i racconti erotici di desiderya

Storia di eva - 2 - in viaggio

Autore: Evatrav54
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Avevo finalmente trovato un lavoro anche se in un modo abbastanza particolare, ed era anche un buon lavoro.

Ero il responsabile marketing di una multinazionale e il braccio destro di, Giuliano M., il direttore commerciale dell'azienda, finalmente sarei riuscito a sfruttare la mia conoscenza delle lingue.

Ovviamente nessuno sapeva perché uno dei migliori clienti aveva messo una buona parola per me.

Non avevo impiegato molto a familiarizzarmi con la ditta ed ero ben visto un po' da tutti, inoltre le mie conoscenze del marketing mi avevano aperto la possibilità di viaggiare.

Dopo un paio d'esposizioni in Europa si era presentata l'occasione di una fiera in Giappone e il mio direttore mi aveva fatto organizzare tutto come al solito, l'unica novità era che sarebbe venuto con me anche Diego D., uno dei soci.

Il giorno stabilito siamo partiti per la Malpensa dove ci aspettavano due posti in prima classe, esperienza nuova per me abituato a viaggiare in turistica; ovviamente la persona che viaggiava con me era ad un livello di potere tale che solo la prima era adatta a lui.

- Visti i buoni risultati ottenuti fino ad ora, si merita un trattamento di riguardo.

Queste furono le sue parole consegnandomi il mio biglietto.

Effettivamente il trattamento era molto confortevole e il viaggio non fu per niente faticoso; arrivati a Tokio un'auto con autista ci accompagnò in hotel e ci lasciammo con l'appuntamento per la mattina seguente.

Mentre i nostri addetti predisponevano lo stand, avevamo tre giorni liberi e il programma ci lasciava un po' di tempo per girovagare per la città.

La seconda sera ci trovammo in un locale caratteristico e, vista la compagnia particolarmente amichevole, esagerai un po' col sakè; mi ricordo vagamente il ritorno in albergo ma non potrò mai dimenticare il risveglio.

Non ero nel mio letto, mi trovavo su un divano e i vestiti che indossavo non erano i miei: ero completamente vestito da donna, avevo una camicetta semitrasparente e una minigonna nera.

Come biancheria indossavo un reggiseno imbottito, un paio di slippini di pizzo e un reggicalze con calze velate; per finire delle scarpe scamosciate nere con tacco a spillo e una parrucca.

Ero decisamente confuso e guardandomi in uno specchio scoprii che avevo le gambe completamente depilate e il volto truccato.

Stavo ancora specchiandomi quando la porta si aprì ed entrò Diego:

- Buongiorno Eva vedo che ti sei svegliata finalmente, ieri sera eri un po' brilla.

La situazione era strana e facevo fatica a mettere a fuoco le idee, il nome con cui mi aveva chiamato mi fece capire che il mio segreto era stato scoperto.

- Bene vediamo di continuare il lavoro iniziato ieri sera e metti ordine nelle fotografie sulla scrivania.

La confusione non diminuiva e seguendo il gesto della sua mano presi la cartelletta e la aprii.

Non mi ci volle più di un minuto a riconoscere gli scatti che mi ritraevano nella mia divisa del precedente lavoro e la situazione era chiarissima. La persona che mi aveva 'raccomandato' aveva anche raccontato tutto, e le fotografie non lasciavano dubbi su cosa era successo.

Mi voltai verso il mio datore di lavoro che, dopo essersi messo per un attimo un dito sulle labbra, continuò.

- Bene cominciamo si sieda al computer e scriva.

Cominciai a capire il suo gioco e decisi che non avevo molta scelta Diego, un uomo che aveva appena compiuto sessanta anni, era un po' all'antica e non avrebbe sicuramente permesso che mi rifiutassi di eseguire quello che mi chiedeva.

Decisi di assecondarlo, così mi sedetti e iniziai a scrivere quello che mi dettava; era una lettera di licenziamento, ovviamente fasulla con nomi fittizi, riguardava un dipendente che rifiutava di eseguire 'i suoi compiti specifici'.

Mentre battevo sui tasti la stanza si faceva più scura e guardando l'orologio del PC e vidi che era già pomeriggio tardi, ero stato sicuramente drogato e, mentre ero addormentato, qualcuno si era preso cura di me, qualcuno di molto competente visti i risultati.

Durante la dettatura si era messo dietro di me e, alla fine della lettera, era appoggiato alla mia schiena con le sua mani sulle mie spalle; si strofinava lentamente e sentivo che stava eccitandosi.

Tentai una reazione ma una stretta delle sue mani mi fece capire che era meglio evitare

- Sei una donna adesso e sei anche a rischio come avrai capito, inoltre nelle fotografie non mi sembravi particolarmente contrariata. Alzati!

Come mi alzai dalla sedia l'uomo mi afferrò per i fianchi, mi fece girare verso di lui, mi strinse e mi baciò con forza insinuando la sua lingua fra i miei denti; tentai di allontanarlo ma non ci riuscii.

Speravo che mia reazione potesse farlo desistere ma mi accorsi che la cosa non lo infastidiva minimamente; continuò a tenermi sempre più forte mentre con una sua mano mi sollevava la gonna e mi stringeva le natiche fino a farmi male.

- E' inutile che resisti tanto farai lo stesso quello che voglio, e scommetto che alla fine ti piacerà.

Detto questo mi girò e cominciò a spingermi nella camera da letto; avevo un braccio girato dietro la schiena e non potevo che andare avanti.

Arrivati in camera si sfilò la cravatta e mi legò le mani dietro la schiena, tentai di scalciare ma con i tacchi a spillo non riuscivo a dare forza; a quel punto decisi di desistere e sperare che la situazione non avesse sviluppi più spiacevoli.

Quando capì che non avevo intenzione di continuare mi girò e cominciò lentamente a sfilarmi la gonna, mi tolse solo quella e mi fece inginocchiare ai suoi piedi.

Si allontanò da me un paio di passi e iniziò a spogliarsi a sua volta fino a rimanere completamente nudo; non aveva un bel corpo e nemmeno la sua dotazione era eccezionale.

- Bene, adesso che abbiamo stabilito i ruoli avvicinati sempre rimanendo in ginocchio e fermati solo al mio comando.

Feci quello che mi aveva detto e ben presto mi ritrovai con la testa affondati nei suoi peli.

- Basta così, adesso leccami tutto senza però toccare la punta.

Attesi un attimo di troppo così mi prese la testa fra le mani e se la schiacciò contro la pelle soffocandomi; quando fui quasi al limite mi lasciò andare.

- Devi obbedire velocemente, non mi piacciono le disobbedienti. La prossima volta potrebbe essere peggio.

Comincia così a leccarlo, partii dalle palle succhiandole leggermente passando poi all'asta del suo uccello; facevo un movimento a zig-zag cercando di accarezzarlo tutto. Continuai così per almeno cinque minuti durante i quali sentivo l'asta diventare sempre più dura e più lunga.

- Brava, devo dire che sei proprio come ti immaginavo vedendo le fotografie. Adesso lecca solo la punta ma senza mettertelo in bocca, non te lo meriti ancora.

Feci salire la mia lingua sulla cappella e continuai col movimento di prima, poi passai a girarla ora in senso orario, poi in senso antiorario; non riuscivo a vedere o a capire se fosse soddisfatto, me ne accorsi quando mi prese la testa fra le mani e mi spinse l'uccello in bocca.

- Mmmmmh, sei veramente in gamba; adesso succhiamelo.

Non era particolarmente difficile, non era così grosso da soffocarmi; iniziai un lento movimento di su e giù risucchiando contemporaneamente.

Non era un azione profonda, facevo uscire solo la cappella e, mentre era quasi fuori, l'accarezzavo con la lingua. A questo punto non avevo più bisogno di sforzarmi per capire se l'azione gli piaceva, i suoi mugolii e le contrazioni del suo cazzo erano un segnale sufficiente.

Le sue mani adesso erano più gentili e la sua stretta si era trasformata in movimenti che mi davano il tempo, era un ritmo costante e non mi resi conto che era così vicino all'orgasmo fino a quando non sentii il suo cazzo gonfiarsi ad onde; mi ritrovai la bocca inondata dal suo seme e non mi rimase che inghiottire il tutto.

Ad onor del vero devo ammettere che la cosa non mi disturbò più di tanto, il sapore non era così orribile, solo la consistenza vischiosa dava un po' fastidio.

- Non penserai di aver finito, vero? Continua finché non torna duro.

Questo era più facile a dirsi che a farsi, l'età si faceva sentire e le reazioni non erano proprio veloci; ma dovevo essere particolarmente eccitante per lui visto che il suo cazzo tornò di nuovo in tiro.

- Come vedi non è difficile, basta impegnarsi. Adesso però ci mettiamo comodi e se mi prometti di essere obbediente ti slego anche le mani.

- D'accordo lo sarò.

- Non mi sembra il modo corretto di esprimersi, prova a essere più supplichevole col tuo padrone.

- Mi scusi signore, so di non essere degna della sua gentilezza ma le garantisco che farò tutto ciò che vuole senza discutere.

Era stato facile, anche perché le sue mani sul mio collo esercitavano una pressione dolorosa.

- Brava. Adesso mi sdraio sul letto e tu ti infili il mio cazzo nel culo sedentoci sopra. Attenta a non farmi male però.

Mi slegò le mani e si distese sul letto, sul comodino aveva una crema per le mani, la presi e mi spremetti una discreta quantità sulle palme e cominciai a massaggiarlo.

La mano scorreva senza intoppi sul suo cazzo ed era persino piacevole, sentivo le mani calde e l'asta che scorreva pulsando sotto le mie dita.

Approfittai della crema rimasta per inumidirmi il buchetto.

Mi porse un preservativo e lo infilai sulla sua cappella ormai diventata durissima, mi misi a cavalcioni su di lui, lui si impugnò l'uccello e me lo puntò per bene, mi sistemai e comincia a lasciarmi andare.

Ed esattamente come l'altra volta cominciai a sentire quelle sensazioni che mi facevano rabbrividire; continuai a lasciarmi scendere fino a quando mi trovai tutta impalata col suo cazzo tutto dentro di me.

Cominciai a risalire fino quasi a sfilarmelo e me lo infilai di nuovo tutto, le sue mani sulle mie cosce mi davano il ritmo e il mio movimento cominciò ad accelerare.

Sentivo un gran caldo dentro di me e la punta che entrava e usciva tra i miei muscoli mi faceva spasimare, comincia a ansimare seguendo il ritmo del suo respiro e ad accelerare sempre di più.

- Mi piace, il suo cazzo mi fa impazzire, la prego spinga anche lei.

- E brava la mia troietta, ti piace farti sbattere allora; l'avevo capito subito. Avanti tieni, prendilo tutto.

E cominciò a spingere verso l'alto il suo bacino mentre io scendevo, ero come pazza, non capivo più niente; seguivo soltanto il mio istinto e le mie sensazioni e mi sentivo bene come non lo ero mai stata.

Poi il suo cazzo divenne caldissimo, si ingrossò ancora di più e con tre o quattro colpi fortissimi venne dentro di me; nello stesso momento un'onda calda partì dal mio buco fino a raggiungere la spina dorsale che si inarcò autonomamente.

Passammo due settimane in Giappone e se di giorno ero l'uomo del marketing, la notte diventavo un'amante assatanata e una schiava rispettosa; mi comprò un guardaroba di biancheria bellissima e non vedevo l'ora di arrivare in albergo per trasformarmi in Eva.

Al ritorno in Italia mi trasferii a casa sua come suo segretario e assistente, ovviamente non lavoravo più in azienda, e continuai la mia doppia vita con l'uomo che era riuscito a fare uscire dal mio inconscio tutti i miei desideri repressi.


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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Afotomix Invia un messaggio
Postato in data: 09/05/2007 17:41:57
Giudizio personale:
eccitante.. solo se fosse vero....sarebbe stato una gran fortuna per tutti e due. no? ;-)

Autore: Enzolucy Invia un messaggio
Postato in data: 02/05/2007 15:47:21
Giudizio personale:
bella staria.....continuala.......mi piacerebbe molto!!!
enzo


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