i racconti erotici di desiderya

Una serata speciale-

Autore: Giuliom
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Si erano conosciuti in uno dei tanti gruppi a tema su Fb, si erano annusati, piaciuti, conquistati.

Non erano proprio vicini e quindi per vedersi bisognava organizzarsi. Lui pignolo com’era voleva che tutto fosse perfetto, nulla lasciato al caso. Decisa la data prese un appartamento che avesse tutti i requisiti necessari per rendere il loro incontro esattamente come loro avevano immaginato. Arrivo per prima e lo riforni di quello che serviva per tutto il periodo che avevano concordato. Potevano restare li chiudendo il resto del mondo fuori per tutto il Weekend.

Lei arrivo nel tardo pomeriggio e lui scese giù ad aspettarla e accompagnarla in casa, parcheggio l’auto e prese il bagaglio. Si guardarono negli occhi e si abbracciarono come se il mondo già non esisteva più. Le prese la mano e la guido dentro.

Quando l’ascensore si fermo lui gli prese la sciarpa dal collo e gli bendo gli occhi.

Il pianerottolo era buio ma la porta dell’appartamento era vicino e prendendola per mano l’accompagnò all’interno della casa. La camera era in fondo al corridoio, e mentre si avvicinavano furono avvolti dal profumo degli incensi che bruciavano. All’interno della camera le candele fornivano un danzante luce calda, ma lei non poteva vederla... sentina solo il tocco della sua mano che la guidava senza sapere dove. Lui la bacio sulle labbra, le loro lingue si incontravano dopo molti giorni e il bacio divenne subito appassionato, frenetico, famelico. Le mani percorrevano il corpo uno dell’altro e quasi senza accorgersene si stavano già spogliando. Quando lei fu completamente nuda la fece sedere sul letto, ancora bendata… rimase lì in attesa. Lui prese dall’armadio la borsa dei giochi e ne tiro fuori una serie di corde, ne prese una. Si avvicino a lei e delicatamente gli prese un polso e gli annodo la corda, la fece adagiare sul letto e lego la corda al letto. Prese una seconda corda e fece lo stesso con l’altro polso. Con altre due corde le lego poi le caviglie facendole assumere una posizione carponi che gli permetteva di ammirarne la schiena, il bellissimo fondoschiena, il suo sesso ora umido di umori. Avrebbe voluto prenderla cosi, subito, tanto la desiderava, ma sapeva che doveva aspettare, faceva parte del gioca farla aspettare, farla soffrire, perché sapeva che anche lei lo desiderava e quell’attesa faceva parte dei preliminari. Le si avvicinava all’orecchio e gli sussurrava parole di desiderio, mentre con le mani le accarezzava la schiena, i glutei, le gambe, i piedi. Lei soffriva il solletico e lui si divertiva a vederla sobbalzare ogni volta che gli sfiorava la pianta dei piedi, o accarezzava i fianchi resi sensibili al tocco dall’eccitazione. Qualche volta usava i polpastrelli, qualche volta le sue labbra altre la sua lingua. Lei ogni volta sobbalzava ed emetteva dei suoni.. avrebbe voluto divincolarsi e sottrarsi, ma le corde la tenevano ferma lì a subire, oscenamente a subire.

Quando lui ad un certo punto capi che era il momento, andò in cucina e prese dal frigo un cubetto di ghiaccio. Quando gli tocco il capezzolo lei sobbalzo dalla sorpresa e dal freddo, il capezzolo divenne ancora più duro di quanto l’eccitazione lo avesse già reso, fu così facile racchiuderlo nella pinzetta che aveva predisposto. Quando la pinzetta morse i capezzoli, a lei sfuggi un urlo che non si capiva se di dolore o di piacere prima ad uno, poi all’altro, adesso entrambi i grossi seni erano provvisti di questi addobbi che schiacciavano i capezzoli e ad ogni minimo movimento provocavano dolore e eccitazione.

il ghiaccio percorse in lungo e in largo il corpo di lei, dal seno alle labbra poi scendere lungo il collo, poi lungo la schiena fino al solco dei glutei, scese lungo le cosce, i polpacci le caviglie e i piedi lasciando una scia di acqua fredda che si mescolava con il sapore della sua pelle. La lingua seguiva quella scia come uno sciatore segue la sua pista da sci cosicché dopo il freddo il caldo della lingua contribuiva a far innalzare a dismisura l’eccitazione di lei. Lei non immaginava dove quel cubetto si sarebbe tramutato completamente in acqua.

Quando il clitoride venne toccato dal ghiaccio un’altra esclamazione le usci dalla bocca. Una sensazione nuova, mai provata, si stava impadronendo di lei, quel ghiaccio da una parte sembrava rendere meno sensibile il clitoride, dall’altro il piacere che sentiva crescendo, dolore e piacere, dolore nuovo, piacere nuovo, poi quel che rimaneva del cubetto scomparve nel suo sesso.

Adesso lo voleva.. lo voleva a tutti i costi, voleva godere, voleva gridare, voleva essere presa, posseduta. Adesso lui sapeva che era pronta, adesso sapeva che era il momento.

Pensò “ adesso sei MIA”.



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