i racconti erotici di desiderya

Tra sogno e realta

Autore: Scintilladolce
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Tra sogno e realtà:

Era un sabato d’estate,un caldo sabato d’estate. Io ero a casa sua,o meglio,a casa dei suoi nonni. Si era trasferita li temporaneamente assieme ai suoi genitori,perché casa sua era in ristrutturazione,e questo mi permetteva di vederla qualche volta,poiché,se pur stavamo insieme,sua madre non condivideva questo rapporto,e in oltre il ragazzo con cui era stata sino a poco tempo prima per undici anni era divenuto ancora più violento e folle,e la tormentava d continuo impedendole in ogni modo di vedermi.

Lei aveva ventisei anni,ma era fragile e spaventata come una dodicenne.

Era pomeriggio,un afoso primo pomeriggio d’estate.

Entrambi eravamo mezzi spogliati sul divano letto su cui dormiva. Non avevamo ancora fatto l’amore,ma eravamo stati qualche ora insieme,baciandoci,carezzandoci intimamente,calorosamente. Lei era combattuta tra un forte desiderio verso me e uno stupido senso di colpa che ancora nutriva nei confronti del suo ex ragazzo;ironicamente,io che ora ero da alcuni mesi il suo ragazzo ero divenuto il suo amante. La desideravo ardentemente,e ogni volta cercavo di far esplodere il suo desiderio,sperando finalmente di sentirla. Avevamo fatto tante volte l’amore,per entrambi bello e piacevole,ma mai,mai come desideravamo. Eravamo sempre avvolti da tensione,e spesso,troppo spesso,lei non riusciva a vivere serenamente il tutto;era come tormentata,in effetti,anche se non lo diceva credo che non era ancora pronta,che nel cuore mi voleva ma ancora forte nella mente era la presenza di un altro.

Non so cosa accadde quel pomeriggio. I nostri baci,le nostre carezze calde e tenere come sempre, ora avevano un nuovo sapore,una nuova consistenza:finalmente la sentivo,era li….era presente. finalmente sentivo il suo desiderio,il suo amore verso me. Le sue labbra baciavano le mie,e ora,ora sentivo che lei le gustava,lei mi voleva senza altri pensieri nella mente. Le mie mani stringevano la sua schiena,sentivo sui polpastrelli la presenza viva della sua pelle,mentre le mie labbra erano calde d’amore e si incontravano con le sue che corrispondevano a quel calore. Le mie mani e le mie labbra si muovevano all’unisono su di lei,era come se qualcosa dal di dentro guidava automaticamente il mio corpo,e quel qualcosa era mosso da un desiderio che sentivo in lei;come una voce che mi guidava conducendomi a compiere ciò che lei in quell’istante desiderava. Era una simbiosi speciale,calorosa. Non eravamo più due,ma uno.

Le mie labbra scendevano sul suo collo,delicatamente ma nello stesso tempo decise. Ricordo il sapore dolce dei suoi piccoli seni,ne baciavo i capezzoli come se fossero le sue stesse labbra,e si suoi gemiti a ogni bacio erano sempre più incisivi. Scivolai con le labbra e le mani carezzando e baciando lentamente e delicatamente il suo ventre sino a giungere al suo sesso scoperto,che entrambi dolcemente e ironicamente chiamavamo “patatina”. Era piccolina e umida,calda,e iniziai dolcemente a baciarla,a baciarla e carezzarla come sa fare solo chi ti ama;senza egoismo ne squallore,ma con quella passione che può avere solo chi ti ama,chi desidera te…e non appagarsi. Lei era un po’ imbarazzata da questo,e allora mi trascinò su di sé. Eravamo entrambi nudi. Sentivo la sua schiena stretta tra le mie braccia,le sue labbra unite alle mie,i nostri ventri e i nostri sessi che si sfioravano sincronica mente ,sino a che,aprendo delicatamente ma con decisione le sue lisce a bianche gambe con le mie mani, mi spinsi dentro di lei. Solitamente ero sempre cosi delicato,quasi lei fosse di cristallo,e questo anche perché non sempre riuscivo ad avere una penetrazione completa con lei,sia per la differenza di dimensioni tra me e lei e soprattutto poi,perché,nonostante non fosse più vergine da tempo,il suo imene non si era mai del tutto lacerato,e ciò le comportava spesso dolore. Ma quella volta pur essendo delicato come sempre,non so perché,forse ero più deciso,non so,ma improvvisamente mi sentì presente dentro di lei,mi sentii quasi totalmente presente;entrambi ci sentivamo l’uno dell’altro,ed entrambi avevamo avvertito questa cosa. Ero dentro di lei,quasi completamente. Restavo fermo stringendola forte,mentre lei stringeva me. Iniziai a muovermi lentamente ma con spinte decise;il mio muoversi era sincronizzato istintivamente con i suoi gemiti. Per la prima volta sentii pienamente il suo corpo stringere il mio,le pareti della sua patatina che stringevano il mio sesso, e il tutto era simile al calore dei nostri baci…ma mille volte più intenso.

Tra i suoi gemiti lei disse con voce flebile di non volere che raggiungessi l’orgasmo dentro di lei. Mi pregava giorno e notte di dargli un figlio,ma,ogni volta che mi decidevo a farlo lei si tirava indietro. Allora usci delicatamente e usai delle precauzioni,anche se non averi voluto.

Riprendemmo a fare l’amore,dolcemente,con una passione simile a quella di due sposi. I nostri corpi nudi avvinghiati. La tenevo strettissima,e lei altrettanto. Mi stringeva fortissimo sia con le braccia che con le gambe,e il nostro muoversi era sincronico. Veramente stavamo facendo l’amore insieme,veramente eravamo una cosa. Il piacere e il calore,la nostra sintonia cresceva ogni secondo di più,tanto che i nostri movimenti divenivano insieme sempre più decisi e veloci,le pulsioni dei nostri sessi sempre più forti…e cosi i suoi gemiti.

I nostri bacini all’unisono si muovevano l’uno unito all’altro sempre più velocemente,guidati dall’irrefrenabile e intensissimo piacere che provavamo,e a ogni loro spinta il nostro stringersi diveniva più forte. Il piacere aumentava con un intensità enorme,sino ad avvicinarsi sempre più al suo culmine. I nostri pubi si toccavano,il mio bacino spingeva forte contro il suo che come se guidato da un magnete seguiva simultaneamente i miei movimenti. Il piacere aumentava e con esso l’amore,il senso di desiderio e vicinanza. I gemiti descrivevano ciò che accadeva,sempre più intesi,sempre più irrefrenabili come i nostri movimenti. Il piacere si avvicinava,e ora ci muoveva l’uno sull’altro quasi selvaggiamente,ma con una dolcezza che solo l’amore può donare. Sentivo il suo piacere, i suoi gemiti,e questo guidava sulla stessa linea il mio piacere,tanto che,muovendoci insieme egualmente,sempre più intensamente,il piacere arrivo ad esplodere all’unisono e ci sentimmo come due copri che esplodono insieme,due stelle che insieme esplodono. Il mio sesso vibrava in lei e io sentivo le sue pulsioni attorno a me. Entrambi avevamo raggiunto il piacere all’unisono,nello stesso momento,e ora io restai su di lei,stretto a lei…ancora in lei,mentre baciavo il suo viso incantevole e lucido che affannosamente gemeva lentamente,ancora piena di piacere,ancora piena di me.

Era incantevole,bellissima.

Restammo abbracciati l’uno sull’altro. Il suo viso era sereno;per la prima volta dopo aver fatto l’amore con me non provava ansia e sensi di colpa,ma stava bene,era felice. La baciavo delicatamente,insieme sussurrammo qualche parola dolce,e insieme ci guardavamo,ci guardavamo innamorati e gioiosi nell’essere riusciti a comunicarci insieme e pienamente il nostro amore.

Purtroppo tutto quello fu interrotto dall’orologio.

Erano circe le cinque e mezza del pomeriggio,sua madre e suo padre sarebbero tornati a breve. Avrei voluto restare li per ore e ore,per sempre,ma come sempre,dovevo scappare…cosa che odiavo come lei,e che lei spesso non capiva. Cercai di temporeggiare il più possibile,ma era inutile,lei mi diceva che era meglio separarci perché sua madre sarebbe giunta da un momento all’altro.

Rivestiti e in piedi restammo abbracciato ancora per un po’ all’ingresso;non volevamo più staccarci,ma dovemmo,e io….uscendo dalla porta la guardai sino all’ultimo momento.

Attento a non farmi vedere scesi dal suo palazzo e lentamente percorsi a piedi la strada di casa. Casa mia era lontana da li almeno cinque o sei chilometri. Io non avevo l’auto,perciò dovevo aspettare l’autobus,ma attenderlo lì era pericoloso,cosi,percorsi prudentemente un circa chilometro verso un quadrivio dove potevo attendere tranquillamente un autobus che mi avrebbe condotto a casa. Mentre aspettavo guardavo il cellulare in attesa di una sua chiamata. Mi telefonò e stemmo qualche minuti a telefono. Mi disse che le aveva telefonato la madre,che stava per strada e che lei sarebbe dovuta scendere per andare con sua madre e suo padre a fare spese. Cosi attaccammo salutandoci,e attendendo la notte,in cui,di nascosto dai suoi come sempre ci saremo sentiti per ore e ore.

Passarono alcuni minuti,più di una decina. Il mio sguardo era rivolto verso la strada da cui ero giunto in attesa di un autobus,ma in verità….speravo di vederla in macchina con i suoi. La vidi,ma non era in macchina con i suoi,era nell’auto con il suo ex ragazzo.

Era silenziosa,sembrava rassegnata,come abituata…in ogni caso sembrava che per lei fosse normale essere li. Ora se pur era la mia ragazza non era mia,ed entrambi lo sapevamo.

Non riesco a descrivere ciò che provai in quel momento,so solo che ogni certezza svanii. Da poco avevamo fatto l’amore e ora,ora lei era lì con un altro uomo.

Non sapevo più cosa pensare.

Certo,certo mai ho pensato che fosse malvagia o che mi stesse prendendo in giro,ma solo,solo che ancora troppo spaventata,pur di avermi accanto era disposta a mentire,e ora non sapevo se ero realmente il suo ragazzo o solo un amante inconsapevole. Comunque sia,confusa e dilaniata come era,certo non riusciva a capire quanto male stessi provando,o forse,forse per non restare schiacciata dai sensi di colpa automaticamente la sua mente si era creata come delle barrire che le impedissero di vedere la realtà,lasciandola costantemente divisa tra sogno e realtà.

Con il cuore a pezzi e la mente confusa tornai a casa da solo;ero frastornato e arrabbiato,deluso e sconfortato.

Passai la sera a scrivere a computer attendendo una sua chiamata;una chiamata che giunse tardi come sempre.

Parlammo,parlammo,ci arrabbiammo e piangemmo. Tra giuramenti e bugie,tra lacrime e parole d’amore,tra sogni e speranze:ma nulla mutò,tutto restava cosi,e per restare insieme ancora fingevamo che nulla accadeva,ma in verità,in verità il cuore di entrambi era a pezzi,e pur se potevamo sognare di esserlo,nella realtà non eravamo una sola cosa,nella realtà neanche più c’eravamo,ambiguamente continuavamo a vivere divisi tra sogno e realtà.



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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Nico5666 Invia un messaggio
Postato in data: 06/10/2013 01:26:56
Giudizio personale:
il sogno e' che te la sei scopata la realta che sei cornuto e quindi lei buttana


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