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Una volta un assassino(a)


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Il regno di oz è un posto interessante per viverci.



Pieno di Nobili e di Furfanti di ogni genere è crocevia del mondo, orde di forestieri lo visitano, la piazza centrale è senzaltro un punto di osservazione privilegiato sui mali del mondo e sulle attitudini di chi lo popola.

Viveva vicino al centro città Aurora, donna bella e savia di antica stirpe decaduta, proprietaria di un negozio specializzato in sogni in bottiglia, affacciato sulla splendida piazza medievale in centro città.

Esistenza serena la sua, circondata dalla vita del regno amava osservare e commentare i forestieri che vedeva passare e gli abitanti del regno che frequentavano il bar centrale.

Vi erano molti personaggi particolari, e guardarli e chiaccherare con loro era per Aurora un divertimento vero e stimolante, a lei piaceva l'umanità, conosceva il bene e il male e provava un istintiva simpatia per i doloranti e le anime pie. Era a volte un filino indisponente con alcuni forestieri, provocatrice e cinica, ma si trattava solo di mero esercizio intellettuale.



Era anche attratta da un certo tipo di furfanti, e il regno ne abbondava, spesso mascherati ed in incognito.

Uno di questi, un certo Filippo, era per lei fonte di grande emozione: si trattava di un noto assassino, un uomo magnetico e pericoloso che tutti i giorni andava al bar Centrale, si sedeva ad un tavolino in un angolo, tirava fuori un coltellaccio e lo posava sul tavolino, poi prendeva un taccuino su cui cominciava a scrivere fitto fitto, (tutti sapevano che si dilettava a scrivere poesie) mentre centellinava dell'ottimo barbaresco.

Spesso dopo aver scritto posava la penna, chiudeva gli occhi e sembrava appisolarsi per un 10 minuti, la testa reclinata sullo schienale e lo sguardo perso in lontananza.

chi lo conosceva evitava naturalmente di importunarlo, e chi non lo conosceva scopriva velocemente quanto potesse essere pericoloso farlo, la mano dell'uomo correva rapidamente al coltello e bastava un suo sguardo per far capire al malcapitato a cosa poteva andare incontro.



Aurora era molto attratta dal lungo coltello che balenava al sole appoggiato vicino al braccio dell'uomo, e aveva preso l'abitudine di controllare e aspettare che l'uomo si appisolasse per sgusciare fuori dal negozio e sedersi per pochi minuti al tavolino vicino, accostando il piu possibile la sua sedia a quella dell'uomo.

Cercava di fare piano e con nonchalance, alzandosi ed allontanandosi se le sembrava che Filippo stesse svegliandosi.

Quando riusciva nel suo intento invece accostava piano piano la mano al lungo coltello dell'uomo e lentamente passava l'indice sul filo della lama.....un lungo brivido la prendeva allora, e un sensazione di vertigine le bloccava i sensi.

Duravavano attimi, poi si alzava e si allontanava rapidamente ma conservava quella vertigine per ore, ed ogni giorno diventava piu potente.



Un giorno, mentre la sua mano si avvicinava alla lama Filippo aprì di scatto gli occhi, la sua mano destra bloccò la mano protesa di Aurora mentre la sinistra rapida come un fulmine prese il coltello, e scattò verso il petto di Aurora, fermandosi a pochi centimetri dalla sua bianca pelle.



Il tempo si dilatò, per lo spazio di un attimo.

Gli occhi dell'uomo erano fissi in quelli di Aurora, occhi neri e ieratici, e lei vi lesse la morte, ma vi lesse anche altro.

Lentamente, guardandolo sempre negli occhi e non osando quasi respirare lei protese il petto, finchè il corsetto giunse a contatto con la lama, e chiuse gli occhi, aspettando.



Il tempo si fermò, per lo spazio di una vita.

Filippo allentò la presa sul polso di Aurora, che aprì gli occhi accorgendosi che l'uomo aveva chiuso i suoi.

Lui quasi esitante allungò la mano lentamente e raggiunse il piccolo fiore cremisi che Aurora aveva appuntato sul corsetto, lo prese e se lo portò alle labbra, lo baciò e lo mise nella tasca interna della sua giacca.



Poi riaprì gli occhi, le sorrise con un sorriso dolcissimo, e prendendole la mano la tirò verso di lui e la baciò, un bacio che rimise in marcia il tempo e creò un arcobaleno nel cuore di Aurora. Lui la prese tra le braccia, e la portò via con se.



da quel giorno furono inseparabili, giravano il mondo e dovunque andassero chi riconosceva Filippo spesso guardava lei con un misto di sorpresa e di pietà, stare con un assassino non è certo consigliabile a nessuno...



Il corpo di Aurora imparò a conoscere il lungo coltello e i mille modi in cui Filippo amava usarlo, nei loro giochi spesso la lama si fermava solo poco prima di ferire a fondo, ma Aurora non ebbe mai paura.

Tutte le sere infatti, quando Filippo dormiva, andava a controllare nella sua giacca, e il suo piccolo fiore era sempre li, e lei sapeva bene che finchè li fosse rimasto Filippo non avrebbe mai veramente affondato il coltello nel suo cuore.


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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Peter_Ray Invia un messaggio
Postato in data: 03/06/2013 03:51:17
Giudizio personale:
bello, un po' leggerino per gli standard, ma bello


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