i racconti erotici di desiderya

Schiava impertinente


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sono già passati sei mesi da quando ho incontrato la mia slave

giorni intensi di addestramento

giorni duri per fargli apprendere cosa poteva e non doveva fare

settimane di punizioni

nottate di fuoco per addolcirla

ma il suo carattere, la sua personalità è tenace

vuole sottomettersi a me ma dentro di lei

c'è una piccola fiammella di ribellione che và spenta

con punizioni corporali, con restrizioni mentali

sapevo che era difficile, ma le donne che si piegano subito

che abbassano lo sguardo senzaun minimo di stile

le reputo scialbe, zerbini per il bagno

e mi stanco dell'abitudine, della quotidianità

e le cedo al miglior offerente in quel momento sulla piazza

lei no, lei la tengo sino a quando non mi stancherò anche di lei

o non mi ritroveranno con la gola tagliata

perchè ho tirato troppo l'elastico e si è rotto

catota e bastone, sale e zucchero, dosare bene

non eccedere nè in un uno, nè nell'altro

un mese fà l'ho tenuta tre giorni senza mangiare

beveva nella sua ciottola per gatti

perchè ho aveva capito che nella pasta non volevo il sale

una settimana fà l'ho frustata per bene

poi ho curato le ferite della pelle

lasciandogli aperte le ferite dell'orgoglio

perchè quando l'ho usata come cesso

non ha leccato e asciugato bene la mia asta

una slave è devota a soddisfare il proprio padrone

gode quando ci riesce

alcune si provocano ferite autolesionismo

quando non ci riescono

le ho proibito tale pratica

ha iniziato sommessamente a piangere senza farsi vedere apertamente

ma me ne sono accorto e le ho dato lo zuccherino

si è divertita a farmi godere con il suo corpo

con il mio cazzo, e se la conosco, ha provato diversi orgasmi quella volta

sempre senza farsi accorgere

la mia giornata scorre tranquilla ora

dopo sei mesi

mi sveglio, colazione già pronta (la mia slave)

se mi và la faccio giocare con la mia asta (la mia slave)

mi alzo dal letto e mi mette in silenzio le ciabatte (la mia slave)

vado in bagno e s'inginocchia pronta a ricevere tutto da me (la mia slave)

me lo pulisci con la bocca e l'asciuga con le labbra (la mia slave)

mi prepara la doccia, mi lava, mi asciuga, mi veste (la mia slave)

esco dall'appartamento e sò che si và a raggromitolare sotto il mio letto (la mia slave)

in attesa che sentirà la chiave girare nella serratura della porta

allora la vedo scodinzolare nell'ingresso felice che sono tornato da lei (la mia slave)

le dò i suoi biscottini preferiti dalla mano senza che sbavi nè morda la mano (la mia slave)

le cambio l'acqua della ciottola e l'ammiro mentre la lecca avidamente (la mia slave)

se mi dimentico di trapanarle e riempire un suo buco, me lo fà capire

strusciandosi a quattro zampe sulle miei gambe

come le gatte in calore e se ne ho voglia

soddisfo i miei istini animalesci su di lei (la mia slave)

in sei mesi ha imparato molto ma molto rimane da smussare

e non sono riuscito ancora a spegnere

quella sua flebile fiammella che le leggo nei suoi occhi

d'impertinenza, non nei miei confronti, ma nel suo orgoglio

e quando troverò l'ultimo pezzo del puzzle

il suo addestramento sarà completo

e poi ... o mi stanco e la cedo ... o me la tengo

al mio fianco, ma valuterò in quel momento se merita

di seguirmi in silenzio a quattro zampe legata a me con il suo guinzaglio dorato

le punizioni corporali sono neccessarie solo quando

non comprende la gravità di una sua azione sbagliata

e a seconda della gravità ho trovato diversi modi

e diversi strumenti per infliggergli dolore senza rovinare troppo la sua pelle

questo è un piccolo elenco, divertitevi a leggere quelli che conoscete ...

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tanti nomi diversi, tanti piccoli accessori forme e colori a seconda dei gusti e preferenze

migliaia di anni di torture e metodi per infliggere dolore

ma una slave ragiona diversamente

traduce il dolore con piacere, lo sforzo che impiega il suo master nell'infliggergli dolore

con amore e attenzioni che gli vengono donati

non giudicatemi, per uno master esiste una o un slave

se giudicate me come master

dovete giudicare allo stesso modo la sua slave

lei non è una vittima

lei ha la passione di soddisfare, di sentire dolore per sentirsi viva

e più percepisce dolore e più ama il suo master perchè riversa in lei il suo amore

le sue attenzioni, le sue coccole, è solo un differente modo di amare

ma siamo tutti diversi e ci comportiamo in modo differente

con tutti quelli che intrecciano le nostre vite

quindi esistono infiniti modi di amare e di essere amati

una sera mi ha portato un pacchettino rosso, sapevo già cosa conteneva e cosa voleva da me

l'ho aperto e dentro ho tirato fuori un nastro di pura seta nera

l'ho annusato inspirando profondamente l'aroma di liquidi della mia slave

e mi ha portato in camera da letto dove aveva diligentemente

disposto diversi giocattoli di tortura e sessuali

tutti puliti, tutti disinfettati e lucidi

con un sorriso mi ha fatto sedere sul letto matrimoniale, mi ha tolto le scarpe e i vestiti,

si è messa accucciata come una scrofa al mio fianco, ha allargato le braccia e le gambe

attendeva con ansia le mie attenzioni, pregustava una notte di piacere profondo

ho iniziato a legare una cavigia serrando leggermente il nastro,

che ad ogni movimento frusciava leggermente, poi un polso,

l'altra caviglia e infine l'ultimo polso libero

sentivo ad ogni movimento, ad ogni tocco delle mie mani, delle mie dita

il suo respiro che accellerava, un Cocktail di arenalina e dopamina, un mix esplosivo

in un corpicino magro e fremente, spumeggiante e servile

chiuse gl'occhi e il suo respiro iniziò a regolarizzarsi,

sino al primo schiocchio dello Sculacciatore, sulla sua natica destra

iniziò a fiorire un lieve rossore a forma di cuore

ha provato a strozzare un urlo nella sua gola, ma al secondo e a quelli successivi

dalla sua bocca sono usciti urla di piacere

a questo punto infastidito, presi il morso, le feci aprire la bocca,

notai qualche gocciolina di sangue sul lenzuolo, dove aveva appogiato il viso

si era lacerato con i denti il labbro superiore,

presi mentalmente un appunto mentale di medicarlo, dopo

lei apri la bocca quasi infastidita perchè voleva farmi sentire le sue urla di piacere

ma dolcemente si fece mettere il morso tra i denti,

forse perchè si era accorta in quel momento del labbro tagliato

strinsi dietro la nuca i lacci

e con una forchetta con fermezza iniziai la discesa della schiena

dalla nuca sino all'ano lasciando sulla sua pelle 4 strisce rosee parallele

d'innanzi all'ano mi fermai ad ammirarlo

era tondo, liscio, roseo

iniziai a far entrare il pollice con forza, vincendo la resistenza

dello sfintere anale che non voleva essere violato

entrai e iniziai ad allargarlo

scosse elettriche scuotevano il suo corpo, dolore pensai, bene

appena il buco del culo era leggermente allargato ci ficcai l'altro pollice

e inizia a roteare dentro senza ritegno

la sentivo mugolare, vidi il nastro di seta tendersi e rilasciarsi

bloccandogli con ostinazione polsi e caviglie, non le permettevano di muoversi liberamente

girò leggermente il viso per incrociare il mio sguardo ma abbassò subito gl'occhi

piccole goccioline iniziarono a scendere sulle sue guance,

ma spinse il suo viso contro il lenzuolo per l'ennesima fitta di dolore

bastone e carota, sale e zucchero

mi fermai, lasciai il suo buco dolorante, mi pulii le mani

con una salvietta che aveva diligententemente preparato anzitempo

presi la sua testa tra le mani e con estrema dolcezza portai i suoi occhi all'altezza dei miei

presa alla sprovvista cercò di distogliere lo sguardo ma non ci riuscì

i suoi occhi verdi con pagliuzze giallo azzurri si spalancarano

un sorriso intenso, che neanche il dolore fisico poteva cancellare,

si modellò sulle sue labbra torturate da piccoli e continui morsi prima del Morso

con le labbra asciugai le lacrime, per lei valeva molto questo piccolo gesto

sentii il suo respiro divenire regolare, asciugai con la salvietta tutte le piccole goccie di sudore sul suo viso

era profondamente dolce e affascinante avere una vita che si lascia manipolare nelle proprie mani

come creta tra le mani di un vasaio esperto, lei era la mia slave, io il suo master

guardandola negl'occhi le chiesi se voleva smettere, le avrei concesso stanotte di dormire al mio fianco

ma lei fece un no con la testa

vuoi che continui ?

con la testa fece si

le adagiai la testa sul lenzuolo intrinso del suo sudore, mi alzai senza mai lasciare

il contatto delle mie unghie sulla sua pelle, provocandogli spasmi di piacere

e cinque strisce rosate irregolari sul fianco destro del suo corpo

ritornai sull suo buco del culo, presi un dilatatore anale e lo spinsi dentro senza ritegno, e senza ritegno lei urlò

poi presi delle pinzette legate assieme da catenelle di color nero

accarezzai le grandi labbra della sua fica e inizia a pinzarle in vari punti

altri urli strozzati in gola

svolsi le catenelle e nel farlo le tenevo in tiro, per capire chi comandava, mi spostai davanti alla sua testa

presi un capezzolo che era adagiato sul lenzuolo, feci forza per aprire il morsetto a molletta e lo lasciai chiudersi a scatto

altro urlo, questo lo sentito bene

inizio a muovere il petto in alto lateralmente, ripiombava sul materasso e

ad ogni movimento la catenella corta tirava le grandi labbra e il capezzolo,

lo vidi stiracchiarsi, cambiare colore e riprendere il colorito normale

la chioma di capelli lunghi rossi frustava l'aria e sentivo i denti stridere sul Morso

mentre si muoveva presi l'altro capezzolo e zac ... chiusi il morsetto

ora le catenelle erano in tensione e ogni movimento tiravano,

stiravano e rilasciavano fitte di dolore dove erano state collocate

chissà perchè lei aveva scelto proprio quelle stasera per procurarsi dolore/piacere

quando capiva che le catenelle erano morbide, si muoveva a scatto e la tensione gli procurava altro dolore/piacere

strana ragazza, ma mi piace così

presi un vibratore vaginale, lo bloccai sul letto con un peso, lo accesi

e lo ficcai non proprio delicatamente tra le pinza delle grandi labbra

sentivo il ronzio del vibratore, sentivo il tintinnio delle catenelle, sentivo lo strusciare della sua pelle sul lenzuolo

e lo sbattere convulso delle sue mani e dei piedi

e sentivo le urla strozzate dal morso che non le permettevano di fuoriuscire liberamente dalle sue labbra

sentivo il rumore del suo affannato respiro che usciva dal Morso

e rimasi in contemplazione, una sinfonia di rumori che, singolarmente erano fastidiosi, adeguatamente miscelati sembravano la "Cavalcata delle Valchirie" di Richard Wagner

buffo ma accesi il notebook cercai su you tube e la stanza si riempì di suoni metallici a corda a membrana

e il suo corpo che iniziava a muoversi seguendo il ritmo della musica

presi in mano lo Sculacciatore e iniziai a lasciare segni rosso vivo sul culo della mia slave

e lì mi resi conto di quanto le piaceva tutto questo

avevo il suo consenso

si aspettava da me tutto questo

pretendeva da me tutto questo

pazza ragazza, ragazza pazza

e lei è la vittima dell'orco cattivo ?

o è il diavolo in un corpo angelico ?

girò di scatto la testa nella mia direzione

mi accorsi che il suo viso era tirato, era teso dal dolore, piacevolmente contratto dal piacere

e il suo sguardo, penetrante vivido acceso, ma non contro di me

vidi la fiammella di ribellione spegnersi di colpo come se non fosse mai esistita

avevo domato la puledra imbizzarrita

avevo la mia slave ... mia

è stata una setata intensa per me, per lei, per noi

da quel momento ci siamo accorti che c'era un ... noi

l'imprinting era completo

e non due entità separate

ma un Master con la sua slave

e una slave con il suo Master

mi girai, feci ripartire la "Cavalcata delle Valchirie" in ripetizione continua

e andai in cucina

mi preparai un caffè espresso ristretto senza zucchero, senza correzioni varie

assaporai i tre intensi sorsi della bevanda

lasciai la tazzina nel lavandino e ascoltai con attenzione la sinfonia

il cigolare del letto e tutti i rumori che quella ragazza stava facendo con il suo corpo legato sul lenzuolo

mi presi qualche minuto per memorizzare tutto questo

entrai nella stanza e abbassai il volume della musica

lei iniziò a tranquillizzarsi, il suo corpo giaceva sfinito ma vibrante di gioia sul materasso

iniziai lentamente a rimuovere i nodi del nastro di seta

vidi polsi e caviglie fortemente arrossati che riprendevano un colorito roseo

lei si lasciò andare sul materasso

tolsi tutto dal suo corpo e posai tutto ai piedi del letto

presi delle salviette umidificate di disinfettante e quelle intrinse di crema grassa lenitiva

mi sdraiai al suo fianco e iniziai la pulizia meticolosa di tutte le piccole ferite

e aree arrossate

lei sorrise ogni volta che passavo in punti dolenti

e le permisi di abbracciarmi

cosa hai provato ? le chiesi.

disse una sola parola ... ancora

gli permisi di baciarmi e di soddisfare le mie voglie per tutta la notte

iniziò a farmi sdraiare e mi accorsi che si soffermava a baciare la mia pelle in quei punti

dove lei aveva percepito più dolore, come se le labbra sfiorassero la sua immagine riflessa

io ero lo specchio, il mio corpo il suo corpo

si fermò in contemplazione sulla mia cappella, la sfiorò con le labbra, la leccò come un gelato dal basso all'alto

quasi ipnotizzata si alzo a cavalcioni e se la strusciò sulle grandi labbra della fica ancora doloranti

si stava massaggiando ed era piacevole, per lei, per me, per noi

poi un guizzo e dentro fino alla base

iniziò la sua cavalcata delle valchirie, dove pochi minuti fà c'era il vibratore

che le ha sicuramente sconquasato i tessuti interni procurandogli dolore/piacere

inquel momento c'era la mia asta calda vibrante che le procurava altri tipi di piacere

la danza prese un ritmo sostenuto e lei continuava a cavalcare

perline dorate si formavano sul suo torace, sulla pancia, sulle coscie

i muscoli delle gambe erano in tensione ma non per il dolore

una sensazione piacevole stava invadendola dal ventre al cervello

l'orgasmo la trovò impreparata, voleva continuare ancora a cavalcare, a donare piacere al suo Master

si afflosciò come un sacco di juta vuoto sul mio torace, ansimante e gustandosi le ultime contrazioni uterine

che avvolgevano ancora la mia asta mi abbracciò, le sue labbra sulle mie,

sul mio viso, sul mio collo, sulle mie labbra

si accorse che la sua fessura era occupata, si tirò nuovamente a sedere e ricominciò la sua danza

stavolta più lentamente, stavolta per tutta la lunghezza della mia asta,

tanto che diverse volte la mia cappella fece capolino dalle sue grandi labbra

ma con ostinazione non voleva farla uscire e schiacciò più volte con forza il bacino contro il mio,

producendo il tipo rumore ciack ciack

ritmico, suadente, invitante io seguivo il suo vente salire e scendere,

i suoi seni ondeggiare in alto e lateralmente per poi ricadere verso il basso e venire risollevati verso l'alto

e i suoi occhi chiusi per assaporare con tutti i sensi tutto quello che poteva rubare alla notte

i suoi capelli svolazzavano sulle sue spalle, capelli ramati con riflessi oro naturale

chiudo gl'occhi e lascio scorrere il tempo tra noi due

altri due intensi orgasmi hanno fatto vibrare il corpo della mia slave

l'ultimo siamo venuti insieme

sentivo il suo buco di culo che non tratteneva la mia sborra

sentivo i suoi fluidi scorrere sulle mie coscie

ci siamo addormentati abbracciati

mi hanno svegliato le sue labbra sulla mia cappella

la mia slave non più impertinente


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