i racconti erotici di desiderya

PadronVale: l'addestramento continua


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Nei giorni successivi il tirocinio da schiava di Alex s'intensificò. La Padrona fece in modo da costringere la ragazza a prestarle servizio ventiquattr'ore su ventiquattro e sette giorni su sette. Da prima perfezionò il modo di cavalcare di Alex perché a quattro zampe la schiava camminava spedita, si, ma aveva ancora poca resistenza. La Padrona la costrinse allora a galoppare per un'ora tutti i giorni, seduta sulla sua schiena, incitandola con un corto frustino da fantino. Alex imparò velocemente, più che altro per il terrore di ricevere nuove frustate.

Poi venne la settimana della schiava- gabinetto, nella quale Vale volle che Alex si perfezionasse per imparare a bere l'orina della Padrona. Tutte le volte che la schiava mostrava tentennamenti o esitazioni la Dea la prendeva per i capelli, la faceva mettere in ginocchio e le infilava la testa in un secchio pieno d'acqua sporca, trattenendole la testa sott'acqua con un piede e lasciandola riemergere proprio al limite del soffocamento. La Padrona si divertiva anche a sedersi sulla testa della serva quando essa era immersa nell'acqua fino alla gola. Alex resisteva finché poteva poi iniziava a gemere e cercava di riemergere. Implacabile la Padrona si lasciava andare di peso sulla testa della povera sguattera, spingendo il suo sedere perfetto sulla nuca di lei. Dopo ogni punizione, per gratitudine, la serva trascorreva non meno di un'ora di tempo a leccare le natiche della Sovrana che, comodamente sdraiata su morbidi cuscini, attendeva e rideva.

Alex prese a dormire tutte le notti dalla Padrona, ai piedi del suo letto. Quando Vale si andava a coricare la serva trascorreva un buon quarto d'ora con la testa affondata sotto le coperte a leccarle i piedi. La Dea si divertiva un mondo nel sentire la lingua di un'altra ragazza fra le dita dei piedi, mentre essa cercava di rimuovere lo sporco ed il sudore dalla pianta e dal tallone. Quando la Padrona si stufava di sentire una lingua sulle sue estremità scalciava in viso la sguattera, allontanandola. Alex usciva con la testa da sotto le coperte della Dea e si rannicchiava ai piedi del letto, priva di coperte e cuscino, indipendentemente dal freddo e dalla stagione.

Se la Sovrana aveva bisogno di alzarsi durante la notte lo faceva scendendo con i piedi sul petto o sulla faccia della schiava. Quest'ultima doveva rapidamente prendere la pantofole di Vale da sotto il comodino e calzarle ai piedi della Padrona. La stessa cosa avveniva la mattina, quando Vale si svegliava per recarsi all'università. Spesso era la schiava a svegliare la Dea all'ora desiderata da quest'ultima. Alex scostava un lembo delle lenzuola e leccava generosamente i piedi della sua Proprietaria finché essa non si svegliava.

Alex trascorreva molto tempo a leccare i piedi di Vale anche la sera dopo cena. La schiava, una volta terminato di lavare i piatti in cui la Dea aveva mangiato si recava in salotto dove la Padrona si stava rilassando guardando un po' di televisione. Lei naturalmente mangiava unicamente gli avanzi dei pasti della Dea raccolti in una ciotola oppure direttamente sul pavimento da sotto le suole delle scarpe della Dominatrice

Dopo un po' era fatta mettere a quattro zampe ed usata come poggiapiedi, oppure come cuscino da tenere sotto al sedere. Più di una volta Vale si era addormentata sul divano, rilassandosi completamene grazie alle dolcissime carezze della lingua di Alex e si era svegliata nel cuore della notte con un piede infilato fino alla base delle dita nella bocca della schiava, anch'essa addormentata. La schiavitù dell'inferiore era giunta ad un livello tale che se la Padrona muoveva impercettibilmente le dita nella sua bocca, anche da addormentata Alex prendeva a leccarle i piedi e a massaggiarglieli labialmente. Ciò faceva molto piacere alla Padrona, che sentiva di aver preso possesso completamente di un'altra persona. Così dopo essersi fatta leccare i piedi svegliava bruscamente la schiava e le pisciava in bocca, tanto per ribadire il proprio potere e la propria superiorità.

Una volta Alex giunse in salotto e trovò Vale languidamente sdraiata con la pancia appoggiata su morbidi cuscini del divano. Si avvicinò ed iniziò a leccarle i talloni. Vale la calciò in volto.

-"Chi ti ha detto di leccarmi i piedi?"-

-"Scusi Padrona ma."-

-"Zitta!"- esclamò Vale affondando una seconda pedata nel viso della serva.

La schiava cadde a sedere, massaggiandosi una guancia.

-"Abbassami le mutandine e leccami il culo"- ordinò la Padrona

-"Si Padrona"-

Alex eseguì, infilò le dita sotto l'elastico degli slip e tirò verso le cosce della Dea. Vale si voltò e le tirò uno schiaffo.

-"Fallo delicatamente! La mia pelle è di seta, non tollera maniere da animale come le tue!"-

-"Scusi mia Padrona"-

-"Lecca schiava. Fammi sentire la tua lingua"-

-"Si Padrona"-

Alex si tuffò con la bocca verso il sedere della Dea e prese a leccarle la natica destra. La Padrona non aveva torto a dire che la sua pelle era di seta. La lingua della schiava la trovò liscia e perfetta, appena imperlata da un velo di sudore che era la tensione accumulata durante la giornata.

-"Ti ho detto li? Lecca nel mezzo!"- disse Vale.

-"Si Padrona"-

Alex si spostò sul solco fra le natiche. Si rifece dall'alto e scese giù fino alle cosce. Ad un certo punto sentì la mano di Vale che l'artigliava ai capelli sulla nuca, strattonandola fino a farla risalire di un palmo. La bocca della schiava era proprio al centro delle natiche della Sovrana quando quest'ultima scorreggiò.

Alex, istintivamente, si fece indietro. La mano della Dea, ancora stretta alla sua chioma, strappò ciocche di capelli.

-"Che fai, stronza!?"- esclamò Vale -"Scappi?"-

-"Ma.Padrona"-

-"Ma un accidenti! Ti ho forse consentito di indietreggiare?"-

-"No Padrona"-

-"Allora ritorna con la bocca sul mio sedere. E aprila bene. Voglio scorreggiarti fino in gola"-

Alex obbedì. Vale scorreggiò e rise.

-"Allora, non ti piace?"- chiese sarcasticamente la Padrona.

-"Mmmmmghh."-

-"Spalanca e taci!"-

Ancora una volta.

-"Basta, togliti dal culo"-

Alex esitò, socchiuse soltanto le labbra. La Dea inarcò il dorso in modo da avvicinarsi a lei, le afferrò i capelli e la trascinò a fianco del divano, poi la schiaffeggiò due volte e la costrinse a quattro zampe.

-"Apri bocca"- ordinò -"E guarda in alto"-

La schiava obbedì e Vale, raccolto un grumo di saliva nel palato, le sputò in bocca. Poi la schiaffeggiò e le schiacciò una mano sotto al tallone.

-"Ringraziami"-

-"Grazie Padrona"- disse la schiava e le baciò i piedi.

-"Bene, la mia cura ha fatto bene alla tua voce, forse la ripeteremo quando avrò ancora bisogno di scaricarmi"-

-"Si Padrona"-

-"Apri bocca"-

Alex obbedì e Vale vi sputò dentro, poi sputò tre volte per terra, prese il frustino da fantino e ordinò alla schiava di leccare la saliva per terra. Le schiacciò la testa sotto ad un piede e la sferzò con il frustino sui fianchi e sul sedere. Alex leccò. Vale sputò altre due volte per terra e fece avanzare la schiava.

Infine la fece mettere distesa sulla schiena, le infilò l'imbuto in bocca e le pisciò in gola. Si fece pulire per bene dalla lingua della schiava.

-"Sei una serva inferiore e non meriti altro"- le disse.

-"Si Padrona"-

-"Ringraziami per averti usato come cesso"-

-"Grazie Signora. Non merito altro che essere il suo gabinetto"-

-"Ho sonno, vado a letto. Sciacquati la bocca, che saprà di piscio ora, e poi raggiungimi in camera. Stanotte dormirai con la testa sotto alle coperte ed un mio piede in bocca"-

-"Si Padrona"-

-"Però oggi mi sento buona. Potrai scegliere quale dei miei piedini vorrai tenere in bocca"- rise la Dea -"Non sono una Padrona gentile?"-

-"Si Padrona, grazie"-


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