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Patrizia: una moglie insoddisfatta

Autore: Versoilsole
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Anche quest’estate il signor Mario era stato obbligato dalla moglie ad andare al mare, nel solito paesino del Sud dove risiedeva sua suocera.

“Dai che dopo mamma si offende!” questa era stata la replica di Patrizia, la sua consorte. Ore e ore di viaggio in autostrada, il solito traffico e poi la sfacchinata a scaricare le valigie. Si era addormentato ancora vestito, mentre la moglie invece era andata a salutare sua madre. Lui non la incontrava da anni, da quando l’anziana donna lo aveva insultato pubblicamente al cenone di Capodanno, dopo aver scoperto, tramite voci di paese, che lui da giovane, prima di mettersi con la figlia, era stato con una prostituta. Era successo una sera che lui era ubriaco, nemmeno se ne ricordava, e gli amici lo avevano portato da questa donna, lo avevano anche aiutato a spogliarsi. Era stato inutile protestare, ormai nessuno della famiglia della moglie lo avrebbe più accolto. Da una parte ne era felice, perché aveva la scusa perfetta per non incontrare più quella vecchia arcigna e paralitica. Però non poteva evitare di farsi le vacanze lì, anche perché non pagavano nulla, visto che la casa era di Patrizia.

La mattina dopo andarono in spiaggia e lui era più nervoso del solito.

“Amore ho scordato le sigarette a casa, vado a prenderle.”

Tornò indietro velocemente e rimediò al problema. Ma mentre stava uscendo, vide due persone fuori al cortile che parlavano, e si rese conto che stavano parlando di lui e di sua moglie.

“Che coraggio i Maggio! Tornano tutti gli anni qui, nonostante tutto!”

“Lei ce l’ha a morte con la madre… Ma dico io, una povera vecchia invalida, nemmeno andarla a trovare.”

“Che gente di merda, io l’altra volta ci sono andata dalla signora Capuano, lo sai che piangeva?”

“Ormai le resta poco da vivere.. Quanto ci scommetti che la figlia si farà viva solo per l’eredità?”

Mario rimase immobile, mille pensieri cominciarono a martellargli il cervello. Si avviò nuovamente verso la spiaggia quando capì che erano passati dieci minuti.

“Tesoro ma dove sei stato, ero in pensiero!” gli disse Patrizia

“Sono andato al gabinetto” rispose lui freddamente, e andò a buttarsi in acqua. Dove andava sua moglie? Qual era la verità? Possibile che erano solo pettegolezzi falsi?

La nuotata non lo aiutò a rilassarsi, la testa gli scoppiava.

A pranzo non mangiò nulla, e si buttò sul letto in mutande e canottiera, a rimuginare ancora. Si stava quasi appisolando quando fu destato improvvisamente dalla voce di Patrizia.

“Amore vado da mamma! Ci vediamo tra un’oretta. Riposati così ti passa il mal di testa.”

Riposarsi? Appena sentì lo scatto della porta, Mario si rivestì in un attimo e cominciò furtivamente a seguire sua moglie.

Sentiva il suo profumo da lontano, muschio bianco misto all’odore dolce della sua pelle. Era più bella che mai, vestita con una maglietta bianca, che risaltava la sua abbronzatura e una gonna scura che le arrivava al ginocchio, sandali neri con un po’ di tacco. Le sue labbra carnose erano evidenziate dal rossetto viola e aveva un po’ di ombretto azzurro sugli occhi, due perle nere. Tutti le dicevano che non li dimostrava affatto i suoi 39 anni.

Come aveva fatto a non capirlo che c’era qualcosa di strano?

Voleva andare lì e picchiarla, ma era ipnotizzato.

La seguiva da lontano, in mezzo a quelle stradine senza asfalto, finché non la vide arrivare a una piazzola di sosta, appena fuori dal paesino, che era sempre deserta d’estate. Attorno c’erano una folta vegetazione incolta, terra di nessuno.

Mario vide apparire da dietro a un albero una mano di un uomo, che la trasse a sé. Furtivamente si avvicinò e trovò riparo dietro a un cespuglio, da cui vedeva e sentiva tutto.

Un uomo probabilmente sulla cinquantina, la baciò dolcemente sulle labbra e disse: “Amore quanto mi sei mancata… Sei bellissima!”

Lei gli sorrise e lo guardò incantata.

Mario lo riconobbe, era Antonio un amico di famiglia e ogni tanto scambiavano due parole in spiaggia.

“Mio marito non si sente bene. Dovevo restare a casa ma non ce l’ho fatta a stare senza di te.”

“Hai fatto bene, abbiamo così poco tempo per stare insieme… Quand’è che ci ripenserai su quella cosa?”

“Non posso… Sei importante per me, ma se poi non durasse? Io voglio bene a Mario.”

“Ma come fai a resistere? E’ una persona noiosa, non ti fa mai fare nulla, non ti emoziona…”

Lei abbassò il volto. Lui glielo carezzò dolcemente e lo alzò.

“Guardami…”

La fissò con il suo sguardo languido e cominciò a baciarla dolcemente, tanti piccoli bacetti, che diventavano sempre più prolungati… Fino a che i due non si avvinghiarono in un bacio appassionato e intenso.

Le mani di lui percorsero la sua schiena, dolcemente ma con pressione…Poi le palpò il culo tondo e sodo, che spinse verso di sé.

Si strusciò addosso a lei, quasi le alzava la gonna, e Patrizia era visibilmente eccitata. Cominciò ad ansimare e a baciarlo con maggiore foga.

Lui le abbassò la maglietta fino a scoprirle le tette e iniziò a leccargliele, prese in bocca i capezzoli.

Lei intanto gli stringeva il cazzo duro, che voleva uscire, come testimoniava la protuberanza sempre più grossa.

Mario guardava ed era pietrificato, combattuto tra la rabbia e la sorpresa. Non aveva mai visto sua moglie così eccitata.

“amore… tiratelo fuori, lo voglio toccare…”

Antonio non se lo fece ripetere due volte e si abbassò i pantaloncini. Il cazzo uscì, era eretto, duro, paonazzo, già scappellato.

Patrizia glielo prese in mano e se lo strofinò sotto la gonna, tra le cosce.

“Mmm.. Sì, così… Mi stai facendo scoppiare… Dai stenditi…” disse lui “Come sei bagnata”.

Lei lo lasciò e si distese in un punto dove era pieno di foglie morte, incurante del terreno umido, a cosce aperte. Si tolse le mutandine e cominciò a toccarsi la fica: era pelosa e nera, leggermente dischiusa e il clitoride era gonfio come un piccolo pene.

Lui le venne incontro con il cazzo in mano, le salì sopra. La baciò, poi le leccò ancora le tette nude.

“Dammelo…”

“E’ tutto tuo” disse Antonio. Prese un preservativo dalla tasca, strappò la confezione e se lo mise velocemente, poi avvicinò la cappella paonazza al buchino e la penetrò. Prima entrò piano con la punta, poi spinse il bacino e la riempì tutta.

“Ah.. Si.. Scopami!” sussurrò Patrizia, in un attimo di lucidità.

Antonio, appena ebbe la sicurezza di essere entrato bene, iniziò ad andare su e giù, senza fretta e senza eccessiva forza, come sapeva che piaceva alla sua donna, ma con quella costanza che riusciva a portarla piano piano in uno stato estremo di estasi.

I mugolii strozzati di Patrizia riempivano l’aria e raggiunsero Mario con la forza di un martello pneumatico che gli trapanava il cervello. Non l’aveva mai sentita agitarsi così e ora quella che aveva di fronte non sembrava più la donna con la quale viveva da anni. Talmente tanti anni che non se la ricordava più in quella situazione.

Un urlo strozzato più forte degli altri ebbe l’effetto di svegliare Mario da quella specie di torpore in cui era caduto. Si accorse che ce l’aveva terribilmente duro e doveva masturbarsi.

Si tirò giù la zip dei pantaloni e con difficoltà lo prese in mano. Fu una liberazione, dovette trattenersi per reprimere un sospiro.

Intanto la moglie continuava a essere sbattuta da Antonio e gemeva…

“Ahh.. Mmmh.. Sei.. un .. aah.. porcoo!”

Lui non diceva nulla e continuava a fotterla senza tregua, le aveva anche messo le sue gambe sulle spalle per sentirla meglio.

La fica di Patrizia grondava sotto i colpi del cazzo e Mario, suo marito, si stava menando l’uccello, stranamente felice di vedere sua moglie così puttana.

Lui non sarebbe mai stato un grande scopatore, era un uomo tradizionalista, aveva fatto il chierichetto. Esistevano le sante e le puttane. Patrizia era sua moglie, si erano sposati in Chiesa… Non gli sarebbe riuscito di trattarla come una donna in carne e ossa, anche se razionalmente sapeva che lo era. Ma se un altro la trattava come lui avrebbe voluto… Scoprì che in fondo, nella sua parte più animale, la cosa lo rendeva felice.

“Ahh… Continua… Sto per veniree!”

Patrizia era sudatissima, tutta sporca di terra e scopava, scopava… Lui spingeva e lei inarcava la schiena per sentire il cazzo fino in fondo…

Mario aveva gli occhi di fuori, ormai era quasi arrivato al culmine… Strinse forte nel pugno il suo cazzo marmoreo e sborrò, con l’altra mano sulla bocca per non gridare.

Poi nemmeno Antonio si trattenne più. Strinse forte le caviglie di Patrizia, che erano sulle sue spalle, e aumentò il ritmo, entrava e usciva sempre più velocemente.

“Si amore… Ahhh… Sto godendooo!” urlò Patrizia mentre veniva.

Sentendo la sua fica contrarsi, così stretta, che quasi lo faceva uscire, anche Antonio venne e si abbatté su di lei esausto.

Mario, appena si riprese, si pulì il cazzo moscio e svuotato con un fazzolettino di carta, se lo rimise nei pantaloni e tornò a casa.

Si lavò bene, per togliere le tracce di ciò che aveva fatto, e lavò anche le mutande. Lui sapeva riconoscere da metri l’odore di sperma, e ancora si vergognava come un ragazzino se la moglie scopriva che si era masturbato (finora era successo una decina di volte, di sera, dopo che aveva lavorato: troppo stanco per scopare, ma troppo arrapato per non fare nulla).

Si mise ad aspettare il tramonto sul balcone, con una bella sigaretta. Fumava placido, si carezzava la pancia prominente sopra la sua solita canottiera.

A un certo punto sentì un rumore di tacchi inconfondibile. Dette due boccate e si affacciò, buttando via il mozzicone.

“Ciao Patrizia.”

“Ciao amore, scusa il ritardo, mamma non si sentiva molto bene.”

“Non ti preoccupare. Sali su che ti preparo una bella cena, sarai stanca.”

“Eh si, oggi è stata dura. Mia madre non…”

Lui la interruppe : “Sshh… Sbrigati a salire e abbracciami.”

“Ti amo Mario.”

“Anche io.”


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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Bisexlussuriosi Invia un messaggio
Postato in data: 26/11/2014 15:25:28
Giudizio personale:
Raccontaci il dopo, molto eccitante, posso aiutarti io se vuoi a scopare la tua Troia


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