La vita riserva sempre delle sorprese, a volte belle a volte sono di quelle che ne faresti volentieri a meno. La storia che narrerò è di quelle che per quel che mi riguarda, ne farei sempre a meno, ciò non toglie che pur non disprezzando, son sicuro che a qualcuno farà leccare i baffi.
Sono stato sempre un amante del mare anche se, lo amo a modo mio, io amo il mare, lo stare in acqua a rinfrescarmi durante una torrida giornata di agosto, di quelle che solo in Sicilia si possono vivere, non amo invece croggiolarmi al sole, dove voltandoti e rivoltandoti alla ricerca dell’abbronzatura ideale, rischi di camuffarti da cotoletta. Ho sempre amato fare le vacanze in Sicilia, nel versante Tirrenico, dove l’acqua assume delle sfumature uniche e la brezza del mare intiepidita dai raggi solari, rende magiche le atmosfere locali. Amo vivere la mia residenza estiva ricca di maioliche eoliane e di ceramiche artistiche di camastra, circondato dalle delizie gastronomiche locali dove, le melanzane te le fanno mangiare in tutti i modi e dove, la mattina inizia alle 12,00 con una granita caffè con panna e brioche, di quelle delizie che ti rimangono dentro per sempre e ti fanno invidiare da chi non ha mai avuto la fortuna di provare. Quell’anno no, era anno di cambiamenti, di inizio di democrazia in un rapporto di coppia che provava a consolidarsi per affrontare le bufere del mare della vita.
Non sò come, nè adesso voglio chiedermi il perché, mi ritrovai a prenotare una vacanza in montagna, in alta montagna, dove la neve la trovi ad agosto e la notte del 15 invece di festeggiare a falò e bagno di mezzanotte, festeggi con dopo sci e piumino. Proprio durante la sera del 15 Agosto, io e la mia compagna del tempo, Silvana, mentre stavamo gustando una fonduta niente male, veniamo avvicinati dai nostri vicini di camera. Ecco lì, pensai tra me e me, abbiamo fatto troppo casino stanotte e adesso mi tocca sorbirmi i rimbrotti dei vicini. Con mio stupore, Deborha e Andrea, questi i nomi dei nostri vicini, si erano avvicinati perché avevano visto che eravamo vicini di camera ed intendevano familiarizzare un po’ per organizzare delle escursioni insieme. Si sedettero con noi e ci aiutarono con la fonduta. Il dialogo era cordiale e sereno, di quelli che non ti annoiano e non ti entusiasmano, fin quando la Deborha non cominciò a toccare i giusti argomenti. Dapprima esordì dicendo di avere un gran caldo vicino al camino e rimase con un sotto giacca bianco che lasciava intravedere inequivocabilmente i capezzoli turgidi, in seguito introducendo le finte lamentele sui rumori molesti ma eccitanti, così da lei definiti, dei nostri rapporti. Mi scusai prontamente dell’increscioso episodio e ritenni opportuno rassicurarla sul futuro, ma a quel punto intervenne Silvana. Un candore da infante ed una sincerità disarmante, ecco cosa sfoderò nel chiedere se anche lei durante i rapporti, amava farsi chiamare troia, puttana e altre porcate del genere. La poveretta ammise con onestà che non solo le piaceva perché provocava in lei una eccitazione strabiliante, ma pretendeva da Andrea che lo facesse anche durante la giornata normale, giusto perché, sosteneva, le provocava dei brividi alla schiena e non solo il pensare che potesse essere strumento di desiderio di un uomo. Così dicendo, allungò la mano lungo i suoi pantaloni di fustagno blu e si massaggiò rapidamente ma con fare deciso, la passera. Il gesto non sfuggi ai commensali e provocò in Silvana una reazione straordinaria. Dapprima accusò gran caldo e si tolse la sua giacca, sfoggiando un sotto giacca in pizzo nero traforato senza niente sotto, mettendo in bella mostra la sua 4° di seno e due capezzoli dritti e duri come non mai, poi passo a stringermi per il collo avvinghiando le sue calde labbra alle mie e facendo sosta con la sua mano nella patta dei miei pantaloni. Come nell’applicazione migliore delle leggi della fisica, si scatenò in me una reazione incresciosa, tale da richiederne immediatamente la copertura con il tovagliolo da tavola. Andrea se la rideva di gusto e mi stranizzava questa sua velata indifferenza. Intanto dal camino ancora acceso, ci sentivamo inondare dal riverbero della fiamma e, pur non comprendendo il linguaggio della legna che scoppietta dispettosa o brontola fiammeggiando, una irrefrenabile eccitazione pervase i nostri corpi che si trovarono a danzare nella penombra del locale, avvolti dalle ombre dei bizzarri disegni della fiamma ardente. Era la fiamma del desiderio reciproco che ci fece accomiatare dalla compagnia in direzione della nostra camera. Con passo svelto e arguzia solerte, Debhora e Andrea si precipitarono nel seguirci e, giunti al pianerottolo, ci invitarono ad entrare da loro per facci assaggiare un distillato locale comprato la mattina precedente, da un pastore del luogo. Entrati, Debhora con sfacciata petulanza, ci consigliò di metterci in tutta libertà perché da loro la temperatura faceva invidia alle più note località balneari e così dicendo, si svesti indossando una corta maglia leggera da dove faceva capolinea in bella pista, una coulotte di raso rosso che avrebbe fatto drizzare l’uccello al nonnetto che teneramente dormicchiava sulla sua dondolo davanti al camino del locale. Silvana, per non venire meno all’atteggiamento assunto da Debhora, tolse i suoi pantaloni e con mia grande sorpresa, rimase solo con il perizoma asserendo che tanto era uguale. Andrea, che fino a quel momento si era tenuto volutamente in disparte dal gioco, sevì amabilmente il distillato e ci chiese se ci andava un film. La proposta non sembrava oscena e in fondo, la compagnia cominciava ad entrare in sintonia e non mancavano le battute e le risate, diciamocelo proprio, erano simpatici. Andrea attese la nostra risposta che fù unisona ed immediata. Sorpresa delle sorprese, Andrea mise un porno di quelli da paura. Io e Silvana stavamo seduti su di un divanetto all’interno della stanza, Deborha si era sistemata ai nostri piedi ed Andrea si era sdraiato sulla moquette appoggiando la testa sulla passera di Debhora. L’atmosfera divenne incandescente già alle prime immagini del film, i nostri pensieri e le nostre fantasie, folleggiavano capricciosamente come farfalle innamorate per intersecarsi involontariamente errando gli uni nelle fantasie degli altri. Silvana non resse più e, in un baleno, tirò la lampo dei miei pantaloni e ingoio il mio cazzo in un colpo solo. Così facendo aveva assunto una posizione carponi lungo il divano, mostrando il suo tondo sedere alla sala dove Andrea e Debhora avevano preso a palparsi con l’ardore delle mille gradazioni di chiaro scuro che una fiamma ardente sprigiona. Andrea però, rimase profondamente colpito dalla posizione di Silvana e prese a massaggiarle il culo con tanta delicatezza che quasi lo faceva apparire timido. Vedendo che nessuno lo fermò, con più decisione continuò accarezzando la topina di Silvana ed introducendo prima uno e poi due delle sue grosse dita nella passera fracida di umori di Silvana. Debhora intanto era passata a spompinare alacremente Andrea e cominciò a strofinare le sue chiappe tra le mie dita. Feci per cominciare ad assaggiare la sua topina ma lei, con una velocità da centometrista, si girò di scatto mostrandomi le sue meravigliose tette. Comincia a leccarle, a morderle, mentre raggiungevo con un grido strozzato in gola il mio meraviglioso orgasmo tra le labbra vellutate di Silvana. Andrea era in tiro di lusso e Silvana, ormai inarrestabile, si giro e lo prese tutto dentro. Debhora dal suo canto cominciò a pulire la mia sborra con delle leccate alla cappella che sembrava vedessi un’altra fiamma ardere nuovamente il mio cazzo. Pioveva ed il vento urlava incollerito, ma i nostri corpi erano ormai senza ritegno, i nostri sguardi complici danzavano tra loro in un rituale mai provato prima, fù così che mentre Silvana raggiungeva insieme ad Andrea un orgasmo da paura, io e Debhora ci trovammo in posizione da 69. Lei cominciò avidamente a succhiare fino a farmi tramortire dall’ineffabile desiderio di riempirla tutta, mentre cominciai la mia tappa di avvicinamento alla sua topa. Scostai la sua coulotte e infilai la mia mano dapprima a massaggiare le sue liscie chiappe e poi ad accarezzare la sua morbida passera. La sorpresa che non ti aspetti, trovai una campana stonata, la morbida passera agognata altro non era che una campana stonata. Debhora intuì il mio malumore, segnalato tra l’altro dall’afflosciamento del membro e si drizzo in piedi. Andrea e Silvana ormai esausti si erano posizionati sul divano mentre io sbigottito dall’evento, provavo a raggiungere i miei pantaloni per porre fine a quella serata sorprendente. Drizzandosi in piedi, Debhora aveva fatto scivolare la sua coulotte, lasciando ormai libero il suo attrezzo stonato, Silvana appena la vide, restò quasi imbambolata, ma con la mano fermò il mio cammino mentre con l’altra cominciò ad accarezzare il cazzo di Debhora, mentre lo accarezzava, gli poggiò sopra le sue labbra, lo ingoiò, lo slinguava quasi a scommettere che fosse diventato duro, Debhora si mise carponi sul divano lasciando fare Silvana, mentre Andrea ormai ripresosi, cominciò a incularla selvaggiamente. Io mi godetti in disparte la scena, pur senza partecipare mi accorsi però di essere tornato in tiro. Silvana si accorse dell’evento e, conoscendomi bene, girò il suo bacino verso il mio cazzo e lo accolse nella sua calda topina fino a far rigurgitare anche l’ultimo goccio di sperma. Andrea inondò il culo di Debhora in maniera incresciosa e Debhora? Ebbene si, dopo circa tre anni ( così almeno ci confessò ), quella troia di Silvana, riuscì nel suo intendo facendo esplodere in un orgasmo infinito il cazzo di Debhora che rimase molto grata dell’evento. Ormai eravamo esausti, ci rivestimmo approssimativamente, ringraziammo la dolce compagnia di Andrea e Debhora e crollammo esausti nel nostro lettone proprio mentre l’ultimo bagliore di fiamma si mescolava ai tizzoni ancora ardenti di un fuoco che ormai era sopito.
Liberalamenteg.
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Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
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11 anni fa
pillinca,
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Ultima visita: 1 mese fa
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
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17 anni fa
valerio,
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Ultima visita: 10 anni fa
Jos