i racconti erotici di desiderya

Maria ed il mandingo


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Mancava un minuto alla partenza dell’autobus. Maria allungò il passo, non voleva perderlo. Dopo poco era a bordo. Quindici secondi dopo il bus partì. Come al solito era pieno.



Per la maggior parte erano viaggiatori stranieri, in maggioranza extracomunitari dal Sud America, dall’Africa, dall’Est Europa residenti nella periferia estrema. Ma prima di arrivarvi l’autobus attraversava la media periferia dove risiedevano la maggior parte degli Italiani che erano a bordo.



Maria ebbe un moto di stizza. Così pieno all’inverosimile non lo aveva mai trovato. La rabbia di dover viaggiare compressa tra altri corpi la fece diventare di ghiaccio. Ma non voleva perderlo. Doveva vedersi con il suo Mauro e perdere quel bus significava stare almeno una mezz’ora di meno insieme.



Riuscì a trovare un posto vicino all’angolo posteriore destro, stretta tra altri viaggiatori. La partenza brusca la fece sbattere addosso al passeggero dietro di lei.



Si girò per chiedere scusa ed incrociò due biglie di ebano incastonate in due gherigli di mandorle bianco latte. Le due mandorle erano contornate in alto da due eleganti sopracciglie, folte ma non spesse, da cui si estendeva un’ampia fronte la quale a sua volta confinava con una corta, nera riccioluta, capigliatura. Aveva orecchie piccole e dritte, mascelle forti, collo leggermente lungo e robusto. I lineamenti erano duri ma al contempo dolci e gentili. Anche il colore della pelle, come le pupille, era di un nero ebano. Era proprio un bell’uomo.



Il corpo, coperto da semplici vestiti, si vedeva che era robusto, ma non di palestra. Si capiva che era stato irrobustito dalla quotidiana lotta per la sopravvivenza. La sua altezza sovrastava di dodici, quindici centimetri quella di Maria che era alta un metro e sessantotto centimetri.

Aveva un portamento fiero, nobile, nonostante il suo abbigliamento modesto.



Maria rovistò nel suo cassetto della memoria per capire da quale posto, della geografia della vita Africana poteva provenire. Non aveva dubbi. Doveva essere di etnia “Mandingo”, i fieri guerrieri progenitori degli schiavi d’America.



Non aveva le caratteristiche ibride dei nordafricani, ne quelle esili dei popoli del corno d’africa, ne quelle dei boscimani o dei pigmei. No, le informazioni che arrivavano dal suo archivio dicevano che era un “Mandingo”.





Lui abbozzò un timido sorriso alle scuse di Maria.

Lei si rigirò e dopo un po’, ricordandosi di immagini viste sul computer, cominciò a fantasticare, mentre il battito cardiaco cominciò ad aumentare.



“Sono sicura che se glielo tocco non dirà nulla, e se per assurdo dovesse dire qualcosa potrei sempre dire che è stato lui a toccarmi…” Maria pensò che qualora l’uomo dietro di sé avesse avuto una reazione negativa, nessuno gli avrebbe creduto. Con tutti quegli squallidi e penosi molestatori e stupratori che balzano agli onori della cronaca, chi avrebbe messo in dubbio la sua parola?



E poi…..sicuramente era un clandestino, e questo, nel comune pensare dell’Italia odierna, lo faceva già stare in colpa. Ma nel pensare questo il suo io conscio ebbe un moto di stizza…. Come poteva fare questo, lei che aveva sempre condannato la sopraffazione, l’arroganza, la prepotenza di chi è più fortunato, di chi è in una situazione di vantaggio, di maggior potere???

Ma la coscienza fu messa a tacere da una semplice conclusione… “però non credo affatto che gli dispiaccia”.



Si fece coraggio e, facendo l’indifferente, poggiò il palmo della mano sulla patta del pantalone dell’uomo. Il “poveretto” ebbe ad irrigidirsi, ma non disse nulla.



Secoli di colonizzazioni e di soprusi da parte dei bianchi verso la popolazione nera costretta ad obbedire al padrone di turno, si erano ormai sedimentati nel loro DNA. Forse anche per il fatto di essere clandestino, come aveva pensato Maria, egli “subì” questo piacevole sopruso senza profferire parola.



Vista la mancanza di reazione, Maria strinse con più forza la presa. Dopo pochi secondi di stropicciamenti sentì la patta gonfiarsi. Vampate di calore la avvolsero.

Si armò di altro coraggio e slacciò la lampo dei pantaloni del “mandingo”, vi intrufolò la mano e lo trovò lì, duro come l’ebano, in attesa. Lo palpò ben bene poi, tiratolo fuori lo poggiò sul suo sedere e spinse leggermente il suo bacino all’indietro.



Maria amava indossare tessuti naturali, ma in quel momento odiò il cotone dei suoi jeans che separavano la sua carne dal pene dell’uomo.

Chiuse gli occhi ed in un attimo si trovò lontano, molto lontano.



L’autobus arrivò alla fermata dove Maria doveva scendere per raggiungere casa di Mauro, ma lei non scese, non poteva perdersi questa occasione unica…. Per Mauro c’era sempre tempo.

E poi….era molto lontano.



Si vide sdraiata su una stuoia in adorazione del suo “re e padrone” intenta a baciare la sua “spada sguainata”, mentre in lontananza un sole infuocato la baciava con i suoi ultimi raggi per consegnarla alla notte.

E la calda notte africana fu molto generosa….



Sentì le grosse labbra del suo re poggiarsi sulle sue, poi scendere sui seni o morderle i capezzoli.

Infine la sua lingua penetrare prepotentemente la sua intimità, per poi essere delicatamente penetrata dalla spada del suo re. Ormai non era più in sé,…era persa in quel limbo indefinibile dove il dolore si mischia al piacere, dove la coscenza lascia il posto all'incoscenza….



E proprio mentre ella cominciava ad assaporare appieno la notte africana, pregna dell’odore di cannella e vaniglia, un caldo getto invase abbondantemente la sua mano riportandola sull’autobus.

Il ghiaccio che si era impossessato di lei quando entrò nell’autobus, si disciolse e fuoriuscì copiosamente nelle sue mutandine bagnando anche i jeans.

Alle sue spalle un muto lamento fuoriuscì dalle labbra serate del mandingo.





Il viaggio, per oggi, poteva considerarsi concluso, e si avviò verso l’uscita per prendere l’autobus in senso contrario e recarsi da Mauro.



















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I vostri commenti su questo racconto
Autore: The Manager Invia un messaggio
Postato in data: 27/08/2010 11:45:22
Giudizio personale:
Ahahahah...Il commento di Nimbus vale il prezzo del biglietto...

Autore: Brownstone Invia un messaggio
Postato in data: 21/08/2010 04:49:44
Giudizio personale:
Bello e ben scritto---brava/o


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