i racconti erotici di desiderya

L'ultima corsa


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Serata con finale inaspettato in quella bella cittadina inglese.

Mi trovavo lì per affari. La prima settimana il lavoro non mi aveva lasciato tempo neppure per guardarmi attorno, ma l'ultimo giorno della mia permanenza avevo trovato finalmente il tempo per fare una passeggiata in centro e gustarmi qualche buona birra inglese.



Euforico per il mio rientro a casa dopo aver passato un paio di settimane da solo, quella sera affogai decisamente nella birra la mia solitudine. La mattina non avrei avuto nulla da fare e nel pomeriggio avrei solo dovuto trasferirmi nella vicina Londra per prendere il volo di rientro, perciò, potevo permettermi di fare le ore piccole.



Soddisfatto della bevuta, ritenendo ancora presto per tornare in albergo, feci una passeggiata per le vie del centro. Nessuno per la strada a parte me. Apprezzai il silenzio di quella tiepida notte e dopo aver comprato qualcosa da mangiare in un distributore self-service, decisi che si poteva anche tornare indietro.



Ero alloggiato in un piccolo alberghetto appena fuori dal paese e per raggiungerlo mi muovevo con il bus, molto comodo perchè faceva capolinea proprio di fronte all'hotel.



Raggiunsi la fermata. Ero stato fortunato. L'ultima corsa sarebbe passate nel giro di 5 minuti e 30 ce ne sarebbero voluti per arrivare a destinazione.



Il bus arrivò, deserto e puntuale, e per stare comodo mi sedetti nei posti spalle al finestrino. Mentre le porte stavano per chiudersi si intrufolò di fretta una ragazza. Avrà avuto non più di 25 anni, capelli rossi lunghi e mossi e tipico viso all'inglese pieno di lentiggini.

Portava una maglietta bianca attillata e sottile che le stringeva il seno prosperoso e potevo vedere i suoi capezzoli così turgidi come se volessero lacerare quel sottile strato di stoffa per offrirsi generosi.



Sotto una minigonna leggera a vita bassa che le copriva non più dell'indispensabile ed ai piedi un paio di gazzelle.



Si guardò attorno per un attimo quindi decise di sedersi proprio di fronte a me.



Il bus continuava la sua corsa senza fermate. Lei era davanti a me e io sfacciatamente, mosso dalla sua bellezza e dall'alcol che avevo in corpo, le fissavo il seno e le lunghe gambe.



Dapprima la ragazza distoglieva gli occhi dai miei quando i nostri sguardi si incontravano, poi, inaspettatamente, mi sorrise come se volesse stare al gioco. Lo fece così maliziosamente che mi lasciò quasi sbalordito. Ma fu solo per un momento, tanto che ripresi immediatamente a fissarla e a farle capire che ne ero attratto.



Di lì a poco, prima mi fece l'occhiolino, poi, facendo un cenno con la testa per attirare la mia attenziane versi il basso, sprofondò un poco nel sedile tenedno contemporaneamente con le mani la gonna.

Vidi che non portava intimo e appena incontrai nuovamente il suo sguardo ecco nuovamente il cenno con la testa.



Aveva aperto senza alcun pudore le sue bianche cosce con le dita aveva divaricato le sue morbide labbra rosa.



Ebbi un erezione praticamente immediata e continuai ad ammiararla masturbarsi. Ora le sue dita si spingevano in profondità e la sua eccitazione creceva come il gonfiore del suo clitoride.



Eravamo giunti ormai al capolinea quando lei prima distese completamente le gambe per stringere con l'inguine le sue dita maliziose, quindi vidi il brivido dell'orgasmo che la pervase sprigionandosi dal ventre.



Fu una scena tlmente erotica che quasi venni pure io.



Si ricompose, mi sorrise e mi fece di nuovo un cenno con la testa quasi come volesse fare lei da spettatrice.



Intanto il bus arrivò al capolinea e dovemmo scendere. Il bus ripartì per il deposito e ci trovammo l'uno di fronte all'altra in un angolo di strada completamente deserto e nella penombra generata dalla timada luce di un lampione qualche metro più in là.



Ci fissammo negli occhi qualche istante, quindi, senza dire una parola le tirai su la maglietta fino a scoprirle il seno interamente. Lei rimase immobile con le braccia lungo il corpo. Affondai il mio viso nel suo morbido seno, roteando la mia lingua così vogliosa sui suoi capezzoli. Quindi, spinto dall'eccitazione più incontrollabile, la feci sedere sul marciapiede, le presi le mani e le indirizzai dentro i miei pantaloni.



Fu lei a fare il resto. Estrasse il mio membro e iniziò a leccarlo quasi con ingordigia fissandomi negli occhi. Le sue mani seguivano il movimento. Ogni tanto si sporgeva per accogliermi tra i suoi caldi seni poi riprendeva subito ad adoperarsi con la bocca. Le stringevo i capezzoli dandole quel piacere misto dolore che vedevo farla impazzire.



Poteva sentire pulsare la mia turgida cappella tra le sue labbra. La sua lingua insisteva con esperienza sul mio glande tanto che non durai molto a lungo.



Sentì che stavo per raggiungere l'orgasmo, scostò la bocca e la tenne spalancata davanti alla mia cappella. Quindi me lo impugnò e masturbandomi velocemente con la mano si nutrì del frutto del mio orgasmo sempre non distogliendo mai gli occhi dai miei.



Il grido del mio piacere si disperse nel silenzio della notte.



Ci ricomponemmo entrambi, lei si alzò in piedi davanti a me, mi sorrise e scappò via di corsa.


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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Tuscany7676 Invia un messaggio
Postato in data: 18/10/2008 11:44:20
Giudizio personale:
Un bel sogno


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