i racconti erotici di desiderya

Una bella mattina

Autore: Random91
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Una domenica sera tornai tardi da casa della mia fidanzata e mi dimenticai le chiavi di casa da lei. Dovetti bussare per almeno una ventina di minuti prima che mia madre venisse a rispondermi. Appena entrato nella mia stanza chiamai la mia lei e le chiesi di riportarmele l'indomani.

Dato che quella sera avevamo fatto solo petting mi addormentai piuttosto irrequieto ma il sogno che feci di li a poco mi fece impazzire.

Eravamo nel mio letto e stavamo andando oltre i preliminari. Le toglievo un indumento alla volta lasciandola sempre più nuda. I suoi sospiri, il suo modo di trattenere il fiato e i suoi gemiti di piacere mi facevano sentire benissimo, in più il sogno era così realistico che sentivo sulla lingua il sapore degli umori della mia ragazza e i suoi capezzoli inturgidirsi sotto le mie dita. Era fantastico, il momento della penetrazione fu talmente eccitante che sentii di stare per venire ma mi trattenni: non potevo cedere così presto, la mia donna non aveva ancora goduto e venire non mi avrebbe aiutato. Con molta lentezza cominciai a penetrarla facendole sentire il mio membro in tutta la sua durezza, ogni vena, un po' alla volta.

Lei aveva gli occhi socchiusi, il viso era completamente rilassato e solo la bocca era leggermente aperta per lasciar uscire leggeri sospiri.

Ci baciammo e la penetrai sempre più veloce ma era così stretta e bagnata che non ce la feci più a resistere e venni sul suo ventre e sui suoi seni.

Mi svegliai un po' frustrato perché non solo tutto quello che avevo sognato non era accaduto ma mi ero anche venuto nelle mutande!

Sentivo il membro che ancora pulsava ma c'era qualcosa di strano: la sensazione di umido che provavo era completamente diversa e poi c'era qualcosa che me lo avvolgeva tutto e anzi non smetteva di attorcigliarcisi.

Alzai il piumino e vidi che sotto le coperte c'era la mia ragazza che me lo leccava con un'avidità incredibile. Stava togliendo ogni traccia del mio sperma con la lingua e l'immagine del suo viso intento in quell'opera mi fece tornare ancora più duro di prima.

Le diedi il buongiorno e facendola venire accanto a me cominciai a baciarla facendo scorrere una mano sotto le sue mutandine sentendo che era bagnata fradicia.

Ci baciammo per tempo interminabile, io con la mano sotto le mutandine e lei con una mano sul mio attrezzo. Per accontentare entrambi allo stesso tempo facemmo un 69 e poi stando sotto le coperte lei si mise distesa sul fianco sinistro e portò verso di me il suo culetto morbido, strusciandosi sul mio membro durissimo. Le aprii un po' le gambe e lo feci entrare nella sua vagina con una facilità impressionante; scivolò dentro come risucchiato e ogni volta che uscivo sentivo il vuoto crearsi dentro di lei e subito provvedevo a riempirla nuovamente. Con le mani le strizzavo i capezzoli e lei sembrava quasi impazzire dal piacere tanto che quando venne i suoi umori esplosero su di me. Mi chiese di smettere perché si sentiva stanca ma non teneva in conto che ero ancora dentro di lei, così ripresi ad usare il mio pene come stantuffo, bloccandola a metà della frase.

Per una buona mezz'ora non le diedi pace facendola venire ancora e ancora ma poi riuscì ad afferrare la mia anca e a spingermi fuori. Velocemente si alzò e indossò le mutandine dichiarando così il termine di quella parte del divertimento. Si mise in ginocchio al bordo del letto e mi chiese di sedermi davanti a lei, lo feci e senza perdere un attimo me lo avvolse in mezzo ai suoi floridi seni e mentre procedeva con quella fantastica spagnola cominciò a leccarmi la punta. Ogni tanto poi lo prendeva in mano e succhiandolo mi diceva con voce sensuale "Vieni su di me" "Riempimi le tette di te" o "Fammi sentire come è caldo e buono il tuo latte"

Non mi feci pregare oltre e mentre lei lo teneva fermo tra i seni io schizzavo ovunque la mia eccitazione, bagnandole tutto il petto.

Ci baciammo a lungo e dopo esserci rivestiti andammo a fare colazione stringendoci forte e sussurrandoci parole dolci. Quella fu davvero una bella mattina


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