i racconti erotici di desiderya

Una schiava da sottomettere


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Questo racconto è dedicato ad una donna conosciuta in chat, virtualmente, sensuale e perversa e… molto esibizionista, il racconto è un dialogo visto dalla mia prospettiva e come sempre, realtà e fantasia si mischiano per dare vita a qualcosa di nuovo…di diverso…







L’ha incontrai in chat, mi contattò per discorrere con me dei miei racconti che aveva letto, il nick che utilizzava subito mi colpì per la sua ambiguità e maliziosità “Signora per bene”,nessun commento aggiuntivo nel profilo, solo questo nick, di seguito ecco cosa accadde quella notte:



“’Sera ti disturbo?”

“No, dimmi pure non stavo facendo niente di particolare”

“Ho letto alcuni dei tuoi racconti, sono…bè molto trasgressivi complimenti!”

“Grazie sei molto gentile, i complimenti fanno sempre piacere a noi scrittori o presunti tali…, ma sono curioso, il tuo nick mi ha risvegliato alcuni sensi assopiti…dimmi di te”

“Io? Sono una…Signora per bene si, tu puoi chiamarmi Signora, non do mai il mio nome in chat”

“Ah no? E dai qualcos’altro?”

“Leggo malizia nelle tue parole o mi sbaglio?”

“L’interpretazione spetta a te, parlami di te Signora”

“Se proprio lo vuoi sapere ho 43 anni, sono sposata e lavoro presso… ,mi piace venire qui ogni tanto per chiacchierare un po’ con persone intelligenti, mai volgari, sono così scontati…”

“Capisco, ma il tuo nick fa sì che gli uomini siano attratti da te sai? E’ troppo ambiguo e per noi uomini questo ci porta a pensieri sconci e volgari…”

“Anche a te fa questo effetto?”

“Diciamo che mi stimola la fantasia e io ho molta fantasia…”

“Non l’ho metto in dubbio…”



Una pausa prolungata…



“Da come racconti alcuni situazioni sembra che le hai provate, è vero o sei solo molto bravo a descriverle?”

“Questo è una cosa che lascio a voi lettori decidere, o vorresti mettermi alla prova?”

“Scusa che cosa intendi?”

“Sai benissimo cosa intendo Signora, vuoi mettermi alla prova?”

“Non capisco, forse ti sei fatto un’idea sbagliata di me, guarda che non cerco nient’altro che…”



Adoro queste situazioni, finto timore, ma tra queste poche righe leggo la voglia…la fiuto…vuoi fare la parte dell’ingenua, benissimo, io farò la parte del predatore senza compassione….



“Dammi il contatto Messenger così staremo più comodi e tranquilli ”

“Bè…ecco, ok, te lo do ma non pensare che…”

“Sto aspettando…”

“…@....it”

“Bene, ora collegati ti raggiungo tra qualche minuto, devo finire alcune cose e poi sarò da te”

“Ma, è tardi ora, poi c’è mio marito di là in camera che mi aspettava per andare a dormire”

“Inventati una scusa, sicuramente non è la prima volta che lo fai o mi sbaglio?”

“Io…non saprei…sai è molto geloso e se…”

“Ci vediamo tra poco su Messenger, non mi deludere”



Chiusi la chat e finii dei lavori in sospeso, dopo circa mezzora mi collegai, aggiunsi il suo nick, lei era li, ad aspettarmi, anche qui il suo nome era “Signora per bene”, cercò subito di rimproverarmi per il tempo che aveva atteso:



“Mi avevi detto qualche minuto! Sono qui…”



Non le feci finire di scrivere…



“Hai una webcam e microfono?”

“NO! Cio’è si, non l’utilizzo quasi mai e non sono bene come funziona, ma poi perché me lo chiedi, di certo non penserai che mi faccia…”



L’interruppi nuovamente…



“Rispondi alla mia domanda con un semplice sì o no e non mentire, riesco a sentire il tuo odore da qui, un odore molto piacevole per me, ora rispondi”

“Si…”

“Bene così va meglio, ora voglio che mi assecondi in alcuni desideri mia cara, so che ne sei capace e non accetterò da te un no, dovrai rispondere solamente sì come si conviene ad una Signora come te, sei d’accordo?”

“Si…”

“Bene, ora dimmi, cosa indossi?”

“io…io, indosso un maglioncino bianco e dei pantacollant neri… ”

“Colore dell’intimo mia cara?”

“nero”

“Nero come la notte, sempre molto sensuale, bene, ora dovrai andare nella camera da letto dove tieni le tue cose e indossare per me quello che ti chiederò, non dirmi che non c’è l’hai perché una Signora come te sicuramente ha tutto l’occorrente… ”



Iniziò a scrivere qualcosa che non concluse, ci fu una pausa e poi:



“Io, si…credo di poterlo fare, dimmi, dimmi…cosa devo fare?”

“Stai cercando di dirmi qualcosa?”

“No, io, ecco, non vorrei che tu pensassi che…ecco…che sì insomma voglia essere…”

“Dominata? Resa succube delle mie perversioni anche se virtuali? Anche se siamo lontani centinaia e centinaia di chilometri?”Vorresti dirmi che anche ora non ti stai eccitando e non vuoi continuare a farlo? Dimmi il contrario e potremmo finirla qui, ma se non lo fai, sarai mia fino a quando lo vorrò io, hai capito?”



Silenzio…



“Si ho capito”

“Bene, sono felice che ci siamo intesi, ora vai dove c’è il tuo maritino che dorme e prendi due paia d’autoreggenti nere, una gonna, la più corta che hai e infine una camicetta, poi prendi le scarpe con il tacco più alto che hai e gli stivali, vai poi in cucina e prendi una banana o un cetriolo, se non hai né l’uno né l’altro sarà molto peggio per te vedrai. Come ultime cose prendi un bicchiere e delle mollette per il bucato, hai capito tutto mia cara? ”

“…Si...credo di avere tutto”

“Credo? Cosa vuol dire credo? E poi si risponde? Ringraziami per quello che sto facendo per te e non farmi perdere tempo, ti voglio di nuovo qui tra cinque minuti esatti, l’orologio è partito, siamo a 4 minuti e 50 secondi…”

“Si…grazie…Padr…Padro…Padrone”

“4 minuti e 30 secondi, ti consiglio di sbrigarti…”



Aspettai, il tempo correva implacabile ma dopo 4 minuti era di nuovo davanti al monitor pronta…

“Pad…Padrone sono arrivata, io ho…ho tutto con me”

“Che cosa vuoi che ti ringrazi? Hai fatto solo il tuo dovere, dovrei punirti per questo, non sai comportarti, ma nessuno ti ha mai insegnato le buone maniere? Spero proprio che imparerai in fretta, se fossi qui ti avrei già frustata a dovere ”

“Mi scusi Padrone…io non volevo, la prego…mi scusi”

“Basta, sei patetica, sei davanti a un monitor di un computer parlando con uno sconosciuto all’una di notte chiedendo scusa, non ti vergogni?”

“Sì mi vergogno Padrone mi sento umiliata”

“Così va meglio, e sei consapevole perché sei qui ora vero?”



Esitò a rispondere



“…Sì Padrone”

“Rispondi subito, devi dirmi quello che pensi non devi pensarci”

“Sì Padrone”



Lasciai passare di proposito qualche attimo.



“Riprendiamo, capisci perché sei qui ora?”

“Sì Padrone”

“Cosa sei ora?”

“La sua Schiava”

“Non mi basta, continua”

“La sua cagna”

“Non mi basta continua”

“La sua puttana, la sua troia, la sua vacca, il suo cesso, qualsiasi cosa per lei Padrone”

“Così va meglio Schiava, d’ora in avanti TU sarai la Schiava e IO il Padrone”

“Sì Padrone”

“Ora spogliati completamente, vestiti con quello che ti ho fatto portare, tieniti solo il reggiseno, le mutande toglile, non ti servono, indossa le scarpe ora e non gli stivali, il resto delle cose mettile da una parte vicino a te,da adesso, hai 2 minuti per prepararti ”

“Sì Padrone”



Tornò dopo nemmeno 2 minuti:



“Sono qui Padrone”



Non dissi nulla, non c’era motivo



“Accendi la webcam e posizionala davanti a te, lascia aperti i primi bottoni della camicetta e mostra il decoltè”

“…Sì Padrone”



Dopo qualche secondo la vidi, aveva fatto tutto quello che le avevo chiesto



“Molto bene Schiava, ora prendi un paio di cuffie, mi sono stancato di parlare e non vorrei disturbare il tuo maritino che dorme beato nell’altra stanza”



La vidi alzarsi e tornare dopo poco con le cuffie, se le mise e aspettò i miei prossimi ordini



“La senti la mia voce Schiava?”

Non parlò ma scrisse:

“Sì Padrone”



Alzai la voce, non aveva ancora capito qual’era il suo ruolo



“Stupida idiota vuoi farmi perdere la pazienza? Ti piace soffrire allora? Usa il microfono”



Scrisse ancora…



“Padrone la prego, la supplico, mio marito è di là se mi sente per me è finita, mi picchierà…la prego”



“Smetti di frignare come una bambina viziata, parla a voce bassa, non m’interessa quello che fai ma voglio sentirti cagna”



“Mi…mi… sente Padrone?”



Mi accesi una sigaretta, la Schiava stava imparando abbastanza rapidamente…



“Ti sento Schiava, ora, dovrò punirti per la tua insolenza di prima, lo capisci vero?”

“Sì Padrone la capisco”

“Prendi uno dei due stivali, sì quello va bene, e inizia a leccarlo, parti dall’alto fino ad arrivare alla suola, fammi vedere se sei almeno brava a leccare”

“Sì Padrone”



Iniziò a leccarlo dall’alto, era uno stivale nero lucido con un tacco di circa 8 centimetri a spillo, ci mise molto impegno e ogni tanto le davo qualche consiglio



“Continua Schiava, avvicinati alla webcam, voglio vedere la lingua bene, brava continua così, ora lecca bene il tacco, succhialo bene, è troppo piccolo per te vero cagna? Vorresti qualcosa di molto più grosso in bocca…”

“Slurp, slurp, sì Padrone lo vorrei”

“Lecca bene la suola, è tutta sporca, sputaci sopra e poi lecca e bada bene, non vomitare o sarà peggio per te”

“Padrone mi fa schifo la prego…”

“Lecca e stai zitta Stupida, per ora il tuo posto è quello di zerbino, e come tale devi pulire i piedi a chi entra, hai capito Zerbino? ”

“Si…si…si…Padrone non si arrabbi la prego”



Iniziò a leccare la suola e si vedeva benissimo che le faceva schifo, era tutta sporca e non ci mise molto che mi chiese…

“Devo vomitare Padrone non resisto più”

“Smettila di leccare Zerbino e respira, non vorrei che sporcassi tutto, non sei neanche buona a pulire, e come farai a ripulirmi dallo sperma e dall’urina dimmi?”

“Padrone la supplico, imparerò vedrà, se mi permette di continuare li pulirò per bene questi stivali…”

“Smettila, sei penosa quando ti umili così, pensavo di farti un favore permettendoti di leccare le tue scarpe ma vedo che non è così, non mi hai nemmeno ringraziato…a questo punto dovrò punirti pesantemente, anzi, in questo caso sarai tu stessa a punirti; sbottonati la camicetta e tira fuori i seni dal reggiseno”

“Sì Padrone”



Lo fece senza obbiettare nulla, aveva una quarta abbondante con dei capezzoli grossi e scuri già durissimi per l’eccitazione



“Ora prendi le mollette e agganciale ai capezzoli, due per ogni capezzolo vanno bene…per iniziare, fammi sentire quanto ti fa male Stupida cagna”

“Sì Padrone, ecco le mollette, ora iniziò a metterne una sul capezzolo sinistro, ecco vede? Ahhhh, che male Padrone, ahhh che tortura, ora, ora continuo con il capezzolo destro, ahhh Dio che male Padrone, continuo Padrone stia tranquillo, grazie per questa punizione, il terzo…ohhh…ahhh, ecco vede Padrone ne manca solo uno, ecco, ci riesco ahhhhh…. ”



Guardavo la scena e vedevo la mia Schiava comprendere a poco a poco il suo ruolo, si vedeva che godeva a subire queste umiliazioni…



“Ora tira le mollette fino a togliertele e bada bene a non aprirle, devi staccarle tirando”

“Sì Padrone”



Cercava di soffocare il dolore per non gridare, ogni tanto dei gemiti di piacere le uscivano dalla bocca ma riuscii a completare il tutto in poco tempo; era rossa in viso e sudava come una cagna in calore, soddisfatta mi disse:



“Ho fatto Padrone”

“Bene Schiava, ora rimettitele e ritoglile nuovamente”



Silenzio… non credeva alle mie parole



“Hai capito benissimo Schiava fallo subito o la prossima punizione sarà molto più dolorosa di questa”



“Si…subito Padrone mi scusi…lo faccio subito”



Un'altra tortura iniziò per lei e subito dopo ancora un'altra e un'altra ancora fino a quando non fui stanco e i suoi capezzoli martoriati



“Bene Schiava, spero che tu abbia imparato la lezione, ora copriti nuovamente e abbassa la webcam, accavalla le gambe, bene Schiava, ora dimmi sei eccitata?”

“Sì Padrone”

“Sei bagnata Schiava?”

“Sì Padrone”

“Che cosa vorresti Schiava?”

“Io…io… Padrone, vorrei poterla toccare e…e…leccare”

“Vorresti questo privilegio Schiava? Vedremo, non sei ancora pronta per questo…, ora, voglio che apri le gambe e tiri su la gonna, voglio vedere la figa fradicia, apritela per bene con le dita, ma prima di fare questo voglio che ti infili nelle mani le calze nere che ti ho fatto portare, usale come dei guanti…”

“Sì Padrone”



Lo fece senza esitare e vidi mentre si apriva la figa con le dita fasciate dal nylon nero



“Bene, vedo che il nylon si sta bagnando, sei fradicia come dicevi, immagina se ora il tuo maritino entrasse e ti vedesse conciata così…”



A queste parole vidi che si eccitava di più….



“Ma allora sei proprio una troia perversa, vorresti che ti spiasse magari il tuo maritino ora? E che magari fosse di la e si stesse sparando una sega mentre ti guarda? Rispondi Schiava”

“Si…SI…SI Padrone lo vorrei”

“Ora inizia a infilarti un dito dentro la figa, faremo un giochino molto interessante Schiava, ti voglio ben aperta, tanto immagino già che tuo marito non ti soddisfa dico bene?”

“Si è vero, si, mio marito non mi fa mai godere è…è…noioso!”

“E pensare che ha una troia così in casa, ma ci penserò io ad aprirti per bene ora Schiava, ora inizia ad infilarti un dito”

“Ma…ma Padrone, non posso farlo, la calza non me lo permette”

“Hai ragione Schiava, che stupido sono stato, infilati tutta la mano…”

“Ma Padrone….io non l’ho mai fatto… è troppo grande…non so…”

“Osi contraddirmi, avanti infilati la mano Schiava”



Iniziò a tremare dall’eccitazione per questa richiesta così improvvisa e sconvolgente e iniziò un lento lavoro d’apertura della sua figa, piano piano spingeva sempre di più, il respiro accelerava all’unisono e cercava di aprirsi le gambe per facilitare la penetrazione, il nylon nero era ormai fradicio dei suoi umori e iniziava a scivolare sempre più dentro…



“Ti fa male Schiava?”

“Si…sì Padrone”

“Ma stai godendo vero puttana?”

“Si Padrone si, sto godendo moltissimo lo ammetto”

“Avanti vai più veloce, scopati con la tua mano troia!”



Ormai la mano era completamente entrata dentro e si stava letteralmente scopando, sentivo i suoi respiri accelerare sempre di più, era prossima all’orgasmo….



“Si, sì Oddio Padrone si godo, godono,godoooo…”

“NO STUPIDA TROIA NON DEVI GODERE! COME TI PERMETTI? Togli subito la mano dalla figa e rimani con le gambe aperte davanti alla webcam, mostrami la mano piena d’umori”



Il mio tono di voce perentorio la fece fermare bruscamente e fece quello che avevo chiesto, vidi la sua figa gonfia di piacere represso…



“Chi ti ha detto che avresti potuto godere lurida cagna in calore eh? Dimmi ti ho detto forse che potevi avere il privilegio di godere? Ora dovrò nuovamente punirti…”

“Sì Padrone ha ragione, la prego mi scusi….”

“Ora togliti la calza sinistra dalla mano e infilaci la banana fino in fondo, una volta fatto, hai 2 minuti per leccarla per renderla più bagnata possibile,anche perché dovrai sedertici sopra e infilartela…nel culo”



Rimase nuovamente paralizzata dalla richiesta oscena ma non fece commenti…



“Si…sì Padrone, grazie iniziò subito”

“Ti conviene, il tempo scorre veloce”



Passò il tempo mentre lei leccava la banana cercando di sputare sopra il nylon per bagnarla il più possibile; la succhiava con molta maestria emettendo rumori di risucchio da vera pompinara…



“il tempo è scaduto Schiava, tieni la banana con una mano e siediti sopra”

“Sì Padrone qualsiasi cosa per lei”

“Mi raccomando, non rompere la banana, se lo fai, dovrai fare la stessa cosa…. Ma con la tua mano…”



La paura serpeggiò sul suo corpo ma non disse nulla, appoggiò la banana sulla sedia e iniziò a farla entrare nel culo stretto, non poteva aprirsi il culo con le mani e il lavoro fu molto, molto lungo, ma alla fine si sedette con la banana piantata nel culo emettendo un forte gemito di dolore misto a piacere



“Ho fatto Padrone, sono…sono seduta sulla banana…e ho tutto il culo in fiamme Padrone, mi brucia da morire, la prego posso….”

“No, non puoi fare nulla rimani così, ti abituerai tra un po’, anzi per velocizzare il processo alzati in piedi e fammi vedere come cammini per la stanza”

“Sì Padrone…va…va.. va bene”





Si alzò con molta fatica, la gonna alzata sulla pancia e si girò dandomi la schiena, si vedeva la calza di nylon nero in mezzo al culo che usciva come fosse una coda, iniziò a camminare dapprima con difficoltà poi sempre più con facilità; dopo qualche minuto la sua camminata per la stanza diventò molto sensuale…



“Brava Schiava, con quella calza piantata nel culo sembri proprio la cagna che sei, ora torna a sedere, sei stata brava e meriti una ricompensa…”

“Sì Padrone grazie, grazie”



Accesi la mia webcam e la puntai sul mio cazzo duro…



“Lo vedi Schiava, ecco il tuo regalo, poter vedere quello che vorresti piantato in tutti i tuoi buchi, dico bene lurida troia?”

“Ohhh sì Padrone, lo vedo, mmm grazie, grazie Padrone, lei è così buono con una troia come me, grazie ohhh la prego mi sborri Padrone”

“non sei nella condizione di chiedere nulla cagna, non hai ancora capito? Io decido cosa fare e tu lo fai hai capito?”

“Si, sì mi scusi Padrone”

“Bene, ora dovrai infilarti nuovamente una mano nella figa fino a godere come una vacca, voglio vederti fradicia dei tuoi umori, inizia Schiava”



Non se lo fece ripetere due volte, subito iniziò nuovamente a spingere la sua mano nella figa aprendosela sempre di più, dopo pochi minuti giunse all’orgasmo godendo sempre più a voce alta…



“ahhh si godooo Padrone…grazie, godooo, ahhhHHH”



L’orgasmo la lasciò stremata sulla sedia….



“Non abbiamo ancora finito, ora devi completare il percorso di Schiava”

“Sì Padrone tutto quello che vuole”

“Togliti la banana dal culo e metti il bicchiere che hai portato sulla sedia, dovrai pisciarci dentro Schiava…”

“E poi Padrone, una volta fatto?”

“Mi sembra ovvio dovrai berla, sei un cesso non ricordi Schiava?”

“Si… ha ragione come sempre Padrone, grazie per la sua bontà”



La vidi fare tutto quello che le avevo ordinato, aprii le gambe e dopo qualche minuto iniziò a pisciare sporcando anche la sedia ma non se ne preoccupò più di tanto, il bicchiere si riempiva velocemente; smise dopo un po’ e si prendendo il bicchiere se lo portò alle labbra…



“Cin cin Schiava alla tua salute”

“Sì Padrone cin cin…”



Bevette tutto, cercando di non respirare, le faceva schifo ma non disse nulla, anche questo la eccitava si vedeva benissimo,umiliata davanti ad uno sconosciuto, il marito nella stanza a fianco, vestita da troia facendo oscenità davanti ad un computer…



“Bene, per stanotte può bastare così Schiava, mi stai annoiando ora, ci vedremo tra qualche giorno, appena avrò voglia…”

“Ma Padrone la prego, aspetti, non mi lasci così, mi dica quando possiamo vederci, almeno, almeno così…qui…ho fatto tutto quello che voleva…la prego…voglio il suo cazzo…la prego”

“te lo ripeto, non sei tu a decidere sono io, ora tu sei la mia Schiava, ti contatterò io, perciò vedi di esserci…”



Mi disconnettei subito dopo senza darle modo di ribattere…



Domani sera, sarebbe stata di nuovo mia….



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