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Marika - sesta parte


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Marika sesto capitolo - Odalisca



La settimana passo' nuovamente senza sorprese, ero talmente conciata male che nessuno mi cerco’, e ancora una volta mi stupii delle capacita' di recupero del corpo umano. 7 giorni dopo c'erano solo degli invisibili solchi al posto delle staffilate che tattuavano la pelle dopo quella terribile sera.



Venni condotta lontano dal castello in una casa di caccia, dove trovai nuovamente il mio amore Marco in compagnia di un suo nuovo amico, un arabo, cosi a prima vista. Un bel uomo sulla quarantina, forte e possente come un toro, rimasi insomma soggiogata dal nuovo venuto e la cosa non passo' inosservata a Marco:"ehi Marika, vedo che il mio amico ti piace, bene non so se sara' ancora cosi quando tornerai libera".



Era passato ormai molto tempo dal mio arrivo e non sapevo piu' neanche in che stagione eravamo, ma molto presto sarei tornata al mio lavoro e questo sarebbe stato solo un ricordo.



L'arredamento del casino di caccia era molto spartano, un cavalletto per le punizioni (del tipo in voga per le fustigazioni pubbliche della legge islamica), tappeti e corde un po' ovunque, un grande camino acceso in un angolo.



Senza reticenze mi posero sul cavalletto a pancia in giu', lasciando che il nuovo venuto (Ali, tanto perche' mi piaciono i nomi corti) mi palpasse a suo piacimento. Aveva un tocco dolce e delicato quanto quello di una donna, in palese contrasto con il suo fare molto deciso.



Si spogliarono entrambi e vidi che era un eunuco, capperi prima il trans e adesso un emissario di qualche emiro......mah.....



Volle vedere come me la cavavo con il sesso orale e per questo ovviamente lo aiuto Marco, visto che lui era impossibilitato per ovvi motivi ad avere un coito.

Mentre spompinavo Marco si diede da fare sul mio sedere con un frustino da cavallo, striandomi nuovamente le chiappe con delle belle righe rossastre (eh gia' quasi quasi mi mancavano......).



Poi Ali chiese a Marco di scoparmi e sodomizzarmi, e ovviamente lui non si fece pregare. I buchi mi dolevano ancora un poco ma la questione sarebbe stata anche piacevole se nel frattempo l'arabo non avesse usato ancora il suo frustino (maledetto) per segnare altre parti del mio corpo rimaste ancora "candide".



Finita questa parte iniziale dell'operazione complottarono un po' in arabo, percui non capii un accidente di quello che si dicevano, ma intuii che parlavano di me.

Ogni tanto Marco sembrava fare una richiesta, l'eunuco ci pensava su, mi infilava un dito nel sedere o nella micia e riprendeva a contrattare.



Marco mi voleva vendere ad un emiro, le mie caratteristiche fisiche si sposavano alla perfezione alla richiesta del famoso e ricco uomo arabo che Ali rappresentava, ma voleva in sintesi la mia approvazione.



VENDUTA!!!



Ma come poteva pensare una cosa simile. Marco avrebbe avuto la possibilita' di incontrarmi, ma mai avrebbe potuto posare di nuovo una mano su di me.



Orami della mia vecchia vita non rimanevano che deboli tracce nella mia mente, per convincermi mi dissero che mi avrebbero trattato da regina per il resto della mia vita, anche se avrei continuato ad essere trattata come un oggetto, vista la scarsa propensione all'emancipazione femminile del mondo arabo.



Come prova finale mi dissero dovevo passare una specie di test, che nel caso di esito positivo, mi avrebbe anche insegnato l'inzio della sorte per chi tentava di fuggire dall'harem.



Non so cosa mi prese ma dissi di si, cosi Ali contento per l'ottimo affare trasse da una sacca di pelle due involucri sconosciuti, avvolti in fogli di carta trasparente.



Era la temibile punizione del fuoco sacro di Allah.



Altro non erano che due pacchi di peperoncino finissimo, avvolti in due contenitori di carta, rigidi abbastanza per essere introdotti nella vagina e nel sedere, ma che a contatto con l'umidore naturale erano in grado di liberare la "bruciante" sostanza in profondita'.



Mi girarono sul panchetto e mi legarono molto stretta, per, disse Ali, non consentirmi di farmi male da sola.



Quindi prese ad armeggiare con i due involucri inumidendoli con un unguento oleoso.

Senza troppi fronzoli me li piazzo' in profondita' nei miei due buchi, resi gia' larghi e fradici dalle attenzioni di Marco.



Sul primo momento non sentii niente se non un piacevole senso di riempimento, ma appena le mie secrezioni cominciarono a disgregare il sotille foglio di carta una spiacevole sensazione fluii in me facendomi ardere dal male.



"Vedi mia cara puttanella bionda, questo e' solo l'inizio di una temibile agonia, qualora decidessi di scappare dall'harem del Sultano. Sarei direttamente io ad impartire tutte le torture necessarie a procuranti una morte lenta e dolorosa", disse Ali in un italiano stentato.



"Sempre io sono l'addetto nel somministrare eventuali punizioni per le tue manchevolezze, e visto il mio stato, non potresti comunque usare le tue armi di seduzione per farmi cambiare idea. Mi dovrai mostrare in pubblico la stessa devozioni che dovrai usare per il Sultano, ricordati che e' meglio avermi come amico...che come nemico!!"



Intanto il tempo passava e il bruciore alla vagina e all'intestino era diventato insopportabile cosi presi ad urlare e a scalciare come una pazza fino a che Ali decise che poteva bastare come dimostrazione e decise di effettuare un lavaggio interno per il “davanti” e un bel clistere per l'intestino.



"In caso estremo dovrai tenere dentro il peperoncino per tutta una notte, adesso l'hai tenuto solo per 10 minuti, quindi vedi di fare la brava, ok?" dicendo questo prese due canule con attaccata una vaschetta piena di un liquido che avrebbe attenuato e poi eliminato gli effetti della sostanza rossa.



Me ne introdusse una in davanti e l'altra nel sedere senza troppi complimenti, anche se il suo tocco era ritornato gentile. Man mano che il liquido fluiva in me, la sensazione di bruciore si attenuo' e in breve tempo comincio' a darmi piu' fastidio la sensazione di pienezza, soprattutto all'intestino. La vagina restituiva infatti l'acqua pregna della sostanza bruciante, mentre per l'intestino ci vollero piu' applicazioni successive.



Non vi dico l'imbarazzo ogni volta che mi liberavo, non so se mi bruciava di piu' l'ano al contatto col peperoncino o la faccia rossa per la vergogna.



Per commiato Ali si fece leccare il sedere per molto tempo e intravidi che il suo affare doveva aver conservato parte dell'ardore di un tempo, perche' divenne piu' turgido che all'inizio.



"Bene Marco penso che abbiamo finito, slegala e salutala, ho intenzione di partire subito, ho una nave che mi aspetta a Genova per condurci dal Sultano".



Marco mi slego' mi bacio' per l'ultima volta e mi aiuto' a rivestirmi, non l'avrei piu' rivisto, il giorno seguente lasciai il castello di buon ora e con esso lasciai per sempre la mia vita per trasformarmi in un'odalisca.......ma questa e' un'altra storia......



(Continua)





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