i racconti erotici di desiderya

Quel viaggio in treno 1986

Autore: Paolapino
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Le ultime immagini di me che esco dalla doccia nuda, che mi avvolgo nell’accappatoio e che poi scherzando verso la telecamera di Pino lo apro e lo chiudo sono appena passate nel televisore. Fa uno strano effetto vedermi, osservare gli occhi lucidi e soddisfatti di mio marito guardarmi con quell’aria ansiosa di chi attende un verdetto.
“Belle riprese, si hai ragione, non sto male” ammetto,” ma che voce strana che ho!”.
“ Non stai male Paola? Ma sei una fica stratosferica, uno splendore per una donna che ha fatto due figli, l’ultimo un anno e mezzo fa! Non dimostri affatto 31 anni, credimi”
Rido compiaciuta, questi complimenti mi fanno sempre piacere anche perché vuoi per le gravidanze, l’allattamento, i problemi e tutto il resto da qualche anno non abbiamo più ritrovato quella curiosità e quella passione che pure avevano caratterizzato l’avvio del nostro rapporto che sembrava indirizzato in modo diverso, specie dopo l’esperienza con Mario. Ora con l’acquisto della telecamera sembra si stia risvegliando qualcosa con questi filmatini sexy a nostro uso. Mi bacia sul collo, allunga le mani sul seno. Lo lascio fare assecondandolo e “constatando con mano” che rivedere il filmato lo ha eccitato. “Ti fa un bell’effetto, vedo”
“ Si, non ne posso più” confessa gettandosi sul letto con quell’espressione di supplica che gli conosco bene e che significa “aiutami”.
Mi siedo accanto, lo palpo sulle gambe, lo stomaco, sui pantaloni e lascio che il suo desiderio si concretizzi sotto il jeans, negli slip assecondandolo con la pressione e lo sfregamento della mie dita.
Da tempo facciamo l’amore in silenzio. I primi tempi parlavamo, ci raccontavamo tutto, le fantasie, i sogni. Ripercorrevamo (favoleggiandole) le nostre esperienze personali ,quelle prima di stare assieme, poi quella con Mario esaminata passo passo, ripetuta all’infinito, arricchita e commentata. Poi dopo il primo figlio più niente. Dolcezza, tenerezza, silenzio e pensieri muti. Si perché io immaginavo, lui pure, ne sono certa, ma ognuno per se.
Quando lo sento agitarsi sotto la mia mano mi decido a slacciargli i pantaloni, faccio scivolare giù la lampo, glieli tiro giù sino a metà coscia e poi ho un’idea guardandogli le robuste cosce da calciatore, quegli slip bianchi che appena contengono denunciandone comunque esattamente la forma, il suo membro. Lo lasciò così, senza spogliarlo ulteriormente e continuo il massaggio sopra la stoffa che non nasconde né la durezza né il calore né il desiderio. Tocco con il palmo della mano sfregando e schiacciando, stimolo la punta con i polpastrelli, poi torno a strofinare avanti ed indietro facendo pressione e di tanto in tanto stringendo l’asta attraverso la stoffa.
Sembra sorpreso, si aspettava la solita sega, un po’ frettolosa, quella del “dai ti capisco, vieni presto” come la definisce lui. Proseguo lo speciale massaggio con calma olimpica, senza alcuna fretta. Poi mando in frantumi il silenzio con una domanda secca” Perché? Perché Pino ti piace vedermi nei filmini più di quello che sembro piacerti dal vivo?” e continuo il mio lento lavoro di palpamento e sfregamento.
“ Ma non è vero Paola. Mi piaci tantissimo, lo sai “ e mentre risponde mi metto in modo che possa guardarmi sotto la gonna allargando un po’ le gambe. “Ma vederti li…”
“ Vedermi lì che significa Pino per te, su dimmelo senza problemi. Voglio che torni a raccontare, a dirmi quello che pensi, su ”
“Mi piace perché immagino di mostrarlo… ad altri, di condividere con tanti l’eccitazione che tu susciti e di pensare che in fondo tu sei mia, stai con me, e che sono io che posso averti e gli altri che possono desiderarti ed eccitarsi”.
L’ammissione rende ancora più turgido il suo pene nello slip. Il mio movimento e le sue dimensioni gli fanno far capolino dall’elastico laterale. Mi fermo un secondo, lo sfioro, poi premurosa torno a coprirlo e proseguo nell’insolito lavoro”
“ Paola ma che fai, non me lo seghi? Chiede lui incuriosito, non vuoi che…”
“Certo, ma lo faccio così, voglio farti venire negli slip in questo modo, pensi di farcela? Voglio farlo immaginando a quello che ha fatto quel ragazzo in treno il mese scorso quando andavo a Bologna…”
“Quale ragazzo, quale treno, quando, cosa?” sobbalza ed io sorrido mentre gli premo ancora di più il cazzo dentro lo slip, quasi sino a fargli male e poi lascio e lo sfioro sul tessuto con la punta delle dita avanti e indietro strappandogli un lamento e movimenti del bacino.
“Ricordi che sono andata all’ università in treno?”
“Certo, ma non mi ha detto niente, perché?”
“Perché è un po’ che non parliamo e aspettavo il momento giusto. Avevo la gonna nera, quella abbastanza lunga, e siccome era caldo ho messo le autoreggenti color carne, quelle che piacciono a te. Lo scompartimento era vuoto,completamente. Chi va da Parma a Bologna a quell’ora con un locale? Mi sono seduta e mi sono messa a leggere un libro”. Percepisco l’ansia del suo respiro la gelosia e l’eccitazione che si trasforma in dimensioni impressionanti ed inusuali sotto la mia mano che tasta, spinge, esplora sempre e solo sulla stoffa ricacciando tutte le volte dentro la punta prepotente del glande che ogni tanto emerge dall’elastico che non ce la fa più a contenerlo.
“Alla prima fermata è salito un ragazzo, giovane, avrà avuto 20-22 anni. Era molto carino ma gli ho dato solo un’occhiata distratta e ho continuato a leggere. In un primo tempo si era seduto nell’angolo vicino alla porta, poi quando il treno si è mosso è venuto a sedersi di fronte a me vicino al finestrino nella direzione opposta di marcia. Ma ho continuato a non farci caso. Come ti ho detto era molto caldo e avevo la gonna appena tirata su sulle ginocchia. Continuavo a leggere da qualche minuto quando mi sono accorta che lui guardava fisso le mie gambe. Da quella posizione poteva vedere bene parecchio…sotto”.
“Mmmh Paola, che porca. E cosa hai fatto?”
“ Vuoi sapere tutto tutto?”
Singhiozza dal piacere e glielo stringo bene.” Si, tutto”
“Va bene, vediamo se davvero godi nel pensare al piacere degli altri mentre mi guardano. Quando mi sono accorta istintivamente ho fatto per tirar giù la gonna ma in una frazione di secondo ho realizzato che li sul treno, con la gente che passava ogni tanto nel corridoio, il controllore, non poteva accadere niente di male. E il movimento che era partito per coprire le gambe… diventato l’occasione per tirare ancora di più su la gonna”.
“ E lui?”
“Ha capito che era un autorizzazione a guardare e ha cominciato a passarsi la mano sui pantaloni. Allora ho accavallato le gambe scoprendole del tutto ,tenendole appena larghe in modo che potese vedere bene le autoreggenti, oltre il loro limite e le mutandine”
“Cosa portavi porcella?”
“Mutandine normali, bianche. Facevo finta di continuare a leggere ma sott’occhio guardavo lui agitarsi e strofinarsi così…(e faccio più forte sulle mutande di mio marito) e dopo qualche istante si è slacciato i pantaloni, aperto la zip, e si è infilato la mano dentro continuando a strofinare sugli slip azzurrini che aveva e che vedevo benissimo così come intuivo chiaramente la forma del suo pene”.
“Ma l’ha tirato fuori?”
“No appunto, ha continuato a toccarsi così ma senza tirarlo fuori. Forse aveva paura delle gente,della mia reazione, ma io ormai era bagnata, mi capisci vero, avevo voglia che lui mi guardasse tra le gambe e godevo del suo frenetico strofinarsi . Continuavo a far finta di leggere ma ormai lo guardavo con piacere ed ogni tanto i nostri sguardi si incrociavano ed io annuivo incoraggiandolo. Ecco vedi ce l’aveva come te ora e io glielo guardavo sai ?” E strofinando sento il membro di mio marito pulsare e prepararsi all’esplosione.
“ Ad un certo punto lui ha detto piano: sei bellissima, posso venire? Voleva la mia autorizzazione e approvazione esplicita. Era un giovanissimo te l’ho detto. Ho ancora allargato le gambe e gli ho risposto sin con il capo e subito dopo gli ho detto: si, fai pure ma tiello dentro. Non devi farlo vedere nudo ad una signora, vieni negli slip così davanti e me e solo dopo quando hai fatto tutto e hai sborrato bene bene le tue mutande… vengo li e te lo guardo”.
“Non ci credo Paola, non ci credo dai non è vero , non l’hai fatto” la sua eccitazione, u n misto di gelosia e ossessione e vicina al parossismo. Glielo stringo forte per rallentare ma sento che ormai ha imboccato la dirittura di arrivo ed allora inizio a strofinare forte sulla stoffa. L’elastico cede e fa avanti e indietro su e giù sul suo glande che esce. No, così non va bene: glielo rimetto dentro e riprendo.”Su Pino, cverto che l’ho fatto: tranquillo sborra dentro lo slip come ha fatto lui. Lo guardavo, sai e lui sfregava fortissimo e dopo poco ha soffocato un lamento e ha tenuto stretto stretto il suo membro che vedevo chiaramente avvolto dalla stoffa celestina delle mutande e una macchia di bagnato piano piano si è allargata dalla punta macchiandolo tutto, ecco bravo così come te ora, bravo vieni e fammi vedere come inzuppi tutto” la mia mano ora strofina sul bagnato dello sperma di mio marito che esce a fiotti dentro il suo slip.
“ E poi, poi, mi chiede- mentre viene tremando – cosa hai fatto?”
“Le promesse Pino si mantengono. Mentre ancora stava singhiozzando mi sono alzata mi sono avvicinata a lui, in un attimo mi sono chinata: lui aveva slacciato i pantaloni. Piano piano ho preso con le mani, tutte e due il suo elastico che nel frattempo si era bagnato e ho sollevato lo slip tirando verso di me e guardandolo dentro. Aveva un bellissimo membro, sai, grosso e duro che stava ancora sussultando ed emettendo un filo bianco immerso com’era in una mare di schiuma sui peli scuri e nello slip. Ho guardato sai, lo vedevo mentre dalla punta usciva ancora un filetto di seme e con la punta delle dita l’ho sfiorato così” e sollevo l’elastico di mio marito che ha riversato un fiume di sperma nel suo di slip e immergo i polpastrelli nel liquido sfiorandogli la punta e carezzandolo strappandogli un altro brivido. Finisco il massaggio bene a Pino aiutandolo a far uscire le ultime gocce. “Ecco vedi, ribadisco, ho fatto così e poi siccome avevo le dita bagnate sai cosa ho fatto davanti a lui”.
“Dimmi Paola “ gorgoglia lui.
“Ho fatto così – mento” e porto le mie dita piena si sperma di Pino alla bocca leccandole con gusto.
Urla, ora, ruggisce mio marito, se lo riprende in mano ancora durissimo , si masturba furiosamente ed io sorpresa con il dito indice ancora in bocca gli carezzo le palle”.
“ Si Pino gli ho fatto così, ho fatto vedere che mi leccavo il suo sperma che aveva bagnato le mie dita e glielo guardavo tutto duro pieno di sbor…” non faccio in tempo a completare la parola che Pino schizza violento nonostante sia appena arrivato due minuti fa. “Bravo , bravo, così dai lo incoraggio” sei bravo : sai mi piaceva guardarglielo e farmela guardare e ho resistito alla tentazione di farmela toccare, di mettermelo dentro. Ma avevo voglia, te lo confesso”. Ora è ansimante e sfinito. Mi sa che è iniziata una nuova stagione per noi.


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