i racconti erotici di desiderya

Microstoria di follia e vendetta.

Autore: Sibilla&pegasus
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Microstoria di follia e vendetta.



La ragazza passava, o meglio, danzava sul marciapiede opposto alla sua pasticceria, quattro volte al giorno: alle 9, 12.30, 15.00 e 19.30.



Tre mesi erano passati da quando Orlando l’aveva notata per la prima volta, quasi soffocandosi con un babà dall’emozione, e da allora, il tempo era scandito dal suo passaggio.

Talvolta capitava che una cliente s’attardasse negli acquisti facendogli perdere l’appuntamento ed il contrattempo lo rendeva così nervoso da non potergli parlare. La passione dedicata alla fanciulla aveva assunto aspetti patologici che pure la moglie, solitamente la più sprovveduta, aveva potuto non notare.

Le sue rimostranze scivolavano via inascoltate perché Orlando era il tipico maschio che avrebbe fatto la gioia dei repubblichini mussoliniani; egli era infatti un fiero maschilista, razzista e, ovviamente, considerava le donne esseri inferiori!

Il suo matrimonio era costellato di tradimenti con prostitute e clienti mentre la moglie, se dapprima lo aveva sopportato, talune volte gli aveva reso la pariglia.

Quella femmina non aveva stregato solo Orlando, ma anche Luigi, Totò, Alessandro e Alberto, amici di lunga data che avevano condiviso le lunghe battute di caccia e i pestaggi a travestiti e prostitute. Erano tutti commercianti benestanti che disprezzavano le regole, gli immigrati e gli omosessuali, evadevano senza remore le tasse e sottopagavano i dipendenti.



La ragazza aveva notato ben presto quale tormento provocava il suo passaggio e, consapevole sirena, ammaliava gli uomini ampliando i suoi ancheggiamenti, lanciando lunghi sguardi ironici ed ammiccando con le labbra.

“Gli sfonderei il culo a quella troia” sussurrava Luigi

“A chi lo dici” rincarava Totò “ io gli sborrerei in bocca e la obbligherei ad ingoiare tutto!”

“Calmi ragazzi.” esortava Orlando che era il leader, “non è detto che non succeda.”

“ Magari.” sospirava Alessandro, tastandosi l’inguine assorto in pensieri sconci.

La storia andò avanti senza significativi cambiamenti finché un giorno la ragazza passò solo al mattino presto e poi più; la cosa non preoccupò dapprima Orlando, che pensò a qualche imprevisto, ma quando anche nei giorni successivi essa eluse gli appostamenti, l’agitazione divenne tangibile. Orlando perlustrò, nei pochi momenti che l’attività gli lasciava, i quartieri limitrofi ma senza esito. Non sapeva dove lavorasse ed ora malediva la sua inettitudine.

Il lunedì sera, dedicato al poker, il gruppo espresse disparate congetture sull’accaduto ma nessuna di esse risultava plausibile; decisero dunque di pedinarla per scoprire l’arcano.





La scelta cadde su Totò, unico erede dei supermarket “Prizzi” con molto tempo libero.

L’attività investigativa ebbe presto successo: la ragazza aveva un fidanzato con cui pranzava e che la riaccompagnava alla sera a casa.

Il gruppo reagì come un bimbo al quale fosse stato sottratto un gioco ma poi, veemente, emerse il distorto maschilismo e una nuova riunione fu convocata.

“Dobbiamo rinunciare alla nostra vacchetta” esordì mestamente Totò.

“Col cazzo che ci rinuncio” rispondeva Alessandro “io quella me la voglio scopare!”

“Anch’io vorrei ma come?” diceva pensieroso Luigi.

“Ragioniamo ragazzi” esortava Orlando “sappiamo che tutte le donne sono delle troie e questa non fa eccezione.”

“Vi ricordate mia moglie,con il suo mal di testa cronico,che mai me la dava e poi la sorpresi a fare la civetta con il macellaio?”

“Ricordo” disse sorridendo Alberto”e quante botte gli desti!”

“Talmente tante da beccarmi una denuncia da quella vacca.”

“ E la mia che faceva gli occhi dolci a quel senegalese” rincarò Alessandro “vi ricordate quante gliene abbiamo suonate a quel lurido negro?”

“Belle soddisfazioni ma che non ci aiutano a trovare una soluzione.” disse mestamente Luigi.

“Non possiamo farci soffiare una tale figa da un fottuto ragazzino brufoloso.” disse rabbioso Orlando.

“Hai ragione, cosa proponi?”

“Diamo una lezione allo sbarbato?”

“ Non serve” rispose Orlando “dobbiamo escogitare qualcosa di più efficace.”

“Vi ricordate quel bellissimo trans sulla Aurelia che lavorammo per una notte in quel casolare”? chiese Orlando grattandosi il mento

“Che divertimento” disse ridendo sguaiatamente Totò

“Ecco dobbiamo fare qualcosa di simile ma molto, molto più raffinatamente”

“ Dobbiamo escogitare un piano perfetto che giri come un dodici cilindri”.

Orlando ormai pensava ad alta voce noncurante dei presenti; vagava per il retrobottega cercando di cogitare un’idea valida.

Ormai era tardi e si congedarono fissando al lunedì successivo un nuovo incontro.

Le riunioni si succedettero numerose alternando i ritrovi ora nel negozio dell’uno ora in quello dell’altro per non destare sospetti con le rispettive famiglie.

Tutti erano consapevoli che la decisone era ardua ed impegnativa, ma l’impunità che li aveva assistiti finora nelle loro bravate,aveva tolto loro ogni senso del limite.

Fu discusso un piano operativo nei minimi particolari senza nulla tralasciare al caso.

Esso prevedeva l’uso di un furgone noleggiato da un extracomunitario con regolare permesso di soggiorno incaricato da un altro personaggio a sua volta mandato da un ricettatore senegalese dal quale il gruppo comprava merce rubata commissionandogli, talvolta,anche furti mirati.

Sebbene molto dispendioso, questa catena avrebbe fornito loro un valido alibi e qualora qualcosa fosse andato storto; sarebbe stata la parola di un pregiudicato nero contro quella di benestanti bianchi.

La casa scelta per consumare la bravata fu quella estiva di Alessandro, una villetta a poche decine di chilometri dalla città in una zona frequentata esclusivamente nei periodi estivi.

La data fu fissata un lunedì,serata in cui potevano assentarsi fino a tardi; inoltre i due ragazzi ogni lunedì sera si appartavano in una zona quasi sempre deserta nel grande parcheggio del centro commerciale, un posto dove avrebbero potuto agire con discreta sicurezza. Il ragazzo sarebbe stato neutralizzato con del cloroformio procurato da un amico infermiere di Totò e lautamente compensato,e la ragazza caricata sul furgone.



Arrivò il fatidico lunedì: la ragazza transitò come al solito; il furgone era già parcheggiato, poco lontano, in una via secondaria; cloroformio, calze, passamontagna e manette pronte.

Orlando, nonostante le numerose scorribande vissute, era molto nervoso; litigò con la moglie e con un paio di clienti. Le ore parevano cristallizzate e Orlando continuava ossessivamente a ripensare al piano , cosa che non lo aiutava certo a stemperare la tensione.



E l’ora arrivò!



Con una scusa lasciò l’incombenza della chiusura alla moglie, raggiunse il furgone dove lo aspettava Luigi e partirono. Lungo il percorso caricarono Alessandro, Totò e Alberto.

Parcheggiarono poco lontano dall’uscita usata dalla ragazza e poco dopo arrivò il ragazzo.

“Allora ragazzi, se avete dubbi o la cacarella, ora è il momento di parlare!” disse Orlando.

Nessuno parlò ma i gesti scaramantici ed i tic si sprecarono.

“Eccola!” gridò Totò indicando la ragazza che, a passo spedito, si avvicinava all’auto del fidanzato.

Tutti la seguirono in silenzio: era una bellezza mediterranea, dai capelli ed occhi neri, con un seno prorompente: indossava una minigonna con collant fumé, un corto giubbotto e aveva gli stivali.

L’erotismo che sprigionava quel corpo diede forza al gruppo che si ritrovò più deciso.

Luigi aspettò che l’auto si dirigesse nel luogo consueto e dopo un paio di minuti parcheggiò il furgone a circa 200 m dall’auto. Scesero tutti tranne Luigi,il quale doveva avvicinare il mezzo all’auto ad azione compiuta; indossarono le collant sul viso, i guanti e si avvicinarono sparpagliati alla macchina.

Orlando e Totò si avvicinarono sul lato guida mentre Alessandro e Alberto sul destro.

Orlando frantumò il finestrino con un martello e lesto disinserì la chiusura; il ragazzo,dapprima stordito,tentò di uscire dall’auto ma Totò gli inondo il viso di cloroformio schiacciandogli un asciugamano sul viso. Contemporaneamente Alberto aveva trascinato la ragazza fuori dall’auto e, aiutato da Totò e dopo un breve colluttazione, l’aveva ammanettata e imbavagliata.

Sistemarono il ragazzo addormentato sul sedile posteriore, con una pila segnalarono a Luigi di avvicinarsi, caricarono la ragazza e partirono.

“Ma quanto siamo bravi?” urlò Totò ebbro di emozione.

Orlando gli diede un violento spintone facendogli cenno con un dito sulle labbra di tacere. Le voci erano riconoscibili e perciò nel piano era contemplato l’uso di paradenti per alterare il tono,e Totò non l’aveva ancora imboccato.

Nessuno più parlò e gli unici rumori rimasero quelli della ragazza,che sdraiata ai loro piedi, si agitava convulsamente.

Dopo circa mezz’ora arrivarono alla villetta in riva al mare; la luna all’orizzonte spezzettava i suoi raggi a migliaia nelle increspature dell’acqua e l’atmosfera bucolica mal si addiceva alla situazione.

Alessandro controllò che nessuno dei vicini fosse presente e invitò i compari ad entrare nella casa. Luigi parcheggiò il furgone dietro delle dune di sabbia sormontate da macchia mediterranea.

Entrati nel salone, debitamente svuotato dalla mobilia per evitare qualsiasi riconoscimento tranne un lungo divano ricoperto da un telone plastificato e una coperta blu e 2 tappeti sul pavimento, imboccarono i paradenti, e si posero in piedi dinanzi alla ragazza mentre arrivava Luigi. Una luce alogena alle spalle degli uomini illuminava a giorno la ragazza che faticava a rimanere seduta ammanettata com’era e seguiva i rumori con brevi scatti della testa cercando di capire cosa stesse succedendo intorno a lei. Si spogliarono nudi e ad Alessandro e Orlando furono coperti dei tatuaggi con dei cerotti. La ragazza fu sbendata e il violento getto di luce la investì accecandola.

“Ascoltami bene zoccoletta” parlò Orlando con voce gutturale falsata dal paradenti,” non vogliamo farti del male, anzi, vogliamo solo scoparti e poi riportarti a casa felice e contenta!”

La ragazza,strizzando gli occhi,tentava di focalizzare le fisionomie degli uomini ma vedeva solo ombre sfocate.

“Allora chiariamo bene i termini della serata” continuò Orlando

“Se partecipi senza far la cretina, godrai, ti divertirai e ti beccherai un bel regalo, se invece volessi fare l’eroina, prenderai un sacco di botte e ti scoperemo lo stesso!”

“A te la scelta; ora ti libereremo e non sprecare fiato a gridare, prenderesti solo delle sberle e non ti servirebbe a nulla perché nessuno potrebbe sentirti.”

Totò liberò le mani e le caviglie dalle manette e la ragazza non si mosse; poi lentamente si tolse il bavaglio e, schermandosi gli occhi con il palmo della mano, sobbalzò quando s’avvide dei 5 uomini nudi. Quest’ultimi con sorrisi beoti, stavano toccandosi i membri già semiduri.

“Siete dei folli!” urlò la ragazza “finirete in galera!”

Alberto gli sferrò un violento schiaffo sulla guancia che si tinse di porpora. Alessandro si avvicinò e gli appoggio le mani sulle cosce tentando di divaricargliele. La ragazza gli sferrò un violento calcio sulla tibia facendo urlare l’uomo di dolore; riavutosi si scagliò sulla sventurata colpendola con schiaffi sul corpo e sulla testa chinata per proteggersi.

“Basta ora!” intervenne Orlando

“Ma quella troia mi ha quasi rotto in osso!”

“Forse non hai capito ciò che ti ho detto?” gli disse Orlando con calma e avvicinando il viso a quello della ragazza.

“Hai visto cosa succede se ti ribelli?”

La ragazza sembrava ormai rassegnata; il suo sguardo era mutato sostituendo la fierezza alla tristezza.

“Allora vediamo se hai capito?” disse Alberto avvicinandogli il membro alle labbra .

La ragazza non si mosse e allora l’uomo tenendosi il cazzo gli spinse rudemente la nuca verso la violacea cappella; la forte pressione indusse la ragazza ad aprire la bocca e Alberto glielo spinse finché poté. Nonostante la ragazza si dimenasse Alberto rimase in quella posizione qualche secondo finché Totò non gli disse “Che fai vuoi soffocarla; non vorrai toglierci il divertimento?”

Alberto gli sfilò il membro dalla bocca e la ragazza tossì violentemente.

“E’ delicata la troietta!” disse Luigi ridendo sguaiatamente.

La spogliarono lasciandola solo con le autoreggenti che aveva indossato per facilitare il fidanzato e gli stivali. Vedere quella pelle così liscia e chiara stagliarsi sulla stoffa blu del divano e il suo generoso seno con grandi capezzoli fece impazzire i cinque.

Orlando la prese per le cosce e la fece scivolare finché il bacino non fu sul bordo del divano e la penetrò deciso. La ragazza ebbe un gemito subito soffocato dai membri di Alberto e Totò che si erano inginocchiati ai suoi lati e glieli premevano sulle labbra.

A Totò bastarono pochi secondi e inondò di sperma il mento e la gola della poverina seguito poco dopo Alberto e Orlando che gli venne dentro senza preoccupazione. La prima scopata terminò quando anche Luigi la innaffiò dall’alto della spalliera del divano e Alessandro, sostituito Orlando le riempì a sua volta la figa.

Alessandro, patito di fotografia scattò alcune foto alla ragazza resa irriconoscibile dallo sperma sul viso e poi fu mandata a lavarsi nella toilette insieme ad Alessandro come controllore.

Ci fu bisogno di una lunga pausa nel quale gli uomini bevvero della birra parlando come fossero al bar e quando la ragazza finì la doccia e rientrò in salotto, trovò gli uomini seduti sul divano a cosce larghe che si masturbavano. Alessandro li imitò.

“Allora ciccia, spompinaci un po’ così ti scopiamo ancora!” disse ridendo Orlando

La ragazza ancora gocciolante li guardava stupita e non riusciva a muoversi; Alberto si alzò e la prese per i capelli costringendola ad inginocchiarsi tra le cosce di Orlando.

“Forza troia!” disse Alberto spingendola con un piede sulle natiche.

Iniziò a suggere il membro lentamente mentre gli altri commentavano divertiti la tecnica. Quando fu il turno di Totò l’uomo inarcò la schiena mostrandogli l’ano.

“Forza leccami il culo.” Le urlò, ma dovette intervenire Alessandro che le spinse il viso tra le natiche. La pratica infervorò il gruppo e ben presto la ragazza fu obbligata a leccare tutti gli uomini.

“Ed ora la voglio inculare!” disse Orlando compiaciuto

Alessandro e Luigi presero la ragazza per le braccia che urlava e aiutati da Totò e Alberto, che gli tenevano le cosce aperte, la misero sopra il membro di Orlando.

“Bastardi” urlava la ragazza tentando di divincolarsi ma 4 uomini erano troppo per lei e dopo poco iniziò a cedere alla loro spinta e Orlando, appena il culo fu vicino con un colpo secco la sodomizzò.

Un urlo soffocato di dolore uscì dalle labbra della ragazza mentre l’uomo,per nulla impietosito,cominciò a fargli scorrere il cazzo per tutta la sua lunghezza sempre più rapidamente. Alberto si posizionò tra le cosce della ragazza per penetrarla ma le continue convulsioni glielo impedivano; allora le mollò due ceffoni sul viso che, calmandola,gli permisero di penetrarla.

Luigi e Totò, in piedi sul divano ai lati della ragazza, si masturbavano vicino al viso mentre Alessandro filmava tutto.

Totò come la solito resistette poco e segnò il bel viso con lunghi fiotti di sperma e mentre Luigi stava per venire a sua volta, un poderoso frastuono blocco la scena.

La porta blindata in fondo al salone, tra nuvole di fumo acre, si abbattè sul pavimento con un rumore assordante; dietro di essa, con una velocità impressionante 4 uomini con giubbetti neri, passamontagna e piccoli mitra irruppero nel locale posizionandosi ai lati del gruppo.

“Fermi tutti! Siamo dei carabinieri” tuonò una voce

La scena tragicomica era rimasta fissa come una fotografia nella sua oscenità e tutti gli attori fissavano inebetiti le armi che li puntavano.

La prima a riaversi fu la ragazza che con uno scatto si liberò dai membri e corse verso il militare più vicino accucciandosi ai suoi piedi singhiozzante.

Nel frattempo erano entrati un ufficiale,capitano dei carabinieri,con due sottoufficiali; l’ufficiale capo disse:

“Sono il colonnello Guarneri dei ROS! Seguite le istruzioni e nulla vi accadrà.”

“Ma questa è violazione di domicilio privato” sbottò Orlando riavutosi per primo dallo shock cercando di coprirsi le intime parti.

“Che io sappia l’orgia non è proibita ancora nel nostro paese!” continuò riacquistando la freddezza del paracadutista.

Le sue parole però furono smentite dalla ragazza che lasciate le gambe del militare corse incontro all’ufficiale gridando concitata:

“ Che Dio vi benedica, questi bastardi mi hanno rapita e violentata!”

“Ma cosa stai dicendo?” disse Orlando tentando di alzarsi dal divano ma subito bloccato da un militare.

“Si calmi signorina, è tutto finito.” Rispose il capitano mentre uno dei sottoufficiali passava alla ragazza un lenzuolo per coprirsi. I carabinieri fecero rivestire tutti e poco dopo una camionetta blindata portava gli uomini al commissariato di zona.



DUE MESI DOPO.



Aula 59 del tribunale di Livorno – sezione C



Il giudice Fracassi sta emettendo le ultime parole della sentenza:

“……e vista la volontà espressa dagli imputati Galeazzi, Pestalozzi, Ricasoli, Mendola e Ravasi di scegliere il rito abbreviato e di patteggiare la pena, questo tribunale li condanna a 10 anni di reclusione e al pagamento delle spese processuali. Gli eventuali danni richiesti dalla parte lesa, saranno presentati in sede civile ed in altro processo.”



Alla sentenza Orlando imprecò rumorosamente mentre tra gli altri lo sconforto fu profondo, provocando lacrime e addirittura, nel caso di Totò, uno svenimento.

Le mogli degli imputati tentarono di scavalcare le transenne per raggiungere i consorti ma furono prontamente bloccate dai carabinieri e non restò loro che inveire contro la ragazza che stava uscendo, scortata da due agenti, da una porta secondaria.



UN MESE DOPO.



Sala incontro detenuti del carcere di San Gimignano-------



“Ciao amore; oddio come sei magro!” esordì Antonella sedendosi dietro lo spesso vetro che la separava dal marito.

“ Se solo vedessi cosa ci danno da mangiare vomiteresti:” rispose piccato Orlando.

“Se potessi verrei al tuo posto.” disse Antonella appoggiando la mano aperta al vetro.

Orlando, che mai era stato un sentimentale, imitò la moglie con la mano

“Hai bisogno di qualcosa?”

“Un pizzicotto che mi risvegli da questo brutto sogno!”

“….e tutto per una misera puttana” continuò Orlando fissando il vuoto.

“ oh povero caro, quanto sei stato stupido a farti coinvolgere da quei fannulloni dei tuoi amici!”

“Anto non rompere!” reagì rabbiosamente l’uomo “ non ti sembra stia pagando abbastanza?”

“Scusa ciccio caro, ma soffro così tanto la tua mancanza da perdere talvolta la testa! Ti amo tanto.” Soggiunse la donna con un sorriso.

“Anch’io” rispose con gli occhi velati Orlando.

“Senti caro” disse la donna fissandosi le mani che stringeva ossessivamente “c’è un altro problema che dovrebbe essere risolto alla svelta!”

“Oh cazzo, che altro c’è?”

“Non ti arrabbiare. Adesso io uscirò e verrà una avvocatessa,che abbiamo assunto tutte noi,per spiegarti con parole più appropriate la questione.”

Si salutarono e Antonella uscì. Poco dopo entrò una donna sulla quarantina, molto elegante e slanciata con una ventiquattro ore.

“Come mi piacerebbe scoparmela.” Pensò Orlando.

“Buongiorno, sono l’avvocato Massironi e sono stata incaricata…”

“So già tutto” la interruppè bruscamente Orlando che fremeva dalla curiosità di sapere cosa succedesse” mi dica!”

“Il problema” rispose la donna sistemandosi elegantemente sulla scomoda seggiola” è il risarcimento che la difesa della ragazza richiederà e che presumibilmente sarà molto alto!”

“Cioè?” chiese allarmato Orlando

Significa che questa causa potrebbe intaccare profondamente i vostri beni e risparmi.”

“Ma che sta dicendo?” urlò rabbioso Orlando sporgendosi verso la vetrata” non l’abbiamo mica uccisa quella troia!”.

“Forse lei non ha capito bene la gravità della questione.” Continuò con voce calma la donna” Si tratta di sequestro di persona, stupro con violenza di gruppo e con la pesante aggravante della premeditazione!”

Orlando, fissando il pavimento e mordicchiandosi il labbro nervosamente, pensava smarrito alle parole dell’avvocatessa, poi come se avesse trovato uno spiraglio chiese:

“Perché ha usato il condizionale? C’è una via d’uscita?”

“Perché è possibile intestare tutte le proprietà e i conti bancari a sua moglie e diventare nullatenente!” rispose la donna con tono distaccato.

“Oh cazzo!” esclamò Orlando fissando la donna senza più nessuna brama sessuale.

“Deve però decidere adesso perché a giorni la difesa presenterà la richiesta di risarcimento e il giudice, che per sua sfortuna è una donna, bloccherà tutti i beni degli imputati, per poi riservarsi la decisione.”

“Quella schifosa puttana!” mugugnò accigliato Orlando.

“Mi creda il reato di cui vi siete macchiati è particolarmente inviso ai giudici e le richieste sono quasi sempre accettate.”

“E gli altri?” chiese Orlando sperando che i suoi compari avessero resistito stoicamente.

“Hanno tutti accettato.” Rispose lapidaria la donna.



TRE MESI DOPO – MAGGIO



Porto di Genova.

Uno tiepido sole faceva risplendere gli antichi palazzi arroccati sui pendii; il porto brulicava di uomini intenti a svariate attività mentre nel cielo sfrecciavano acrobaticamente i gabbiani e i rondoni.

Il bianco ed immenso transatlantico, alto come un grattacielo, copriva buona parte dell’orizzonte ed era assediato da camion e furgoni che lo rifornivano d’ogni bisogno.

Centinaia di turisti sparivano nella pancia della nave tramite larghe scale venendo accolti calorosamente da hostess e steward; molti altri già ammiravano il panorama dai ponti sulla poppa.

Ancora poco e la nave sarebbe salpata.

Sul ponte centrale di fianco alla piscina, un gruppo di eleganti signore, noncuranti del fervore intorno a loro, spettegolavano allegramente gustandosi coloratissimi cocktails.

“Ma quanto ci mette Marzia a sistemare i bagagli?” chiese Sara

“Tranquilla, starà facendo la vamp con quello steward niente male.”

“Mi preoccupa invece Giuliana, non si è ancora vista.” Disse Erica abbassandosi gli scuri occhiali per meglio guardare il ponte.

Ma proprio in quell’attimo apparse dalla vetrata della hall Giuliana,con un cappello in paglia dalle larghe falde e occhialoni perlinati.

“Benarrivata gioia.” Esclamò Roberta.

“Scusatemi ragazze ma forse ho esagerato con le valigie e quel povero tassista a momenti moriva d’infarto.” disse sbuffando la giovane ragazza.

“Ah, ecco la nostra principessa del foro! Adesso ci siamo proprio tutte.”

“Ragazze stasera non aspettatemi” disse sorridendo Delia

“ Ma come hai già cuccato?” chiese stupita Antonella.

“Perché dubitavi?” rispose civettuola Delia mentre tutte ridevano.

“Non ti invidio proprio.” Disse Elisa la più giovane del gruppo.”Io per almeno sei mesi non vorrò più sentire parlare di uomini.”

“Ti capiamo ma vedrai che ti passerà rapidamente” chiosò Marzia.

“Non penso proprio, ho ancora il sedere che mi brucia!”

“Beh, penso che per 100.000 euro ne sia valsa la pena.” Disse Erica

“Certo lo rifarei ma vi assicuro che non è stata una passeggiata e poi quei .sveglioni di carabinieri hanno anche tardato.”

“Nella tua situazione è comprensibile, ma ricorda che le fasi del piano dovevano essere cronologicamente congruenti. “Quando i maritini ti hanno portato via, Marzia ha telefonato anonimamente da una telefono pubblico fingendosi un’automobilista che aveva assistito al rapimento e aveva seguito il furgone fino fuori la città. Poi la volante aveva soccorso il ragazzo e,svegliatolo facilmente perché il cloroformio era stato preventivamente annacquato, aveva riscontrato la veridicità della segnalazione. Un elicottero della polizia si era alzato in volo e aveva sorvolato la strada segnalata dalla misteriosa denuncia alla ricerca del furgone. Una seconda telefonata anonima aveva segnalato la presenza di uomini sospetti nella zona della villa di Alessandro e l’elicottero già sulla zona, aveva avvistato il furgone sulla spiaggia. Il tempo di organizzare una squadra speciale e l’irruzione.” Spiegò Antonella

Inoltre i cari maritini,dovevano avere il tempo di consumare la bravata per aggravare la posizione penale.” aggiunse Erica.

“Verissimo e la posizione si è aggravata molto “ continuò Delia” e avreste dovuto vedere le facce dei poveretti quando gli dicevo che avrebbero perso tutto

.”Siamo troppo forti ragazze!” esclamò Sonia

“E’ bastata l’avvenente Elisa e il posizionamento di registratori nei retrobottega dei bravi consorti per incastrarli bene.” continuò Marzia

“e in più i fessi si sono anche filmati.”

“Bene ragazze” disse con voce decisa Antonella alzandosi e tendendo un bicchiere di champagne

“brindiamo alla nuova vita!”.

Tutte le donne si alzarono e tesero le braccia facendo tintinnare i bicchieri.



“A tutte noi, la Grecia ci aspetta!”



sibilla&pegasus



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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Toy_slave Invia un messaggio
Postato in data: 28/05/2008 15:05:36
Giudizio personale:
La vittoria sta sempre da un Parte...meglio arrendersi subito.


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