i racconti erotici di desiderya

Scende la neve sui miei ricordi

Autore: Fantasypervoi
Giudizio:
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Commenti: 1
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Guardo oltre il vetro, oltre i fiocchi bianchi che teneramente accarezzano la terra ammantandola: sembra abbiano paura di farle male tanto dolcemente s’adagiano.
Lo sguardo va oltre lo spazio visivo e segue un ricordo.
Anche quel giorno scendeva la neve…
Erano tante le cose che mi potevano portare a pensarti, uno di queste, forse la più intensa, nella sua leggerezza, sta scendendo dal cielo in questo momento.
Sudati e bagnati: ricordo anche questo.
I ricordi, ormai stimolati, riaffiorano e, come questi fiocchi di neve, s’intrecciano.
Tornano alla mente le mani unite, incuranti del freddo, felici d’essere insieme e di vivere quel momento.
Come tremavi aspettando che io accendessi il camino…
Nella mia testa di maschio narcisista, mi ero illuso che i tuoi brividi erano per la tensione di essere con me in quella stanza.
Troppo semplice pensare che tu avessi solo freddo: troppo riduttivo sminuire il momento della passione e dell’orgoglio maschile.
Ti guardavo, mentre cercavi di scaldarti: in realtà, lo sguardo era attratto dalle forme dei seni che aderivano alla camicia bagnata.
Come avrei voluto stringerli, possederli volgarmente: come avrei voluto essere il lupo, invece che l’agnello…
Ero contento d’essere ancora bagnato: così, non avresti riconosciuto il sudore dell’emozione.
Ascoltavo le tue frasi ironiche sulla messa in piega andata a farsi friggere, per colpa di quella tempesta di neve, che avevamo incontrato al ritorno della nostra passeggiata; era ben altra la tempesta che portavo dentro io.
Affascinato, ti guardavo asciugare i capelli biondi: il movimento frenetico delle braccia creava un’involontaria danza erotica del tuo corpo; ero completamente perso dai movimenti dei seni, il loro ballo accresceva il mio desiderio.
Ricordo il tuo sguardo liquido, quando, t’accorgesti della mia tensione ormonale: i capelli furono lasciati al loro destino, mentre l’asciugamano nero cadeva per terra.
Niente parole…
Sguardi e attimi lunghi una vita, ricordi indelebili.
Due metri, forse meno, tra noi due, ma sembravano chilometri.
Quasi non respiravo, quando, cominciasti a muoverti intonando la musica di nove settimane e mezzo: guardavo ammaliato le dita giocare con i bottoni della camicia, ero talmente ipnotizzato da quell’atmosfera, che mi sembrava di sentire il rumore dell’ unghia accarezzare il primo bottone.
Quei seni tanto agognati, stavano per essere liberati;
“ Dai, apri quel maledetto bottone”…pensavo.
La lentezza esasperata dei gesti, era in palese contrasto con l’erezione veloce e violenta che spingeva sotto i calzoni.
Sentivo il suo sguardo sul mio cazzo, mentre alzava la gonna.
Niente parole…
Ero seduto sulla poltrona nera, completamente bloccato dalle mie sensazioni, la testa mi diceva di alzarmi e andarle incontro, ma, un macigno d’emozioni mi teneva legato a quel morbido contenitore di sederi.
“ Rilassati…cerca di pensare qualcosa che non sia sesso, o vieni prima di essere toccato” pensai ancora.
Guardavo lei in piedi e gli slip che scivolavano dalle caviglie adagiandosi al pavimento: la guardavo incredulo di tanta fortuna; lei più grande, più esperta, più sicura, lei disponibile…
Niente parole, mentre la distanza tra noi veniva annullata.
Caos, paura, confusione mentale…
Il mio pensiero era a lei nuda sotto la gonna, mentre le sue mani erano sulla mia cerniera.
Tremavo…
C era un caldo bestiale in quella piccola stanza a causa del camino e io tremavo…
Il mio sesso paonazzo e violaceo, fu scaldato dalla sua bocca capiente e venne sapientemente coccolato.
Chiusi gli occhi pregando Dio di resistere il più possibile, ma non ci sono ne Dio, ne santi che tengano, in certi momenti.
La mia esplosione veloce tra le sue labbra, fu una cocente delusione per il mio ego: la consistenza dell’erezione rimasta inalterata, il mio orgoglio.
Vidi il suo sorriso compiaciuto, mentre saliva sopra le mie ginocchia.
Niente parole…
Ricordo quelle dita affusolate attorno alla gonna rialzata.
Ricordo quel calore improvviso, così diverso dal tepore della bocca e poi lei, stupendamente lei…
Scende la neve e passano gli anni, sbiadiscono i colori sui miei ricordi, ma lei, tornerà prepotente a scaldarmi il cuore ogni volta che scenderanno i primi fiocchi…

Ps Con questa piccola storia, chiudo l'anno 2010: aiguro buone feste e felice anno nuovo a tutti coloro che mi hanno sopportato.
Vado a fare un poco di esperienze erotiche, così poi avrò qualcosa di nuovo da scrivere...
Ma esiste qualcosa di nuovo?
Un bacio a tutte le mie ragazze e una stretta affettuosa ai miei lettori.
f
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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Mplf1 Invia un messaggio
Postato in data: 08/01/2013 12:16:57
Giudizio personale:
raramente si legge cose cosi belle . complimenti.


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