i racconti erotici di desiderya

Un capodanno speciale


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“Allora è deciso: per l’ultimo dell’anno andiamo alla festa organizzata a casa di Elena, e dato che mi ha detto che ci sono più donne che uomini ho invitato anche Cesare, verrà in macchina con noi.” Cesare era un nostro amico comune e un collega di lavoro di Rolando, sui quarant’anni e scapolo, inguaribilmente scapolo! In realtà Rolando sapeva bene come Cesare vivesse la sua solitudine con tristezza e soprattutto quanta voglia di sesso lui avesse, era evidente sia dai suoi discorsi, sia dalle frequentissime “visite” a siti web porno che faceva anche in orario di lavoro…

Certo non avrei mai potuto immaginare il “progetto” del mio compagno, così quella sera, per l’ultimo dell’anno scelsi un abbigliamento volutamente sexy sia “sotto” che sopra, in tema con la serata, il tutto per soddisfare la ben nota perversione del mio partner: sostieni seno nero orlato di pizzo, mini perizoma nero completamente trasparente, reggicalze e calze nere velatissime; sopra camicetta in seta semitrasparente grigia chiusa da tre soli bottoni, gonna nera con generosissimo spacco laterale da cui si potevano intravedere benissimo calze e reggicalze. La scelta di quella camicetta coordinata con il sostieni seno era “strategica” come ben sapevo: infatti il continuo sfregamento della seta contro i capezzoli sospinti in fuori dal sostieni seno, provocava la loro continua stimolazione del tutto simile ad un vellicamento di lingua durante un rapporto sessuale, con l’unica differenza che nel caso presente il titillamento era destinato a durare molte ore. Il piacere provato era raddoppiato nel vedere gli sguardi vogliosi degli uomini posati sulle mie tette, visibili ed evidenti quasi come fossi nuda, con i capezzoli irrigiditi e turgidi da sembrare due lamponi! La festa da Elena trascorre comunque fluida e in allegria, tra balli e chiacchierate, brindisi e “trenini” vari, anche con qualche palpatina più o meno distratta, ma siamo all’ultimo dell’anno e … in fondo fa parte della festa anche questo! Nonostante i molti momenti di aggregazione, quella sera Cesare rimase spesso defilato e solo, per cui verso le 2 del mattino Rolando propose a tutti e tre di tornare a casa, proposta accettata con piacere da tutti. Il viaggio di ritorno trascorse in un’insolita atmosfera di silenzio, forse anche a seguito alle copiose bevute ed ai numerosi brindisi!

“Vieni dentro un attimo?” chiese Rolando, già sapendo quasi il contenuto della risposta; “no dai è tardi e devo fare ancora più di 100 chilometri per arrivare a casa mia!”

“Puoi fermarti a dormire da noi” ribadì rapido e deciso Rolando, “abbiamo un comodissimo divano letto!” “Si dai Cesare, rimani qui così domani sarai sicuramente più in forma per guidare la macchina fino a casa tua!”, aggiunsi ignara di ciò che passava nella mente del mio uomo.

“D’accordo mi avete convinto, rimango a patto però che domani vi offra il pranzo ad un ristorante”; “OK, allora dobbiamo fare un brindisi tra di noi, per augurarci un anno felice e spensierato!”, così dicendo Rolando aprì il frigorifero ed estrasse una bottiglia magnum di Champagne. “Dai prendi tre calici” mi disse, mentre era impegnato nell’operazione di “stappo”.

“Auguri” echeggiò nel salotto “Auguri”, e tra un augurio e l’altro Rolando verificava che avessi sempre il calice ben colmo, facendomi bere una considerevole quantità di quel dolce ed inebriante nettare.

Così tra un “Auguri” e l’altro abbracciò voluttuosamente e cominciò a baciarmi con la lingua, senza preoccuparsi assolutamente della presenza di Cesare che rimase un po’ sorpreso e defilato ad osservare.

In un primo momento cercai di oppormi a quel abbraccio così erotico, ma i fumi dell’alcol e delle bollicine resero la mia, una resistenza assai blanda! Così al primo bacio ne seguì un altro ancora più lungo e coinvolgente: ormai le mani di Rolando percorrevano con crescente frenesia il mio corpo, insinuandosi lentamente nello spacco generoso della gonna offrendo a Cesare un inatteso spettacolo ad altissima tensione erotica: le cosce inguainate in un reggicalze con calze nere velatissime, scoprendo di lì a poco, anche il ridottissimo perizoma che copriva a malapena il sesso. Quando con rapidi gesti, le mani mi sbottonarono la camicetta, scoprendo alla vista uno spettacolo inatteso e irresistibile: i miei seni nudi con i capezzoli turgidi, sorretti da un sostieni seno, notai con la coda dell’ occhio Cesare tutto arrossato in preda ad un misto di imbarazzo ed eccitazione “cosa stanno facendo questi due, si mettono a scopare qui davanti a me, si sono forse dimenticati che ci sono anch’io?” immagino si domandasse fra sé, sorpreso. Totalmente preso dallo spettacolo osceno, con gli occhi paralizzati e il respiro affannoso, lo notai incrociare lo sguardo di Rolando che con un esplicito ammiccamento, lo invitò ad avvicinarsi e a “partecipare” anche lui, così vinto l’iniziale e comprensibile imbarazzo, si piazzò alle mie spalle mentre ero sempre impegnata a baciare Rolando, mi afferrò saldamente le tette cominciando al contempo a leccarmi le orecchie. Quel “doppio attacco” provocò in tutti e tre l’effetto di una bomba: Rolando mi rigirò quasi subito verso Cesare, il quale senza attendere oltre, mi infilò in bocca la sua lingua sbottonandomi al contempo con l’altra mano l’ultimo bottone che ancora teneva chiusa la gonna.

Fu questione di un attimo: rimasi nuda tra due uomini che eccitatissimi si contendevano le mie parti scoperte, così bastò una semplice carezza di Rolando per “guidarmi” spingendo la mia testa all’altezza dei due cazzi ancora “prigionieri” dentro i pantaloni: pochi secondi e li impugnavo entrambi, dapprima slinguandoli, poi passando ad una serie di succhiate sempre più voluttuose. “Succhia il suo, è lui l’ospite, io voglio guardarti..” mi sussurrò Rolando con una voce così arrochita che non avevo mai sentito, così ormai consapevole di cosa stesse accadendo mi ritrovai in bocca l’uccello del migliore amico di famiglia, che con la fame arretrata che aveva, resistette solo pochi secondi prima di scaricarmi in bocca un fiume di sperma, accompagnando la sborrata con urla liberatorie quasi sovrumane!

Ingoiare quella “novità” fu quasi un obbligo, e così dopo una prima “generosa” boccata, mi ritrovai di lì a pochi secondi la bocca nuovamente piena di sperma “mamma mia quanta sborra, sembra non finire più” pensai mentre m’impegnavo in un nuovo “ingoio”.

La fame si sa fa miracoli: non fu necessario attendere neanche un minuto e il cazzo di Cesare si presentava già nuovamente orgoglioso in una promettente erezione, così il “caro amico di famiglia” messo da parte l’iniziale pudore, si abbandonò senza più scrupoli, a soddisfare i suoi più perversi desideri “Dai troiona mettiti alla pecorina che ti voglio inculare!” mi ordinò perentorio. Forse per lo stupore, o forse ancora per la “debolezza” psicologica dovuta ai fumi dell’alcol, o ancora e meglio per la curiosità e l’eccitazione di quell’atmosfera inattesa, fatto sta che ubbidii docile mettendomi sul divano a pecorina e mostrando per bene i miei orifizi. “Fammelo succhiare un po’ prima, te lo devo lubrificare, altrimenti mi farai male!” lo supplicai, ma dopo alcuni minuti di spompinate sentii l’asta rigida farsi largo tra le mie chiappe. Rolando non resistette a quella vista, e mettendosi sotto di me, mi infilò lesto il cazzo in fica dando vita per la prima volta, ad un amplesso simultaneo a tre con me penetrata contemporaneamente in culo e fica.

“Ti piace puttana prendere due cazzi, vedrai come ti faremo sborrare!” esclamava ansimante, mentre sentiva il cazzo di Cesare premere con forza contro la propria cappella, così separati solo da pochi centimetri…. Ero ormai pervasa da uno stato d’estasi fino ad allora sconosciuto, mi abbandonai a quel piacere libidinoso ed intenso, assecondando i due uomini con movimenti sempre più ritmati e profondi dei fianchi incitandoli ad entrare ancora di più dentro di me, ma senza sborrare! “Fatemi godere dai maiali schifosi, ma non sborrate, voglio prendervi dopo!”, e così dicendo mi abbandonai al mio primo grande ed intenso orgasmo multiplo e simultaneo, vaginale ed anale, della mia vita sessuale. Se fosse passato qualcuno davanti a casa si sarebbe certamente spaventato per le urla disumane che emisi nel perdurare del godimento, e sarebbe rimasto esterrefatto per la volgarità ed oscenità delle parole udite! Ripreso il “controllo” della situazione li feci mettere inginocchiati uno di fronte all’altro, mi sdraiai tra loro, in modo da avere i due cazzi all’altezza della bocca “voglio che mi sborriate tutti e due sul viso adesso” ordinai mentre iniziavo con la lingua un titillamento irresistibile sui due glandi. “Dai sborratemi in faccia, porci” esclamai, pochi secondi prima di venire investita da un doppio getto di caldo e denso liquido seminale che mi coprì tutto il viso, andando poi a colare in lunghi rivoli sui seni turgidi e quasi tumefatti per le violente palpate a cui erano stati sottoposti durante tutta la serata.

Il mattino dopo, verso mezzogiorno mi risvegliai da un lungo e profondo sonno, durante il quale credevo di avere sognato tutto, ma il bruciore all’ano e la vicinanza di Cesare, nudo e con il cazzo ancora duro mi riportò rapidamente alla realtà: la “fame” dell’amico era davvero tanta e parimenti la disinvoltura con la quale disponeva ormai come un padrone del mio corpo “apri le gambe baldracca che ho voglia di fotterti” e così dicendo mi infilò con decisione il cazzo in fica provocandomi un iniziale senso di disagio dovuto alla temporanea mancanza di lubrificazione, che però non tardò ad arrivare copiosa, permettendomi di avere così un altro lunghissimo orgasmo con quell’amico ormai diciamo divenuto più che “intimo”!

“Adesso mi devo preparare per andare a pranzo, andate di sotto e aspettatemi” ordinai, ormai consapevole di tutti gli accadimenti di quella pazza notte di Capodanno.

Quando mi presentai ai miei due uomini sembravo vestita come la sera prima, stessa gonna, stessa camicetta, ma sotto invece di tanti “orpelli” avevo scelto una tutina aderentissima e trasparentissima con dei buchi “strategici”: capezzoli e sesso restavano scoperti.

Al ristorante il cibo venne poco apprezzato, era molto più importante il gioco erotico tra noi tre, fatto di continui sguardi, di velati sfioramenti, di ammiccamenti più o meno evidenti; così il ritorno a casa fu vissuto quasi come una liberazione; durante il viaggio di ritorno io e Cesare sedemmo sul sedile posteriore, dando vita ad una pomiciata affannosa sotto lo sguardo attento di Rolando che invece della strada, osservava dallo specchietto retrovisore… L’ultima scopata volli farla da sola con Cesare, mentre Rolando assisteva in silenzio, riprendendo tutto con la telecamera! Così mi esibii quasi fossi un’attrice su un palco, mi feci penetrare in mille posizioni diverse, consentendo a Rolando di vedere “bene” come il cazzo di Cesare mi apriva la fica, anche stavolta il coito terminò con una copiosa sborrata in faccia che, secondo gli ordini di Cesare, venne lasciata asciugare sul viso, senza pulirla. “Adesso devo proprio andare, ma spero che ci si possa rivedere presto…” salutò Cesare, mentre si infilava il giaccone per andare a casa propria.



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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Mysterx Invia un messaggio
Postato in data: 31/05/2014 22:22:08
Giudizio personale:
Bello


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