i racconti erotici di desiderya

Rebecca

Autore: Erotic_mind
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Avevo conosciuto Rebecca in chat, qualche settimana prima. Mi aveva colpito subito la sua foto: un volto simpatico, sensuale e in qualche modo birichino; anche il suo modo di chattare era coinvolgente. Era diretta, quasi sfacciata, ma senza arroganza, né traccia di presunzione. Diceva solo le cose che pensava, e le diceva senza timore di essere giudicata.

Mi collegavo in chat con il chiaro obiettivo di conoscere donne stimolanti, eventualmente da incontrare anche di persona, nel caso in cui il feeling sbocciasse spontaneo e naturale per entrambi. Naturalmente l’intenzione era quella di arrivare a condividere con loro dell’ottimo e piacevole sesso in piena libertà e consapevolezza. Non era da molto che mi ero avvicinato a questo strumento, ma mi intrigava il fatto di poter contattare donne potenzialmente interessate alla stessa cosa. Ho parlato con decine e decine di loro, e quasi tutte – pur non ammettendolo apertamente – erano lì per il mio stesso motivo: incontrare qualcuno di affascinante che le trasportasse in un vortice di passione e, di conseguenza, anche di sesso.

Del resto non si spiega come tutte le signorine “io chatto solo per passare il tempo”, finiscano inesorabilmente per chattare solo con noi maschietti. Sarà solo per passare il tempo, ma credo che sotto sotto, “quel” tempo, vorremmo in definitiva passarlo allo stesso modo… se solo trovassimo la persona giusta!

Con Rebecca parlammo in chat proprio di questo, e fu proprio lei a far notare come tutte le donne che contattava, neppure le rispondevano… a meno che, naturalmente, non fossero in cerca di una donna! Sì, Rebecca mi disse quasi da subito che lei va a periodi… c’è il momento in cui ha voglia della virilità maschile, di essere posseduta da un corpo vigoroso e potente o di dominare il maschio con le sensuali armi a disposizione di tutte le donne più furbe; e c’è il momento in cui è alla ricerca della delicata flessuosità femminile, di quelle coccole speciali e di quelle attenzioni che solo una donna sa regalare ad un’altra donna. Lei mi disse - parole testuali - che la più grande scopata l’ha fatta con un uomo, ma l’orgasmo più inteso l’ha provato a letto con una donna. Con l’uomo le piace proprio scopare, non farci l’amore. Se non di rado, quantomeno. L’amore se ne va nel momento in cui si infila sotto le lenzuola, e torna un minuto dopo aver finito. Ma nel durante, per Rebecca, l’amore è un sentimento troppo puro e troppo poco sconcio, per finire fra le sue cosce... Sta di fatto, comunque, che per bocca sua, lei da un uomo vuole essere scopata, vuole un uomo che la sappia far eccitare, che la spinga ogni volta di poco oltre il suo limite, che la porti a naufragare nel piacere più profondo e animalesco. Non le piace il sesso a tre, almeno a motori spenti. Ma mi ha raccontato di una volta, che il suo fidanzato l’ha piano piano portata in una situazione, dove lei stessa ha invocato un altro uomo fra le sue mani, fra le sue gambe… e naturalmente lui l’ha accontentata. Non si è pentita della cosa, perché ha detto che le è piaciuto molto, anche se non pensava che avrebbe mai fatto una cosa simile. Molto onesta, e molto intelligente, credo. Di esperienze con altre donne non me ne ha parlato, ma in effetti abbiamo chattato per poco tempo, dopotutto.

Ora io sono qui, sotto casa sua, e sto cercando il suo codice sul citofono. 488 eccolo… scala F…

Citofono e senza rispondere mi apre il portoncino... non faccio neppure in tempo a chiedere il piano, ma credo che mi disse all’ultimo… In ascensore mi aggiusto il risvolto del maglione a collo alto, controllo la pettinatura e cedo al mio lato narciso osservando il disegno delle curve dei mei pettorali (ok, ok, non sono più tonici come qualche tempo fa, ma che volete… anche il tempo libero non è più abbondante come in passato!) e infine butto un occhio alle linee dei glutei controllando che siano ben risaltate dei jeans scuri attillati che ho appositamente indossato per quel motivo. Tutto ok, sono pronto!

Le porte dell’ascensore si aprono, e noto una porta di ingresso socchiusa da cui fa subito capolino la testa di Rebecca. Viso lievemente tondeggiante, curato e finemente truccato con un sorriso dolce e sensuale, capace di ammaliare insieme al suo sguardo vivido e guizzante.

Devo essermi imbambolato ad ammirarla per qualche secondo… perché ora lei mi invita ad entrare: “Dai, che aspetti lì sul pianerottolo ? entra !”.

Di lei mi piace anche la sua voce, calda, affilata e con un’inflessione vagamente altalenante. Molto particolare, ma anche molto intrigante. La trovavo grandiosamente femminile. Fino a quel momento l’avevo sentita solo al telefono, ma dal vivo era ancora più avvolgente e conturbante.

Mi fece accomodare in sala, sull’ampio divano angolare arancione. La casa era arredata in stile moderno, con una scelta accurata di colori caldi e armonici. C’era anche un piccolo caminetto acceso al centro della parete, sul lato opposto a quello delle ampie finestre che davano sul terrazzo.

– Mettiti comodo! – mi disse dalla cucina dove stava armeggiando con qualche arnese di metallo – io arrivo in un attimo, il tempo di sistemare le ultime cose -. Mi rilassai e attesi alcuni secondi il suo arrivo; Rebecca entrò con un vassoio con due bicchieri di vino e la bottiglia appena stappata. Mi godetti il suo incedere sinuoso e provocante. Potrei definire Rebecca come una falsa magra: molto carina, con un fisico se vogliamo imperfetto e appunto con qualche chilo in più qua e là, ma nel complesso armonioso e parecchio femminile. Che poi è la cosa che per me più conta: la femminilità. Non importa il peso, l’altezza, il colore degli occhi o dei capelli… quel che conta è che una donna trasmetta femminilità. Naturalmente alcuni dettagli possono aiutare, ma trovo molto più stimolante una donna non bellissima, ma che sia femminile, piuttosto di una “bellona” senza anima, altezzosa e senza femminilità. E per dirla tutta, pure a letto – anzi, soprattutto a letto - c’è una bella differenza. Comunque ora Rebecca si stava accomodando al mio fianco, dopo aver appoggiato il vassoio sul tavolino ai nostri piedi. Nel sedersi la gonna corta che indossava, si arricciò lievemente, scoprendo qualche centimetro di pelle in più, quasi a mostrare gli ultimi centimetri della gamba, prima dell’inguine. Si aggiustò con le mani la gonna, con un movimento aggraziato e vagamente erotico. Non so se avesse notato il mio sguardo indiscreto, ma se pure fosse, lo ignorò porgendomi il bicchiere di vino. Brindammo al nostro primo incontro e assaporammo quell’ottimo Nero d’Avola parlando piacevolmente delle nostre rispettive giornate e scambiandoci alcuni sguardi nelle brevi pause di silenzio. I nostri occhi esploravano il corpo e le intenzioni dell’altro, cercando conferme e infondendo l’uno nell’altra una vaga sensazione erotica e di eccitazione. Non posso nascondere che nell’incrociare il suo sguardo, sentivo la voglia crescere in me nel notare in lei le medesime sensazioni… Discorrendo dei più svariati argomenti, scherzando e giocando talvolta con sottili allusioni, quasi finimmo la bottiglia. Io ero decisamente su di giri, e nel parlare mi avvicinai leggermente a lei. Rebecca senza dubbio era altrettanto eccitata, e in quel momento era rivolta completamente verso di me, azzerando quella distanza minima di intimità che solitamente due persone mantengono in qualsiasi situazione ordinaria. Ma ora la situazione stava diventando tutt’altro che ordinaria. Stavamo ancora parlando, ma i nostri corpi erano a contatto, sentivo il suo seno destro appoggiato al mio pettorale sinistro, il suo braccio era dietro il mio collo, anche se per ora non mi abbracciava a tutti gli effetti, e la sua coscia – calda e liscia premeva lievemente contro la mia. Gustavo il contatto con ogni centimetro del suo corpo, percependone il calore e la consistenza; sentivo l’eccitazione crescere dentro di me, e ora accennava anche un inizio di erezione. Dal canto suo, Rebecca stava sudando leggermente – tradendo uno stato di eccitazione forse anche superiore al mio. Iniziai a guardarla negli occhi alla ricerca di un segnale, e nel frattempo ondeggiavo lievemente il busto contraendo maliziosamente il pettorale dove il suo seno si era appoggiato; ad ogni strusciata, sentivo il suo capezzolo crescere e spingere contro la mia carne, anche attraverso i vestiti… la stavo eccitando per bene, e lessi negli occhi che cominciava ad andare in ebollizione !

Naturalmente ormai avevamo quasi smesso di parlare: le parole si erano fatte rade e faticose. Le voci ora sussurravano. Le parole diventavano suoni melodici privi di un reale significato. Stava arrivando il momento di giocare a carte scoperte. Con la scusa di appoggiare il bicchiere, provocai un lento, continuo e marcato strusciare sul suo seno, che le provocò un lieve ansito che non sfuggì ai miei sensi; nel chinarmi in avanti, posi la mia mano sul suo interno coscia, poco sopra il ginocchio, fingendo di appoggiarmi. Sentii al tatto la sua pelle liscia e vagamente inumidita dai primi sudori dell’eccitazione, pervadersi di un brivido caldo e prolungato, e un nuovo sospiro uscì dalla sua bocca ora socchiusa, disegnando un meraviglioso ritratto del piacere. Il braccio che prima mi sfiorava appena il collo, ora era decisamente a contatto della mia pelle.

La mia erezione stava crescendo minuto dopo minuto, e ora che Rebecca era completamente abbandonata alla situazione, decisi di prendere l’iniziativa. Risalii con la mano lungo la sua coscia, fino a superare il limite della decenza, e l’eccitazione crebbe ulteriormente quando le mie dita accarezzarono inaspettatamente la pelle delle sue grandi labbra, libera dalla costrizione della biancheria intima. Non aveva indossato le mutandine! La cosa mi inebriò di libidine, e tenendo la mano in mezzo alle sue gambe, mi misi con decisione sopra di lei, affondando la mia lingua nella sua bocca socchiusa e affamata di me. Iniziai a lavorare con la mano fra le sue cosce, respirando i suoi ansimi di piacere e cercando il punto dove più le provocasse piacere. Le mani di Rebecca mi palpavano ovunque, come se fossero alla cieca ricerca della via per giungere al mio membro.

Mi sfilai rapidamente i pantaloni, porgendole immediatamente il mio pube verso le sue mani… sentii infilare una mano nei boxer attillati, che ne conservavano il magnifico calore e la premevano con maggior vigore contro il mio membro che si faceva sempre più duro e vigoroso. Rebecca sentì il pene indurirsi oltre ogni sua aspettativa sotto le sue dita, massaggiandolo e apprezzandone ogni liscia asperità. Rebecca sentiva con le dita la pelle morbida e la carne dura, la sua mano scorreva lentamente a cercare la cappella gonfia del piacere che le stava donando, e la lunghezza di quel magnifico cazzo fra le sue mani l’aveva spinta a immaginarlo dentro di lei, mentre scorreva fra le pieghe del suo piacere, fino in fondo, e poi di nuovo. Io intanto le avevo anche sfilato la maglietta e stavo per affondare la mia faccia fra quei due seni ondeggianti e sudati. Al contatto della mia lingua sul suo capezzolo, Rebecca allargò istintivamente le gambe gemendo dal piacere e la mia mano che non aveva mai smesso di masturbarla affondò ulteriormente nei suoi umori. Lasciai che le dita la penetrassero, mentre agitava il bacino mugulando. Ci spogliammo completamente, in modo convulso e precipitoso, mentre i nostri corpi continuavano a strusciarsi l’uno sull’altro, mescolando i nostri odori e amplificando la nostra eccitazione. Poi la sua mano prese a masturbarmi furiosamente, con ampi e decisi movimenti, lungo tutta l’asta e soffermandosi con maggior pressione sulla cappella turgida e inumidita dalle prime goccioline di sperma stillate dal mio piacere. Lascai che il mio corpo scorresse su di lei, sfilandole il pene dalle dita e facendolo strusciare lungo il suo pube, la sua pancia, il suo caldo seno e infine fermandolo a pochi centimetri dalla sua bocca. La guardai negli occhi e vi lessi la brama di averlo fra le sue labbra. In effetti Rebecca non vedeva l’ora di assaggiarne il sapore, soprattutto ora che era vagamente inumidito dal mio piacere. A Rebecca piaceva da impazzire assaporarne il nettare e sentire il membro dell’uomo che si faceva strada fra le sue guance. Sembrava volerlo davvero ingoiare, insaziabile, lo prese quasi tutto fino a dove riusciva ancora a respirare. Iniziò a muovere la testa avanti e indietro, leccandolo appassionatamente e staccandosi di tanto in tanto per godersi il mio sguardo estasiato che le dava la conferma di essere totalmente padrona del mio piacere. Quando sentii che il godimento massimo stava per tracimare, mi staccai delicatamente da lei, che mi guardò sorridendo e allargando le gambe. Mi tuffai fra le sue cosce ricambiando il piacere che aveva saputo regalarmi, iniziai a leccare voluttuosamente l’interno coscia attorno all’inguine, per poi dedicarmi con intenso piacere alle labbra e al clitoride. Era già bagnatissima e la mia saliva si mescolava eroticamente con il succo del suo piacere… anche io adoravo il suo sapore sulla mia bocca, e presi a leccarla intensamente e accuratamente. Rebecca stava gridando dal piacere, sempre più forte finchè venne in un orgasmo potente e prolungato che le fece sprizzare qualche goccia di passione dalla sua fica, direttamente nella mia bocca… continuai con la lingua finchè non mi implorò di smettere e a quel punto risalii dolcemente verso la pancia e poi la strinsi fra le braccia facendole sentire il pene durissimo e ancora voglioso di lei, premere contro il suo pube… “Lasciami riprendere”, mi sussurrò con un filo di voce, ansimando… io mi staccai lievemente da lei, allora, e l’ammirai completamente nuda ed esausta dall’orgasmo, davanti a me. Lei socchiuse gli occhi in un’espressione di estasi totale, ponendo una mano sulla sua fica. Io presi a masturbarmi leggermente, guardandola mentre ora mi fissava negli occhi con fare nuovamente voglioso…

Attesi qualche minuto, e quando vidi che iniziò a masturbarsi delicatamente il clitoride, ripresi anche io a masturbarmi guardandola. Ora eravamo uno di fronte all’altro, e ci stavamo masturbando godendoci lo spettacolo reciproco. Dopo alcuni istanti, mi avvicinai nuovamente a lei, girandola, e iniziando a baciarle le natiche. La sentii letteralmente pervasa da una scarica elettrica che la fece tremare in tutto il corpo, di piacere. Aveva intuito forse dove stavo per arrivare con la mia lingua, e non vedeva l’ora di sentirla esplorare anche quel lato. Non mi feci pregare e in pochi secondi giunsi con la lingua fra le sue natiche, leccandole delicatamente l’ano, assieme agli umori che avevano copiosamente ripreso a colare dal suo sesso. Mugulava di nuovo, e io impazzivo nel sentirla godere in quel modo. Tolsi la lingua, dopo aver abbondantemente umettato la zona, e ci appoggiai il mio cazzo ora duro più che mai. Fu lei a spingere indietro il bacino, facendo entrare inizialmente a fatica tutta la cappella. Poi presi a stantuffare prima con ritmo lungo e lento, poi sempre più a fondo e rapidamente... Rebecca era di nuovo in estasi, e questa volta voleva essere cavalcata fino in fondo. “Ahhh siiii Stefano… siii…. Spingi, spingi… ahhh ahhh…”, e intanto agitava il bacino per sentire il pene spingere sulla vagina da dentro il suo ano… era una sensazione che la faceva godere così tanto, che non poteva trattenersi dall’urlare il suo piacere: “Cazzo siiii…. Dai che lo sento tutto dentro… lo sento che mi fai venire… sei il mio toro cazzo… sei il mio toro che mi scopa!!!”… iniziai a schiaffeggiarle leggermente prima le natiche e poi il seno ballonzolante sotto i colpi del mio attrezzo sempre più infoiato… “Dai che ti piace” dissi io “dai che te lo spingo fino in fondo… mi piaci da impazzire… ti scopo come una cavalla in calore… ti scopo che ti voglio sentire gridare! “… Ci piaceva parlare ed eccitare l’altro con parole sempre più abbandonate all’eccitazione, sempre più volgari e sconce. La feci venire dall’ano, e subito dopo venni copiosamente anche io dentro di lei e con le ultime gocce sulla sua schiena…

Mi chiese di leccarla e di baciarla, facendole di nuovo assaporare il frutto del mio piacere, questa volta non più vago e appena accennato, ma denso e copioso.

Ci riposammo entrambi da questo orgasmo devastante e poi la presi fra le mia braccia lasciando che si addormentasse su di me. Ci svegliammo qualche ora più tardi, nel cuore della notte, e la vidi sorridere soddisfatta: “mi hai fatto impazzire poco fa…” mi sussurrò in un orecchio… “ho immortalato tutto in quella telecamera, se vuoi rivederci…”, e mi indicò una borsa socchiusa sul tavolo, con un led rosso percepibile al suo interno. “Che fantastica maialina che sei… pure il filmato ti sei fatta !”, ammetto che la cosa mi eccitò non poco, ed ero impaziente di rivedere tutto quanto… presi la telecamera, la collegai al televisore e completamente nudi sul divano, ci guardammo scopare proprio come in quei video amatoriali che si vedono su internet… Cosa accadde più tardi… è naturalmente un’altra storia…



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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Morloc Invia un messaggio
Postato in data: 05/02/2010 19:21:26
Giudizio personale:
bellissimo quanto vorrei essere stato al tuo posto

Autore: Nespolino61 Invia un messaggio
Postato in data: 04/02/2010 22:39:52
Giudizio personale:
Ottimo


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