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Storia di una notte di mezza estate - parte 2

Autore: BUNCIA
Giudizio:
Letture: 979
Commenti: 1
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(… continua) voltammo l’angolo senza nemmeno staccare le nostre lingue affannate, presi da un passione che, evidentemente, non era semplice sfogo del mio eterno desiderio, ma di quello di entrambi. Ora eravamo in questa strettoia, buia, un po’ sporca, dal terreno saliva un odore di muschio e di umidità, ma nulla avrebbe potuto interromperci ora.



Stacco la bocca e inizio a baciarle il collo, so che le piace, perché ad ogni donna piace ed è così, lei continua ad accarezzarmi e cerca di entrare facendosi largo tra cintura e pantaloni, ma l’impresa sembra complicata, così la aiuto… Improvvisamente si accovaccia e libera il suo oggetto di piacere. Si ferma, stupita, alza lo sguardo come per chiedermi se stessimo sbagliando oppure per farmi notare che non era abituata a dimensioni così grandi… la natura mi ha dotato di un bel cazzo e questo lei lo stava notando. Questo stop, durò solo pochi istanti, che per me, quel momento son sembrati un eternità, ma eccola ora con le labbra ad abbracciare l’intera circonferenza, la sua piccola bocca spalancata al massimo per accogliere il caldo e potente getto di sperma che, data l’eccitazione del momento, non si fa attendere molto.



E anche qui, pensavo, avendola sempre vista come una ragazza pudica, quasi come una suora, in certi periodi della nostra giovinezza, mi ha stupito. Non si è staccata, ha continuato la sua opera succhiando fino all’ultima goccia ed emettendo strozzati mugolii di piacere. Stava godendo facendomi una pompa! Che fantastico momento!



Ora alice si rialza, come se fosse soddisfatta e senza nemmeno guardarmi, si volta, come per uscire dal vicolo, ma pronto la blocco per un braccio e la bacio nuovamente con passione.



Il mio uccello è ancora fuori dai pantaloni e pronto per una seconda avventura; la invito a girarsi, prendendola sui fianchi e ammirando la bellezza del suo corpo, la accompagni leggermente, facendole un po’ di pressione sul suo capo a chinarsi in avanti e le alzo quel meraviglioso vestito… ora si ritrova col culo all’aria, è un fiume di piacere e voleva uscire ora sul più bello?! Eh eh…



L’accarezzo e le bacio le spalle scoperte, scopro i seni che mi fanno impazzire sentirli sbattere liberi, ha due capezzoli enormi, li sento e li perlustro con attenzione con le dita.



Mentre continuo la mia opera di seduttore, sempre con un miagolio leggero di voce, mi chiede, timidamente, di fare piano, sicuramente perché non sapeva come fosse stato avere quel “paletto” dentro e proprio mentre mi stava parlando avvicino la mia punta e l’appoggio sulla fessura umida. E’ talmente bagnata che è come se mi fosse scivolato dentro da solo, come se ad accompagnarlo ci fosse una forza esterna e così fu. Eccolo, completamente dentro, a fare il suo dovere. Inizio a stantuffarla e le inizia a godere. Gode e urla. Cavolo! Se fosse passato qualcuno in quel momento. Pronto, le tappo la bocca con la mano, me la morde, per sfogare diversamente il suo piacere e io la lascio mordere, anche se il dolore diventa sempre più acuto. Quei suoi dentini aguzzi mi stanno bucando la pelle e con l’aumentare del dolore io aumento l’energia dei miei colpi e Lei è come se lo sapesse ed è come se mi chiedesse sempre di più, fino al momento in cui raggiunge l’orgasmo ed esplode, mi chiede… “basta, basta…” ma con un tono di voce che non mi convince e io continuo… “oh, mio dio… siiiiiiiii continuaaaaaa”.



Alice non aveva mai goduto così a fondo, non sapeva nemmeno lei come comportarsi e cosa chiedermi, mi lasciava ora fare… Io ero al massimo del piacere, il mio cazzo che la stantuffava per bene e un pollice che le stava perlustrando il suo bel buchettino vergine, ma con la capacità di ragionare ancora, trovava la forza di spostarmi la mano per farmi capire che quello non sarebbe stato possibile…



Così mi limitai a completare l’opera. Senza pensare, esplosi dentro, intanto, per me Lei, non è mai stata e mai sarà una semplice avventura…



La serata finì qui. Ci ricompommo, raggiungemmo gl’altri, che nel frattempo si stavano chiedendo dove fossimo finiti. Noi cercammo di fare i disinvolti, a fatica, c’era la voglia di abbracciarsi e di baciarsi durante tutto il tragitto di ritorno. Qualcosa era cambiato, si ritornava alla realtà, ma ormai non era più quella di prima.





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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Elgolea Invia un messaggio
Postato in data: 20/01/2007 16:39:35
Giudizio personale:
bello....


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