i racconti erotici di desiderya

Nessun imbarazzo x lei vogliosa

Autore: Ayrton67
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Sempre in questo mese, dopo una decina di giorni da quell’esperienza, mentre giravo col mio amico in macchina per la riviera, è arrivato un sms al suo cellulare da una ragazza di Bologna, conosciuta al club privè, dove aveva lavorato per un po’ di tempo come cameriere.

Gli ha scritto di procurare un’amico per la sera stessa perché aveva voglia di fare sesso. La loro conoscenza non si era limitata al rapporto tra cliente e cameriere, ma già avevano avuto modo di incontrarsi altre volte, e me l’aveva descritta come una bella ragazza, alta, rossa di capelli, un bel fisico e soprattutto ninfomane.

Per tutto il pomeriggio, mentre giravamo in macchina, ha cercato di rintracciare qualche suo amico single, da portare all’appuntamento, che nel frattempo aveva preso per le 10 di sera.

Tra una telefonata e l’altra mi diceva che alla fine avrebbe portato a me, scherzando ma mica poi più di tanto.

Io mi trattenevo, un conto era andare con una prostituta, un altro era fare un’orgia con una coppia non bene definita ed avere certe prestazioni, perché a sentir il mio amico, non ne era mai sazia.

Mentre giravamo ancora in macchina, nella mia testa frullavano mille pensieri ed il mio stomaco era in subbuglio. Non ricordavo più da quando non provavo una sensazione simile, un misto di eccitazione e angoscia. I miei pensieri andavano da mio babbo che si trovava in ospedale ed aveva appena fatto un intervento molto grosso e lo stava assistendo mia sorella, a mia mamma che era sola a casa e nel caso fossi uscito nuovamente la sera non sapevo come avrebbe reagito e all’incognita, nel caso fossi andato, cosa mi avrebbe aspettato quella sera.

Dopo vari giri, risate e continue fantasticherie erano quasi le sette di sera e ci siamo diretti verso casa con l’accordo che ci saremmo rivisti dopo mangiato.

Quando ho detto a mia mamma che sarei uscito di nuovo la sera a trovare degli amici e che non avrei fatto tardi, non ha fatto storie, dicendomi, dopo la mia domanda, che non aveva problemi a stare sola e non aveva bisogno di me.

Quando è arrivato il mio amico e siamo partiti, mi ha detto che l’appuntamento era sempre alle 22 ma il posto era cambiato, invece che all’appartamento, ci dovevamo vedere in un parcheggio.

Ho pensato che andava a finire come sei mesi prima, quando, dopo aver fatto già parecchia strada (l’appartamento era fuori Rimini), ha mandato un messaggio col quale diceva di non poter venire all’appuntamento.

Era ancora presto, quindi decidemmo di passare un po’ di tempo a casa di mio cugino per passare un’oretta. Si è parlato dei problemi di mio babbo, di lavoro, di figli, fino a quando è stata l’ora di partire, chiedendoci dove eravamo diretti. Il mio amico sorridendo ha detto di chiederlo a me. Io ho cominciato a farfugliare dicendogli che era ancora tutto da scoprire, che non lo sapevo neanche io, fino a quando mi ha detto che mi stavo infilando in un buco senza uscita. Io sorridendo gli ho detto che speravo anche in più di uno, e siamo partiti.

Quando siamo arrivati al parcheggio, c’era già la macchina, ma dentro c’era solo lui.

È sceso, ci ha salutati, quindi ha preso il telefono ed ha chiamato lei. Dopo un breve colloquio ci ha detto di seguirlo.

Nel luogo dell’appuntamento era abbastanza buio e non ha visto il mio handicap ed io non gliel’ho detto, ma arrivati all’appartamento, quando il mio amico ha tirato fuori la carrozzina è rimasto un po’ sorpreso, dicendo solamente che non si era accorto prima e che non sapeva come aiutarmi. Il mio amico gli ha detto che non c’era problema e che avrebbe fatto tutto lui.

Entrati nell’appartamento, dovevamo salire delle scale, perché, più che un appartamento era una specie di ufficio con un soppalco, e mentre lo facevamo, lui le ha detto che non sapeva niente, ed io prontamente le ho detto che gli avevo fatto una sorpresa.

Arrivati di sopra, ci siamo presentati, quindi ho guardato com’era il posto. C’era un grande tappeto al centro, un divano appoggiato ad una parete, un televisore a terra in un angolo ed un bagno nascosto da una tendina.

Mentre guardavo in giro anche il mio amico si è presentato, si fa per dire, perché, subito dopo un paio di bacini sulla guancia è sceso sulla spalla, ha abbassato la spallina del vestito e in pochi secondi aveva il capezzolo di quel proporzionato e benfatto seno in bocca.

Il suo compagno, o per meglio dire, quella persona che non so e non gliel’ho chiesto che ruolo avesse nella vita di lei, ha domandato dove erano i profilattici ed il mio amico ha risposto che li aveva dimenticati in macchina.

Mentre sono andati a prenderli, sono rimasto solo con lei, ci siamo guardati un attimo e la prima cosa che gli ho detto è stato di mettere la mano sulla patta della mia tuta da ginnastica.

Non ha detto niente, ha iniziato a strisciare un po’ e dopo pochi secondi la sua mano si è infilata sotto. A quel punto mi ha chiesto che cosa mi aveva raccontato il mio amico di lei. Gli ho risposto che mi aveva solamente detto che era una bella gnocca e che gli piaceva molto l’uccello.

A quel punto sorridendomi si è spostata dal mio fianco, si è inginocchiata davanti alla carrozzina e tirando con una mano l’elastico della mia tuta, con l’altra l’ha preso e se lo è portato in bocca.

Quando è tornato il mio amico e l’altro ci siamo messi a ridere, compresa lei che ha lasciato la presa e si è rialzata.

Mentre lei è andata in bagno, il tipo ha chiesto come fare con me, allora il mio amico ha levato il cuscino della carrozzina, lo ha posizionato al centro del tappeto e mi ha steso sopra, con due cuscini del divano sotto la testa.

Quando è tornata dal bagno, indossava solamente un tanga color bianco e sempre il “tipo”, mi piace definirlo così, ha chiesto come iniziavamo, ed io, (sembrava la mia festa) ho detto che potevamo iniziare con un 69.

Come prima, non ha detto niente, neanche gli altri, si è levata l’unico indumento che aveva addosso e si è messa sopra di me.

Non riuscivo a vedere la sua voglia nel prenderlo in bocca, ma sentivo i suoi gemiti, mentre io stavo leccando, mordicchiando delle stupende grandi labbra rasate ed un ciuffettino di pelo rosso appena sopra.

Non avevo mai fatto queste cose, anche prima dell’incidente. Le mie esperienze sessuali, avendo allora un viso da ragazzino, erano state solamente con ragazze adolescenti, e queste cose per loro era tabù.

Mentre continuavo, a volte con delicatezza, a volte con foga a leccare quelle stupende labbra, non riuscivo a vedere dove era il mio amico e l’altro “tipo”, ma lei forse si. Ad un tratto si è alzata, sempre senza dire niente, ed è andata a prendere in bocca i loro cazzi, nel frattempo eccitati, che se ne stavano in fondo al tappeto davanti a me, aspettando il loro turno

Si era messa in ginocchio ai miei piedi dandomi le spalle, a turno ne prendeva in bocca uno e in mano l’altro, ma siccome forse non gli bastava ancora, con l’altra mano è venuta a rianimare anche il mio che nel frattempo era andato a riposo.

Dopo un po’ il “tipo” gli ha detto di mettermi su il preservativo. Ho avuto l’impressione, dopo l’imbarazzo di inizio serata, che era felice nel vederla godere così, e sinceramente della sua perversione non me ne importava affatto.

Appena messo il preservativo, si è posizionata sopra a cavallo facendo scomparire il mio uccello dentro quelle enormi labbra che avevo leccato poco prima e, sempre dandomi le spalle, ha continuato a prendere in bocca gli altri due.

Si sentiva solo gemere: lei, il mio amico, l’altro e la televisione davanti a me che neanche a dirlo trasmetteva un’orgia.

Siamo andati avanti per un bel po’ in questa posizione, si è sollevata solo un attimo per cambiare buco al mio uccello e delicatamente metterselo nel culo ansimando più del solito all’inizio, fino a quando il mio amico gli è venuto in bocca.

Sono andati al bagno a lavarsi ed al ritorno si è messa dietro di me, con un ginocchio sul divano, chinata a 90 gradi e dopo poco la sentivo nuovamente godere con il cazzo del suo tipo che la inculava da dietro e quello del mio amico in bocca che dava nuovamente segni di risveglio.

Questa volta non partecipavo, non potendomi muovere, me ne stavo steso a terra pensando alla situazione assurda in cui mi ero trovato, mentre sentivo godere in stereofonia: loro tre sul divano dietro me, e la televisione che stava trasmettendo i mugolii di due donne sul bordo di una piscina.

È stata la volta del “tipo” a venire e, sempre dopo essere andata in bagno, è tornata da me e mi ha levato il preservativo, ancora era lì da prima.

Quando è uscito lui dal bagno, gli ha detto di farmi vedere quanto era porca, dicendogli di masturbarsi. Sempre tutta nuda, in piedi, a gambe larghe sopra di me ha iniziato a strofinarsi l’interno delle cosce, il ciuffettino di pelo rosso ed infilandosi due dita dentro la figa che era diventata esageratamente rossa.

Sempre steso sul tappeto, con quella visione straordinaria, gli ho detto che prima dell’incidente, nella mia immaginazione, sognavo una famiglia con tanti bambini ed invece mi ritrovavo a fare un’orgia fantastica, che non avrei mai pensato di provare.

Gli ho anche detto che purtroppo non godevo come una volta ma vederla e sentirla godere, era oltre la mia immaginazione ed adrenalina pura.

Mi ha fatto un sorriso, non era di molte parole, si è messa in ginocchio ai miei piedi e me lo ha preso in bocca nuovamente fino a quando è tornato nuovamente duro, gli ha rimesso un preservativo e se lo è rinfilato dentro quelle enormi labbra ed ha iniziato a scoparmi forte, facendo sobbalzare tanto le tette davanti la mia faccia.

Ad un certo punto ha detto di essersi stancata di stare sopra e si è stesa sul tappeto di fianco a me. Di stare sopra, perché, poco dopo essersi sdraiata si ritrovava nuovamente a succhiare l’uccello del mio amico, e due dita enormi che la masturbavano facendogli inarcare la schiena e gemere tanto.

Dal fianco io accarezzavo il suo corpo: dalle ginocchia, col dorso della mano, scendevo nell’interno coscia, il ventre, fino all’interno dei seni e viceversa, fino a quando ha voluto che gli venisse nuovamente in bocca e che per quella sera poteva bastare.

Tutto questo è durato più di due ore e quando il mio amico mi aveva detto che mi avrebbe portato da una ninfomane, non aveva esagerato affatto.

Dopo essersi fatta la doccia, è uscita dal bagno in accappatoio e coi capelli bagnati, mentre io ero già nuovamente in carrozzina. Gli ho detto di essermi divertito molto, ha sorriso e mi ha detto, “anche io”.

Ci siamo salutati con due baci sulla guancia ed il “tipo” ci ha aiutato a scendere le scale ed accompagnato alla macchina.

Quando tornavo verso casa col mio amico, le parole erano superflue, bastavano i sorrisi sulle nostre facce e la mia incredulità ad aver provato un’esperienza del genere.

Ho sempre creduto che la mia vita non fosse finita quel giorno dell’incidente.

Sicuramente è cambiata molto e devo affrontare molti più problemi di prima, ma fortunatamente ho potuto godere ancora, anche di tante gioie ed Emozioni forti, che fanno un gran bene alla psiche.



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