i racconti erotici di desiderya

Vita di paese - parte prima


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Quello che sto per raccontare è un fatto realmente accaduto nel mio paese, un piccolo borgo nell’entroterra ligure. Per chi non conoscesse la realtà dei piccoli paesini, sappiate che uno dei motti maggiormente in voga è ‘Il paese è piccolo e la gente mormora!’, oppure ‘Tiri una scoreggia, tempo 5 minuti suonano le campane!’. Quando ci si conosce tutti, è quasi normale sapere vita, morte e miracoli di chicchessia. A lungo andare è una cosa fastidiosa, sentirti costantemente sulla bocca di tutti. E si sa, nei paesini la maggior parte della gente ha superato i 60, e li senti borbottare sui gradoni davanti alla chiesa frasi del tipo ‘I giovani di oggi..’ ‘Non ci sono più le stagioni di una volta..’ e altre perle di saggezza simili. Chiuso il preambolo, passiamo alla storia. Era da poco venuta ad abitare da noi una famiglia torinese. Il padre, un cicciotello sulla quarantina, aveva trovato impiego nella locale fabbrica di materassi (ebbene sì, da noi ne esiste ancora una!) come responsabile della sicurezza. La moglie, una bella donna sulla quarantina, sempre tenuta e ben pettinata, faceva la casalinga e non la si vedeva mai in giro a parte la domenica a messa. C’era anche una figlia, una bella ragazza di 18 anni che però abitava ancora in Piemonte e scendeva ogni morte di papa. Antipatici come erano, non ci misero molto ad attirarsi l’antipatia di tutto il paese. Non che ci voglia molto, qua basta che non saluti e subito sei tacciato di stregoneria. Loro però, erano gente davvero cafona. Lui guardava tutti con superbia, parcheggiava come voleva il suo BMW targato TO nella piazza del paese in modo da occupare 3 spazi in una volta..e non è che ce ne siano molti, in realtà! Lei, quando la si vedeva in giro, ti squadrava come una di città guarda un contadino! Una cosa molto fastidiosa, a dir la verità. Davvero gente da poco. Dopo qualche mese però che abitavano da noi, per il paese corse una voce strana: tutti i pomeriggi, dalle 14 alle 18, tanta gente del posto andava a casa loro e si fermava per dieci, quindici, venti minuti! Io e un mio amico, iniziammo a investigare. Purtroppo per arrivare a casa loro, bisognava passare davanti ad alcuni negozietti, e quindi non potevamo fermarci troppo a sostare perché i commercianti si sarebbero insospettiti. Se volevamo saperne di più, dovevamo agire nell’ombra, come i detective nei film! Il mio amico A, riuscì a ‘prendere in prestito’ il binocolo del padre, e salimmo su una collinetta vicina per spiare la zona segreta! In una settimana di appostamenti, notammo un andirivieni altamente sospetto: molta gente del paese saliva su, e una volta entrata, le persiane del salotto venivano chiuse, come se fosse una specie di segnale! Una vocina ci ronzava nella testa, ma dovevamo avere la conferma di quanto stava accadendo..una cosa del genere, bastava per solleticare le menti giovani e perverse di due 18enni che quotidianamente abusavano parecchio della loro mano sinistra (io!) e destra (il mio amico!). Decisi, io e il mio amico andammo a trovare la ‘Signora!’ un pomeriggio che le persiane erano aperte. Suonammo, e dopo poco la Signora venne ad aprire. Era tirata che sembrava una sfilata di Missoni, portava short attillati a mettere in mostra delle curve più che acettabili. Sul viso aveva un velo di trucco, ad accentuare dei bei occhioni verdi smeraldo. Aveva una camicetta sottile (era estare!) con una scollatura ampia che lasciava ben poco all’immaginazione! Nel complesso, una gran figa, diciamolo pure! ‘Che volete?’ ci accoglie con voce brusca. ‘Salve – rispondo io, con la faccia di tolla più estrema – abbiamo notato un certo via vai, e volevamo verificare se per caso qua si regalasse della Ganja!’. ‘Ma cosa dite? – risponde lei con un odiosissimo accento Piemontese (non che abbia niente contro i Piemontesi, ma mi perdonino se affermo che la loro cadenza dà veramente i nervi!) ‘Non sono mica una Pasticceria!’ ‘Lo sappiamo benissimo chi è lei – fa il mio amico – e abbiamo i soldi! Quanto?’ Non ci siamo resi conto in quel momento che rischiavamo una denuncia per calunnia, ma andammo avanti. ‘Ma cosa dite? Andate via o vi denuncio, maleducati!’ A sentirla gridare, alcuni vecchietti avevano messo la testa fuori dalle case, e scrutavano la scena con aria severa. ‘Ok – faccio io – andiamo, ci scusi per il disturbo! Son sicuro che le voci in paese son del tutto infondate!’. ‘Che voci – dice lei con voce stupita – cosa state borbottando?’ Il mio amico parte in quarta, con quella cattiveria che solo i liguri sanno avere : ‘Le voci che lei è una bald..’ ma lo trattengo dal dire l’ultima frase perché potrebbe metterci in guai davvero seri. ‘Volevamo dire, che tanta gente ha notato il via vai giornaliero da questa casa. Il paese è piccolo, la gente mormora!’. Lei ci guarda con aria perplessa, come chi non sa che pesci pigliare ma deve fare buon viso obbligato a cattivo gioco. ‘E cosa direbbero queste voci?’ continua lei. ‘Ancora non hai capito? – dice A. – Vogliono dire che sei una batt…’ e per la seconda volta mi trovo costretto a tirargli una gomitata per bloccare la sua lingua tagliente. ‘Siete due stronzi voi due sapere?’ e nel dire questo, tradisce una certa ansia che prima non aveva. ‘Se lo dice lei.. Noi siamo dell’oratorio, siamo due animatori. Il parroco, don Felice, allarmato dalle voci che corrono in piazza vuole capire se veramente c’è del vero o sono solo cattiverie di paese, e ci ha chiesto di controllare con circospetto. Noi siamo ragazzi fidati, sa che non abbiamo grilli per la testa e seguiamo la retta via (o la via del retto, questo l’ho pensata ma non la dissi!). Se avesse il benché minimo sospetto, avvertirebbe il Maresciallo dei Carabinieri. Non vi potrebbero fare nulla, ma ci sarebbe un gran putiferio e dubito che la vostra immagine di nobildonna ne uscirebbe linda e immacolata. Lei non si immagina neanche, in un paesino, quanto può essere forte la figura del parroco. Meglio non indispettirlo, soprattutto perché si sa, le beghine di chiesa cercano sempre nuova carne da mettere al fuoco.’ Lei non dice niente, ma improvvisamente è pallida come un lenzuolo. ‘Tombola, penso io!’ Ora te la diamo noi, la Mole! ‘Non è vero – farfuglia lei – non avete prove!’. ‘Allora è proprio tarda – inizio io con voce paziente – nei paesi non servono prove, bastano voci. Talvolta manco del tutto fondate, solo accenni. Poi la curiosità popolare fa il suo lavoro! Noi non cerchiamo prove, noi cerchiamo sospetti, indizi.. Le prove non valgono nulla! La gente di questo posto è annoiata, stanca, non aspetta altro che un po’ di vita per distruggerla! Signora mia, se ci tiene alla sua ‘Pubblica immagine’ (e questo concetto lo espressi con sincero disprezzo) le conviene ascoltare quanto dobbiamo proporle, se non vuole che il Parroco sappia quello che abbiamo scoperto!’ ‘E cosa dovrei fare?’ ‘Beh, per iniziare offrirci un caffè, non si incazzi se fumiamo nella sua cucina, chiuda le finestre e spalanchi le gamb..ehm le orecchie!’. ‘Accomodatevi!’ e spostandosi, ci lascia entrare.



FINE PRIMA PARTE



Vi stuzzica? Se vi è piaciuta scrivetemi commenti e pensieri, impressioni e spunti. La storia non finisce certo qua, quello che successe in seguito neanche il più perverso di voi riuscirà ad indovinare! Siete curiosi di sapere? Abbiate un po’ di pazienza.. Il dolce viene dopo il primo ed il secondo.. come disse Cicciolina!



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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Coppialiberty Invia un messaggio
Postato in data: 20/03/2016 14:45:34
Giudizio personale:
che racconto di merda!!e meno male che hai puntualizzato che e' tutto vero!!!

Autore: Slurps70 Invia un messaggio
Postato in data: 29/07/2008 20:11:39
Giudizio personale:
... mi sembra un buon inizio...


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