpo, fino ad arrivare al suo cazzo. Le avrebbe con devozione succhiato le palle a lungo e poi sarebbe passato al suo membro, ormai duro e caldo. Avrebbe fatto su e giù lentamente con la lingua, un lento saliscendi alternato all’uso della sua bocca vorace che l’avrebbe inghiottito. Poi sarebbe venuta la volta del suo buco del culo che avrebbe esplorato e ammorbidito con la lingua e riempito si saliva prima di assaggiarlo con il suo cazzo voglioso… Durante la scrittura del messaggio aveva dovuto fermarsi più volte per l’eccitazione. Momenti in cui la sua mente guidava la sua mano che si muoveva lentamente su e giù per il suo membro. Inaspettatamente la risposta arrivò, nel giro di un paio di giorni. Una risposta pienamente in linea con il messaggio e che già entrava nel gioco, accettando il ruolo di “padrona” e apprezzando quanto proposto. Da lì fu un susseguirsi di mail in cui lei, da perfetta padrona, lo metteva alla prova e gli chiedeva di fare cose: inviargli e condividere video porno dove magnifiche trav. si facevano riempire il culo da prestanti maschi, comprare intimo che poi lui avrebbe indossato, secondo i suoi comandi, durante il lavoro sotto gli abiti maschili, girare mini-video da inviarle in cui si masturbava, commissionargli foto secondo il suo desiderio. Ad ogni “obbedienza” corrispondeva un premio: un nuovo video nel quale usava un grosso dildo su di sé, o magnifiche foto dove il suo sperma schizzava copioso. Un crescendo, in parallelo al quale aumentava inesorabilemente la sua eccitazione e durante il quale il desiderio di obbedire, e di nuovi ordini che lo spingessero sempre un po’ più in la, si faceva sempre più fermo, consapevole e irruente. Poi finalmente venne l’incontro che fu completamnte all’altezza delle aspettative e di quanto si erano scritti: lei gli impose il guinzaglio e poi gli ordinò seccamente di eccitarla così come promesso, lui lo fece e l’eccitazione, densa di comandi e piccole punizioni, crebbe fino a quando entrambi esplosero. Prima lui, nel suo splendido culo dal quale poi leccò e bevve il suo stesso sperma che condivise subito, in un bacio furioso, nella bocca di lei. E poi lei che gli venne, copiosa, in bocca e anche in questo caso giocarono a lungo con lo sperma che passava da una bocca avida all’altra. Fu fantastico, si pulirono e tornarono a indossare normali abiti maschili sotto il quale però la sua padrona gli impose di continuare a indossare la lingerie utilizzata durante il rapporto, compreso il perizoma su cui avevano rovesciato lo sperma, denso di saliva, dopo averci giocato baciandosi. Lo fece con enorme piacere e con la consapevolezza che la sua “carriera” di schiavo switch e versatile, puttana per una padrona dolce e decisa insieme, era solo all’inizio 26 1 8 anni fa
- lo scrittore Nessuno avrebbe mai immaginato, guardandola camminare per la strada in quel suo incedere statuario, reso oltremodo flessuoso dalle elevatissime calzature dal tacco vertiginosamente appuntito, che sotto a quella maculata pelliccia, in cui stava avvolta, G. fosse vestita solamente della propria nuda epidermide, come altrettanto impossibile sospettare di lei che si potesse recare agghindata in quel modo da un anziano scrittore che in seguito aveva fatto di lei la musa ispiratrice dei propri racconti erotici. Incontrata presso lo studio dell'artista, per il quale G. si era prestata a fungere da modella, ne era rimasto talmente affascinato dal riuscire, con la propria solerte insistenza, a convincerla a propria volta ad accettare anche la sua amicizia, ma che, a differenza del senile pittore che li aveva fatti conoscere, e senza troppo celarlo, si rivelò un vero porco capace di saperne stimolare le recondite fantasie. L'istintiva gelosia del compagno di G. non superava il desiderio incongruo di saperla coinvolta in episodi che avrebbero accresciuto le pulsioni morbose che lo eccitavano enormemente permettendo sviluppi inverosimili. Eccola allora pronta a far emergere cerebrali emozioni, totalmente priva di alcun pregiudizio apparente verso colui assieme al quale avrebbe condiviso momenti di insospettabile intimità. Liberandosi della pelliccia rimase in equilibrio sulle calzature e con le sole autoreggenti, esposta in tal modo agli sguardi compiaciuti del proprio ammiratore, incurante dell'aspetto di chi le stava di fronte, il quale, masturbandosi freneticamente, manifesto subito il proprio esplicito gradimento. A molti quella prova sarebbe parsa come una libidinosa dimostrazione di potere da parte dell'uomo a cui G. si assoggettava con palese disponibilità, quando in fondo era lei stessa ad essersi resa complice compartecipe dei segreti convegni durante i quali era consapevole di ciò che sarebbe avvenuto. L'uomo, iniziando a propria volta a spogliarsi, senza mai distogliere lo sguardo dalle integrali fattezze di G., mettendo in mostra la propria conformazione fisica, pareva non avere alcuna remora nell'esibizione del proprio aspetto decadente. Neppure G. dimostrava forme di repulsione al contatto epidermico con il proprio senile ammiratore il quale, condividendo l'ultimo racconto da lui realizzato, si faceva masturbare stimolandola a propria volta sulla clitoride. Chiunque avrebbe creduto impossibile che individuo così potesse esplorarla impunemente, infilandosi con le tozze dita tra quelle intime labbra, facendola inarcare a gambe oscenamente divaricate, mentre nel contempo ne assaporava il palato con golosità, invadendola in un voluttuoso intreccio di lingue a cui G. non poteva sottrarsi. Tutto ciò solo a preludio delle ulteriori prestazioni orali a cui la sospinse, dirigendola verso il proprio flaccido ventre, ben determinato a vederla suggere con altrettanta compartecipazione i propri organi genitali. China tra le adipose protuberanze G. si prodigava, con magistrale abilità, lambendo glande, prepuzio e testicoli, alternandosi sino a mungerne la completa linfa che andò ad ingollare senza alcuna apparente repulsione, intercettando le gementi ovazioni di convulso piacere con le quali il senile amico confermava la propria totale soddisfazione. Distendendosi poi lasciva, in armonica attesa che egli tornasse nuovamente in se, provocandolo nel frattempo con una efficace auto stimolazione della propria clitoride, lo incitò a completare l'opera facendosi ancora profanare dalla irruente volontà dell'uomo di godersela in ogni maniera. Presa in entrambe gli orifizi, a palese dimostrazione di quanto segretamente fosse puttana, gli si concesse pensando al proprio compagno che, di sicuro torturandosi, in trepidante attesa che facesse ritorno, di certo se la immaginava in quelle insospettabile evoluzioni, che tuttavia riusciva a condividere in modo passivo, eccitandosene a propria volta morbosamente. 1714 0 8 anni fa
- Giochi alla moda Il nuovo gioco che và di moda a casa nostra negli ultimi mesi è Luca che scopa Amanda da dietro ed un amico che le lecca il clitoride e/o le grandi labbra (tutto secondo precise e dettagliate indicazioni di LEI ! ).Quando facciamo sesso anale un'uomo che la stimola davanti, se è bravo, riesce a farla venire !Venerdì pomeriggio durante una penetrazione vaginale da dietro, stesi sul fianco, Luca teneva sollevata una gamba di Amanda offrendo così al coinvitato la miglior visione del sesso di lei. L'amico sfruttò la situazione nel migliore dei modi con un encomiabile lavoro di lingua. Amanda sarà venuta 4-5 volte finchè Luca non gli esplose dentro con una copiosa venuta. Amanda era sfinita. Si fece una doccia e tornò in perizoma nel letto. L'amico gli stese con minuziosa cura una crema idratante su TUTTO il corpo. La crema era molto densa e servì un massaggio prolungato per farla penetrare. Amanda non si diede al lui...la troia godeva nel vederlo scoppiare dal desiderio di lei. Lo fece stendere su un lettino da massaggi e le si sedette sopra a smorzacandela, lui aveva addosso i boxer e lei il perizoma. A forza di strusciare sul pacco di lui lo fece venire. Quando Amanda capì che l'amico stava esplodendo glielo prese in mano e glielo segò svuotandogli bene le palle del suo sperma. Lei si ritrovò nuovamente con il ventre ed il seno sporchi del liquido dell'amico sfinito.Lo guardò negli occhi e gli disse: ti sei perso un'occasione !Amanda tornò in doccia e lui a raccontare a Luca quanto si fosse divertito con le esperte mani di lei.Amanda rimise il suo tacco 12 e preparò una succulenta cenetta per tre, dopo la quale ci salutammo, da irreprensibili Signori ! 2501 0 8 anni fa
- Mai dire mai Recentemente mi sono iscritto ad una chat d’incontri che ho trovato casualmente e mi permette di colloquiare solo con persone che si trovano nelle vicinanze. Pertanto dopo aver impostato una foto intera che mi ritrae in spiaggia ed aver specificato OVER 50, ho iniziato a utilizzarla. Inizialmente venivo contattato solo ed esclusivamente da una marea di gay e qualcuno che si presentava come coppia ma che poi, alla resa dei conti la moglie era impegnata o qualsivoglia motivo si proponeva da solo. Un giorno, mi contatta un profilo con una foto di donna in costume che apparentemente fisicamente era accettabile ma il viso rimaneva in ombra e nonostante ingrandissi la fotografia mi veniva difficile vedere i suoi lineamenti. Un po’ sospettoso le anticipo di essere tassativamente etero che se quindi si nascondeva un gay era solo tempo perso. Lei mi garantisce la sua femminilità e a prova mi manda una registrazione vocale. Da quel momento, ogni volta che mi vedeva in linea, puntualmente iniziava a conversare finchè abbiamo toccato l’argomento SESSO e i propri gusti. Dopo una settimana intensa di messaggi abbastanza piccanti e provocanti, fissiamo un incontro in un bar locale. Devo ammettere la mia grande delusione perché i lineamenti del viso per me sono molto importanti e non corrispondevano ai miei gusti. In tutti i modi, con molta educazione e diplomazia, ci siamo seduti in un tavolino e mentre consumavamo un caffè abbiamo serenamente dialogato scoprendo anche di avere delle conoscenze in comune. Dopo di chè la salutai inventando una scusa con la promessa che ci saremo risentiti. Dopo circa mezzora mi manda un messaggio nel quale mi scrive che si era resa conto della mia delusione chiedendomi di essere sincero e corretto perché le interessavo tanto. Non esitai un attimo e le risposi sempre con la massima educazione e correttezza che purtroppo non rientrava nei miei canoni ma che comunque visto e considerata la sua straordinaria intelligenza non mi dispiaceva intrattenere un rapporto di amicizia. Per farla breve mi aveva ringraziato per la sincerità e concordava per un eventuale amicizia se pur dispiaciuta del fatto che si era illusa a seguito dei nostri discorsi sul campo sessuale che corrispondevano alle esigenze di entrambi. La bionda nn si arrese e da allora non perdeva per messaggiarmi e riprendere i discorsi sui gusti sessuali finchè alla fine mi disse: ma almeno provare no?, per dissuaderla le rispondo che si potrebbe provare cosi per toglierle lo sfizio chiarendo di non aspettarsi null’altro e che nn volevo poi sentirla dire che la utilizzavo solo svuotarmi i coglioni, come altre hanno fatto in passato. La prima volta è avvenuto a casa sua, devo essere sincero, mi ero presentato solo perché aveva insistito tanto anche se devo ammettere che un po’ ero incuriosito della sua arte amatoria tanto dichiarata ma allo stesso tempo ero cosciente che sarebbe stata anche l’unica volta che avremmo dato sfogo alle nostre voglie. Bene, non ci crederete ma la signora ha superato alla grande il test, veramente una donna passionale in tutti i sensi, fa dei pompini divini, gode ripetutamente come un vulcano, è assatanata e disinibita, adora farsi filmare e fotografare, con e ha scoperto il naturismo, cosa che aveva sempre desiderato da una vita. In sostanza, ognuno di noi ha la propria vita e le proprie amicizie ma quasi quotidianamente ci incontriamo per dare sfogo un po’ di sesso sfrenato. Ah dimenticavo, va in estasy quando gliela lecco, sostiene che utilizzo lo stesso modo del bacio in bocca, ovvero delicatezza e passione coinvolgente, ma dopo il primo orgasmo lo vuole e pretende tutto dentro in figa sostenendo che le pulsazioni le procurano una goduria immensa.. 33 0 8 anni fa
- La mia prima gangbang Era una calda estate ed ero in ferie con una amica... Al mare conosciamo un gruppo di persone interessanti. Si parla, si ride e si scherza. Si decide di andare a bere qualcosa la sera. La mia amica dopo l'aperitivo butta li un : e se ci facessimo una gangbang??? Io ero alla prima esperienza del genere. In poco tempo io la mia amuca e i 5 ragazzi ci ritroviamo in camera. Prima si sono divertiti con la mia amica in 4 perche il 5° stava trombando e fistando me.... Dopo poco a lui si sono aggiunti gli altri Due sui capezzoli, uno in bocca, una mano dentro la figa. Un cazzo in culo e la mia amica che mi leccava il clito, Insomma alla fine a turno i 5 stalloni mi hanno scopata, fistata, inculata e morsa sia nei capezzoli che nel clito. La mia amica si sditalinava.... A un certo punto uno dei cinque mi penetra nella figa e chiama uno dei suoi amici... e li parte una doppia penetrazione in figa. Due stalloni di dimensioni notevi in figa.... mi fecero un po male. Ma devo dire che ho goduto come non mai..... Io e la mia amuca dopo quella sera iniziammo a fare sesso... anche con lei è stato super. Ma ve lo racconterò un altra volta.... 37 0 8 anni fa
- La mia prima volta La mia prima volta risale al 1996. Avevo appena finito di fare la.doccia. Non so come ma l'uomo di mia madre era entrato in bagno. È stato un attimo. Me lo sono ritrovato addosso. E io. Al posto di respingerlo , lo ho incoraggiato. Ricordo ancora la sua lingua sui capezzoli rosei e turgidi. La sua mano sulla figa che mi accarezzava e il suo cazzo enorme , eccitato che premeva sul mio ventre. Ricordo che mi tirò su una gamba e mi penetrò subito.... con tale foga che godettte subito. Dopo mi portò sul divano. E mi penetrò prima nella figa ormai wuasi sverginata e poi nel mio culetto. Ricordo che si fece pure spompinare x bene. Poi, aprì il cassetto e tirò fuori del lubrificante... Lo cosparse sulla figa e infilò le dita dentro.... Mi aprì la figa dilatandola da far male. E io godevo.... Poi tolta la mano iniziò a leccarmela.... poi risalì sui capezzoli... E rinizio a scoparmi fino a che non venne sul mio clitoride..... Lo rifacemmo altre volte. Ma come si dice : la prima volta... non si scorda mai 50 2 8 anni fa
- Pomeriggio libero 2 trans Eravamo distese sul letto e io ancora avevo il culetto aperto dopo aver ricevuto quel cazzo a dir poco equino e sentivo che la voglia non era finita: volevo un’altra dose di carne dentro di me. L’amica si avvicinò e iniziò a carezzarmi le natiche e le cosce e prese il mio uccello ancora turgido. Infatti io non avevo goduto per niente, o almeno lo avevo fatto ma con il mio culetto ancora dolorante. Stefania, questo il suo nome, aveva iniziato a menarlo e a mungerlo facendolo passare tra le dita e a stringerlo per bene come se volesse far uscire il latte. “Hai un bel cazzo davvero; ma preferisco di più il tuo culetto bianco; vedrai ora come ti faccio schizzare tutto spingendolo dal di dentro”. Non capivo cosa volesse dire ma la lasciai continuare iniziando a gemere mentre aumentava la velocità del suo menare. Era un’altra stupenda donna, bionda e alta come la trans; due occhi azzurri penetranti e un viso dolce e un corpo profumato. Iniziò a spogliarsi: un seno turgido con i capezzoli rosa che rimanevano dritti. Ma quando tolse la minigonna di pelle nera, e rimasta senza slip potei notare un gigantesco cazzo. Era molto più dotata di quello che avevo già provato: scendeva semi turgido fino alla coscia e aveva una cappella rosea quasi come un pugno chiuso. Rimasi all’inizio sbalordito e dopo compiaciuto nell’avere di fronte quel cazzo profumato a pochi centimetri dal mio viso, ma dopo iniziai a pensare che il mio povero culetto avrebbe dovuto lavorare sodo e si sarebbe aperto a dismisura. Non volevo avere lacerazioni; solo godimento. Ma la cosa non mi piaceva per niente. Ero titubante e balbettavo senza sapere cosa dire. “Prendilo in bocca e fallo diventare duro; vedrai che ti piacerà tantissimo” disse Stefania mentre lo spingeva sulle mie labbra forzandomi ad aprire la bocca e ingoiare quel fardello di carne. Come una troietta lo ingoiai e iniziai a provare di pomparlo per bene cercando di stare attenta a non stringerlo con i denti ma era impossibile. Infatti lei si lamentò che non riuscivo a tenerlo dentro e che non pompavo bene. Ma era troppo grande, specialmente la cappella e dopo un poco inizia a sentire dolore alla mandibola a furia di tenerlo dentro la bocca. Lo tenevo con due mani e lo baciavo per tutta la lunghezza; poi scendevo dal filetto fino alle palle per risalire sopra il prepuzio con la lingua e assaporavo quella pelle bianca e profumata per poi ingoiare di nuovo quel palo duro come il ferro. Si era indurito a tal punto che non capivo se era di ferro o quella carne viva era di cemento; con due mani rimaneva ancora diversi centimetri che cercavano di farsi spazio dentro la mia bocca. I primi umori iniziavano ad uscire e io con la lingua li afferravo per deglutire tutto. Si era eccitata in maniera esagerata e gemeva ad ogni colpo di lingua e al calore del mio palato; lo premevo e succhiavo come fosse un lecca lecca di fragola facendomi mancare il fiato. “Basta ora; sto quasi per venire ma non voglio ancora; girati che voglio spaccarti il culo come si deve” mi disse e spingendomi prima di fianco e poi sollevandomi il culetto mi posiziona sopra il letto. Avevo le gambe aperte e le mani distese davanti a me: il bacino sollevato e l’altra trans mi teneva la pancia con una mano e con l’altra mi tirava una natica per far vedere il buco ancora aperto. Chiusi gli occhi e aspettavo quel pugno di cappella che era pronta a farmi godere come non avevo mai fatto: la sentì poggiare sul culetto e premere in maniera terrificante dentro di me. Iniziai a gridare che non ce la facevo e sentivo troppo male: sentivo che lo sfintere era arrivato al limite e si stava lacerando. La trans iniziò ad aprirmi le natiche per favorire l’ingresso di quell’ariete premendo sui glutei per addolcirmi il dolore e sputando sopra quel bastone per lubrificarlo. Un ultimo colpo e dietro ero rotto: scivolò di scatto dentro il mio intestino impalandomi e sconquassandomi tutta. Iniziai ad urlare e a pregare di tirarlo fuori ma lei, fermatasi un attimo, iniziò a stantuffarmi dolcemente facendo scivolare centimetro dopo centimetro quel cazzo enorme in avanti e dietro abbracciandomi al collo per tenermi stretta. Affondava i colpi più giù ad ogni discesa e l’intestino si dilatava e muoveva a dismisura. Ormai ero rotto dietro e solo la lunghezza di quel pene spingeva dentro di me lo stomaco e la pancia. Lo sentivo ad ogni colpo dato. Cercavo di dimenarmi ma lei mi teneva stretta da collo con le braccia facendomi sentire, oltre al cazzo dentro di me, i suoi seni turgidi sulla schiena e abbracciandomi era come se fossimo una cosa sola. Sentivo il suo peso; i suoi seni; il suo cazzo che mi dilatava. Ero in balia di loro e nessuno mi avrebbe aiutata e nessuno di loro avrebbe smesso fino a quando non avrebbero goduto entrambe. Dopo un po’, avevo perso ormai la cognizione del tempo, inizia a sentire che tremava; l’orgasmo era vicino perché si era irrigidita e i colpi erano divenuti più forti. Ad un tratto un grido di godimento uscì dalla sua bocca e un calore intenso iniziò a pervadermi lo stomaco. Il seme mi aveva riempita tutta e lo sentivo che si faceva strada dentro l’intestino regalandomi un piacere e una sensazione mai provata. Stefania si accasciò sulla mia schiena con il cazzo che ancora mi regalava sensazioni fantastiche. Il calore era dentro di me e mi faceva sentire bene. Rimase con il cazzo dentro per lunghi minuti fino a quando non lo sentì sgonfiarsi: una sensazione unica rimanere così con quel cazzo semi turgido dentro di me. Avrei dormito in quella posizione accovacciata e lei dentro che mi riscaldava e mi faceva da tappo per evitare che mi sporcassi tutta. Abbracciata a me da dietro senza dire una parola continuava a muoversi e a baciarmi sul collo come se ancora non avesse avuto il suo momento. Mi prese dai fianchi e mi sollevò per far spazio all’amica di mettersi sotto di me; ero sdraiato sulla pancia di lei e con Stefania con il cazzo dentro sulla schiena che mi rivolgeva parole di elogio per quella venuta sul culo ma ancora voleva vedere fino a che punto sarei arrivata. L’altra trans, Monica, era eccitatissima sotto di ma e aveva puntato il cazzo sul mio culetto cercando di farsi strada sullo sfintere ormai distrutto e, premendo piano piano con il seme che usciva e fungeva da lubrificante, si fece spazio e mi penetrò con un colpo secco. Avevo due cazzi dentro: uno lungo e semi moscio e l’altro duro che iniziava a pomparmi da sotto con una velocità impressionante. Io ero in estasi e lo strofinio del mio cazzo sulla pancia di Monica mi fece godere come non mai iniziando a bagnarla sui fianchi e sporcando le lenzuola. To be continued 32 1 8 anni fa
- Pomeriggio libero Avevo il pomeriggio libero da impegni di ogni genere ed ero solo in casa. E dopo il lavoro, come al solito, la mia voglia di sesso era aumentata dopo aver visto diversi annunci di trans e mi decisi di incontrarne una in particolare. Una stangona di circa un metro e novanta dalla pelle di colore d’ebano, con lingerie finissima e capelli neri lunghi aveva attirato la mia attenzione. Appartamento non distante da dove abito io e quindi facilmente raggiungibile anche a piedi, circa 5 minuti di strada con piacevole passeggiata tra i negozi. Le foto molto attraenti, in pose sexy, denotavano una persona dalle curve femminili molto accattivanti, ma rimasi sorpreso di più quando guardai le foto hot. Un bastone di carne dal colore nero chiaro che arrivava oltre il suo fianco da sdraiata. Rimasi colpito e immaginai che non era per niente reale pensando che il foto ritocco avesse fatto la sua parte. Forse più per curiosità mi decisi di andare a trovarla e feci la chiamata. La voce era sensuale e molto calda e mi disse che era libera e si sarebbe dovuta preparare. Anche io dissi che mi sarei preparato lasciandola nella sua curiosità e perplessità senza dire di più. Scesi in garage sotto casa dove ho un armadio con i miei vestiti e le mie cose e tirai fuori la valigia con i miei indumenti più segreti. Indossai un paio di calze autoreggenti che feci scivolare sulla mia pelle bianca liscia e depilata; un reggicalze nero e sopra un perizoma sempre nero; una guepiere che mi strinse i fianchi e il tutto coperto da una tuta da ginnastica comoda da togliere sul luogo; un paio di scarpe da ginnastica e un giubbotto per coprirmi dal freddo con cappello. Ero pronto e pulito e mi incamminai verso l’uscio dello stabile. Camminavo normalmente come una persona normale ma sotto ero eccitato e mi sentivo una grandissima troia che va all’appuntamento dalla sua amante con il cazzo che fuoriusciva dal perizoma. Infatti ero preoccupato che qualcuno si accorgesse di quella mia situazione e tenevo stretto il giubbotto chiuso sul davanti per evitare che qualcuno mi scoprisse. Non nascondo il freddo che sentivo ma il calore dentro di me aumentava ad ogni passo che facevo dirigendomi nell’appartamento della mia amante. Giunto dopo circa 10 minuti suonai al campanello e una voce mi indicò di salire al terzo piano, cosa che feci in fretta per evitare di incontrare delle persone. Al pianerottolo vidi che la porta era semiaperta e senza bussare entrai dentro salutando quella figura femminile che mi aspettava. Dal vivo sembrava molto più alta e mi trovai una donna a tutti gli effetti con una vestaglia di seta e un profumo che mi prese alla testa. La baciai sollevandomi sulle punte e lei mi carezzò il viso sorridendo. Le feci i complimenti perché le foto secondo me non le davano giustizia e dal vivo era molto meglio e lei sorridendo mi prese per mano facendomi accomodare sul salotto. Fatto ciò, tolse la vestaglia e rimanendo solo con le calze e il perizoma rosso iniziò a girare per farsi ammirare ancora di più. Io continuai nei complimenti e cercavo si sbirciare tra le gambe per capire se quello che avevo visto in foto rispecchiasse la realtà o non si trattava di foto ritocco. Lei capì i miei desideri e toltosi il perizoma fece cadere fuori un fardello di carne che quasi arrivava al ginocchio. Rimasi a bocca aperta per lo stupore e avvinatasi verso di me iniziò a baciarmi e a condurre la mano su quel bastone di carne caldo penzolante. “Ti piace? Inizia a menarlo con la mano che diventa grosso e poi lo assaggi con la bocca” continuando a baciarmi sulla bocca e sul collo e iniziandomi a spogliare. Tolto tutto lei rimase sorpresa dal mio abbigliamento e ridendo per la sorpresa mi disse: “ Non pensavo che ti saresti presentato così; la sorpresa l’hai fatta tu a me; ora capisco cosa intendevi per prepararti però così non sei completa, ti ci vuole una parrucca e delle scarpe che io posso prestarti, vieni di là” e prendendomi per mano mi accompagna in camera da letto dove mi fa indossare le scarpe, parrucca e inizia a truccarmi. “Ora sei completa e diventerai la mia troietta per questo pomeriggio; mi voglio divertire con te e fare divertire anche qualche mia amica”. Non capivo bene cosa intendesse dire ma prese il cellulare e fece qualche chiamata mentre, facendomi inginocchiare, iniziò a pomparmi la bocca con lentezza. Io ero su di giri e sentivo quel cazzo che si induriva tra le mie labbra e la mia gola; mi soffocava quando premeva fino in fondo e iniziava a farmi male la bocca per quanto l’ho tenuto dentro. Lo afferrava con due mani per cercare di limitare l’ingresso in gola per non strozzarmi ma lei, premendo sulla testa con le mani mi spingeva verso di se incitandomi a prenderlo tutto. “Vedrai quando lo sentirai dentro il culetto come ti apro e ti rompo, altro che bocca, li ti arriverà in gola ma da dietro” sorridendo e premendo mentre mi sculacciava sulle natiche che si arrossivano ad ogni colpo. “Poi mi dirai di volerne ancora e per questo sta arrivando una mia amica che abita sopra per farti la festa in due; non vorrai più andare via da qui e quando lo farai sarai sfinito”. La cosa mi preoccupava un poco ma ero incuriosito ancora di più dalla situazione. Mi disse di mettermi a pecorina sul bordo del letto e dopo avermi passato una crema sul buchetto e avermi infilato un dito prima e poi due e tre mi disse che ero pronto a riceverlo. Inarcai la schiena il più possibile e mettendo le mani davanti a me con il culetto alzato al massimo dato che lei, anche in ginocchio, era molto alta e iniziai a sentire che la cappella premeva sul mio buchetto. Non era molto grossa e penetrò facilmente lo sfintere ma quello che mi preoccupava era il resto: infatti aveva una cappella piccola, quasi a punta e quindi sarebbe entrata molto facilmente ma il resto era a forma di cono. Man mano che arrivava verso la base quel cazzo si allargava a dismisura raggiungendo una larghezza impressionante come quella di una lattina e per di più era di circa un 24 centimetri. Inizia a sentirlo dentro che scivolava facilmente all’inizio ma poi sentivo che mi stava aprendo come una mela e le pareti del mio culetto si dilatavano a dismisura. Iniziai a gemere di dolore ad ogni centimetro che scendeva; poi ritornava su per penetrarmi e guadagnare il mio intestino. Ad ogni colpo la pressione diventava più forte e il buchetto si allargava fino a slabbrarsi e avviluppare quel tronco che mi faceva andare in estasi; sentivo i colpi sulla schiena e il diaframma mi spezzava il fiato e ad ogni uscita la depressione tirava fuori le viscere come se volessero uscire. Gemevo sotto quei colpi e chiedevo di fare piano ma lei forse per ripicca continuava a stantuffarmi forte fino a quando non sentì che le mie chiappe sbattevano sul suo bacino; 24 cm erano dentro e lo sfintere era ormai rotto al punto che lo sentivo slabbrato ogni volta che tirava fuori quel bastone di carne olivastra. Provavo un piacere mentre scivolava dentro spezzandomi il fiato e ancora più piacere quando scivolava fiori per tutta la lunghezza. Un calore mi assaliva dentro, sui fianchi e sulla schiena quando iniziò a penetrarmi velocemente avanti e dietro. Ormai ero aperto totalmente e i miei muscoli si erano rilassati ed abituati a quelle dimensioni notevoli di quell’amante prepotente ma nello stesso dolce come il miele. “Sei una femmina in calore; sento il caldo del tuo culetto dentro e gemi come una cagna in calore” diceva mentre pompava e stingendomi i fianchi e la pancia. Ad un tratto mi girò di schiena sul letto e prese le gambe portandole sulle sue spalle e continuando a pomparmi iniziò a baciarmi sulle labbra. A quel punto la penetrazione era al massimo; lo sentivo spingere dentro con forza che i colpi si ripercuotevano sulla mia pancia e schiacciandomi il ventre con la mano sentivo i colpi da dentro. Capì che stava arrivando dato che tremava ad ogni affondata e ad un tratto, di scatto, me lo porse sulla bocca. Io da gran troia lo presi tutto aspettando che il liquido caldo entrasse dentro di me: un colpo, due e i fiotti di sperma iniziarono a scendere in gola e fuori dalla bocca. Sembrava un idrante il cui getto non finiva mai e mi sporcò il mento e il collo: un liquido caldo e amaro scendeva dentro di me e con la lingua cercavo di non sprecarne nemmeno una goccia. Ero assetato e bevvi tutto con avidità. Dietro sentivo che stavo sbrodolando dal culetto e pulsando ancora non riuscivo a chiudere le natiche e il buco perché ero rotto e la sensazione mi faceva comunque piacere. Accasciatasi sopra di me e continuando a baciarmi diceva che le era piaciuto tantissimo e io sorridendo rispondevo che era piaciuto di più a me. Mentre la carezzavo e parlavo di questo una voce altrettanto femminile rispose a quelle parole: “Pure io mi sono divertita a guardarvi; ma ora anche io voglio la mia parte di piacere con te”. Durante l’amplesso nessuna delle due si era accorta che l’amica del piano superiore era scesa e piano piano si era goduto la scena. Ma è un’altra storia……. Auguri di Buone feste e Buon 2017 30 0 8 anni fa
- Incontro Rientro ieri dall'estero dove ero per lavoro. Stanco, aereo in ritardo, treno perso mi tocca aspettare ancora 30 minuti in stazione Centrale.Per passare il tempo accendo il poratile pensando di leggere qualche messaggio rimasto indietro sulla posta azinedale , ma controllo anche la mail privata.C'è un nuovo messaggio, breve. Coppia lei 40 enne , incontro questa sera zono stazione centrale chiamaci xxxxxxx.Non ne ho voglia ma mando un sms dicendo che sono in Centrale, e subito ricevo risposta....raggiungici siamo proprio a 5 minuti da te, non chiamare vieni in via ...... al numero ... citofona ....Strano, non mi chiedono di chiamarli, non mi dicono cosa cercano ...Incuriosito li raggiungo, è proprio a due passi.Salgo, palazzo vecchio ma di lusso, e infatti salgo all'ultimo piano e suono. Mi apre un distinto signore sui 60 anni, mi porge la mano e mi ringrazia per la disponibilità. La cosa inizia a farsi interessante.Appartamento sfarzoso arredato con cura, lui si presenta mi offre da bere e mi fa accomodare.Ok... nessuna traccia della lei, non ho troppa voglia di perdere tempo, lo seguo sul terrazzo, accetto un martini e gli domando cosa cerca.La sua risposta mi lascia di stucco. "lei è di la, nuda sul letto, bendata. Vai falle un massaggio su tutto il corpo, non toccarle seno e sesso, non parlarle. Fai come ti dico fino a quando arrivo io".Si siede e mi indica dove andare.Va beh ormai ci siamo...facciamolo.Attraverso il salone ed entro nella porta a sinistra che mi ha indicato lui.Un letto a 3 piazze, lei sdraiata, nuda , gambe chiuse braccia lungo i finachi, bendata.Bel fisico, abbronzato, tonico.Mi levo tutto, rimanendo solo in boxer. Sul comodino vedo olio per massaggi. Era tutto preparato.Inizio dal collo, poi spalle e braccia. Massaggio con forza. Sento i sui muscoli contratti e li sciolgo.Lei non dice nulla a parte qualche gemito quando le dita schiacciano i muscoli, il viso è messo di fianco e molto bello, labbra carnose leggermente aperte.Continuo a lungo sulla schiena poi passo alle gambe molto belle e concludo facendo un massaggio sui piedi.Il tutto dura 30 minuti circa, poi, mentre torno sulla schiena per massaggiare in modo leggero sento arrivare lui. Mi fermo. Lui le dice di girarsi. E' completamente depilata come avevo sospettato, il sesso è aperto chiaramente eccitato. Scorgo il lenzuolo umido.Ha un seno splendido. Sono curioso di sapere dove vogliono arrivare...lui mi dice di levarmi i boxer. Lo faccio.Lei non ha ancora detto una parola.Sono eccitato evidentemente.Lui la bacia , poi si rivolge a me e mi dice che posso fare ciò che voglio ma mai levarle la benda. Lui starà di la !Ok, serata fortunata, lei è pronta, mi metto sopra e la penetro facilmente, la sento rispondere, ma ho voglia di giocare a lungo. E così faccio. Gioco con il suo sesso usando la bocca, le massaggio il seno notando che è sensibilissimo sul fianco verso le ascelle, la sento arrivare all'apice e riesco per 3 volte a fermarmi prima, bloccando il suo piacere stringendole in modo deciso i capezzoli. Lei geme , mi chiede per 2 volte di finire e venire dentro di lei, ma ormai sono troppo eccitato per accontentarmi.La faccio alzare e la penetro stando in piedi, sollevandola e facendole stingere le gambe sui miei fianchi mentre le mani la sorreggono palpandole glutei. Non mi fermo e lei viene 2 volte vicine a lungo, la sento sciogliersi e il suo corpo che diventa molle lasciandomi tutto il peso da sostenere. La adagio sul letto e le faccio usare la bocca su di me fino a venirle dentro.Apro gli occhi e lui è li sulla porta. Non so da quanto.Lei è abbandonata sul letto, bellissima.Le si avvicina , la bacia , l'aiuta a sollevarsi e tenedola per mano la porta di la .Mi rivesto e li seguo, andiamo sul terrazzino, lei nuda e sempre bendata.Ci sediamo, lui offre ancora da bere, prosecco questa volta. Dopo qualche minuto si alza mi ringrazia mi chiede di andare ma si preoccupa di come, visto l'ora.Rispondo che prenderò un taxi vista l'ora , e lui si offre di chiamarlo. Declino ma insiste, mi lascia nel salone e dopo qualche minuto torna e mi avvisa che troverò sotto il taxi, corsa pagata.Mi accompagna alla porta, mi dice che mi ricontatteranno ma di non farlo io e di dimenticarmi telefono e indirizzo.Beh devo dire che il ritardo dell'aereo è andato a mio favore! 2328 0 8 anni fa
- Caraibi 1 Breve riassunto del precedente racconto: MassaggioFaccio subito la mia presentazione, mi chiamo Giulia, ho 32 anni, occhi chiari, capelli chiari, patatina chiara… con una peluria morbida morbida che non ha mai richiesto l’intervento di creme depilatorie o rasoi. Sono sposata , udite udite, dopo una intensa storia d’amore con Paolo, mio marito, il primo uomo della mia vita, il primo bacio della mia vita, che ha la mia stessa età e pensò bene di non uscire tempestivamente dal mio pancino, per cui dopo un paio di mesi mi ritrovai con un pancione.…Un giorno Paolo, che periodicamente è afflitto da forti mal di testa di origine cervicale e per i quali ha sempre tentato di tutto, mi dice:" sai sono stato da un massaggiatore/pranoterapista che lavora in quella Beauty Farm xxxxxx , costosissima e affermata, che si è detto disponibile a tentare di risolvere il mio problema con una nuova tecnica di massaggi… effettivamente ne ho tratto un certo giovamento"…Mio marito aveva quasi cambiato umore, sempre allegro, senza "mal di capa", si usciva e si faceva l’amore molto più spesso del solito, ero quasi giunta alla convinzione che Simone fosse dotato di qualità taumaturgiche, tanto che un giorno, mentre Paolo innalzava l’ennesimo peana al santone-massaggiatore pronunciai la mia condanna "Sarei curiosa di provare un massaggio, sai anche io, dopo 8 ore di lavoro e gli impegni di casa, a fine settimana non avrò mal di testa ma certo non sono al top" Squilli di trombe, fuochi artificiali, il pollo ovvero la pollastra era caduta nella trappola. …Ad un certo punto sobbalzai nel sentire il viso di Paolo che aveva avvicinato la bocca al mio orecchio e mi chiedeva come stavo, il "bene" che uscì dalle mie labbra somigliava più ad un rantolo, tanto che lo vidi sorridere e al tempo stesso scambiare un rapido sguardo che a me parve di intesa con Simone.…Simone era un professionista, abituato a "lavorarsi" almeno un paio di donne al giorno aveva una lingua prensile, esercitata, lunga e robusta. Affondava in mezzo alle piccole labbra con l’energia di un dito, entrava ed usciva dalla mia vulva, percorreva la circonferenza del mio clitoride incessantemente, lo mordicchiava leggermente con i denti, lo succhiava, lo aspirava e poi lo respingeva con la lingua. …Paolo mi sollevò dal lettino e mi stese amorevolmente sul letto di stuoie e si mise di fianco a me, mentre Simone si dispose dall’altra parte, da quella posizione diedi uno sguardo al soffitto che rifletteva la nostra immagine, pensai alla scena di Novecento di Bertolucci dove l’attrice protagonista sta tra i due suoi uomini. Paolo e Simone, entrambi nudi, stavano al mio fianco, mi sentivo al settimo cielo. Oramai l’imbarazzo per la situazione era del tutto svanito per lasciar spazio alla peccaminosità, anzi diciamo pure alla lussuria della situazione.Mentre i miei uomini indugiavano in lente carezze sul mio corpo, cercavo di riprendere il controllo per uscire da quello stato di giocattolo erotico in cui ero sprofondata, nel fare ciò notai che sia Paolo che Simone erano in piena erezione, con una certa soddisfazione e spirito di corpo notai che Paolo non sfigurava nel confronto con Simone e con fare malizioso guardandoli alternativamente negli occhi per vedere le loro reazioni afferrai i loro membri, anzi diciamo pure i loro cazzi, ritengo che fosse quello il termine esatto per la situazione. Nel fare ciò, sorridendo, dissi loro "qualcuno è rimasto a bocca asciutta o sbaglio" . Entrambi volsero lo sguardo nella direzione del mio e sorrisero insieme alla scena che lo specchio rifletteva.…Se volevano giocare sporco avevano trovato pane per i loro denti, passai il preservativo a Paolo e Simone si spostò dalla sua parte, e mentre Paolo tentava di mettere il cappuccetto al pene di Simone che io, con la mano, tenevo fermo di fronte a lui, presi in mano anche il membro di Paolo e cominciai a masturbarlo dolcemente facendogli perdere concentrazione tanto che dovette ripetere un paio di volte l’operazione prima di riuscire ad incappucciare Simone.Vi assicuro che idealmente il tabellone segnò dieci a zero per me. Volevo stravincere e avvicinai la bocca al sesso di Simone che stava a 30 centimetri dalla faccia di Paolo, anche se c’era di mezzo il profilattico era pur sempre il cazzo di un altro uomo che stavo succhiando ma non mi bastava per cui con estrema dolcezza misi la mano sulla nuca di Paolo e con lo sguardo fisso sui suoi occhi prima lo baciai e poi avvicinai la sua bocca al membro di Simone.…Nel suo lento incedere aveva incominciato a seguire il mio respiro, con la guancia mi stava chiudendo il naso costringendomi a respirare con la bocca, stavo respirando dalla sua bocca che teneva incollata alla mia, capii quello che stava facendo e lo assecondai anche quando sentivo che la testa si faceva leggera per il tasso di anidride carbonica che stava aumentando nel sangue, però le sensazioni si stavano acuendo, oramai mi stava scopando con tutto il corpo e il movimento dei sui fianchi aveva preso un ritmo più svelto, lo tenevo stretto a me con le braccia e con le gambe sollevate sino a cingergli i fianchi, il suo pene usciva sempre di più dalla mia vagina e affondava di colpo scuotendomi dalla testa ai piedi.Caraibi 1 Simone, oramai era solo un dolce ricordo, partito per una serie di crociere nei Caraibi a bordo di una di quelle navi da crociera che sembrano grattacieli galleggianti. Aveva ricevuto una di quelle offerte alle quali è difficile dire di no. La sua compagnia era diventata una dolce abitudine nella quale sia io che Paolo indugiavamo un paio di volte al mese, più che un amante era diventato un complice, alla fine rifiutava anche il suo compenso di serio e qualificato professionista. I miei due amanti spesso gareggiavano nel procurarmi un piacere che poche donne sicuramente provano nella vita, e io cercavo di ricambiare la loro dedizione donandomi completamente senza remore né fisiche né mentali. Il giorno in cui Simone ci svelò i suoi piani mi accorsi che stavo perdendo un compagno fidato e un amante eccezionale che ci aveva insegnato l’ arte di amare il corpo di una donna, che solo un professionista che ama il suo lavoro possiede. Paolo capì il mio sentimento e cercò in mille modi di sopperire alla malinconia che alle volte provavo, soffriva in silenzio la sua inadeguatezza, di cui era consapevole, e si doleva per la mia tristezza, ma comprendeva che Simone era diventato molto importante per entrambi e ci mancava. Un paio di volte mi propose una nuova esperienza ma il problema era trovare un altro uomo che avesse le doti ed il carisma di Simone, che con la sua forza vitale ti travolgeva e ti precipitava in un turbine di emozioni. Tuttavia il nostro legame era talmente saldo e la passione ancora viva che pian piano tornammo alla vita normale, le ferite si rimarginarono e Simone scomparve anche dai ricordi, anzi la mia mente stese un velo di oblio su quel periodo della mia vita, al punto che pensare ad un altro, che si insinuava tra me e Paolo mi infastidiva, esattamente come accadeva prima di conoscere Simone. Un giorno Paolo arrivò a casa con due biglietti aerei. "Preparati" – mi disse – festeggeremo i dieci anni di matrimonio a Cuba, sarà come una seconda luna di miele, Micina, ho già parlato con i miei: ci terranno il bambino. Wow!!! Cuba era la meta preferita delle mie vacanze, finalmente avrei potuto visitare quei luoghi vagheggiati nei racconti di mio padre, che ci aveva vissuto un paio d’ anni prima di tornare in Italia e mettere su famiglia. Ottenere tre settimane di vacanza in quel periodo dell’ anno non era facile in ditta ma, in virtù della considerazione che godevo presso il mio capo, alla fine la spuntai. Il giorno successivo lo passai a fare shopping, saccheggiai i negozi di costumi da bagno, copricostume, cappelli, parei e qualsiasi altro articolo o oggetto che avesse a che fare con il mare. Il sabato seguente eravamo a Malpensa e dopo un bel po’ di ore di volo atterrammo all’ aereoporto José Martì. Incredibile la sensazione di umido che ci avvolse insieme ad un caldo a cui non eravamo di certo abituati. Ma finalmente eravamo a Cuba. All’ uscita trovammo una fila di taxi, salimmo in un’immensa Cadillac degli anni ’40, di colore bianco celeste che velocemente ci portò al Santa Isabella, un albergo a cinque stelle con 100 anni di storia, situato in Plaza de Armas, ad un paio di metri dalla piazza dove venne fondato il villaggio di San Cristobal, che poi divenne l’Avana che conosciamo. La sala che ci si presentò, una volta entrati nell’ albergo, era fantastica: specchi, lampadari, tavoli e sedie erano in quello stile che le tante pellicole di Hollywood ci hanno mostrato. Il personale alla reception era di una gentilezza commovente, due boys in divisa presero in consegna i nostri bagagli e ci condussero in camera. Paolo aveva fatto le cose in grande stile, forte del cambio favorevole e del fatto che non eravamo in alta stagione aveva prenotato una suite. Uno dei ragazzi, un bel ragazzo sui venti anni, con fare cortese aprì la porta finestra che dava sul patio della suite e la stanza fu illuminata dallo splendido sole dei, il patio dava su Plaza de Armas e in lontananza si vedeva il Malhcon, il famoso lungomare. Paolo mi raggiunse dopo aver dato l ‘immancabile mancia ai due ragazzi, e mi avvolse con le sue braccia da dietro. "Sei felice? Ti piace?" Neanche persi tempo a rispondergli, lo baciai con tutta la passione e la riconoscenza di una compagna che si sente cullata dalle attenzioni del proprio partner. Sotto si sentivano le urla dei ragazzini che assillavano i turisti che lasciavano l’ albergo offrendosi come guide. Il patio era in stile coloniale, come pure il dondolo comodo e spazioso sul quale mi tuffai, Paolo mi raggiunse con una caraffa di succo d’ arancia, non attesi che versasse il succo nel bicchiere e quasi gliela strappai dalle mani tanta era la sete. Avevo indosso ancora gli abiti del viaggio, inadeguati al clima di Cuba, per cui non ci pensai due volte e me ne sbarazzai restando con la sola biancheria intima. Notai lo sguardo di interesse negli occhi di Paolo, il reggiseno era di quelli push-up impreziosito dal pizzo che copriva la parte superiore del mio seno e gli slip giusto un triangolino davanti ed un sottile filo dietro che spariva tra le gambe. Accovacciandomi vicino a lui ripresi a baciarlo appassionatamente, ma gentilmente mi respinse: "Cambiati, ti porto fuori, le sorprese non sono terminate ". A malincuore ubbidii, il languore che provavo mi ricordava che non stavamo insieme da due settimane complice il ciclo e il solito inopportuno viaggio all’ estero di Paolo. Il bagno della suite era grande come la camera da letto, al centro una vasca a livello del pavimento, di lato una doccia che avrebbe potuto accogliere una dozzina di persone, i lavabi in marmo rosa e un divano senza spalliera simile ad un triclinio romano. Mi sbarazzai dell’ intimo e mi tuffai nella vasca ricolma d’ acqua tiepida profumata, la vasca era talmente profonda e larga che si poteva accennare il movimento di una nuotata, su di un lato c’ era il supporto per due persone che permetteva di rilassarsi cullati dall’ acqua. La voce di Paolo mi strappò da quel deliquio e uscita dall’ acqua mi avvolsi in un accappatoio di spugna morbidissima, dopo essermi asciugata lo lasciai sul pavimento e completamente nuda andai in camera per scegliere come mi sarei vestita per quel primo pomeriggio all’ Avana. Non feci caso alle voci che sentivo, probabilmente Paolo aveva acceso la tv come fa sempre quando lo faccio aspettare, aprii la porta del bagno e rivolgendomi a lui dissi: " Paolo devi provare la vasca", ma non feci in tempo a finire la frase. Mio marito ed il suo ospite si erano voltati verso di me sentendomi entrare. Paolo sorrideva per l’ imbarazzo della scena, il suo ospite era combattuto tra volgere lo sguardo altrove e la sorpresa di vedermi completamente nuda, con la bocca ancora aperta per non aver completato la frase. Imbambolata, non sapevo cosa fare, non avevo nulla a portata di mano per coprirmi, non volevo fare la figura della tipa che si copre pudicamente con le mani, per cui reggendo lo sguardo di Paolo e dell’ospite attraversai la camera da letto e mi recai nello spogliatoio dove c’erano le nostre valigie. Quei cinque o sei metri avrei voluti farli di corsa pensando che dopo aver offerto al loro sguardo la parte anteriore del mio corpo avrei completato l’ opera mostrandogli le mie natiche in una passerella inaspettata. Con dignità aggiunsi: "Scusate, faccio in un attimo". Quel figlio di buona donna di Paolo soggiunse: "Fa pure con comodo cara, stavo facendo la conoscenza con Manuel, la guida che l’ albergo ci ha trovato per la vacanza ". Passandogli vicino dissi: "Potevi almeno avvertirmi che c’ erano ospiti". Sorridendo continuò: "Manuel parla perfettamente l’ italiano ha fatto due anni di liceo a Roma ". Avvampai e sparii alla loro vista. La guida? Nessuno mi aveva parlato di una guida, pensai, cercando di ricompormi e alla ricerca di qualcosa da mettermi addosso. Quando ebbi terminato, sentii chiudersi la porta e capii che il nostro ospite ci aveva lasciato, Paolo fece capolino dallo stipite della porta che dava nello spogliatoio e fu lesto a spostarsi quando vide arrivargli addosso la punta affilata di un tacco da 10 cm. delle mie scarpe, "tregua" gridò sorridendo da dietro la porta. In ginocchio implorò il mio perdono: " Scusami l’ occasione era troppo ghiotta per lasciarmela sfuggire, dovevi vedere la tua espressione quando hai aperto la porta." Lo scaraventai sul pavimento e gli saltai addosso: Non mi sono mai vergognata in vita mia come oggi, mi pareva di essere la puledra che passa di fronte agli acquirenti di un mercato arabo". Tornata seria gli domandai chi fosse Manuel e perché rovinare l’ occasione di fare una bellissima vacanza portandoci appresso un estraneo. Paolo mi spiegò che si era documentato sull’ ambiente che avremmo trovato a Cuba, sulla necessità di poter contare su una guida del posto per evitare gli assalti dei locali che si scatenano non appena vedono un turista isolato. Aggiunse che Manuel era uno studente universitario al secondo anno di biologia, figlio di un pezzo grosso del ministero del commercio cubano ed aveva vissuto a Roma un paio d’ anni per cui conosceva perfettamente l’ isola e altrettanto bene la lingua italiana. Fui inflessibile, non me la sentivo di dividere la mia vacanza con altri al di fuori di Paolo, mi feci promettere che avremmo visitato l’isola da soli. Paolo, stranamente acconsentì senza discutere e rimirando e facendo commenti assai lusinghieri sul modo in cui mi ero vestita propose di visitare la città. Sulla porta dell’ albergo il portiere ci propose di farci guidare da una chica (una ragazza). Noi cortesemente rifiutammo, affermando che sapevamo come cavarcela da soli, e notammo un sorrisetto di commiserazione da parte del portiere. Dopo due passi fu la volta di due ragazzi (Jineteros) che si offrirono di accompagnarci in giro per la città vecchia, affermando di essere delle guide autorizzate e mostrandoci dei tesserini che avrebbero potuto essere qualsiasi cosa, tanto velocemente li fecero sparire dopo averceli mostrati. Ci portarono alla cattedrale e da qui sul Malhcon, ci fermammo alla Bodeguita del Medio, il locale reso leggendario da Hemingway, e qui pretesero che gli offrissimo un Mojihto, un mix di Rum scuro, soda, lime, zucchero di canna e menta fresca, che fatto come si deve è molto gradevole ma nella confezione da strada non lo è affatto Quando ci venne fame, ci portarono in una bancarella della vicina piazza dove acquistammo delle focacce, ovviamente anche i nostri squisiti accompagnatori pretesero di partecipare al banchetto. Ad un certo punto non li ressi più e con la banale scusa di voler stare da sola con il mio uomo li liquidai, subito si affrettarono a chiederci 20 dollari per averci fatto da guida, supplicai Paolo di darglieli pur di toglierceli di torno. Fatti un centinaio di metri fummo abbordati da un ragazzo che si offriva per farci compagnia, io che non capivo la lingua del luogo chiesi a Paolo cosa volesse: "Ti sta chiedendo se vuoi la sua compagnia questa notte, afferma di essere superdotato e di saper leccare, immaginati cosa, per ore ed ore ". Rimasi allibita: "Sta proponendo questa cosa a te? " "No per me dice di avere la sorellina vera esperta di un non meglio precisato succhia dito piede, e visto che siamo appena arrivati ci praticherà un grosso sconto sulle tariffe abituali" . Nel tragitto di un paio di centinaia di metri ricevemmo profferte in spagnolo, inglese ed italiano che avrebbero fatto la felicità di sadici, masochisti e soprattutto pedofili. Ero nauseata e chiesi a Paolo di prendere un taxi per tornare in albergo. Il tassista osservò che a Cuba i turisti non potevano pensare di camminare indisturbati senza far parte di una comitiva o essere accompagnati da una guida del posto. Arrivati in camera nostra chiesi a Paolo se pensava che quel Manuel potesse essere la soluzione ai nostri problemi. Temevo che continuando di quel passo avremmo fatto delle vacanze terribili. Paolo rifletté un attimo poi aggiunse: "L’albergo garantisce sulla sua correttezza e preparazione". " Fai la cortesia, richiamalo ! – aggiunsi prima di sparire in bagno. Manuel ci raggiunse nella hall dell’ albergo alle sette di sera, era un bel ragazzo, come lo sono tanti alla sua età, ma i genitori, cubano il padre e una rossa irlandese, la madre, gli avevano conferito un patrimonio genetico invidiabile. La carnagione era chiara, piuttosto abbronzata, ma i tratti somatici erano quelli dei cubani, i capelli castani ramati e due occhi verde scuro brillantissimi. Alto come Paolo circa un metro e novanta, aveva quella muscolatura consistente e guizzante classica di chi fa sport acquatici, giocava a pallanuoto da molti anni. Che strano, forse l’ imbarazzo della situazione del giorno, aveva impedito che notassi tutte queste cose. Manuel era vestito secondo i dettami del luogo, maglietta e jeans, ma la loro fattura denotava una certa cura nel taglio e nei tessuti, i capelli erano lunghi e raccolti in un accurato chignon sulla nuca, al collo un ciondolo che pareva un sole Inca legato da un laccio di cuoio scuro e calzava delle espadrillas verde scuro. Ma quello che mi colpì fu il suo sorriso quando si chinò leggermente a stringermi la mano, avete presente dei denti perfetti e bianchissimi e degli occhi profondi e leggermente orientaleggianti che ti scrutanovano l’ anima. Manuel era bello, indubbiamente bellissimo, peccato che fosse così tremendamente giovane, anche se pareva molto sicuro del suo fascino. In perfetto italiano ci salutò e subito ci presentò il programma che aveva preparato per noi. Era riuscito a procurarsi una Pontiac degli anni 60 convertibile in ottime condizioni, per visitare gran parte dell’ isola. Quando uscimmo dall’ albergo capii subito che con la sua guida sarebbe stata un’ altra cosa. Era come un salvacondotto, nessuno dei tanti passanti osò importunarci con le loro proposte e apprezzai i suoi modi quando mi aprì lo sportello. La Pontiac scoperta era di un fantastico rosso fuoco, con gli interni di pelle rossa consunta dal tempo. Presi posto al suo fianco e Paolo dietro di me, oramai si era all’ imbrunire e ci propose di andare a cena in un raffinato locale per turisti, io gli risposi che ero venuta a Cuba per conoscere la vera Cuba, così come tante volte me l’ aveva raccontata mio padre e poi mi interessava vedere la Havana Vieja (che nel 1982 l’Unesco aveva proclamato patrimonio dell’ Umanità`). Manuel rispose: "Per me va bene, ma statemi vicino". Tra di me, sorridendo pensai: "E chi ti molla" . Andammo in un Paladar, un ristorante privato, di quelli da 10 dollari a persona, dove il padrone di casa ci offrì una cena a base di arrosto di maiale condito con una salsina piccante e una bottiglia di rum aromatizzato, che aveva un sapore aspro e piccante. Dopo il Paladar chiesi a Manuel di portarci in qualche locale notturno dove si potesse ascoltare della musica cubana. Ci portò in un locale vicino alla Plaza della Revolucion, il Delirio Habanero dove si esibiva un gruppo musicale molto quotato tra gli intenditori e poi sul tardi si proseguiva con la discoteca ma sempre con ritmi latino americani. Lungo il percorso, Manuel ci illustrava la storia dei luoghi che attraversavamo, ma io ero distratta, non stavo ad ascoltarlo attentamente come faceva Paolo, che spesso interrompeva Manuel per chiedergli dei dettagli. La mia attenzione era concentrata su un pensiero che si stava facendo strada: chi era Manuel? Troppo perfetto per essere una casuale guida di un hotel, troppo perfetto per i miei gusti, o meglio aveva in sé molti di quegli elementi che amo in un uomo: era prestante fisicamente, aveva dei modi decisi ma gentili, si muoveva con l’ agilità di un grosso felino, aveva lo sguardo di chi intuisce perfettamente cosa nascondi dentro. Mentre parlava, ogni tanto volgeva lo sguardo verso di me, pareva che mi stesse valutando. Un’ altra cosa che mi lasciava perplessa era il modo di rivolgersi a Paolo, diamine si conoscevano da un paio d’ ore e sembrava che si conoscessero da sempre. Il caldo nonostante fosse già tardi ed il sole tramontato da un pezzo era sempre elevato. Sentivo l’ aria calda ed umida che mi imperlava la fronte, a stento mitigata dal flusso d’ aria che investiva l’ auto scoperta, sentivo l’ inguine e le cosce sudate, tanto che ad un certo punto nonostante la gonna molto corta sentii il bisogno di allargare le gambe, il movimento richiamò l’ attenzione di Manuel che per un attimo fissò le mie gambe, mentre sollevava lo sguardo incrociò il mio e mi sorrise con l’ aria innocente di un ragazzino colto sul fatto. Istintivamente mi spostai sul sedile voltando le ginocchia dalla parte opposta a lui. "Che sfrontato" pensai. Arrivati al Delirio Habanero ci trovammo immersi in un’ atmosfera da film, molti turisti ai tavoli ascoltavano quella musica inconfondibilmente cubana, una cameriera ci accompagnò al nostro tavolo e Manuel ordinò da bere per tutti. Questa volta il rum era mescolato ad un succo di frutta che ne addolciva l’ aroma, i cubetti di ghiaccio che galleggiavano nel bicchiere furono una benedizione per la sete ed il caldo sempre presente. Manuel voltando lo sguardo nella sala salutava molte persone, soprattutto molte ragazze che facevano parte della borghesia cubana, poi incrociò lo sguardo con una ragazza di una comitiva di giovani poco distanti dal nostro tavolo. Vedendo Manuel, la ragazza si alzò e gli venne incontro, era molto bella, la classica bella ragazza cubana dalla pelle ambrata. Con un incedere molto sensuale si avvicinò a Manuel e prima che lui riuscisse ad alzarsi dalla sedia gli gettò le braccia al collo e gli diede un bacio sulle labbra, nel fare ciò potei vedere le sue gambe lunghe e slanciate e anche parte di un fantastico sedere a stento coperto dalla sua minigonna rossa. Un tanga veramente ridotto (avete presente il filo interdentale?) lasciava generosamente scoperto il suo fondoschiena. La scena non passò inosservata, Paolo al mio fianco dovette sicuramente rammaricarsi di non avere la macchina fotografica a portata di mano! Si chiamava Teresa, era compagna di liceo della sorellastra di Manuel. Provai un senso di disagio nel vedere l’ intimità` che c’ era tra i due nonostante Manuel cercasse di dissimularla con un certo imbarazzo. Manuel fece le presentazioni e quando fu la mia volta notai nello sguardo di Teresa una malcelata insofferenza, mi squadrò dalla testa ai piedi e si strinse ancora di più al ragazzo cingendogli i fianchi con un braccio, quasi a voler riaffermare un diritto di proprietà su di lui. L’ imbarazzo svanì quando riuscì a trascinarlo nell’ angolo della sala dove alcune coppie stavano ballando. Indubbiamente era una bella ragazza e il modo in cui si stringevano ballando lasciava pochi dubbi sui rapporti che dovevano esserci tra loro. La voce di Paolo mi colse alla sprovvista: "Speriamo di non aver perso la nostra guida ". Infastidita da quel commento, non lo diedi a vedere perché, se da un lato il mio orgoglio di femmina aveva accusato il colpo, dall’ altro ero sollevata dai pensieri che mi avevano assalito in macchina. Dopo dieci minuti, Teresa tornò dai suoi amici e Manuel venne al nostro tavolo, scusandosi per averci lasciato soli. Ci raccontò che era una compagna di studi della sorella e che frequentava assiduamente la loro casa. Paolo, sorridendo, commentò: " Ovviamente tu le darai una mano con i compiti ". Manuel divertito e con una punta di imbarazzo rispose: Beh! Quando posso essere d’ aiuto non mi tiro indietro, sono molto affezionato alla mia sorellina "e alle amiche della sorellina mi pare di vedere" aggiunse in tono complice Paolo, strappando un sorriso a Manuel. Ero veramente infastidita dal tono del discorso, mi sembrava di essere la vecchia zia che assiste alle conquiste del nipotino prodigio, così alzandomi chiesi a Paolo di farmi ballare. " Scherzi?" – mi rispose – "Lo sai che a mala pena me la cavo con un lento, per questi balli sono negato". Manuel si alzò immediatamente e prendendomi per mano mi portò al centro della pista dove oramai c’ erano tantissime coppie impegnate a ballare. Manuel era un ballerino formidabile, nonostante il fisico prestante si muoveva con l’ agilità di un professionista, sentiva la musica dentro di sé e trasmetteva al partner una sensazione di energia e vitalità. Io, da parte mia, appassionata di ballo, avevo frequentato da ragazza la scuola di un’ amica di mia madre per cui riuscivo a seguire Manuel anche se lui apportava continue varianti ai passi, tanto che un paio di volte mi ritrovai tra le sue braccia che mi facevano ruotare, mi attiravano a lui e respingevano. Manuel era bello, aveva la fronte imperlata dal sudore, aveva sciolto i capelli che ora fluttuavano intorno al suo viso e sulle spalle conferendogli un aspetto selvaggio. La polo incollata al centro del torace e sotto i pettorali, per il sudore, delineava il suo corpo atletico come una seconda pelle, i jeans aderenti mettevano in risalto un sedere perfettamente modellato. Cominciai a percepire l’ afrore del suo sudore quando con le braccia mi attirava, la pelle emanava un buon profumo di maschio, le sue mani abituate a carpire il pallone bagnato durante le partite di pallanuoto erano forti e agili, sentivo la loro forza quando mi facevano roteare imprimendo il movimento ai miei fianchi. Poi la musica cambiò ritmo, la voce del cantante del complesso si modulò in un blues caldissimo e mi trovai serrata tra le braccia di Manuel con le sue mani che mi tenevano aderente al suo corpo, assecondando i movimenti dei suoi fianchi. Lo guardavo dritto negli occhi, sentivo il suo respiro affannato dal ritmo del ballo precedente, sentivo il calore che emanava. Per un attimo percepii un movimento tra me e lui all’ altezza dell’ inguine e istintivamente infilai ancora di più la mia coscia tra le sue forzando il passo di danza, lui si ritrasse e come il ritmo della danza si fece più veloce fece ruotare il mio corpo e mi ritrovai di spalle stretta a lui. Ora decisamente lo sentivo, spostai il bacino al centro delle sue gambe e accentuai il movimento ondulatorio dei fianchi, improvvisamente fummo interrotti da un’ altra coppia che nell’ impeto del ballo ci urtò leggermente. Ci separammo. Tornando al nostro tavolo trovai Paolo che conversava amabilmente con Teresa. Fui infastidita dalla scena e non feci nulla per nasconderlo. Lei prese Manuel per mano e lo trascinò nuovamente a ballare. Con un tono secco chiesi a Paolo se Teresa l’ avesse intrattenuto affabilmente. "È veramente notevole quella ragazza, – mi rispose – dimostra molto più della sua età, non si è persa un dettaglio del vostro ballo, penso che Manuel dovrà darle qualche spiegazione ". Arrossii violentemente: " Cosa vorresti dire?", aggiunsi un po imbarazzata.Per manifestare il mio disinteresse dissi: "Rientriamo in albergo sono stanca, lasciamo i ragazzi a divertirsi". Anche Paolo si dichiarò stanco perché non aveva ancora assorbito la differenza di fuso orario, perciò dopo un breve conciliabolo con Manuel fece chiamare un taxi dal cameriere e tornammo in albergo. Arrivati in albergo, il portiere consegnò a Paolo un biglietto, poi salimmo in camera. In ascensore gli chiesi cosa ci fosse scritto nel biglietto. "Oh, nulla di importante – mi rispose – è solo la conferma della battuta di pesca di domani" "Battuta di pesca? – esclamai con voce alterata – Lo sai che odio andare a pesca". Nessun problema, ho sentito Manuel e mi ha promesso che domani ti porterà all’oasi marina di Santa Caterina che volevi visitare" "Ma volevo stare insieme a te durante le vacanze" dissi con rammarico. "Giulia, siamo appena arrivati, abbiamo 3 settimane per noi, sai quanto ci tenevo ad una battuta di pesca al marlin, se non ci vado domani non avrò più l’opportunità di farlo". Se da una parte ero dispiaciuta, dall’altra visitare i dintorni di Guanabo, un paese situato nelle Playas del Este, le più famose spiagge dell’isola, mi avrebbe compensato del fatto di essere stata abbandonata dal maritino. L’indomani fui svegliata alle sei del mattino dal trambusto che Paolo stava facendo per prepararsi alla battuta di pesca. Nel salutarmi mi disse che Manuel sarebbe passato a prendermi alle otto. Mentre ancora stavo sognando fui svegliata da qualcuno che bussava alla porta, era la cameriera che portava la colazione che Paolo aveva ordinato per me. Dissi di entrare che la porta era aperta e ancora con gli occhi chiusi, quando sentii la porta aprirsi, le dissi di poggiare sul letto il vassoio e di scostare le tende della porta finestra. "La signora comanda qualcos’altro?" Questa domanda, in perfetto italiano e non nello spagnolo del personale di servizio, mi fece sobbalzare ancor più del tono maschile della voce. Era stato Manuel a parlare, come per magia si era materializzato nella camera e come vide il mio sguardo stranito si affrettò a dire: "Ciao, Giulia, mi sono permesso di sostituire la cameriera, sono già le otto e se vogliamo andare al PARCO NATURAL DEL RINCON DE GUANABO dobbiamo affrettarci. Dista circa 25 chilometri da qui". 3172 0 8 anni fa
- Umiliato da mia moglie E' un po' lungo ma prima di smettere di leggere guardate i commentiFaccio subito la mia presentazione, mi chiamo Giulia, ho 32 anni, occhi chiari, capelli chiari, patatina chiara… con una peluria morbida morbida che non ha mai richiesto l’intervento di creme depilatorie o rasoi. Sono sposata , udite udite, dopo una intensa storia d’amore con Paolo, mio marito, il primo uomo della mia vita, il primo bacio della mia vita, che ha la mia stessa età e pensò bene di non uscire tempestivamente dal mio pancino, per cui dopo un paio di mesi mi ritrovai con un pancione. L’incoscienza , l’amore, il fatto di avere dei genitori benestanti risolsero la situazione e ci trovammo marito e moglie con un pargoletto. Furono anni di passione travolgente, vivevamo la spensieratezza dei nostri coetanei grazie al sostegno della famiglia, però eravamo marito e moglie, avevamo un figlio e ci perdemmo tutte quelle cose che fanno della giovinezza un ricordo che ti riscalda il cuore quando vai avanti con gli anni. Mio marito prese la laurea e si trovò in prima fila quando Internet esplose in Italia, trovò un bellissimo posto di lavoro in una grossa società e fece, essendo pagato, quello che gli altri avrebbero pagato per fare. Era un esperto e da maritino innamorato amava condividere le sue esperienze con me, tanto che dopo un po’ di tempo riuscì a trovarmi un impiego in una società del suo gruppo. Sono stati anni pieni di scoperte, che ci hanno riempito la vita. Ho detto soprattutto lui perché io non sentivo assolutamente alcun disagio, a me lui bastava, eccome, avevo un figlio meraviglioso, un lavoro appassionante e Internet che faceva da legante alla mia vita. Però il problema di questa insoddisfazione latente covava e l’evoluzione della coppia, una coppia moderna e antica come la nostra passava tra l’esperienza dei filmini hot visti e commentati insieme e consumati come un afrodisiaco. Ricordo ancora la prima volta che guardammo insieme uno di questi film, non osavo credere che potessero esistere uomini così dotati e donne così spregiudicate, donne con la patatina depilata che si facevano prendere da tre uomini contemporaneamente, più che film porno mi sembravano film di fantascienza.Oppure collezionare gli oggetti acquistati dai sexy shop della rete che davano luogo alle fantasie più spinte. Il fallo gigante color negro che mi dava i brividi e che dava origini a feroci confronti con quello del mio compagno, normo dotato, come scoprii in seguito e che introdusse la fantasia del terzo uomo, insomma un percorso comune a tante comunissime coppie. Poi Paolo iniziò a fare dei discorsi strani "cosa ne diresti di invitare un ospite" ed io "quale ospite? Proprio non me la sento di cucinare nel fine settimana" . Non lo facevo apposta a non capire, proprio non riuscivo a concepire una cosa del genere per cui mi sembrava assurda solo pensarla o discuterci. Paolo paragonava l’ospite ad un vibratore fatto di carne anziché di plastica e non capiva le mie obiezioni quando gli dicevo che dietro il vibratore di plastica non c’e’ nulla a parte la mano di chi lo utilizza, mentre dietro un vibratore di carne c’era un altro uomo, con pensieri, gesti, umori, sapori e sentimenti e che io non sarei mai andata o mi sarei fatta toccare da uno sconosciuto, il solo pensare di trovarmi in un letto con un altro uomo, sentire le sue mani addosso, o qualcosa d’altro che ti tocca scatenava in me un rifiuto violento, pensando di smontarlo gli dicevo che per fare una cosa del genere avrei dovuto approfondire la conoscenza, uscirci insieme, apprezzarlo sentirmi desiderata e questo poteva comportare il rischio di innamorarmi di lui. E quando restavo sola riflettendo su quanto Paolo proponeva mi infuriavo ancora di più, però quelle parole ottenevano il risultato di incuriosirmi, alle volte mi soffermavo a guardare i miei colleghi maschi e immaginarli nel contesto della mia vita, "strano" pensavo "il fatto in se non è disgustoso, quello che è disgustoso è che il mio uomo, il mio amore, il mio gelosone possa solo pensare di condividermi con uno sconosciuto" e le immagini di questa fantasia erano tratte pari pari dal copione di uno dei tanti film porno visti insieme a Paolo: io china su Paolo a fargli un pompino mentre l’ospite mi prendeva alle spalle, il pene di mio marito che mi scappava dalla bocca sotto le spinte dell’ospite o io che succhiavo alternativamente i loro membri. Scoprii allora l’altra faccia della rete fatta di sesso, filmati, immagini , chat, gruppi di discussione, blog. Restai folgorata da quell’offerta di sesso, i motori di ricerca che usavo per lavoro trasudavano di sesso, alle volte lo schermo si riempiva talmente di sessi in erezione che non ero più in grado di fermare quell’orgia di peni senza staccare la spina del computer, con buona pace dell’addetto dell’office-automation che poi avrebbe dovuto rimettere le cose a posto. Ad un certo punto riuscii anche a percepire l’origine del malessere di Paolo, ma non riuscivo o non volevo scavare a fondo, le sue parole mi dissociavano, avevano il potere di mettere in discussione i principi su cui si basava la mia vita, però cercai a modo mio di risolvere la situazione secondo il mio modo di lavorare… Non potendo contare su esperienze precedenti all’incontro di Paolo a parte il maldestro tentativo di palpeggiarmi il seno di un compagno di liceo durante una gita scolastica finito con una paccata in faccia e le libidinose attenzioni di uno schifoso fotografo di paese che tentò di mettere le sue manacce sotto mia la gonna finito anche questo con una randellata con l’ombrello, e le confessioni della compagnia di scuola che la dava a tutti, mi rivolsi ad Internet, il materiale non mancava e così scoprii che usando il ditino sul culetto di Paolo, lui godeva da pazzi mentre glielo succhiavo, scoprii il gusto della doppia penetrazione con l’uso dell’attrezzo di Paolo e il vibratore (non quello grande grande), insomma cercavo di "aggiornarmi" di seguire le tendenze . Paolo che è una persona di grande sensibilità ed intelligenza, dotato di una mente estremamente creativa percepì questo mio sforzo e da parte sua cercò di fare altrettanto ma quello su cui lavorò in modo particolare fu il tentativo di capire il mio modo di ragionare, in seguito mi ha confessato che in quel periodo si documentò sul modo in cui le donne percepiscono la sessualità, come comunicano e rimasi colpita dal fatto che effettivamente ad un certo punto riusciva ad essere particolarmente affettuoso e comprensivo, anche a letto le cose filavano diversamente, mi ritrovavo a godere tra le sue braccia in un modo sfrenato, tra di noi si stava sviluppando una intesa che era molto appagante. Ad esempio, io non ho mai gradito di essere toccata nella zone anale, pur non disdegnando i rapporti anali, soprattutto quando l’atmosfera non è veramente surriscaldata e il "delirio dei sensi" funge da narcotico per una educazione pseudo-moralista dura da superare. Ebbene in un paio di settimane riuscì a farmi apprezzare la sua lingua che percorreva tutta la mia schiena per poi soffermarsi a titillare il mio buchetto posteriore, anzi divenne così bravo che riuscii a trovare il coraggio di chiedergli io stessa la prestazione con sua grande soddisfazione. Non mi accorgevo che stava studiando il mio essere donna, successivamente mi confessò che aveva comprato e "studiato" un manuale: Super Sex Power di CR James, vera bibbia della seduzione (a suo dire) e che aveva avuto un intenso rapporto epistolare con tanti appassionati della materia, tra i quali anche una vostra conoscenza: Xlater. A questo punto vi chiedo come può un’onesta moglie difendersi da un assalto così scientifico, articolato e studiato a tavolino ricorrendo a dei marpioni di questo genere? Tanta strategia generò un piano diabolico per irrettirmi. Un giorno Paolo, che periodicamente è afflitto da forti mal di testa di origine cervicale e per i quali ha sempre tentato di tutto, mi dice:" sai sono stato da un massaggiatore/pranoterapista che lavora in quella Beauty Farm xxxxxx , costosissima e affermata, che si è detto disponibile a tentare di risolvere il mio problema con una nuova tecnica di massaggi… effettivamente ne ho tratto un certo giovamento" Alle sue parole esultai (il cinicone aveva previsto che la cosa mi avrebbe fatto tanto piacere e che quindi subito avrei provato una devota simpatia per il massaggiatore) , poi aggiunsi " chissà, però, quanto ti verrà a costare"-" molto meno di quello che si possa immaginare" aggiunse prontamente" dopo il lavoro fa degli extra a casa sua o presso i clienti e le tariffe sono decisamente abbordabili, circa 50 euro, inoltre essendo diplomato può farmi la ricevuta per il rimborso da parte della nostra assicurazione sanitaria" Non aggiunse altro, mi sarei immaginata una dettagliata descrizione del suo incontro ed invece nulla, ci rimasi un po male e fui costretta a chiedergli chi fosse il massaggiatore, cosa gli aveva fatto ecc. ecc. Mi disse che aveva 35 anni, si chiamava Simone e che l’aveva ricevuto dopo l’orario d’ufficio in un appartamento in periferia in cui si era appena trasferito per cui non disponeva ancora di una sala attrezzata e che lo aveva fatto accomodare nella sua camera da letto. Basta, non aggiunse altro. Il cinico aveva imparato molto bene come incuriosirmi, lui non mi raccontava alcunché mentre io quando andavo dall’estetista dovevo spiegargli cosa avevo fatto, con chi, se c’erano uomini tra i clienti o tra il personale e di che colore era dipinta la sala d’aspetto!!!Simone, ovviamente con la famosa beauty farm non aveva nulla a che fare, era un massaggiatore-gigolò, con chiare tendenze bull ma anche bisex, insomma una miscela esplosiva di perversione e simpatia che aveva preso a cuore la causa di mio marito e che si dannò l’anima per cercare di aiutarlo a esaudire il suo sogno segreto, ovviamente tutto questo lo scoprii molto più tardi a mie spese?! La "cura" andò avanti per un paio di settimane, perché Simone "doveva dividersi" tra il suo lavoro alla beaty-farm e l’attività a domicilio (da leggersi: dovevo cuocere a fuoco lento). Mio marito aveva quasi cambiato umore, sempre allegro, senza "mal di capa", si usciva e si faceva l’amore molto più spesso del solito, ero quasi giunta alla convinzione che Simone fosse dotato di qualità taumaturgiche, tanto che un giorno, mentre Paolo innalzava l’ennesimo peana al santone-massaggiatore pronunciai la mia condanna "Sarei curiosa di provare un massaggio, sai anche io, dopo 8 ore di lavoro e gli impegni di casa, a fine settimana non avrò mal di testa ma certo non sono al top" Squilli di trombe, fuochi artificiali, il pollo ovvero la pollastra era caduta nella trappola. Si era attivata la fase uno del piano strategico tra Paolo e Simone. Premetto che non sono mai stata in un centro massaggi, per cui chiesi a Paolo di spiegarmi nei dettagli come si svolgeva il massaggio, come dovevo vestirmi, cosa dovevo attendermi. Paolo non si perse in chiacchiere:"mettiti della biancheria intima comoda e fai attenzione che lui usa tanto olio per massaggi, per il resto non devi preoccuparti è uno che sa il fatto suo, sai dove lavora…" e concluse con un "mettiti nelle sue mani" che suonò decisamente stonato tra le labbra di Paolo che si scocciava quando qualcuno mi sfiorava in metrò. Arrivammo a casa di Simone, al secondo piano di una palazzina di periferia, ci aprì la porta e ci accolse con un sorriso e presentandosi ci fece accomodare in un soggiorno/angolo di cottura multiuso che sembrava più un pied-à-terre di uno scapolo: tv al plasma 30 pollici, xbox 360, mobile bar pieno di bottiglie a metà, un divano in pelle ultracomodo estremamente vissuto. Con curiosità notai che il rapporto tra Paolo e Simone era quello di due vecchi amiconi, fatto di mezze frasi, sorrisi, commenti su cose di cui ero completamente all’oscuro. Simone però era simpatico, capelli castano chiari lisci e corti, degli occhi celeste chiaro che ti scrutavano dentro e che non lasciavano trasparire cosa stesse pensando mentre ti guardava, era alto quasi 1.80 con un fisico snello, pensai che sotto la polo che indossava doveva avere un fisico muscoloso, con quei muscoli lunghi e guizzanti che forse un massaggiatore deve avere, vestiva una polo firmata e jeans. Ci fece strada in camera da letto, attraverso un lungo andito su cui si aprivano altre tre stanze, arrivati in camera da letto, il mio sesto senso femminile urlò a squarciagola "dove stai andando". Effettivamente quella che provavo era una vaga sensazione di disagio, al centro della camera un grande letto matrimoniale, di fronte un grande armadio con una parete a specchio, un comò in stile e due lampade che fornivano una luce soffusa, una candela profumata spargeva un profumo dolciastro che ricordava l’essenza del sandalo. Paolo mi lesse nel pensiero "dove mi hai portato?" infatti aggiunse prontamente che si trattava della soluzione provvisoria a cui mi aveva accennato e che Simone stava aspettando dal comune l’autorizzazione per fare una ristrutturazione per ricavare lo studio in una delle altre stanze del corridoio, Simone farfugliò qualche cosa approvando. Simone stese un telo su di un lato del letto e mi invito ad accomodarmi sull’altro lato mentre invitava Paolo a prepararsi per il massaggio fornendogli un telo di spugna per coprirsi. Simone uscì dalla stanza e Paolo inizio a spogliarsi, rimasi stupita dal fatto che restasse completamente nudo, stendendosi sul telo e che si coprisse le natiche col telo di spugna. Gli chiesi perché non tenesse gli slip e lui mi disse che con tutto l’olio che usava Simone per il massaggio non voleva rovinarsi la biancheria e che per il massaggio Simone gli aveva detto che era meglio non avere alcun capo di vestiario od oggetto addosso. Visibilmente preoccupata gli dissi "a me non importa della biancheria, io mi tengo il reggiseno e le mutandine, altrimenti niente massaggio" – " infatti ti avevo avvertito in anticipo" fece lui cominciando a rilassarsi in attesa del massaggio. Simone tornò e cominciò a massaggiare la schiena di Paolo, i suoi movimenti erano sicuri, lenti e senza pause, mentre lavorava mi spiegava quello che stava facendo, veramente incredibile la varietà di manipolazioni che stava eseguendo. Saliva e scendeva lungo la colonna vertebrale di Paolo e dall’espressione del viso di mio marito percepivo un estremo rilassamento, quando Simone iniziò a massaggiare i polpacci e le cosce potevo vedere quale fatica doveva costare eseguire quel massaggio, Simone aveva la fronte imperlata di sudore e ogni tanto usava il polsino tergisudore. Ad un certo punto arrivato ai glutei tolse il telo di spugna dai fianchi di Paolo e cominciò un massaggio ai glutei veramente energico alternando quell’azione decisa a un massaggio superficiale molto delicato che assomigliava alle carezze di un amante. Simone aveva disposto le gambe di Paolo leggermente divaricate, io dalla mia posizione d’osservazione potevo vedere la peluria scura del perineo di mio marito e … si indubbiamente quella pelle chiara che si vedeva sotto erano i suoi testicoli, rimasi imbarazzata al posto suo per quella oscena posizione e maliziosamente pensai a memorizzare la cosa per una feroce presa in giro alla prima occasione. Simone nella sua azione allargava e avvicinava le chiappe di Paolo e si vedeva chiaramente il suo buchetto che avevo imparato a conoscere nelle sue reazioni alle mie carezze quando lo sfintere si rilassava e si creava un piccolo pertugio che amavo violare. Poi Simone chiese a Paolo di voltarsi e con mia grande sorpresa vidi che c’era una parvenza di erezione, avete presente quello stato di pre-erezione, quando il pene aumenta di dimensioni ma non ha ancora la forza di ergersi, che precede e segue la vera erezione, ebbene Paolo era in quello stato, forse lui non lo percepiva perchè era rimasto tanto tempo a pancia in giù e la compressione sul pene gli aveva tolto un po di sensibilità. Simone si accorse che io avevo notato la cosa e mi sorrise allargando le mani come a voler dire che si trattava di una reazione spontanea ad una sensazione di benessere. Risposi al sorriso come un sorriso da ebete che visualizzai come se mi stessi guardando in uno specchio e distolsi lo sguardo. Paolo dava l’impressione di vagare in un altro mondo, mentre Simone continuava incessantemente a contribuire al suo nirvana, quasi felice del piacere che le sue mani stavano donando. Quando terminò il massaggio quasi fu costretto a svegliare Paolo dal suo torpore e mi disse di prepararmi mentre lui andava a rinfrescarsi. Mentre Paolo atterrava nuovamente sulla terra, io incominciai a spogliarmi e risentii nuovamente il mio sesto senso che mi avvertiva del pericolo, ma ormai non potevo tirarmi più indietro per cui forte delle mie mutandine e del mio reggiseno mi sdraiai al posto di Paolo che si stava pian piano riprendendo, ivi compreso il suo pene che rientrava nei ranghi per evitare di lasciare traccia di quella erezione inopportuna. Le mani di Simone sulle spalle mi fecero sobbalzare, non l’avevo sentito tornare, si muoveva in quella casa come le sue mani si muovevano sul corpo delle altre persone. Delicatamente mi slacciò il reggiseno per poter effettuare il massaggio della schiena. Un altro brivido lo provai quando un’abbondante dose di olio raggiunse la mia schiena scorrendo lungamente prima di arrestarsi alla base dei fianchi. Simone ci sapeva veramente fare, il massaggio al collo , ai lati del collo , sulle scapole e sulla colonna vertebrale mi precipitarono in una sensazione di benessere, sano benessere , ancora ero turbata dalla reazione di Paolo, che guardava la scena direttamente o attraverso l’ampio specchio che rifletteva la parte posteriore del mio corpo. Fu in questo momento che i nostri sguardi si incrociarono, Paolo mi stava guardando anzi mi stava studiando con attenzione come faceva di solito quando tentava di comunicare sul secondo livello di comunicazione, come diceva lui, quello caratteristico dell’animo femminile, mi domandai il perché di questo suo atteggiamento ma non riuscii a darmi una valida spiegazione, il massaggio di Simone mi stava sprofondando in un piacevole torpore, anzi mi sentivo anche piacevolmente ristorata e leggermente eccitata, attribuii il fatto alla lunga astinenza sessuale dell’ultimo mese dovuta agli impegni di lavoro di Paolo che inspiegabilmente aveva concentrato in quel mese moti impegni all’estero che normalmente diluisce in tutto l’anno, solo dopo capii che anche questo faceva parte del piano che aveva studiato per fiaccare la mia resistenza. Vi è mai capitato per qualsiasi motivo di non fare sesso a lungo e poi sfogarvi in una lunga serata di puro sesso con il vostro uomo? Allora sapete cosa voglio dire. Simone proseguiva il suo incessante lavoro, oramai la mia pelle era sensibilizzata al suo tocco leggero e vigoroso al tempo stesso, pian piano mi accorsi che qualche cosa era cambiato nel suo modo di massaggiarmi, mentre prima seguiva una sequenza precisa ora saltava dalla testa, alle spalle, al collo, ai fianchi, alla parte interna delle ascelle, percorreva la spina dorsale sino al bordo all’insenatura dei glutei e riprendeva subito dopo con una sequenza diversa, questa operazione mi stava impedendo di rilassarmi, anzi mi stava creando una sensazione di caldo che dal collo arrivava sino al bacino. Stava insistendo su alcuni punti che hanno il potere di eccitarmi, come potevo sapere che Paolo gli aveva dato la mappa delle zone del mio piacere, che aveva rivelato a Simone ogni più piccolo stratagemma che mi faceva godere, in pratica era come se io tentassi di combattere una battaglia con un nemico che conosceva l’esatta disposizione dei punti caldi dell’avversario. Ma Simone non era un nemico era un grandissimo figlio di buona donna, che stava giocando con me come il gatto gioca con il topolino, anzi la topolina. Sentivo le sue mani soffermarsi sotto i lobi delle orecchie, massaggiarli sino al collo e da qui allargarsi ai lati del corpo con una leggera carezza sulla parte esterna del seno, per poi convergere sui fianchi e risalire sulla parte centrale della schiena e scendere sino alla separazione tra i glutei, dio mio che sensazione, dovevo concentrami per non sollevare il bacino e chiedere una carezza più profonda e decisa, dopo 10 minuti di questo trattamento sentii una cosa che mi sconvolse: il clitoride si stava facendo strada tra le grandi labbra. Io ho un clitoride particolarmente sviluppato, che quando è in erezione fuoriesce per circa un centimetro dalle grandi labbra, Paolo mi prende sempre in giro quando ciò accade e mi dice che facendomi del sesso orale gli pare di succhiare un piccolo pene, io gli rispondo scherzosamente.. "e allora checca succhia e datti da fare". La cosa mi lasciò sconvolta e trovai una giustificazione con l’erezione che avevo notato in precedenza su Paolo. Ma non c’era solo il clitoride ad essersi svegliato, come una reazione a catena potevo sentire che il cotone delle mutandine si stava inumidendo, avevo terrore che Simone e Paolo potessero notare la cosa, fortunatamente la penombra dell’ambiente rendeva difficile scorgere i dettagli, ma quando Simone passò a massaggiarmi le gambe mi divaricò le stesse per poter operare i massaggi nell’interno cosce. Quel movimento tese gli slip e li sentii incollati alla pelle delle grandi labbra, stavo male ma al tempo stesso il massaggio nella parte interna delle gambe mi procurò un ulteriore eccitamento, stavo cominciando a mordicchiarmi il labbro inferiore, volsi lo sguardo verso Paolo, mi guardava serio, aveva percepito sicuramente cosa stavo provando, ma subito cambiò espressione e mi sorrise volgendo lo sguardo altrove. Simone continuava nel massaggio, aveva spostato gli slip per evitare di ungerli con l’olio che aveva versato troppo in abbondanza, nel fare questo la punta delle dita della sua mano destra entrarono in contatto con il lato destro delle grandi labbra, si fermarono solo un attimo ma il tanto sufficiente a fare in modo di sentire quanto fossi bagnata. Dopo di che mi disse di girarmi. Mi sollevai e il reggiseno cadde sul letto, ero nel pallone e mi ero dimenticata di riallacciarlo e in ciò mi aiutò Paolo. Stavo supina, ero sconvolta da quello che stavo provando, da quello che un altro uomo mi stava facendo provare, dal fatto di provare quelle sensazioni di fronte a Paolo. Ero solo io a essermi resa conto della situazione? Perché , sempre gelosissimo, non reagiva al fatto che un altro uomo mi stava letteralmente scopando con le mani? A questo punto mi concentrai su Simone, ora potevo guardalo in faccia, avrei voluto scoprire un lampo di libidine nei suoi occhi per avere la scusa di alzarmi ed andare via, ma Simone continuava a guardarmi con quella espressione da professionista che sta lavorando per te, non c’era una sbavatura in quello che stava facendo, tutto era perfetto, anche quelle mani che avevano iniziato a fare una strana danza intorno al mio seno e che spostandosi velocemente da un punto all’altro sfioravano i capezzoli che la stoffa del reggiseno non riusciva più a nascondere. Ad un certo punto sobbalzai nel sentire il viso di Paolo che aveva avvicinato la bocca al mio orecchio e mi chiedeva come stavo, il "bene" che uscì dalle mie labbra somigliava più ad un rantolo, tanto che lo vidi sorridere e al tempo stesso scambiare un rapido sguardo che a me parve di intesa con Simone. Cosa stava accadendo? Nulla, come tutto era iniziato, così tutto finì all’improvviso lasciandomi sfinita, incerta, avevo sognato tutto? No, Paolo e Simone erano li, e Paolo mi accompagnò alla doccia per togliermi tutto l’olio che avevo addosso. La doccia… che bella sensazione, mi riportò alla realtà l’unica traccia di quello che era accaduto la scoprii tra le mie gambe quando ci passai la mano, lui era ancora prepotentemente eccitato, non capiva cosa stava accadendo, perché non aveva ricevuto la sua parte di gratificazione, solo un rapido getto d’acqua gelata lo riportò alla ragione, incredibile pareva animato di vita propria. Uscita dal bagno con l’accappatoio che avevo trovato appeso alla porta tornai in camera da letto per rivestirmi, fortunatamente ero sola, ma quando mi stavo togliendo l’accappatoio la voce di Simone mi fece sobbalzare e l’accappatoio cadde a terra lasciandomi completamente nuda di fronte a lui che senza perdere il controllo lo raccolse dal pavimento e me lo porse sollevando lo sguardo dai miei piedi al mio viso in una lenta carrellata che gli permise con la vista di scrutare fin nell’angolo più recondito che con le mani non aveva toccato. Non fu imbarazzante, oramai mi sentivo a mio agio con lui, tanto che incomincia a rivestirmi prima ancora che lui molto discretamente andasse via. Anche i saluti non furono per nulla imbarazzanti e quando nel salutarmi anziché porgermi la mano mi sfiorò la guancia con un bacio, come quelli che si danno gli amici di lunga data non provai alcun disagio, la sensazione di "prima volta" mi fece fremere. Uscendo dalla casa di Simone, Paolo mi cinse le spalle e baciandomi sulla guancia mi chiese amorevolmente come stavo, ebbi un attimo di sbandamento a quella domanda, e risposi in modo diretto "molto bene" chinando leggermente il capo sulla sua spalla per nascondere l’espressione del viso, temendo di tradire l’emozione che stavo provando. Salimmo in auto che orami si era fatta notte, ringraziai la penombra che impediva a Paolo di vedere l’espressione dei miei occhi e voltai il viso con fastidio quando l’abitacolo dell’auto fu invaso dalla luce della plafoniera, cercai di trovare mille scuse pur di non farmi coinvolgere in un dialogo, con la paura di tradire l’ansia che sentivo montare e che mi serrava lo stomaco. Una sigaretta mi venne in aiuto, a Paolo dava fastidio che fumassi, soprattutto in auto, però quella sera stranamente non protestò come era solito fare, fortunatamente anche lui era immerso nei suoi pensieri e dopo aver acceso la radio, la voce e le battute di Fiorello distesero un po la tensione palpabile che c’era in macchina. Mi propose di andare a cena fuori, ma risposi che mi sentivo un po intontita e che preferivo tornare subito a casa e mangiare qualche cosa dopo aver fatto un bagno caldo. Lui comprensivo aggiunse che anche a lui le prime volte il massaggio aveva provocato quella reazione. A casa, fui grata a Paolo che aveva mandato nostro figlio dai nonni, anche questo faceva parte del suo piano, mi infilai in bagno e immersi nella vasca per l’idromassaggio tutti i miei pensieri con la speranza che le bollicine riuscissero a scacciarli. Tra i vapori dell’acqua che scorreva e che saturavano il bagno mi parve di vedere Simone seduto sul bordo della vasca che mi guardava, la sua presenza era talmente viva che ero attraversata dagli stessi brividi che poche ore prima avevano scosso il mio corpo. Mi ritrovai ad accarezzarmi il seno, i fianchi e giù giù in mezzo alle gambe tentando un rewind veloce degli avvenimenti di quella sera. Lui prontamente spuntò tra le mie labbra, avvampavo, lo sfiorai, lo sfregai, lo toccai direttamente, indugiavo in questo deliquio stordita dal caldo dell’acqua quando fui richiamata alla realtà dalla voce di Paolo, "tua madre al telefono, Aldo ha qualche linea di febbre e vuole parlarti". La cosa mi colpì come un violento ceffone, la vita di tutti i giorni riprendeva. "Presente!" urlai dentro di me, felice di riprendere il mio ruolo di moglie e di madre, Simone fu risucchiato dal gorgo della vasca, che si svuotava, con tutta la schiuma che aveva lavato la mia coscienza. Due sonniferi, estremo rimedio di quelle giornate stressanti in cui famiglia e lavoro ti succhiano ogni energia, fecero il resto, la mattina il sole che filtrava dalla finestra illuminò con una benefica luce il mio piccolo e travagliato mondo. Nei giorni che seguirono ci furono poche occasioni per riparlare di quello che "non era successo", Paolo dovette recarsi a Parigi per lavoro , ma una sera, al suo ritorno mi disse "Mi ha telefonato Simone, ti saluta moltissimo, e ci ha fissato un’appuntamento per venerdì sera, visto che siamo ancora da soli ho accettato, ho fatto bene?" Risposi che ci avrei pensato, adducendo come scusa il fatto che dovevo sentirmi con una collega per preparare una relazione e non sapevo ancora se il venerdì l’avrei dovuto dedicare al lavoro. Paolo non protestò come di solito fa quando gli antepongo il lavoro, aggiunse " decidi con comodo, posso andarci anche da solo non è un problema". Mi sentii offesa, non sopportavo l’idea che lui frequentasse Simone senza di me, mi sentivo oramai parte di un gioco, riaffiorarono tutti i dubbi, ad un certo punto non resistetti più e gli posi la domanda che mi frullava in testa da una settimana "Ma non ti da fastidio che Simone mi massaggi di fronte a te, mi veda e mi tocchi come solo tu sino ad ora hai potuto fare". La mia era una domanda diretta come avrebbe fatto lui, Paolo candidamente rispose "vedi, prima di proporti la cosa, ho parlato a lungo con Simone e gli ho spiegato la situazione, penso che ci siamo capiti per cui non ho motivo di essere geloso, e poi sono li presente" "E se volessi andare da sola da lui" aggiunsi, lui accigliato rispose "e per quale motivo, lo vedi che sei tu che stai pescando nel torbido". "Che stupido che sei, intendevo dire: cambierebbe il tuo atteggiamento se volessi andare da lui perché tu sei all’estero o hai altri impegni, o Simone è il tuo fisioterapista personale al quale concedi la tua donna a tuo piacimento" aggiunsi in tono ironico e provocante. Paolo che non è uno stupido colse la mia provocazione "e cosa faresti se potessi andare da sola" , oramai la fantasia aveva preso a galoppare e l’astinenza forzata contribuiva ad accelerare la sua corsa "beh, potrei togliermi le mutandine di fronte a lui adducendo come scusa che non ero potuta passare da casa a cambiarmi e non volevo rovinare con l’olio dei massaggi un intimo da 200 euro" "Non ne saresti mai capace" fece lui " Non sfidarmi, lo sai quanto sono testarda, se mi ci metto" ribattei. " Vogliamo scommettere (la nostra seconda passione dopo il sesso)? Se tu trovi il coraggio di farti massaggiare senza le mutandine per il tuo compleanno puoi scegliere quello che desideri" C’era cascato in pieno, gli uomini non possono competere con noi donne, se gli prendi in mano il sesso il cervello cessa di funzionare correttamente, il sesso in un uomo funziona come un virus in un computer, pensa di essere tranquillo mentre il virus gli cambia le carte in tavola e solo al riavvio se ne renderà conto Ma non era questo il caso, avevo attaccato, mi ero esposta, ero avanzata ma il nemico era avanti di tante mosse in questa ideale partita a scacchi, Paolo conoscendomi aveva previsto le mie reazioni ed aveva alzato la posta per fornirmi una giustificazione di fronte ai suoi stessi occhi. Stavo giocando grosso e aggiunsi " e se lui allunga le mani in questa situazione" strofinando il pancino su quella che sembrava una erezione super, lui afferrandomi per il sedere e attirandomi ancora di più aggiunse "mah! Se ti va sei autorizzata a lasciarlo fare" . " e la tua gelosia? Dove la metti " ma oramai ne lui ne io eravamo in grado di scherzare, anche se in quella notte di sesso estremo le battute su Simone non furono poche. La mattina dopo, mentre ci apprestavamo ad uscire di casa, mentre mi truccavo di fronte allo specchio gli domandai " allora quando la ordini la spider (il mio eterno sogno sin da ragazza, fosse anche un barattolo di auto ma con il tettuccio apribile) che ho scelto come regalo" lui rispose immediatamente con un sorriso "attenta che se perdi la scommessa la macchina nuova me la faccio io" e scomparve dietro la porta.Venerdì sembrava non dovesse mai arrivare, passai la settimana combattuta tra l’ansia e una strana frenesia che mi portava spesso a perdermi con la mente in tanti pensieri e fantasie. Chi mi stava attorno percepì che non ero la solita Giulia che tutti conoscevano, era tremendamente vero, interrogavo me stessa sulle sensazioni che stavo provando, spesso mi capitava di sorprendermi a vagare con la mente in un universo fatto di torbide atmosfere con Lui che spesso e volentieri si risvegliava nei momenti più impensati: in sala riunioni, parlando con un cliente, ascoltando le confessioni intime della collega che la dava a tutti quelli che gliela chiedevano. E quel disgraziato di Paolo ancora una volta mi aveva lasciata sola, Dio mio! Quanto mi mancava il sesso. Per un attimo mi sfiorò l’idea che Paolo mi stesse tradendo, conoscendo quanto anche per lui fosse importante il sesso non mi capacitavo di quel lungo mese di astinenza forzata, pensai stesse male o che avesse qualche problema che non voleva confessarmi ed intanto scacciavo il fantasma di Simone che spuntava sempre più spesso nei miei pensieri. Non lo desideravo, conoscendolo così poco non c’era alcun lato del suo carattere su cui soffermarmi a riflettere ma sentivo dentro di me che le sue mani, impastandomi con quell’ olio avevano modificato la struttura del mio corpo modellandola in un’altra Giulia nella quale non riuscivo a riconoscermi. Simone, cercai, secondo il mio metodo logico di ragionare, di capire cosa mi portasse a pensare a lui ad aspettare venerdì come un evento oltremodo desiderato. Percepii una sensazione fatta di libidine e astinenza ma alla fine mi parve di capire che dietro c’era altro: Simone aveva carisma, un carisma da bello e dannato che con la sua aria di professionalità ti dominava, ecco spiegata la sensazione di paura mista a desiderio che avevo provato quella sera a casa sua. Avevo paura di spingermi oltre, di fronte avevo Paolo, il mio uomo, che pareva complice di Simone, anzi Simone pareva il simbionte di Paolo e di lui acquisiva emozioni e l’ambiente che lo circondava gustando e assaporando quello che Paolo gli metteva a disposizione. Scacciai il pensiero , non avevo le basi di conoscenza per avvalorare la mia ipotesi ne volevo cercarle, giunsi alla conclusione che alla prima notte passata insieme a Paolo tutto avrebbe ripreso le giuste proporzioni e che l’astinenza mi stava giocando veramente un brutto scherzo. Paolo rientrò venerdì all’ora di pranzo e si recò in ufficio per una riunione, mi telefonò per ricordarmi l’appuntamento della sera e che sarebbe passato alle 18 per prendermi. Venerdì non andai al lavoro, passai la mattinata dall’estetista: ceretta alle gambe, maschera e parrucchiere, uscii che il sole splendeva e entrai in un pub per una veloce colazione dopo di che un giro per negozi. Quanto mi era dolce naufragare in quel mare di "vacuità e vanità" femminile. Poi incominciai a prepararmi per la seduta con il mio "fisioterapista" , proprio da ridere. Non sapevo che mutandine e reggiseno indossare! Dovevo evitare l’imbarazzo della volta precedente e optai per un paio di slip di cotone con un tassello (il fondo dello slip) un po’ consistente mentre il reggiseno a fascia questa volta aveva le coppe leggermente imbottite per evitare che la punta del seno denunciasse la sua presenza. Completai il tutto con una tuta nera, a metà strada tra il casual e lo sportivo. Ero pronta, mi stavo per sedere sul divano quando squillo il telefono, era Paolo, mi chiedeva di prendere un taxi e raggiungerlo in ufficio perché era in ritardo, da li avremmo proseguito insieme per andare da Simone. Paolo mi aspettava all’ingresso principale della sua compagnia e quando mi vide mi strinse in un lungo e dolce abbraccio " come stai micina, mi sei mancata, sai?!" il bacio che seguì era appassionato, mi venne la tentazione di mandare a monte il programma e trascinarlo nel primo motel,ma fui preceduta dalla sua indicazione all’autista che indicava la casa di Simone. Il tragitto era lungo e Paolo lo sfruttò per raccontarmi quello che aveva fatto durante la settimana e le prospettive che si erano aperte con quella missione. Bevevo le sue parole, felice di vederlo così allegro ed entusiasta, lo toccavo come una donna innamorata può fare , lo baciavo dolcemente inebriandomi della sua vicinanza e rimasi senza parole quando mi porse una scatoletta, impallidii quando vidi il marchio Tiffany sulla confezione, emozionata l’aprii velocemente: conteneva un filo d’oro con al centro un pendente a forma di cuore con un diamante sul bordo inferiore, non avevo mai ricevuto un regalo più bello, gli stampai sulla bocca un bacio mozzafiato, lo esplorai con la lingua, se fossimo stati soli sicuramente gli avrei strappato gli abiti e me lo sarei fatto sul posto. Si irrigidì e capii il motivo guardando il sorrisetto dell’autista che sicuramente pensava al classico regalino per l’amante vogliosa. Volevo indossarlo ma lui obbiettò che era meglio indossarlo dopo l’incontro con Simone. Già , Simone, quasi mi ero scordata dove stavamo andando. Quando arrivammo a casa di Simone ebbi quasi un attimo di indecisione, volevo proporgli di rimandare per non rompere l’atmosfera che si era creata ma poi ci rinunciai sapendo come Paolo ci tenesse a mantenere fede agli appuntamenti. Suonammo il campanello dell’abitazione di Simone e dopo un paio di secondi venne ad aprirci, fui stupita di vederlo con una "tunica indiana" che gli conferiva un’aria conturbante. "Ciao Giulia" accompagnando il saluto con un bacio sulla guancia , appena accennato, che però mi permise di percepire la leggera fragranza di sandalo che l’avvolgeva e da una stretta delle mani sulle spalle "finalmente ci rivediamo, ciao Paolo com’e’ andato il viaggio". Restai perplessa nell’apprendere che Simone sapeva del viaggio di Paolo, tornarono a galla immediatamente tutti i dubbi e i pensieri che avevano riempito la settimana. Ci accomodammo in salotto e senza chiederci nulla Simone ci offrì una tisana nella quale aggiunse un paio di gocce di un dolcificante prelevate da un altro contenitore. Ci disse che si trattava di un regalo di un amico indiano e che predisponeva il corpo al massaggio. L’effetto della tisana ebbe il potere di rilassarmi, ma non si trattava di un effetto calmante anzi il benessere era accentuato da un certo aumento delle lucidità o se volete dalla percezione dell’ambiente circostante. A questo punto Simone disse " ho una sorpresa per voi" e anziché proseguire per la sua camera da letto ci condusse in un’altra camera del corridoio, all’interno una serie di candele poste su una mensola illuminavano l’ambiente che apparentemente non aveva finestre. Un leggero profumo di sandalo, lo stesso che avevo percepito su di lui all’ingresso, aleggiava nell’aria, sul pavimento un lettino di legno che sul piano di appoggio aveva la forma di un corpo umano infossata e ai lati dei canali di scolo. Sull’altro lato della stanza un letto fatto di stuoie poggiava su di un supporto di canne di bambù, tutto intorno una musica che ricordava quelle orientali, mentre il soffitto era costituito da uno specchio che rifletteva la stanza e i bagliori delle candele che creavano un effetto veramente suggestivo. Quando Simone chiuse la porta dietro di se sembrò che l’ambiente circostante sparisse, provai la stessa sensazione di quando mi ero recata con un amico musicista in sala d’incisione. L’isolamento acustico era totale, anche l’aria era leggermente calda ma non si avvertiva la presenza di un sistema di riscaldamento. La voce di Simone mi scosse dall’aria meravigliata che dovevo avere "Giulia, cosa ne dici ora è di tuo gradimento l’ambiente" L’unica cosa che riuscii a fare fu di rispondere con un sorriso alla sua domanda, effettivamente ero colpita da quella camera, la raffinatezza dell’arredamento non era cero quella di una sala massaggi. Simone ci spiegò che finalmente aveva avuto la licenza per eseguire i lavori e l’arredamento gli era stato fornito da un amico che l’aveva recuperato da un rigattiere di Mantova e che proveniva direttamente dall’India. Il lettino (sic!) per i massaggi riportava la forma del corpo umano ed era in legno di teak per evitare contaminazioni con gli oli usati per i massaggi e i canali di scolo ai lati servivano per raccogliere i residui dell’olio. Simone aggiunse "Giulia preparati voglio che sia la prima a provarlo" Fui colta dal panico, le cose e le situazioni nuove mi mettevano in apprensione, ma di fronte al tono deciso e non avendo obbiezioni da fare riuscii solo a chiedergli dove potevo cambiarmi, lui mi indicò una porta su di un lato della stanza e aggiunse " troverai anche la biancheria da indossare per evitare di rovinarti l’intimo". Lo spogliatoio era un bagno molto accogliente dotato di tutti i confort compresa la doccia e una piccola sauna. La biancheria a cui aveva accennato Simone era costituita da una banda per il seno e delle mutandine, il tutto di un materiale che pareva carta, probabilmente articoli usa e getta. Diedi uno sguardo allo specchio e trovai il tutto mi donava (sono una donna lo ricordate?!) e rientrai da Simone mentre Paolo si era accomodato nella panca vicina al lettino e non potei fare a meno di sorridere quando lo vidi con una tunica simile a quella di Simone, ma anche quella fatta dello stesso materiale della biancheria che indossavo, Paolo rispose al mio sorriso con la sua tipica espressione "me che hai da ridere". Simone invece mi diede un’occhiata che mi fece rabbrividire, aveva lo sguardo di un predatore che assapora con lo sguardo la vittima indifesa, solo per un attimo quella luce gli attraversò lo sguardo ma portò il mio stato d’allerta al massimo. Si avvicinò e mi spiegò che avrebbe eseguito un massaggio con diverse essenze e che le avrebbe versate anche sul capo e tra i capelli per cui mi avrebbe posto una benda sugli occhi per evitare irritazioni. Mi fece avvicinare al lettino e sedere sull’incavo del legno destinato ad accogliere il bacino, dopo di che prese una benda di seta e me la posò sugli occhi, dolcemente poi mi fece sdraiare con il viso all’ingiù sul lettino, il lettino aveva un foro in corrispondenza del viso con una imbottitura sui bordi come i moderni lettini per fisioterapia. Mi sembrava di vivere su di un set cinematografico di uno di quei film osé tipo Emanuelle. Sentii Simone armeggiare con qualcosa di indefinito che tintinnava poi un lungo brivido caldo attraversò la mia schiena, stava versando un olio caldo e profumato sulle spalle, scendendo giù per la schiena, sui glutei sulle gambe. Rabbrividii quando l’olio si infilò nel taglio dei glutei, lo sentii scorrere sino alla rosellina che proteggeva il mio buchetto e da qui come una piccola cascata trovare la strada tra la peluria del pube sino a riscaldarmi le grandi labbra, che mi procurarono un brivido. Sentivo la carta delle mutandine incollarsi alla pelle, infradiciarsi completamente, poi il flusso riprese a salire verso le spalle, sulla nuca, sul capo, lo sentii colarmi nelle orecchie, sulle tempie. Subito dopo lo sentii, riconobbi le mani di Simone, spargevano sul corpo l’olio tiepido, sulla nuca, distendendo i muscoli del collo, poi scendevano sulla schiena, si soffermavano in un lento massaggio sotto le ascelle, arrivavano ai fianchi e li impastavano, scendevano sul bordo dei glutei immergendomi in uno stato di deliquio. In quella posizione, con il viso costretto nel foro per la faccia non avevo percezione dell’ambiente circostante, la benda sugli occhi copriva anche le orecchie e rendeva soffusi i rumori della stanza e anche la musica sembrava arrivasse da molto lontano. Ad un certo punto avvertii una piacevole sensazione ai piedi, Simone aveva preso a massaggiarli da vero maestro, poi passava alle caviglie, all’incavo delle ginocchia e alle parti interne delle cosce che si trovavano costrette ad essere divaricate dalla forma dell’impronta del corpo umano impressa sul lettino di legno. Il massaggio proseguiva incessante, una mano dietro l’altra, una mano sulla schiena e l’altra sulle cosce, poi una nuova cascata d’olio con un aroma decisamente più forte mi percorse le spalle, il calore dell’olio era adesso intenso, quando l’olio colpì i glutei iniziò il massaggio di Simone, non capivo come facesse a massaggiarmi e contemporaneamente versarmi l’olio addosso ma il dettaglio era poco importante, l’azione dell’olio e delle mani uniti alla fragilità del tessuto degli slip ben presto ebbe ragione di questi ultimi, sentivo chiaramente le mani di Simone che si impadronivano delle mie natiche, le afferravano le strizzavano le allargavano e quando le allargavano l’olio caldo aumentava il suo flusso. Ad un certo punto pensai che l’olio mi stesse penetrando all’interno del corpo, la sensazione di quella massa calda era di una voluttà incredibile, persa in quelle sensazioni non osavo protestare l’invadenza di quel massaggio che oramai percorreva la fessura dei glutei incessantemente, sentivo la punta delle dita accarezzare apertamente lo sfintere che pian piano sotto l’effetto del massaggio e del caldo flusso si stava socchiudendo. Quando stavo incominciando a chiedermi cosa stava accadendo e se era il caso di protestare per l’eccessiva disinvoltura di Simone, sentii in lontananza una voce che mi invitava a girarmi "Giulia ti aiuto a girarti" era Simone che con molta dolcezza infilando le mani sotto le ginocchia e sul petto mi stava voltando, tentai di sollevarmi ma lui dolcemente me con fermezza me lo impedì e mi tolse la benda dagli occhi, mi ritrovai supina, le mani corsero sul petto dove quello che rimaneva del reggiseno ara letteralmente incollato ai miei seni, l’azione dell’olio l’aveva reso quasi una poltiglia, andava un pò meglio per gli slip ma per un attimo pensai che l’olio sulla carta la rende quasi trasparente, sperai che così non fosse e cercai con lo sguardo Paolo, lui era li al mio fianco, con un sorriso mi chiese come stavo e io risposi che mi girava un po la testa ma che stavo benissimo. Dall’altro lato Simone mi chiese se poteva continuare, prendendomi una mano e iniziando un dolce massaggio che estendeva al gomito e al braccio, feci un cenno affermativo con il capo e mi rituffai in quelle sensazioni, chiusi gli occhi. Le sue mani ripresero a danzare sul mio corpo, affondavano decise nei muscoli dell’addome, tiravano, afferravano la pelle e la sollevavano, poi riprese a cadere dall’alto l’olio e senza la benda mi resi conto che era Paolo a versarlo seguendo il percorso delle mani di Simone. Scorrendo l’olio, eliminò anche l’ultima traccia degli slip di carta dal mio corpo e percepii distintamente il flusso caldo che dal centro dei seni arrivava al diaframma per proseguire a formare un laghetto d’olio sull’ombelico per proseguire sul monte di Venere e ancora più giù. Il flusso che precedeva le mani di Simone si fermò sul mio sesso, allargò le grandi labbra e allagò il clitoride e l’ingresso della vulva, fui colta da una fremito che si ripercorse per tutto il corpo, poi arrivò Simone, le sue mani percorrevano le grandi labbra, il palmo pieno copriva con una carezza continua lo spazio dal monte di venere al perineo, quasi sobbalzai a quel tocco, aprii gli occhi e trovai il viso di Paolo, con gli occhi gli chiesi aiuto, lui di rimando mi baciò sulle labbra, un bacio che ricambiai, un bacio che voleva essere di passione e di rassicurazione. "Tesoro" mi disse " ti amo, hai vinto la scommessa", mentre Simone mi apriva le grandi labbra, facendo scorrere le dita su e giù in un massaggio che mi diede una scossa che mi fece emettere un sospiro. Paolo riprese a baciarmi e con una mano mi sfiorava il viso , incrociai il suo sguardo e allora presi coscienza che era d’accordo con Simone, il suo sguardo era lo stesso di quando mi procurava un orgasmo accarezzandomi mentre mi cullava in grembo. La tenerezza di Paolo funse da amplificatore delle sensazioni che Simone mi stava procurando, sentivo che stavo abbassando le barriere e mi stavo aprendo a quella esperienza che forse avevo sempre desiderato (uno dei miei fantasmi preferiti mentre facevo l’amore con Paolo era proprio quello di avere un altro uomo che mi procurasse piacere), il mio corpo reagì a quel pensiero con un forte scarica di adrenalina che funse da catalizzatore di quello che Simone aveva incominciato a fare: riconobbi la dolce sensazione di una lingua che ti percorre il sesso, quella inconfondibile sensazione dell’energia della punta, del ruvido della superficie, del liscio della parte inferiore. Simone era un professionista, abituato a "lavorarsi" almeno un paio di donne al giorno aveva una lingua prensile, esercitata, lunga e robusta. Affondava in mezzo alle piccole labbra con l’energia di un dito, entrava ed usciva dalla mia vulva, percorreva la circonferenza del mio clitoride incessantemente, lo mordicchiava leggermente con i denti, lo succhiava, lo aspirava e poi lo respingeva con la lingua. Allargava la lingua e la passava su tutta la parte anteriore della vulva, con la parte anteriore del labbro inferiore sfregava sotto il clitoride tra l’uscita dell’uretra e le piccole labbra scatenando delle ondate di piacere e dei fremiti che mi scuotevano. Se a questa azione devastante aggiungete le incessanti carezze di Paolo ai seni, ai capezzoli vi potete rendere conto delle condizioni in cui mi trovavo. L’azione di Paolo aveva il duplice affetto di procurarmi un grande piacere diretto e una sconvolgente sensazione di libidine dovuta alla condivisione tra due uomini dai quali mi sentivo gratificata, desiderata e almeno da uno dei due amata, percepivo il suo amore dal godimento fisico che provavo.Ad un certo punto sentii che le dita di Simone si facevano strada dentro di me, sia davanti che dietro affondavano nel mio corpo, si agitavano penetravano dentro di me e sentii un oceano di piacere che mi sommergeva, urlavo dal piacere, succhiavo la vita e l’anima di Paolo dalla sua bocca e me ne beavo, fui scossa dal più violento degli orgasmi che avessi mai provato in tutta la mia vita, ad un certo punto mi immobilizzai come un burattino a cui avessero spezzato i fili tanto che Paolo pensò che fossi svenuta, quando riaprii gli occhi vidi i visi di Paolo e Simone su di me un po’ intimoriti e dolcemente feci scivolare una carezza sui loro volti che mi sorrisero rassicurati e amorevoli. Paolo mi sollevò dal lettino e mi stese amorevolmente sul letto di stuoie e si mise di fianco a me, mentre Simone si dispose dall’altra parte, da quella posizione diedi uno sguardo al soffitto che rifletteva la nostra immagine, pensai alla scena di Novecento di Bertolucci dove l’attrice protagonista sta tra i due suoi uomini. Paolo e Simone, entrambi nudi, stavano al mio fianco, mi sentivo al settimo cielo. Oramai l’imbarazzo per la situazione era del tutto svanito per lasciar spazio alla peccaminosità, anzi diciamo pure alla lussuria della situazione. Mentre i miei uomini indugiavano in lente carezze sul mio corpo, cercavo di riprendere il controllo per uscire da quello stato di giocattolo erotico in cui ero sprofondata, nel fare ciò notai che sia Paolo che Simone erano in piena erezione, con una certa soddisfazione e spirito di corpo notai che Paolo non sfigurava nel confronto con Simone e con fare malizioso guardandoli alternativamente negli occhi per vedere le loro reazioni afferrai i loro membri, anzi diciamo pure i loro cazzi, ritengo che fosse quello il termine esatto per la situazione. Nel fare ciò, sorridendo, dissi loro "qualcuno è rimasto a bocca asciutta o sbaglio" . Entrambi volsero lo sguardo nella direzione del mio e sorrisero insieme alla scena che lo specchio rifletteva. Sempre più eccitata e rossa in volto, mi rivolsi a Paolo e spiando la sua reazione gli domandai "con chi devo incominciare a sdebitarmi" . Paolo non aspettava altro, lo intuii dalla reazione che ebbe il suo cazzo, se possibile divenne ancora più duro e grosso, io dandogli una strizzatina aggiunsi " brutto porco, vuoi vedere la tua mogliettina tra le braccia di un altro, dimmi è questo che vuoi" Non riusciva a ammetterlo, il suo orgoglio di maschio geloso prevaricava la voglia che montava. "Simone" dissi sorridendo " a te l’onore di essere il secondo uomo della mia vita" Simone non se lo fece ripetere due volte e guardandomi negli occhi e passandomi un profilattico mi disse "puoi farlo tu per piacere, io ho tutte le mani piene d’olio e non ci riesco. Quel bastardo sapeva il fatto suo, ero pronta a farmi scopare, ma non a compiere un’operazione così intima e se vogliamo imbarazzante con un quasi sconosciuto e per giunta di fronte a mio marito, ma non potevo tirarmi indietro per cui facendo ricorso a tutta la mia facciatosta dissi "anche io sono nelle tue condizioni, Paolo aiutalo tu che hai le mani pulite" Se volevano giocare sporco avevano trovato pane per i loro denti, passai il preservativo a Paolo e Simone si spostò dalla sua parte, e mentre Paolo tentava di mettere il cappuccetto al pene di Simone che io, con la mano, tenevo fermo di fronte a lui, presi in mano anche il membro di Paolo e cominciai a masturbarlo dolcemente facendogli perdere concentrazione tanto che dovette ripetere un paio di volte l’operazione prima di riuscire ad incappucciare Simone. Vi assicuro che idealmente il tabellone segnò dieci a zero per me. Volevo stravincere e avvicinai la bocca al sesso di Simone che stava a 30 centimetri dalla faccia di Paolo, anche se c’era di mezzo il profilattico era pur sempre il cazzo di un altro uomo che stavo succhiando ma non mi bastava per cui con estrema dolcezza misi la mano sulla nuca di Paolo e con lo sguardo fisso sui suoi occhi prima lo baciai e poi avvicinai la sua bocca al membro di Simone. Simone parve apprezzare la cosa e ricambiò il mio sguardo con un cenno di riconoscimento alla vincitrice, ci mancò poco che mi dicesse "batti cinque" porgendomi il palmo della mano. Si vedeva che per Paolo si trattava di una violenza alla sua mascolinità però mi sembrava una punizione adeguata alla storia in cui mi aveva coinvolto e che pian piano le mie sinapsi stavano rielaborando facendo combaciare dettagli insignificanti presi da soli ma che collegati gli uni agli altri portavano ad una cospirazione incredibile. Fu Simone ad interrompere la cerimonia di iniziazione di Paolo, lui ambiva a ben altro trofeo, l’olio che ricopriva il mio corpo era ancora tanto e quando Simone si stese su di me sentii il suo corpo aderire come una ventosa. Raggiunse il mio viso, mi fissò intensamente, stava avvicinando le sue labbra, in quel momento capii il rifiuto che provano certe donne a baciare il compagno occasionale, nella vagina o anche nell’ano puoi accogliere di tutto ma la bocca è la porta dell’anima e congiungerla con un’altra bocca coinvolge il tuo spirito, sentii le sue labbra, come erano diverse da quelle di Paolo, pensai, poi sentii quel serpente della sua lingua che tanta estasi aveva suscitato in me, entrare dentro di me, si muoveva come un predatore che arriva alla tana del nemico, come una faina che entra nel pollaio e fa strage. Tentai di contrastarla con la mia lingua me questa ne fu avvolta e risucchiata, fui costretta a spalancare al bocca e fui riempita dalla sua lingua, sentivo la sua saliva scorrere dentro la mia bocca, poi si calmò, dolcemente prese a solleticarmi il palato, ad insinuarsi sotto la mia lingua, la sua era talmente lunga che me la sentivo quasi in gola, era dolce e morbida. Era una lingua abituata a far impazzire chiunque avesse a che fare con lei, sentii le sue gambe farsi strada in mezzo alle mie, aprii gli occhi e attirai a me la bocca di Paolo voleva essere l’estremo saluto al mio compagno prima di accogliere Simone, notai un lampo di smarrimento negli occhi di Paolo, non ebbi pietà di lui, mi aveva corrotto e anche se gliene ero profondamente grata meritava quella punizione, sempre che la considerasse come tale. Ripresi a baciare Paolo e allargai ancora di più le gambe, ora non aspettavo altro che sentirlo, accarezzare il suo arnese congestionato con gli umori della mia intimità. Simone puntò il suo membro all’ingresso della mia vagina, lo fece scorrere un paio di volte a titillare il clitoride che si era erto pronto a recepire un’altra dose di piacere, quel massaggio mi faceva impazzire, poi Simone entrò, il glande si fece strada tra le grandi labbra, ero tutta fradicia di umori e di oli che quando superò l’ingresso della vulva, in astinenza da un mese, sentiti una contrazione di piacere, sentivo che la vagina stava prendendo le misure del nuovo arrivato, si stava dilatando per accoglierlo confortevolmente, poi… lo accolsi completamente. Dio mio! Che sensazione, era più grosso di quello che mi sarei aspettata, probabilmente l’eccitazione aveva dilatato le sue dimensioni, attese che fossi pronta e incominciò a contrarsi senza muoversi, mi ricordai di una trasmissione televisiva che parlava di amore e orgasmo tantrico, con gli amanti che si accarezzano con la contrazione dei muscoli del pene e della vagina. Ci avevo provato, senza successo con Paolo, ma dopo un paio di minuti la passione ci aveva travolto e avevamo abbandonato le velleità amatoriali orientali. Provai a seguirlo e iniziai a contrarre i muscoli della vagina, lui rispondeva e al tempo stesso sfregava la radice del pene sul mio clitoride, stavo provando un piacere nuovo, sentii la voglia di abbracciarlo di attirarlo a me. Che strano abbracciare una persona diversa dal partner abituale, tutto è diverso: la schiena, la nuca, le braccia, i fianchi, il sedere, le gambe, le palle, il cazzo, il torace, il collo, l’odore, il sapore, il suo modo di respirare, il modo di contrarre i muscoli, il modo di godere e di farti godere. Simone era il secondo uomo della mia vita, ma anche adesso che gli uomini con cui sono stata superano abbondantemente la dozzina rimango dello stesso parere, nessuno è uguale ad un altro, anche senza parlare con una persona se la conosci intimamente ti puoi accorgere delle differenze che la fanno unica. Simone comunque era quel che si dice un vero professionista, profondo conoscitore della psicologia e della sessualità femminile era in grado di cambiare registro per soddisfarti, esplorava sempre nuove strade, non si fidava di nessuno, neppure dei gusti delle sue clienti, si reputava il migliore e scopriva sempre il lato oscuro del piacere di una donna. Nel suo lento incedere aveva incominciato a seguire il mio respiro, con la guancia mi stava chiudendo il naso costringendomi a respirare con la bocca, stavo respirando dalla sua bocca che teneva incollata alla mia, capii quello che stava facendo e lo assecondai anche quando sentivo che la testa si faceva leggera per il tasso di anidride carbonica che stava aumentando nel sangue, però le sensazioni si stavano acuendo, oramai mi stava scopando con tutto il corpo e il movimento dei sui fianchi aveva preso un ritmo più svelto, lo tenevo stretto a me con le braccia e con le gambe sollevate sino a cingergli i fianchi, il suo pene usciva sempre di più dalla mia vagina e affondava di colpo scuotendomi dalla testa ai piedi. Ad un certo punto cambiò l’inclinazione della penetrazione e prese a muoversi in modo circolare, subito ebbi la sensazione di essere penetrata da un pene di enormi dimensioni, ebbi delle contrazioni, Simone cessò quasi di respirare ed io con lui, allora l’orgasmo scoppiò all’improvviso violento e sconvolgente, la sensazione si irradiava dalla vagina e si irradiava nella pancia, le gambe presero a tremare convulsamente e un’ondata di piacere mi avvolse, mentre il collo si contraeva all’indietro e la boccata di ossigeno quasi mi bruciò il cervello tanto che fui scossa da un paio di colpi di tosse violentissimi. Anche Simone però era arrivato al capolinea, uscì dalla mia pancia e dopo essersi tolto il profilattico proruppe in un urlo di piacere mentre scaricava fiotti di schiuma su tutto il mio corpo per poi accasciarsi sfinito su di me. Voltai lo sguardo e colsi lo sguardo incredulo e meravigliato dipinto sul viso di Paolo, aveva ottenuto quello che andava cercando? 18064 8 8 anni fa
- incontro Una delle foto che mi vedeva ritratta in maniera eloquente, poggiata in bella vista sul tavolino, rivelava in modo palese di un'indole ormai non più segreta per l'individuo che avevo di fronte. Confessando ciò che era stato reso così evidente mi adeguai alle particolarissime circostanze assecondando esplicite voglie posizionata sulle sue ginocchia, permettendo che potesse rivolgermi quelle libidinose attenzioni che altre immagini appese alle pareti dovevano aver di sicuro contribuito a stimolare. Poca importanza a quel punto avrebbe potuto rivestire l'aspetto della persona in se, imponendomi di non subire condizionamenti che impedissero di superare ogni possibile forma di pregiudizio, lasciandolo libero di approfittare impunemente della situazione che si era creata. Sollevandomi l'orlo del vestito e scoprendomi sino alle reni, verificando nel contempo che non indossavo biancheria intima, prese a manipolarmi sulla clitoride soddisfatto nel sentirmi subito fradicia di umorali passioni. Impossibilitata a reprimere del tutto ciò che provavo venni esplorata sempre più in profondità, pervasa da incontenibili fremiti nel subire un simile trattamento. Consapevole di poter disporre di me come avrebbe voluto, dopo avermi fatta spogliare del tutto, godendo compiaciuto della mia completa nudità eretta statuariamente davanti a lui in equilibrio sulle elevatissime calzature dal tacco finemente appuntito, ubbidiente ad un suo perentorio cenno, mi prostrai iniziando a stimolarlo oralmente come pretese. Solo in seguito il mio compagno avrebbe appreso quanto avvenuto durante quel singolare convegno attraverso il quale un numero inaudito di orgasmi era stato condiviso sino a condurmi verso quell'euforia sensoriale capace di farmi perdere la ragione. 1701 0 8 anni fa
- L'altra routine Riguardo la foto.....quel cazzo dritto così pronto che già così mi fa immaginare tutto il piacere che potrebbe donarmi e.....nn riesco a prendere sonno. Continuo a pensare a cosa vorrei fargli....a cosa vorrei che lui facesse a me.....il sangue comincia a pulsarmi la' in basso, smanio. .... La casa è silenziosa, solo il respiro dei bambini che dormono, mi alzo e prendo il vibratore dalla scatola. ...nn resisto. ...ho bisogno di un orgasmo. .....mi sdraio e comincio a passarlo lungo tutto il mio sesso mentre in testa mi scorrono immagini di tutti i generi. ...più o meno esplicite. ...miele sui capezzoli succhiati con veemenza, mani che frugano ovunque, anche un' orgia saffica ad un certo punto......certo se mi concentro invece sul ricordo è più facile. .....un amplesso con le mie braccia bloccate dalle sue....sono tremendamente bagnata....passo il vibratore davanti e sopra al clitoride e lì so che a breve sentirò gli spasmi.... Dopo l'orgasmo....un giramento di coglioni infinito.....tutto questo parlare e parlare e parlare....spaccare il capello in quattro delle proprie voglie e fantasie....e di cosa farei e non farei....tutta questa eccitazione sprecata.....conclusa con un'arida masturbazione.....non ha alcun senso. Ha ragione LUI devo trovarmi un amante, non posso continuare ad aspettare, il tempo passa...... Anche la mattina dopo questa sensazione è ancora viva, sono sempre eccitata, continuamente, guardo gli uomini che mi passano accanto e, se ne vedo uno che mi può piacere, mi soffermo....fantastico. .....non posso andare avanti così. Prendo il telefono e......nonostante non sia quello che voglio fino infondo....mando un messaggio a Giancarlo, dopo circa 4 anni....mando un fottuto messaggio a Giancarlo. Semplice e abbastanza chiaro: posso offrirti un aperitivo? Ci mette più di 2 giorni per rispondere "quando vuoi" e so che gli è costato parecchio, ma mi sento lusingata che abbia risposto. ...dopo il modo in in cui sono sparita. Ci diamo appuntamento a San Lorenzo in una vineria a metà strada tra casa mia e casa sua.....è come incontrarsi in territorio neutro, giusto per capire dove vogliamo o possiamo andare a parare. Arrivo per prima, la solita ansiosa, lui dopo 10 minuti. Più magro, un accenno di barba, i capelli un pò più corti...."sempre un bell'uomo" penso. Sarei curiosa di leggere i suoi pensieri, di sapere cosa gli balena nella mente quando mi vede. È buffo.....non c'è imbarazzo, come se non fosse passato così tanto tempo, e riprendiamo a parlare come fossimo solo stati in pausa. La stessa sintonia confrontandoci sul lavoro, la stessa tendenza ad evitare i discorsi scomodi. ....il suo atteggiamento però è diverso, lo sento freddo, disponibile ma freddo. È facile scivolare sulle confidenze, quelle più private e....infondo siamo entrambi qui per questo. Dopo un paio di Spritz e tante chiacchiere, non c'è bisogno di dire altro, riprendiamo la vecchia routine....due auto che si muovono verso la stessa meta. L'appartamento è come lo ricordavo, perfettamente in ordine, quasi mi aspettasse, ed io....mi sento a casa. Mi dirigo verso la dispensa e scelgo una bottiglia di vino, ma non mi da il tempo di trovare l'apribottiglie. Dietro di me Giancarlo mi accarezza, lo sento già eccitato. Le sue mani mi sfiorano con una lentezza disarmante, dietro il collo, sulle scapole, lungo i fianchi, una mano stringe una natica, l'altra costeggia l'elastico di un'autoreggente. Si avvicina al mio sesso ed io....allargo le gambe, il massimo che posso, vista la gonna stretta. Ma non affonda....continua a girare intorno, mentre io ne ho sempre più voglia. Poi con entrambe le mani mi tira i capelli, mi torce la testa per poter mordere il collo esposto....non so se lo fa perché sa quanto questo mi piaccia o per punirmi del passato. Opto per la seconda, visto che mi volta con forza e guardandomi negli occhi, si slaccia i pantaloni. Il suo membro è eretto e pulsante. Lui, sempre per i capelli mi fa inginocchiare, Sono tentata di ribellarmi ma.....sono anche molto eccitata e sono sicura che con un buon pompino lui plachera' la rabbia che ha covato verso di me. Lo assaporo con calma....partendo dalla punta, scendendo e risalendo.....sento che gli piace ma....non vuole darmi questa soddisfazione, mi guarda serio, stringendo di più i miei capelli e sforzandosi (ne sono sicura) di non emettere un gemito. È frustrante da morire ma....io continuo, impegnandomi di più, leccandolo dalle palle alla punta e aiutandomi con le mani. Lo gusto appieno, lo guardo, dal basso, cercando un aggancio ma.....lui, glaciale, mi trapassa. Non riesce però evitare l'orgasmo che lo scuote. Il suo sperma è ovunque su di me. Giancarlo si scusa a mezza bocca ed io trovo così uno spiraglio "e di che?" rispondo sorridendo, e fingendo di non aver colto la sua aggressività mi sfilo il vestito. Resto in guepiere davanti a lui, tanto il mio corpo lo conosce a memoria, in ogni angolo segreto, deve solo riprendere l'antica dimestichezza. Funziona. È spiazzato.....più rilassato sicuramente. Mi prende per mano e mi porta in bagno, butta un asciugamano per terra davanti al lavandino e con una lentezza devastante comincia a lavarmi....il viso, il collo, il décolleté, infila un dito nel reggiseno, intorno al capezzolo, che punzecchia e stringe. Ora sono pulita e.... tremendamente eccitata. Mi morde.....sa quanto questo mi scaldi.....sentire il suo desiderio un pò animalesco....il bisogno di prendermi e possedermi.....e non riesco a trattenere il mio piacere. Lui mi sfila lo slip, si inginocchia, mi allarga con le mani e comincia ad assaggiarmi, in mezzo alle natiche, scivolando avanti e indietro dal mio sesso all'ano. Mi vengono meno le gambe e mi allungo sul lavandino. La sua lingua è fantastica, insaziabile, delicata e vigorosa al tempo stesso ed io sto per raggiungere l'orgasmo. Gli prendo la mano e lo aiuto ad infilare un dito dentro di me così che in questo modo posso impazzire.....ed è quello che accade....è fuoco dentro, il mio sesso pulsa fortissimo, i miei sensi sembrano venire meno e gemendo con foga, mi lascio andare. A questo punto mi penetra, e sono così bagnata da avere difficoltà a farlo rimanere dentro..... il suo movimento è possente, quasi violento, sento che se potesse vorrebbe attraversarmi completamente....avvinghiato ai miei seni, li stringe, mi fa male ma nn ci penso....ho solo il desiderio di lasciarmi andare di nuovo....come un pezzo di carne....come un fascio di pelli che gode del totale abbandono. Sì è un abbandono totale....è un "fai di me quello che vuoi, anche se sei incazzato da morire...anche se odi me e il mio corpo, anche se odi il desiderio che provi per me...". Con voce roca, tra una spinta e l'altra mi sussurra nell'orecchio: "contenta ora? Sei qui per questo...volevi questo...!!" E come faccio a spiegargli che no, non volevo questo, volevo altro che non potevo avere e lui era solo un mezzo, un mezzo per sfamare la voracità del mio sesso, per curare i graffi nella mia anima. Per fortuna Giancarlo è dietro, immerso in un amplesso che sembra senza tempo ed io nello specchio guardo il mio rimmel un po' colato. Fa fatica a venire di nuovo, lo sento che con la testa è altrove. Per fortuna col suo cazzo è dentro di me però. La mano che prima stringeva il seno scende, mi stringe il bacino, aiuta il movimento, quel su e giù che diventa sempre più veloce, frenetico...finché l'orgasmo non mi pervade, ed è potente, mi scuote dall'interno, mi sento liquida, tutte le emozioni si disperdono, e le lacrime scendono copiose. Subito dopo anche Giancarlo viene, il suo seme mi cola tra le gambe, appoggia la sua testa sulla mia schiena e mi bacia teneramente il collo. Tutto sembra tornato magicamente indietro...per qualche secondo siamo nuovamente amanti, leggeri complici di una routine parallela. Non lo so se è cio' che voglio, ma certo dopo questa scopata ho davvero bisogno di un buon bicchiere di vino. In cucina, è già pronto un calice di Amarone che mi aspetta...in questo io e Giancarlo siamo sempre in sintonia! 25 2 8 anni fa
- Prima esperienza Appena single, nuovamente - due matrimoni, 4 figli - 5 anni fa ho reiniziato una nuova vita sessuale frequentando all'inizio coppie (m/f). Una esperienza sconvolgente e coinvolgente. Già dalla prima volta una coppia mi fece notare come il mio corpo, ancorchè da maturo,, era efebico, snello senza peli, liscio e mi convinsero a depilarmi tutta ed indossare intimo femminile. Diventai trav. Ovviamente la coppia in questione mi fece subito mettere al lavoro (bocca, pecorina e quant'altro) mi piacque molto. L'esperienza migliore con una delle prime, una coppia trovata su Web, amanti, sono venuti: lui 50enne, attivo e molto dotato - lei 40enne in forma. Dopo conoscenza e convenevoli d'uso abbiamo iniziato a giocare: in due - io e lei - abbiamo iniziato a succhiare/leccare il membro di lui (20 cm, molto largo)...lei, intrigata da come lo leccavo, mi ha detto: lo vuoi prendere? Non ho esitato neanche un secondo (anche se a quel tempo ero all'inizio del mio percorso da passiva ed anche perchè la mia seconda moglie amava scoparmi con strapon, cosa che è sempre piaciuta, così che ero già "apertina")... mi son messa a pecora e..zac... me lo ha infilato tutto... ho emesso un sospiro sia di dolore ma anche di gioia..... mi ha pompato come non mai, aprendomi (come si dice: come un'albicocca) riempiendomi tutta anche di sborra (non ho fatto in tempo ad opinare:sesso sicuro o no)...ho goduto tantissimo, mentre la moglie si dilatinava il clito. Tornata dal bagno lui era di nuovo duro (lungo e grosso) dentro la moglie, nel culo, a pecora che, giustamente ansimava...allora mi sono infilata sotto di lei iniziando a leccarle la fica (mi piace molto e sono brava), fino a che lei è venuta in modo incredibile facendomi bere (paradisiaco) i suoi succhi....... a quel punto lui.... ha sfilato il cazzo dal culo della compagna e mettendomelo in bocca ed ha unito i suoi fiotti di sborra ai succhi della compagna. Ho bevuto tutto...un ottimo cocktail. Congedandosi, lui ha detto: una delle migliori scopate della mia vita 23 0 8 anni fa
- Gravina di catania: a casa della mia sweet Come ho sempre fatto, quanto segue è frutto di vita realmente vissuta e scritto di “botto”, senza alcuna cura dell’itaGliano. Ormai sono passati due anni da quando ho conosciuto la mia sweet. Non sto a raccontarvi come è scattata la voglia d’incontrarsi o i primi incontri; bensì vi racconto una delle svariate volte che sono andato a casa loro. Si a casa loro, in quanto lei è sposata e il marito molto complice con la moglie e quindi consenziente. Per questo lo ringrazio vivamente per la fiducia che mi ha dato, mi dà e spero vorrà darmi in futuro. Ormai siamo diventati grandi amici con lei, mentre con lui ci siamo visti una sola volta in occasione di una pizza; giusto per conoscerci e capire se poteva fidarsi di me. Dopo i primi incontri avvenuti tra macchina e hotel, lei un giorno mi invita a pranzo, in quanto la prole era fuori in gita, il marito in trasferta per lavoro e quindi era da sola. Ovviamente non posso rifiutare e accetto volentieri. L’invito arriva dopo oltre un anno d’incontri e quindi già c’è tanta fiducia, stima e molta amicizia. Passo da Savia, nota pasticceria di Catania e acquisto alcuni dolci, giusto per non presentarmi a mani vuote, anche se mi sarebbe piaciuto regalarle in quell’occasione una bella cavigliera da farle indossare rigorosamente al piede destro (purtroppo il tempo è tiranno, ma troverò modo e tempo per farle questo omaggio). Come un orologio svizzero arrivo puntuale sotto il portone, l’adrenalina a mille, il cuore pulsa il sangue al cervello sempre come se fosse il primo incontro. Mando il solito sms: “Troia sto salendo dalle scale”. Arrivo al piano e trovo la porta socchiusa, apro e……….trovo lei completamente nuda nel corridoio seduta su un cuscino; cosce aperte che si stava masturbando con il fallo in gomma. A quel punto come se invece di avere due braccia avessi i tentacoli, con una mano chiudo la porta a chiave dando forse tutte le mandate, con una tolgo camicia, con l’altra mi sfilo i pantaloni, con l’altra gli porgo il cazzo in bocca mentre lei continua ad infilarsi il cazzo di gomma in fica. Siamo entrambi nudi, sdraiati sul pavimento del corridoio. Le lecco la fica, la mia lingua va su e giù tra le grandi labbra, inizia a fremere e mi sussurra: “Porco……..continua! Continua…..arrivo”. A quel punto oltre a leccarla, le infilo anche due dita dentro e con movimenti molto lenti, rotatori e decisi inizio a masturbarla, mentre con la punta della lingua continuo a titillarle il clitoride. Inizia a colare…..un fiume di umori, fino a…..quando squirta, inzuppando il cuscino con i suoi umori. Ci alziamo, la abbraccio e finalmente ci baciamo e salutiamo. L’abbraccio pieno di passione, le lingue che si cercano nelle nostre bocche, una lingua meravigliosamente ancora vogliosa. Mentre continuiamo a palparci ci spostiamo verso la camera da letto ma…..con la coda dell’occhio intravedo quel divano rosso. Come un toro la getto a pecorina su quel divano e ricomincio a leccarle la fica. Movimenti sempre lenti….ora il buco del culo, ora la fica, le palpo i glutei, i fianchi, istanti di fermo e nuovamente una slinguazzata sul buco del culo, nuovamente silenzio e fermo, una titillata sulle labbra della fica. Lei ricomincia a fremere e….a colare. Il caldo dell’estate unito al movimento fisico inizia a farsi sentire, lei si alza mi fa sedere sul divano, posiziona il ventilatore verso di noi con il climatizzatore a palla. Si avvicina, s’inginocchia e…..mi guarda negli occhi sussurrandomi: “Guarda porco! Guarda la tua troia come ti spompina”! A quel punto, nella mia mente comincia a suonare un ritmo frenetico alla Played a live dei Safri Duo (noto gruppo musicale che ha adattato musiche di Bach e Chopin a suoni tribali – precisazione dovuta per farvi capire il tipo di persona che sono). A quel punto dandomi le spalle, la faccio impalare sul mio cazzo e cominciamo a scoparci. Lei si sbatte verso di me ed io la sbatto verso di lei. I sudori colano su quel divano rosso di pelle che alla vista, come un toro, si accesero gli istinti animali che ho dentro. Un movimento deciso, passionale accompagnava i nostri corpi durante quel suo terzo amplesso seguito dalla mia prima lunga e copiosa sborrata dentro la sua stretta e meravigliosa fica. Sfiniti ci siamo asciugati, ricomposti e…..abbiamo iniziato a pranzare. Un meraviglioso pasticcio di lasagne da leccarsi i baffi, seguito dal secondo e…dai dolcetti che avevo portato io. Questi ultimi, alla fine, utilizzati per inzuppare la mia cappella nella mouse e fargliela mangiare unitamente ad un bel pompino. La prendo la faccio sedere sul tavolo e ricomincio a scoparla. Dopo i primi colpi, mi fermo e le chiedo: “Lui dove si siede”? Lei mi guarda e mi fa segno verso la direzione esatta. Inutile dirvi in quale punto del tavolo abbiamo proseguito…….. Dopo l’ennesimo suo squirt, ci siamo trasferiti nella camera da letto, ben climatizzata. Lenzuola blu, luci soffuse e…..abbiamo ripreso a fare l’Amore…… 26 0 8 anni fa
- Istinto animale Salve a tutti,siamo una coppia che si è avvicinata al mondo scambista da un paio d'anni e amiamo realizzare le fantasie sessuali che per molto tempo ci siamo tenuti dentro.Frequentiamo volentieri un noto locale scambista nel vicentino e sin dalle prime volte che ci siamo stati, sono sempre stata attratta da una stanzetta dove si può praticare il "glory hole".Inizialmente non ho manifestato subito interesse perchè un po' mi vergognavo nel confessare al mio compagno il mio desiderio di entrarci e mettermi a disposizione dei maschi che si posizionavano all'esterno.Una sera, li al locale, mentre camminavamo al buio nel corridoio che circonda il glory hole, ho iniziato a sentire dall'interno dei sospiri. Ho chiesto al mio compagno di fermarsi un attimo e con le mani ho iniziato a palpare nel buio attraverso uno dei fori che comunicano con l'interno. Ho trovato subito il corpo di una donna che ho iniziato ad accarezzare e salendo mi sono trovata tra le mani il pene in erezione del suo compagno che era dentro con lei. Senza pensarci troppo ho iniziato a masturbarlo con una foga ed una voglia che non mi era mai capitata. Mi sono ricomposta ed ho continuato la visita con il mio compagno. La serata è poi trascorsa all'insegna dell'eros ma una volta in macchina, tornando a casa, ho confessato al mio compagno l'eccitazione che avevo provato nel prendere in mano quel pene duro al buio. A quel punto lui mi ha chiesto: "Ti piacerebbe provare ad entrarci la prossima volta?". Imbarazzata ma decisa risposi subito di si ed insistetti per tornarci subito il sabato seguente. Per l'evento avevo indossato scarpe nere con tacco 10, autoreggenti ed un miniabito piuttosto trasparente senza intimo sotto. Ricordo che mentre ballavamo ad inizio serata, io non vedevo l'ora di entrate nel privè e provare quella nuova esperienza. Dopo un paio di bicchieri ero eccitatissima e pronta. Ho afferrato il mio compagno per la mano e mi sono diretta all'interno del privè e senza esitare sono entrata nella stanza del glory hole chiudendola con il lucchetto alle mie spalle. Il buio mi ha subito disinibita e in un attimo mi ero sfilata il vestito restando in tacchi ed autoreggenti.Confesso che il mio compagno mi ha aiutata molto a sciogliermi invitandomi a fargli un pompino in prossimità di un foro di comunicazione con l'esterno. Mentre glielo succhiavo ho iniziato a masturbarmi lentamente. Ero bagnatissima per l'eccitazione. Il primo curioso non tardò ad arrivare. Allungò una mano verso di me ed iniziò a palparmi il seno. Prima lentamente, poi con più forza. Mi strizzava i capezzoli fino a farmi quasi male. Ma io lo lasciai fare. Quando scese con la mano io allargai le gambe aiutandolo nella ricerca. Senza troppi complimenti mi penetrò avidamente con le dita della mano aumentando il ritmo nel sentirmi godere senza pudore. A quel punto ero pronta. Temevo un po' per paura di malattie, ma quando il suo pene eccitato fece capolino, glielo afferrai con forza e lo presi in bocca affamata come non mai. Mi impegnai moltissimo cercando di soddisfare le sue voglie fino a proporgli un preservativo che indossò senza perdere tempo. A quel punto non potevo più tirarmi indietro. Mi girai chinata verso la feritoia offrendogli il mio corpo. Mi penetrò con forza in modo animalesco. Sentivo che voleva usarmi e la cosa mi eccitava. Uno sconosciuto al buio mi stava scopando da dietro mentro facevo un pompino al mio compagno.Ad un tratto si fermò, tolse il preservativo riproponendomi il pene libero. Ero nuovamente indecisa, ma il mio compagno mi girò afferrandomi per i fianchi e cominciò a pomparmi forte. Poi mi afferrò per i capelli da dietro e mi spinse la testa sul cazzo di quello sconosciuto. A quel punto, veramente stravolta dall'eccitazione, mi abbandonai al piacere succhiandolo fino a sentirmi riempire la bocca di sperma. Mi girai verso il mio lui facendo scedere lo sperma dalla bocca lungo il corpo. "Sei una porca" mi disse. "Ora che hai capito come funziona continua pure". Trascorsi più di un'ora a fare sesso con tutti i mebri che facevano capolino dalle feritoie. Ero eccitatissima di vedere tutti quei peni duri per me e soddisfatissima nel riuscire a farli venire sul mio corpo. Ne contai otto in tutto. Quando ne ebbi abbastanza lo comunicai al mio compagno. Mi infilai il vestito al buoi senza ripulirmi dallo sperma. Uscii dalla stanza e mi diressi verso il bagno.Allo specchio mi resi veramente conto dell'accaduto. Ero zuppa di sperma dalla bocca fin giù lungo le gambe. Il mio lui mi scopo' da dietro con una foga insolita. Mi eccitava sentirmi dare della troia e raggiunsi un orgasmo mondiale. Lui mi venne dentro con gli ultimi colpi che quasi mi fecero male.E' stata una esperienza incredibile. Un po' troia mi sono sentita, ma anche coraggiosa nel riuscire a realizzare la mia fantasia e fortunata ad avere un compagno così porco e sessualmente libero.Un bacione dalla vostra Pornolisa. 4505 4 8 anni fa
- la prima volta a quattro come si può convincere una donna a provare a fare qualcosa di diverso... che in cuor tuo sai che le farà provare qualcosa di indescrivibilmente piacevole...anche se lei rifuggeva quest'idea...ma io ne ero convinto...e ci sono riuscito!!lei non ha mai considerato un incontro a quattro...se è per questo nemmeno a tre, ma questo è passato...ora, avendolo provato, avendolo gustato, avendo la consapevolezza di questa trasgressione, si sente più donna...ora è indispensabile che le faccia sentire qualcosa di più, uno step che le faccia provare cosa significa avere le attenzioni di una donna....delle carezze che nessun uomo è in grado di fare..ma la cosa non è facile...districarsi tra le richieste di molte coppie che si propongono...alcune sono navigate, altre non lo sono nemmeno un po'...altre non sono altro che dei fake messe lì per tentar di fare breccia verso coppie che non vogliono saperne dei singoli...all'improvviso un bagliore di luce....una mattina la sto guardando mentre fa gli esercizi...sono le sei di mattina e lei, come ogni giorno, fa i suoi quaranta minuti di esercizi per mantenersi tonica...io guardo distrattamente il pc e noto l'arrivo di un messaggio..telegrafico..banale, forse...diceva; mattinieri...ed io rispondo che sto osservando mia moglie nuda che fa esercizi...giusto per rompere il ghiaccio.da lì un continuo viavai di messaggi, sempre con una naturale simpatia... fino a quello che stabilisce un incontro conoscitivo..difficile per noi, abbiamo bimbi piccoli ..diciamo...come risposta...anche noi..il fatto di avere a che fare con una coppia che presenta delle similitudini fa molto piacere...e fa crescere la curiosità di farne conoscenza...stabiliamo di incontrarci a venezia, nostra meta preferita domenicale..con tutta la prole al seguito...Più facile dirsi che a farsi..avete presente com'è venezia alla domenica? come un mercato rionale all'ora di punta...perdipiù trovare una famiglia con cui non hai dato un punto preciso, ma solamente nelle vicinanze del ponte di rialto poi..ricomincia l'altalena dei messaggi....ma alla fine ci riusciamo.ci conosciamo..lui un tipo giovanile, più o meno come me...più o meno stessa età...tutti e due accomunati dal dover badare ai figli piccoli...lei, si presenta ma non fa ora a scandire le ultime sillabe del suo nome ed è subito alla ricerca del pargolo che le sfugge di mano..comunque si fa notare per la sua altezza, con un paio di occhialoni scuri che scopriremo più tardi nascondere dei bei occhi azzurri...le due lei si presentano e scatta la classica intesa femminile, subito a parlare fitto fitto di cose che noi uomini siamo estromessi, tanto dobbiamo pensare alle prole..riusciamo ad approdare in un bar dove beviamo un caffè e dopo un'ora di chiacchere ci congediamo, con la promessa di sentirci via messaggio o telefono.le nostre impressioni sono più che buone, l'intesa sin da subito si è rivelata ottima..lui un bell'uomo che vuol far conoscere alla sua donna delle sensazioni diverse, del sesso allo stato puro...praticamente il mio credo!nei giorni seguenti ci sentiamo, sempre con un piacere crescente, finchè, dopo mille peripezie, fissiamo un giorno per poter conoscerci ancor di più.la mia lei si è preparata, vuole far sfoggio della sua prorompente e naturale bellezza...ha messo in uso tutta la sua lingerie più sexy, i tacchi alti...la minigonna che fa intravedere le calze sorrette dal reggicalze...un vero bocconcino..o un vero regalo di natale pronto per essere scartato (come mi ha suggerito l'altra lei).entrano nella nostra casa...lui è vestito casual, jeans e maglietta...lei ha un bel paio di stivali al ginocchio con un bel tacco a spillo..calze e reggicalze (ma questo lo avevo già notato quando stava scendendo dall'auto...piegandosi per prendere la borsa avrebbe fatto felici un migliaio di voyeur con quella bella veduta di un bel culo scoperto..)cominciamo a parlare e il nostro dialogo è piacevole, cordiale, come dei vecchi amici conosciuti da tempo....ma come è possibile?questione di feeling, qualcuno suggerirebbe...ed è proprio così..precisiamo i nostri limiti..ma li avremmo realmente rispettati?andiamo avanti con i discorsi..facciamo vedere la nostra produzione video pubblicata su di un sito amatoriale e l'atmosfera si fa più calda..ma non si sblocca...però sono sicuro che è da tutti desiderato...l'altra lei ha un interesse, non molto celato, per il seno di mia moglie...e' molto sodo..dice..ed io colgo l'occasione...toccalo...lei lo avvolge con la sua mano e ne resta entusiasta, tanto che il marito subito replica...e conferma quello che la moglie ha appena detto..ma non succede nulla!chiedo, se lei ha voglia di provare qualche posizione per fare delle foto...lei acconsente.ho voglia di vedere mia moglie che prende un bel sedere con le mani piene, con le unghie piantate nelle natiche...lei segue i miei suggerimenti e viene fuori una immagine bellissima...dopo accontento il desiderio che mi ha espresso la nostra ospite...ma in cuo mio anche io voglio vedere una donna baciare il seno di mia moglie...lei chiede alla mia donna se non le da fastidio se la bacia...ah, non ho precisato che mia moglie non è bsx, anche se qualche pensiero lo ha fatto...comunque lei si avvicina al capezzolo ed apre la bocca...con la lingua comincia ad assaggiarlo, ci prende gusto e con la bocca aperta lo bacia con voluttà...non avevo mai visto una scena così eccitante ed allo stesso tempo così naturale..una donna che bacia il seno di mia moglie.....l'atmosfera comincia a scaldarsi...le due lei danno sfoggio dei loro corpi sinuosi e noi maschietti cominciamo a liberarci dei vestiti...invito la nostra ospite ad assaggiare mia moglie...lei non ha mai conosciuto una lingua femminile che esplori il suo sesso..lo ha immaginato..ma ora è diverso, lei è lì, pronta a farle provare questa nuova esperienza...comincia a leccarla..lei le prende la testa e non la lascia..comincia a farle provare l'estasi della lingua sul suo clitoride, e le piace, molto..mentre è in estasi, le porgiamo i nostri membri ed uno alla volta lei li prende, ingordamente, e cominciamo ad assaporare la sua bocca nei nostri sessi...ora è il momento di far sentire il calore della mia donna al nostro ospite...lo facciamo stendere e faccio salire la mia lei sopra il sesso di lui, ma senza inserirlo...era negli accordi...così invito la moglie a sostenere il sesso del suo uomo contro le labbra della vagina della mia lei, che comincia a strofinarsi, bagnata, molto bagnata....le regole poco prima fissate, cominciano a barcollare...il cazzo di lui comincia a percepire il caldo pertugio dove naturalmente dovrebbe introdursi...la mano della moglie alla fine lo sospinge dentro e comincia l'estasi del maschio...assieme a quello della moglie che lo bacia intensamente...sta godendo anche lei di tutto questo...io nel frattempo mi sono goduto lo spettacolo..e che spettacolo...ho il cazzo che non ne può più di far da spettatore....chiedo alla nostra ospite se riesce ad inumidire il mio membro con un pò di saliva, e mi accontenta prendendolo in bocca con una maestria pari a quella di mia moglie...me lo inumidisce per bene e la invito a farsi da parte...io so che farò qualcosa che loro non sono preparati..mia moglie è sopra di lui e lo sta cavalcando...la fermo e la faccio abbassare, offrendomi il suo culo bellissimo e la sua fica impegnata con il cazzo del nostro ospite....prendo il mio membro e lo appoggio sopra all'altro e spingo, entrando nella fica occupata, ma tanto era grondante di umori che la mia entrata è stata agevole...vedo gli sguardi esterrefatti dei nostri ospiti...comincio a fare quello che lei desidera..essere posseduta da due cazzi dentro la sua fica accogliente....Comincia così una cavalcata a due in quel buchetto bagnato di umori dolcissimi....che continuerà fino ad un dirompente orgasmo di lei che, non appena inizierà ad urlare per il piacere, si ritroverà con l'altra mogliettina che le tapperà la bocca con un bacio passionale....bellissimo!!! Mia moglie in quel momento non so se è riuscita a capire quante persone si stavano dedicando a Lei...certo è che il risultato è andato oltre le più rosee delle previsioni...purtroppo anche le belle cose hanno fine e, causa la tirannia dell'orario ci siamo congedati, certi di uno prossimo incontro, tanto è stato eccitante il primo. 14065 8 8 anni fa
- la donna dei suoi sogni Luca aveva 22 anni quando Stefania, una donna di 43 anni venne ad abitare vicino a lui. Stefania era una bella donna, curve al punto giusto e un seno bello sodo. Sposata con una figlia di 4 anni! Si mostrò da subito disponibile e gentile con i genitori di Luca tanto che nacque una bella amicizia con sua madre e molti pomeriggi li passava a casa sua a parlare con lei mentre sua figlia giocava con sua sorella, anche lei di 4 anni. Luca un po' timido e quando Stefania veniva a casa sua, non parlava più di tanto. Stefania vestiva sempre con gonne larghe e camicette che portava sempre un pò sbottonate tanto da far intravedere il reggiseno. Luca desiderava Stefania e molte volte era l'ispirazione dei suoi momenti intimi quando era in bagno o solo a casa. Un giorno Luca era affacciato alla finestra che dava sulla strada. Stefania uscì di casa, la vide e lei lo notò. Di scatto si nascose dietro la tenda. Lei se ne rese conto. Entrò in macchina, portava la solita gonna lunga, la tirò su mostrando le gambe a Luca e gli strizzò l'occhio! Al ragazzo mancò il fiato. Non immaginava che quella donna così sobria avrebbe fatto tanto.Stefania andò via e Luca preso dall'eccitazione corse in bagno a toccarsi! Il giorno dopo si ripetè la stessa cosa e il giorno successivo ancora! Stefania usciva di casa quasi tutti i gioni alla stessa ora e Luca era sempre appostato alla finestra, quella volta Stefania osò di più, la gonna era più corta, salì in macchina, la tirò su fino a scoprire le mutandine. Luca rimase allibito! Un giorno la mamma di Luca uscì di buon mattino e Stefania la incontrò sul pianerottolo. Luca rimase solo a casa, la madre aveva portato con lei la sorellina e pure la filglia di Stefania. Era in camera sua quando suonò il campanello, il ragazzo andò ad aprire "chi è?", "Luca sono Stefania, mi apri un attimo ho bisogno della scala!". A Luca venne il batticuore, tremante aprì la porta. Stefania indossava solo la vestaglia. Non aveva l'intimo! La donna con molta tranquillità disse a Luca che doveva cambiare le tende e oltre alla scala voleva anche il suo. Sconvolto prese la scala e andò da Stefania. Lei era sul divano, Luca non sapeva cosa fare, non parlava. Stefania ruppe il ghiaccio: "Luca, grazie sei davvero gentile. Appoggia la scala e siediti qui". Gli prese la mano e la poggiò sulle sue gambe, "tocca la mia pelle che ti piace guardare dalla finestra!". Il ragazzo tremava ma allo stesso tempo era eccitatissimo. Il cazzo gli venne subito duro, i pantaloni gli si gonfiarono subito. Stefania se ne accorse e guidando la sua mano gli fece accarezzare il suo interno coscia. Stefania "ora dimmi finalmente quello che pensi", rivolgendosi al ragazzo sospirando..."a toccare le tette!". Stefania fece cadere la spallina della vestaglia scoprendosi il seno, si distese e il ragazzo portò entrmbe le mani suò seno della donna e glielo strinse. La donna incominciò a fremere e incitava il ragazzo a stringerlo ancora e gli disse:"baciami i capezzoli!". Lo fece subito, la baciava e la leccava. La donna incominciò a spogliare il ragazzo, gli tolse tutto e gli prese il cazzo in mano, "Che bel cazzo hai Luca!". Poggiò la bocca e glielo leccò ...Luca godeva. Stefania disse a Luca di toglierli la vestaglia, lui non se lo fece dire nemmeno la seconda volta."wow!", esclamò il ragazzo quando vide quella meravigliosa patatina tutta depilata della donna, aprì le gambe mostrandogli la figa ormai tutta bagnata: "ora leccami!".con delicatezza il ragazzo iniziò a leccare la fica della donna che ansimava sempre più. "toccami con le mani, mettimi un dito dentro..due...un altro!". La donna ormai era tutta eccitata, Luca eseguiva tutto ciò che Stefania voleva. Leccava e sditalinava la figa e il culo della donna proprio come chiedeva lei, premeva il capo di lui tra le sue gambe, era già venuta più volte facendogli gustare il sapore del suo piacere . "Ora mettimelo dentro!" Il ragazzo con timidezza si poggiò sul corpo della donna che con una mano guidò il pene del ragazzo tra le sue cosce. Entrò subito dentro. Luca spingeva, forte, deciso e sicuro. La timidezza del ragazzo era solo nei confronti della donna, da come si muoveva si capiva che Luca sapeva il fatto suo e che non era uno sprovveduto, anzi... Stefania gemeva come se piangesse poiché il ragazzo aveva davvero un bel cazzo. Luca era così eccitato (stava scopando la donna dei suoi sogni) che venne dopo poco, Stefania si alzò e prese in bocca il cazzo del ragazzo. Glielo pulì per bene: "ti immaginavi così una donna molto più grande di te?!", disse la donna e lui:" si, ti pensavo giorno e notte e volevo questo da sempre!". Stefania diede un bacio sulla bocca a Luca. La cosa andò avanti per molto tempo fino a quando Stefania cambiò di nuovo città per ragioni di lavoro del marito! Luca visse l'avventura più bella della sua vita, Stefania gli aveva fatto conoscere il sesso vero, proibito, sfrenato e inconfessabile. Erano diventati passione pura, travolgimento totale, l'uno completava l'altra in una realizzazione senza freni e limiti di desideri e fantasie nascoste.Nessuno avrebbe mai potuto accettare e capire cosa c'era veramente tra di loro...solamente loro due. Erano gli amanti perfetti, nonostante la differenza di età. Luca non avrebbe più dimenticato quella donna che gli aveva dato così tanto. 2014 0 8 anni fa
- A lezione da una trans Era una serata primaverile , avevo appena compiuto il mio 19mo compleanno e stavo gironzolando in auto per le vie di Mestre alla ricerca di una trans per poter trascorrere qualche ora in compagnia , avevo già avuto esperienze da travesta dall'eta di 15 anni quando con un mio coetaneo facevo la parte della sua amante , usando le cose di mia madre e mia sorella ,ma questo lo racconterò un altra volta , cosi per le vie di Mestre incontro una bellissima trans vestita molto bene non volgare sembrava più una segretaria che una prostituta , mi avvicino abbasso il finestrino e chiedo il prezzo per una cosa tranquilla senza fretta , accetto e la faccio salire e mi dirige verso il suo appartamento , in quel periodo avevo i capelli lunghi e biondi alla moda rock , ero magra ma da sempre avevo questo sedere bello tondo e un po pronunciato quasi da ragazza sudamericana . Saliamo nell appartamento e nell ascensore mi dice che si chiama Claudia ed e' Italiana di Padova , i miei occhi erano fissi sul suo seno racchiuso nella camicetta di seta bianca , quando entrammo nell appartamento mi offri da bere e iniziammo a chiacchierare , nel frattempo aveva avviato un film porno con trans bellissime , parlando mi chiese cosa mi piaceva fare e se avevo delle fantasie particolari , e noto che stavo seguendo con interesse una scena del film nella quale un ragazzo con un cazzo enorme si faceva succhiare da due trans , mi mise la sua mano nel mezzo delle mie gambe e mi sussurro all orecchio se mi sarebbe piaciuto essere al posto di quel ragazzo , io un po imbarazzata gli rispondo che mi sarebbe piaciuto di più essere una delle due che succhiavano e gli dissi che avevo già avuto esperienze e che mi sarebbe piaciuto essere trasformata in donna da lei quella sera . Claudia si alzo dal sofa e mi prese per mano accompagnandomi in camera da letto e mi mostro il suo guardaroba , mi disse di spogliarmi e di andare al bagno a fare una doccia che nel frattempo avrebbe scelto dei vestiti da farmi indossare , quando tornai in camera sul letto trovai 4 scelte di abiti e varie lingerie , mi guardo e mi chiese come mi piaceva vestire , vuoi essere elegante o vuoi essere provocante e zoccola ? optai per la seconda e Claudia mi rifilo uno sculaccione e mi indico' un reggiseno rosso in pizzo e un paio di culotte abbinate reggicalze e calze nere , iniziai a vestirmi con il suo aiuto , ero eccitatissima dall'esperienza che stavo vivendo , dopo mi chiese se preferivo il vestitino rosso oppure la minigonna nera con una camicetta di seta bianca , io scelsi il vestito rosso con manica lunga , mi accorsi vestendolo che era cortissimo nascondeva giusto i ganci dei reggicalze e cosi guardai Claudia e lei mi lancio un sorriso , a quel punto visto che lei calzava un 41 e io un 40 mi porto nella camera della ragazza che divideva l'appartamento e mi mostro scarpe e stivali di vario tipo , mi indico' che secondo lei mi sarebbero state bene un paio di sandali con piattaforma e tacco 13 , dissi che mi piacevano e volevo indossarli , provai a camminare e mi sentivo davvero sexy , Claudia nel frattempo mi correggeva e mi aiutava a prendere confidenza con la camminata , mi prese per mano e mi riporto in camera dove mi mise una collana e dei bracciali e visto che avevo i buchi ad entrambi i lobi un paio di orecchini a cerchio , poi subito inizio a truccarmi e mi mise per ultimo un rossetto di color rosa , ero pronta mi condusse allo specchio che era in entrata , non credevo ai miei occhi ero bellissima e sexy, Claudia mi accompagno in salotto e mi fece sedere sul sofa , mi disse di accavallare le gambe , inizio a complimentarsi con me e con se stessa per il risultato . Iniziammo a chiacchierare e mi chiese se mi sentivo a mio agio , cosa provavo e cosa mi sarebbe piaciuto fare cosi vestita , risposi che mi sentivo benissimo un sogno e che mi sarebbe piaciuto fare sesso con lei e un ragazzo o con due ragazzi addirittura , cosi mi propose se mi andava di fare sesso con dei suoi clienti , io avrei aspettato in salotto mentre lei scendeva in strada a lavorare , quando sarebbe tornata avrebbe chiesto al cliente se voleva che partecipasse una sua amica senza pagare alcun sovrapprezzo . Accettai la proposta e rimasi con lei sino alle 5 del mattino a fare sesso con i suoi clienti , fu davvero la mia prima esperienza da troia , da quel momento mi Chiamarono tutti Monica 25 1 8 anni fa
- Ultima sera d'estate Ti piacerebbe farlo con loro? Questa è solitamente la prima domanda che ci facciamo io e Mara quando abbiamo voglia di trasgredire. Da premettere che uno dei paletti che abbiamo (non al 100%) è quello di evitare di “giocare” con coppie che conosciamo bene, con amici per intenderci (anche se c’è una coppia in particolare che..). Anche perché una volta capitò e non abbiamo un buon ricordo. Prima di passare alla storia è doveroso dirvi che siamo una coppia giovane con alcune esperienze e che prediligiamo il soft (almeno nei primi incontri). Anche se siamo per il gioco di sguardi, per far scorrere le serate normalmente per poi concederci un divertimento aldilà delle pretese, senza troppe restrizioni per capirci.. Detto questo, penso che il primo scopo per ognuno di noi sia far avverare la maggior parte delle fantasie che normalmente vagano per la nostra mente; quando poi inaspettatamente succede quello che mai si sarebbe pensato, bhè questo è il massimo. Quest'anno siamo stati in vacanza a Malaga con una coppia di amici. Una coppia con la quale condividiamo quasi tutto, siamo praticamente sempre insieme e ci conosciamo da una vita. Il nostro intento era di fare una vacanza piuttosto tranquilla, ovviamente all'insegna del divertimento ma non della trasgressione. Altrimenti avremmo scelto di andare da soli per non correre il rischio di essere scoperti. Per non dilungarmi troppo, le due settimane sono passate in maniera tranquilla, mare , relax, scherzi, discoteche e divertimenti vari. La sera prima di partire decidemmo di fare una sorta di festa privata nella villa che avevamo affittato. Per l'occasione invitammo alcune coppie che avevamo conosciuto lì, c’erano due coppie spagnole una inglese una portoghese e una italiana. Abbiamo comprato degli stuzzichini, da bere, abbiamo messo della musica e passato una serata diversa. Tutto funzionò secondo i piani. Calata la notte rimanemmo noi 4 e non nascondo che le ragazze erano un po' brille ma non del tutto. Allora tra una risata e un’altra, qualche altra sigaretta qualche altro bicchierino decidemmo di spegnere le luci e continuare a ballare per un po’. Provate ad immaginare la scena: salone con ampio divano-letto, luci basse, abiti da discoteca , qualche drink in più e la musica a palla. Bhè per noi era tutto normale anche perché durante le nostre serate di trasgressione molte volte ci troviamo in questa situazione. Iniziamo a ballare, ognuno con il proprio partner, qualche bacio, qualche mano che scende giù fin quando inaspettatamente le ragazze ci lasciano e si mettono a ballare da sole. Bhè fin qui tutto regolare, diciamo che la cosa non ci stranì neanche quando salirono sul tavolo del soggiorno (anche se non nascondo che dall’abitino bianco e un po’ rigonfio della ragazza del mio amico l’intimo verde tiffany mi risaltò subito all’occhio).A quel punto noi rimasti soli ci sediamo e ci accendiamo una sigaretta(sembrava una scena da night-club). In cuor mio io speravo che le cose girassero come più volte io e Mara avevamo fantasticato. Il tempo della sigaretta, guardo Mara che mi fa un cenno come per dirmi “andate di la” a quel punto colgo l’occasione e porto l’amico di la a prendere uno spumantino dal frigo. Onestamente io non so cosa successe di la ma quando tornammo rimanemmo scioccati. Le ragazze erano sul divano, completamente in intimo e con molto gusto si baciavano e si toccavano dappertutto.. Allora io guardo Lui che mi sembra totalmente tranquillo e abituato a tutto ciò, insieme ci avvicinammo, ci sedemmo ai lati delle nostre Lei e continuammo a goderci lo spettacolo mentre iniziammo a toccarle.. bhè inutile spiegarvi che furono loro a comandare il gioco, prima scesero giù in mezzo alle nostre gambe e poi presero il cazzo in mano, iniziarono a succhiare finchè non avvenne l'inaspettato .. La mia lei si precipitò sul cazzo dell'amico e la sua lei venne da me. Un pompino spettacolare (sicuramente anche per lui) .. Alla fine scopammo alla grande per più di due ore (ognuno col suo partner).. Il finale fu da urlo, quando dovevamo venire, vedere le due lei che continuavano a baciarsi fu il giusto finale per un qualcosa di inaspettatamente bello :) Ma la cosa che più mi stupì successe dopo quando tra una risata entrambi raccontammo le nostre trasgressioni notturne e scoprimmo di avere anche questo lato in comune.. Inutile dirvi che questo ora succederà spesso ;) 22 4 8 anni fa
- alien Nella stazione di Antares, distante 12milioni di anni luce dalla terra, in attesa di intraprendere il viaggio verso la destinazione di transito che l'avrebbe ricondotta alla volta di casa, G. si trovava assieme ad una moltitudine di altre specie di vite aliene, ben consapevole di attrarre, come già avveniva per gli umani, anche la loro attenzione, quasi fosse una di quelle mutanti capace di modificarsi a piacere intercettando occulte passioni erotiche di chiunque le fosse giunto a contatto. Non aveva mai nutrito alcuna sorta di pregiudizio, ne avversione preconcetta verso la struttura fisica degli uomini in genere, quando si fossero dimostrati capaci di saperne stimolare le pulsioni cerebrali, entrandole direttamente nella mente sino ad abbatterne le immunitarie difese e rendendola molto più vulnerabile di quanto potesse apparire oltre a quel sofisticato aspetto che avrebbe potuto farla ritenere irraggiungibile. Questo doveva aver pensato anche quello strano individuo che la osservava con palese interesse, facendola sentire improvvisamente nuda in mezzo ad una folla di personaggi non sempre molto rassicuranti e che tuttavia erano parte di quel mondo. Avvicinata non si ritrasse, avendo imparato, viaggiando nell'iperspazio temporale, quanto altre surreali forme di vita potessero esistere nella galassia, ed assieme alle quali anche lo stesso compagno di lei aveva dovuto arrendersi alla possibilità che potessero coesistere rapporti che in altre ere ormai lontane sarebbero risultate decisamente imponderabili. La conformazione mentale di G. pareva idonea a far si che, trovandosi di fronte a chi la avvicinava, potesse adattarsi alle sue esigenze, rendendola irresistibile al punto che il soggetto sarebbe stato disposto a fare di tutto pur di averla per se, attratto com'era da tali impulsi magnetici. Anche per l'essere che ora l'aveva convinta a seguirlo era accaduta la medesima cosa, e lei stessa sapeva perfettamente di non potersi ritrarre di fronte a quelle richieste formulate attraverso la sola lettura dei pensieri che l'avrebbero indotta a compiere ogni sorta di azione. Appartati in un luogo più consono, ad approfondire la reciproca conoscenza, non ci volle molto per ritrovarsi a condividere quanto l'umanoide desiderava verificare e che lei stessa era pronta a concedergli. Subito denudata dalla aderentissima tunica, che le fasciava il corpo, si ritrovò gambe all'aria assaporata voracemente dalla fauci golose del proprio vischioso amante, provando sensazioni sino ad allora mai sperimentate che, irretendola globalmente, la condussero all'orgasmo più folle. Posseduta poi in ogni altra maniera ebbe conferma di quanto, ogni nuova specie aliena, sapesse produrre sensazioni epidermiche tali dal renderla succube di piaceri impossibili da poter descrivere, nel contempo già pensando al modo di far giungere al proprio compagno l'analoga percezione dell'incontro in cui si era resa volontaria protagonista. 2503 1 8 anni fa
- A villa borghese Una sera, finito di lavorare tardissimo (lavoravo da libero professionista, come disegnatore, in uno studio di architettura lì vicino) andai a fare una passeggiata. Qualcuno mi aveva detto che si poteva fare qualche incontro interessante. Entrando dalla parte di Viale delle Belle Arti, subito dopo la Galleria Nazionale di Arte Moderna, sulla curva, prima dell’inizio della salita del tram in Via Ulisse Aldrovandi, notai del movimento sulla destra, in un sentierino che saliva verso la collina. Iniziai a percorrerlo e vidi, oltre la siepe, appoggiate al muretto di recinzione, alcune persone. Mi soffermai a guardare, abituando pian piano gli occhi al buio della zona, e mi resi conto che era un gruppo di tre persone: due uomini ed una donna. Un uomo era seduto sul muretto mentre la donna, piegata a 90° gli stava facendo un pompino, e dietro a lei c’era un uomo che, sollevatale la gonna, se la stava scopando allegramente. La cosa iniziò ad eccitarmi e continuai a guardare. Dopo una decina di minuti il tizio che se la stava scopando si sfilò da lei, si ricompose e passandomi davanti mi diede una pacca sulla spalla. A quel punto mandai a quel paese la timidezza e mi avvicinai. A due passi da loro mi fermai cercando di capire se la mia presenza li disturbasse, ma visto che tutti e due mi diedero uno sguardo e non fecero una piega, mi avvicinai ulteriormente, appoggiai una mano sul culo di lei e le alzai la gonna. Era senza mutande ! Iniziai ad accarezzarle il culo. Un bel culo, ben conformato, sodo e accarezzandolo tutto incominciai a inserire la mano tra le natiche, sfiorandole la rosellina, scendendo ed arrivando alla fica che trovai bella carnosa ed umida per la fuoriuscita della sborra dell’ospite precedente. La sgrillettai un po’, quindi, con le dita bagnate dal liquido seminale del tizio, andai ad inumidirle il buco del culo, masturbandoglielo un po’ ed iniziando ad infilarle prima uno, poi due ed infine tre dita per allargarglielo, cosa che lei mostrò di gradire, quindi snudai il mio uccello, gli misi un preservativo e lo infilai in quel nido ospitale. Una volta entrato mi fermai per assaporare bene quel nido d’amore che, pur non essendo più vergine era accogliente ma non troppo largo. Aderiva perfettamente al mio cazzo dandomi belle sensazioni. Incominciai ad incularla con la giusta frequenza ed si iniziarono a sentire mugolii di piacere da parte della donna. Allora presi un ritmo diverso, accelerando ed affondando i colpi finché lei tralasciò per un momento di fare il pompino ed iniziò a dire: “Sì.. così… oddio che bello… mi sta trapanando divinamente… godoo… godoooo !! Ma mentre godeva non mi fermai. Volevo sentirla godere ancora. Quando ero in quei stati di erotismo, ero capace di andare avanti per un tempo infinito riuscendo a controllare il mio piacere. Lei mugolando si rituffo sul cazzo del tizio seduto sul muretto e riprese a spompinarlo mettendoci un impegno che, in breve, portò il tizio a goderle in bocca. Lei, mantenendo la presa su quel cazzo che le riempiva ancora la bocca, si lasciò andare appoggiandosi alle cosce del tizio, mentre io, continuando ad incularla, le aveva preso in mano le tette e gliele stavo impastando torturandole i capezzoli. Sembrava impazzita: continuava a mugolare biascicando parole incomprensibili, lasciandosi ormai fare da me tutto ciò che avessi voluto. Infine iniziò nuovamente a dire “Sto per godere di nuovo… non ti fermare… mi stai facendo impazzire… ecco… sto venendo… ecco… godoooo !! Solo a quel punto mi lasciai andare e le sborrai nel culo una quantità pazzesca di sborra, che iniziò a tracimare. Quando il mio cazzo, iniziando ad ammosciarsi, si sfilò da quel culo accogliente e godereccio, lei si girò verso di me e mi baciò in bocca. Non mi ero accorto che nel frattempo un tizio si era avvicinato a noi e colse proprio quel momento di estrema libidine, approfittando che ero con i pantaloni calati, per iniziare a palparmi il culo, tirarmi verso di se e farmi sentire che razza di “pacco” avesse tra le gambe. Ora… essendo io bsx, non disdegnai l’approccio e, appoggiandomi con le braccia al muretto, offrì le mie terga al nuovo ammiratore che immediatamente, inumidendosi le dita, iniziò un lavoro di penetrazione onde agevolare il seguito. Quando capì che mi aveva allargato a sufficienza, resosi conto che stavo cercando di agevolarlo in tutti i modi, mi presentò il suo compagno di giochi introducendomelo lentamente e con attenzione, viste le dimensioni, arrivando ad infilarmelo completamente ed iniziando immediatamente a stantuffarmi, facendomi provare brividi a non finire. Nel frattempo la tizia, completamente illibidinita, si accucciò davanti a me dando il via ad un pompino spettacolare nel mentre si masturbava, accucciata com’era, il clitoride. Giungemmo a godere quasi contemporaneamente. Il primo fui io che mi scaricai in quella bocca famelica, causando consequenzialmente il godimento di lei e. avendo per il godimento iniziato a contrarre lo sfintere, provocare quello di lui, che mi scaricò in culo un torrente di sborra. Riprendemmo fiato e mentre ci ricomponevamo lei mi baciò lussuriosamente sussurrandomi un “Grazie”. PS.: Per cortesia… lasciatemi un Vs. commento, sia che vi sia piaciuto che non. Grazie. 55 3 8 anni fa
- Ai giardini di via r. gessi 2 Come al solito, quando ero in crisi con la mia donna, sentivo il bisogno di “consolare” il mio ego andando a cercare qualcuno che mi facesse sentire desiderato/a e… mi inculasse. Come spesso facevo in quei casi mi diressi verso i giardini di Via R. Gessi, zona proficua di caccia. Dopo mezzanotte si trovava sempre qualcuno voglioso di un pompino o di un culo disponibile. Pertanto anche quella sera ci andai e, una volta posteggiato nelle vicinanze, mi diressi con molta calma guardandomi attorno ed osservando ben bene i vari movimenti che notavo e che avrebbero potuto darmi indizi su quale potesse essere la zona di caccia più proficua. Mi feci buona parte della zona, camminando prima all’esterno dei giardini e dei vari sentieri, per farmi notare, poi iniziai ad addentrarmi in essi sempre con molta calma e scrutando bene tra le fresche frasche. In queste occasioni, se la temperatura lo permetteva, mi vestivo sempre solo con una semplice tuta sportiva, senza niente sotto, in modo di avere facilità di calarmi i pantaloni (e alla bisogna rialzarmeli velocemente) e, aprendo semplicemente la giacca della tuta, ritrovarmi praticamente nudo. Ad un certo punto notai, nel buio quasi totale del sentiero che stavo percorrendo, nel vago controluce creato dall’illuminazione della strada sottostante, che c’era qualcuno fermo su un’aiuola, dietro una siepe. Facendo un colpo di tosse per svelare il mio arrivo, con molta calma mi diressi in quella direzione, osservando bene e cercando di capire cosa stesse facendo. Notai come sembrasse che mi stesse guardando (nel buio non avrei potuto giurare che lo stesse facendo) ma “sicuramente” si stava masturbando. Mi avvicinai sino ad arrivargli vicino: continuava a masturbarsi e decisamente mi stava guardando mentre lo faceva. Prendendo ciò come un invito allungai il braccio e gli presi l’uccello in mano, mentre lui toglieva la sua che allungava immediatamente verso il mio culo, iniziando a palparmelo. Aveva un uccello di una bella stazza, decisamente lungo e abbastanza grosso ma, soprattutto… molto duro, consistente, dava piacere tenerlo in mano e masturbarlo. Lui continuava a impastarmi le chiappe e nel farlo deve essersi accorto che ero senza mutande, fatto sta che dopo qualche minuto salì alla cintura elastica dei pantaloni ed iniziò a farmeli scendere. Io, nel frattempo, avevo abbassato la zip della giacca per ritrovarmi a torace nudo e capezzoli all’aria. Immediatamente l’altra sua mano scattò verso i miei capezzoli iniziando a torturarmeli, mentre con quella che mi teneva sul culo iniziò un’opera di penetrazione tra le mie chiappe, andando a cercare la mia fichetta che trovò morbida e lubrificata cosa che gli permise, pertanto, di penetrarmi prima con due dita e poi con tre ed iniziare un lento lavoro di allargamento. Quando pensò che le condizioni fossero ottimali mi rigirò, mi fece inchinare un po’ in avanti e me lo infilò tutto, con un unico movimento. Feci una lunga inspirazione un po’ per il dolore determinato da quella introduzione così immediata, e molto dalla massa che mi invase completamente. Lo feci fermare, per avere il tempo di abituarmi a quel corpo estraneo che mi riempiva completamente e lui si prese tutto il tempo. Solo quando sentì che il mio sfintere iniziava a contrarsi iniziò a muoversi ed io incominciai a provare brividi lungo tutto il corpo. Ci sapeva fare, sapeva come usare al meglio quello splendido oggetto che si ritrovava tra le gambe. Alternava colpi morbidi a colpi più forti ed io stavo andando in orbita. Per quanto cercassi di non far rumore, non seppi evitare di emettere dei mugolii di piacere dando soddisfazione al tizio. Lo notai dalla leggera variazione nel ritmo con cui mi inculava e dalla maggior penetrazione che stava usando. Iniziai a schizzare il mio piacere ed il mio culo incominciò a comunicargli, con le contrazioni, il piacere che mi stava dando. Questo, alla fin fine, lo portò a godere schizzandomi nel culo una quantità industriale di sborra. Finito di eiaculare rimase ben infisso dentro di me ed iniziai a sentire il suo cazzo che si muoveva non in senso orizzontale ma bensì allargandosi e restringendosi, come fosse una specie di pompetta, e alzandolo ed abbassandolo, dandomi sensazioni incredibili che, pur stando fermi, mi portarono nel giro di una decina di minuti ad avere un secondo orgasmo. Non mi era mai successa una cosa del genere. A quel punto penserete che si sia sfilato dal mio culo? Ma neanche per idea. Sempre tenendomi per i capezzoli e riprendendo a torturarmeli, ricominciò ad incularmi, con calma, quasi con sadismo, sempre senza parlare. Fu un’opera di demolizione: mi portò ai limiti della pazzia e dopo non so quanto tempo (ormai avevo perso la cognizione del tempo, ero uno straccio tra le sue mani) mi riempì nuovamente di sborra. Rimase fermo qualche minuto, si sfilò dal mio corpo e dandomi una pacca di ringraziamento sul culo si ricompose e se ne andò, lasciandomi lì, distrutto e… beatamente appagato. Mi ricomposi anch’io e camminando su una nuvoletta per il piacere provato…. mi avviai verso casa. 24 1 8 anni fa
- Alla costa dei barbari 4 Alla sera. Belli rilassati sul letto, Monica iniziò a ripercorrere i fatti della giornata e dopo avermi chiesto com’era andata la mia ricognizione sul terrazzamento, mi raccontò che subito dopo che me n’ero andato, mentre si stava masturbando, le si era presentato davanti il tizio con cui l’avevo trovata a fare il 69, il quale guardandola mentre si masturbava le aveva detto che gli sarebbe piaciuto molto leccarle la fica e sentirla godere nella sua bocca. A questo dire non aveva saputo resistere e con la voglia che si ritrovava addosso lo aveva invitato a distendersi e gli era andata sopra per farsela leccare tutta, bagnata già com’era, iniziando a succhiargli il cazzo che, aveva notato, non era niente male. Mentre era intenta a fargli il pompino, godendo per come le stava succhiando il clitoride, si era sentita appoggiare una mano sul culo e la voce sexy del “secco” dirle. “Certo che hai anche un culo da favola e due tette stupende” e nel dire ciò le aveva appoggiato ill suo cazzo tra le natiche, aveva bagnato due dita nella fica passandole poi sul buco del culo, stimolandolo a rilassarsi ed infine infilandole nel culo tutto il suo manganello sino in fondo, prendendo in mano le tette, con cui la tirava verso di se, impastandole e iniziando subito a stantuffarla, portandola in un baleno ad avere il suo primo orgasmo. Continuando con il suo ritmo, con metodo, facendole sentire ogni centimetro di quel cazzo spettacolare, l’aveva fatta letteralmente impazzire e non sapeva più quante volte avesse goduto. Mi disse che avevo avuto ragione, quando le avevo detto che un pacco non bisogna valutarlo dalla confezione, ma bensì dal contenuto. In effetti – disse – una volta passato il primo shock dato dal primo impatto, era un piacere scopare con lui e ci si dimenticava di com’era fatto e solo al pensiero…. Si stava bagnando di nuovo ! Lo sguardo le si era fatto lucido, libidinoso, quasi non la riconoscevo rispetto a qualche settimana prima, in cui pur accettando le mie uscite era quasi… contegnosa, ritrosa. Ora sembrava che la sua libidine fosse esplosa tutta in un sol colpo. Al che le chiesi “ Ti andrebbe di farlo venire a casa e dividercelo da buoni amici per tutto il giorno, in pace dallo sguardo di altri’” Mi rispose che farlo davanti ad altri, sapendo di essere guardata, le aveva dato delle emozioni forti, che non si aspettava, ma che poterlo avere in privato la… emozionava molto ed avrebbe apprezzato di averlo tutto per noi, visto anche che riusciva a godere più volte a distanza di poco tempo. Era convinta che avrebbe saputo darci forti emozioni. Le confessai che . quel giorno, prima di andarsene lui mi aveva chiesto se il giorno dopo saremmo nuovamente andati in spiaggia e che io gli avevo risposto “Probabilmente sì, se il tempo non cambia.” Saputo ciò vidi nei suoi occhi uno sguardo libidinoso e pertanto le dissi “Così potremmo chiedergli se sarebbe disposto a venirci a trovare a casa”. Immediato ci fu un: “Sì, sì, andiamo e chiediamoglielo.” Mi abbracciò, mi baciò intensamente, a tutta lingua, eccitandomi, dopo di che visto il mio stato salì sopra di me infilandosi in fica il mio cazzo ed iniziando a cavalcarmi sino a che non iniziò a mugugnare “Sì, così, dammelo tutto, sborrami dentro, riempi questa troia che ha voglia di te e di altri cazzi.” E mentre lei godeva schizzandomi tutto, venni come un torrente in piena, riempiendola con sua grande soddisfazione. Ci addormentammo, sazi, abbracciati. Il giorno dopo mi accorsi che lei era quasi impaziente di uscire, di arrivare alla spiaggia, mettendomi urgenza dicendomi “Dai, sbrigati… perdiamo ore di sole…” Arrivati trovammo che il posto, che ormai consideravamo “il nostro posto” era fortunatamente libero e perciò piazzammo le nostre cose (materassino, asciugamani, le bibite in ombra) e contenti come ragazzini, pieni di aspettative goderecce, andammo a farci una nuotata. C’era già chi ci aveva notato ed aspettava di curiosare e vedere le nostre “performance”. In quelle tre giornate in cui avevamo frequentato il posto eravamo stati già fotografati, catalogati e valutati da quella fauna che si aggirava abitualmente da quelle parti. Usciti dal mare, dove nel frattempo avevamo colto l’occasione per accarezzarci molto intimamente, ci asciugammo e ci mettemmo a prendere il sole. Passammo così una mezz’oretta durante la quale avevo osservato un certo andirivieni nel sentiero sopra di noi, con gente che, arrivata in prossimità del nostro posto, rallentava per osservarci meglio. Monica mi disse: ”Forse è il caso che vai a farti un giretto” - guardando in una certa direzione verso il mare – “così forse trovi qualcun altro che apprezzi le tue grazie” ma mi resi conto che stava guardando sempre più intensamente da una certa parte e, senza farmene accorgere, ci guardai anch’io, realizzando che, ad una quindicina di metri da noi c’era, disteso, quel bellissimo ragazzo del secondo giorno che, guardando fisso verso Monica, girato sul fianco rivolto verso di lei, si stava masturbando. “Ok. – dissi- vado a farmi un giretto, così avrai modo di gustarti il ragazzotto”. E mi allontanai, controllando la situazione senza darlo a vedere e realizzando che, non appena mi ero allontanato, il ragazzuolo si era alzato e diretto verso Monica con il membro in erezione. Vidi, in distanza, “il secco” che stava arrivando lungo il sentiero e mi feci notare che stavo andando sul terrapieno. Dopo poco, mentre mi stavo spalmando il Luan sulla mia fighetta sopraggiunse lui che mi apostrofò con un “Ecco, bravo, preparati per bene perché stamattina non ho ancora goduto e perciò sarai la mia prima scopata e la prima…. È sempre la migliore !” Trovammo un angolino comodo, dove poterci distendere, così poté alzarmi le gambe, mettersele sulle spalle ed infilzarmi con un unico movimento, facendomi mancare il fiato nel sentirmi riempito completamente. Ero in apnea. Magnifico ! Stava fermo dentro di me, guardandomi negli occhi, godendo del possesso e del fatto che fossi la sua troia. Lo fissavo e… non vedevo la sua bruttezza, vedevo solo un essere che mi stava facendo impazzire con le sensazioni che riusciva a trasmettermi con il suo cazzo. Ero una “phoemina” piena di voglia, grata al suo signore perché la possedeva e la faceva sentire sua. Mossi un po’ il culo per assestarlo meglio nel mio buchino, che non era più “ino” ma quasi “one” ed a quel punto, grazie anche a qualche contrazione del mio sfintere che lo stimolò, iniziò ad incularmi come sapeva fare lui. Non basta avere un cazzo notevole, bisogna saperlo usare e lui mi stava dimostrando di essere un maestro ! A momenti lento, tanto che quasi quasi mi veniva di dirgli “Più forte, più veloce!”, a momenti più veloce, a momenti movimenti più corti, a momenti più profondi. Mi stava torturando, me lo stava facendo agognare, lo volevo tutto, sino in fondo, che mi riempisse invece… mi faceva sospirare il godimento. Mi portava sino ad un passo dall’orgasmo e poi… riusciva a bloccare il mio piacere, a bloccarmi l’orgasmo a cui ormai bramavo di giungere. Iniziai a scuotere la testa, mi pareva di impazzire, avevo iniziato a scongiurarlo di godere, di riempirmi, di farmi scaricare quel piacere che stavo provando portandomi all’orgasmo ma lui, sadicamente, continuando a guardarmi negli occhi ed assaporando il potere che aveva su di me…. continuava ad ararmi in profondità, facendomi impazzire dal desiderio di lui. Nel frattempo si era riunito un gruppo di persone, intorno a noi. Me ne resi conto vagamente. Lui le ignorava semplicemente, attento solo a sottomettermi completamente e portarmi alla pazzia. Quelli attorno a noi, affascinati dall’azione costante e tremendamente sensuale di quella inculata, si stavano masturbando sinché ci fu un primo che godette, scaricandosi e schizzandomi addosso tutto il suo godimento e ciò diede il via ad un catena di schizzi e di sborrate che mi arrivarono addosso in sequenza e che, a quel punto, portarono finalmente anche lui a godere dentro di me riempiendomi con un clistere di sborra, talmente tanta che ebbi la sensazione di sentirmela in bocca. E finalmente… godetti anch’io, urlando GODOOO… e schizzando in alto tutto il mio piacere ( che mi ricadde addosso, ovviamente), ma sentì un OHH di ammirazione per l’altezza raggiunta, visto che raggiunsi uno di coloro che mi erano attorno sulla spalla. Il mio sfintere stava dando i numeri: contrazioni a non finire che “il secco” dava segno di apprezzare molto, visto che lo aiutavano a rimanere in erezione. Stava quasi sul punto di ricominciare a fottermi quando gli dissi, quasi con terrore: “ non ti azzardare a ricominciare, sai !?” Al che il gruppo di spettatori iniziò a dire: “Sì, fotti ancora questa troia, hai visto come ha goduto ? Fottila, falla impazzire, fa che si ricordi di te !” Io cercai inutilmente di sfuggirgli, ma un paio di loro si inginocchiarono e mi tennero ferma mentre lui, sorridendo, ricominciava a fottermi con colpi lunghi e profondi riportandomi a provare un piacere pazzesco che mi tolse tutte le forze e mi fece abbandonare al suo fare. Ci fu chi approfittò immediatamente del fatto che ero a bocca aperta per respirare avendomi tolto praticamente il fiato con la sua azione e mi riempì la bocca con il suo cazzo costringendomi, quasi, a sbocchinarlo. Mi lasciai andare ed iniziai a fare un bocchino al tizio, che gradì molto, commentando che ero una vera troia, che una come me faceva la felicità di molti e pertanto dovevo essere usata. Lui, imperterrito, perfettamente padrone della situazione, mi stava veramente portando alla pazzia. Abbandonando per un attimo di spompinare quello che mi aveva infilato il cazzo in bocca Iniziai a pregarlo di darmi tregua ma venni immediatamente tacitato da un altro che mi diede da succhiare il suo. Due di loro mi diedero i loro cazzi in mano e vollero che li masturbassi, mentre seguivano affascinati il movimento di va e vieni del secco e lo incitavano con “Più forte, fottila più forte questa troia…. Non vedi quanto le piace? Ormai sei il suo signore e padrone, puoi fare di lei ciò che vuoi ! Fottila, fottila, falla godere di nuovo.. !” E lui iniziò veramente ad affondare i colpi riuscendo a portarmi all’orgasmo, cosa che non avrei pensato, visto come e con che quantità avevo goduto prima e vista la mia libido condizionata dal diabete. Invece, ad un certo punto, iniziai prima a sussurrare, poi a voce più alta dire: “Sìì, così, fottimi ancora, ancora… dai che stai per farmi godere… dai… così… ecco… sto venendo… sii… Godoooo !!!” ed iniziai a schizzare una, due, tre, quattro volte, schizzi lunghi, copiosi. Ero distrutto e mi abbandonai senza forze e in quel momento lui uscì da me ed incominciò a schizzarmi addosso tutta la sua sborra, sborra che mi arrivò anche sulla bocca e che io immediatamente me la leccai, raccogliendomela anche dal torace per poi leccarmi le dita. Una volta che si fu scaricato completamente si inchinò verso di me e mi baciò, profondamente, cercando con la sua la mia lingua ed iniziando a succhiarmela voracemente. Poi si rialzò e guardandomi profondamente mi disse: “ sei proprio una gran troia, riesci a farmi godere in una maniera incredibile. Bisogna che ci vediamo più spesso.” Si rialzò del tutto ed iniziò a ripulirsi con delle salviettine che tolse dalla borsa che aveva con se, lanciandomene un po’. Ero tutta cosparsa di sborra di vari avventori che mi gratificarono di tutta una serie di sorrisi e di grazie per lo spettacolo. Ero senza forze, ma mi resi conto che, probabilmente, Monica era preoccupata, non vedendomi tornare, poiché erano passate quasi due ore da quando l’avevo lasciata. Mi ripulii e facendo cenno al secco di seguirmi gli dissi: “Ti devo parlare, vieni con me.” E lui, mettendomi una mano sul culo, con fare possessivo, mi venne dietro. Giungemmo alla nostra postazione, ma mentre stavamo per arrivare vidi sgusciare fuori ed allontanarsi il giovin ragazzo. “Ah, bene – pensai tra di me – allora non è stata in ansia.” Entrammo nell’area e lei, candidamente, disse: “Ah, sei qui… cominciavo a preoccuparmi !” Poi, vedendo con chi ero in compagnia, sorrise e disse: “Giusto bene… vi siete divertiti? Ora fate divertire un poco anche me!” Dissi: “Prima di iniziare qualsiasi cosa… chiedigli se è disposto a venire, qualche volta, a casa nostra per giocare tra di noi, senza altri attorno !” Avemmo una risposta immediata, positiva, che però gli fece dire, subito dopo: Sì, ma intanto.... ho appena finito di farti il culo ora dammi la possibilità di gustarmi quello della tua donna!” ed a quello parole lei, grandissima troia, immediatamente si mise alla pecorina offrendogli il culo che lui, senza indugio penetrò perché era già in erezione. Incredibile !! La sera poi, a letto, rivivendo la giornata le chiesi: “Ma il bel ragazzotto, che avevo visto venir da te, non ti aveva soddisfatta ? Ho visto che se ne andava quando tornavo…?” Monica mi rispose: “Sì, mi ha fatto godere molto, ha voluto prendermi in tutte le posizioni, gliel’ho anche succhiato ma…. Cosa vuoi… il secco, come lo chiami tu, è tutta un’altra cosa!” PS.: Vorrei tanti commenti, grazie. 23 2 8 anni fa
- Negozio in centro 2 Ormai ogni minuto della giornata la trascorrevo pensando alla serata passata in compagnia della mia signora e di come mi aveva trasformato e fatto godere. Anche al lavoro pensavo a quella bellissima serata in cui ero diventata Alessia; si infatti scelsi questo nome quando avrei trasformato la mia persona; un nome che mi ha eccitato sempre perché femminile e molto sexy allo stesso tempo. Non vedevo l’ora di ritornare a casa, farmi una doccia e indossare sotto la tuta la lingerie più sexy ed elegante e andare agli appuntamenti nel negozio. Lei mi mandava sms di quando poteva essere disponibile e io cercavo di liberarmi degli impegni per poter godere delle attenzioni della mia signora. Non era una Mistress e non mi comandava a bacchetta; pure lei godeva di quegli amplessi con me in qualità di donna. Lei era lesbica: avere una fighetta di donna da esplorare oppure un culetto di travestita la eccitava allo stesso modo. Poi io il mio culetto lo chiamavo la mia fighetta dato che da travestita, oltre alla bocca, potevo donare solo quello per essere scopata e penetrata in fondo per dare gioia alla persona di turno. Dopo un paio di settimane che ormai ero diventato un cliente fisso dato che lì compravo di tutto, anche in orari normali da persona normale, mi arriva un messaggio alquanto enigmatico: “Indossa lingerie che hai comprato oggi; l’abito te lo do io con tacchi e parrucca; ti preparo per qualcosa di straordinario verso le ore 23:00, baci Stefania.” Stefania, la mia signora, mi aveva incuriosito ed eccitato in modo pazzesco. Cosa sarà mai questa cosa straordinaria? Comunque, tutto eccitato il giorno non vedevo l’ora di arrivare a casa e prepararmi. Giunta la sera, ero davanti al negozio con sotto la tuta e scarpe da ginnastica un bel completino composto da una stupenda mutandina brasiliana bianca che esaltava il mio culetto sodo; delle calze autoreggenti sempre bianche con gli orli merlettati; un reggiseno a balconcino per esaltare i capezzoli sul davanti; dei guanti sempre bianchi che coprivano le braccia fin quasi ai bicipiti. Giunta al negozio, Stefania mi aprì la vetrina e mi ordinò subito di togliermi la tuta, indossare la parrucca e le scarpe con tacco e un abito lungo bianco con svasature sotto e che lasciava scoperta la schiena fino al culo per prepararmi al trucco e farmi sfilare come sempre. Dopo il trucco andai nell’altra stanza dove era stata preparata una passerella con tappeto rosso e con faretti che impedivano la vista. Iniziai a camminare sul quel tappeto quando ad un tratto sentì applaudire dalla parte del buio. Capì che c’era un’altra persona che mi stava ammirando e io ero lì proprio per lei. Strinsi gli occhi per capire chi fosse la figura che ora stava venendo verso di me accompagnata da Stefania e dopo un paio di secondi non potetti che rimanere di stucco. Una donna ben vestita con tailleur grigio e un body azzurro dal quale svettavano due seni durissimi; calze velate nere su scarpe lucide. I capelli neri corvino nascondevano a metà il viso dove due labbra rosso fuoco mi sorridevano nell’avvicinarsi verso di me. Gli occhi scuri sorridevano come se stessero già gustando i momenti che sarebbero venuti dopo. Gentilmente si presentò con un bacio delicato sulla mia bocca e complimentandosi con me e con Stefania e di quanto era stata fortunata ad avere una donna come me iniziò a toccarmi dappertutto e nello stesso tempo a trascinarmi sopra il divano del negozio. Capì subito che stasera sarei stata posseduta da questa creatura ammaliante e la cosa già mi aveva portato l’eccitazione alle stelle. Con la lingua leccava ogni parte del mio corpo: il viso, le labbra, il collo e le unghie strusciavano la mia schiena nuda facendomi rizzare le pelle. Io assecondavo come una troia e gemevo alle sue carezze e ai suoi baci mordendomi le labbra. Mi prese la testa e strusciandosela sul corpo mi forzò a baciarla dappertutto e a mettermi in ginocchio davanti a lei. Premendo con la bocca sul suo bacino iniziai a sentire un certo rigonfiamento e sollevatasi la gonna dal body fece svettare un bellissimo cazzo che da moscio sembrava la proboscide di un elefante. Rimasi in un primo momento sbalordito perché mai avrei pensato che una creatura così femminile potesse nascondere quell’aggeggio di quelle dimensioni e che comunque le dimensioni erano davvero enormi. “Inizia a leccarlo e a farlo indurire come sai fare tu “ esclamò Stefania e continuando “ oggi ti tocca un cazzo reale e di grosse dimensioni; questo è un regalo che ti voglio fare per come sei stata brava in queste settimane; oggi hai bisogno di qualcosa di reale e non del solito toys di gomma e senza vita”. Ero già eccitatissimo e sentivo lo sfintere che pulsava per il sangue irrorato; reclamava già quella proboscide e sentivo il bisogno di essere riempita per tutto e dappertutta. Aprì la bocca ingoiando la cappella e con la mano iniziavo a segarla per farlo indurire; cresceva dentro fino in gola piano piano e non riuscivo a tenerlo tutto dentro. Lo leccavo sul prepuzio, l’asta e sotto; lo ingoiavo ungendolo con la saliva e succhiavo per farlo crescere ancora di più. Due mani non riuscivano a coprirlo e a chiuderlo; immaginavo come avrei goduto con quel palo dentro e le sensazioni che mi avrebbe regalato. Stefania dietro di me già lavorava con le dita e con la vasellina sussurrandomi che mi avrebbe aiutata nella penetrazione e che lo avrei sentito scivolare dentro fino alla gola. Dopo circa un quarto d’ora che lavoravo di lingua e che era diventato gigantesco, entrambe mi fecero alzare e mi fecero poggiare in piedi sulla parete con moquette. Io mi piegai un poco e con le braccia e i gomiti piegati, con le gambe allargate e il culetto all’indietro aspettavo di essere scopata da quella meravigliosa trans dal cazzo asinino. La mia fighetta anale svettava dietro all’insù e non aspettava altro di essere dominata e presa. Iniziai a sentire che il glande si faceva strada tra i glutei e spingendo verso su mi premeva sulla fighetta cercando di farsi spazio. Era troppo grosso e la crema mi aiutò a ricevere la cappella con un dolore quasi sopportabile. Iniziò a premere verso su e io inarcando la schiena cercavo di rilassarmi ma tremavo tutta e le gambe quasi mi cedevano. Stefania mi abbracciò sui fianchi e mi reggeva: Capiva e penso sapeva che le dimensioni erano enormi; forse aveva provato pure lei quel mostro asinino e cercava di proteggermi a modo suo incoraggiandomi e baciandomi sulla bocca. La pressione sulla fighetta si faceva sempre più forte fino a quando lo sentì dentro iniziando ad affondare dentro l’intestino. Mi sentivo sollevare dalla forza dei colpi ricevuti e quasi non toccavo per terra; era possente nei colpi e lo stomaco mi si muoveva tutto. Gemevo e ansimava sotto quei colpi e baciavo la lingua di Stefani che quasi cercava di soffocare i miei lamenti e grida di dolore e piacere. La trans mi aveva cinto con il braccio sui fianchi per contrastare i miei movimenti sussultori e spingendomi verso giù ogni volta che affondava il cazzo sul mio culetto ormai aperto a dismisura. Sentivo le sue cosce calde sulle mie dietro; le calze di entrambe si riscaldavano a vicenda scivolando sulla pelle eccitata. Iniziavo a sentire i brividi che arrivavano alla testa e mi abbandonai inerme sorretta da entrambe aspettando che lei iniziasse a godere e a regalarmi quei fiotti di sperma dentro di me. Durò una mezz’ora quella scopata e quando lei iniziò a tremare capì che stava per venire. Strinsi i muscoli della fighetta per accelerare l’orgasmo e a muovermi verso di lei. Un caldo liquido invase il mio intestino: lo sentivo dentro che riempiva le mie viscere prima e poi iniziai a sentire che colava sulle mie cosce e le calze. Tremavo tutta e baciai con forza Stefania sulla bocca come se volessi ringraziarla di quello stupendo regalo che mi aveva fatto. Lei sorrideva e aveva capito che mi era piaciuto e la stessi ringraziando e mi disse :” non ti preoccupare; ci saranno altre serate come questa e altre sorprese per te”. Continuò a baciarmi e ad accarezzarmi fino a quando non ci sedemmo tutte e tre sul divano e scoppiammo a ridere di felicità. 49 1 8 anni fa
- La prima volta a pelle... Racconto del mio Bull Silvy... un corpo voluttuoso e invitante che sin dai primi incontri mi aveva fatto godere in modo particolare e anche il suo atteggiamento di sweet che voleva il massimo del maschio, voleva godere sempre di più e sempre più a fondo, mi era risultato speciale. Ma quella sera il fuoco della passione divampava particolarmente e entrambi sentivamo che il sesso sarebbe stato impetuoso, fantasioso e inebriante. Anche la presenza del Cornuto, che nudo si masturbava, faceva da corollario ma molto di più lo fece la voce di lei che gli spiegava cosa provava e quanto godeva, non erano le solite spiegazioni che avevo sentito da alcune sweet che, sebbene eccitanti, erano racchiuse nei canoni usuali dei giochi cuckold. Quella sera Silvy aveva un mood particolare.. era dolce ma perversa, esprimeva le sue sensazioni con particolare veemenza.... gli diceva come sentiva il mio membro arrivare in fondo alla sua figa, come mai lui avrebbe potuto fare, gli spiegava qual sensazione di godimento rovava nel sentire la verga aprirle le grandi labbra. Era difficile, anche per un bull come me, abituato a non venire subito per fare godere al massimo la sweet, trattenere l'impeto.. non volevo deluderla.. proprio lei, la mia sweet. Le sue parole l'affanno di Silvy si alternavano e procedevano un mix di tensione e di porcaggine che riempiva tutta la stanza, una atmosfera che iniziava prenderci e a farci godere come non avevamo fatto mai prima mentre la giravo sul fianco per penetrarla da dietro Il suo corpo disteso sul fianco, pronto a ricevere l'assalto del bull che la desiderava spasmodicamente era di una bellezza da togliere il fiato ma soprattutto esprimeva una voglia e una sensualità a cui un vero maschio nn sa resistere. MI avvicinai e le dissi quanto la desideravo, desideravo il suo corpo e desideravo sentire tutta la sua pelle. Lei capì e mi guardò, non rispose. Le chiesi se le sarebbe piaciuto farlo senza protezione, io, le dissi, la desideravo tanto come un vero amante avrei goduto molto di più del suo corpo senza la protezione e lei sarebbe stata capace di donarmi sensazioni unico con quel corpo che prometteva piacere. Un suo sguardo languido mi fece capire che era pronta per godere appieno del nostro rapporto, per suggellare l'unione tra un bull qualsiasi e quello che lei aveva deciso dovesse essere il suo bull fisso. Mi guardò e mi prese il cazzo sentendolo ricoperto del preservativo, umido dei suoi umori, ci guardammo e la protezione si sfilò velocemente grazie alle sue belle mani che tante volte mi avevano masturbato me lo prese in bocca e lo ricopri con i suoi umori orali. Quando la penetrai lei inarcò la schiena per potersi godere al massimo la penetrazione ma, inaspettatamente, quello che sentimmo assieme non fu il piacere dell'affondo ma quella bellissima sensazione che solo due corpi che si desiderano sentono: il colore del corpo che eccita il tuo sesso... quella sensazione di languida voluttà che è solo delle femmine che si offrono al loro uomo. Ed io sentivo lei che continuava a godere e a bagnare sempre di più la sua vagina tanto che i miei affondi la trovavano morbida e il mio cazzo godeva nel penetrarla a fondo e con la foga che mi piace imprimere ad una vera monta da bull i nostri corpi si muovevano frenetici e i nostri sessi erano eccitati al massimo... a quel punto non riuscii a trattenermi, volevo godere di quella bellissima ed eccitante femmina che avevo avuto la fortna di incontrare. L'orgasmo nn mi colse impreparato, ero già all'esterno e il suo seno veniva inondato di sperma.. di piacere e dimostrava come una vera donna sa fare impazzire un bull.. il suo bull. Silvy... sei veramente una bellissima femmina! 4485 1 8 anni fa
- Negozio in centro Mi trovavo in giro per la città a guardare negozi e, come al solito, ero attratto da quelli che mostravano manichini in lingerie sexy e accattivante. Non ero tanto pratico del genere e ai tempi non esisteva nemmeno internet dove potevo documentarmi in merito. Preso dal coraggio mi faccio avanti ed entro in un negozio dove non c’era tanta gente. Lo scelsi proprio per questo motivo per non sentirmi imbarazzato nell’osservare quegli indumenti che mi eccitavano tantissimo. Li toccavo per palpare la stoffa e nello stesso tempo immaginavo il contatto con la mia pelle e le sensazioni che avrebbero potuto darmi. Ad un tratto si avvicina la commessa: una signora sulla quarantina, ben vestita, con gonna fino alle ginocchia nera plissettata, calze velate e sotto due scarpe nere con tacco appuntito. Una camicetta di seta nera un po’ sbottonata che faceva intravedere un bel seno abbondante e senza reggiseno, dato che nel camminare si muoveva a destra e a sinistra. I capelli lunghi castani e due occhi azzurro mare che sembrava ti penetrassero fino nell’anima; truccata leggermente e rossetto color rosso fuoco che esaltava sia le labbra che la lingua quando ti parlava. Con gentilezza mi chiese cosa stessi cercando dato che aveva notato il mio gironzolare nei corridoi e toccato la merce. Io con un po’ di rossore dissi che volevo fare un regalo alla mia donna ma non sapevo cosa scegliere e nemmeno la misura. Lei mi fissa con gli occhi e sorridendomi mi dice che se fossi passato per l’ora di chiusura mi avrebbe dedicato tutto il tempo possibile per indirizzarmi ad scegliere il meglio. Stupito un poco per quell’invito e anche perché ormai mancava poco meno di tre quarti d’ora alla chiusura risposi di sì e che sarei ritornato. Passeggiando in giro pensavo a cosa avrei mai potuto dire e le motivazioni delle mie scelte per la lingerie e abitini che erano nel negozio e continuando a gironzolare, trascorso il tempo dovuto, ritornai nel negozio. La porta era chiusa e le tendine abbassate e stavo facendo cenno di andare via quando la signora mi apre dicendomi di accomodarmi. Il negozio con le luci soffuse e il silenzio regnava assoluto senza lo stereo acceso di quando ero arrivato per la prima volta. Il tavolini erano pieni di abitini e lingerie alla rinfusa e lei non aveva messo in ordine o, al massimo , lo avrebbe fatto nel momento della chiusura. Prendendomi per mano mi accompagna dall’altra parte del negozio dicendomi che saremmo stati più tranquilli e che mi avrebbe mostrato di tutto. Giunti nella parte finale del negozio inizia a mostrarmi perizomi, guepiere e sottoveste con una miriade di calze e reggicalze, nonché minigonne da abbinare e camicette ed elencando le proprietà delle stoffe pregiate e delicate mi disse che erano tutte per la mia taglia. A questa osservazione rimasi sbalordito e balbettando cercavo di spiegare che era per un regalo ma lei, con tono più autoritario mi disse che aveva capito che erano per me e che le sarebbe piaciuto vedermi come una troietta in calore. Io divenni rosso e senza aggiungere altro dissi che aveva ragione e lo avrei fatto. Lei avvicinatasi al mio viso e strusciandomi il seno sul petto e con la bocca vicina alla mia iniziò a dire che aveva capito che ero una troietta e che questa sera sarei stata in suo possesso e mi avrebbe trasformato come desiderava lei. Iniziai a spogliarmi e quando nudo lei apprezzò il mio fisico ma soprattutto il mio culetto che palpò con le mani e pizzicando i glutei. Il suo sguardo era cambiato e gli occhi sprizzavano gioia e nello stesso tempo si illuminavano come se aveva cacciato bene e la sua preda era ormai in suo potere. Mi fece indossare le calze con riga posteriore e un reggicalze; poi un perizoma trasparente con filo dentro il solco del culetto, una guepiere e un kimono di seta nero. Finita la vestizione prendendomi per mano mi porta dentro una stanzetta e mi fa sedere davanti ad uno specchio e inizia a truccarmi e dopo mi ordina di indossare una parrucca bionda che aveva presa da un manichino e delle scarpe nero lucido con tacco altissimo. “Ecco ora sei pronta per sfilare, alzati e ammirati quando sei troia così vestita” esclamò accarezzandomi la spalla e il viso. Non credevo ai miei occhi: ero diventata una donna che sprizzava voglia da tutto il corpo e i miei occhi truccati ammiccavano verso di lei contenta per quello che aveva fatto. “Vieni di là e inizia a camminare, voglio fotografarti mentre ti muovi e sculetti per la sala”. Andata dall’altra parte, mi muovevo in quella nuova situazione ancheggiando e provando le pose più oscene: mi mettevo sulla sedia accavallando le gambe ora e aprendole dopo ad ogni scatto della macchina fotografica. Ad un tratto mi comanda di mettermi a cavalcioni sopra una panca ordinandomi di allargare le gambe e di mimare uno smorza candela come se sotto avessi uno stallone di razza. Dopo un po’ lei si siede dietro di me e spingendomi da dietro con una mano mi immobilizza in avanti e rimango con il culetto per aria verso il suo bacino. Sento un oggetto che mi preme sui glutei prima e poi cerca di farsi spazio all’interno. Durante la sfilata non mi ero accorto che oltre a prendere la macchinetta la signore aveva indossato uno strapon e ora lo sentivo premere sullo sfintere. Le dimensioni della cappella sembravano enormi e con la mano portata dietro volevo appurare realmente quanto era grosso. La cosa mi eccitava ma allo stesso modo mi preoccupava dato che non ero abituato a grosse dimensioni. Infatti appena afferrato da dietro potetti capire che era grosso quasi come una lattina della bibita e iniziai in un primo momento ad avere delle paure. Non volevo essere lacerato dietro ma la voglia e la troiaggine che mi assaliva mi spingeva ad inarcare di più le gambe e posizionare il culetto all’insù per facilitare la penetrazione. Spostato il filetto del perizoma iniziai a sentire che premeva e a farsi spazio per deflorare il mio culetto per certi versi vergine viste le dimensioni. Lei ansimava e faceva foto durante la pressione e mi incitava a rilassare i muscoli per sentire meno dolore. Stringevo le labbra e le mani sulla panca mentre sentivo che il culetto si allargava fino a quando con un rumore sordo capii che la cappella mi aveva aperto. Lei si fermò per farmi prendere fiato sussurrandomi che ormai mi aveva sverginato e piano piano avrei provato prima dolore ma poi un piacere immenso. Iniziò ad affondare con dolcezza per poi tirarlo un po’ fuori per poi di nuove dentro guadagnando centimetri dopo centimetri dentro il mio culetto che ormai reclamava l’intero oggetto del desiderio. Mi sentivo inchiodato su quella panca e lei ormai stantuffava dolcemente prima e poi con foga lo infilava dentro tutto in un solo colpo. Ad ogni penetrazione l’intestino si allargava e ogni qual volta usciva fuori era come se stessero uscendo pure le viscere. Il piacere ormai aveva preso posto e iniziai a gemere come una cagna sotto quei colpi; alzavo la schiena e mi leccavo le labbra come se volessi un cazzo in bocca per aumentare il piacere. “Vedo che ti sta piacendo da impazzire e stai godendo alla grande” mi sussurrava appoggiando il seno sulla mia schiena; “ormai sei mia e ti farò godere di piacere”. Dopo una buona mezz’ora ero in balia della signora e la testa mi girava dal piacere; iniziai a venire sulla panca e a tremare alla grande. Lei tirò fuori quel strapon e raccolta la mia sborra con le dita me la offrì sulle labbra e la bocca. Bevvi il mio nettare leccando e succhiando le dita come a volerne altra. Rimanemmo un po’ così abbracciati e dopo alzatasi mi prese per mano per pulirmi e baciandomi mi disse che ci sarebbero state altre sere come quella se io avessi voluto. Indossai i miei vestiti e andai via tutta truccata. Arrivata a casa meno male che era sera inoltrata e nessuna mi aveva vista in quelle condizioni, feci una doccia e andai a letto ancora tremolante dall’eccitazione. Iniziai a masturbarmi e venendo sulla mia mano portai quel nettare pensando che fossero le dita della mia signora. 24 0 8 anni fa
- Il camionista turco Era stata una giornata di discussioni con la mia compagna e come succedeva in quelle occasioni sentivo il bisogno, quasi fosse una sorta di punizione, di andare a cercare qualche cazzo che mi si inculasse. Perciò, verso le 23, me ne uscì di casa, vestito unicamente con una tuta sportiva, così da potermi spogliare con facilità. La serata era tiepida, ideale per uscire con tale abbigliamento. Mi avviai verso il parcheggio dei TIR, all’entrata del Porto Franco Nuovo. Avevo sentito dire che i camionisti turchi che si parcheggiavano lì in attesa di un imbarco sui traghetti per la Turchia erano di bocca buona e tendenzialmente omosessuali. Arrivato nei pressi parcheggiai e mi diressi a piedi verso quell’assembramento di Tir che vedevo ad un centinaio di metri. Erano posteggiati ordinatamente, uno a fianco all’altro, con tra loro uno spazio di circa due metri, due metri e mezzo, e qualcuno, in quello spazio, si stava preparando da mangiare. Evidentemente era arrivato da poco e non aveva ancora cenato. Man mano che transitavo in prossimità mi accorsi che qualcuno mi osservava, altri se ne disinteressavano, alcuni erano già bui, con le tendine abbassate e qualcun altro era con la luce accesa all’interno che guardava la televisione. Uno, dall’alto della cabina, osservò il mio approssimarmi e decise di uscire. Sceso dal mezzo, facendosi notare da me, si diresse nello spazio semibuio con il Tir vicino. Era in canottiera e mutande. Si tirò fuori l’uccello ed iniziò ad urinare, stando ben attento a farmi vedere tutto. Una volta che ebbe finito, se lo sgrullò, prese una spugna da un secchio d’acqua appeso al camion e si risciacquò l’uccello. Poi se lo segò un po’ per farlo diventar duro, lo rimise nelle mutande e si diresse verso la cabina, dove dall’angolo del muso io avevo osservato tutta la scena. Notò, evidentemente, che mentre lo guardavo nei suoi movimenti di masturbazione mi ero involontariamente passato la lingua sulle labbra e perciò, una volta aperta la cabina, mi fece segno di salire. Era un tizio sulla cinquantina, con spalle e torace da lottatore, possente, massiccio, ma nell’insieme per nulla volgare e piuttosto interessante. Non mi feci ripetere due volte l’invito ed iniziai a salire e lui mi aiuto mettendomi subito una mano sul culo, spingendomi, approfittando per darmi una bella palpata. Tutto chiaro: lui era il maschio ed io la femmina. Una volta entrati tiro giù le tendine, cosicché non si vedesse nulla dall’esterno, e mi invitò a gesti a spogliarmi e distendermi sulla cuccetta, la quale era un letto a due piazze, comodo, enorme. Non mi aspettavo che l’ambiente potesse essere così grande. Sì, d’accordo, non ero mai salito su un Tir e pertanto fu una piacevole scoperta. D’altronde, dovendo passare tante ore ed a volte molti giorni sul mezzo, avevano bisogno di comodità. Una volta nudi si inginocchiò davanti a me facendomi capire che avrebbe gradito gli facessi un pompino. Avvicinai la testa al suo membro aspettandomi di sentire odore di urina invece,,, sorpresa, era quasi profumato. Evidentemente quella spugna che si era passato sul membro e sul pube, dopo aver urinato, non era intrisa di sola acqua, ma conteneva anche qualche detergente profumato. Lo imboccai vogliosa cercando di farlo diventar duro prima possibile poiché mi era presa la smania di essere posseduta. Era già in un discreto stato di erezione, evidentemente gli facevo voglia, ed in breve riuscì a portarlo alle sue giuste dimensioni: piuttosto lungo, non grosso ma ben conformato e, soprattutto, duro come l’acciaio. A quel punto mi rialzò la testa, mi bacio a tutta lingua in bocca, quindi mi prese le gambe, le appoggiò sulle sue spalle, prese un po’ di crema lubrificante, me ne spalmò un bel po’ sullo sfintere infilandomela anche dentro, masturbandomi un po’ il culo, dentro/fuori con due dita, dopodiché mi puntò l’uccello sul buco e me lo infilò con un colpo solo. Ebbi una inspirazione profonda, poiché inattesa la modalità della penetrazione che, peraltro, grazie al fatto che non aveva un cazzo grosso, non era stata per nulla dolorosa. Iniziò a possedermi con colpi lunghi, profondi, che mi diedero l’impressione mi arrivasse fino in gola, dandomi splendide sensazioni che mi portarono a mugolare dei “Sìì… così… ancora… oddio com’è bello…. Sii, fottimi… sono la tua troia… affonda i colpi…” e lui, come se avesse capito il mio desiderio iniziò a colpirmi più forte, più a fondo, portandomi ad avere un orgasmo lunghissimo accompagnato dal suo riempirmi il culo con una sborrata lunghissima. Rimase dentro di me, con il mio sfintere che si contraeva in continuazione causa l’orgasmo avuto, ma che così facendo lo aiutava a mantenersi in erezione, poiché lo stimolava da pazzi, facendomi capire che apprezzava moltissimo. Sempre rimanendo ben infisso dentro di me, si piegò verso il mio volto e mi mise tutta la lingua in bocca, baciandomi in maniera lasciva ed eccitante. Come ebbi già modo di dire per me il bacio è la massima espressione di erotismo e, ogni volta che bacio qualcuno, mi elettrizzo. Stava quasi facendomi godere di nuovo. In quel momento sentimmo bussare alla porta della cabina ed una voce che, in turco, chiedeva qualcosa. Era un collega del tizio che rispose (evidentemente invitandolo a salire) e un attimo dopo la porta si aprì ed un tizio salì. Io rimasi basito, sconvolto: ero ancora a gambe larghe con infisso il cazzo del camionista, ancora in piena erezione. Ci fu uno scambio di battute, davanti alla scena che si presentava al nuovo tizio. Non ne capì una parola ma non credo di sbagliare di molto pensando si siano detti: “Ti ho visto salire con questo tizio, ho immaginato che stavate facendo qualcosa, visto che avevi chiuso le tendine, e mi sono chiesto se forse non avevi bisogno di una mano per far godere la troia che avevi fatto salire” – e che la risposta non sia stata molto diversa da: “ Sì, è veramente una troia e, anche se l’ho fatta godere per bene, forse possiamo farla godere di più.” Il nuovo venuto si spogliò, mostrando un bel cazzo, anche questo non grosso, già ben eretto, che comunque mi mise subito in mano per farne aumentare la consistenza. Nel frattempo colui che mi stava ancora inculando, dimostrando notevole maestria, forza ed agilità, si rovesciò sulla schiena tirandomi addosso a se senza far uscire il suo membro dal mio culo, cosicché mi ritrovai sopra di lui con ben infisso quel cazzo che tanta soddisfazione mi aveva dato sino a quel momento, offrendo le spalle al nuovo venuto che colse subito l’occasione per palparmi ben bene il culo, aprirmi le natiche, prendere della crema e spargerla tutta intorno all’ano cercando di infilarmi (riuscendoci) prima un dito nello spazio minimo che c’era tra le pareti del mio sfintere ed il cazzo che continuava a possedermi, e poi riuscendo ad infilarmene anche un secondo. D’accordo che il tizio che mi stava inculando non aveva un cazzo grosso, anche se ben formato, ma comunque non avrei pensato potesse riuscirci ed invece…. Qualche minuto dopo avermi masturbato così, sfilò le dita, mi appoggiò il suo cazzo e, piano piano, riuscì a farsi un po’ di spazio (io da parte mia cercavo di farmi più morbida possibile per agevolarlo) e finalmente scivolò dentro. Mi sentivo “invasa”, posseduta totalmente, e iniziai a respirare in modo accelerato, godendo di questa penetrazione che non avevo mai avuto modo di apprezzare. Stettero fermi per un po’ dandomi modo di abituarmi a questa penetrazione. Evidentemente erano cose che avevano già avuto modo di sperimentare, c’era troppa complicità ed orchestrazione nei loro gesti. Iniziarono, finalmente a chiavarmi, entrando ed uscendo all’unisono dal mio culo che si stava sempre più rilassando ed abituando a questa doppia penetrazione, portandomi in breve a goderne da matti ed iniziare a biascicare incitamenti che non so quanto capissero, ma che comunque li portarono ad accelerare le frequenze sin quando mi fecero venire ed iniziai a schizzare sborra sul petto del proprietario del camion che, a tale vista, ne raccolse un po’ sulla punta delle dita e poi se le succhiò, ma subito dopo mi attirò a se baciandomi e passandomene un po’ facendomi gustare la mia stessa sborra. A quel punto, accelerando ancor più, di comune accordo, il ritmo mi scaricarono in culo due sborrate, quasi contemporanee, che mi riempirono oltre ogni dire. Ripresero fiato e mentre i loro membri iniziavano ad ammosciarsi, si sfilarono dal mio culo e quello che mi stava alle spalle si sdraiò dandomi una pacca sul culo. L’altro mi offrì delle salviettine detergenti, mi ripulì e… ringraziando, li salutai. Scesi dal camion con le gambe tremanti. Provai altre volte ad andarci e vedere se li ritrovavo; ebbi altri incontri ma loro non mi capitò più di incontrare. Che goduta, che serata. PS.: Graditi commenti. 43 2 8 anni fa
- Nei giardini di via romolo gessi Erano un paio di giorni che ero teso, nervoso. Quella sera, poi, io e la mia compagna Monica, che sapeva del mio essere bsx, ci trovammo a discutere per futili motivi al punto che lei sbottò: “Se hai voglia di farti inculare, se hai bisogno di sentirti femmina non c’è bisogno che diventi nervoso e fai stare male tutti. Prendi, esci e vai a cercare qualcuno che ti dia soddisfazione.” Aveva ragione, così verso le 23 mi misi una tuta, senza nient’altro sotto, mi misi in tasca qualche preservativo ed un pacchetto di fazzolettini, montai in macchina e mi diressi verso Via Romolo Gessi dove ci sono dei giardini con dei sentierini in salita che, all’epoca, avevano una vegetazione rigogliosa che creava naturalmente dei separé dove mimetizzarsi per fare cose osé. Mi posteggiai nei paraggi e a piedi mi diressi verso uno di questi sentierini. Con una certa cautela iniziai a percorrerlo. Con cautela poiché la pavimentazione era sconnessa e pertanto, dato il buio, bisognava fare attenzione a come appoggiare i piedi, onde evitare di rompersi una caviglia. Nel controluce dato dall’illuminazione della strada sottostante mi accorsi che, in una certa zona c’era del movimento. Mi ci diressi e, una volta arrivato, mi accorsi che un tizio era chinato, con i pantaloni abbassati e masturbandosi stava facendo un pompino ad un altro tizio. Mi avvicinai e…glielo presi in mano iniziando a masturbarlo io mentre quello che veniva sbocchinato stava inserendo delle dita nel culo di colui che lo succhiava. Iniziai a calarmi i pantaloni della tuta e a quella vista colui che stava palpando il culo a quello che lo sbocchinava interruppe l’azione e volle palparmi il culo. Notando la mia disponibilità (anche perché prima di scendere dalla macchina mi ero unto per bene il culo con del Luan) trovò facile inserire delle dita, prima una, poi due e poi tre nel mio culo ed iniziò a fottermi con quelle finché non decise che era ora di incularmi e, allontanando colui che gli stava facendo il pompino, puntò il suo cazzo sul mio sfintere e vi entrò con una certa facilità, dato che mi resi totalmente disponibile spingendo verso di lui. L’altro si girò verso di me ed iniziò a farmi un pompino, masturbandosi forsennatamente. Nel frattempo qualcun altro aveva notato quel piccolo assembramento e si avvicinò con interesse. Capito di cosa si trattava snudò il suo attrezzo e accostandosi iniziò a palpare prima il culo di quello che mi spompinava, poi rivolse il suo interesse al mio culo, constatando come colui che mi inculava me lo stesse riempiendo per bene ma…. non appena questi godette e fuoriuscì dal mio culo, si affrettò a mettersi un preservativo e prendere il suo posto, infilandomelo tutto, tanto che sentì i suoi coglioni sbattermi sulle chiappe. Intanto… io ero venuto nella bocca di quello che mi stava spompinando, che aveva tranquillamente ingoiato tutto ciò che gli avevo riversato in bocca e che ora, appoggiato ad un muretto, si rilassava osservando il tutto masturbandosi. Era arrivato ancora qualcun altro. Ad un certo punto c’erano sette/otto persone attorno a me che si alternavano ad incularmi, senza darmi un momento di tregua. Ero alla loro mercé ma godevo come un pazzo. Nemmeno nelle mie fantasie più accese ero arrivato a tanto e la situazione era ancora in evoluzione. Mentre, ad un certo punto, un paio se ne andarono, ne arrivò uno che mi costrinse, mentre qualcuno continuava ad incularmi, ad inchinarmi per fargli un pompino. Mi ritrovai, così, davanti agli occhi qualcosa che non pensavo potesse esistere, qualcosa di asinino. Saranno stati perlomeno 28/29 cm. di cazzo con un diametro di almeno 6/7 cm. Facevo fatica a metterlo in bocca, rischiai di slogarmi la mascella per farmelo entrare, ma una volta fatto una sensazione pazzesca ed una voglia irrefrenabile di provare a prenderlo in culo. Lo sbocchinai un po’ e poi gli dissi papale papale: “Voglio che provi ad incularmi, con molta delicatezza. Se alzo la mano fermati, perché se provo dolore mi blocco e non ne veniamo a capo.” Mi rispose semplicemente con un OK. Si posizionò (io nel frattempo mi ero cosparso di Luan), me lo puntò e, delicatamente, iniziò a spingere per entrare mentre io nel contempo spingevo come se dovessi defecare. Con un po’ di dolore ( ma alla fin fine non tanto, evidentemente il desiderio di riuscire a farmi chiavare da un cazzo del genere aveva avuto ragione del problema) riuscì a prenderlo tutto in culo, ma a quel punto gli chiesi di fermarsi un attimo, di darmi il tempo di abituarmi a quella “invasione”. E lui lo fece, rimase fermo tenendomi per i fianchi, quasi avesse paura che volessi scappare. (Poi mi confesserà che in pochi erano riusciti a prenderlo senza urlare per il dolore.) Dopo un po’, abituatomi all’intrusione, iniziai a provare piacere, mi sentivo totalmente posseduto ed il mio lato femminile ne era felice per essere riuscita a farsi riempire da un attrezzo del genere. Questa consapevolezza fece sì che in primis il mio sfintere iniziasse a contrarsi, quasi per valutare appieno le dimensioni dell’ospite, e poi che iniziassi a muovermi per farmi inculare. Ciò fece la felicità del proprietario di tanta magnificenza che iniziò prima lentamente, ma dopo qualche minuto (forse una decina) si mosse affondando i colpi, riempiendomi completamente e dandomi la sensazione che mi arrivasse in bocca. Gli altri, tutti eccitati davanti a tale prestazione seguivano chi masturbandosi e chi facendosi fare un pompino, anche da me approfittando del fatto che per riuscire a prendere meglio quella stanga ero piegato in avanti, appoggiandomi con le braccia alle ginocchia. Non so quanti cazzi ho succhiato, né mi rendevo conto del tempo che passava. Il mio sodomizzatore, felice di aver trovato qualcuno da fottere, era incontenibile, una resistenza enorme che, da una lato mi stava dando sensazioni fortissime, mai provate, e dall’altro però mi stava uccidendo, iniziavo a non riuscire più a reggermi in piedi. Iniziai a contrarre lo sfintere per provare a stimolarlo di più e portarlo all’orgasmo e…. alla fine ci riuscì, ma ero al limite della resistenza. Si sfilò cautamente, per non causarmi dolore e mi ringraziò baciandomi lussuriosamente in bocca. Ebbi modo, così, di raddrizzarmi e di fare qualche movimento per sciogliere la schiena anchilosata. Mi resi conto, in quel momento, che si era creato un capannello di una decina di persone e che erano già passate due ore da quando ero arrivato lì. Non avevo avuto nemmeno la forza di tirarmi su i pantaloni, ero ancora a culo scoperto e di questo ne approfittò un tizio interessante che iniziò a palparmelo con gusto, ad introdursi tra le natiche e, facendomi appoggiare le braccia sul muretto, mi inculò con perizia. D’altronde con quel po’ po’ di buco lasciato dall’inquilino precedente, non doveva essere difficile penetrarmi. Mi scopò senza interruzione per almeno mezz’ora. Il mio sfintere cominciava a bruciarmi un po’ ma il tizio non dava alcun cenno di voler godere. Secondo me aveva preso del Viagra, per poter riuscire ad avere una prestazione del genere. Iniziai ad implorarlo di godere e darmi così un po’ di tregua. Lo fece, uscì dal mio culo, mi tirò su i pantaloni ma mi prese per un braccio e mi portò via dal gruppo che stazionava ormai lì e mi portò in un’altra parte dei giardini, più nascosta, mi baciò in bocca lungamente ricominciando a palparmi il culo, calandomi nuovamente i pantaloni, mettendomi un po’ di pomata sullo sfintere e… inculandomi nuovamente. Era un diesel, inarrestabile ed io subivo senza la forza di reagire, succube o anestetizzato, non saprei, dal fatto di essere stato usato in quel modo e di aver goduto tanto. E godetti come una fontana, mentre lui continuava a rovistarmi l’intestino con il suo attrezzo. Per fortuna che dove mi aveva portato c’era una recinzione in legno, su cui mi appoggiai per riuscire a sostenere la prova a cui mi stava sottoponendo. Ero percorso da continui brividi in testa, che sembravano scosse. Ero elettrizzato al massimo e non sapevo più chi ero, dov’ero. Ero un ameba nelle mani di una forza della natura che mi stava distruggendo con il piacere che mi stava procurando, che stava però diventando doloroso. Ad un certo punto si fermò, senza godere. Non ce la faceva più neanche lui. Ci salutammo. Quando rincasai era domenica, mi avevano chiavato per quasi quattro ore, ero distrutto ma beato e…. dormì sino alle 13. Non mi è mai più capitata una serata del genere. Mitica !! 24 1 8 anni fa
- In crociera Voglio raccontare una esperienza vera vissuta qualche settimana fa mentre ero in crociera sul mediterraneo di 12 giorni insieme a mia moglie. Siamo una coppia di 55 io e 53 lei, ben portati, la mia lei una donna piacente, e fuori da ambienti scambisti. L'imbarco era previsto da Genova per il primo pomeriggio, effettuate tutte le procedure saliamo a bordo e prendiamo possesso della nostra cabina e depositato i bagagli facciamo un giro per vedere la nave. Già dal primo momento mi accorgo che vi sono coppie di tutte le età, e poggio lo sguardo su una donna di circa 45 anni, mora, straniera, con un bel seno (penso una seconda abbondante) un culo sodo e un sorriso malizioso. Veniamo convocati sul ponte per le prove di evacuazione e con mia gioia mi accorgo che nel nostro gruppo vi è anch'essa con il marito. Veniamo radunati a gruppi di circa 50 persone e maliziosamente faccio in modo di capitare dietro di lei per godermi lo spettacolo, faccio attenzione che mia moglie non si accorga di niente e lentamente, approfittando della calca arrivo a sfiorare il suo culo, prima piano e vedendo che lei non reagisce sempre più audacemente comincio a palpare. Lei fa finta di niente e dentro i miei jeans comincia a gonfiarsi il cazzo. Terminata la dimostrazione, si rientra in cabina per poggiare i salvagente, avevo talmente voglia che appena entrati non lascio scampo a mia moglie, facendola sedere sul bordo del letto mi piazzo davanti e tirando fuori l'uccello mi faccio fare un pompino. Ad occhi chiusi pensavo alla straniera e non volendo venire subito, la feci sdraiare sul letto e affondato il viso tra le sue gambe, mi dedicai al suo bottoncino e alle grandi labbra. Mia moglie raggiunse l'orgasmo due volte e io gli venni sulle tette. La serata si concluse con me che in ogni angolo della nave cercavo di trovare lei. Passarono alcuni giorni senza più vederla, ma una mattina mentre con mia moglie ero dentro a una delle vasche idromassaggio vennero a farci compagnia la straniera con il marito....quale occasione più ghiotta? Dopo il primo ciclo nell'idromassaggio mia moglie uscì e andò a stendersi sulla sdraio mentre io rimasi ancora. Con gioia mi accorsi che la signora si era scambiata il posto con il marito e venne a sistemarsi sulla mia destra. Come la sera di qualche giorno prima iniziai pian piano con un leggero massaggio sulla natica, poi poggiai la mano sul ginocchio. La sua pelle era liscia e piano cominciai a salire, ma lei senza scacciarmi mi fermò sulla coscia. Capii subito che la parte da me interessata era occupata dalla mano del marito che frugava tra il suo costume, allora indirizzai la mia mano sul seno. Non tardai a trovare due capezzoli duri e gonfi. Con i polpastrelli cominciai a pizzicare. All'improvviso lei mi prese la mano e la portò verso il basso. Il suo costume era scostato ed ebbi modo di infilare dentro la sua figa sia il dito medio che anulare continuando ad andare avanti e indietro. Non sono certo che il marito non si fosse accorto di niente, ma senza aspettare che l'idromassaggio si spegnasse andai velocemente a farmi una fredda in modo da poter nascondere la mia erezione. Fortunatamente mia moglie si era messa a pancia in giù a prendere il sole e non si accorse di nulla. Durante il resto della crociera ebbi modo di incontrarla casualmente nel corridoio delle cabine.....ci scappò solo un veloce lingua a lingua, ma niente di più. 42 1 8 anni fa
- Alla costa dei barbari 3 Alla Costa dei Barbari 3 L’esperienza di quei due giorni in spiaggia ci riavvicinò.. Lei mi chiese “Ma non sei geloso che godo con altri ?” al che le risposi: “Amore, visto che non posso più darti piacere come vorrei, perché dovrei essere geloso? Io ho a cuore il tuo piacere ed il tuo essere soddisfatta. Se questo posso raggiungerlo facendoti scopare con altri… è un piccolo scotto da pagare !” (Era pur vero che, nell’occasione, avevo scoperto una nuova faccia del piacere, guardare e godere del piacere altrui). A questo mio dire si emozionò, mi abbracciò e mi disse che avrebbe avuto piacere poter riprovare quelle sensazioni, riandare alla spiaggia nudista e vedere quali altre possibilità di piacere potevano esserci. Pertanto ci organizzammo per il sabato successivo e se il tempo lo avesse permesso… ci saremmo andati. Evidentemente la cosa solleticava entrambi, perché notai una certa “fregola” in lei. Il sabato venne e la giornata era splendida, un sole accecante ed una leggera ventilazione che invogliava a stare all’aperto. Arrivammo presto, sperando di riuscire a trovare libera quella nicchia. Così fu e felici ci mettemmo comodi. Forti dell’esperienza precedente ci eravamo portati anche un materassino, per non rovinare le nostre ginocchia, e qualche asciugamano in più. Nonché fazzolettini, salviettine detergenti, bibite e panini vari, onde trascorrere tutta la giornata al sole, farci qualche nuotata e…. speravamo…. anche qualcos’altro. Dopo un’oretta che eravamo lì vedemmo le prime ronde passare sopra il sentiero osservandoci e valutandoci. Qualcuno si fermava sopra la nostra postazione (non è che si vedesse proprio bene, la nostra postazione, c’erano un po’ di frasche che mimetizzavano un po’ il tutto, ma insomma… si intravvedeva abbastanza) e notavamo che cercando di vederci coglievano l’occasione per masturbarsi. C’era qualcuno interessante ma volevamo avere il tempo di fare una piccola cernita. Dissi a Monica (la mia compagna): “Vado a farmi un giro per curiosare cosa succede su quel terrazzamento sopra il sentiero” e mi rispose “Vai, io intanto mi masturbo un po’, sono eccitata”. Mi avviai e salendo sul sentiero notai che qualcuno osservava con interesse la mia mossa e si avviava verso la spiaggia. Dal sentiero trovai un accesso al terrazzamento e lì giunto… trovai una fauna mista di persone che si muovevano da una zona ad un’altra con gli attributi in completa erezione e, nel passare vicino a qualcun altro, c’erano spesso carezze verso l’altro. Mi posizionai in un angolo un po’ appartato e, dal borsello che avevo portato con me, estrassi un po’ di pomata, mi spalmai ben bene il culetto e poi, adagiatomi su un tronco che cresceva a 45° rispetto al terreno, mi infilai un bel vibratore nel culo e lo accesi, a mezza velocità. Tutto questo mio “fare” attirò l’attenzione di un paio di tizi che, sempre smanettandosi l’uccello, si avvicinarono e quello più “spigliato” mi prese i capezzoli tra le dita iniziando a torturameli. Io stavo continuando a masturbarmi il culo con il vibratore ma l’altro, a quel punto, mi arrivò vicino, me lo fece togliere e, alzandomi le gambe sulle sue spalle, mi inculò. Oddio che piacere ! Mi sentii sciogliere mentre l’altro che continuava a torturarmi i capezzoli, non contento di ciò mi appoggiò il cazzo sulle labbra spingendomi a fargli un pompino. Mi sentii completamente usato e la cosa mi eccitò molto, facendomi sentire una vera troia. Dopo una decina di minuti iniziai, senza essermi toccato, a godere e riversarmi addosso tutta la sborra che avevo portando gli altri a commentare “La troia sta godendo, guarda come gode!” portando anche loro ad eiaculare e riversarmi, in bocca e nel culo, tutto il loro piacere. Che bello, che goduta! Mi ripulì con le salviettine che mi ero portato nel borsello e decisi che per quel momento poteva bastare e che era il caso di chiamare Monica ed andarci a fare una nuotata. Pertanto scesi dal terrazzamento e mi avviai verso la nostra postazione ma, avvicinandomi, udii una sorta di mugolii. Avvicinatomi con cautela vidi Monica impegnata in un bocchino ad uno disteso sotto di lei che le stava praticando lo stesso servizio mentre dietro…. udite udite… c’era il tizio secco e brutto che la stava montando a pecorina tenendola per le tette che impastava con evidente soddisfazione di Monica. Li lasciai fare ed andai a farmi una nuotata. Dopo un’abbondante quarto d’ora che, oltre a nuotare, avevo usato per lavarmi bene il culo, cercando di far uscire la sborra che lo riempiva, mi riavvicinai alla nostra postazione e…. li trovai che stavano ancora trombando. Quatto quatto mi avvicinai iniziando a fare qualche carezza a Monica che girò la testa verso di me e con occhi pieni di libidine mi rivolse, nonostante la bocca piena, un sorriso continuando a sbocchinare il tizio sotto di lei. Il secco, infaticabile, continuava ad ararla con il suo attrezzo ma alfine, quando lei iniziò ad ululare dal piacere, le scaricò in pancia tutto il contenuto dei suoi coglioni. E si fermò, immobile, respirando con affanno. Il gruppo si sciolse. Monica, stravolta, si mise su un fianco respirando a fatica e mi prese una mano portandosela sul cuore. Il tizio con cui aveva fatto il 69 era disteso con sulla faccia un sorriso da ebete per il piacere che evidentemente aveva provato. Il secco… si girò verso di me e con uno sguardo libidinoso, con la sua voce sexy, mi fece “Allora… la vuoi o no, la tua parte?” Gli guardai il membro e lo vidi in piena erezione, voglioso di farmi il culo. Lo guardai negli occhi e gli dissi “Ma non hai appena goduto ?” e lui mi rispose… ”Sì, ma è appena la prima della giornata!” Mi inchinai verso di lui e gli presi in bocca quello spettacolo di cazzo che si ritrovava tra le gambe. Iniziai a sbocchinarlo e lui si distese comodo, lasciandomi fare ma dopo un po’ si rialzò dicendomi “Splendido, succhi meglio di una donna, ma io non voglio godere così, voglio godere della tua fighetta, aprire quel tuo bel culetto e sfondartelo !” Pertanto mi fece distendere sulla schiena, mi prese le gambe sotto le ginocchia e se le portò sulle spalle, puntò il mio buco del culo e stava per infilzarmi come un tordo quando lo fermai dicendogli “Aspetta, così ci facciamo male, e non godiamo nessuno dei due. Lascia che mi metta un po’ di crema.” Mi spalmai per bene con del Luan e poi mi ridistesi dicendogli “Ecco… ora fammi tua.” Non ci mise neanche un attimo per riprendermi le gambe, riportarle sulle sue spalle e… infilzarmi con il suo spiedo facendomi fare un respiro profondo per il modo in cui mi riempì. Si fermò, dandomi il tempo di abituarmi all’intrusione, poi, guardandomi fisso negli occhi, iniziò a stantuffarmi, prima molto lentamente, affondando in me sino in fondo e poi estraendolo quasi completamente, per poi riaffondarlo fino in fondo nelle mie viscere e… ripetendo, subito dopo, il movimento. Su e giù, su e giù facendomi provare brividi pazzeschi perché lo sentivo tutto. Mi possedeva completamente. Monica era seduta in un angolo e si stava godendo la scena masturbandosi, incitandolo a chiavarmi più forte, a trattarmi da quella troia che ero. Ad un certo punto non resistette più e si avvicinò a noi e inginocchiata, per la libidine, mi prese l’uccello in bocca ed iniziò a succhiarmelo, facendomi impazzire. Colui che prima stava facendo il 69 con lei, vedendola così, con quello splendido culo enorme in primo piano, ebbe un’erezione fortissima e, avvicinatosene, iniziò a toccarle il culo, ad aprirle le chiappe, a bagnarle lo sfintere ed a infilarle prima un dito, poi due, poi tre ed infine… ad incularla, con gran godimento di Monica che dimostrò tutto il suo apprezzamento agitando il culo per assestare meglio il cazzo che la stava possedendo ed andando incontro allo stesso per farsi inculare ancor meglio. Andammo avanti così per un bel po’ finché il tizio che inculava Monica non godette per primo, riempiendole il culo e facendola sbrodolare dal piacere tanto che la cosa si riversò sul suo modo di succhiarmelo facendomi godere a tal punto che, per il piacere, il mio sfintere iniziò a contrarsi dando al “secco” la sensazione che gli stessi facendo un pompino con il culo, tanto che iniziò a dire “ Ma tu non hai una fighetta, hai una bocca… sì, così, succhiamelo tutto… ecco.. sto venendo…” ed iniziò a scaricarmi nel culo un torrente di sborra! Ripreso fiato ci ricomponemmo tutti ma dall’alto del sentiero ci giunse un applauso. I due se ne andarono ed io e Monica andammo a farci un bagno rigenerante. Eravamo tutti e due distrutti e pieni di… sborra. Fatto il bagno ci mettemmo a rifocillarci e quindi ci distendemmo, mano nella mano, a prendere un po’ di sole. Stavamo sonnecchiando, sazi, quando dopo un po’ ci sentimmo chiamare da un “Scusate, non vorremmo disturbarvi, ma vorremmo conoscervi.” Era una coppia, piuttosto attraente, sui 40, che ci dissero di averci osservati da lontano, con un binocolo, da una specie di promontorio che, un centinaio di metri più in la, si sporgeva dentro il mare e, conseguentemente, dava una visione in diagonale della nostra alcova e pertanto gli aveva permesso di osservare le nostre performance. Si presentarono (ma non ricordo i nomi, a distanza di tanto tempo) e ci dissero (parlava soprattutto lei) che gli sarebbe piaciuto poter fare dei giochini con noi, essendo loro entrambi bsx. Nel mentre parlava lei stava osservando soprattutto il seno di Monica ed alfine non resistette ed allungò una mano accarezzandoglielo. Presa alla sprovvista Monica non reagì al che la tizia prese completamente in mano un seno di Monica e, palpandoglielo a fondo, avvicinò il viso ed iniziò a succhiarle il capezzolo. Vidi Monica rovesciare la testa all’indietro dal piacere ed allungare una mano per stringere a se la testa che le stava succhiando così bene il capezzolo, facendola bagnare. Il tizio, intanto, guardando la moglie nelle sue avance, aveva iniziato a masturbarsi ed io approfittai subito del fatto per avvicinarmi e prenderglielo in bocca. Iniziai a sbocchinarlo con gusto e mentre lo facevo incominciai a palpargli il culo sino ad arrivare a stuzzicargli lo sfintere, cosa che lui mostrò di gradire. Nel frattempo le due femmine si erano sdraiate, una sopra l’altra, in posizione di 69, e ci stavano dando dentro, di gusto, lo si capiva dai mugolii che provenivano dall’intreccio ! Siccome quella sopra era la tizia abbandonai momentaneamente il cazzo che stavo succhiando, mi posizionai dietro di lei e la infilzai, poi mi girai verso il tizio e lo tirai a me, per continuare a fargli il pompino. Me la godetti un mondo e quando il cazzo che stavo succhiando iniziò a riempirmi la bocca di sperma pastoso, dolce, gustoso, godetti riempiendo la fica della donna che, avendo qualcuno che contemporaneamente le stava martoriando il clitoride, iniziò a dare i numeri dal piacere e godette da impazzire, mentre stava con quattro dita dentro la fica di Monica, portando a godere anche lei. Ci mettemmo a sedere, tutti sudati e la lei della coppia disse “Vi avevamo apprezzati da lontano, ma da vicino… siete fantastici, siete una coppia libidinosa da impazzire. Vogliamo frequentarvi.” E detto ciò ci lasciarono un biglietto da visita e se ne andarono. Li abbiamo rivisti più volte. Commentate. Grazie 35 3 8 anni fa
- Alla costa dei barbari 2 Alla Costa dei Barbari 2 Nel mentre che il tizio se n’era andato a nuotare, chiesi alla mia compagna se le andava di prepararmi all’incontro. Non appena ebbe ripreso una respirazione normale disse “Sì, ora ti preparo. E’ stato bellissimo! Mi ha fatto godere da matti e spero riesca a fare la stessa cosa con te !” Ed iniziò ad ungermi lo sfintere mentre io la preparavo mentalmente al fatto che colui che l’aveva fatta godere in quel modo ed aveva nel contempo una voce particolarmente sexy non fosse, all’aspetto, all’altezza delle aspettative. Che non si aspettasse un adone ma le dissi che spesso, un regalo incartato alla buona, poteva contenere qualcosa che andava ben al di là della confezione. Non ci eravamo accorti, nel mentre lei mi stava preparando, che avevamo un pubblico che dal sentiero ci stava osservando e che uno di loro, visto com’ero posizionato a 90° con lei che mi stava introducendo un dildo per allargarmi un po’, scese, arrivò da noi e senza alcun indugio tolse il dildo e…. mi inculò, con un unico movimento, facendomelo arrivare alle tonsille. Ansimai cercando aria a bocca aperta sia per la sorpresa che per il dolore causatomi. Sentii i suoi coglioni sbattermi sulle chiappe e poi…. rimase fermo. La mia donna, sorpresa dall’azione dello sconosciuto rimase per un momento a bocca aperta ma poi, realizzando la situazione e l’opportunità di vedermi finalmente inculato, si posizionò davanti a me a gambe larghe e spinse la mia testa sulla sua fica affinché gliela leccassi. Cosa che, passato il primo momento doloroso, abituatomi all’intruso e mosso un po’ il culo per sistemarlo meglio iniziai a fare con molto piacere. Lei era con lo sguardo attratto completamente dai movimenti del tizio che, nel frattempo, aveva iniziato a chiavarmi con un movimento lento e profondo. Pian piano il dolore iniziale si tramutò in piacere ed iniziai tra una slinguata e l’altra alla fica, a mugolare dal piacere. Lei si girò e venne sotto di me per succhiarmi il cazzo, che nel frattempo si era rizzato, per avere una visuale completa della mia sodomizzazione e massaggiare le palle del tizio, che diede cenno di apprezzare l’iniziativa. Lo sentii dall’aumentata grossezza del suo pene che continuava, con metodo, a devastarmi, portandomi ad avere i brividi per il piacere procuratomi. Iniziai a smaniare, a chiedergli di darmi tregua, di godere ed uscire perché non ce la facevo più sia per la posizione, in ginocchio sui sassi, sia per il troppo piacere che stavo provando. Stavo eiaculando in continuazione in bocca della mia compagna che, ingorda, inghiottiva tutto finché si staccò biascicando.. “Oddio, sto godendo di nuovo come una matta, mi state mandando al manicomio, è stupendo !!” In quel momento sentì il tizio godere e scaricarmi in culo un vero clistere di sborra, mentre il mio sfintere iniziava a contrarsi per il piacere. In quel momento si udì una voce profonda, sexy, dire “Eccomi qua ma vedo che avete già dato inizio alle danze. Non fa nulla, ormai sono pronto e perciò mi prendo quanto richiesto “ .. e allontanando il tizio che aveva appena finito di incularmi, si posizionò dietro di me, si sputò sul cazzo per bagnarlo un po’ (io non ne avevo bisogno, ero un lago) e me lo infilò tutto, facendomi sobbalzare perché, benché fossi stato allargato a dovere, la sua dimensione era notevole. Alla faccia del timido ! Fu tutta un’altra cosa: sarà stato per la stazza, sarà stato per il modo di muoversi, fatto sta che fin da subito provai sensazioni mai provate, che non saprò descrivere. Tutta una serie di brividi percorse il mio corpo ed iniziai a borbottare “Sìì, così… oddio… come chiavi bene… ora capisco perché lei aveva goduto in quella maniera… sei incredibile… non ti fermare… continua a chiavarmi, che mi fai morire…. Ma non venirmi dentro… voglio che mi vieni in bocca !” A quelle parole il tizio si sentì ancor più a suo agio e mi rispose, con quella sua voce profonda, che mi eccitava da matti: “Sarò ben felice di accontentarti ma c’è ancora tempo !” Mi accorsi, nel frattempo, che la mia donna si stava masturbando furiosamente guardando la scena con sguardo libidinoso. La cosa andò avanti per almeno una ventina di minuti, le mie ginocchia non ce la facevano più ma resistevo perché non volevo che la cosa finisse, anche se il mio ano iniziava a bruciarmi un po’, ma il piacere che provavo era…. Una goduria infinita. Ma tutto ha una fine e ad un certo punto si sfilò da me per darmelo da succhiare, cosa che feci con molto gusto per ringraziarlo del piacere che mi aveva dato e… per assaporarlo. Come immaginavo….. Il tizio era brutto da vedere ma aveva un ottimo contenuto: una sborra densa, dolce, gustosa… da intenditori. La mia donna, che aveva appena finito di avere l’ennesimo orgasmo, mi si avvicinò per baciarmi, lingua in bocca, e cercare di rubarmi le ultime gocce di sperma. La sera, a casa, la mia compagna era di un languido pazzesco e, tra una moina e l’altra, mi chiese: “Domani ci ritorniamo?” La guardai e vidi nei suoi occhi uno sguardo libidinoso che non aveva mai avuto, aveva sempre fatto un po’ la ritrosa. Le risposi “Se ti fa piacere… ben volentieri “. L’indomani ritornammo lì, trovammo libera la stessa postazione e dopo un po’ mi accorsi che un ragazzo (avrà avuto una venticinquina d’anni, o poco più) si era disteso ad una decina di metri da noi e ci osservava. Feci notare la cosa alla mia compagna che, dopo averlo osservato ben bene, mi disse: “Ma è bellissimo, guarda che occhi che ha !” In effetti aveva due occhi che riflettevano il colore del cielo, languidi, dolci, e guardavano la mia compagna con desiderio. Visto che aveva al polso un orologio, ed io in quel momento no, trovai la scusa di chiedergli “Che ore sono?” Al che lui, facendo finta di non aver ben capito la domanda, si alzò e si avvicinò. Giunto vicino a noi si accucciò per dirmi “Cosa mi ha chiesto ?” e nel far ciò avemmo il modo di posare gli occhi sui suoi attributi al che gli chiesi “Ho visto che osservavi la mia compagna. Ti piacerebbe farci l’amore ?” Gli si drizzò immediatamente il pene e la mia compagna disse “ Ecco la risposta” e con fare languido si distese e allungò le braccia invitandolo a farsi più vicino. Non appena si distese accanto a lei presi un preservativo, allungai la mano per prendergli il cazzo dandogli due menate e lo aiutai ad infilarsi nella fica già bagnata di lei. Mentre iniziava a fotterla, gli accarezzai, per un momento, le natiche che aveva stupende, glabre, toste, perfettamente sferiche. Sembravano quelle del David di Donatello. Lei, mentre la stava chiavando, se lo guardava, se lo rimirava consapevole di non aver mai avuto, tra le mani, un giocattolo così bello e tanta bellezza la portò ad avere un orgasmo devastante, che la squassò tutta, al punto che non seppe trattenersi ed iniziò a urlare il proprio godimento. Io li osservavo e mi masturbavo, finché, vedendo lui godere, non venni copiosamente addosso a lei che se lo attirò completamente addosso, mentre era ancora dentro di lei, ed iniziò a baciarlo in modo famelico. A tutto ciò lui rispose (beata gioventù) rimanendo eretto e riprendendo, dopo un po’, a fotterla energicamente, a fondo, quasi con violenza e con possesso. Sapeva di averla in pugno, continuando a guardarla fissa negli occhi, con quegli occhi color del cielo. Non seppi resistere: mi chinai verso il suo culo ed iniziai a leccarglielo. Sembrò gradire la cosa ed allora mi posizionai meglio ed incominciai a spingere la lingua sempre più verso il solco delle natiche cominciando, pian piano, ad infilargliela in mezzo, sino ad arrivare al suo buchetto che cominciai subito a stuzzicare, cercando di penetrarlo con la lingua. Mi accorsi, da alcuni brividi che lo scossero, che la cosa gli piaceva ed allora allargai di più le sue natiche andandoci dentro con tutta la lingua, chiavandolo così. Ciò diede il via ad un orgasmo squassante che si ripercosse sulla mia compagna che ebbe un orgasmo talmente forte da portarla a dire “Basta, basta… sto impazzendo…” A casa mi disse che le avevo fatto passare due giornate fantastiche e mi ringraziò facendomi un pompino da applausi nel mentre mi masturbava con un dildo. 28 3 8 anni fa
- fotoromanzo Assecondando la folle proposta dell'anziano maestro che mi ritrae, e posando nella più assoluta nudità assieme al ritrovato amico d'infanzia, di fronte ad alcuni disegni che illustrano le situazioni erotiche in cui spesso vengo dipinta come protagonista, ne recepisco la palese soddisfazione per essere stato coinvolto in un gioco che nel contempo gli ha permesso di rispolverare istanti di una indimenticabile adolescenza. E' durante tali convegni che si rinnovano sensazioni mai del tutto sopite, procurando nel mio stesso compagno stati di ossessivo disagio all'idea di quanto possa essere già stato insospettabilmente condiviso tra di noi, alimentandone le più inverosimili fantasie. Tuttavia ciò comporta egualmente il desiderio ulteriore di trasgredire, sfociante nei complici giochi dove, lasciando come allora cadere ogni più razionale barriera, l'appagamento dei sensi diviene cosa assai naturale ben oltre la logica del pregiudizio. In similari contesti si vanno deformando le consuetudini, rendendo lecite tutte le cerebrali forme di confronto capaci di produrre i più insospettabili orgasmi epidermici, rendendo possibile quanto altrimenti impedito in una dimensione abitudinaria. Ecco allora come quelle morbose sensazioni dell'inizio, che attanagliano la mente di chi resta spettatore passivo, svaniscano a fronte dei maliziosi istanti di assoluta complicità che si andranno ancora sviluppando senza alcuna trama predefinita. 4771 2 8 anni fa
- Alla costa dei barbari Alla Costa dei Barbari L’ultima compagna che ho avuto sapeva che ero bsx. Nel momento in cui, per il diabete, la mia libido è scemata, come anche il mio desiderio per lei, è viceversa, aumentato il mio desiderio di sentirmi “femmina” ed essere posseduto. In qualche occasione le è piaciuto fare la parte del maschio e, anche grazie ad un strap-on che le avevo comperato, mi fece suo provando piacere nell’incularmi. A quel punto le prese la voglia di vedermi “montato” da un vero maschio e a furia di parlarne venne anche a me la voglia di fare qualcosa a tre dove essere anch’io parte femminile. Pertanto iniziai a pensare come poter risolvere la cosa e realizzai che, forse, andando alla Costa dei Barbari (spiaggia naturista ma anche nota zona gay) avremmo potuto risolvere la questione. Perciò organizzai, per il primo fine settimana, una gita in tale località per fare il bagno, abbronzarsi nudi e prendere conoscenza dei luoghi. Il sabato mattina, dotati di panini e di bibite, lasciammo la macchina a Sistiana a Mare e ci incamminammo, lungo un sentiero che seguiva la costa, a due passi dal mare, verso il punto dove mi avevano detto si faceva naturismo. Dopo un bel po’ che camminavamo iniziammo a vedere i primi segni, le prime persone in costume adamitico. Persone che, però, non dimostravano alcun interesse per noi. Fatto ancora un pezzetto di strada incominciammo a notare atteggiamenti un po’ più interessati e, soprattutto, che c’era, alla sinistra del sentiero che stavamo percorrendo, verso monte, un quasi secondo sentiero, un terrazzamento, seminascosto tra la vegetazione, in cui si intravvedevano persone in atteggiamenti inequivocabilmente “tendenziosi” sia tra uomini che tra coppie. Ad un certo punto notai una piccola discesa verso la spiaggia ed una specie di conca, recintata da massi e pali, che poteva essere un ottimo punto per distenderci a prendere il sole, creando un po’ di privacy. Scendemmo e distendemmo i nostri asciugamani, mettendo le vivande all’ombra. …E ci spogliammo. Lei ebbe un momento di ripensamento… non l’aveva mai fatto …. Ma poi si lasciò trascinare dalla voglia di trasgressione e si denudò. Avevo notato, nel frattempo, che una certa fauna aveva seguito con interesse le nostre manovre dall’alto del sentiero e che nessuno di tali personaggi era rimasto indifferente al seno particolarmente prosperoso della mia compagna (portava una sesta abbondante) ed al suo culo abbondante ma non moscio, anzi pur nella sua abbondanza, perfettamente conformato e sodo. Notai, tra tutti, un tipo segaligno, bruttino, ma con un cazzo magnifico che se lo stava tranquillamente segando, senza alcuna remora. Mi venne voglia di vederlo chiavare la mia donna, solo che dovevo fare in modo non lo vedesse in faccia, altrimenti si sarebbe “smontata”, doveva solo sentirselo dentro. Perciò mi misi schiena a terra e la tirai su di me per fare un sessantanove e quando notai che si era lasciata andare e stava godendo appieno il mio succhiarle il clitoride trovai il modo di fare un cenno al tizio che, avevo notato, stava seguendo le nostre manovre con estremo interesse, continuando a masturbarsi. Capito il mio cenno di avvicinarsi, mentre scendeva verso di noi, dissi alla mia compagna “Ora non ti voltare, altrimenti questo tizio, molto timido, scappa. Chiudi gli occhi e tra poco ti sentirai penetrare da un cazzo magnifico. Tu continua a succhiarmelo, lasciati andare e… godi, amor mio !” Il tizio si inginocchiò dietro la mia compagna, si infilò il preservativo che gli passai, le mise una mano sul culo e, mentre io le allargavo le chiappe, dilatando la figa, glielo infilò con un unico movimento sino alle palle e lì si fermò per godere del possesso. La mia compagna fece un respiro profondo, mentre veniva penetrata, ingoiando ancor di più il mio uccello. Io avevo avuto modo di godermi tutta la penetrazione e quando lui, finalmente, iniziò a muoversi mi arrivò una prima scarica in faccia degli umori della mia donna che si era sbrodolata, iniziando a provare piacere. Si muoveva con grande calma, gustandosi in toto quella chiavata, mentre lei muoveva il culo per assestarselo ancora meglio nella fica, iniziando a mugolare per il piacere, facendomi sentire con le labbra tutto ciò che provava. In breve.. riuscì a farmi godere e inghiottì tutta la mia sborra. Poi rialzò la testa dal fiero pasto ed iniziò a godere mugolando “Sì, così… ancora… è magnifico, mi sta facendo impazzire… grazie amore di questo regalo, lo hai scelto bene! Spero riesca a continuare ancora un po’ perché sto per godere di nuovo… Sìì… così… eccomi… Godoooo ! “ …e venne anche lui, digrignando i denti ! Lei si distese, distrutta, con lui ancora dentro. Lo guardai e gli dissi “Bravo, ma dopo bisogna che inculi anche me !” Una bella voce profonda mi rispose “Non c’è problema, vado a farmi una nuotata e ci vediamo tra un po’.” E se ne andò a nuotare, senza che lei lo avesse visto in faccia. Era ancora distesa, tutta tremante. PS.: Il seguito alla prossima 62 3 8 anni fa
- Da Dany... Lei, Maria, ed io, Nicola, per la prima volta cenavamo a Polignano. Il ristorante, vicino al mare, era molto accogliente e dal nostro tavolo si poteva vedere uno spicchio di mare tra le case. Io guardavo il panora e sentivo Maria sussurrare: ti amo. Romantico! Alzo lo sguardo per ricambiare e trovo Maria fissare una donna sui 30, massimo 35 anni. Le rispndo: ti amo Maria. Lei distoglie lo sguardo dalla donna, un attimo, quanto basta per rassicurarmi sul suo amore, ma subito torna a osservare l'altra. La giovane donna, che poi avremmo scoperto chiamarsi Daniela, stava andando in bagno. Media statura, leggermente sovrappeso, tacco 12, gambe scoperte, culo tondo fasciato da una gonna su cuii sembrava stampato: bel culo vero?, quarta di seno, viso dolce, sguardo furbetto e capelli neri e corti. In quel momento capii che Maria mi stava chiedendo Daniela. Maria non prende mai l'iniziativa. Così, senza pensarci un attimo, mi alzai e raggiunsi la donna prima che entrasse in bagno. Buonasera signorina, possiamo invitarla al nostro tavolo? Lei, Daniela, volse lo sguardo ed incrociò quello di Maria. Rispose: piacere io sono Daniela e tra un attimo sarò da voi. Il cacciatore, l'orgoglio da maschio alfa era appagatp. Tornai da Maria con la preda desiderata. Daniela subito ci spiegò che era stata lasciata sola dal compagno e da lì a mezzora, con una chiacchierata serena, franca e gioiosa arrivammo a capire che tutti e tre avevamo voglia di farci una bella scopata insieme. E andammo da Daniela.Pochi convenevoli e tutti e tre fummo nudi. Io, come sempre, iniziai a dare indicazioni a Maria: baciala in bocca, scendi, succhiale i capezzoli, brava Maria e ore più giù... bravissima. Maria baciava il sesso di Daniela con tutta la sua passione... e vi assicuro è qualcosa di travolgente. Quello era il momento adatto per esaudire il desiderio di Daniela di succhiarmi il cazzo. Come rifiutare?Daniela succhiava bene. Così le chiesi di mettersi a pecora. poi dissi a Maria: infilati sotto Daniela e succhiale i capezzoli... Io, con Daniela a pecora davanti a me nn esitati ad entrarle in figa con tutto il cazzo ed iniziai a scoparla con forti colpi di cazzo. La figa nn mi bastava, volevo pure il culo. Daniela, un po' spaventata, confessò di esser vergine. Resta come sei Daniela. Mi alzai e dissi a Maria: lecca la figa da dietro a Daniela e inizia a prepararle il culo. Maria esegui come sempre, ben sapendo che mi eccitava molto. Così mentre Maria leccava culo e figa a Daniela, inizia a scopare in figa Maria... mi piace, mi manda in estasi scopare Maria!Il lavoro di Maria era terminato, aveva aperto ben bene il culo di Daniela. Allora chiesi a Maria di coccolare Daniela con dei bacini sulla e in bocca. Iniziai a premere con la cappella sull'ano di Daniela, umido, lubrificato dalla saliva di Maria e dal gel che avevo messo. Un gridolino di Daniela, subito soffocato dal bacio di Maria e....Ci lasciammo, io e Maria abbracciati guardammo Daniela prima di allontanarci e tutti e tre, soddisfatti per la bella scopata, capimmo che ci saremmo rivisti.By Valegior ;) 2955 0 8 anni fa