i racconti erotici di desiderya

Gioco cattivo


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“Silenzio .. non voglio una parola.. silenzio.. è chiaro.. ? “



La mia camera di albergo ti aveva pochi istanti prima vista entrare con maniacale puntualità. Un’impacciata eccitazione di tremolante voce, soffiò fuori un .. “finalmente eccomi..”.



“Prego entra.. “



La porta si chiuse alle tue spalle, 2 secondi di sguardi nel silenzio e le tue braccia mi saltarono al collo per un bacio che sprigionò tutta la voglia accumulata in quei mesi.. energico, focoso .. troppo.



“Non così!.. ferma.”



Eri in piedi in quella grande stanza dall’arredo moderno, mi sei sembrata un’opera d’arte in mezzo a tanto minimalismo.

Ti girai in torno e dopo averti delicatamente baciata sul collo .. sottovoce .. “silenzio .. non voglio una parola.. silenzio.. è chiaro.. ? “



“si.”



“no, non è chiaro .. altrimenti non avresti risposto. Non voglio risposte.. è sufficiente un cenno della testa.. chiaro.. ?”



“…”



“ brava.. “



Il volume in quella stanza sparì, io parlavo sottovoce sempre vicino alle tue orecchie, al collo , alla bocca, .. e tu in un gesto silente di servile consenso costringevi tutta la tua volontà.



Mi piaceva osservarti..



“socchiudi gli occhi ..”



Presi un foulard e con la delicatezza che la seta richiede coprì lo sguardo di quella meravigliosa opera d’arte che avevo davanti a me .. e percepii un brivido.



“Preoccupata .. ?”

La tua testa disse di no.

Passai davanti e slacciai i bottoni della tua camicia bianca, uno ad uno fino ad aprirla tutta .. e passando le mani sopra le spalle la feci scivolare lungo le tue braccia dietro schiena .. a terra. Del pizzo lavorato nero avvolgeva un seno timido che non chiedeva di essere sorretto ma bensì adornato; la mia mano sfiorò quel ricamo sollecitando i capezzoli che si nascondevano turgidi.

Mi avvicinai alla tua bocca perché tu potessi percepire il mio respiro e la mia presenza vicina .. ti aspettavi un bacio.. non arrivò niente. Un giro intorno , passai dietro e sganciai il reggiseno che passando oltre le spalle cadde in avanti.



“ hai un bel seno..” ti baciai il collo e da dietro lo toccai.. pelle morbida di delicata purezza, col palmo della mano mi sembro di sentirne il colore e percepii un brivido in te . La tua lingua passò delicatamente sul tuo labbro superiore . . mi avevi lì, ed era tutto quello che sapevi.

Davanti a te ti sbottonai i pantaloni , abbassai la cerniera e feci calare quel nero cotone lungo i tuoi fianchi fino al ginocchio liberando altro nero pizzo, custode di ben altro immenso valore.

Toccai con la mano quel delizioso “incarto” che lasciava trasparire l’umido piacere.. mi portai le dita al naso e socchiusi gli occhi. Ti volevo gustare, .. eri meravigliosamente mia. Il pizzo si faceva stoffa sui fianchi e filo che spariva in mezzo alle tue perfette rotondità colorate da un’abbronzatura perfetta.. Ti meritavi un bacio, e un bacio fu. Io ti baciai labbra su labbra, mentre tu immobile attendevi un ordine. In mezzo a tanta lenta musicalità un gesto violento , improvviso e forse in parte doloroso strappò il tuo perizoma verso il basso spingendolo a raggiungere i pantaloni, tutto arrotolato poco sopra le ginocchia.



“Ti voglio.”



“Ti avevo detto di stare zitta.. non hai resistito.”



Ti abbandonai li in mezzo a quell’irreale silenzio di penombra, mi allontanai di un metro a guardarti in quell’imbarazzante solitudine fatta di nudità resa cieca da un foulard di seta.



Tremavi .. quante cose frullavano in quella testa, attesa, vergogna, umiliazione, ardore, passione. Il tuo silenzio fu rigoroso al punto che decisi di riprendere. Erano passati 5 minuti di niente e senza proferire parola , con fare deciso la mia mano grande e calda coprì il tuo pube stringendo tutto il tuo piacere in una morsa forte e delicata allo stesso tempo. Un grido uscì , trattenuto a stento dalle tue labbra mentre le ginocchia si piegarono stringendo le cosce , e le tue mani strinsero il mio braccio..



“zitta, e ferma .. ho deciso che comando io.. se non ti piace puoi sempre andartene..”



“Vuoi andartene?”



la tua testa fece cenno di no.



Levando la mano strusciai il mio dito medio in mezzo alle tue grandi labbra che si schiusero in un lago di umori, e quel dito lo passai sulle tue labbra a portar via il rossetto rimasto. Ti feci sedere sul bordo del letto e slacciai i tuoi sandali spogliando i tuoi incantevoli piedi, curati, delicati, non troppo grandi.. da lì passarono anche i pantaloni e il perizoma , e ti ritrovai nuda , seduta su quel letto di wengè che così bene si sposava con la tua pelle.

Mi spogliai facendo attenzione che tu udissi tutto il rumore in modo che tu capissi che sarei stato nudo anche io ..



“cosa pensi ?”



Non rispondesti..



“brava, cominci a capire.”



Mi appoggiai su di te strusciando il mio corpo sul tuo, era evidente che non ti trattenevi più.. il “non” vedere di rendeva pazza , e allo stesso tempo quell’impotenza ti faceva impazzire nell’attesa di qualcosa che sarebbe successo, ma non sapevi quando.

Mi alzai, presi le tue ginocchia e le allargai proprio a darti la sensazione che sarei entrato in te per prenderti con violenza.. ma ti lasciai li da sola per qualche istante a pensare, ad aspettare, nel tuo timore, nella tua incertezza. E mentre incerta stringevi un dito in bocca io entrai ..

Fuggì rapido un grido, non te lo aspettavi, ero dentro te, sopra te, mi stringesti forte .. io rimasi fermo e poi uscii..via. Mi piace troppo giocare con la tua mente.



“E’ tardi, ce ne andiamo .. ?”

La tua testa disegnò velocemente un no infinito..



“Allora continuiamo ?”



Quella volta fu un si di sollievo..



“Continuiamo alle mie condizioni .. ? Fai quello che dico io ..?”



Ancora un si.



Mentre continuavi a vivere al buio della tua incertezza sistemai due cuscini sul letto, uno vicino all’altro e ti feci stendere a pancia sotto in modo che dal bacino alla testa tu poggiassi sui cuscini, lasciando che le gambe si distendessero sul letto e il tuo bel culetto si erigesse un po’ mostrandosi in tutta la sua bellezza.



Il mio dito medio andò ad inumidirsi laddove i tuoi umori si erano ormai fatti copiosi e poi.. con ferma delicatezza passò sul tuo culetto.. era stretto, era un dono che non avevi mai concesso, e lo capii anche da una smorfia che percorse il tuo volto quando il mio dito deciso tentò di entrare..

Il tuo silenzio mi sembrò un assenso.

Più volte con calma il mio dito si preoccupò di inumidire con i tuoi umori quel culetto che non avrei mai fatto così “timido”.. Poi la mia mano prese ad accarezzarti più intensamente sul pube, lasciò scivolare dentro un dito e cominciai a masturbarti con attenzione seguendo i movimenti del tuo bacino.. ti piaceva molto. Il tuo respiro divenne affannoso, qualche parola uscì dalla tua bocca e non dissi niente, .. la mia mano continuava decisa e intanto la mia bocca fece cadere della copiosa saliva sul tuo culetto che ormai ubriaco aveva superato ogni forma di timidezza.

Tolsi la mano e mi misi sopra di te appoggiando il mio pene sul tuo culetto e tu .. silenzio, dito in bocca ancora.. e silenziosa attesa.

“rilassati..” Feci pressione e piano piano cominciai ad entrare.. fu più facile di quanto pensassi. Ancora un po’ di pressione , la tua mano stringeva forte il cuscino .. sensazione di dolorosa stranezza .. mista a piacere. Una volta dentro, lentamente mi muovevo e con la mano passandoti davanti tornai a toccare il clitoride .. bomba al limite dell’esplosione. Qualche minuto di sesso così .. e ti sentii salire .. forte.. veloce.. qualche grido, contrazioni e..

un grido forte deciso, fu un “si” che trascinò fuori tutta la voce repressa in quel pomeriggio; io ero ancora li.. che seguendo le tue contrazioni continuavo a muovermi in cerca del mio piacere .. che arrivò dopo poco senza che uscissi da quel meraviglioso angolo di caldo desiderio.

Mi tolsi , ti volevo osservare, .. un’immagine deliziosa di indolente rilassatezza. Te ne stavi col foulard sugli occhi a riposare il corpo , ferma in quella posa che io ti avevo fatto assumere e dalla quale sembrava ti saresti mossa solo ad un mio preciso ordine. Mi sembrava di osservare una scultura, un’opera d’arte che avevo creato e che tu rappresentavi in maniera eccelsa. Avrei voluto portarti via con me, sapevo che non ti avrei più rivista e sapevo anche che in quel momento non avrei potuto dirtelo. Quando cominciai a pensare a cosa tu stessi pensando , quali sogni la tua mente stesse costruendo .. avvertii un brivido di dolore.

Ancora oggi ti penso in quell’immagine che porterò con me sempre e per sempre, a ricordare un desiderio, un sogno, una donna vera che cercava verità .. che ha concesso la sua mente alle mie mani e che da quelle mani ha ricevuto uno schiaffo che non meritava.



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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Voyeurs Invia un messaggio
Postato in data: 08/05/2010 17:21:35
Giudizio personale:
superbo!
bella nella sua malinconia la conclusione!

Autore: Blackmolly Invia un messaggio
Postato in data: 06/05/2010 18:32:37
Giudizio personale:
Eleganza in un racconto in bianco e nero di erotismo d\'altri tempi.. mai volgare, molto eccitante.. Noir...


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