i racconti erotici di desiderya

Sexy!

Autore: Casanova
Giudizio:
Letture: 619
Commenti: 1
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Ero intento a guardare la copertina di un film di Brian De Palma quando, alla mia destra, notai l’indicazione: “Cinema erotico”. Una targa avvertiva la clientela che i film nello scaffale erano vietati ai minori di 18 anni. Mi allontanai dalle scaffalature che custodivano film trhiller e senza alcun imbarazzo incominciai a osservare le copertine dei film porno.

Scartai i film che mostravano coiti di donne con animali e quelli gay. Mi avvicinai allo scaffale che custodiva film lesbo e cominciai a curiosare fra i titoli.

Tutt’a un tratto la porta d’accesso al locale si schiuse ed entrò una donna. Girai il capo nella sua direzione e la guardai intrigato dal fatto che era sola. Lei chiuse la porta alle spalle e si mise a curiosare fra i titoli delle videocassette poco distanti da dove ero fermo.

Le immagini delle copertine che mi capitarono fra le mani erano donne nude fornite di corpi senza difetti. Ero intento ad ammirare l’immagine di due bionde, ritratte sulla copertina di una videocassetta, quando la donna che qualche istante prima aveva messo piede nel locale, inaspettatamente:

Non capisco perché voi uomini scalpitate dalla voglia di guardare un film lesbo. Non vi piacciono quelli con delle sane scopate?

La guardai da capo a piedi prima di darle risposta. Bella non lo era affatto, ma sfrontata sì. E aveva uno strano modo di fare. Forse era lì per farsi sedurre da qualcuno, o forse no.

- Le piacciono i film lesbo?

- Sì, che c’è di strano.

- A me fanno schifo.

- Ognuno ha i suoi gusti, magari a lei piacciono quelli gay.

- Preferisco gli uomini veri. I froci li detesto.

- Ah! E a lei cosa piace?

- Sono qui per caso, non ho nessuna intenzione di comperare o prendere in affitto nessun materiale pornografico esposto qui...

Non so come, né perché, ma ci ritrovammo a camminare affiancati uno all’altra sul marciapiede, come se dovessimo andare tutt’e due in un posto preciso. Qualcosa della sua persona mi affascinava e non sapevo spiegarmi cos’era.

Quando mi ritrovai dinanzi al caseggiato della mia abitazione guardai verso l’alto, in direzione del mio appartamento, e mi accorsi di avere lasciato le luci accese in una delle stanze.

- Abito qui. - dissi. - indicando un grosso portone di legno.

- Carino come posto, è a due passi dal centro storico.

- Andiamo su?

- Mi offri da bere? - disse dandomi per la prima volta del tu.

- Sì.

Salimmo a piedi le scale che conducevano al terzo piano ignorando l’ascensore fuori uso. L’appartamento era nel medesimo disordine di quando l’avevo lasciato.

- Abiti da solo? - disse prima di liberarsi del giubbotto di pelle che portava addosso, dopodiché sprofondò col culo su uno dei due divani.

- Sì. –

Mi avvicinai al tavolino posto a fianco del divano dove stava seduta e accesi l’abat-jour sistemata sul ripiano. Spensi le luci del lampadario e la stanza entrò in penombra.

- Manca solo un po’ di buona musica.

Andai a sedermi accanto a lei e ci guardammo fissi negli occhi. Non si scostò quando la baciai, e nemmeno si ritrasse quando le appoggiai la mano sopra il ginocchio e cominciai a carezzarle la coscia. Indossava le autoreggenti e mi fu facile raggiungere il bordo delle mutandine. Quando mi arrischiai a infilare le dita sotto il tessuto lei si scostò e si mise in piedi.

- Ti spiace se vado in bagno?

- E’ di là, nel corridoio, ti accompagno.

La precedetti fino alla porta della stanza da bagno. Mi premurai di accendere la luce e lasciai che mettesse piede nella stanza, dopodiché mi allontanai.

Avevo il cazzo duro e una grande voglia di scopare. Ritornai a sedermi sul divano e rimasi in attesa del suo ritorno. Quando comparve sulla porta del salotto era nuda. Guardai con curiosità il suo corpo e mi accorsi che non era fatta male. Le tette, piuttosto piccole, a forma di calice, mostravano le punte dei capezzoli spesse e appuntite. I fianchi stretti si allargavano in modo armonioso sul bacino. Mostrava un triangolo fitto di peli scuri fra le cosce. Le gambe non troppo lunghe, seppure affusolate. I capelli neri che fino a poco prima avevo visto raccolti dietro il capo, a coda di cavallo, apparivano sciolti e le cadevano sulle spalle. Mi sollevai dal divano e le andai incontro. Anche lei si avvicinò. Quando mi fu vicina le cinsi le braccia attorno alla vita, l’attirai a me e la baciai.

Era molto eccitata, lo capii dal modo in cui cominciò a tremare poco dopo che ci baciammo. Attraversò con una mano la cintura dei miei pantaloni e mi strinse il cazzo fra le dita. Staccò le labbra dalle mie, sollevò il capo, e mi guardò dritto negli occhi, poi cominciò a menarmi il cazzo.

Mi ritrovai nudo, sdraiato sul tappeto, con lei seduta sulle mie cosce, nella posizione dello smorzacandela, senza poterla penetrare nella fica. Non mi era mai capitato che una donna mi obbligasse a fare sesso in quel modo. Le sue mani stringevano i miei testicoli. Il dolore provocato dalla pressione delle dita era accompagnato da un delizioso piacere. Ci sapeva fare più di qualsiasi donna con cui mi era capitato di scopare.

Sdraiato sul tappeto la guardavo, inerme, mentre stava seduta sopra di me e non smetteva di guardarmi negli occhi. Da quella posizione condusse le mie mani alle tette. Incominciai ad accarezzarle, a strofinare le dita sui capezzoli appuntiti e spessi per l’eccitazione, a stuzzicarli con le dita, a tirarglieli. Seguitammo a lungo a toccarci in quel modo accrescendo in entrambi la voglia di scopare. Nessuna donna prima di lei mi aveva masturbato cazzo e testicoli contemporaneamente.

Ansavamo entrambi per l’eccitazione e i nostri corpi erano imperlati di sudore. La feci mettere di fianco a me, cingendole le braccia dietro alla schiena e l’attirai verso di me. Quando le nostre labbra giunsero a contatto fui attraversato da un lungo brivido alla schiena. Abbandonò le dita dal cazzo e si strinse forte a me. Le nostre lingue vennero a contatto e iniziammo a solleticarle una contro l’altra fintanto che mi prese il cazzo nella mano e fece naufragare la cappella nella sua fica.

Era bagna così calda, morbida, fradicia e appiccicosamente viscida, ed il mio cazzo non erano da meno. Stesi le sue braccia sul pavimento e la obbligai a rimanere immobile attribuendomi il compito di condurre al meglio la scopata, e mi la lasciò fare. Incominciai a muovere il bacino in modo sinuoso. Quando cercò di assecondarmi, decisa a entrare in sincronia con i miei spostamenti. Affondò a più riprese le unghie nel mio petto scaricandomi addosso una sequela di gemiti e tremori.

- Sto venendo! - dissi quando mi trovai ad essere prossimo all’orgasmo.

- Sì… vienimi dentro… ti prego, dentro... dai...

Non ritardai la sborrata e venni dentro di lei. E mi diede un morso al collo quando incominciò a tremare tutta, anche lei aveva raggiunto l’orgasmo. Me la ritrovai accartocciata sul mio petto ad acquietarmi dopo che avevo raggiunto l’apice del piacere. La girai e iniziai ad affondare le guance fra le sue cosce e incominciai a prendermi cura del clitoride con le labbra spompinandolo, mordendolo delicatamente, succhiandolo e non tardò a raggiungere un altro breve orgasmo in poco tempo.

Trascorremmo il resto della notte a scopare, entrando e uscendo dalle cavità dei corpi.

Esausti ci addormentammo quando l'alba era prossima e la sua fica aveva smesso di lubrificarsi e di bagnarsi.

Aprendo gli occhi ritrovai il suo volto nel guanciale accanto al mio e mi domandai cosa ci facesse quella donna nel mio letto.

A mezzogiorno eravamo tutt’e due alzati, pronti a fare colazione.

Quando la salutai, mentre usciva dalla porta di casa, sapevo che non ci saremmo più rivisti: nemmeno conoscevo il suo nome...



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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Joseph62 Invia un messaggio
Postato in data: 23/08/2015 19:17:48
Giudizio personale:
Esperienza Fantastica!!!!! Se ti accade ti cambia la visione della vita


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