i racconti erotici di desiderya |
Rosa mon amour |
Rosa mon amour
Una mattina come tante altre mi reco a comperare il pane nel negozietto sotto casa quando mi imbatto in Rosa, una signora sulla cinquantina che nn vedevo da piu’ di un anno. Rosa ed io ci conoscevamo molto bene un tempo. Per diversi anni il sabato uscivamo insieme poiché i nostri figli erano compagni di scuola, ma poi i figli sono cresciuti e noi ci eravamo persi di vista e le uniche notizie che avevo di loro erano dovute ad un mio amico che aveva mantenuti dei rapporti. Durante la nostra amicizia, anche per via del fatto che abitavamo vicini, e che i miei figli anadavano spesso a giocare con i figli di Rosa ero diventato presso Rosa come un parente, uno zio. Rosa aveva infatti oltre a Sonia, un altro figlio più grande, avuto molto giovane, come regalo di una relazione terminata praticamente prima di cominciare. Poi aveva conosciuto Mario, anch’esso con alle spalle una infelice esperienza matrimoniale e dalla loro storia era poi nata Sonia. Sonia era una bella ragazza. Ma ritorniamo a quella mattina. Sapevo che Sonia nel frattempo si era sposata, come avevo saputo che Rosa aveva divorziato. La cosa invece che non sapevo era che Rosa si era trasferita nel mio palazzo, nell’altra entrata, dove aveva acquistato un appartamento e dove viveva ormai sola. Rosa mi chiese molto garbatamente se avessi voluto andare con lei nel bar di fronte per prendere un caffè. Non mi invitava a salire da lei in quanto trasferitasi da poco disse che aveva ancora un gran disordine. Accettai. Al tavolino del bar cominciò a raccontarmi la sua vita nell’ultimo periodo. Mi raccontò del matrimonio di Sonia, del fatto che il figlio che per lavoro era stato trasferito in un’altra città fino ad arrivare quasi a sfogarsi con me per la rabbia verso il marito che praticamente l’aveva tradita per oltre 10 anni con la sua migliore amica, senza che lei se ne rendesse conto. Il tempo, tra una sigaretta e l’altra trascorse veloce. Ci congedammo con lei che mi disse che più avanti, non appena si fosse sistemata, potevo passare da lei a bere un caffè. Mi disse infine che le aveva fatto piacere fare due chiacchiere con me, e che dovevo considerare l’invito come un obbligo nei sui confronti. Le promisi che me ne sarei ricordato e ci salutammo. Tornato a casa comincia a riflettere su quello strano incontro. La prima cosa che pensai fu che Rosa, nonostante l’età non più giovanissima e nonostante i duri colpi che aveva subito, era ancora decisamente una donna affascinante. Non molto alta, il fisico un po’ in carne ricordavo che si teneva ancora in forma passando le mattinate tra la palestra ed il centro estetico. Del resto il marito guadagnava un sacco di soldi e certamente anche in questo momento non doveva certamente fargliene mancare. Ricordavo inoltre che una cosa contraddistingueva madre e figlia: un seno generoso ed abbondante. In tutta onestà più di una volta l’occhio mi era scappato sul culo o sul seno di Rosa,. Come donna mi intrigava parecchio e devo ammettere che qualche volta mi era capitato pure di trombarmi mia moglie, pensando a Rosa. L’idea di riuscire a trombarmi Rosa prese insomma corpo. La situazione però andava gestita in maniera accurata. Di sicuro non potevo pensare di presentarmi a casa sua e di saltargli addosso. Conoscendola poi, di sicuro non sarebbe stata un’impresa facile. Dovevo quindi procedere cauto oltre che cercare di essere il più discreto possibile. Lasciai passare un po’ di tempo, finchè una mattina presi coraggio. La macchina era nel cortile per cui quasi certamente era in casa. Suonai il campanello. Il cuore mi batteva forte. Purtroppo probabilmente era uscita. Sto per andarmene quando una voce assonnata chiede chi fosse. “Ciao, sono Antonio, sempre valido l’invito per il caffè?” “Mi hai svegliato…ma che ore sono?” “Quasi le undici” “Scusami, ma ieri sera ho fatto un po’ tardi…comunque entra…sono al secondo piano”. Salgo e trovo una porta socchiusa. “Permesso” “Entra pure, accomodati, arrivo subito…”. Entro e chiudo la porta. Rosa arriva, capelli un po’ arruffati, vestaglietta corta bianca, praticamente trasparente, sotto la quale si poteva intravedere tutto senza molta immaginazione: due seni lasciati in balia della gravità su quali capeggiavano due magnifiche aureole. Per poco non svengo. “Beh che fai li impalato? Pensi di rimanere sull’uscio tutta la mattina?”. Rosa mi fa accomodare sul divano. “Caffè allora?” “…si, grazie…scusa la scortesia si può fumare?” Ero decisamente nervoso…”Certamente fai pure…io intanto vado a preparare il caffè”. Mi accendo una sigaretta. “Fatto le ore piccole ieri sera?” “Già, sono andata a ballare…” Ecco un altro particolare di Rosa che mi era tornato alla mente. Era un’ottima ballerina e ricordo che lei ed il marito spesso la sera andavano a ballare… “Certo farai fatica a trovare un ballerino alla tua altezza…” “Il problema non è tanto trovare il ballerino…di cavalieri è sempre pieno…il problema è trovare quello il cui scopo finale non fosse un altro…” “Mica ti spiacerà essere corteggiata, in fondo sei ancora una donna in splendida forma…” “Il fatto è che io vado in discoteca per ballare e non per rimorchiare…solo che voi maschietti come vedete una donna sola o accompagnata da qualche amica, partite per la vostra strada e pensate solo ad una cosa…” Come dargli torto… ”In questo momento l’ultima cosa che mi interessa è cercare un altro uomo…ho tutto quello che mi serve…posso fare ciò che voglio senza dover rendere conto a nessuno di ciò che faccio…e poi per quell’unica cosa che senza voi maschietti non si può fare, ti garantisco che dopo certe delusioni riesci a farne tranquillamente a meno…” “Forse hai ragione…comunque se qualche volta vuoi posso accompagnarti io a ballare…” Che uscita infelice…mi sto cacciando in un vicolo cieco…meglio cambiare discorso… Per fortuna Rosa arriva con il caffè e si accomoda sul divano al mio fianco. Non posso non ammettere che nel momento in cui si è piegata per poggiare il vassoio non ho potuto fare a meno di dare una sbirciatina dentro la scollatura….mamma mia che visione… La ringrazio per il servizio, le chiedo quanto zucchero, la servo e gli offro una sigaretta che lei accetta volentieri. Poi facendo finta di nulla ricomincia a parlare delle delusioni che ha subito negli ultimi tempi e del fatto che faccia fatica a fidarsi ancora degli uomini. Stiamo ancora parlando quando le suona il cellulare. “Ciao Sonia…già finito?...beh se vuoi puoi fermarti a pranzo da me…no che non disturbi…ti aspetto…ciao piccola.” Era la figlia che quindi sarebbe passata di li a poco. “Era Sonia…passa tra una mezz’oretta…”. Per un fatto di discrezione preferivo che questa visita rimanesse un segreto tra me e Rosa. Proprio mentre pensavo queste cose Rosa mi anticipa:” Senti Antonio, non so cosa tu ne possa pensare, ma a me farebbe piacere fare due chiacchiere con te di tanto in tanto…però vorrei che questo possa rimanere un piccolo segreto tra noi due…per quanto riguarda la tua proposta di prima, a me farebbe piacere andare a ballare con te, ma un conto è se ci troviamo PER CASO in un locale, un conto è se ci rechiamo assieme…la gente alle volte corre fin troppo con la fantasia e non vorrei che poi comincino a circolare strane voci….” Non sapevo che dire…era come se mi avesse letto nel pensiero…Anzi no, era come se mi avesse inaspettatamente aperto una starda dentro la quale sicuramente mi sarei buttato… Finita la sigaretta capisco che per non rischiare strani incontri era meglio togliere il disturbo. Rosa allora decide di farmi vedere la sua nuova casa, prima di congedarmi. Mi fa vedere tutta la casa tranne la stanza da letto…”Sai, non vorrei tu ti spaventassi per il disordine…” “Non c’è problema...ci convivo da anni…” “Allora se non vuoi altro, questa è la mia alcova…” Apre e vedo la sua stanza…sinceramente di come fosse arredata non me ne poteva importare di meno…Rosa però si accorge del reggiseno caduto a fianco del letto e si china a raccoglierlo. Inutile dire che la vestaglietta non è stata in grado di seguire il movimento repentino…Mi trovo così di fronte inaspettatamente il suo bellissimo culo e noto che indossava un tanghino bianco che si infilava scomparendo tra le rotonde natiche. Se non avessi saputo che di li a poco arrivava la figlia, giuro che le avrei cinto i fianchi e l’avrei accomodata sul suo lettone…Rosa si gira come se nulla fosse. “Te l’ho detto che c’era un gran casino…beh adesso è ora che mi prepari…” Così dicendo mi accompagna alla porta. Io ancora scioccato dalla visione avevo perso l’uso della parola…“Allora ciao… spero che torni a trovarmi…magari non il giovedì mattina perché il mercoledì sera di solito vado a ballare…e poi Sonia il giovedì non lavora e spesso passa a trovarmi…” “Puoi contarci…” Scendo le scale e mi dirigo verso casa. Il mercoledì sera c’era una sola discoteca nella zona che suonava il liscio, Dopo essere passato al bar a fare due chiacchiere e bere due birre con gli amici, decido di farci un salto. La macchina di Rosa era parcheggiata nel piazzale. Entro e mi dirigo al banco del bar. Comincio a guardarmi in giro. Ecco Rosa, è con un gruppo di amiche. Mi vede. Si alza e fa per dirigersi verso i servizi. All’ultimo cambia strada e me la ritrovo di fianco. Era vestita con una gonna lunga nera sopra la quale una maglietta scura attillata metteva in bel risalto le sue grazie. Uno spacco generoso permetteva di vedere le gambe tornite, avvolte in una calza a rete nera. I tacchi la facevano poi sembrare più alta di quanto in realtà non fosse. Era inoltre truccata, e rispetto alla mattina che l’avevo vista appena alzata, sembrava avesse una decina di anni in meno. Era a dir poco intrigante. “Come mai da queste parti?” “Mah, cercavo una signora a cui volevo chiederle un ballo…” “E la signora credi che potrà accettare il tuo invito?” “Spero di si.. altrimenti vorrà dire che le offrirò da bere e poi toglierò gentilmente il disturbo…cosa posso offrirti?” “Un martini con ghiaccio grazie…” Inutile dire come finì la serata. Il ballo fu rimandato ad un’altra occasione, in compenso riuscimmo a finire due drink card parlando per un paio d’ore inizialmente al banco, poi su un divanetto. Ad un certo punto le sue amiche vennero a chiamarla. Lei si scuso con loro trovando e visto che non mi conoscevano, mi presentò loro come un suo carissimo cugino che non vedeva da tanto tempo. Ci salutammo, ma quella sera capii di avere probabilmente conquistato la sua fiducia. Non successe nulla, ma in qualche modo mi fece capire che stavo entrando ed ero ben accetto, nel suo mondo. Ci scambiammo i cellulari come due adolescenti e ci salutammo, non prima di averle promesso che sarei passato molto presto per bere nuovamente il suo ottimo caffè. Trovare una mattinata libera fu un vero problema. Dovetti quindi attendere la settimana seguente. Nel frattempo le mandai qualche sms spiritoso con qualche battutina che lei ricambiò. Era mercoledì e le mandai un sms per chiederle se fosse in casa. Mi rispose che purtroppo non sarebbe rientrata prima delle 17, ma che se volevo potevo passare dopo quell’ora. Alle 17.30 puntualissimo suonai il campanello. Lei non chiese nemmeno chi fosse e mi apri. Venne sull’uscio e mi fece accomodare. Vista l’ora convenimmo come fosse più logico bere uno spumantino, piuttosto del caffè. Tra una sigaretta e l’altra, la bottiglia di prosecco finì e propose di aprirne una seconda. Ovviamente accettai. Mi disse che per la serata aveva in progetto di andare a ballare, ma che non ne aveva poi molta voglia. Fece un giro di telefonate alle amiche con cui era d’accordo ed a tutte asserì di avere un insopportabile mal di testa. L’ultima telefonata risultò però quantomeno strana. Telefonò alla figlia dicendole che sarebbe uscita con le sue amiche, che non sapeva dove erano dirette e che certamente avrebbe fatto tardi, motivo per cui l’indomani se avesse voluto passare a trovarla doveva venire dopo le 11. Riposto il telefono, come se nulla fosse:”Ti fermi a cena?” “no grazie non vorrei disturbare…” “Ma quale disturbo… guarda che non è un invito, è un obbligo…” e mi fece un sorrisetto strano. “ …e poi una volta non dicevi che ero la miglior cuoca del mondo?” detto questo mi diede un bacio sulla guancia e mi disse di seguirla in cucina dove si sarebbe cimentata ai fornelli. “ se non ti offendi accetto l’invito, ma preferirei passare un secondo da casa…anzi facciamo così, dammi un’oretta, vado a darmi una rinfrescata, passo di sotto al cinese e la cena la porto io già fatta…”. Accettò la proposta. Feci tutto come da programma e mi presentai cena alla mano, bottiglia di spumante millesimato e rose. Quando mi vide sull’uscio con le rose mi venne in contro, mi abbracciò e mi diede un bacio sulla bocca. Ci accomodammo a tavola. Rosa si era cambiata e truccata. Era uno schianto. Indossava un vestito nero lungo sotto il quale si intravedeva un tanga nero i cui pizzi venivano messi in risalto ogni qualvolta doveva piegarsi. Il decolté lasciava immaginare la presenza di un reggiseno a balconcino che sembrava potesse esplodere da un momento all’altro. Aveva per l’occasione indossato dei sandali molto alti neri laccati ed un collier che faceva bella mostra di se sul davanzale. Il trucco era piuttosto sobrio, non volgare, e notai che sia le unghie delle mani che quelle dei piedi erano state ripassate con dello smalto rosso. La sua visione nel complesso mi inebriava. Cenammo e bevemmo dell’ottimo vino bianco, ma senza esagerare. Finimmo bevendo il caffè. Ci trasferimmo poi in salotto con lo spumante e due calici. Brindammo alla serata fantastica. Rosa mi disse che le sembrava di essere tornata in dietro di almeno vent’anni, io preferii evitare ogni commento che potesse in qualche modo rovinare l’atmosfera che si era creata. Ad un certo punto Rosa mi fece capire che le girava un pochino la testa e ne approfitto per sdraiarsi e poggiare la sua testa sulle mie gambe. Io cominciai a carezzarle i capelli. D’un tratto si alzò, mi diede un bacio fugace sulla bocca e mi disse di scusarla un secondo. Uscendo dal salotto abbasso le luci. L’atmosfera era fantastica. Ormai avevamo entrambi capito dove ci avrebbe portato questa serata, ma nessuno dei due sembrava avere il coraggio per fare la prima mossa. Mi decisi. Quando sarebbe tornata l’avrei abbracciata e baciata con passione. Non fu necessario. Rosa ritornò vestita solamente dei sandali e di una lunga vestaglia bianca. Mi alzai e le uniche parole che riuscii a pronunciare furono: “Sei bellissima.”. Lei si avvicinò e chiese se potevo farle un massaggio alle spalle e alla schiena. Le indicai il divano, ma lei mi disse che di là saremmo stati più comodi. Mi disse di seguirla e solo nel momento in cui si girò vidi che la vestaglia sulla schiena era completamente aperta. Inoltre potei facilmente capire che oltre a quella non indossava nessun altro indumento. La sua stanza era illuminata dalla luce di due candele e nell’aria vi era la fragranza alla vaniglia dell’incenso che stava bruciando sul comò. Si distese sul letto ed io al suo fianco comincia a massaggiarla. Andai avanti per alcuni minuti, poi il massaggio cominciò a diventare sempre più intimo. Senza dire nulla fece cadere le spalline e mi invitò a sfilargli la vestaglia. Finalmente, come in un sogno potevo vederla in tutto il suo splendore. Le erano rimasti solo i sandali allacciati alle caviglie, ma la loro presenza non faceva altro che intrigarmi maggiormente. Comicia a baciarle il collo, le spalle, poi scesi sempre più giù fino a soffermarmi sui glutei. Rosa socchiuse le gambe. Finalmente potevo intravedere la sua micina. Comincia con le mani ad esplorarle il corpo. Raggiunsi i seni, mentre con la lingua le stavo ripassando i buchetti. Rosa era un autentico fiume in piena. E ciò nonostante l’età. Non immagino come potesse essere stata a vent’anni!!! Ad un certo punto Rosa si gira mettendomi davanti alla bocca la sua micia in tutto il suo splendore. Con la mia lingua prendo subito confidenza con il suo clitoride. L’odore acre della sua figa stava ormai superando di gran lunga quello dell’incenso e ciò mi inebriava. Il suo respiro si stava facendo sempre più affannoso. Le gambe si allargarono maggiormente. Le mie dita comiciarono allora ad esplorare il canale principale, mentre con la lingua continuavo la mia battaglia con il clitoride. Indice e medio erano già dentro Rosa. A questo punto avvicinai l’anulare al suo secondo buchetto, dove, vinta la resistenza iniziale, riuscii ad entrare tranquillamente. Scesi poi con la lingua tra i due buchetti ma lei non me lo permise, mi prese con forza per i capelli facendomi capire che il giochetto con il clitoride non le dispiaceva affatto. Stava per scoppiare, ma non era in quel modo che volevo farla venire, dopo probabilmente oltre un anno di forzata astinenza. Mi liberai della sua presa e feci appena in tempo a togliermi scarpe, maglia e maglietta. “Dove scappi!!!” Mi prese, mi distese sul letto, finì di spogliarmi ed accolse il mio cazzo tra le sue labbra. Mi faceva impazzire!!! Leccava e succhiava con arte, ed in poco tempo mi sbrodolò tutto. Ad un certo punto sentii prima un’unghia, poi un dito fare pressione sul mio culo. Era la prima volta che mi accadeva una cosa del genere, ma le lasciai fare. Lei poi pian piano risali finche le nostre bocche si incontrarono. Era il nostro primo bacio. Le nostre lingue iniziarono a giocare, scambiandosi gli umori precedentemente assaporati. Le nostre mani erano libere di toccare ed esplorare i nostri corpi. Il mio cazzo, forse per l’agitazione, o forse per l’alcool, non era al massimo del suo splendore, ma ciò in definitiva fu un vantaggio in quanto mi permise di controllarmi. A questo punto la presi e la voltai. Quindi la attirai sopra di me. Cominciai nuovamente col baciarle il collo e stuzzicarle i lobi. Lei sembrava apprezzare, di tanto in tanto cercava la mia lingua e le nostre bocche si scambiavano baci di passione. Con le mani mi ero dedicato nel frattempo ai seni. Erano morbidi e tendevano a cadere ai lati del suo corpo. I capezzoli erano comunque piuttosto turgidi e perfino le larghe aureole risaltavano al tatto. Scesi poi nuovamente con le mani verso la micetta che nel frattempo si era leggermente rasciugata. Bastò però il contatto con le mie mani per fare in modo che tornasse nuovamente a riempirsi dei giusti umori. Nel frattempo il mio cazzo si stava facendo massaggiare dal movimento dei suoi glutei e le sue mani, dapprima aggrappate alle lenzuola stavano ora dando una mano alle mie nello stuzzicarle la micia. Rosa si avvicinò ad un mio orecchio, mi leccò, mi morse e poi mi sussurrò:”SCOPAMI…”. Molto lentamente la feci scendere, quindi mi alzai dal letto. “Dove vai!??” “A prendere un profilattico nel portafogli…” “Non serve…non posso più avere figli…e poi voglio sentirti dentro di me nudo, senza che tra i nostri corpi ci sia nulla…vieni…”e dicendo ciò si sdraio sul letto allargando bene le gambe…”vieni…sfondami…” Mi avvicinai al fondo del letto e cominciai leccandole un piede ancora avvolto nei sandali…poi risalii con la lingua fino alla micia per un ultimo salutino. Risalii ancora soffermandomi questa volta sulle immense tettone, poi, nel momento in cui le nostre bocche si incontrarono, anche i nostri corpi si unirono. Iniziammo una scopata lenta e passionale. Lei inarcò il grembo e piegò le gambe. Io mi alzai un attimo sostenuto sulle braccia, ma lei non mi lasciò…voleva i nostri corpi uniti il più possibile. Ad un certo punto mi spinse di lato a fu lei a salirmi sopra. Era a cavalcioni sopra di me. Lei dava il ritmo. Le sue tette venivano sballottate di qua e di la’. La loro visione risveglio del tutto il mio cazzo che si mise a rifiorire in lei. Rosa sembrava apprezzare molto la cosa. Emetteva dei lamenti che sembravano grida soffocate. Probabilmente non voleva rendere partecipi i vicini della nostra unione. Era fantastico. Ben difficilmente, avevo trovato una simile intesa sessuale con un’altra donna già al primo incontro. Sembrava che entrambi conoscessimo i giusti interruttori per far impazzire l’altro. Di tanto in tanto si inarcava ed io potevo apprezzare meglio il movimento delle tettone, mentre lei si sentiva ancora più riempita. Poi non appena si riabbassava potevo saggiare i sui capezzoloni con la mia lingua. Con le mani, dapprima impegnate nello stuzzicarle le tette, passai a cingerle lo splendido culo. Le palpavo le natiche, poi risalivo con le mani lungo la schiena, per finire col soffermarmi nuovamente tra i glutei. La cosa le piaceva, soprattutto quando con le dita mi avvicinavo e stuzzicavo il suo secondo buchetto. Poco alla volta mi dedicai allora al suo forellino. Mentre con una mano tenevo allargate le natiche, portai il medio alla mia bocca e lo leccai. Lei capendo al volo le mie intenzioni volle dare il suo benestare alla cosa e si mise il mio dito in bocca, lo baciò, lo mordicchiò e lo leccò ben bene prima di lasciarlo libero di fare ciò che entrambi sapevamo. Scesi col dito in mezzo al suo culo fantastico e comincia a stuzzicarla. Ben presto la resistenza fu vinta e riuscii ad entrare in lei con quasi tutto il dito. Stava impazzendo. Non contento feci spazio per il medio e questa volta le infilai due dita nel culo. Era ormai chiaro che stava per venire. Sarebbe stata questione probabilmente di attimi, ma poi sarebbe esplosa. Sentivo infatti la sua figa farsi sempre più avvolgente e stretta finchè ad un certo punto ci fù un autentico terremoto. Il suo respiro si fece sempre più affannoso, i suoi urletti sempre più incontrollati fino a quando dapprima il culo, poi anche la figa cominciarono a pompare come mai prima di allora avevo sentito. Stava letteralmente svenendo di piacere. Io avrei potuto tranquillamente inondarla con il mio sperma, ma cercavo di controllarmi per fare una cosa che avevo sempre sognato. Capii che era il momento di levarle le dita dal culo. Lei si staccò da me e si sdraiò esausta al mio fianco. Le salii sopra portando il mio cazzo all’altezza delle sue tette. Lei capii al volo cosa desideravo e strinse le sue immense e morbide tettone attorno al mio cazzo. Il gioco però non la soddisfaceva così, tenendomi il cazzo con una mano scivolò sulle lenzuola fino ad arrivare a mordicchiarmi lo scroto. Intanto con l’altra mano mi esplorava le natiche. Ormai ero arrivato al culmine dell’eccitazione. Prima le avvicinai nuovamente il cazzo alla bocca, poi lo ripresi tra le mie mani e sceso nuovamente sopra le tettone la inondai ci sborra calda. La riempii tra le tette, ma alcuni schizzi le arrivarono in faccia e sui capelli. Avevo avuto un orgasmo stratosferico. Poi esausto mi lasciai andare. Eravamo entrambi sfiniti. Lei si avvinghiò a me e così ci addormentammo. Le luci dell’alba mi svegliarono. Saranno state si e no le 6. Dopo una decina di minuti mi alzai e mi diressi in bagno. Tornato nella stanza trovai Rosa rigirata su un fianco. La visione del suo culo, oltre al fatto che stesse dormendo con ancora i sandali addosso, risveglio di colpo i miei sensi. In un attimo mi misi a baciarle le natiche. Rosa si girò ed allora cominciai a leccarle la micia. In meno di un attimo la lingua scorreva immersa dei suoi umori. Con le mani le allargai le labbra e cominciai a leccarle con foga il clitoride ormai molto più che sveglio. Nel giro di pochi minuti Rosa venne ed il suo corpo di fu percorso da una serie di fremiti. Risalii lungo il suo corpo e la baciai. Rosa intanto con una mano aveva incominciato a stuzzicarmi il cazzo. Ad un certo punto scese e cominciò un pompino di quelli con la P maiuscola. In breve tempo le venni in bocca. Mentre lei ingoiava il mio corpo era percorso da scosse che mi sconquassarono. Ci baciammo nuovamente, poi decidemmo che era ora di alzarsi. Facemmo la doccia assieme baciandoci come due innamorati. “E’ stato fantastico…non avevo mai provato nulla di simile..sarà per via della trasgressione che si prova andando a letto con padre degli amici dei miei figli…sarà che sei stato dolcissimo…fatto sta che mi hai fatto oltrepassare ogni limite… Mentre mi rivestivo le osservavo il culo…già, …Pensando a ciò, e decisi che era arrivato il momento di togliere il disturbo. Ci salutammo, entrambi certi che ci saremmo rivisti molto presto… graditi eventuali commenti… ondatv@libero.it saluti antonio da otranto |
I vostri commenti su questo racconto | ||
Autore: | Mariob | Invia un messaggio |
Postato in data: | 23/01/2007 18:44:32 | |
Giudizio personale: |
Complimenti per la proprietà e la padronanza del linguaggio. Ma ancor di più per la delicatezza e la profondità del rapporto. Io credo che Rosa debba ringraziarti più che per la pur pregevole fisicità, per la maturità ed il fascino del tuo corteggiamento, rispettoso e degno di vero gentiluomo. Ciao. MarioB |
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