i racconti erotici di desiderya

Monica


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Sin da ragazzo, alle origini delle mie prime pulsioni sessuali, ho provato una irresistibile attrazione per le donne più grandi di me. Allora mi bastava poco per eccitare la fantasia. Ricordo, in particolare, che alle scuole medie mi ero invaghito della prof. di musica, una bella signora di circa 35 – 40 anni, a cui non perdevo occasione per sbirciare le gambe accavallate sotto la cattedra. Intendiamoci, non si trattava certo di situazioni simili a quelle dei film erotici all’italiana, molto in voga in quegli anni ’70, ma per me era sufficiente intravedere dei bei polpacci ed una porzione di cosce perché, una volta rientrato a casa, la mia fantasia guidasse la mano.

L’attrazione per le donne mature, abbastanza normale per tutti gli adolescenti, è invece per me rimasta inalterata anche con l’andar del tempo. Anche oggi, che sono più vicino ai 50 che ai 40 anni, a differenza di molti miei coetanei che anelano una relazione con ragazze giovani, apprezzo molto di più la femminilità e la sensualità che sprigionano le donne mature, anche più avanti di me con l’età. In quest’ottica, ho avuto la fortuna di conoscere Monica, signora di 50 anni, capelli mori e ricci, di media altezza, con un seno prosperosissimo, con la quale è iniziato dapprima un bel rapporto di amicizia, successivamente trasformatosi, per mia fortuna, in connubio di carattere sessuale, senza implicazioni sentimentali. Ho scoperto infatti che Monica, come me, ama il sesso inteso come gioco e come puro divertimento, senza complicazioni o elucubrazioni mentali. Credo sia la partner giusta, in grado di soddisfare ogni desiderio. Come quella volta in cui ci ritrovammo nella camera di un anonimo albergo ad ore, nella periferia cittadina. Lei era vestita in modo molto classico, con un tailleur nero ed una camicetta bianca e le immancabili scarpe di vernice nera, con tacco generoso. Era un po’ di tempo che non ci vedevamo e la forzata astinenza mi aveva particolarmente caricato. Non persi tempo e l’abbracciai, baciandola con foga, insinuando la mia lingua nella sua bocca. Sentendo premere le sue abbondanti mammelle contro di me, iniziai a far scorrere le mani su di lei sino a riempirmi le palme di quelle meravigliose tettone, ancora custodite dalla camicetta. Con mia sorpresa, all’improvviso, Monica mi spinse via ed io pensai che forse avevo esagerato con la foga ed ero stato poco galante. Lei mi guardò sorridendo e mi disse:- “Aspetta, non essere frettoloso. Voglio farti gustare questo momento fino in fondo. Siediti sul letto e guarda!”.

Non potei che fare ciò che mi era stato ordinato. Mi sedetti sul letto e guardai Monica incuriosito. Cosa voleva farmi vedere? La realtà fu che lei iniziò un inatteso, sorprendente e simpatico spogliarello, canticchiando contestualmente un noto motivetto, solitamente utilizzato come sottofondo in simili occasioni. Dopo essersi tolta la giacca del tailleur, iniziò lentamente a sbottonarsi la camicetta, ondeggiando a ritmo della motivetto che stava canticchiando, e lanciandomi talvolta occhiate volutamente maliziose, sapiente mixage di sensualità ed ironia. Quando la camicetta volò via, potei ammirare il busto di Monica fasciato da una guepiere in pizzo nero, con inserti color fucsia, che sosteneva due splendide tette, a mala pena contenute in un reggiseno traforato, sempre di color nero. La parte più eccitante doveva però ancora venire. Monica, con consumata maestria ( aveva forse fatto la spogliarellista da giovane? ), dopo averne calato con un colpo secco la cerniera, iniziò a far scivolare lentamente la gonna verso terra, accompagnandola con un movimento ondulatorio del bacino, sino a liberasene completamente lasciandomi finalmente ammirare un delizioso tanga, in evidente abbinamento col reggiseno, e le sue gambe piene e leggermente muscolose, inguainate da uno splendido paio di calze velatissime, nere, trattenute dal reggicalze della guepiere. Quella demone, nel girarsi di spalle e chinarsi con il solo busto per raccogliere la gonna, che si trovava sul pavimento ai suoi piedi, esibì con lascività le sue generose, succulente e candide natiche la cui chiarezza creava un lieve contrasto con la leggera abbronzatura del resto del corpo. In quel momento, il culo di Monica, seppur velato da una lieve e naturale cellulite, mi sembrò il più bello e desiderabile del mondo. Nel vedere quello strepitoso spettacolo, la mia eccitazione crebbe a dismisura e non potei più rimanere a guardare. Mi avvicinai a Monica e mi inginocchiai dietro di lei iniziando a baciare, mordicchiare ed accarezzare quelle superbe chiappe. Ero inebriato dalla freschezza e dal profumo emanato dalla sua pelle e la mia lingua si insinuava frenetica nella fessura tra i glutei e giungeva sino al filetto del tanga. Lo scostai con un dito e mi rituffai con il viso in quell’antro paradisiaco, leccando il buchetto della mia signora e riempiendolo di abbondante secrezione salivare. A Monica piaceva molto quel trattamento giacché, con la mano, mi teneva schiacciata la testa contro il suo sedere. Avrei potuto continuare così per parecchio, essendo per me molto appagante recare godimento alla mia partner, ma anche il mio membro richiedeva impellentemente ed improrogabilmente il suo momento di gloria. Mi alzai ed in fretta mi sbarazzai di calzoni e boxer e, sempre stando all’impiedi di fronte a Monica, con la mano le sollevai la gamba sinistra, mentre lei, abbracciandomi, si reggeva in equilibrio su una sola gamba. Spostandole il tanga, le infilai il mio uccello, che era duro come pietra, nella vagina che era abbondantemente bagnata, sia dei propri umori che dalla mia saliva, colata dall’ano. Nel frattempo, tutto questo agitare frenetico, aveva causato la fuoriuscita delle tettone di Monica dal reggiseno, cosicché davanti mi ritrovai quel poderoso miracolo della natura. Scopavo e contemporaneamente succhiavo le tette. Immergevo il volto nel mezzo di quei stupendi promontori alternando leccate a baci infuocati sulla bocca della mia amante. Andammo avanti così, per alcuni minuti, in preda ad un delirio parossistico. Avevamo la foga di due ragazzini. Quando avvertii che non potevo più resistere e che stavo arrivando all’apice del piacere, estrassi il membro dalla fica gocciolante di Monica e la feci inginocchiare davanti a me. Con solo ancora qualche colpetto di mano, esplosi in una potente eiaculazione, fatta di ripetuti ed abbondanti schizzi, che inondò le splendide mammelle della mia Dea. Un forte brivido lungo la schiena mi percorse quando Monica, mi afferrò il pene e, con la lingua, prese a leccarmi la cappella, pulendola dalle ultime gocce di sperma. Che superba sensazione! Che stato di benessere ed appagamento psico-fisico avevo provato. Ma soprattutto, che gran donna è Monica. Il suo corpo, con un po’ di pancetta ed un filo di cellulite, non ha forse la perfezione estetica derivante dalla gioventù ma, per me, trasfonde esperienza, vitalità e sensualità. Che fortuna averla incontrata e di quale colpevole distrazione si macchiano quegli uomini che, per fuggire dietro alle ragazzine, si perdono questi tesori della natura che sono le donne mature.





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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Veromaster48 Invia un messaggio
Postato in data: 28/02/2014 19:33:57
Giudizio personale:
Sono d'accordo con te io dai miei 20 mi attirava la donna matura ho fatto delle esperienze favolose con donne 20 anni + di me adesso che né ho 53 preferisco le coetanee

Autore: Bisexlussuriosi Invia un messaggio
Postato in data: 28/02/2014 18:06:27
Giudizio personale:
mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm vorrei conoscerla


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