“Sei sicuro che saremo tutti seminudi?” – “oh l’invito mi sembra alquanto esplicito: l’abbigliamento, ovviamente in maschera, dovrà essere altamente sexy, ed è sottolineato, sia per gli uomini che per le donne” – “si ma questo non vuol dire essere seminudi!” – “no eh, e allora cosa vuol dire secondo te: ‘verrà anche eletta la maschera ritenuta più sexy della serata, in altre parole la più nuda’?” – ribatte Alberto rileggendo il contenuto dell’invito ad una festa di carnevale, che hanno ricevuto la settimana scorsa da Claudia e Carlo, i due coniugi conosciuti al privè qualche settimana prima. Chiara rilesse quell’invito con la massima attenzione, verificando che effettivamente la festa avesse luogo a casa di Claudia e Carlo e a questo punto si convinse anche del fatto che l’abbigliamento dovesse essere davvero molto osé! Così chiusasi in bagno per l’ormai tradizionale rito di preparazione, scelse per quella serata di sicura trasgressione un abbigliamento e un trucco “adeguati”. Indossò un corpetto color rosa carne con laccetti sulla schiena, che le strizzava al massimo vita e seno, facendo fuoriuscire completamente i capezzoli, sotto solo le cinghiette del reggicalze e un paio di calze a rete anch’esse color rosa, infine ai piedi un paio di sandali rosa pastello con la zeppa e con un tacco di 20 cm. “Ho fatto proprio bene a farne una scorta quando c’è stata la svendita in quel magazzino, l’anno scorso: le scarpe da battona non le voleva più nessuno ed io ne ho comperate sei paia ad un prezzo ridicolo, oggi costerebbero un occhio della testa, visto che sono tornate di moda!” – considerò soddisfatta mentre se le allaccia alla caviglia. “E adesso il trucco” – meditò, osservandosi attentamente allo specchio – “certo questo è un abbigliamento ipersexy, e inequivocabile.. vorrà dire che stasera sarò mascherata da battona …..!!” – e così scelse un trucco in sintonia con l’abbigliamento: guance color arancio, occhi segnati e colorati con un marrone scuro iridescente, rossetto marrone scuro a conferirle un aspetto da vera puttana. “Si direi che così è perfetto “ – esclamò soddisfatta, osservandosi un’ultima volta allo specchio, - “Alberto, fammi un po’ vedere il tuo abbigliamento …!” – “eccomi, uhao che sventola! Sei, sei…. sei proprio una vera battona!” – “siamo proprio due puttanieri” – concluse Chiara nel vedere il “travestimento” scelto da Alberto: sesso completamente depilato, boxer neri in latex, acquistati al sexy shop, canottiera nera traforata, pantaloni di cotone leggero e infine cappottone lungo grigio. “Sono meglio io” – concluse Chiara – “sono nuda sotto la pelliccia, … il massimo … non trovi?” – “si, si hai perfettamente ragione, sono convinto che stasera sarai la regina della festa, da tutti i punti di vista…!” Con queste parole uscirono di casa, avvolti l’uno nel cappottone grigio, l’altra nella sua pelliccia, per raggiungere l’auto al parcheggio “che sensazione strana” – pensò Chiara mentre camminava sentendo l’aria fresca che da sotto le accarezzava la fica. “Speriamo che non ci fermi la polizia, altrimenti ci arrestano come maniaci sessuali … !” – esclamò con tono scherzoso Alberto, mentre guidava. “Cosa fai adesso” – lo interrogò Chiara con voce preoccupata – “mi fermo in quel bar a bere un caffè insieme a te, vieni” – le rispose Alberto scendendo dall’auto. Lei lo seguì dopo essersi accertata che la pelliccia fosse perfettamente abbottonata – “sai che figura se qualcuno vedesse! Certo è eccitante l’idea di stare, praticamente nuda, in mezzo a tanta gente, prendere il caffè stando al fianco di uomini che mi guardano per il mio trucco, ma che mai e poi mai immaginerebbero come sono agghindata sotto!” – tali pensieri le provocarono un’improvvisa eccitazione, che in breve le allagò la fica, provocandole una sensazione di fresco mai provata. “Hai visto come ti guardavano? Ti avrebbero spogliata con gli occhi, anche se in realtà c’è ben poco da spogliare …!” – “sfido io, mi hai portata di sera, in un bar praticamente di soli uomini, con un trucco da battona, cosa ti aspettavi?!! Ora però pensa a guidare, non vorrei che ci perdessimo…” “A proposito: conosci bene l’indirizzo?” – gli chiese con un filo di preoccupazione – “si, si stai tranquilla, non dovrai scendere a chiedere informazioni ai passanti!” – le rispose ironico. Dopo circa mezz’ora raggiunsero una villetta isolata, Alberto suonò il campanello e la voce inconfondibile di Claudia lo invitò ad entrare, aprendogli il cancello elettrico. “Ciao, cara come stai?” – la salutò Claudia, dandole un bacio lieve sulle labbra – “sei veramente bella, complimenti!” – poi l’aiutò a togliersi la pelliccia e… sorpresa – “uhauu ma, ma sei davvero bellissima e supersexy, sarà praticamente impossibile superarti in sensualità stasera!” – con questa esclamazione l’accompagnò nel salone dove erano già riuniti tutti gli altri invitati della serata –“ecco a voi Chiara!” – e un sospiro di ammirazione unito ad un applauso spontaneo, si levarono tra tutti i presenti, che seppur vestiti anch’essi in modo alquanto esplicito, erano comunque vestiti, mentre lei era …. proprio nuda! “Mnhhh, niente male, cinque uomini e tre donne, oltre a me e Alberto, c’è aria di orge stasera!” – pensò tra sé, mentre insieme ad Alberto, e accompagnata da Claudia fece la conoscenza degli altri invitati alla serata. “Carlo già lo conosci” – esordì Claudia con tono ironico, alludendo al particolare tipo di conoscenza di poche sere prima al club privé! – “ lui è Stefano, lui è Antonio, lui è Lorenzo e infine ti presento Enrico” – “piacere a tutti” – rispose lei, osservando come Claudia avesse davvero buon gusto nello scegliere gli uomini – “sono tutti dei gran figoni, e per quel che si intravede sembrano anche assai dotati” – meditò curiosa – “ciao io sono Marcella e lei è Liliana, ma tutti la chiamano Lilli” – si presentarono così anche le due donne. Fatte le conoscenze la serata prese inizio con i soliti balli; Chiara si sentiva un po’ a disagio, infatti mentre lei era nuda, strizzata dentro ad un corpetto che, oltre a non coprirle nulla le metteva in evidenza, sia le tette che il culo, tutti gli altri avevano sì abbigliamenti più o meno “espliciti”, però erano coperti, o almeno parzialmente. Il ballo servì così a vincere quell’iniziale senso di imbarazzo: in pista c’erano tutti e da sotto i pochi vestiti di ciascuno si intravedevano chiaramente seni, cosce e sessi ciondolanti. “Adesso tutti qui sui tappeti, si gioca alla mosca bianca!” – invitò Carlo, dopo circa un’ora e mezza di balli sfrenati. Mosca bianca era un gioco di società, che aveva quale unica finalità, quella di giocare puntando capi d’abbigliamento e in mancanza di questi, pescando da un apposito mazzo delle penalità da scontare a fine gioco. Chiara che partiva già nuda, fu così costretta a giocare subito sulle penalità, e c’è da dire che all’inizio sembrava avviata ad una strepitosa vittoria, era riuscita infatti, a spogliare tutti e tutte, solo che proprio allora la fortuna l’aveva abbandonata, lasciandola alla mercé delle penalità; ne accumulò una quantità enorme…! “Decideremo collegialmente una penalità” – le confermò Enrico – “una con cui le sconti tutte” – l’unica sua preoccupazione era solamente dovuta al fatto che aveva intuito chiaramente, come il “coordinatore” della scelta sarebbe stato quel gran porco di suo marito Alberto! “Verrai bendata e ammanettata dietro la schiena, poi dovrai fare un pompino a ciascuno di noi, escluso il tuo uomo, e dovrai indovinare i proprietari di ciascun cazzo, se vincerai potrai sputare lo sperma, altrimenti lo dovrai ingoiare tutto. In più se sbaglierai i primi due, pagherai un pegno intermedio, e se dovessi sbagliarli tutti cinque, ci sarà il pegno finale..!” – le comunicò Stefano con gli occhi luccicanti di eccitazione. Pochi minuti dopo era già “pronta”: bendata, ammanettata e inginocchiata davanti a quei cinque maschioni – “puoi cominciare” – le sussurrò all’orecchio Claudia, con voce suadente, e così Chiara accolse nella sua bocca il primo di quei cinque membri focosi. “Questo è … Stefano!” – mormorò indecisa, in un attimo di pausa – “no, sbagliato!” – fu la risposta sempre di Claudia. Così Chiara, dopo una decina di minuti, si ritrovò con la bocca inondata dal seme di chissà chi, obbligata ad ingoiarlo – “quanta ne ha fatta, e com’è odorosa” – pensò mentre, con un gesto repentino, ingerì quell’abbondante razione di sperma. La stessa scena si ripeté anche per il secondo uomo, per cui avendo inanellato due errori consecutivi fu costretta anche a subire l’ulteriore penalità: Lilli le applicò ai capezzoli due pinzette che si aprivano come una corolla di fiore, se premute in punta, ma che si richiudevano a molla se rilasciate, più o meno il principio delle matite a scatto. “Non mi fanno un granché male” – valutò fra sé Chiara, prima di dedicarsi al terzo cazzo, senza sapere però una caratteristica importante delle pinzette: avevano una catenella in punta, che se tirata stringeva con maggior forza la pinza intorno al capezzolo, consentendo quindi di allungarlo a piacere. “Succhia puttana, fai godere bene questi uomini, altrimenti ti stacco le tette!” – le ordinò imperiosa, Lilli, facendo seguire a quell’ordine uno strattone violento alle due catenelle che la fece sobbalzare per il dolore provocatole ai capezzoli e più in generale alle tette. Obbedì dunque Chiara, spompinando con tutta la sua maestria quel cazzo che era talmente grosso da deformarle il viso, mentre le riempiva la bocca quasi a soffocarla, e intanto Lilli con una mal celata vena di sadismo tirava con sempre maggior forza le catenelle, provocandole un allungamento evidente di capezzoli e tette, mugolava, quasi a cercare di liberarsi sia del membro davvero spropositato, sia soprattutto di quella tortura continua ai capezzoli. L’improvvisa eiaculazione la colse impreparata e, solo a grande fatica riuscì ad ingoiare tutto, visto che, tanto per cambiare, anche stavolta aveva sbagliato nuovamente il nome del proprietario del cazzo. Ormai ne restavano solo due e poi quel gioco, divenuto per lei davvero umiliante, si sarebbe concluso, e soprattutto quella tortura ai capezzoli divenuta ormai insopportabile – “mi immagino come sarà eccitato quel porco di Alberto nel godersi questo spettacolo!” – pensò mentre il quarto cazzo le si infilava in gola. “Sei Carlo” – mugolò – “no, tesoro hai sbagliato di nuovo” – le sussurrò all’orecchio Claudia, con una voce suadente. Era passata ormai mezz’ora, Chiara mugolava per incitare quell’uomo a venirle in bocca, ma lui sembrava proprio prendersela comoda, e quando decise di venire, lo fece scaricando una quantità di sperma così abbondante che le ci volle tutta la sua maestria per riuscire ad ingoiarla. Intanto quella puttana di Lilli si accaniva sempre più sui suoi capezzoli che ormai si erano allungati di un bel po’, “speriamo che finisca presto” – meditò preoccupata, mentre una acre sapore di sperma le saliva intenso dallo stomaco a saturarle l’olfatto e il gusto. Spompinò dunque anche l’ultimo cazzo ormai rassegnata a dover fare un altro ingoio, mosse la testa molto rapidamente assecondando al massimo le pulsioni del cazzo, che captava chiaramente attraverso le labbra, lo fece venire quasi subito, solo che il suo fisico era ormai sazio, e la copiosità di quell’ultima eiaculazione tra l’altro particolarmente odorosa, la colse di sorpresa al punto che non riuscì a trattenere un seppur lieve rigurgito di sperma che le tracimò dalla bocca in alcuni rivoli ce si staccarono dal mento in lunghissimi filamenti bianchi: d’altronde il suo stomaco era davvero sazio, mai in vita sua aveva mangiato una tale quantità di sperma! L’odore persistente di sperma le riempì bocca e naso per tutta la serata, anche se, il fatto di essere stata liberata e sbendata fu per lei un’autentica gioia, al punto che quando le dissero che l’ultimo pegno da pagare era di fare l’amore con Claudia e le altre donne, lì davanti a tutti, non si sgomentò più di tanto. In breve si trovò davanti Marcella, che l’abbracciò focosamente attirandola a sé e baciandola calorosamente, infilandole in bocca la lingua, una lingua lunghissima, e palpandole il culo, Lilli l’avvolse da dietro, afferrandole saldamente le tette con le mani, e premendole i seni contro la schiena. Certo Lilli era stata particolarmente stronza con lei, durante il pegno precedente, con quella tortura ai capezzoli, ma ora Chiara ne godeva i frutti: infatti quella prolungata strizzata a cui erano stato sottoposti, li aveva resi ipersensibili e anche un minimo strofinamento delle dita era sufficiente a farli gonfiare ed indurire trasformandoli in due veri e propri “centri di godimento”. Inoltre Lilli era proprio una donna bellissima: un viso molto dolce e sensuale, capelli lunghi e biondi naturali, seno “da favola”, una delle rare donne con le tette veramente a pera e … che tette, grosse e sode, un culo a mandolino, una fichetta da “verginella” con pochissimi peli biondi, due cosce ben tornite e lunghissime, sì come le disse Alberto al termine di quella serata: una gran bella fica! Così avvolta e coinvolta dalle “attenzioni” di quelle due donne così esperte nel gioco lesbico, Chiara si lasciò trascinare facilmente, scordò in quel lasso di tempo tutto il suo amore per il cazzo ed assaggiò molto profondamente il gusto delle donne, in un rapporto lesbico sempre più ardito. Leccò fiche, tette, incrociò lingue con la sua lingua, penetrò buchi del culo, palpò tette e culi, strofinò la sua fica contro le altre e, fatto davvero importante godette così profondamente da sembrare a tutti lesbica da sempre. Passò il resto della serata con Lilli che non le si staccava più di dosso, voleva ballare sempre con lei, sfruttava ogni occasione per baciarla e palparla, offrendole al contempo il proprio corpo senza alcun ritegno: sembrava si fosse invaghita di lei! Quella notte dormirono a casa di Claudia e Carlo, e al risveglio, Chiara si ritrovò a fianco nel letto … Lilli, mentre Alberto era sul divano. Alzatasi, si diresse verso il bagno, sentiva ancora in bocca e nel naso l’odore intenso e acre della sborra, - “ieri ho proprio fatto indigestione di sperma” – meditò, mentre un rigurgito gliene riportò in bocca anche il sapore, oltre all’odore. Si sedette sul water per pisciare, quando entrò in bagno Lilli che senza dirle niente le si piazzò davanti, collocando il proprio sesso a diretto contatto con la sua bocca, e solo a quel punto esclamò “ciao, tesoro”, - Chiara intuì e si abbandonò a quell’approccio insieme così dolce e perverso, leccò la fica di Lilli e con le mani le palpò avidamente le tette, quelle tette meravigliose, leccò e leccò ancora, penetrando tra le grandi labbra, dischiudendole con la lingua, ad incontrare una cascata di umori che la allagavano, su fino al grilletto, teso e gonfio – “ahnn ohhh mnhhh siiii daiii” – mugolò Lilli assecondando i colpi di lingua con ampi movimenti del bacino: pochi minuti e nella bocca di Chiara fluirono i densi umori dell’orgasmo di Lilli, che riavutasi volle ricambiare subito, leccandole la fica ancora bagnata di piscia, trascinandola letteralmente ad un orgasmo incredibile – “per fortuna che ero convinta di non riuscire a godere di mattina presto …!” – valutò sorniona. Tornarono a casa nel tardo pomeriggio e per Chiara quello fu davvero un Carnevale indimenticabile ….!!
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