i racconti erotici di desiderya

Ninfetta di zio

Autore: DeadNymphet
Giudizio:
Letture: 1616
Commenti: 1
Dimensione dei caratteri: [+] - [ - ]
Cambia lo sfondo
Ninfetta di zio

Ero in bagno da due ore.

Si, lo ammetto, mi stavo masturbando.

Solo che... beh... farlo in quella casa era pericoloso, oh si molto pericoloso.

Vivevo con zio Robert da 17 anni. I 17 maledetti anni più lunghi della mia vita.

In casa c'erano delle regole. C'erano sempre state, e sempre se ne sarebbero aggiunte delle nuove, perché lui, il caro zietto,

non ammetteva disobbedienze di sorta. Per ogni regola c'é un comportamento da osservare, per ogni trasgressione c'é una punizione.

Lo sapevo. Lo so molto bene.

Non ti puoi masturbare. Solo la mia mano può eventualmente farlo al tuo posto. Non puoi rifiutare di farti toccare. Vietato andare al bagno da sola. Vietato chiudere la porta a chiave. Vietato fare i propri bisogni da soli. Vietato non rispondere quando si é interrogati. Vietato fare domande.

Quel pomeriggio gelido io avevo infranto due delle preziosissime regole di zio Robert. Stavo facendo pipì in bagno con la porta chiusa, poi avevo iniziato a toccarmi la passerina perché ero eccitata. Il clitoride era così duro che non mi riusciva nemmeno di toccarlo fino in fondo, mi faceva male, ma al tempo stesso mi dava un piacere assurdo, se lo premevo. Non riuscivo a non premerlo. Le mie dita correvano fino all'orgasmo, eccolo, eccolo... non riuscivo a non gemere... protesi il bacino in avanti, le dita scivolarono nell'apertura umida sotto il clitoride. Gemevo senza controllo. Anche se sapevo che mi avrebbe scoperto, perché, inevitabilmente, tutti i miei crimini venivano svelati, da quando avevo iniziato a sanguinare lì sotto e lui aveva fissato le regole... Gemevo, sempre più forte... l'orgasmo esplose fra le mie cosce al ritmo dei passi che si avvicinavano rumorosamente oltre la spessa porta scura del bagno. Poi la maniglia si mosse. Qualcuno tentava di aprire la porta. Lui tentava di entrare. Avevo chiuso a chiave. Inutile mentire.

"Lys? sei là dentro? Che cosa stai facendo?"

Non poteti impedire alla mia voce di tremare. Ma risposi subito. Sempre rispondere allo zio, mai ignorare le sue richieste. Farlo in fretta. Soprattutto in fretta.

"Si, zio un attimo che apro"

Mi alzai. Non potevo nascondere la mia eccitazione. Mi guardai allo specchio. Avevo le guance in fiamme. Qualcosa si mosse dentro di me quando aprii la porta...oh, amavo il dolore, le conseguenze della mia disobbedienza. Mi ero sempre riporposta di scappare, di dirlo a qualcuno. Ma avevo dato da tempo delle risposte, a me stessa, sul perché non riuscissi mai a protestare e al contempo, mi sentissi sempre così... così eccitata.

Aprii la porta. Inutile ritardare il momento. Lo zio era lì. Furibondo. Era un uomo alto e sottile, magro in maniera quasi feroce. Non più giovane, ma nemmeno vecchio ancora, aveva numerose striature grige fra i capelli, che non contrastavano affatto con le mani dure e sottili, nervose, che spesso avevo sentito su di me. Aveva occhi stretti e crudeli, un ghigno sempre pronto a comparire sul volto squadrato ed aguzzo, a completare la sua espressione crudele. Quale? ecco, questa che gli compare sul volto ora... Denti bianchi, labbra sottili, certezza di dominio.

Le sue gambe lunghe e sottili e il suo torace scarno, marmoreo mi sovrastarono. Le sue dita mi si artigliarono all'avambraccio.

"Cosa stavi facendo? ti stavi masturbando non é vero?"

Mi faceva male. Avevo le mutandine ancora bagnate. Un residuo di eccitazione mi si contraeva come un aspide nel ventre.

"Ma guarda, che miserabile troietta che sei, te lo leggo ancora in faccia... scommetto che hai anche fatto pipì... hai fatto pipì senza permesso! Fammi vedere!" La sua voce mi faceva venire brividi di paura lungo la schiena, ma come sempre le sue dita non erano subito violente. Mi voltò senza tanti complimenti verso il grande specchio a parete. Vidi l'ombra scura che la luce del bagno freddo proiettava sotto i miei occhi spaventati e sul mio volto, disegnando strane ombre. Le sue dita lunghe e scarne mi avevano già abbassato le mutandine, ora le avevo a mezza coscia, vedevo le sue unghie corte e lunghe premere il pube in avanti, tirando il monte di venere per scoprire le tenere labbra sotto e il clitoride. Ero depilata. Ci aveva pensato lui, lo faceva ogni volta he un accenno di peluria mi compariva fra le gambe o sotto le ascelle. Ogni mese mi toccava la sua ispezione. Mi cacciava dentro le dita, frugava per ore. A volte mi faceva venire. Ma era appena trascorsa una settimana dalla sua ultima ispezione. Ci stava mettendo volutamente tanto. Giocherellò con la clitoride, la scoprì. Oh, sapeva riconoscere bene quando ero appena venuta o ero eccitata...'punizione' corripondeva a criteri molto fluidi per lui, e li definiva via via: più di una volta mi aveva fatto coricare su una sedia, con il torace appoggiato allo schienale, più raramente sul suo letto, poi aveva aperto le mie chiappe, e senza giocare con l'ano come faceva quando mi chiamava a se' vero sera aveva penetrato il buchino di forza, slargandomi appena con la lungua, facendomi sanguinare. Mi dava degli schiaffetti sulla figa, duri e dolorosi, se mi eccitavo mentre mi massacrava l'ano. Non seppi cosa mi avrebbe fatto finché con uno schiaffo sul pube non estrasse le dita da dentro la mia figa. Mi obbligò a mettermi in ginocchio. Vidi i suoi fianchi stretti su di me. Armeggiava con la chiusura dei pantaloni. Se li slacciò. Era insolitamente su di giri.

"Lo sai perché ero venuto qui? Perché dovevo pisciare... forza apri la bocca troietta... apri piccola troia..."

Vidi il suo membro, ormai conoscevo a memoria le sue vene, quella cappella carnosa. Il contatto con la pelle serica della mezza erezione con le mie labbra mi scatenò nelle vene un nuovo torrente di libidine.

Lo presi fra le labbra. Lui assunse un'espressione esaltata. Poi si curvò su di me e mi mise una mano dietro la nuca. Non mi permise di iniziare a fargli un pompino, anche se ne avevo tanta voglia. Per due minuti si tese, a metà nelle mie labbra. E poi...

"Ah... eccola... eccola finalmente... bevi!Bevi tutto!"

Mi stava inondando la bocca di piscio. Era così tanto che un rivoletto iniziò a colarmi lungo il mento sollevato. Mi attaccai ai suoi fianchi scarni. godeva a pisciarmi in bocca. Non finiva più. Il suo sapore, aspro e dolce, terribile e piacevole, mi sconvolse. Non avevo mai assagiato la sua pipì. Ne rimasi sconvolta. Ingoiavo, bevevo, mandavo giù tutto, non osavo disobbedire.

Vidi un sorriso di soddisfazione allargarsi sotto il rossore delle sue guance.

La sua mano iniziò a carezzarmi meccanicamente la guancia, mentre il suo ghigno si allargava, disfatto.

"Brava, troietta... bravissima...."

Esultai... le ultime gocce mi stavano bagnando la gola. Lui ansimava. Ero stata io a ridurlo così... ed ora... oh si...ora gliel'avrei fatta vedere.

Gli avrei fatto uno di quei pompini da manuale che aveva avuto cura di insegnarmi anni prima, nei quali mi faceva costantemente impegnare.

Avrei svuotato le sue palle, ne avrei ingoiato con piacere la sborra. Nei miei occhi se ne rifletteva il desiderio. Glielo comunicai mentre lambivo con la lingua il sotto della sua cappella e giocavo col suo frenulo, stuzzicandolo in una danza incessante ed aspra che lo fece urlare...mi aveva riempito di piscio ed ora volevo che mi riempisse anche di sborra. Questo pensiero mi eccitò. Portai una mano alla figa. Iniziai a masturbarmi furiosamente. Lui se ne accorse. Rise. Non mi sgridò, ora...

"Allarga le cosce, troia. Fammi vedere come ti masturbi mentre mi fai un pompino, puttanella"

Mi masturbai con le cosce allargate fino a provare dolore ai muscoli delle gambe, finché essi non si tesero allo spasimo, la figa spalancata in modo indegno... lui me lo diceva, mentre lo spompinavo e mi masturbavo con la bocca piena contemporaneamente. "Ti stai sparando un ditalino mentre mi fai una pompa... brava piccola depravata... così... muovi quel dito, datti da fare..." Le sue parole come sempre colpivano nel segno. Rise quando schizzai dalle labbra aperte il mio piacere, mi inidirizzò un colpetto sulla figa con il tacco della scarpa. Ma vedermi così umida da schizzare lo eccitò. Venni per la seconda votla, un'esplosione allo stato puro, con il sapore della sua sborra che mi riempiva il palato e la gola.

FINE


giudica questo racconto

Attenzione, solo gli utenti registrati su Desiderya.it possono esprimere giudizi sui racconti

Per registrarti adesso CLICCA QUI

Se sei un utente registrato devi autenticarti sul sito: CLICCA QUI


I vostri commenti su questo racconto
Autore: FROCIOSFONDATO Invia un messaggio
Postato in data: 25/02/2014 19:07:09
Giudizio personale:
continua nuovi incontri con lo zio


Webcam Dal Vivo!