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L'ufficio

Autore: Mirco1963
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Racconto fantasioso



L’ufficio.





Lavoro in una azienda con sede in un palazzone dove risiedono molte altre aziende, capita spesso che in mensa o alle macchinette del caffè si conoscano persone nuove.

Qualche mese fa incontrai alla macchinetta del caffè una signora sulla cinquantina, molto ben portati, che notavo spesso passare nel corridoio, è una dipendente di una azienda con cui collaboriamo.

Da una chiacchiera e l’altra, da quel giorno mentre passa nel corridoio guarda nel mio ufficio e sorride.

I colleghi che sono in ufficio con me hanno un livello molto alto di testosterone e fanno parecchi apprezzamenti…………… sinceramente non cerco avventura per cui …….

Un giorno con una scusa, molto evidente, entra in ufficio e mi chiede un favore, se posso andare nel suo ufficio per chiarirle una pratica. Al momento non ci faccio caso e senza nessuno scopo vado nel suo ufficio, al piano superiore. Un ufficio dove lei lavora sola, iniziamo l’analisi della pratica quando un foglio cade e lei per raccoglierlo, con un braccio sfiora il mio sesso, non dico nulla ma mi sembra non casuale. Terminiamo e rientro nel mio ufficio, la mattina seguente vengo di nuovo contattato da lei, stavolta per telefono, che mi chiede se posso salire.

Busso alla porta dell’ufficio, mi viene detto di entrare e aperta la porta mi ritrovo lei girata di schiena, piegata in avanti, che raccoglie qualcosa e praticamente mi porge il suo culo in visione, indossa un paio di pantaloni abbastanza aderenti, mi sembra abbia il perizoma.

Stavolta siamo seduti su due poltroncine e discutiamo della pratica, ad un certo punto lei si sposta e passandomi davanti si strofina, al che le accarezzo una gamba, non oppone resistenza anzi si fa toccare tutto e contraccambia, fino a quando non mi sbottona i pantaloni ed inizia con il leccaremi la cappella, poi comincia a infilarsi tutto il mio pene in bocca, le sua mani mi accarezzano le palle, non mi ci vuole molto a riempirle la bocca, mi fa sistmare. Non riesco a fare nient’altro…….

Per alcuni giorni cerco di contattarla e di incontrarla, ma è quasi sempre in compagnia oppure non si fa trovare, pazienza, penso, qualcosa ho ricevuto.

La scorsa settimana mi contatta se posso salire da lei, e quando sono nel suo ufficio mi chiede scusa e sostiene di aver avuto un attimo di “distrazione” e che non è abituata a certe cose.

Mi chiede di non farne parola in quanto il marito è un suo collega e le voci corrono…………..

Ieri, mi contatta chiedendomi di salire, stavolta però dovremmo scendere nell’archivio, arrivati in archivio mi chiede “ma io faccio schifo?” , resto un attimo colpito dall’affermazione, e senza avere modo di rispondere mi ritrovo appoggiato al muro con la sua lingua in bocca, ci baciamo e iniziamo ad accarezzarci, ha i capezzoli duri, ci spogliamo. La giro e la faccio appoggiare con le mani al muro, le sfilo lo slip, mi inginocchio e metto la faccia tra le sue gambe, la mia lingua inizia a leccare tutto, figa e culo, la sento bagnare piano piano e i suo umore scende nella mia bocca. Si gira, mi fa alzare mentre si inginocchia lei, mi succhia il cazzo fino a quando mi fa venire in bocca e ingoia tutto il mio sperma (sono alquanto veloce). Oggi non è doma vuole che la scopi. Non è facile dopo un pompino simile, ma ci provo, e per riprendermi ricominciamo a toccarci, riprendo a leccarla tutta, le infilo due dita nella figa, mi sposta la mano e la indirizza verso il suo ano, vuole che le penetri con le dita il suo didietro, stiamo così qualche minuto. Finalmente sono abbastanza duro e cerco di scoparla, non vuole che lo metta nella figa, vuole che lo infili nel culo, si gira e si mette a capretta, “bagnano” sussurra. Spingo per entrare, è bella elastica (si vede che è abituata), lei geme, si agita, vuole che contemporaneamente le tocchi il clito, siamo uno dietro l’altra e lei è appoggiata al muro. Vengo di nuovo, le riempio l’ano, si gira, mi bacia, con un sorriso scende e “pulisce” il mio cazzo, ci vestiamo, e ognuno per la propria strada.

Stamani arrivato in ufficio. apro una sua mail, mi ringrazia per essere stato gentile con lei, mi dice che non crede potremmo ripetere, e che si è lasciata andare perché ha scoperto che il marito l’ha tradita, ma che lei lo ama li le ha chiesto di perdonarlo e lo ha perdonato dandogli tutta se stessa la sera precedente e che il ricordo della giornata le ha fatto provare più piacere del solito.



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