i racconti erotici di desiderya

Quello che non ti aspetti 2

Autore: ORIONE2007
Giudizio:
Letture: 741
Commenti: 1
Dimensione dei caratteri: [+] - [ - ]
Cambia lo sfondo
.........................

......A quel punto, incredibilmente, Federica si scostò lasciando Sara incredula sdraiata sul sedile, con le sue gambe nude divaricate e un’espressione di desiderio e ingenuità stampata in viso.

Quella brusca interruzione fu come uno schiaffo per Sara che nel giro di qualche secondo si rese conto della situazione, la sua mente era un turbine di pensieri ed emozioni, guardava Federica desiderosa che infilasse di nuovo la mano tra le sue cosce e contemporaneamente si chiedeva che stava facendo. Fu Federica a parlare per prima:

- Siamo in macchina, in un vicolo, tuo marito potrebbe arrivare e vederci, e comunque non mi và in questo posto e in questo momento. Rivestiti, datti una sistemata e usciamo.

Sara non parlava era ammutolita, obbedì passivamente a Federica e uscirono nell’aria fredda della notte. Rientrarono nel locale e raggiunsero Sandro.

- Che avete fatto? E’ mezzora che siete fuori!

- Abbiamo fumato un paio di sigarette e fatto un po’ di pettegolezzi da donne – rispose Federica

- Sara? Stai bene?

- Si … si …… ho solo freddo e ……. Credo di aver bevuto troppo. Voglio andare a casa.

- Ok! Fede vuoi andare anche tu?

- Si, si, è tardi anche per me,andiamo.

In macchina scese il silenzio. Federica guidava tranquillamente con Sandro seduto di fianco a lei su quel sedile che pochi minuti prima aveva accolto il corpo di Sara vibrante di desiderio. Sara stava seduta dietro, con gli occhi chiusi e la mente persa nei suoi pensieri, nei suoi dubbi, nelle sue paure e desideri contrastanti.

Li accompagnò sino a casa e li salutò come tutte le altre volte.

Quando furono da soli nel letto Sandro allungò un braccio sotto il capo di Sara come faceva sempre e posò l’altra mano sul suo fianco cominciando a sfiorarle le labbra con le sue. Sara non sapeva che fare, si sentiva in colpa ma non voleva darlo a vedere. Sandro avvertì la sua rigidezza e le chiese dolcemente cosa avesse per la testa. Lei si sedette sul letto:

- niente … è stata una serata strana …. Sai con quello che è successo al bar ….. e poi Federica – si interruppe di colpo

- In effetti è stata una scena da “brivido”. Secondo me hai bevuto troppo e hai preso freddo. Speravo di scaldarti un po’ e approfittare di te e del tuo stato alcolico – disse sorridendo

- Forse hai ragione tu, ho solo bevuto troppo e preso freddo – e così dicendo si voltò e coricò togliendo ogni fantasia dalla testa di Sandro.

Luca uscì dal locale insieme a Manuela, Elena, Giovanna, Paola, Caterina. Erano tutte e 5 sui 27 anni, Manuela era la più attraente del gruppo, bei lineamenti, capelli castani molto ricci, fisico e movenze sensuali e un sorriso smagliante e accattivante. Elena, la promessa sposa, era una ragazza minuta, molto simpatica e ubriaca, un faccino dolce come una bambina con i capelli sul biondo raccolti sulla nuca e 2 ciuffi lisci lungo le tempie, Giovanna e Paola erano gemelle, entrambi carine anche se un paio di chili in meno le avrebbero rese più avvenenti, entrambe capelli neri e occhi scuri, una ricci e l’altra lisci, una lunghi e l’altra corti. Giovanna in jeans e camicetta aderente, Paola con un abitino scollato da cui si intravvedeva un generoso seno. Caterina sembrava molto castigata. Capelli lisci e castani, lunghi sino a metà schiena, occhiali dalla montatura nera, viso deciso e corpo magrissimo fasciato in un paio di pantaloni neri aderenti che ne risaltavano i glutei marmorei e una maglietta altrettanto aderente che evidenziava il suo corpo allenato. Cominciarono a girare per pub e locali. A ogni sosta si faceva rifornimento di alcol e alle 2,30 erano quasi tutti molto su di giri. Saliti di nuovo in auto Manuela aggiunse ancora un po’ di brio alla serata. Tirò fuori una canna e l’accese. Luca di solito evitava ma quella sera si aggiunse al coro. L’alcol, il fumo, l’ambiente chiuso dell’auto non tardarono a farsi sentire. Erano sulla macchina di Caterina e, visto che erano in 6, dietro si erano pigiati Manuela, le gemelle e Luca. Luca e Manuela erano seduti accanto e lui la guardava con sempre maggiore desiderio, lei se ne accorse e cominciò a posargli una mano sulla coscia. Immediatamente Luca ebbe un’erezione incontenibile e decisamente vistosa nei suoi pantaloni di lana leggera. Manuela lo fissava con un sorriso malizioso e contemporaneamente faceva scivolare la sua mano verso la sua erezione. Luca avvicino il suo volto e cominciò a baciarla avidamente. Le altre ragazze non si accorsero subito di quel che succedeva fino a che Giovanna non cercò di passare la canna a Manuela. A quel punto i due erano già avanti di un passo. Lei gli aveva tirato giù la zip e aveva preso il suo cazzo duro nella sua mano sinistra masturbandolo generosamente, lui le aveva tirato su la maglietta e stava succhiando il suo capezzolo destro.

Fu Caterina a rompere l’incantesimo

- Ehi! Non siete mica soli – seguito da una risata incontrollata

Manuela si sentiva eccitata all’idea di essere sotto gli occhi delle sue amiche e si chino cominciando a leccare e succhiare il cazzo di Luca che non sapeva più dove infilare le mani.

Le amiche rimasero un po’ interdette ma poi cominciarono a divertirsi. Stare li a guardare la loro amica fatta e ubriaca che faceva un pompino in macchina a uno sconosciuto era una cosa nuova ed eccitante. Erano incuriosite e cominciavano ad eccitarsi.

A quel punto Giovanna ebbe un’illuminazione – Elena, tu ti sposi domani, facciamo una pazzia!

- Che vuoi dire? Chiese Elena

- conosco un posto, un locale dove vanno coppie a fare sesso

- Come fai a conoscerlo? E giù risate!

- Non ci sono mai andata ma me ne ha parlato Fabio il mio ex

- Che cosa hai in mente?

- andiamo lì! Entriamo e vediamo che succede, ci lasciamo andare alla trasgressione e all’erotismo per una sera

Ci furono un po’ di risate e di commenti spinti. Paola disse alla sorella che era proprio una gran troia ma la cosa cominciava a prendere interesse. Manuela, che insieme a Luca avevano interrotto le loro faccende per ascoltare la proposta, disse decisa:- ok, per me va bene se viene anche Luca-

Luca non ebbe nessuna obiezione e improvvisamente le amiche si guardarono negli occhi e decisero che era la loro serata.

Il locale era carino ma piccolo, cerano una decina di coppie con età che andavano dai 30 ai 60 anni. Si diressero al bar per un ulteriore giro di drink. In pista ballava una signora sui 35, era quasi nuda e un uomo, probabilmente il marito, le si strusciava addosso a tempo di musica. Fecero un giro per il locale in comitiva. Luca stava dietro Manuela stringendole la vita, palpandogli i glutei e appongiandosi a lei per farle sentire la sua erezione sempre più esplosiva. Lei avanzava sorridendo dietro le sue amiche e ogni tanto prendeva la mano di Luca e se la portava al seno facendolo stringere.

Si buttarono in pista e cominciarono a ballare. Erano tutti e 6 abbastanza carichi ed eccitati. Si avvicinò loro un giovane sulla trentina, un single, e cominciò a corteggiare Caterina. Lei si lasciò andare alle sue avance e si diresse al bar con lui. Intanto Luca e Manuela si esibivano in uno show tutto loro. Lui le aveva tirato su la gonna e affondava le sue mani dentro i suoi slip palpando violentemente i suoi glutei. Lei si strusciava a lui e premeva la sua mano contro il suo cazzo duro.

Al cambio di musica uscirono dalla pista e Paola decise di visitare i famosi privè.

Un lungo corridoio buio su cui si affacciavano stanzette con letti, divani, poltrone e qualche coppia.

Rimasero un po’ a guardare 2 coppie che stavano facendo sesso in un stanza poi proseguirono il loro giro. Arrivati in fondo al corridoio si trovano in una stanza più grossa, illuminata con un grande letto rotondo, un divano circolare e un televisore enorme che proiettava un film hard. Era un’orgia ambientata in una discoteca dove ragazze e ragazzi nudi facevano sesso in mezzo alla pista versandosi addosso panna, birra, champagne. Un groviglio di corpi bagnati, muscoli, tette, culi, vagine depilate, lingue che leccavano, bocche piene di cazzi duri e ansimi di piacere mischiati alla musica.

Manuela prese Luca e lo getto sul letto. Si tolse la camicetta e il reggiseno, si sfilò la gonna e cominciò a slacciare i pantaloni di Luca. Luca non si fece pregare, mentre la baciava e la toccava l’aiutò sfilandosi camicia, cravatta, giacca, scarpe e mutande.

Quando furono entrambi nudi sul letto lei si mise a cavalcioni sopra la sua faccia e si chino cominciando a succhiare il suo cazzo. Giovanna, Paola ed Elena non sapevano più se guardare il film o la loro amica. Erano tutte eccitate, incuriosite e anche un po’ imbarazzate dalla situazione. Non avevano mai visto la loro amica nuda mentre faceva sesso e la scena era incredibile per loro. In quel momento entrarono Caterina con il suo nuovo amico. Salutarono e iniziarono a guardare Luca e Manuela. Mentre guardavano, lui che le stava dietro, iniziò a sbottonarle i pantaloni con una mano, intanto le baciava il collo passando la lingua dietro l’orecchio e palpandole il seno con l’altra mano. Caterina sembrava gradire e prese a sbottonarsi la camicetta, poi si voltò aprì la camicia di lui e iniziò a leccargli e succhiargli i capezzoli. Lui intanto si sbottonò i pantaloni e li fece scivolare giù. Era senza mutande e la sua erezione cominciò a premere contro l’ombelico di Caterina. Lei scese sempre più in basso sino a prendere tra le mani il suo cazzo e iniziò a leccarlo fissandolo negli occhi..

Le tre amiche erano sempre più imbarazzate e sconvolte dal comportamento delle loro amiche. Non sapevano che fare ed Elena, ad un certo punto propose di tornare nel locale. Manuela a quel punto alzò la testa e, mentre Luca continuava a leccarle la fica infilandole un dito nel culo, chiamò le sue amiche

- dove andate?

- Vi lasciamo soli – rispose Giovanna

- Perché? – ribatte Manuela con un gemito

- Bhè che stiamo a fare qui?

- Potreste partecipare! – era Caterina che, in ginocchio davanti al suo amico e con il suo uccello in mano davanti alla faccia, aveva deciso di coinvolgerle

- ma io domani mi sposo! E poi ……. Insomma non me la sento ….. non mi va’

- Proprio perché domani ti sposi dovresti approfittarne – disse Manuela riprendendo a succhiare le palle di Luca

- La cosa a me stuzzica ma non so … mi sento imbarazzata – Giovanna cominciava a calarsi nella situazione e nel pronunciare la frase guardò sua sorella con aria interrogativa

- Vabbè, se a voi piace restiamo ancora un po’ a guardare – decise Paola

- A me eccita da morire l’idea che siate li a guardarmi ma se vi spogliate è anche meglio – Caterina cercava di convincerle

Le tre si sedettero al bordo del letto e guardarono. Caterina, ormai completamente nuda, con il suo amico si misero sul letto vicino a Luca e Manuela..Caterina si sdraiò e lui iniziò a leccarle la fica. Luca e Manuela combiarono posizione. Lei restò carponi e lui le andò dietro. La sua fica era talmente bagnata che il suo pene entrò come un coltello caldo nel burro. Manuela cominciò a gemere di piacere e i colpi di Luca aumentarono di ritmo e intensità. Caterina era sdraiata con la faccia quasi sotto quella di Manuela e il suo amico iniziò a penetrarla. Lei si toccava i seni gemendo di piacere e gurdava il viso di Manuela stravolto di piacere. Si voltò e vide le sue amiche sedute li accanto. Istintivamente prese la mano di Giovanna e se la portò al seno. Giovanna non sapeva che fare ma si prestò al gioco cominciando a palparle il seno mentre Elena e Paola si avvicinavano per vedere meglio. Manuela aprì gli occhi e cominciò a guardare Caterina sotto di se con Giovanna che le palpava i seni. In un impeto di piacere e trans erotica disse a Giovanna di leccale le tette a Caterina. Giovanna la guardò divertita e allargò la sua bocca sul capezzolo di Caterina che gemette ancora più forte. Intanto Luca e l’amico di Caterina si godevano la scena continuando a pompare la loro virilità tra le gambe delle proprie femmine. L’amico di Caterina iniziò ad accarezzare Paola che lo guardava imbambolata. Lei sulle prime si allontanò ma il sorriso di lui la scaldò facendo volare via l’imbarazzo. Era ubriaca, fumata e stava in una stanza con 2 sue amiche che stavano scopando sotto i suoi occhi e sua sorella che leccava le tette di una della due. Si sentiva eccitata e voleva condividere quell’esperienza di gruppo. Si avvicinò all’uomo e iniziò a baciarlo. Le loro lingue presero confidenza e lui allungò la mano sotto il suo vestito sentendo che era già bagnata a dovere. Infilò dentro un dito e lei si strinse ancora di più a lui. Caterina li guardava e godeva, non sapeva neppure più dove si trovava ma non si era mai sentita così libera e disinibita come in quel momento. Sentiva che avrebbe potuto fare qualsiasi cosa, anche quello che non avrebbe mai neppure immaginato. Lui ad un certo punto smise di scoparla si voltò, sfilò il vestito di Paola che da sola si tolse le mutandine e il reggiseno, poi le prese la testa con una mano e le infilò il cazzo in bocca pieno degli umori vaginali della sua amica. A quella visione Caterina iniziò a masturbarsi, intanto Giovanna si era spogliata e si toccava da sola eccitata mentre, oltre alle tette, leccava tutto il petto e il bacino di Caterina. Manuela stava godendo come mai nella vita, Luca la prendeva con un’alternanza di violenza e dolcezza che le interrompevano l’orgasmo prolungando il piacere all’infinito. Dalla sua bocca aperta e ansimante aveva inziato a colare la saliva che finiva sulla faccia di Caterina. Caterina stava li, madida di sudore, e sconvolta di piacere con la bocca aperta a ricevere la saliva di Manuela e con una mano se la spargeva su tutta la faccia. Di nuovo Manuela si rivolse a Giovanna ordinandole di leccale la fica dell’amica. Giovanna non si fece pregare, prese il posto dell’amico, che continuava a farsi succhiare l’uccello dalla sorella, e infilò la faccia tra le cosce di Caterina leccando la sua fica, infilando la lingua dentro la vagina e poi scese al buco del culo e iniziò a leccare anche quello, mentre dalla fica colavano gli umori di Caterina. Manuela comiciò a leccare il viso di Caterina ricoperto della sua saliva e a baciarla infilandole la lingua in bocca.

A quel punto il loro idillio fu interrotto.

- Ehi, dovrebbe essere la mia festa! – Elena era rimasta fuori dal gruppo ad osservare le sue amiche spogliarsi, toccarsi, leccarsi e scopare. Si sentiva intimorita, colpevole di essere li e incuriosita allo stesso tempo. Poi nella sua testa l’erotismo aveva lentamente cominciato ad insinuarsi, quei corpi nudi, quei gemiti, l’idea di trasgredire insieme alle sue amiche la sera del suo addio al nubilato, l’eccitazione e l’euforia dell’alcol e del fumo. Ad un certo punto sentì la voglia crescere e si abbandonò alla corrente che la travolgeva.

Gli altri si voltarono e la videro completamente nuda ai bordi del letto, in piedi con la gambe leggermente divaricate e le mani appoggiate sui fianchi.

- Hai ragione – disse Paola

- Unisciti a noi – continuò Giovanna

- Anzi, visto che è la tua festa avrai un posto d’onore- e nel dirlo Manuela si alzò sulle ginocchia facendo segno a Caterina di spostarsi e lasciarle il posto.

La posero al centro del letto, a faccia in su con le braccia aperte, Paola e Caterina si misero alla sua destra, Manuela e Giovanna alla sua sinistra, Luca in mezzo alle sue gambe e l’amico sopra la sua testa.

Iniziarono a baciarla e far scorrere le loro lingue, l’amico la baciava delicatamente sulla fronte, sulle tempie, sulle guancie, sulle labbra tenendole il viso racchiuso nelle mani, Paola e Giovanna si dedicarono ad un seno a testa incrociando le loro lingue di sorelle fin sotto il mento di Elena. Manuela e Giovanna le allargarono le gambe e, palpandole le cosce fino al linguine presero a leccarle la pancia, l’addome, l’ombelico. Luca iniziò dal ginocchio arrivando lentamente fino alla vagina. Aiutato dalle mani di Manuela e Giovanna che la massaggiavano e allargavano cominciò a leccarla, quando interrompeva una delle amiche infialava dentro un dito e poi lui riprendeva a leccare.

Elena comiciò a gemere ed ansimare, era bellissimo, tutte quelle lingue sulla sua pelle, tutte quelle mani che la toccavano, sfioravano, palpavano. Lo sconosciuto sopra di lei si alzo, avvicino il pene al suo viso e glielo sfregò sulle guancie, glielo batte sulle labbra e infine quando lei apri ingorda la bocca lo infilò dentro. Continuarono così per qualche minuto interminabile poi cambiarono posizione. Luca si sdraiò e misero Elena sopra di lui che la penetrò subito aiutato dalle mani di Manuela che fece da guida e dalla bocca di Giovanna che ricopri di saliva il suo cazzo. Intanto Paola e Caterina si erano aggrovigliate scoprendo quanto fosse piacevole farsi leccare la fica da una donna. Manuela e Giovanna assistevano Elena continuando a leccarle il collo, i seni e infilando le mani tra le sue natiche e le sue cosce. Elena godeva continuava a succhiare il cazzo dello sconosciuto mente Luca la sbatteva con tutte le sue forze. Manuela si avvicinò all’orecchio di Elena e le disse:- voglio vederti prenderlo in culo, voglio che lo prendi in culo, voglio che ti scopino in 2 – Elena tra un gemito e l’altro urlò un si strozzato e si chino sopra Luca. Giovanna cominciò a leccarle il buco del culo infilandoci prima uno poi 2 dita dentro e poi la lingua, leccava, leccava e riversava fiumi di saliva nell’ano dell’amica, Manuela si era presa cura dell’uccello dello sconosciuto. Finalmente lui si mise dietro a Elena, Manuela si sposto davanti a lei per tenerle le mani e guardarla negli occhi, lui cominciò a premere con la cappella sul suo ano bagnato di saliva mentre Giovanna continuava a leccare poco più in alto. Spinse leggermente e sentì un vagito di Elena. Lei era fremente di desiderio e di paura, ma aveva Manuela davanti che la fissava e iniziò a baciarla. In quel vortice senti lentamente il suo ano dilatarsi un po’, poi ancora un po’ e qualcosa di duro e grosso entrare e poi entrare, iniziò a urlare, era dolore e godimento insieme mentre Manuela continuava a leccarle la bocca e il viso. Poi iniziò la sinfonia, Luca da sotto e l’altro da dietro la scopavano sempre più forte, mentre Giovanna le mordeva e schiaffeggiava violentemente i glutei. Il primo orgasmo Elena lo ebbe appena senti aprirsi il suo culo, ma ne seguirono altri a ripetizioni e nel delirio ansimava, piageva, rideva, e urlava di piacere. Sentì la sua voce urlare:- scopatemi! Scopatemi! Rompetemi in due! – Gurdava Manuela davanti a lei e le urlava:- sono una troia, dimmi che sono una puttana, una vacca, voglio che mi sputi in faccia- Manuela l’accontentò e poi si mise in piedi davanti a lei, le prese la faccia si fece leccare la fica dall’amica. Poi si voltò mettendosi a cavalcioni sopra la faccia di Luca. Lui prese a leccarle la fica e Elena il culo. Giovanna si era unita a sua sorella e Caterina scoprendo che sua sorella con lingua ci sapeva veramente fare mentre lei faceva raggiungere l’orgasmo a Caterina con le dita.

Luca non ne poteva più, doveva venire per non scoppiare e lo urlò a squarcia gola. Si fermò e contemporaneamente si fermò anche l’altro. Presero Elena che ormai aveva quasi perso i sensi e la riadagiarono sdraiata sul letto come all’inizio. Si misero sulle ginocchia all’altezza del suo viso e le amiche si radunarono in cerchio attorno a lei. Erano tutti li, la circondavano, Paola, Giovanna, Manuela e Caterina che si toccavano e leccavano a vicenda mentre Luca e lo sconosciuto agitavano i loro cazzi pieni di sperma sopra la sua faccia. Iniziò a masturbarsi anche lei e apri la bocca tirando fuori la lingua. Il primo fu lo sconosciuto, diresse la cappella verso la sua lingua protesa e la inondò con un abbondante getto mentre i successivi si diressero sulle tette e la pancia. Elena lo prese in bocca succhiando tutto quel che restava in attesa di Luca. Luca fu più preciso centrando la sua bocca con tre bei schizzi cremosi e aggiungendo il resto sulle tette. Poi si fece prosciugare anche lui dalla bocca avida di Elena.

Manuela e le altre iniziarono a leccare gli schizzi di sperma sulla pancia e le tette di Elena, raccogliendola tutta e proseguendo a leccare fino al collo e la faccia di Elena, cospargendola di sperma e saliva..

Distrutti ma felici si sdraiarono tutti sul letto in silenzio.

Il giorno seguente Elena convolò a nozze tra la felicità del suo sposo, dei parenti e degli sguardi maliziosi e pieni di intesa delle sue amiche. Al ritorno dal viaggio di nozze scoprì che Manuela e Luca si erano messi insieme così come Caterina e lo sconosciuto di nome Davide. Erano tornati altre 2 volte nel club e si erano visti con Paola e Giovanna a casa di Luca dove avevano fatto sesso di gruppo. Elena lentamente entrò a far parte del gruppo recandosi ogni tanto a casa di Luca per partecipare ai loro festini. Non ne aveva parlato al marito e per il momento preferiva non farlo, sperava comunque prima o poi di trovare il coraggio di affrontare la cosa e coinvolgere anche lui. Ogni tanto fantasticava di vedere suo marito mentre scopava una sua amica che le leccava la fica mentre lei succhiava il cazzo di Luca e di Davide.









Andrea andò subito a casa ma non riuscì a dormire pensando a quanto gli era accaduto, eccitato all’idea e dubbioso sul come comportarsi. Il mattino dopo la chiamò e si accordarono per vedersi nel tardo pomeriggio per un aperitivo e cena. Lui trascorse la giornata pensando a cosa mettersi, a cosa fare, a cosa dire, a dove andare a prendere l’aperitivo e dove andare a cena fantasticando sull’idea di un rapporto stabile con una prostituta

L’appuntamento era alle 18.30 nel bar della piazzetta del centro storico. Andrea giunse con 10 minuti d’anticipo ma non voleva farsi trovare già lì ad aspettare, così fece 2 passi per il budello. A quell’ora era piacevole passeggiare tra le vetrine in mezzo alla folla. Una folla diversa da quella del sabato pomeriggio o della domenica. In parte la gente era la stessa ma il giorno feriale creava un’atmosfera diversa. Non si sentiva presenzialismo, esibizionismo, noia, si avvertiva una sana operosità mista al piacere di una pausa, la frenesia della società in contrasto con la storia di quei vicoli antichi illuminati dalle vetrine di eleganti negozi alla moda. Andrea riflette sul perché in quei momenti sentisse quell’atmosfera piacevole, rassicurante, godereccia, mentre nel passeggio domenicale viveva quell’andare e venire con noia, frustrazione, nervosismo. Fu uno dei milioni di pensieri che gli frullarono in testa in quei 10 minuti. Prima di recarsi all’appuntamento decise di entrare in un altro bar e ordino un whisky liscio. Prese il solito Lagavulin e lo scolò in 2 sorsi. Voleva spezzare la tensione e l’alcol, nel giro di pochi minuti, fece il suo effetto. Ora poteva andare più leggero al suo appuntamento. Si accese una sigaretta e s’incammino verso la piazzetta. Arrivò al bar alle 18.35 e pensò che 5 minuti di ritardo erano il minimo per mostrarsi relativamente puntuali ma non ansiosi.

Marica era seduta nel dehor avvolta in un giaccone invernale molto spesso e molto alla moda, dal giaccone spuntavano solo le sue mani candide, in contrasto con lo smalto rosso ciliegia delle unghie curatissime, le caviglie tornite ricoperte da una collant invernale e le scarpe molto eleganti e molto sexi e il viso, bianco, quasi pallido, ricoperto da un trucco leggero ma sapientemente applicato che ne esaltava le linee caucasiche del viso, gli occhi verdi, le labbra pronunciate ma non volgari dipinte da un rossetto in tinta con lo smalto, i capelli nerissimi, lisci e lunghi le circondavano il viso e le scendevano sulle spalle. Stava lì seduta con la sigaretta in mano, immobile e fiera come una statua in un museo.

Andrea la vide e cominciarono a riaccendersi le sue ansie. Dio quant’era bella e affascinante! Non è possibile che si interessi a me; che gli dico; è uno scherzo dei miei amici. Sentì improvvisamente il bisogno fisiologico di uno specchio per controllare il proprio aspetto, vedere se i capelli erano ancora al loro posto, verificare se il suo abbigliamento era adatto. Ormai era troppo tardi lei si era voltata e lo aveva visto. Quindi avanzò fingendo come di abitudine una sicurezza e un disinteresse del tutto estranei al suo stato d’animo.

- ciao, è molto che aspetti?

- No, un paio di minuti, mi sono messa qui fuori così possiamo fumare

- Ottima idea, l’avrei fatto anche io, e poi non fa molto freddo, qui è abbastanza riparato.

- Allora, come è andata la tua giornata?

- A parte il lavoro ho passato la giornata frenando la mia curiosità per il nostro incontro

- Mi fa piacere, anche io ero curiosa e ho guardato spesso l’orologio. Che lavoro fai?

- Faccio il giornalista in un giornalaccio locale, il Fogliaccio, forse ti sarà capitato di leggerlo.

- Non l’ho mai letto ma lo conosco, lo vedo sempre nei bar. Accidenti però, il giornalista è un bel lavoro, eccitante. Di cosa di occupi esattamente?

- Come di ho detto è un giornale piccolo e locale, quindi si fa un po’ di tutto, io mi occupo della cronaca locale, incidenti, morti, feriti, sindaci e assessori, insomma chiacchiere da bassa salumeria. Il fatto è che caratterialmente non sono capace di romanzare le notizie per venderle meglio e quindi la mia carriera difficilmente sfonderà. Comunque il lavoro in se mi piace, la paga è buona e non sono costretto a stare 8 ore inchiodato a una scrivania. La tua giornata invece?

- Io ho una routine abbastanza consolidata. Mi sveglio intorno alle 10 faccio colazione, metto a posto casa, esco per 2 passi in centro, faccio la spesa e poi vado a casa a mangiare. Alle 15 vado in palestra fino alle 17, torno a casa, leggo un po’ e di solito verso le 20 comincio a prepararmi per andare al lavoro.

- Non hai amiche qui? Magari le tue colleghe?

- Con loro preferisco non legare, sai nel nostro lavoro si gira parecchio ed è difficile instaurare rapporti di amicizia, con alcune alle volte si chiacchiera sul lavoro ma nulla di più.

- Quindi lavori solo nel locale e alla sera? Non ……… porti lavoro a casa?

- Assolutamente no. Casa mia è solo mia e solo per me. Lavoro al locale 3 sere a settimana e lì prendo gli appuntamenti con i clienti per le altre sere.

- Hai una vita molto organizzata e precisa?

- Il mio è un lavoro che puoi fare per pochi anni, 10, 12 poi cominci a non essere più desiderata, quindi devi sfruttare bene il tempo che hai, non sprecarlo e organizzarti al meglio per mantenerti in forma e in salute. Diversamente finisci a fare la puttana in strada per qualche bastardo o a raccattare qualche spicciolo qui e la.

- Non lavori su internet? So che molte ragazze lo fanno?

- Ci avevo pensato ma poi ho deciso che non mi conveniva. Gli affari mi vanno bene così e per il momento non mi serve altro, e poi internet mi da la sensazione di perdere la mia privacy.

- Capisco – Andrea si rese conto che più che conversare la stava intervistando e decise di interrompere le sue raffiche. Fu aiutato dal cameriere che si avvicino per l’ordinazione.

Presero 2 negroni e lui fu molto contento nel vedere che oltre al fumo avevano un altro punto in comune. Proseguirono a chiacchierare tutta la sera, dopo il bar si diressero a piedi al ristorante dove mangiarono egregiamente innaffiando il tutto con del buon vino rosso e un paio di amari per lei e di lagavulin per lui. Al momento dei digestivi si erano detti quasi tutto dell’una e dell’altro e fu lei a fare la prima mossa.

- Che ne pensi del tuo primo incontro personale con una prostituta?

- E’ già qualche ora ormai che il tuo lavoro non è più al centro dei miei pensieri. In effetti ti ho quasi subito considerata una giovane, brillante e bella ragazza con cui avevo la fortuna di conversare

- Balle! Ogni volta che mi guardi una parte di te ha la mia immagine appesa a un palo stampata in faccia.

- E’ un’immagine che vorrei vedere dal vivo e in privato molto volentieri!

- Potresti venire al locale domani sera

- Preferirei vederla in un luogo più intimo, magari a casa mia

- Questo lo capisco ma a me interessa qualcosa di più

- Cosa?

- Ho 25 anni, faccio questo mestiere da 6 anni e penso di farlo per altri 5 o 6. Vorrei avere un rapporto, una persona con cui fare l’amore e non solo sesso, con cui parlare perché mi va e non per lavoro, uno con cui uscire a cena senza farmi pagare ma perché ci voglio andare io, uno che accetti il mio lavoro e accetti me per quella che sono, senza ipocrisie.

Ci fu una lunga pausa, Andrea la fissava meditando una risposta. Poi prese un lungo sorso di lagavulin e si decise a dire qualcosa.

- Non mi aspettavo una proposta. Soprattutto al primo appuntamento. Tu vorresti avere una relazione? Con me? Non è una domanda facile anche se capisco che nella tua posizione preferisci andare diretta al punto senza tanti preamboli.

- Infatti, tu mi piaci e potremmo andare da te a divertirci sul letto, ma preferisco mettere le cose in chiaro prima, faccio sesso 10 volte alla settimana e quindi non è la mia esigenza primaria, invece non passo una serata come questa da anni e sento il bisogno di rifarlo.

Andrea non riusciva a parlare. Pensò che solo a lui poteva capitare una cosa simile. Per una volta che esce con una prostituta trova quella che non vuole soldi ma una relazione. Come tutte le altre! Poteva uno essere più sfigato di così?! Ma in effetti lo intrigava molto la situazione, lei era bellissima, intelligente, simpatica, matura e indipendente, sapeva che se ne sarebbe innamorato in pochi giorni, anzi forse lo era già. Questa cosa lo terrorizzava.

- E’ una situazione strana per me. Vorrei dirti si ma onestamente non immagino come reagirei in una relazione con te e il tuo lavoro. Se davvero vuoi avere una relazione perché non cambi mestiere?

- E’ per questo che voglio te, perché altri mi avrebbero detto si solo per scoparmi gratis una volta la settimana, tu invece sei più onesto. Come ti ho detto ho 25 anni e con il mio lavoro guadagno più di 7000 euro al mese senza tasse. Certo potrei andare a fare la commessa in un negozio o l’impiegata in un ufficio, ma tu rinunceresti a tanto?

- Forse no ma se volessi veramente una relazione, un compagno, magari sarei disposto a rinunciare

- Nella vita io non escludo nulla, ma ne deve valere la pena. Io avrei potuto raccontarti un sacco di balle e incominciare una relazione con te, vedere come va e poi decidere il da farsi, ma anche io sono fondamentalmente onesta e quindi ho preferito mettere subito le carte in tavola, prendere o lasciare, ma non posso rinunciare al mio lavoro per nulla, lo farei forse se trovassi quello che cerco

- Messa così mi sembra molto più ragionevole, anche se alla fine dovrei sempre essere io quello che si adatta alla situazione e senza sapere per quanto tempo

- Si, spero tu abbia la voglia e la forza di farlo, perché mi piaci come uomo e come persona e il mio istinto mi dice che molto di quello che cerco lo troverei in te.

Quelle parole ebbero l’effetto di una droga su Andrea. Sentì un calore infondersi nel suo stomaco, nelle spalle e scendere giù nelle gambe, sentì un’emozione fortissima prendergli la testa e una commozione inarrestabile gli inumidì gli occhi e lo costrinse a deglutire e abbassare lo sguardo. Diede un leggero colpo di tosse e rimase in silenzio per qualche secondo.

- Ok, proviamo, non ti assicuro nulla ma tra il dolore di una storia finita male e il rimpianto di non averla vissuta scelgo il rischio del dolore.

- Non vedo l’ora di arrivare a casa tua.







Il mattino dopo Sara si svegliò e per alcuni istanti la sua mente le concesse una tregua, sembrava tutto tornato come prima, nessun senso di colpa, nessun dubbio. Fu’ appunto qualche istante, appena davanti allo specchio del bagno si riaffacciarono prepotentemente i ricordi della sera prima. Rivide la scena del bagno del bar e poi volò direttamente in macchina avvinghiata a Federica. Si guardò allo specchio scoprendo che il suo corpo agiva contro di lei. Vide i suoi capezzoli irrigidirsi e un fremito le salì fino in gola. Perché? Perchè? Perché? Non voleva, era felice con Sandro e la sua vita non aveva nessun bisogno di quella situazione, di quella cosa devastante e destabilizzante.

Indossò un paio di pantaloni e un golfino, si preparò per il lavoro e andò in ospedale con la ferrea intenzione di affrontare Federica. Le avrebbe parlato da amica ma anche da donna sicura di se. Non sapeva cosa fosse successo la sera prima ma non voleva che si ripetesse, voleva mettere una pietra su tutto e se questo avesse incrinato la loro amicizia pazienza.

Federica era impegnata con le visite e anche lei aveva degli interventi la mattina. La incontrò nei corridoi, si salutarono e le disse che dopo pranzo sarebbe passata nel suo studio per parlarle. Federica con la solita aria austera la guardò da sotto gli occhiali e annuì con il capo.

Aveva detto dopo il pranzo, ma il suo stomaco era troppo chiuso per mangiare, così prese solo un cappuccino e un pacchetto di sigarette. Non comprava un pacchetto da 3 anni, ma quel giorno sentiva il bisogno di fumare, Scese in giardino e camminò fumando nell’aria fresca dell’inverno per schiarirsi maggiormente le idee.

Alle 14 busso alla porta di Federica.

Lei la stava aspettando seduta alla sua scrivania.

- Ciao

- Ciao

- Dobbiamo parlare di ieri sera

- Uhm….. dimmi

- Tu mi hai …….. hai approfittato di me!

- Approfittato? Sei grande e intelligente, io ti ho fatto un’avance e tu hai accettato

- No, non ho accettato, tu mi sei saltata addosso e io ……. Io … ero ubriaca e non capivo cosa succedesse

- Ti ricordo che sono stata io a dirti di vestirti e scendere dall’auto, quindi non mi sembra proprio che tu fossi così contraria

- Io…… senti, ero ubriaca e … non mi rendevo conto …. Non sapevo che tu … che ti piacessero le donne

- E’ vero non ne avevamo mai parlato ma i miei gusti sono variabili, mi piacciono sia le donne che gli uomini e tu mi piaci molto

- Non dire così, tu sei un mia amica, mi hai ingannato, avresti dovuto dirmelo, sarei stata più attenta

- Proprio per questo non te ne ho parlato, non saremmo state amiche e mi avresti evitato, fifona come sei

- Io non sono fifona, sono normale e mi piacciono gli uomini, anzi un uomo, mio marito.

- Certo, ami Sandro, ma ti piacciono anche le donne. Me ne intendo, ho visto i tuoi sguardi, ti ho visto quando siamo in piscina e a spiaggia, ho visto come ti comporti con le tue infermiere

- Di che parli? Ti avrò guardata perché hai un bel corpo, per invidia e con le mie infermiere non capisco proprio a che ti riferisci

- Ok, magari posso essermi sbagliata, ma ieri sera, ubriaca o no tu ti sei lasciata andare, hai corrisposto al mio desiderio, ti sei eccitata e se non ti avessi fermato avresti fatto molto altro. – nel dire queste parole Federica si era alzata e, facendo il giro della scrivania, si era avvicinata a Sara

- Non me lo ricordare, non ho chiuso occhio stanotte, non riesco a spiegarmelo, io …. Amo Sandro e invece ieri l’ho tradito, e non con un altro uomo ma con una donna. Mi sento uno schifo, mi faccio schifo, non so più cosa pensare e l’unica persona con cui potrei sfogarmi sei tu che sei la causa di tutto questo. - Sara affondò il viso nelle sue mani e iniziò a singhiozzare. Intanto Federica si era portata dietro di lei e le posò le mani sulle spalle

- Tranquilla, è tutto ok, lascia fare a me, sono tua amica, lasciati aiutare, non è successo niente, possiamo dimenticare tutto e fare finta di niente, tu ami Sandro e ieri hai perso un attimo la testa, io magari ho un po’ approfittato della situazione e della tua amicizia, ma non capiterà più – mentre parlava le massaggiava le spalle, il collo, e le accarezzava la testa.

Quelle parole calmarono Sara che iniziò ad abbassare la guardia pensando di poter contare sul sostegno della vecchia amica. Ma più sentiva le mani di Federica su di se e più la sua testa andava in tilt. Voleva alzarsi e scappare ma non ne aveva le forze e di nuovo il suo corpo la tradiva, i suoi capezzoli di nuovo rigidi sembravano voler bucare il golfino attillato. In un estremo sforzo si alzo decisa voltandosì verso Federica

- sei una bastarda, vuoi di nuovo fregarmi

- E tu ti sei eccitata e hai una gran voglia di farti succhiare le tette e di due dita nella fica – Glielo disse a un centimetro dalla faccia, mentre con la sinistra le aveva afferrato il braccio spingendolo giù con forza e con il palmo dell’altra mano le premeva contro la vagina stringendo con le dita come fossero artigli sulla preda.

Sara cercò di divincolarsi ma Federica aveva una stretta potente e l’aveva spinta contro la scrivania. La guadò con ira direttamente negli occhi ma la pressione della mano e delle dita sulla sua vagina cominciarono a stordirla. Sentì le sue gambe cedere e allargarsi e la sua mano libera correre ad afferrare un gluteo di Federica e stringerlo come se volesse spremerlo. Il respiro si fece affannoso e Federica le infilò la lingua in bocca. Sarà iniziò a spogliare freneticamente Federica e a togliersi il golf, Federica le sganciò il reggiseno e iniziò a succhiargli i capezzoli e leccarle le tette. Sarà ansimava sempre più e Federica la sdraiò sulla scrivania, poi le sfilò pantaloni e slip contemporaneamente e affondò la faccia nella sua fica leccando, leccando e succhiando mentre Sara si palpava i seni con le mani gemendo come non mai. Poi Federica iniziò a infilare le sue dita dentro Sara, la guardava mentre lei si dimenava sulla scrivania. Si comportava come se stesse facendo un visita ginecologica, era quasi fredda e distaccata. Poi si fermo e disse a Sara di proseguire da sola mentre lei si spogliava. Sara iniziò a masturbarsi davanti a lei guardandola con avidità mentre si spogliava, ammirando la sua pelle liscia, i suoi seni sodi, le sue forme atletiche e la sua fica depilata. Sembrava una statua e voleva quel corpo, voleva leccarlo, voleva essere leccata, voleva l’orgsmo. Federica le disse:- ora mettiti in ginocchio e leccami la fica. Sara obbedì continuando a masturbarsi. Neppure le sfiorò la mente che per la prima volta in vita sua stava facendo sesso orale con una donna, voleva leccare quella fica liscia e bagnata, voleva infilarci dentro la lingua, era quasi come se attraverso Federica riuscisse a leccare se stessa.

Federica le prese la testa e la guidò in mezzo alle sue cosce. Era uno strumento nelle sue mani. Poi la fece sdraiare a terra. Le salì a cavallo sulla faccia e le disse di leccarle il culo. Intanto che Sara imparava ad assaporare gli umori dell’ano di Federica lei iniziò a masturbarla violentemente, le batteva la mano sulla fica, le premeva il basso ventre e le diceva:- sei mia, farai tutto quello che ti dico, tutto quello che voglio.

- Si sono tua fammi godere, dimmi cosa vuoi

- Sei la mia schiava?

- Si

- Sei la mia cagnetta?

- Si sono la tua cagnetta

- Infilami la lingua nel culo e lecca

Federica stava li a farsi leccare toccandosi i seni. Poi si fermò giusto un attimo prima che Sara raggiungesse l’orgasmo. Si alzò in piedi e rivolgendosi a Sara le disse:

- per adesso basta così

- Scherzi, sto per esplodere, non fermarti

- Ho detto basta, rivestiti e torna al lavoro, proseguiamo domani.

- Ma che stai dicendo, sono qui nuda sul tuo pavimento, voglio godere

Federica le si avvicino e le mollo un ceffone.

- ho detto basta, se ti và è così se no te ne puoi andare e non presentarti più

Sara era senza parole, si sentiva umiliata e tradita. Non capiva più niente di se dell’amica del sesso dell’amore. Si voltò e iniziò a piangere

Federica si chino e con voce dura le disse:- quando ti dico di fare una cosa tu la fai e basta!

Iniziò a schiaffeggiarla sulle natiche con sempre maggiore forza e gridandole che era una sporca cagna disubbidiente che aveva bisogno di disciplina e che lei l’avrebbe addestrata a dovere.

Sarà piangeva ma allo stesso tempo quelle urla e i colpi la eccitavano e si mise carponi

Federica la colpiva con una violenza feroce sulle natiche e le disse di masturbarsi se voleva godere.

Sara si infilò due dita dentro e nel giro di 1 minuto raggiunse l’orgasmo mentre Federica continuava a colpirla sul culo con tutta la sua forza.

Quando furono tutte e due vestite Sara si voltò verso l’amica e le chiese:

- cosa abbiamo fatto? Cosa ho fatto?

- Hai goduto, hai scoperto nuove sensazioni di piacere e un nuovo lato di te

- Sono un mostro e anche tu

- No, eri un mostro prima, quando negavi i tuoi desideri, io mi sono limitata ad aiutarti a realizzarli

Sara uscì e si diresse nel suo ufficio dove rimase per tutto il pomeriggio a fissare il muro davanti a lei.

I sensi di colpa lottavano con il desiderio di riprovare quelle emozioni, di essere di nuovo posseduta, presa e usata. Non credeva a se stessa, erano passati neanche 30 minuti e dovette violentarsi per non tornare nello studio di Federica.

Le facevano male le natiche e prese dall’armadietto una pomata da passarci sopra. Vide nello specchio che aveva i glutei rossi come il fuoco e delicatamente iniziò a massaggiarli con la crema, poi chiuse gli occhi e iniziò a masturbarsi pensando a Federica che le dava ordini, che la sottometteva, che la colpiva. Ebbe un altro orgasmo, prese il telefono e chiamo l’amica. Le raccontò l’accaduto e le chiede cosa doveva fare. Federica impassibile le disse:

- vai a casa a fare la brava mogliettina e domani, alle 14, verrò da te e sarai di nuovo la mia cagna

Le ore fino al giorno dopo passarono minuto dopo minuto nella testa di Sara, combattuta tra desiderio, sensi di colpa, depressione, eccitamento, ansia e terrore.

Alle 13.50 era li nel suo studio in attesa di Federica. L’ansia cresceva e non sapeva più che fare, quando suonò il telefono. Era Federica

- ciao, ho chiamato la mia cagnetta per vedere se era al suo posto

- sono qui

- bene, fatti trovare nuda, sdraiata a terra e trova qualcosa per masturbarti

- Si- quel si le uscì dalla bocca ancora prima che avesse afferrato quello che Federica le aveva detto.



Federica entrò trovandola come aveva ordinato. Sara si stava masturbando con il manico di spazzola per capelli ed era già fremente di eccitazione e desiderio.

Federica si tolse il camice mostrando che indossava solo quello, poi si avvicinò alla scrivania, vi appoggiò il culo e rimase lì a guardare Sara.

- ti piace masturbarti sul pavimento vero? piccola cagna in calore!

- Si, si guardami, sono la tua cagna, dimmi cosa devo fare

- Brava cagnetta, continua così, masturbati toccati le tette

- Vieni qui, voglio leccarti la fica

Federica si avvicino e le mollo un ceffone:- sono io che dico a te cosa fare, non il contrario

Sara si eccito enormemente e cominciò a gemere

- Ora apri la bocca, voglio sputarci dentro

Sara aprì la bocca e ricevette la saliva di Federica. Poi Federica le si mise sopra e le ordinò di leccarle la fica.

Federica cominciò a colpirle le cosce e poi si chinò infilando la faccia tra le sue gambe.

Le leccava la vagina e le mordeva il clitoride, poi le tolse di mano la spazzola e cominciò a scoparla con il manico sempre più violentemente.

Sara ansimava, godeva e affondava sempre di più la sua lingua nella fica e nel culo di Federica.

- Sei proprio un gran cagna, ti piace così, vero?

- Si

- Farai tutto quello che ti dico, tutto quello che voglio

- Si qualunque cosa

Federica si alzò e le intimo di proseguire da sola con la spazzola. Si mise in piedi sopra la sua faccia e le disse: - ora ti piscio addosso e voglio che tu apri bene la bocca, perché devi bere e spalmartela su tutto il corpo. Sara non riuscì ad opporsi, sebbene una parte della sua testa avrebbe voluto, ma proprio quel conflitto la eccitava insieme all’idea della totale sottomissione. Federica aprì le gambe dalla sua vagina iniziò a piovere un caldo getto sul viso di Sara, sulle sue tette, sulla sua pancia. Federica si dimenava per innaffiare Sara il più possibile, per centrarle la bocca e riempirla di caldo piscio.

Sara sentì quel getto caldo sul viso, senti il sapore aspro nella bocca e la prima volta fece fatica a deglutire, poi il getto arrivò sui seni, sulla pancia e lei inziò a massaggiarsi il corpo con quel balsamo, aprì di nuovo la bocca e tirò fuori la lingua, questa volta era lei che ne voleva ancora.

Federica la gurdò: - ne vuoi ancora? Ti piace? Bevi – e si chinò sulla sua faccia sbattendogli la fica praticamente in bocca mentre continuava a pisciare come una fontana.

Sara leccava e beveva quasi affogata con la bocca piena di piscio, i capelli bagnati di piscio, il corpo ricoperto di piscio, sentendosi eccitata come mai nella vita, più ne usciva dalla fica dell’amica più ne avrebbe voluto. Quando il getto cesso continuò a leccare a succhiare ogni goccia che era colata sulle cosce, intorno alla vagina, ovunque. Federica iiziò allora a leccare il corpo di Sara fradicio della sua urina. I suoi seni, i suoi capezzoli, la sua pancia. Leccava ogni goccia, ogni rivolo, ripulendo la pelle di Sara. Poi si dedico alla sua fica.

Quel groviglio prosegui fino a quando Sara non eruppe in un orgasmo fragoroso mentre Federica continuava a succhiare e leccare tutto quello che le usciva dalla fica.

La loro relazione proseguì all’insaputa di Sandro. Sara continuava ed essere una moglie innamorata e felice, una dottoressa capace e brillante e una schiava sottomessa di Federica. Giorno dopo giorno Federica la sottomise sempre di più. Sara non resisteva più al desiderio del pissing e ogni occasione era buona per implorare Federica di lavarla con la sua urina. Federica spesso la schiaffeggiava e rifiutava ma ogni tanto l’accontentava appoggiando la sua vagina sulla sua bocca e riempiendola. In questa pratica coinvolse anche alcune sue amiche organizzando dei pissing party nella sua vasca da bagno, dove Sara veniva annaffiata generosamente e costretta poi a leccare e bere tutto prima di essere sodomizzata con grossi falli di gomma e unirsi al gruppo .

Con Sandro continuò a fare sesso convenzionale raggiungendo l’orgasmo pensando a Federica e sperando, prima o poi, di riuscire a trovare il coraggio di chiedere a suo marito di pisciarle in bocca e metterglielo nel culo.





Andrea e Marica si avviarono verso casa, passeggiando abbracciati come due fidanzatini. Andrea si sentiva sospeso in una bolla. Era felice e spaventato allo stesso tempo, ma era anche determinato come gli era accaduto poche volte nella vita.

Quando furono in casa si accomodarono sul divano, un po’ di musica, un bicchiere di cognac e iniziarono le effusioni. Marica sotto il soprabito aveva un bel vestito elegante che la fasciava nella parte superiore scendendo poi delicatamente sui fianchi sino alle ginocchia, chiuso da una cerniera sulla schiena. Andrea la baciava delicatamente ma era un po’ imbarazzato, avrebbe allungato volentieri le mani su quel corpo meraviglioso ma voleva comportarsi da gentiluomo, Marica lo baciava appassionatamente e lo stringeva a se, comportandosi come una gattina affettuosa. Poi gli prese la mano e iniziò a farsi toccare una coscia. Delicatamente Andrea prese fiducia e cominciò a muovere la mano su e giù nell’interno coscia sino al linguine. Marica a quel punto gli chiese di trasferirsi in camera da letto.

Li si spogliarono l’un l’altra, delicatamente, intervallando con baci ed effusioni varie. Il corpo di Marica era incredibile. Spalle atletiche, seno pronunciato e sodo con 2 capezzoli finissimi, il ventre piatto da cui si intravvedevano gli addominali, natiche alte sode perfette come le gambe sinuose e armoniche. Andrea non aveva mai visto nulla del genere se non in qualche calendario, ed ora tutta quella meraviglia era li per lui. La sua mente lo tradì, iniziò a materializzarsi l’idea di quel corpo con altri uomini, di lei che si faceva scopare per soldi, di quel trionfo di bellezza violato. Si arrestò di colpo. Marica lo fisso

- che c’è?

- Credo di non farcela

- Il mio lavoro?

- Sei troppo bella, se lo faccio non vorrò mai più dividerti con nessuno

- Capisco, forse abbiamo iniziato con il piede sbagliato. Troppo sentimento tutto in una volta.

- Quindi?

- Aspetta, ora vedrai

Marica uscì dalla stanza e dopo pochi secondi Andrea sentì che cambiava cd nello stereo. Quando tornò in camera aveva una specie di bottiglietta in mano.

Era una bottiglia di olio per massaggi.

- ora siediti sulla sedia – disse ad Andrea che la fissava pensieroso.

Lei accese le due lampade accanto al letto e si mise in piedi sul materasso. Cominciò ad arrivare una musica diversa dallo stereo, molto sensuale, un misto di rock, musica gitana o forse araba, molto ritmata e molto coinvolgente. Lei iniziò a versarsi l’olio sui seni e poi prese a massaggiarseli muovendosi a tempo di musica, lo faceva ad occhi chiusi e ogni tanto li apriva guardando Andrea con sguardo felino. Si voltò e si versò altro olio sui glutei massaggiandoseli sensualmente. Stava lì in piedi a gambe divaricate mostrando il suo culo perfetto e lucido e ancheggiando nel ritmo della musica. Poi si versò dell’olio su una mano e da sotto le gambe se la infilò tra le natiche. La faceva scorrere su e giù delicatamente, mugolando e ansimando, poi iniziò a infilare il medio nell’ano chinandosi in avanti e ansimando più forte. Dopo un po’ si tolse il dito da dentro se lo portò alla bocca e voltandosi verso Andrea cominciò a succhiarlo.

Andrea era li seduto a guardare e aveva iniziato involontariamente a massaggiare la sua erezione sempre più tesa. Vide Marica che si sdraiava sul letto mostrandogli le sue gambe aperte e la sua fica delicata, rasata e con un ciuffetto di peli nella parte superiore. Si cosparse di olio e iniziò a massaggiarsi tutto il corpo, i seni, il ventre, le cosce e poi la vagina. Stava lì, ansimando sempre più forte, muovendosi a tempo di musica, alzando e abbassando il bacino ritmicamente, con la sua pelle candida ricoperta di olio e le sue mani che la accarezzavano, palpavano, massaggiavano. Poi si infilò due dita dentro e inizò a masturbarsi. Andrea a quel punto si alzo, salì sul letto e lei aprì gli occhi, lo guardò e gli disse: - hai ancora qualche problema? – Si, ma non ci voglio più pensare! – Affondò la sua faccia tra le sue cosce e iniziò a leccarle la vagina. Marica proseguì a palparsi i seni ansimando e mugolando, prese la testa di Andrea e se la premette contro la vagina con forza. Andrea avrebbe voluto mangiarle la fica tanto gli piaceva. Poi risalì verso i seni strusciandosi contro il suo corpo unto. Lei gli prese i glutei tra le mani iniziò a stringerli e tirarlo verso di se. Andrea alzò la testa, la guardò e vide il viso di una bellissima ragazza desiderosa di fare sesso con lui. Iniziò a baciarla avidamente, le loro lingue erano impazzite, roteavano una sull’altra si leccavano a vicenda, scorrevano sui loro colli e tornavano a infilarsi nelle bocche. Marica con una mano prese il pene di Andrea e se lo infilò dentro.

Quel rapporto andò avanti per 40 minuti, sperimentando tutte le posizioni conosciute da Andrea e molte altre a lui ignote. Poi Marica gli chiese a che punto era e lui confessò di essere al limite. Lei aveva avuto già 2 orgasmi e delicatamente si scostò da Andrea, lo fece sdraiare e iniziò a leccare il suo cazzo dicendogli: - questo non lo faccio mai sul lavoro – La sua lingua si muoveva sulla cappella e sul cazzo, le sue labbra lo avvolgevano e la sua bocca succhiava, mentre con una mano lo masturbava delicatamente. Andrea non ci mise molto, esplose in un orgasmo gigantesco. Dal suo cazzo uscirono almeno 7-8 schizzi abbondanti di caldo sperma cremoso che riempirono la bocca di Marica. Lei degluttì più volte ma una buona parte colò dalla sua bocca sulla mano e sui genitali di Andrea, Lei continuò a leccare e succhiare fino a quando non usci più nulla e poi iniziò a pulirsi la mano e i genitali di Andrea con la bocca, raccogliendo tutto il suo sperma fino all’ultima goccia.

Poi salì verso di lui e si baciarono per 15 minuti. Lei passo la notte lì dormendo abbracciata ad Andrea. Il mattino dopo, mentre facevano colazione, Andrea le chiese:

- non ci credo che sul lavoro non lo fai mai

- Cosa?

- Ieri, quando mi hai fatto venire, hai detto che sul lavoro non lo fai mai

- E’ vero, certo mi chiedono il sesso orale, ma lo faccio rigorosamente con il preservativo, intendevo un’altra cosa, ingoiare il tuo seme! E quanto me ne hai dato!!

- Bhè erano 4 mesi che non facevo sesso e non venivo, neanche da solo, quindi c’era un po’ di accumulo

- E’ stato bellissimo, non mi era mai capitato così tanto, sembrava non finisse mai. Ti farò restare a digiuno un bel po’ così riempi di nuovo i serbatoi!!

Andrea la guardò e dalle sue mutande era evidente che si era eccitato parecchio. Lei si avvicinò e iniziò a fargli un pompino imperiale di prima mattina. Lui le svuotò in bocca quel che restava del suo accumulo di sperma che lei non disperse ingoiandolo tutto.

Poi fecero la doccia insieme, si rivestirono e uscirono. Giunti in strada si abbracciarono e baciarono

- Io vado al giornale, tu che fai?

- Io vado a casa, mi cambio, faccio le mie cose e poi stasera vado al lavoro, ti chiamo prima di andare, verso le 19.30

- Bene, magari vengo a trovarti al locale

- Preferisco di no, non mi và di esibirmi davanti a te, mi imbarazzerebbe

- Ok, ma quando ci vediamo

- Domani, possiamo pranzare insieme

- Va bene, ci mettiamo d’accordo questa sera al telefono

Un ultimo bacio e si salutarono. Iniziò così il loro rapporto fatto di serate romantiche davanti alla tv, al cinema, al ristorante, di passeggiate mano nella mano, di amplessi bellissimi e lunghe notti a dormire abbracciati. Marica proseguì altri 2 anni con il suo lavoro, poi si trasferì a casa di Andrea. Con i soldi che aveva messo da parte aprì una boutique di abbigliamento intimo. I suoi spettacoli proseguirono a lungo ma solo in privato e per un solo spettatore.



giudica questo racconto

Attenzione, solo gli utenti registrati su Desiderya.it possono esprimere giudizi sui racconti

Per registrarti adesso CLICCA QUI

Se sei un utente registrato devi autenticarti sul sito: CLICCA QUI


I vostri commenti su questo racconto
Autore: Carino6423 Invia un messaggio
Postato in data: 11/09/2008 13:16:40
Giudizio personale:
Racconto lungo e intrigato .......... ma molto eccitante; il lasciar sospese alcune scene, riprese e ben descritte, portano all\'eccitazione ed alla masturbazione ........ fino all\'epilogo finale, ....... insieme.
Molto bello e ......... bagnato.


Dal Sexy Shop di Desiderya...
In: Sex toys
Pussy to go nero
Pussy to go nero
Vagina realistica con vibratore removibile realizz...
[Scheda Prodotto]
In: Coadiuvanti
Durex top gel feel 50ml
Durex top gel feel 50ml
il lubrificante intimo ad effetto seta che aumenta...
[Scheda Prodotto]
In: Sex toys
Orgasm balls rosso
Orgasm balls rosso
Palline cinesi orgasam balls con laccetto disponib...
[Scheda Prodotto]