i racconti erotici di desiderya

Storia di eva - 5 - gli arabi.

Autore: Evatrav54
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Ero appena sbarcata dal volo quando ricevetti la telefonata di Diego:

- Ciao tesoro, ho una brutta notizia da darti.

- Complimenti, non sono ancora arrivata e già mi spetta qualche problema, vero?

- Esatto, mentre tu eri a Londra qualche fesso del Ministero degli Esteri mi ha programmato una visita in Giordania.

- Bene, buon viaggio allora.

- Grazie per la gentilezza, ma sarai tu a partire a nome mio.

- Se questo è uno scherzo non mi è piaciuto molto, poi voglio proprio vedere come riuscirai a organizzare il viaggio con un preavviso così breve.

Dall'altra parte del telefono risuonò una risata.

- Quello è stato facile, vai al banco Alitalia e troverai tutto quello che ti serve. Scusami ancora per la 'rogna' ma non avevo alternative. Bacioni.

Quello che dissi dopo è facilmente immaginabile; comunque non potevo certo dire di no al mio datore di lavoro, padrone di casa e amante.

Al banco transiti dell'Alitalia mi aspettava un biglietto aereo per Amman, in classe turistica accidenti, e una busta più corposa; fatto il check-in e sistemato il passaggio delle valigie sul nuovo volo mi rimase un'oretta per aprire la misteriosa busta.

Ovviamente ci trovai il passaporto con un visto che permetteva ingressi multipli in Giordania, e l'agenda del convegno con la camera di commercio locale; ad essere sinceri non era una cosa così traumatica se escludiamo la presenza del nostro Ministro degli Esteri, comunque mi misi l'animo in pace e dopo un giretto al duty free mi imbarcai.

Dopo quattro ore di volo atterrammo ad Amman, erano già le 23.30 e lo scalo non era congestionato; sbrigate le pratiche con l'immigrazione andai a ritirare i miei bagagli.

Non era la prima volta che visitavo la Giordania e riuscii a dribblare i portabagagli senza problemi, ero quasi uscita quando un doganiere mi chiese se avevo qualcosa da dichiarare.

- Solo carta.

Era la classica risposta condita da un sorriso stanco, ma questa volta non funzionò e dovetti aprire le due valigie, solo in quel momento realizzai che c'era un problema; la valigia con il mio abbigliamento maschile passò tranquillamente ma la seconda, quella con i vestiti femminili, sorprese l'ufficiale che cominciò a chiedermi delle spiegazioni.

La situazione precipitò immediatamente perchè l'inglese che parlavamo era diverso, la mia sorpresa e l'ora tarda non mi avevano fatto trovare una scusa per lo meno decente.

In meno di 5 minuti mi trovai in un locale che chiamare ufficio era un'esagerazione, alla presenza di altri due ufficiali che continuavano a minacciarmi e a chiedermi spiegazioni sulla valigia 'rubata'; dato che la situazione era troppo complicata e stava diventando spinosa decisi di chiedere l'intervento di qualcuno più in alto e che sapesse parlare inglese meglio.

Dopo altre due ore di attesa arrivò un colonnello, molto grosso , pesava almeno 130 chili, molto arrabbiato e pochissimo cordiale; cacciò dall'ufficio gli altri ufficiali e si mise a leggere il rapporto che stavano scrivendo.

- Bene, vedo che le cose non sono per niente chiare, ricominciamo!

Aprì la valigia e esaminò tutto il contenuto, il suo sguardo era freddo e la sua espressione non mi faceva capire cosa stesse pensando; una volta terminata l'ispezione si sedette e mi chiese di spiegare come mai un uomo viaggiasse con una valigia di indumenti femminili.

Decisi di non inventare scuse e di presentargli la verità in un modo il più innocuo possibile, cercando di capire come proseguire di volta in volta.

Così gli descrissi la mia predisposizione al travestimento, solo in privato ovviamente, e il fatto che mi piaceva far finta di essere una donna.

- Nel nostro paese gli omosessuali non sono assolutamente graditi e vengono cacciati se sono stranieri.

Le sue parole furono particolarmente sferzanti e la minaccia non era solo velata, stranamente però ottenne solo di accendere in me un sentimento di sfida.

- Conosco gli usi del suo paese e non è mia intenzione violare la vostra etica. Il mio viaggio qui è per lavoro e la mia seconda valigia viaggia con me solo perchè non mi è stato possibile lasciarla in Italia. Inoltre il Corano proibisce a un mussulmano di avere rapporti omosessuali passivi ed essendo io passiva non infrangerei nessuna legge facendomi sodomizzare.

- La sua conoscenza del Corano mi sorprende difficilmente voi occidentali vi sforzate di tentare di capire i nostri usi.

- Se è solo per questo posso anche continuare dicendo che, sempre nel Corano, è scritto che per un mussulmano sodomizzare un infedele è un merito che verrà riconosciuto nel momento del giudizio con Allah.

- Di questo non ne sono sicuro. Resta comunque il fatto che la sua situazione sia delicata, quello che mi ha detto non dimostra ancora che lei non tenti di concupire uomini o donne Giordane.

- Come le ho già spiegato gli indumenti che sono nella valigia sono solo miei, li indosso io e non sto cercando donne arabe. Inoltre sono solo ed esclusivamente passiva quindi non ho intenzione di violentare i suoi conterranei, se mai sarebbe il contrario. Comunque se proprio non mi crede trattenga la valigia presso i vostri uffici e me la restituisca al momento di lasciare il suo paese.

Seguì un lungo momento di silenzio in cui il colonnello mi fissava pensieroso, ad un certo punto prese il mio passaporto e lo sfogliò attentamente.

- Lei è un gran viaggiatore, vedo i visti di alcuni paesi arabi, paesi dell'estremo oriente e dell'Africa. Credo di poter accettare la sua proposta, tratterremo la sua valigia presso di noi, la farò scortare all'otel Marriott dove ha la prenotazione. Non si allontani da Amman senza avvertire il mio ufficio e si aspetti degli sviluppi in un prossimo futuro.

Detto questo trattenne il mio passaporto e mi fece scortare all'albergo; la mattina seguente cominciai il mio giro di propaganda col ministro e fui presa nella girandola dei colloqui ed accordi vari.

Il giovedì sera trovai nella mia camera la mia valigia ed un biglietto che mi annunciava che la mattina seguente il colonnello mi avrebbe raggiunto alle 9 per la colazione; dopo di che avremmo avuto un 'colloquio' allo scopo di chiarire la mia posizione.

Non posso dire di aver dormito bene quella notte, mille opzioni diverse mi ronzavano nella testa e nessuna era piacevole.

La mattina seguente alle 8.30 ero già al ristorante ad aspettare il colonnello, arrivò in perfetto orario e cominciammo a servirci al self service scambiandoci qualche consiglio sulle vivande; prendemmo entrambi delle felafe con hummus, passando poi a del formaggio biaco con olive.

A tavola ordinai al cameriere del caffè mentre il militare, più tradizionalista, chiedeva del the; mentre mangiavamo si congratulò con me per la mia conoscenza delle usanze arabe e mi stupì ulteriormente citando qualcuna delle mie frasi detta durante gli incontri con gli industriali locali.

Mi stava dimostrando di avere un grande controllo sulle persone all'interno del suo paese e, con qualche accenno anche ai miei precedenti militari, anche all'estero.

Terminata la colazione mi chiese di salire in camera per discutere in privato la mia situazione sulla base delle indagini svolte nei giorni precedenti; una volta arrivati lasciò cadere il suo abbondante corpo su una poltrona:

- Bene, esaminiamo meglio la sua situazione. Il rabbino della mia moschea ha controllato le sue affermazioni sui rapporti fra uomini alla luce del Corano, non è vero che esista una regola che sodomizzare un infedele porti in paradiso, ma varie interpretazioni definiscono un punto di merito il costringere a subire un trattamento 'inumano' chi non è della propria fede.

Non immaginavo che avrebbe effettuato un controllo così accurato delle mie affermazioni e mi congratulai mentalmente per non aver inventato delle menzogne.

- Passiamo ora alle sue affermazioni di non aver 'attentato' alla purezza dei miei concittadini e delle nostre donne. Lei afferma che i vestiti nella valigia sono per suo uso personale, me lo dimostri.

Detto questo si alzò, prese dalla valigia degli indumenti e li mise sul letto.

- Indossi questi abiti.

Raccolsi gli indumenti ed andai in bagno a cambiarmi, pur essendo arabo il colonnello aveva le idee molto chiare su quello che poteva essere considerato femminile dagli occidentali.

Infilai le calze di pizzo, il perizoma e la camicetta trasparente; poi la minigonna e i sandaletti col tacco a spillo; il colore dominante era il nero.

Personalmente aggiunsi la parrucca castana con capelli lunghi, un trucco scuro e un rossetto sgargiante; uscii dal bagno e mi presentai al mio 'inquisitore'.

Rimasi quasi cinque minuti sotto il suo sguardo, un tempo lunghissimo durante il quale venni esaminata da capo a piedi ripetutamente; mi fece camminare , piegare per raccogliere oggetti vari ed infine mi chiese di servirgli una bibita dal frigo bar.

- Ammetto che da come porti i vestiti e ti muovi dimostri la tua sincerità, ma non ho ancora capito perchè lo fai.

- Non è facile spiegarlo, è un qualche cosa che mi sento dentro; mi piace credermi una donna e amo ricevere quelle attenzioni che un uomo sa dare.

- Anche fisicamente ?

- Si, anche fisicamente.

Un attimo di pausa, e poi.

- Togliti la gonna e sdraiati di faccia sul letto, vediamo se sei sincera.

Ovviamente lo accontentai, anche perchè nel frattempo mi era venuta una certa voglia e ero curiosa di vedere come sarebbe finita; così misi un cuscino sotto la mia pancia e mi sdraiai.

Grazie ad uno specchio riuscivo ad intravvedere un po' della camera, lo vidi sfilarsi la divisa rimanendo totalmente nudo; era grosso, in tutti i sensi, e il suo attrezzo non sembrava molto dispiaciuto di trovarsi di fronte a delle natiche occidentali.

Prese dalla mia valigia il tubo di gel che usavo in queste occasioni e si spalmò abbondantemente il cazzo, si avvicinò al letto e mi allargò il più possibile le gambe; si inginocchiò e mi puntò la cappella sul buchetto.

Le sue dimensioni erano decisamente sopra la media e l'uccello non ne voleva sapere di entrare, con le mani mi allargò le natiche e cominciò a dare degli affondo per prendermi.

Improvvisamente sprofondò dentro di me e mi sentii completamente piena con tutti i muscoli dilatati; non era piacevole come le altre volte se poi aggiungiamo il suo peso mi sentivo schiacciata e bloccata.

Per fortuna una volta che fu entrato si alzò sulle braccia e mi alleggerì un po', cominciò a muoversi dentro e fuori e grazie al movimento mi unse tutto il buco che si rilassò e iniziò a darmi una piacevole sensazione.

Era grosso ed ogni più piccolo movimento mi provocava dei brividi di piacere che mi facevano tremare sul letto, nel frattempo il suo ritmo diventò più veloce e il suo respiro più affannoso; le mie sensazioni aumentavano sempre e comincia a mugulare di piacere al sentirmi così sbattuta.

La cosa non gli doveva piacere, così allungò una mano e mi coprì la bocca impedendomi di emettere qualsiasi suono, cercai di liberarmi e per reazione ottenni che il suo ritmo aumentasse ancora mentre mi penetrava sempre più a fondo; cominciavo a preoccuparmi, la sua resistenza stava sfiancandomi quando, senza il minimo preavviso, dette due affondi particolarmente violenti ed esplose dentro di me.

Fu un orgasmo lunghissimo, sentivo il suo cazzo contrarsi e spruzzare dentro di me, mi sentivo riempire ed il suo corpo abbandonato sulla mia schiena mi soffocava, anche se in maniera molto piacevole.

Pensavo che la dimostrazione fosse sufficiente a chiarire che tutte le mie affermazioni erano vere, ma lui non era daccordo; infatti passò tutta la giornata di venerdì, il suo giorno di festa, ad indagare a fondo, molto a fondo, sulla mia femminilità.

Quando tre giorni dopo tornai in Italia, alla dogana ero adeguatamente scortata ma non come una persona 'indesiderabile' ma come un ospite gradito e meritevole di attenzioni.


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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Mirabeau2 Invia un messaggio
Postato in data: 19/07/2011 11:26:58
Giudizio personale:
Mi hai fatto eccitare moltissimo. Devi essere una vera femmina da letto.
Brava!


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