i racconti erotici di desiderya

History of violence 10

Autore: Fd5947
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L'indomani posso svegliarmi sul tardi, è il mio secondo giorno di ferie extra. Sono le 10.30 e mi sto concedendo una pigra colazione a base di caffelatte e biscotti davanti ad uno stupido talk show mattutino. La serata di ieri non è stata niente male, la situazione creatasi nel locale di Enzo mi ha fatto letteralmente girare la testa. E ancora di più ho trovato esaltante riuscire ad impadronirmi totalmente delle reazioni di Rodolfo. Gli è bastato vedermi indossare una minigonna sexy per non capire più niente... per non parlare poi della sua incapacità di trattenersi quando mi sono messa a fare davvero la porca con lui nella toilette del locale. E' proprio buffo per me constatare da così poco tempo l'amore per il mio fidanzato e il piacere di comportarmi come una troia riescano a convivere perfettamente. L'aspetto più notevole e che mi sto rendendo conto che mostrare al mio uomo, a colui che tra una settimana sarà mio marito, una parte della mia zoccolaggine mi garantisce un enorme potere su di lui. E mi rendo conto pure di quanto mi piaccia esercitare questo potere, e di quanto non mi senta minimamente in colpa nel comportarmi così.

Sergio mi aveva raccomandato di tenermi disponibile per lui nel pomeriggio. Se mi chiama vedremo, io di certo non lo cerco. All'ora di pranzo però è il mio Rodolfo a chiamarmi.

- "Amore mio, buongiorno". Gli rispondo salutandolo allegramente.

Qualche chiacchiera generale poi mi fa:

- "Ieri sera... io...".

Lo ascolto in silenzio sorridendo dolcemente.

- "Franci... mi hai fatto letteralmente morire, lo sai?"

Lo so perfettamente e gli rispondo che è stato decisamente bello.

- "Ecco... è meraviglioso che il matrimonio ti faccia questo effetto... io ti vorrei sempre così, sai?".

Povero amore mio, tu pensi che sia il matrimonio a farmi questo effetto, se sapessi cosa mi è successo in questi ultimi due mesi...

- "Mi vorresti sempre così... come?" gli rispondo ridacchiando.

- "Tesoro, non ti offendi se te lo dico vero? Lo sai quanto ti amo... ecco... ti vorrei sempre così libera... così desiderosa... così porcella...".

Rido con finto imbarazzo. Se Rodolfo sapesse quanto davvero sono porca forse si esprimerebbe diversamente. Decido di approfittarne per affondare un colpo.

- "Guarda che io so essere... molto più porca di com'ero ieri sera..."

Rodolfo tace per qualche secondo, lascio che le parole sortiscano il loro effetto.

- "Amore, ho il cazzo durissimo, lo sai?".

Sorrido tra me e me. E' la prima volta che Rodolfo si esprime così direttamente. Fino a pochi giorni fa avrebbe detto "ho tanta voglia di te", non avrebbe mai usato la parola "cazzo". Il mio fidanzato sempre così controllato e così per bene in realtà cova un desiderio tremendo di lasciarsi andare. E gli piace tanto la prospettiva di disporre di una mogliettina innamorata ma anche parecchio zoccola, a quanto pare.

Bene. Saprò gestire questo suo desiderio e saprò controllare il mio uomo per regalare a lui e a me stessa ciò che entrambi desideriamo nel profondo...

Alle due del pomeriggio Sergio non mi ha ancora chiamata. Stronzo. Mi ha costretto a prendere tre giorni di ferie e ora mi lascia senza niente da fare. Decido di occupare il pomeriggio andando in palestra e poi a fare un po' di shopping. Verso le 16,00 esco da una lezione di spinning seguita da una lunga sauna e doccia. Sono completamente rilassata e felice. Decido di andarmi a comprare dell'intimo sexy per la prima notte di nozze. Oggi è giovedì e sabato quell'altro, tra nove giorni, mi sposo il mio Rodolfo. Entro in un noto negozio del centro di Roma e mi faccio suggerire dalla commessa diversi completini sexy. Scelgo un set di tre pezzi microrete e pizzo con un reggicalze a girovita che è la fine del mondo, poi una chemise in microfibra abbastanza esagerata, trasparente sul seno e cortissima, tanto da lasciare le autoreggenti completamente esposte. Sono inequivocabilmente due completini da puttana. Esco per la strada, ma la voglia di indossare subito questi capi mi divora. Sono eccitata, entro in un grande magazzino e mi dirigo verso i camerini. Mi chiudo dentro una cabina e indosso la chemise con le autoreggenti. Mi guardo allo specchio, girandomi e rigirandomi. Sono uno spettacolo. Mi accarezzo i fianchi e le cosce e penso a quanto sono desiderabile... la fica mi si bagna in maniera esagerata. Non posso fare a meno di ripensare al cazzo di Enzo, al modo volgare con cui mi ha presa ieri sera nel magazzino del suo locale mentre Rodolfo se ne stava al tavolo a sentire la musica. Le dita corrono alla clitoride... vorrei uscire dalla cabina vestita così al solo scopo di trovarmi un uomo, uno qualunque, e farmi sbattere da lui. Vorrei poter essere libera di stare vestita così davanti a molti uomini... Mi appoggio alla parete della cabina e le mie dita corrono tra le cosce. Riecco l'immagine di Enzo, riecco le sensazioni di ieri sera, il suo odore di maschio maturo... ho ancora il culetto vagamente indolenzito e...

Mi ricompongo, vado nel reparto donne e giro finchè non trovo una minigonna corta, ma proprio corta. Sono eccitatissima, vado alla cassa, pago la minigonna poi faccio dietrofront e torno ai camerini. Indosso le autoreggenti, poi sopra mi infilo la minigonna. Dio mio quanto è corta.... mi guardo allo specchio, come mi piego leggermente il bordo delle autoreggenti occhieggia tranquillamente. A quella vista un'ulteriore ondata di piacere liquido mi invade la fica. Il pensiero di camminare per la strada vestita in questo modo mi provoca un leggero giramento di testa... credo di essere in grado di attirare gli uomini come le mosche sul miele.

Al diavolo tutto, si vive una volta sola: mi decido ed esco dalla cabina. Credo di essere rossa in viso, quando infilo la porta del grande magazzino ho Via del Corso davanti a me. Vedo gli sguardi maschili calamitati dalle mie cosce avvolte dalle calze... se avessi degli stivali neri l'effetto sarebbe perfetto, ma anche con le scarpe lucide con un po' di tacco mi difendo bene.

Ho lasciato la macchina vicino Piazza Risorgimento, sto a Via Cola di Rienzo e mi dirigo verso il Tevere, lentamente. Le donne mi guardano con aperta antipatia, gli uomini con evidente apprezzamento.

Penso alle mani di Enzo che ieri sera mi strattonavano e mi lascio andare ad un leggerissimo ancheggiamento. Incrocio un gruppo di ragazzi giovani, un paio di loro fischiano, un altro mormora a mezza voce un apprezzamento volgare che non mi dispiace affatto. Mi affaccio sul ponte sul Tevere e respiro una deliziosa aria di libertà, poi decido di tornare indietro. A metà circa di Piazza Cola di Rienzo compro una rivista all'edicola, mi fermo al bar, siedo ad un tavolino ed ordino da bere. So che a Parigi molte prostitute si comportano così. Sfoglio la rivista godendomi gli ultimi sprazzi di sole quando due uomini si avvicinano al tavolo. Mi salutano garbatamente e mi chiedono se possono sedersi. Non ho problemi a concederli il permesso regalando loro un ampio sorriso. Sono bellocci, di statura media, sui 35 anni, due amici in giro per Roma, probabilmente in cerca di un rimorchio. Io sono cotta al punto giusto e prontissima a lasciarmi rimorchiare. Arrivano subito copiosi complimenti alla mia bellezza, poi alla mia sensualità. I due ordinano tre caffè alla cameriera, poi si presentano: Renato e Matteo, 32 e 34 anni, uno di Prato e uno di Firenze a Roma per lavoro di consulenza in un ministero. Beviamo i caffè poi mi chiedono se ho voglia di fare quattro passi con loro. Accetto, ci alziamo, passeggiamo pigramente. Cominciano a fioccare le domande, poi Renato mi chiede dove stavo andando, gli rispondo che sono in giro per shopping. Gli occhi dei due uomini non si staccano dal mio sedere e dalle mie gambe, la sempre crescente sfacciataggine con la quale mi squadrano aumenta, così come aumenta l'umidità della mia fica. Camminiamo apparentemente senza una meta, poi Matteo si stacca e si mette ad armeggiare con lo smartphone, Renato mi prende sottobraccio e inizia a dirmi paroline piccanti.

- "Ti dispiace se ti dico che sei una gran fica?".

Gli sorrido.

- "E perchè dovrebbe dispiacermi?".

- "Sei sexy da morire, Francesca".

Rido, sto un momento in silenzio, poi lo guardo un po' di traverso.

- "Anche voi due non siete niente male".

Come reazione immediata Renato mi prende tra le braccia e senza esitazione incolla la sua bocca sulla mia. Ricambio il bacio e lui mi infila la lingua in bocca. Ci appoggiamo ad un muro, limoniamo per un paio di minuti. Siamo già a diversi travasi di saliva quando ci stacchiamo all'arrivo di Matteo. Mi guarda fissa, poi ci invita:

"Dai, andiamo, è vicino".

Camminiamo per pochi minuti ed entriamo in un cancello su Via Cola di Rienzo, ci ritroviamo in una reception.

Matteo va al bancone e lo sento chiedere la camera tripla appena prenotata. Mi rendo conto che con lo smartphone l'uomo si era messo a cercare il più vicino hotel. Insomma, non aveva certo perso tempo. Lasciamo i documenti e prendiamo le chiavi.

In ascensore i due mi fissano insistentemente, ricambio i loro sguardi come deve fare una brava cagnetta in calore.

Entriamo nella stanza, appena chiusa la porta alle nostre spalle Matteo e Renato mi si avventano addosso. Ho le loro mani dappertutto, incollo la mia bocca a quella di Matteo. Ho Renato dietro che subito passa all'attacco infilandomi le mani sotto la minigonna. Le sue mani risalgono, mi artigliano le natiche separandole. Apro le cosce per facilitargli la manovra e l'uomo inizia a regalarmi piacere con una forchetta fica-culo con pollice ed indice. Sono bagnata come una fontana e Renato non manca di farlo notare all'amico. Come rappresaglia mi attacco al pacco di Matteo, gli apro la patta e cerco avidamente il suo cazzo. Lo tiro fuori già duro, glielo meno senza nessun ritegno. Ho una voglia esagerata di farmi chiavare fino allo sfinimento da questi due begli sconosciuti. Mai desiderio di donna fu esaudito più velocemente. Renato è veloce a togliermi le mutandine ormai ridotte ad uno straccetto fradicio, la minigonna è subito sul pavimento, l'uomo mi posiziona a pecorina sul letto. Faccio appena in tempo a controllare con la mano che abbia il preservativo quando lo sento premere imperiosamente da dietro e vengo infilata in fica con un solo affondo veloce. Matteo va al bagno mentre Renato mi cavalca ad un ritmo indiavolato. Lo specchio sull'armadio mi restituisce un'immagine sensazionale: sono ancora vestita dall'ombelico in su, sotto ho solamente calze a rete e le scarpe, e un maschio sconosciuto mi sta sbattendo alla pecorina tenendomi per i fianchi. Vorrei che il mio Rodolfo fosse qui a guardare che razza di porca sta per sposare... Sentiamo Matteo alzare la tavoletta, subito sopo lo scroscio della sua pisciata. La tensione accumulata mi esplode dal profondo e sale fino al cervello, dopo nemmeno due minuti di scopata sprofondo in un orgasmo abissale. Mentre urlo il mio piacere a più riprese Matteo torna di corsa.

- "Dio bono, l'hai già fatta venire, ma che le hai fatto?".

- "E che lo ho fatto, la sto solo chiavando, ma è una cavalla questa, dai fai tu ora".

Renato mi sfila il cazzo dalla passera mentre Matteo infila il preservativo. Ora tocca a lui. Sento ancora delle contrazioni residue dell'orgasmo quando Matteo mi gira sulla schiena, mi fa aprire le cosce e mi entra dentro. Ha un cazzo più grosso di quello di Renato, ma più "tranquillo". Comunque mi scopa molto bene. Matteo si avvicina lateralmente. Gli tolgo il preservativo e glielo prendo in bocca. I due uomini mi stantuffano all'unisono, Matteo sopra di me mi cavalca in fica e Renato davanti in bocca. Mi sento in paradiso, sono una troia depravata e mi sto godendo da impazzire i primi uomini che sono riuscita a rimorchiare completamente da sola, senza Sergio o altri "intermediari" tra le palle.

I due sono affiatatissimi e mi regalano una sensazionale doppia penetrazione, io cavalco Renato mentre Matteo cavalca me affondandomi il membro nel di dietro all'unisono con l'amico. Arrivo al secondo orgasmo in una decina di minuti e urlo il mio piacere senza il minimo ritegno.

Usciamo dall'hotel che sono ormai le 19.30, lascio ai due uomini il mio cellulare nel caso in cui intendano tornare a Roma. Mi incammino verso l'automobile, sono completamente liquida e rilassata dalle oltre due ore di sesso sfrenato con i due sconosciuti toscani, seguite da una lunga e meravigliosa doccia calda, indispensabile per ripulirmi dallo sperma con cui i due maschi mi hanno generosamente ricoperto nel finale... rido fra me e me pensando che il completino scelto per la mia notte di nozze è rimasto anch'esso decisamente inzuppato dal seme... forse sarà meglio che per la prima notte di nozze me ne compri un altro....



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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Parsifal54 Invia un messaggio
Postato in data: 16/07/2013 14:42:57
Giudizio personale:
buon ritmo

Autore: Mcurris Invia un messaggio
Postato in data: 12/07/2013 09:13:47
Giudizio personale:
....bello! Sexy e meravigliosamente zoccola

Autore: Pesce64 Invia un messaggio
Postato in data: 12/07/2013 06:27:04
Giudizio personale:
Molto bello!!


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