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Prima esperienza con un trans


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Prima esperienza trans

Ero un ragazzone di circa 25 anni quando mi ronzava in testa l’idea di provare una trans e quindi di assaggiare un pene di carne vera.

Di solito avevo giocato con piccoli arnesi tipo tubetti di dentifricio o pennarelli, ma l’idea di fare la prima esperienza con un pene di carne vera e calda mi toglieva pure il sonno.

Un giorno, in cui mi trovavo libero per la chiusura del negozio per lavori interni, con la scusa di uscire per comprare alcuni materiali, dopo pranzo girovagavo per Roma alla ricerca del mio primo trans.

Letti gli annunci mi attirò uno di loro per il suo sguardo femminile e accattivante e decisi di andare.

Giunto sul portone e suonato il citofono, salì le scale con il cuore in bocca per l’emozione e appena arrivato sulla porta trovai già l’uscio aperto.

Entrato dentro una bellissima trans con occhi neri e carnagione chiara; indossava un reggiseno colore nero con perizoma e calze autoreggenti di colore nero; una stangona di donna ma al tempo stesso con un particolare tra le gambe.

Il suo sorriso mi piacque molto e con movenze feline mi fece strada verso la camera da letto.

Dopo alcuni minuti di colloquio mi invitò a spogliarmi e io tutto timido iniziai a togliermi i vestiti fino a rimanere nudo; l’emozione era tanta e mi sdraiai tremolante sul letto.

Lei iniziò a toccarsi e a baciarmi dappertutto e io feci lo stesso.

Ad un tratto, senza togliere il perizoma, tirò fuori il suo membro che nel frattempo si era indurito un poco e me lo porse davanti alla bocca incitandomi a succhiarlo.

Io rimasi sconvolto dalle dimensioni e non riuscivo a farlo entrare nonostante le mie labbra e la bocca erano spalancate.

Le dissi quando era grande, se aveva misurato la grandezza e lei rispose che erano sui 26 cm di lunghezza e 21cm di circonferenza.

Non riuscivo a chiuderlo nemmeno con la mano mentre faceva forza nella mia bocca ed ero molto preoccupato pensando al dopo.

Ad un tratto lei mi ordinò di girarmi di spalle e di mettermi a 90° e di spalmarmi una crema nel mio buchetto stretto e vergine per quelle dimensioni.

Mi afferrò dai fianchi e mi tirò verso di se al margine del letto premendomi la schiena e abbassarmi e sollevare il culetto verso l’alto.

Iniziai a sentire il glande che premeva sullo sfintere e ad ogni movimento di pressione io cercavo di ritirarmi per evitare la penetrazione.

Iniziai ad urlare pregandola di smettere, cercando di sottrarmi a quella intrusione dentro di me, ma lei, ancora più infoiata mi disse di stare zitto perché il glande era entrato e mancava poco che entrasse anche il bastone.

Io sentivo un dolore atroce e la pregavo di interrompere quella pressione sul culetto che mi allargava a dismisura.

Il dolore era tanto che mi misi a piangere e mi pentivo di avere avuto quel desiderio di provare ad essere impalato.

Con le lacrime agli occhi sentì che era entrato per metà e lei si era fermata per farmi riprendere fiato e iniziò ad accarezzarmi le natiche prima e poi a stringere i glutei per afferrarmi meglio.

Iniziò a stantuffarmi prima piano in modo che la crema si spargesse per bene e ad ogni colpo affondava sempre di più il suo palo dentro di me………..lo sentivo dentro e ad ogni colpo pensavo che lo stomaco si sarebbe spaccato e sarebbe arrivato fino in gola.

Misi le mie mani tra le natiche e il suo ventre per limitare i colpi profondi dentro di me ma lei ancora più infoiata e arrabbiata per quella manovra mi bloccò le mani sulla schiena e diede due colpi fino a quando non cadetti schiacciato di pancia sul materasso.

Ero impossibilitato a muovermi per via di quel palo dentro che sprofondava e mi allargava ad ogni colpo; sentivo un qualcosa che mi infilzava e allargava l’intestino, ma nello stesso tempo sentivo un calore piacevole che si spandeva dal buchetto fino a raggiungermi la testa; era il godimento che iniziava ad impossessarsi del mio corpo e il mio pene gocciolava come una fontana.

Lei, vedendo il mio orgasmo, mi disse che ero venuto di culo e continuò a pomparmi con colpi tremendi e roteando il suo palo sulle mie viscere.

Quando lo tirò fuori sentì come se le budella volessero uscire insieme a quel palo e mi sentì come svuotato dentro; mi mancava qualcosa che era diventato parte di me, del mio corpo.

Non avevo il coraggio e la forza di girarmi e guardarla negli occhi perché pieno di lacrime e dolorante dentro di me.

Lei mi iniziò ad accarezzare il culetto dicendomi che ero riuscito a godere dal culetto come una troia accaldata.

Mi vergognavo per quelle parole, non ero abituato a quelle situazioni ma forse aveva letto nei miei pensieri la voglia di essere aperto a dovere.

Vestitomi di fretta sentivo ancora il culetto dolorante e camminavo in modo strano perché ero allargato tra le gambe e la sensazione era come se ancora quel salsicciotto di carne era dentro di me.

Ogni volta che ripenso a quel pomeriggio, a come mi ha trattato quella trans, sento che il mio pene inizia a bagnarsi e il mio culetto ha voglia di riprovare l’esperienza.

Sono andato da lei ancora un paio di volte e ogni volta ha capito i miei pensieri e cosa andavo cercando, allargandomi e penetrandomi in profondità.



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