i racconti erotici di desiderya

In uno studio medico

Autore: C13p8
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Commenti: 1
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Lei lavorava (lavora tuttora) presso un rinomato studio medico. Era un periodo in cui mi recavo dal mio dottore per fare degli esami di controllo e la vedevo sempre che usciva dal suo studio. Lei, 42 enne sposata, bionda e dagli occhi verdi, appariva ai miei occhi sempre composta e professionale. Aveva un camice bianco dal quale si vedeva un magnifico decoltè che, per la gioia dei miei occhi, mostrava qualche volta senza pudore indossando abiti a fiori, quasi ad annunciare l'arrivo dell'estate. Ed era infatti una giornata di fine luglio e come al solito quando arriva l'estate nessuno ha bisogno del medico, così non c'era nessuno. Lei esce dal suo uffico e come ogni volta la saluto gentilmente; lei mi riconosce e mi fa notare in maniera ironico che sono sempre dal dottore. Io con la stessa ironia le rispondo che vengo qui perchè le dottorese che lavorano qui mi fanno venire l'emicrania. Notai che la mia risposta l'aveva sorpresa e mi invitò per un caffè..."ho la macchinetta in studio". Si notava che indossava una lungo e aderente abitino rosso con delle grosse spacche laterali dove mettevano in risalto le sue magnifiche curve, ed un infinito taglio sul decoltè dove trasbordava la sua 6° di seno. Le sue balle rine mettevano in risalto la sua rosellina scolpita alla caviglia. Mi fece notare che quel giorno non aveva molto appuntamenti..cosi nel suo studio ci intrattenemmo con racconti e come avremmo organnizzato le ferie.
Eravamo noi 2 soli e la macchinetta faceva uscire il caffè....con un aroma fantastico. Lei si avvicinava sempre più a me spudoratamente e nel gesticolare il suo interminabile seno si adagiava sulla mia camicia. Capì presto che erano segnali di provocazione. Si chinò stranamente ad afferrare il caffè, assumendo una posizione da far mancare il fiato. Non feci in tempo ad accorgermi che il suo enorme fondoschiena urtò il mio corpo già pietrificato. Tanto e vero che sentì quel sottile perizoma nero che indossava. Ci rimanemmo in quella posizione per 3, forse 5 interminabili secondi. Il tempo necessario per comprendere che il caffè era l'ultimo nostro desiderio. Si allontano da me e guardò nel corridio, tranquillizzata dalla assenza dei pazienti. Si avvicino a me e mi chiese se poteva visitarmi così chinandosi mi sbottono la cerniera e iniziò a succhiarmelo avidamente. Ero pietrificato, per paura che, in un solo istante, potesse entrare la segretaria ma lei mi tranquillizzo dicendomi che quel pomeriggio aveva il giorno libero. Sentivo le sue languidi labbra scivolare delicatamente sul mio immenso corpo e la sua lingua esplorare ogni mm del mio glande. Avevo il cuore in gola e facevo delle lunghe apnee di piaceri. Era eccitata alla follia e, nonostante la sua bocca completamente divorata del mio cazzo, emanava gemiti di gioia. La bacia con forza energica sulle labbra carnose e, nel frattempo gli tolsi l'abitino. L'afferrai rudemente e la feci sedere sul lettino mentre gli accarezzavo le sue enormi tette. Aveva enormi capezzoli turgidi e propompenti e inumiditi della mia saliva. Mi spostai ancora più giù e, lentamente e con gambe divaricate la mia biforcuta lingua sposava il suo umidiccio e inspessito clitoride. Era inzuppata di piacere ed io come un ascensore impazzito, davo su e giù come un ossennato. Scrutavo fra le sue grandi, anzi grandissime labbra rosacee e dall'odore acre intenso. Non ebbe neanche il tempo di informarmi che raggiunse un interminabile orgasmo accompagnato da urli e gemiti che sicuramente avranno sentito giù in sala attesa. Volevo consumare il mio orgasmo con lei sdraiata sempre sul tavolo. Gli chiesi di voltarsi in un magnifico 90 con gambe divaricate. In un attimo accolse tutto il mio piacere sulla sua strainumidita passerotta. La scopavo alternando allunghi profondi con piccole torsioni laterali, fino ad accompagnarla in paradiso. E nel mentre, il mio malefico pollice gli scrutava il secondo buchino, stretto ma invitante. Infilavo il dito lentamente e lei, ansimando, mi invitava ad andare in fondo e di non preoccuparmi perchè godeva all'impazzita. Da quella piccola fessura, in un attimo diventò una enorme voragine gonfia di voleri. Mi chiese di infilarglielo anche nel suo culetto ormai dilatato dal piacere ed io, non esitai un attimo. Era caldo e profondo e lei sempre più porca e assatanata del mio corpo. La scopai fino a che non avevo piu forze alternando sia il suo culetto che la passerina ma, alla fine cedetti la tentazione al culetto. Desiderava tanto che gli sborrassi dentro, ed il suo invito era di farlo fino all'ultima goccia...e così fù!!!! avevamo raggiunto l'orgasmo assieme, una sorta di pace dei sensi, ansi di ormoni che ormai tempestavano la nostra mente. Ci ricomponemmo alla meglio, sistemando il suo studio ed il lettino, uscii dal suo studio e mi strinse la mano la sua professionalità confermandomi che mi avrebbe voluto vedere le mie analisa la settimana prossima..."ma lei non è il mio medico".
Co la stessa professionalità fece accomodare una signora che aspettava...ed entrando fece la battutina ignara di tutto " ma che afa oggi è troppo caldo, non trova dottoressa"


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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Selvaggiacoppia Invia un messaggio
Postato in data: 27/05/2011 15:24:02
Giudizio personale:
dove si trova questo studio medico ci vado di corsa..!!!!!!!!bravo carino


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