i racconti erotici di desiderya

Un giorno con rosabionda


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Questa notte non ho dormito, c’è stato un forte temporale e alle cinque e venti suona la sveglia, mia moglie deve andare al lavoro. Colazione assieme, un bacino, il cane che si arrabbia e lei che parte. Rimango in casa solo, mi ributto a letto assieme al mio micro meticcio Rocky per dormicchiare ancora un po’. Dopo poco più di venti minuti, squillo del telefono, un segno convenzionale con il mio amore per dirmi “sono arrivata”.

Il sonno ormai mi è passato e acceso il PC mi collego al sito di Desiderya per andare a curiosare tra le foto delle miss, quando vedo che online c’è Miss Rosabionda. La foto che ha inserito nel concorso di miss, è molto eccitante.

Guardare quella foto e pensare al temporale di questa notte mi ha fatto venir voglia di chiudere gli occhi e...

...ci troviamo in campagna, è la prima volta che Rosabionda accetta di uscire con me, una giornata libera da tutto e da tutti, compresi i nostri rispettivi compagni, una giornata trasgressiva tutta per noi.

Abbiamo lasciato l’auto in una piccola area di sosta e prese le nostre biciclette, lo zaino con un plaid e un po’ di cibo, siamo partiti all’avventura per stradine sterrate e viottoli tra i campi, piccole salitine e dolci discese in mezzo alla natura. Siamo ai primi di maggio, la natura si è gia risvegliata con i nuovi amori, tutto in torno c’è profumo di fiori, il canto degli uccellini e una leggera brezza ci accompagnano lungo la via.

È bellissima davanti a me sulla bici, quando porta gli occhiali, come oggi, mi fa girar la testa, con i calzoncini aderenti che le fanno un culetto che è una favola è il massimo. Ho una gran voglia di dirglielo ma ho paura di rovinare tutto.



A rovinare il sogno ci penserà il tempo. Ecco il cielo che a poco a poco comincia ad annuvolarsi, si ode un tuono lontano, qualche goccia, che aumenta sempre più, non abbiamo un k-way per ripararci e oramai siamo molto lontani dalla macchina, sorpresi dalla pioggia che aumenta sempre di più, scorgiamo una costruzione in legno, un fienile, l’ottimale per ripararci dall'acqua. Mentre lei entra io nascondo le bici e la raggiungo, bagnati come pulcini, spaventati come bambini ad ogni lampo seguito dal fragore del tuono, con un certo imbarazzo, pian piano ci spogliamo per levarci gli indumenti ormai fradici. Apro il plaid sopra il fieno. Nudi e pieni di freddo ci stendiamo.

La guardo, il cuore mi batte a mille, mi sento come un’adolescente con l'emozione della prima volta. - Beh! in fondo lo è, non aveva mai accettato i miei inviti prima d’ora. - Scorgo anche in lei un po’ di emozione. Abbiamo freddo, trema come una foglia, mi avvicino a lei per cercare di riscaldarla, e di riscaldarmi, con un po’ di esitazione l’abbraccio e la stringo a me, subito sento che il freddo diminuisce. Accarezzo i suoi capelli, è bellissima.

Il mio pene è diventato duro, sono imbarazzato ed eccitatissimo, noto che anche i suoi capezzoli sono turgidi, ci guardiamo, ci ridiamo sopra.

Qualche istante dopo cala il silenzio rotto solo da qualche tuono e il battere della pioggia, mi sorride, ho una gran voglia di baciarla… penso "perché non mi bacia” e subito le sue labbra si avvicinano alle mie. Oh dio! “Forse l’ho pensato ad alta voce - che figura - ma che importa - l’importante ora è che tu ed io siamo qui, soli - ti bacio - mi baci.”

Sento la sua lingua cercare la mia, si uniscono, lo stomaco che mi si chiude, è una sensazione fantastica, forse sono tornato adolescente. La mia mano cerca il suo seno e dolcemente lo accarezza, strizzo delicatamente tra le dita un capezzolo.

Non vorrei staccarmi dalla sua bocca, ma una forza che non so spiegare, ma alla quale cedo, mi spinge a baciarla sul collo e oltre. Con la punta della lingua voglio toccare ogni centimetro del suo corpo arrivare al seno e succhiarlo come un bimbo, quasi a voler suggere tutto l’amore che vuole donarmi. Ma il seno non mi basta, bacio il suo ventre, l'ombellico, la pancia, scorgo i peletti del bube e mi eccito da morire bacio le sue cosce, le gambe, i suoi piedi. Torno su e la mia bocca viene letteralmente rapita dalla sua vagina, è tutta bagnata, dolce, saporita, vorrei fermare il tempo.



TEMPO PERCHE' NON TI FERMI, PERCHE’ SCORRI INESORABILE?



Mi accarezza la tasta, la sento gemere e tremare ogni volta che con la punta della lingua tocco il clitoride o la penetro. Ora cerco il buchetto del culo, una meravigliosa rosellina. Lo riempio di baci. la mia lingua vuole entrare nel buchetto ma ad un certo punto mi sposta, mi attira a se e mi ribacia sulla bocca, mi fa stendere.

Lei si mette a cavallo sopra di me, la sua fessurina davanti alla mia faccia. Il paradiso.

Prende il mio cazzo duro tra le mani, si abbassa e con la lingua me lo lecca tutto, per tre, quattro volte, dalla base alla punta fino a quando, arrivata alla punta l’ultima volta, con le labbra piano piano lo scappuccia, lo fa sparire dentro la bocca, mi sento svenire dal piacere, un meraviglioso tepore per il mio pene.

Sento i suoi capelli bagnati sul mio pube e mentre il suo capo sale e scende sul mio pisello, con la punta della lingua mi stimola il taglietto del glande, con i denti mi da dei morsichini che non fanno altro che aumentare il piacere, con le mani mi accarezza le palle, poi scende e con l’indice gioca anche anche lei, come sto facendo io, con il mio buco del culo, ad un tratto, ah! Lo sento, è bellissimo, il suo dito mi penetra. Apro la mia bocca e la schiaccio sulla sua dolce fichetta.

-“Ti voglio mangiare tutta, passerina mia, tutta mia – non esiste nessuno, tu, io, io e tu, è stupendo, il tuo dito, il mio dito, la tua bocca, la mia bocca, la tua lingua, la mia lingua… ma non resisto e.. NO, si, si… sento che vengo, si sto venendo... ah.”

Riempio la sua bocca di caldi fiotti di sperma, allora la mia bocca si attacca sempre più forte alla sua vagina, la mia lingua la assapora sempre più forte… sento un fremito, dei sussulti, sta venendo anche lei… si, il suo nettare, non voglio perderne nemmeno una goccia... come lei non ha perso una goccia del mio caldo seme. Siamo al settimo cielo.

Fuori continua a piovere, si sente qualche goccia d’acqua entrare dal tetto. C’è ancora qualche lampo seguito da un tuono, ma finora, da quando ci siamo baciati, non avevamo sentito più nulla, solo i nostri corpi gemere di piacere, ma ora torniamo alla realtà.

Le scappa la pipì, si avvicina ad un angolo del fienile e si accuccia dandomi le spalle. Le chiedo di girarsi verso di me, voglio guardarla mentre fa la pipì, la cosa mi eccita e mi sa che anche a lei piace essere guardata perché su gira subito senza fare domande. Fa finta di vergognarsi ed è dolcissima.

Quando ha finito mi alzo, prendo un fazzoettino di carta dallo zaino e vado ad asciugarle la patatina. I vestiti sono ancora bagnati, ci stendiamo di nuovo. Ora che ci siamo fermati cominciamo a sentire nuovamente un po’ di freddo, lei si stringe a me, ci accarezziamo, gioco con i suoi capezzoli, accarezzo il suo seno, ma il desiderio di sentirmi dentro di lei è tanto, scorgo dal suo sguardo che è anche il suo desiderio.

Ma sentiamo qualcuno che si avvicina, ci guardiamo in faccia un po’ impauriti, raccogliamo in fretta tutto e ci nascondiamo dietro le balle di paglia. Immobili e in silenzio sentiamo la porta aprirsi e vediamo entrare di corsa due persone coperte da un telo, stanno ridendo.

Rimaniamo a bocca aperta quando, tolto il telo dalla testa scopriamo che sono i nostri rispettivi compagni. “Ecco perché Monica. non aveva fatto storie quando le ho detto che andavo a farmi un giro in campagna con la bicicletta lasciandola a casa da sola!”. Il compagno di Rosabionda è un bel ragazzo, questo me lo ha detto spesso Monica, ma non ho mai immaginato le piacesse fino a questo punto, ma da una parte ne sono contento e la cosa mi eccita molto. Ci guardiamo negl’occhi meravigliati e rimaniamo in silenzio e vedere cosa succede.

Vedo anche in Rosabionda un cenno di approvazione. Certo è una situazione un po’ tra l’imbarazzante e il divertente. Decidiamo di rimanere ancora a guardare. Anche se la paglia mi pizzica una chiappa, la curiosità è forte.

Monica è vestita con una camicetta bianca sbottonata per metà in modo da far vedere la riga del seno raccolto nel reggiseno bianco, una minigonna mozzafiato nera e un paio di stivali tipo motociclista anch’essi neri, sicuramente sotto ha il miniperizoma bianco che le ho regalato la settimana scorsa. Non sono tanto bagnati, segno che non hanno camminato molto sotto la pioggia.

Ad un certo punto si baciano sulla bocca, dopo un po’ Monica si mette in ginocchio davanti a Marco, gli slaccia la cintura e comincia a sbottonare i jeans con una mano mentre con l’altra comincia ad accarezzare i pantaloni che oramai hanno già assunto la forma di un cazzo bello duro. Aperto i pantaloni e scostati gli slip, lo tira fuori e comincia a leccarlo dalla base al punta. Arrivata alla punta lo scappella tirando la mano verso la base e infilandosi in bocca, tenendola semichiusa, il glande. Finita questa magistrale operazione comincia a spompinarsi Marco e con la mano libera si masturba.

Sussurro nell’orecchio di Rosabionda che ho una gran voglia di fare l’amore con lei e che vorrei tanto vederla in un sessantanove con Monica. Mi da un bacio e mi dice “sciocchino!”. Ma il tono della voce è un pochino troppo alto e il magistrale pompino viene interrotto.

“Che ci fate voi qua e nudi per di più?” – “Ma che ci fate voi qui invece?” chiediamo noi cercando di nascondere le nostre nudità, mentre Monica è rimasta con la bocca aperta e il pisello di Marco tutto bagnato di saliva in mano.

Beh, a dire il vero incazzarci l’un l’altro sinceramente non ne valeva la pena si sarebbe stati solo ridicoli, arrivati a questo punto poi con Monica che non voleva mollare la presa.

Rosabionda riprende in mano la situazione stampando un bacio sulla bocca di Marco e chinatasi all’altezza di Monica le diede un bacio saffico invitandola a succhiare assieme il cazzo lasciato solo. Io mi avvicino alle due teste con il mio pisello ormai duro come il marmo e Rosabionda me lo prende in mano, si alza e mi porta, tirandomelo, dietro le balle di paglia per prendere il plaid, mi molla solo per stenderlo a terra e sdraiarsi sopra allargando le gambe. Gli e le bacio avvicinatomi alla passerina, voglio sentire ancora il suo sapore. Lei mi prende quasi brutalmente per portare il mio pene all’altezza della sua vagina, non faccio resistenza, me lo prende con la mano e lo indirizza. È talmente bagnata di umore che sparisce dentro tutto. “Ferma così, ti prego, fammi assaporare questo momento così tanto desiderato”. Sento i tuoi gemiti che soffoco con un bacio, sento gemere anche Monica che, buttando l’occhio vedo nuda, con addosso solo gli stivali, subire i colpi di Marco, anch’esso senza vestiti. Lei è di spalle a lui appoggiata a novanta gradi su un carrettino con una gamba sopra una latta, mi guarda, accenna un sorriso e una smorfia di piacere, con una mano si stimola il clitoride.

Possiedo Rosabionda con sempre più foga, vado matto per i suoi gridolini di piacere, la bacio sul collo, le mordicchio l’orecchio fino a quando le sussurro “ti voglio possedere dietro, donami la tua rosellina”, lei mi risponde “non avere fretta… dai fottimi più forte”, mi bacia, mi stringe le braccia attorno al collo portandosi verso di me, capisco allora che vuole venirmi sopra, alza le gambe, la stringo forte a me e cercando di non far uscire il mio pene dalla sua passerina, cosa assai difficile, mi giro, in un gioco di equilibrio e mi siedo sul plaid, molliamo la presa e mi ritrovo steso ad ammirarla in tutta la sua bellezza mentre mi cavalca appoggiando le sue mani sul mio torace. Allungo una mano verso il clitoride, è bagnatissima.

Ad un tratto si ferma, fa uscire il mio pene dalla fichetta, avvicina la sua bocca lo innonda di saliva che spalma su tutta la punta. Torna sopra di me e con una mano indirizza la punta del cazzo sul suo buco del culo dopo averlo anch’esso inumidito di saliva.

La sento soffrire, sicuramente di piacere, al passaggio del mio pene che entra un po’ alla volta, esce e rietra sempre di più con movimenti lenti, fino a quando scompare tutto dentro al suo corpo. Ad ogni movimento su e giù con la mano continuo a stimolarle il clitoride, cosa che lei apprezza visto che mi afferra il polso e mi tiene incollato alla sua vulva.

Monica e Marco si avvicinano a noi. Marco si stende accanto a me, Monica imita in tutto e per tutto Rosabionda infilandosi il cazzo nel suo culetto in uno smorzacandela da “manuale”.

Monica e Rosabionda ora uniscono le loro bocche in un meraviglioso bacio saffico, io e Marco non resistiamo più e godiamo versando dentro le nostre partners tutto il nostro caldo seme.

È uscito il sole, siamo esausti e stesi l’uno accanto all’altro abbracciati ci addormentiamo.

Sento un campanello suonare e un cane abbaiare, che ci fa un campanello in un fienile in mezzo alla campagna? E il cane cosa centra?

Mi desto, risuona il campanello, ah! Sono a casa. “Si… chi è?” … “Posta da firmare! Vengo su?”, è la mia postina preferita, “Ok! Apro.”

Mi infilo un accappatoio, apro la porta e attendo. È molto bella la mia postina. Quando arriva la prendo per mano e la tiro dentro in casa - “ma che fa…” - non la lascio parlare e le stampo un bacio sulla bocca, ricambiato, mentre la spoglio la conduco verso la camera e nudi sul letto facciamo l’amore, non duro molto, troppa eccitazione davanti al PC, andiamo in bagno e ci facciamo la doccia, tra baci, giochi con l’acqua e palpatine. Si riveste e l’accompagno alla porta, un bacio di saluto, ciao…

…Quasi dimenticavo - “Monica cosa vuoi per pranzo?”-, -“Ho voglia di una carbonara” - , -“vada per la carbonara… a dopo!” –

Cazzo!!! Sono le undici e mezzo e devo ancora portare fuori Rocky…



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