i racconti erotici di desiderya

Rimini per lavoro


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Come al solito, in viaggio di lavoro direzione Rimini. Faccio l’Adriatica la mattina presto per presentarmi in un’azienda per dei macchinari elettronici.

Devo fare un corso di preparazione che dura 3 giorni e la cosa per certi versi non mi andava ma nello stesso tempo, rimanere un paio di giorni fuori dalle balle mi avrebbe fatto riposare un pochettino e staccare la spina dal solito ufficio.

Al corso partecipavano anche dei colleghi di Roma e l’appuntamento era direttamente in azienda per prendere visione degli orari per poi proseguire in albergo e confermare le camere.

Giunti in azienda con mio stupore vidi una donna del gruppo dei romani: molto giovane e spigliata; era una new entry in ditta e doveva iniziare a fare esperienza con le apparecchiature, anche se la mansione principale era di rimanere in ufficio e lavorare con le carte e fatture varie.

Ci presentammo tutti e alla fine dell’orario di lavoro chiesi a Laura ( nome finto ) in quale albergo avessero prenotato e con discrezione domandai pure se il fidanzato eventuale fosse lì con lei.

Lei rispose che il fidanzato era a casa e non lavorava nella stessa azienda ma faceva l’insegnante e l’albergo era lo stesso di tutti dato che il prezzo sarebbe stato più conveniente per le ditte se avessimo prenotato in compagnia.

Durante la conferenza dove ci spiegavano le “utilities” delle nuove apparecchiature io non smettevo di guardare Laura, le sue gambe sotto quella gonnellina a tubetto e i seni che sembravano due piramidi appuntite sotto la camicetta bianca.

Le labbra avvolte in un rossetto rosso vermiglio sembravano delle fragole mature e pronte per essere assaggiate e gustate.

Lei con la coda dell’occhio capiva che la stavo osservando e ogni tanto si girava verso di me lanciandomi dei sorrisi e con gli occhi e dei gesti mi faceva capire che si stava annoiando.

Certo il viaggio si faceva sentire e anche l’ora tarda e la fame cercavano di prendere il sopravvento.

Finita la lezione l’appuntamento era per la mattinata di domani e quindi ci recammo in hotel.

A pranzo si sedette vicino a me e fu piacevole scambiarsi notizie sulla sua vita, il ragazzo e la mia famiglia.

Andammo in camera e lei era accanto alla mia e con un sorriso mi licenziò.

In camera iniziai a spogliarmi per rimanere tutto nudo con l’intenzione di fare una doccia quando dalle pareti sentì che lei stava facendo lo stesso.

Iniziai ad immaginare quel suo corpicino, i sui fianchi, il seno appuntito e il culetto ben tornito.

Immaginai la sua fichetta ben curata con pochi peli ed entrato nella doccia avevo già il cazzo duro e dritto.

Finita la doccia misi un asciugamani e con la sigaretta mi affacciai alla finestra: lei era lì che fumava e parlava al cellulare con il fidanzato; un po’ arrabbiata.

Lo si capiva dal tono e da come tirava la sigaretta.

Finita la telefonata, mi scusai che non era mia intenzione ascoltare e che con i capelli neri bagnati era molto carina.

Lei sorrise e mi disse se volevo venire in camera per fumare insieme e chiacchierare un po’: “guarda che puoi venire anche così con l’asciugamano e che se volevo potevo asciugarmi da lei tanto non si faceva scrupoli avendo tre fratelli in casa” escamò.

La cosa mi piacque e di soppiatto entrai in camera sua e accesi un’altra sigaretta insieme a lei sulla finestra.

Lei aveva l’asciugamani fino a coprire i seni ma essendo corta arrivava a coprire a stento i glutei che si intravedevano quando si appoggiava sul davanzale.

Con la scusa di andare in bagno facevo avanti e dietro per poterla ammirare quei glutei da dea fino a quando lei non si chinò ancora di più a mostrarmi la fica da dietro.

Capì subito il segnale e mi appoggiai dietro di lei con il mio cazzo che faceva capolino fuori e iniziai a baciargli i capelli.

Lei iniziò a inarcare la schiena offrendomi quel culetto splendido e rotondo ancora bagnato; tolto quel panno iniziai a scivolare con la lingua su tutta la schiena fino sulle natiche e a leccargli il buchetto del culo.

Laura hai un culo da favola gli dissi e continuai a leccargli lo sfintere fino a penetrare la lingua dentro.

Il profumo del balsamo mi aveva inebriato il cervello e con le dita che avevano preso possesso della sua fica sentivo il lago di umore femminile che imbrattava la mia mano.

La tenni con una mano sulla spalla e iniziai a penetrarla dietro: il culetto sembrava una voragine; l’avevo lubrificato per bene ma capì che lì la strada era stata aperta da parecchio tempo e che il via vai era all’ordine del giorno.

Sentivo il calore delle sue viscere e ad ogni colpo lei gemeva e tremava: l’orgasmo l’aveva fatta trasalire e iniziava a succhiarmi le dita bagnate del suo sperma femminile.

“Questi giorni non posso rimanere senza un bastone dentro; non mi andava di andare a questo corso” diceva facendomi capire che avrebbe fatto l’amore tutta la notte e nei giorni a seguire.

“Poi il mio ragazzo stasera esce e va a divertirsi”……. “ quello stronzo”…..”sicuramente va a scopare”…….”quindi io voglio fare lo stesso”.

Quelle parole mi infoiarono ancora di più e iniziai a darle dei colpi tremendi, fino a squarciargli il culo e l’intestino.

Parlava a mezze parole e prendeva fiato quando lo tiravo fuori per poi penetrarla con durezza fino a farlo sentire nello stomaco.

Venni dentro di lei come un fiume in piena e lei, tiratolo fuori, si accovacciò per completare il prosciugamento con la bocca.

Ci sdraiammo sul letto: lei con i capelli e il viso sul mio petto e un sorriso malizioso per quella mezz’ora di penetrazione.

Il pensiero sia mio che suo: altri due giorni di sesso sfrenato.

Andai a Roma parecchie volte per ritrovarci in hotel e rivivere le stesse emozioni.

Un saluto alla mia cara amica e collega( non so se legge ma cmq la farò leggere).


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