i racconti erotici di desiderya

Portami dove non sono mai stata


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"Portami dove non sono mai stata - mi hai detto quando sono entrato nella tua casa - voglio conoscere quel lato di me stessa che da sola non posso esplorare: la sottomissione ad un Padrone che sappia prendermi l'anima come sai fare Tu."

"Saresti pronta a soffrire per me?" ti ho chiesto.

"Si..."

ho avvertito la tua eccitazione e le tue paure quando t'ho bendata. dolcemente ho accarezzato i suoi capelli e ti sei tranquillizzata. senza fretta t'ho spogliata, interpretando i tuoi stati d'animo, rallentando quando necessario per farti sentire protetta e sicura.

quando le manette hanno accarezzato la tua pelle per la prima volta t'ho sentito rabbrividire; ho accarezzato il tuo seno, sentendo i tuoi capezzoli inturgidirsi tra le mie dita, ho sfiorato il suo sesso scoprendolo già bagnato, ho ascoltato il tuo respiro, l'ho sentito farsi affannoso mentre le mie mani si facevano sempre più indiscrete nel frugare la tua sessualità.

infine ho assaporato i suoi gemiti quando il piacere si è miscelato al dolore per toccare la tua mente e giocare con le tue sensazioni, con le tue emozioni; e tu ti sei lasciata prendere in maniera definitiva, totale.

ed ora la sua pelle contro la mia è seta e fuoco. sui tuoi polsi il morso sottile delle manette, nella tua bocca un dildo in gola che ti soffoca mentre piacevolmente succhi forsennatamente chiedendo il seme che non ti può dare, sulle tue spalle il caldo rossore delle mie dolci frustate: soggiogata, subisci eccitata tutti i lievi tormenti a cui ti sottopongo.

violo il tuo ano con il dildo enorme mentre ti mordi il labbro per resistere, ti prono in ginocchio costringendoti a praticare una fellatio al fallo che userò ancora per penetrarti quando i tempi saranno maturi e ti sarai dimostrata meritevole dell'orgasmo che vorrò concederti mentre t'insulto...

sorseggio un goccio di lagavulin e guardo fuori dalla finestra, nel crepuscolo che sta per lasciare posto alla notte. cade una pioggia sottile e leggera che tintinna sui vetri e scorre giù per la grondaia; mi volto e ti slinguazzo la tua figa bagnata: indossi ancora le manette con le quali t'ho legata alla testiera del letto. vinta dalla fatica e dai dolci tormenti a cui t'ho sottoposta stai per crollare in un sonno profondo. un ultimo sorso prima di posare il bicchiere e venire copiosamente sul tuo viso truccato sporcandoti completamente del mio seme che cerchi ora con le dita per poi leccarle con la tua lingua avida...

g*


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