i racconti erotici di desiderya

Campeggio in sicilia

Autore: Cikozip
Giudizio:
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Commenti: 1
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Era l'ormai lontano 1995, l'altro secolo . Io avevo appena 17 anni, che tempi quelli. Lei, mia cugina, si era appena maturata al liceo classico. Ragazza con la testa a posto quella; per un pelo ha mancato il fatidico sessanta. Vivevamo in città diverse ma vicine, quindi anche durante l'anno i nostri genitori facevano in modo di farci vedere spesso; o io andavo da loro o lei veniva da noi, durante i weekends e per le vacanze. Insomma eravamo come fratellini .Io timido, lei estroversa , simpatica, bellissima. In pratica avevamo le stesse compagnie , sapevamo tutto di noi tra noi , soprattutto di lei ; visto che io combinavo ben poco,soprattutto pippe e qualche pompino da qualche sfigata. Lei curiosa già dai tredici anni, aveva già approfondito , insomma non disdegnava il cazzo , anzi soddisfava parecchi maschietti , con i suoi pompini e la sua calda gnocca . Come premio per il suo diploma, aveva ricevuto un viaggio nella bellissima e calda Sicilia. In un campeggio sulla costa agrigentina. A patto che ci andassi pure io. Accettammo al volo, con entusiasmo ed eccitazione , era la prima vacanza da soli, che occasione.

Dopo circa 15 giorni di progetti e di sogni , arrivò il giorno della partenza. Arrivammo a destinazione in un campeggio in riva ad una spiaggia kilometrica di sabbia bianca , acqua non proprio cristallina, ma con un discreto movimento giovanile. Noi alloggiavamo in una canadese a due posti, ci sembrava una villa, la cosa ci eccitava un casino . Lì, grazie alla sua bellezza ,ci formammo subito un gruppetto di coetanei,ragazzi e ragazze alla scoperta della vita. Tra loro c'era un ragazzo, il bello del gruppo, che comunque aveva già la sua girl che lo marcava stretto , un bella gnochetta pure lei. Fatto sta che tra giochi e giochetti,sguardi e palpatine innocenti mia cugina, calda come non mai, si era invaghita di lui.

La notte, anzi all’alba, quando si rientrava a dormire, dopo aver bevuto e cantato. Sentivo che lei non dormiva,non riusciva a prendere il sonno, le bolliva il sangue, tra le gambe aveva un vulcano . Io stavo lì, praticamente attaccato a lei , sentivo il suo stato di eccitazione,l’odore della fica, sentivo che per dare un po’ di sollievo ai suoi ormoni , si giocava la clitoride, senza eccessi , con discrezione ; spostando leggermente la mutandina . Io fingevo di dormire, stavo parecchio imbarazzato, ma con il cazzo duro come un blocco di marmo .Comunque facendo finta di nulla, ogni tanto, mi accostavo a lei. Con molta naturalezza le poggiavo la mano sul seno sodo . Lei non si turbava ,anzi si accostava di più, sfregando le sue chiappe scultore sul mio pacco. Entrambi fingevamo il sonno profondo ,dando retta alla ipocrita educazione ricevuta. Questo andò avanti per circa una settimana. Poi un bella notte, scoppiò un furioso temporale, che ci costrinse in tenda già dalla mezza notte. Lei aveva paura della luce dei fulmini e del rombo dei tuoni, in quella piccola tenda. Volle che la stringessi tra le mie braccia. Non avevamo sonno, vuoi per l’orario vuoi per il fragore del temporale. Quindi parlavamo al buio. Io ero carico da tutta la settimana quindi non ho potuto fare a meno di eccitarmi sotto l’effetto del suo profumo della sua pelle della sua voce. Lei lo sentiva , e gli piaceva. Si girò verso di me e accavallò la sua gamba tra le mie, poggiandomi l’anca sul duro attrezzo ,e tra una chiacchiera e l’altra , ogni tanto mi accarezzava la verga , io non mi tiravo dietro. Dopo un primo tentennamento e superato l’imbarazzo, mi infilò la mano affusolata ed esperta dentro gli slip. Dopo due stozzate non resistetti, scaricai un abbondante sborrata. Lei lì per lì, rimase quasi delusa ; le sarebbe piaciuto lavorarci un pò di più ,magari avrebbe voluto anche leccare la cappella e succhiare, era una specialista. Be l’attimo di smarrimento passo subito. Si girò, mise la mia testa tra le sue gambe vellutate e cominciò a leccare; disse che era un peccato lavare tutto quel ben di dio. Nel frattempo ,io con quella fica in faccia cominciai a leccare i suoi umori caldi e abbondanti; per me era nettare non avevo mai assaporato cosa così buona. La mia lingua andava , lungo tutta la spacca fino allo stretto ed inviolato sfintere. E leccando con la punta della lingua dura , proprio lì ,notavo un particolare gradimento. Lei avidamente in un attimo aveva ripulito tutto il mio seme. Quindi dopo un pochino che leccavo si giro verso di me porgendomi generosamente il seno dai rosei e turgidi capezzoli. Cominciai a palpare vigorosamente. Ad un tratto volle che gli leccassi i capezzoli , contemporaneamente partendo dalle sode chiappe, in modo istintivo, le infilai li dito medio nel culo completamente allagato dai suoi copiosi umori dalla mia saliva. Lei per nulla turbata dal mio ditino mi batteva il ritmo come un amazzone al totto.Dopo poco, senti il mio ditino che veniva compresso con pulsazioni regolari,come fosse il suo cuore che batteva di felicita. E fu così che anche nonostante mela misero in faccia non riuscii a sverginarmi.





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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Bisexlussuriosi Invia un messaggio
Postato in data: 13/12/2013 20:35:27
Giudizio personale:
Tutto vero, hahahahhahaahha


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