i racconti erotici di desiderya

La terra è un corpo di femmina


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E' umida la tua pelle. Così, adagiata in questo letto sfatto, fra lenzuola stropicciate, la tua schiena è umida come le gocce di pioggia che cadono su ogni cosa. Fuori. Da ore. Sei sveglia da poco, nuda come quando, qualche ora fa, aprivi le tue gambe per accogliermi. Forse stanca. La tua schiena si muove davanti a me, liscia e morbida, senza evidenti asperita' che disturbano le carezze ripetute delle mie dita. Misuro ripetutamente la distanza dal tuo capo alle tue natiche. Una, due, mille volte. Guardo fuori mente ti tocco, incantato dall'insistenza rumorosa della pioggia che cade: gocce che si posano sul mondo. Bagnandolo. C'e' un che di commovente nel modo in cui ogni goccia abbandona la sua individualita' per annullarsi sulla superficie della terra che la aspetta per nutrirsene. Una generosità totale, un abbandono senza condizioni. Qualcosa di cui tu non sei mai stata capace. E neanche io, forse. La pioggia rende tutto lucido come il tuo bel corpo. Traccia linee nell’aria che assomigliano ai tuoi capelli che hai gettato di lato sul cuscino. Piccole buche, come il leggero avvallamento del tuo collo, trattengono l’acqua che poi deborda formando minuscoli torrenti dritti come la linea della tua spina dorsale: la terra è un corpo di femmina in questo giorno piovoso. Sospiri appena, quando massaggio la tua nuca. Solo l'impercettibile muoversi dei tuoi fianchi riesce a distrarmi. Stacco la mano da te e bagno un dito con la mia saliva. A tentoni, con il sottofondo delle gocce che cadono addosso ai vetri della finestra, ritrovo la strada per la tua schiena. Per i fianchi. Per il tuo sedere. Lentamente sorvolo il solco delle natiche sfiorandole appena. Il vento, fuori si alza forte e improvviso. Il ramo di un albero sembra sul punto di rompersi. Forse ci sara' lo schianto. Un po' come potrei spezzarmi io, del tutto, quando non saro' piu' capace di soddisfare le tue voglie, i tuoi desideri, e tu te ne andrai a cercare altrove. Nel frattempo spingo con calma il dito dentro di te e ti guardo. Mentre sollevi la testa. Mentre tendi come un arco la tua schiena. Mentre artigli il cuscino con le dita e mormori un no impercettibile. Faccio finta di non aver sentito. Come sempre. Ti mordo il collo e ti prendo da dietro. E mentre sei mia io guardo quella pioggia che cade. Cerco la purezza in ogni sua goccia, mentre ti apro piano. E tu diventi una languida porca. Cosi' dannatamente bella da farmi godere e soffrire. Le due cose insieme. Come sempre.


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