i racconti erotici di desiderya

Fantasia

Autore: Angelo482
Giudizio:
Letture: 485
Commenti: 1
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Ti sento suonare alla porta. Lei ti apre. Io sto sopra nel mio studio. Ansioso
scendo nel piano di sotto per sentire cosa vi dite nel piano terra (la casa è a
tre piani). L’ho preparata come tu mi hai chiesto: autoreggenti nere, mutandina
rossa, gonna di raso attillata, tacchi molto alti, décolleté spinto che lascia
vedere le coppe gonfie dei seni.
«Ciao, entra» - dice lei.
«Ciao, finalmente!» - sento dire da te.
Poi silenzio. Evidentemente vi state abbracciando e baciando. Mi spingo sulle
scale e sbircio. Vi state baciando in bocca: con le lingue vi rovistate… vi
succhiate la saliva… con il capo reclinato all’indietro lei ti succhia la
lingua… la tieni stretta con una mano sul culo… le fai sentire l’uccello già
duro sulla pancia… vi contorcete…
«Dai, vieni» - finalmente riesce a dire lei, staccandosi. Ti prende per mano e
ti conduce nel salotto.
«Cosa possiamo offrirti?»
«Va bene anche un caffè».
«Amore – dice lei chiamandomi – ci vieni a preparare un caffè».
Io scendo le ultime scale e mi presento. Ci stringiamo la mano e me ne vado a
preparare il caffè. Dopo un po’ arrivo e vi servo un vassoio con due tazze di
caffè e vari tipi di biscotti. Lei è seduta su una tua coscia, con una mano
posata sulla patta dei tuoi pantaloni a gustarsi il rigonfio duro del tuo
uccello.
«Ci vediamo dopo» - balbetto e fingo di tornare nel mio studio. In realtà
resto a sbirciare lungo le scale.
Vi vedo che continuate a pomiciare mentre prendete il caffè… vi baciate in
bocca… le palpeggi le tette… tiri fuori i seni dal décolleté e li lecchi…
succhi i capezzoli…
«Dai, andiamo in camera da letto» - dice lei svincolandosi tra i
contorcimenti. Ti prende per mano e ti conduce, mentre tu con una mano le alzi
la gonna e la palpeggi nel culo liscio e sodo. Entrate in camera e accortamente
lasciate la porta socchiusa per fare in modo che io in qualche modo partecipi…
almeno sentendo e possibilmente vedendo… Lei si siede sul bordo del letto: tu
in piedi davanti a lei, con la patta dei pantaloni davanti al suo viso… ti
sbottona… tira fuori l’uccello, gonfio, duro (io posso vederlo), lo scapoccia …
annusa… comincia a leccare… Sei eccitatissimo, la prendi per la testa e glielo
ficchi tutto dentro… glielo spingi in gola e cominci a stantuffarla… lei geme…
bava… a un certo momenti tiri il cazzo, le sollevi la testa e la baci in bocca…
ti scosti un poco… lei resta a bocca aperta… con la lingua fuori… e tu le sputi
sopra la tua saliva… prima sulla lingua e poi direttamente in bocca… lei
assapora e ricomincia a ciucciarti l’uccello… Lei apre e inghiotte… lecca e
succhia… scende sui coglioni e lecca anche quelli… A un certo momento cominci a
stantuffarla con forza… geme… vedo rivoli di bava che le colano dalla bocca…
A un tratto la sollevi, con il suo aiuto ti togli i pantaloni, le mutande e
tutto il resto. Quindi spogli lei… completamente nuda… completamente nudi
entrambi… la giri con il culo verso di te… la fai mettere in ginocchio sul
bordo del letto… a pecora… con una mano le prendi la testa… per i capelli… e la
tieni inchiodata sul letto… con l’altra prendi il tuo mastodontico uccello e
glielo punti tra le chiappe…
Vedo il tuo cazzo che svetta maestoso davanti alla sua fighetta tutta bagnata,
Lei allunga la mano tra le cosce, te lo prende e se lo ficca dentro… ma,
nonostante la vagina sia lubrificata dai suoi liquidi, l’uccello entra con
difficoltà: è troppo grosso, sia in larghezza che lunghezza… vedo il suo corpo
che si contorce, non so se per piacere o dolore…lo vuole tutto dentro… tu pompi
con forza ed ecco che entra… le scuoti l’utero… tutto il suo pancino si contrae
e si scuote… gode come una cagna, penetrata dal tuo uccello… ad un certo punto
lo tiri fuori dalla fica e glielo punti sul buco del culo…
No, mi fai male! – implora lei.
No, dai…- piagnucola ancora.
Ma tu, impietoso, la schiacci sul tuo cazzo…lo tieni dritto sul suo sfintere…
Noh! Noh! Noh! – geme lei.
Vedo il tuo uccello che comincia a entrarle nel culo… prima la capoccia … poi
dai un colpo possente… ed ecco che sei tutto dentro…
Nooooooooh! – strilla lei.
Ma tu ormai glielo hai spaccato il culo. Dopo una decina di minuti di crudele
stantuffamento finalmente ti sentiamo dire:
Vengo… vengo… vengo…
Lei si solleva e al posto del culo porge la sua boccuccia… glielo ficchi
dentro e sborri a più riprese… la tieni con la testa ferma… ingoia… ingoia… ma
un paio di rivoli le colano dalle labbra… quando molli la presa e finalmente
può sollevare la bocca dal cazzo… con una mano raccoglie la sborra che cola e
se la porta in bocca, leccandosi le dita…Tu sei sfinito. Ti allunghi sul letto…
accanto a lei… che pure si rilassa… il cazzo è ancora duro, possente; filamenti
di sborra continuano a gocciolare insieme ai suoi liquidi.
«Amore, vieni» - mi chiama lei.
Io, che già stavo sbirciando dalla porta socchiusa, entro… sono quasi nudo.
solo con la camicia… sbottonata… ho il cazzo semifloscio…
«Amore – dice lei rivolta ancora a me – prendi un fazzoletto di carta e
pulisciglielo».
Io ubbidisco. Prendo un fazzoletto di carta e te lo pulisco, con delicatezza,
piano piano… provo gusto a farti docilmente questo servizio. E lei (sempre
rivolto a me):
«Amore, c’è il rischio che resti incinta. Sai cosa devi fare per evitarlo…
dai, amore, ora leccami tutta e togli ogni traccia del suo seme da dentro di
me....così non corro nessun rischio e mi darai un’altra prova che mi ami da
impazzire».
E anche ora, ormai rassegnato e devoto solo al suo piacere, ma in fondo perché
godo anch’io, rispondo di sì. Mi metti tra le sue cosce, tiro fuori la lingua e
comincio a leccarle la fica… lecco i suoi umori e la tua sborra… allargo le
labbra grandi, poi le piccole, e ficco la lingua nella sua vagina… la pulisco…
succhio… rificco la lingua… risucchio… con cura la ripulisco di tutta la sborra
che le hai lasciato dentro. Quando penso di aver finito e mi sollevo, ho tutto
il viso imbrattato delle vostre impurità.
«Vatti a lavare» – ordina lei.
«Vado prima io» - intervieni tu.
«Andate insieme» - dice lei.
Quando siamo nel bagno, tu ti metti in piedi davanti al bidé. Io mi
inginocchio e ti lavo il cazzo, i coglioni e anche il culo. Con cura e
delicatezza. Dopo che ti ho asciugato, come ultimo atto di devozione ti lecco
la cappella. Vorrei succhiartelo il cazzo. Ma me lo impedisci.
«Adesso basta. Vatti a curare di lei. La prossima volta ti farò ancora vedere
come me la inculo».
«Ok» - balbetto.
Quando sei perfettamente rivestito e pronto per andartene, abbracci la mia lei
e le dai un bacio in bocca, mentre le palpeggi le tette e il culo. Le ficchi la
lingua dentro e la rovisti fino alla gola… lei gode e succhia…
«Sei magnifica – le dici – succhiami ancora il cazzo così…». E la spingi con
la testa verso la tua patta nuovamente gonfia. Lei ti sbottona, lo tira fuori e
comincia di nuovo a leccarti e a ciucciarti… glielo strofini sul viso… lei apre
le labbra e tu glielo infili dentro con forza.
Io guardo stupito e confuso… resto inchiodato di fronte allo spettacolo che mi
offrite. La scopi in bocca per una decina di minuti. Ogni tanto lo tiri fuori…
bagnato e gocciolante della sua saliva… lo prendi in mano e glielo sbatti sulle
labbra, sulle guance, sugli occhi… e lo rificchi dentro… fin quando di nuovo
sborri… la tieni ferma tenendola per i capelli…
«Succhia tutto, troia».
Glielo scoli bene dentro… con una mano ti spremo il canale lungo l’asta per
scolarlo fino all’ultima goccia… quindi piano piano lo tiri fuori. Io estatico
ed eccitato, prendo un fazzolettino di carta e mi avvicino per ripulirmelo…
comincio dai coglioni, la base della mazza e poi piano piano risalgo fino alla
cappella…
«Cara – dici tu rivolto a lei – ho l’impressione che il tuo lui oltre ad amare
te ama anche il mio cazzo».
La mia lei, ancora in ginocchio davanti a te, fa di no con la testa. Ma tu,
rivolto a me, mi ordini indicando il tuo uccello:
«Bacialo, dai, bacialo. Se l’ami veramente, devi desiderare tutto quello che
piace a lei».
Ed ecco che io posi la mia bocca sulla boccuccia del mio uccello… mi spingo
anche a dare una leccatina alla cappella…
«Lo vuoi succhiare?»
Faccio no con la testa.
«Va bene. Ormai sono già spompato. Sarà per la prossima volta».
A questo punto ti rimetti l’uccello dentro i pantaloni e ti riabbottoni. Io e
la mia lei stiamo entrambi sempre in ginocchio davanti a me. Ci dai uno
scappellotto e finalmente te ne vai.


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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Forzasette Invia un messaggio
Postato in data: 25/12/2011 18:34:55
Giudizio personale:
veramente notevole


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