i racconti erotici di desiderya

Marco, sei dolcissimo!

Autore: BUNCIA
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Premetto: non sono una scrittrice professionista. Le mie imperfezioni e errori grammaticali dei racconti precedenti, sono dovute al modo in cui penso alla storia, non sempre vera e al modo di cercare di esporla al meglio (secondo le mie limitate capacità grammaticali), ma penso che tante persone qui siano come me. Questa premessa è rivolta soprattutto a tutte quelle persone che hanno criticato i miei racconti, cercando "il pelo nell'uovo"...

Per quanto riguarda l'esagerazione delle dimensioni del pene del protagonista maschile, beh... stiamo parlando di racconti, di fantasia a volte e anche se so bene che le dimensioni non sono tutto, beh, nell'immaginario, ma posso assicurarvi che lo sono anche nella realtà importanti a volte.

E proprio dopo questo mio sfogo e introduzione inizio a raccontarvi quella che non sarà una storia fantastica, ma la cronaca di un esperienza che ho vissuto qualche tempo fa.





Non scrivo da un po' di tempo. Sono stata molto occupata per lavoro e durante quest'estate ho avuto la fortuna di lavorare in un villaggio vacanze, quindi potete capire il motivo della mia lontananza e magari provare anche un po' di invidia.

La stessa invidia la provavo io quasi 10 anni fa, quando sapevo che un mio carissimo amico era partito per l'australia in cerca d'avventura e si era fermato poi diversi mesi per lavorare in un villaggio vacanze, del quale non vi dico il nome (per non fare pubblicità).

Marco era un bel ragazzo di 24 anni, aveva finito da poco l'ISEF, quindi potete benissimo immaginare il suo fisico atletico: un ragazzone alto un metro e ottanta, ben scolpito, ma in modo poco esagerato; praticava molto nuoto e proprio quello sport l'aveva reso un bel ragazzo.

Aveva una passione per i viaggi e dopo tanto studio e tanta fatica era riuscito a coronare il suo sogno: quello di trovare lavoro e costruirsi una vita in australia.

Tra me e Marco c'è sempre stato un rapporto speciale, fin dai tempi delle medie (le sue).

Era il fratello maggiore di una mia compagna e ogni volta che andavo a casa sua, provavo un visibile imbarazzo incontrandolo ogni volta.

Poi gl'anni son passati e le nostre vite si sono incrociate, frequentando la stessa compagnia e diventando amici, ma mai troppo.

Il suo entusiasmo per l'australia aveva contagiato tutti e piano piano riuscì ad ospitare prima Fabio e la Fede, poi sua sorella e via via.. finchè tocco anche il mio turno e quello di un altro Marco, il mio ragazzo.

Dovevamo partire insieme, ma per problemi di lavoro, "sfortunatamente" il mio Marco dovette rinunciare, però insistette per mandarmi in australia da sola dal suo fidato amico, visto che io l'australia me la sognavo da tanto tempo. Lui mi avrebbe intanto raggiunto una settimana dopo.

E così inizio ad immaginare il posto, sentendo il racconto degl'altri.

Marco viveva in una casa e la divideva con una famiglia del posto, aveva affittato la camera e aveva parecchia libertà, quindi poteva permettersi di invitare e ospitare gente.

Ai poprietari, una coppia di signori di mezz'età faceva piacere, conoscere gente nuova e ragazzi italiani, curiosi di sentire i racconti di giovani italiani in vacanza.

Marco era veramente felice di quel posto.



Arrivò il tanto atteso giorno della partenza. Avevo i bagagli pronti da una settimana, salterò tutto il viaggio devastante, con i due scali e vi dico solo che un viaggio così lungo era la prima volta che lo facevo.

Avevo ricevuto istruzioni per arrivare direttamente all'abitazione, perchè Marco non avrebbe potuto ricevermi in aereoporto, visto che in quel momento sarebbe stato impegnato al lavoro e poi, intanto, avrebbe saputo che sarei stata molto stanca.

Così sono arrivata a casa, ho conosciuto i simpaticissimi proprietari che sapevano già del mio arrivo e mi avevano accompagnato nella stanza degl'ospiti: veramente molto gentili.

Il giorno dopo avrei trovato Marco.

E così è stato: contentissima! Non ci vedevamo da diversi mesi, solo scambi di mail, come con tutti gl'altri e ora eccoci qui.

Era abbronzatissimo e sembrava ancora più asciutto di come lo ricordavo.

Nel frattempo si era fatto pure un tatuaggio sul polpaccio, un tribale bellissimo e io andavo matta per i tribali.

Dopo un abbondante colazione siamo usciti e siamo andati a fare un giro. Il paese era veramente molto bello: grande, pieno di bella gente ed era veramente piacevole esser in sua compagnia.

Non mi mancava affatto la compagnia del mio Marco, ma mi bastava l'amico Marco.

I primi giorni trascorrono tranquillamente, poi decide di prendersi qualche giorno libero per farmi girare un po' di posti e così, decidiamo di prendere in affitto una macchina per girarci un po' la costa.

La prima sera arriviamo in un posto sul mare, ceniamo in un locale carinissimo e andiamo a cena distrutti, dopo aver percorso quasi 600Km.

Alloggiavamo in un hotel vicini alla strada, pronti a partire il giorno seguente. Eravamo distrutti ma divertiti ed eccitati per l'esperienza della prima notte insieme in un letto matrimoniale, visto che non c'erano camere con letti divisi.

Non ho mai saputo cosa pensasse di me Marco, cosa pensasse del mio corpo, ma dopo essermi fatta per prima la doccia avevo iniziato a pensare al suo corpo sotto l'acqua scrosciante, sentendone il rumore provenire dal bagno.

Io mi ero asciugata velocemente i capelli e mi ero infilata dell'intimo comodo, una maglietta leggera e un paio di pantaloncini comodi per stare un po' rilassata sul letto.

Mi ero anche messa comoda e avevo iniziato a leggere una guida sull'australia che mi ero portata dall'italia, ma il mio pensiero continuava a danzare dietro al suono dell'acqua... chissà se piacevo a Marco e cosa stava pensando lui in questo momento. Ci stava mettendo veramente troppo...

Dopo poco lo vedo uscire dal bagno a petto nudo e con un asciugamano legato in vita: un vero modello.

Io l'ho sempre trovato bellissimo!

Ero sdraiata a pancia in già e continuavo a leggere la guida... "se ti devi cambiare fai pure, il bagno è un po' piccolo, io mi son cambiata qui e se vuoi puoi farlo anche tu, tengo gl'occhi sulla guida, tranquillo..."

e ci siamo lasciati scappare una risata e rotto un po' il ghiaccio.

La situazione effettivamente era un po' anomala.

Mi ha risposto comuque che non avrebbe avuto problemi, nemmeno se l'avessi guardato, intanto era abituato agli sguardi delle turiste al villaggio e quella sua frase mi fece rabbrividire un po'...

Si chino vicino a me per prendere gl'indumenti puliti dalla borsa e poi si allontanò dalla parte opposta della stanza.

Io avevo notato che da uno specchio dell'anta dell'armadio alla mia sinistra si vedeva praticamente tutto e così, facendo finta di niente cercai di dare qualche sbirciatina.

Era girato di schiena ed io ero sicura che non mi avrebbe visto.

Si cambio e mi raggiunse sul letto...

Dopo aver parlato un po' del viaggio e delle prossime tappe mi disse: "ti posso confidare una cosa?" io risposi di si, curiosa e con un po' di agitazione e divertito mi disse: "sai... poco fa ho visto che mi stavi spiando..."

Il mio sangue si freddò immediatamente e il mio respiro inizio a farsi pesante, come se qualcosa dentro di me.. insomma, che imbarazzo!

Ma non mi lasciò il tempo di pensare ad una risposta, mi prese la mano e se la portò sul suo cazzo durissimo.



E adesso ritorno e spiego la mia premessa (o meglio, l'ultima parte).

Bene. Marco era dotato di un cazzo enorme, inimmaginabile! Sicuramente in natura ci saranno molti uomini e molti attori pornografici che quelle dimensioni le supereranno anche, ma per me, in quel momento e pensandoci ancora adesso, quello era un cazzo dalle dimensioni giganti.



La mia mano stava scivolando rigida sul suo membro duro come il marmo e dalla pelle delicata. Nell'aria c'era un profumo di pulito e di doccia schiuma.

Non avevamo il coraggio di guardarci negl'occhi, o forse ero io l'unica a non avere il coraggio e a vivere quegl'istanti come un film proibito, ma ormai, contro la mia volontà che non era nemmeno stata interpellata ero andata oltre al probabile NO, che non so..

stavo,sbagliato, ma lo volevo da tempo.

Lo accarezzo, lo prendo in mano e le mie dita riescono a toccarsi a fatica, talmente è largo. E' pieno di vene che pulsano sangue, mi alzo senza staccare la mano e gl'occhi fissi su quell'oggetto stupendo.

Inizio a masturbarlo delicatamente e poi provo ad avvicinare le mie labbra per baciarlo amorevolmente, ma le sue mani che premono sulla mia nuca, mi fanno capire che quello non basta.

Entra in gioco la mia lingua, che inizia una danza sulla sua cappella calda e umida: dal buchino fuoriesce una gocciolina di liquido che assaporo per sentire il gusto, è doce!

Il mio cervello è ormai fuori uso: sono la bocca che soddisferà il suo desiderio. La spalanco e cerco di accogliere il più possibile.

Trattengo la saliva per renderlo più scivoloso, lo bacio, lo lecco e lo masturbo... ogni minuto che passa mi da l'impressione che quel coso diventi sempre più grosso. Sta per esplodere, lo sento dal suo calore, dalla sua insistenza sulla mia testa, dalla sue mani e dalle sue dita che mi accarezzano i capelli e dal suo respiro sempre più forte.

Mi parte un gemito di piacere.

Sto godendo facendo un pompino al mio amico, ma la mia mente non mi da il tempo per fermarmi a pensare: il mio unico obiettivo ora è quello di vederlo esplodere dentro la mia bocca e di ripulirlo per bene.

Sì, eccolo... sta venendo.. abbondante... madre natura è stata generosa in tutto con lui: stupendo!

"Marco... sei dolcissimo..."


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