i racconti erotici di desiderya

Servizio...militare


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La casa che aveva trovato S. era molto carina. Quartiere tranquillo ed una caratteristica garanzia di pace e tranquillità: si affacciava infatti su una caserma ed aveva un panorama che di sicuro non sarebbe mai stato oscurato da qualche nuovo edificio. Inoltre i ritmi e la vita erano controllati dalle rigide regole militari: a letto col silenzio alle 23 e sveglia alle 7.

Un balcone e due finestre davano su una parte isolata della caserma e nell'unico edificio con finestre, queste erano quasi sempre chiuse. Probabilmente si trattava di depositi o chissa cosa.



La iniziai a predere in giro sulla possibilità che qualche militare potesse sbirciarle dentro casa, ma in effetti da quella angolazione solo una finestra di una palazzina aveva una efficace visuale sul balcone ed appena all'interno. Io pero' continuavo a stuzzicarla dicendo che se qualche soldatino l'avesse notata, non si sarebbe fatto mancare l'occasione di fare commenti da "camerata".



Un pomeriggio S. mi chiamo' al cellulare dicendomi di andare da lei, ma che passando da sotto dovevo fare attenzione al suo balcone. Io, tra il curioso e l'eccitato, mi precipitai. Arrivato sotto il balcone diedi un'occhiata sfuggente e la intravidi in sottoveste che stendeva la biancheria un po' ritirata, così da essere difficilmente visibile della strada. Salii velocemente a casa e non appena aperta la porta sentii le sua voce dalla stanza che bisbigliava:

"Non ti fare vedere. Vai all'altra finestra e guarda..."

Così feci e fra le fessure della serranda semichiusa, intravidi un soldatino sul terrazzo dell'edificio di fronte della caserma, che all'apparenza stava pulendo ma che spesso guardava verso il balcone dove stava lei. Il mio cuore iniziò a battere sempre piu' forte e cominciai a sentire un nodo allo stomaco, che non mi impedì di avere una massiccia erezione. In punta di piedi mi spostai verso la porta della stanza dove stava S. e la vidi con una corta sottoveste che stendeva. Andai avanti e indietro almeno dieci volte, spiando quello che faceva lei e sbirciando dalla serranda della stanza accanto per vedere quello che faceva lui. Quando lei finì e chiuse le tende, mi chiamò. Ebbe appena il tempo di dirmi: "Hai visto che qualcuno mi ha notata?" che le sfilai prima il reggiseno e poi le mutandine, iniziando a sbatterla con una foga che non avevo mai provato. Lei godendo diceva: " Ti piace che mi ha visto, vero...non sono una vera puttana?"



Nei giorni seguenti, continuai a prenderla in giro, dicendo che era stato un caso e che certo ad un soldato andava bene qualunque cosa. Forse un po' offensivo! Non sapevo bene perchè la stuzzicavo ma gli effetti non si fecero presto attendere. Una sera ero a cena da lei. Dopo le 23 ed al suono del "silenzio", lei mi disse:"Vai all'altra finestra e aspetta". Così feci e come uno scemo rimasi a sbirciare al buio dagli intersizi della serranda, fino a quando notai ad una finestra dell'edificio di fronte un'ombra. Che ci fosse qualcuno fu confermato dalla luce di una sigaretta che si accendeva. Ancora una volta in punta di piedi mi spostai verso la porta della stanza di lei, e la vidi vicino al balcone, luce accesa, che si spogliava per mettersi il pigiama, ma con lentezza e fingendo naturalezza. Prima si sfilò la gonna, poi la maglietta, poi le calze. Infine, dopo essersi levata il reggiseno e abbassata le mutandine, rimase per un po' e tirarsi i peletti del pube come per mettere ordine. Guardava sott'occhio verso la caserma a conferma che quell'ombra l'osservava. Finito lo spettacolo, chiuse la tenda, abbassò la serranda e solo allora io mi avventai su di lei. Fra una leccata e l'altra lei continuava a ripetermi:" Sembra che io piaccia molto al soldatino..." ed io mentra mi spompinava le ripetevo: "Sì troia, ma questo non glielo potrai fare mai...questo servizio è solo per me...".

"Tu credi, vero?" mi rispose. Non capivo più nulla e finii per venire nella sua bocca fino a perdere quasi i sensi.



Non smettevo di pensare a lei e a quel soldato che l'aveva spiata, cercando di immaginare dove questo gioco l'avrebbe portata. O forse lo capivo perchè nel frattempo continuavo a scherzare, dicendo che erano solo cose da caserma e che lei in fondo non era cosi' puttana da andare oltre.

S. mi guardava, sorrideva e diceva."Questo lo dici tu..."



Fu dopo una settimana che ero stato fuori per lavoro, che organizzammo la solita seratina di bentornato a casa sua. Ero appena atterrato ed al telefono mi disse solo:" Ho una sorpresina per te, ma promettimi che non ti secchi". Io, tra l'emozionato ed il curioso, aspettavo solo di rivederla e la solita nottata di sesso non stop. Cenammo con un po' di vino in più. Alle 23 sentii suonare il "silenzio" dalla caserma. Quasi non ci feci caso, ma lei mi invitò ad andare nella stanza accanto, sbirciare al buio senza farmi notare ed aspettare in silenzio...



Come un automa ubbidii. Non passò molto tempo che vidi quell'ombra avvicinarsi alla finestra della caserma. Da lì, nel buio, scorsi una luce più forte e persistente di una sigaretta e che poteva essere lo schermo di un cellulare.

Qualche secondo dopo sentii trillare nella stanza a fianco il telefonino di S.!

Coincidenza? Tutto iniziava a girarmi intorno, sempre più velocemente, ed ad un ritmo sempre più martellante.

"Pronto...ciao ciccio" sentii la sua voce dalla stanza a fianco.

Strisciai fino a portami sulla soglia della porta vicina per capire cosa stava succedendo.

Lei stava seduta su una poltroncina sulla soglia del balcone, slip e reggiseno e teneva il cellulare all'orecchio:

"Sì, ti vedo. Come stai? Anch'io...finito il giro di ispezione? Dai non fare il porco...!"



Scivolai seduto sul pavimento sulla soglia della porta, continuando ad osservarla estasiato.

Lei mi sentì e guardò verso di me. Ebbi solo la forza di fare un segno con la mano come per dire: "Ma chi vuoi prendere in giro...mica sono scemo io...figurati se ci credo..."

Lei sorrise ed attivò il viva voce. Potevo sentire anch'io la voce del suo interlocutore!



"Lui è tornato?"

"No, torna domani"

"Ah. Allora anche stasera puoi farmela vedere..."

"Sì, ciccio, aspetta..."

Si scostò le mutandine alzando una gamba sul bracciolo della poltroncina.

"Che figa che sei!"

"Ti piace eh. Sapessi come sta sbavando..."

"Toccati dai..."

S. iniziò a passarsi la mano fra le gambe, poi sempre più al centro fino a strofinare il medio sulla passerina ed infine sul clitoride.

"Mmmmmh, ce l'hai duro il cazzo?"

"Sì durissimo mi sto toccando anch'io...Tirati fuori una tetta."

Lei porto la mano sulla schiena e si slacciò il reggiseno. Lo sfilò con lentezza e poi iniziò ad alternare uno sfregamento del dito sulla passera e sui capezzoli inumidendolo con un passaggio sulla lingua.

Senza capire come, l'avevo già in mano anch'io, ma restavo lì immobile ad ascoltare ed osservarla.



Lui interuppe la pausa chiedendo:

"Di cosa sa?"

"Di fica..."

"Dai! Di cosa sa?"

Lei si succhio il dito come fosse fatto di gelato e rispose:

"Di ananas... No di fragola...insomma di frutta..."

Continuava a sfregarsi il grilletto ad occhi chiuse poi disse:

"E tu cosa hai mangiato stasera?"

"Pasta, perchè?'" fece lui.

"E l'altro ieri a pranzo"?

"Pizza...ma perchè lo vuoi sapere!?"

"Perchè avevi un buon sapore. Sai lo sperma a volte è amaro ma il tuo era buonissimo....dolce! Io ho la teoria che dipende da cosa mangi..."

Accidenti! Cosa era successo l'altro ieri. Non capivo più nulla. Il mio cazzo aveva preso il controllo e lo sentivo pulsare nella mano la stessa frequenza del cuore.



"Eh, eh. Ti è piaciuto vero?"

"Sì, tanto...ed era tanto...tantissimo. Da quanto era che non sborravi? Un anno? Mi hai fatto affogare!"

Sentii una risatina dal telefonino, un sospiro e poi:

"Sai, non ho conosciuto nessuna che fa i pompini come te....E' un dono!"

"Dite tutti così. Ma se è un complimento lo accetto!"

"Io sto quasi per venire e tu?"

"Anch'io..."

La vidi accelererare il movimento della mano sul grilletto, sempre più veloce, da giù a su, profondo.

"Aaah..."

Anche la mia mano accelerava, ma non riuscivo e non volevo venire.

"Mmmh...."



Ci fu una breve pausa di silenzio.

"Che macello, ho sporcato tutta la tuta..."

"Sei un porcello. Asciugati e vai a nanna senno ti mettono in punizione..."

"Ciao amore, quando posso ti mando un sms ok?"

"Ok, ma da domani c'è lui, quindi non ti seccare se non rispondo subito"

"No problem...Notte e un bacio alla passerina"

"Smack un bacino sulla punta del pisellone..."



Sentii chiudere il telefono, tirare la tenda e spegnere la luce, perchè ero già disteso sul letto della stanza a fianco, immobile.

Lei mi raggiunse poco dopo, si avvicino' accarezzandolemelo e mi baciò sulla bocca.

"Che duro che è...allora non sei seccato con me...!"

"Seccato? E perchè? Hai fatto solo il tuo dovere verso la patria..."

"Beh un po' puttanella sono stata...o no?"

Le sfiorai i capelli portandole la sua testa verso le mie gambe e dicendo:

"Sai, a Fiumicino al transito ho mangiato da Pizza Hut..."

"Bastardo, come sai che mi piace? E chissa quanta ne avrai. Non ci vediamo da una settimana!"

"Puttana, ti amo...."

"Anch'io, amo solo te!"

Chiusi gli occhi e quella notte la sua bocca mi fece provare i più lunghi ed intesi orgasmi che avessi mai provato. Poi restammo abbracciati fino al mattino, ma quando mi alzai evitai di passare davanti a quel balcone: volevo lasciare le cose com'erano e non rovinare tutto.


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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Pippo16 Invia un messaggio
Postato in data: 21/03/2008 00:00:55
Giudizio personale:
ho fatto il militare anch\'io, ma ai miei tempi non c\'era......
cmq il racconto è come il vino bianco \" est! est! est! \"....
ciao

Autore: Malcom Xxx Invia un messaggio
Postato in data: 21/07/2007 15:11:25
Giudizio personale:
Davvero bello e realistico questo racconto! Ah dimenticavo: io mangio pizza tutte le sere...


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