i racconti erotici di desiderya

L'ubbidienza di giada

Autore: Youngvoyeur
Giudizio: -
Letture: 442
Commenti: 0
Dimensione dei caratteri: [+] - [ - ]
Cambia lo sfondo


La porta si aprì lentamente, il rumore del suo cigolare non mi distolse dal cadere della poggia incessante sul parcheggio dell'albergo, mi voltai lentamente e ma la ritrovai davanti, era in perfetto orario e vestita come gli avevo ordinato.

Era la prima volta che avevo a che fare con una donna, sono stato il master di molti uomini sposati che per cercare emozioni fuori forti desideravano la sottomissione mentale, il tutto principalmente in modo virtuale, senza mai stablire un contatto fisico, ma con lei fu diverso dal primo momento, dalle prime parole scambiate in chat sino alle telefonate ed oggi sono qua per raccontare la sua e la mia metamorfosi.

L'ubbidienza di Giada: I l'immagine

Ho sempre ordinato alla mia serva di vestirsi secondo quelle che erano le mie visioni del gioco, quando decidi di intraprendere questa strada devi essere deciso, non puoi farti mettere in discussione nemmeno un attimo, devi essere autoritario nella testa più che nella prestanza fisica. Gli imposi di trovarsi in un albergo della Verislia a metà strada tra me e lei, alle ore 14 del mese x del giorno y, alle ore 13 le inviai il messaggio comunicandogli il numero della stanza e il mio cognome.

Nel messaggio gli scrissi come doveva essere vestita, la volevo con dei tacchi neri 12 aperti sulle caviglie, calze autoreggenti nere, intimo di pizzo sempre dello stesso colore, tutto avvolto da un impermeabile color crema, di cui avevo indirizzato l'acquisto poichè lo avevo visionato in una catena di vestiti per donna.

Potevo ritenermi soddisfatto dato che sembrava uscita dai miai pensieri, non avevamo ancora parlato me i nostri sguardi si perforavano, già brivido caldo misto ad una sensazione di forza mi passava su tutto il corpo.

Sibilò un > al quale risposi

i suoi passi si fermarono. Quasi impietrita, delicatamente, si voltò e si diresse verso di me a testa bassa, visibilemnte emozonata.

>

> rispose quasi singhiozzando dall'emozione

> rimase in silenzio

> alzai bruscamente la voce fissandole negli occhi

> in quelle parole tirate fuori con un gemito c'era l'apertura della aporta della sua mente, ero entrato, era mia.

Sotto l'impermeabile aveva solo il suo intimo, aveva percorso 200 km in macchina così, le ordinai di togliersi i reggiseno e le mutande e di farlo con molta calma, come se non ci fosse un domani, ubbidì e rimase nuda nella sua morbida pelle bianca, i suoi seni sembravano scolpiti da un artista rinascimentale le sue gambe erano sode e dure, il suo profumo aveva invaso la stanza.

>

dalla tasca del mio cappotto tirai fori un collare da cane nero con le borchie in cuoio

> ripsose e senza tergiversare mi alzai e glielo misi sul collo. Fu il primo contatto ravvicinato con lei e con la sua pelle, gli strinsi il più possibile il collare lasciandogli però ampio margine di respiro.

> gli chiesi

> rispose lei.

Erano passati 10 minuti e lei continuava a camminare carponi, ogni tanto tiravo il guinzaglio con forza e aria prepotente, come se dovessi ricordarle chi comanda, potevo evitarlo? Certo che si ma non potevo fare altrimenti. La fatica e la sofferenza gli si leggevano nel volto ma nonostante questo continuava ad essere la mia cagna, i passi si facevano più lenti, il suo essere stremata mi eccitava da impazzire.

Gli tolsi il guinzaglio e gli intimai di alzarsi in piedi, così fece, notai le evidenti arrossature nelle zone nelle ginocchia e dei gomiti, ero sempre più eccitato, il mio cazzo era duro con la gonfiatura ben visivile, fissandola dritto negli occhi avvicinandomi a pochi cm dalle sue labbra gli sussurrai:

> con una smorfia di dolore misto a piacere mi tolse la giacca, osservavo le sue bellissime mani tremanti mentre mi sbottonavano la camicia, si abbassò per sfilarmi la cinghia, la tolse, sganciò l'ultimo dei bottoni, intanto mi ero levato le scarpe, eil suo sguardo si trasformò in stupito, ero nudo sotto, col cazzo dritto a pochi cm dalla sua bocca, lei si avvicinò ad occhi chiusi aprendo la bocca come se dovesse essere imboccata, ma la mia mano arrivò prima e afferrandogli il collo spingendo il suo viso verso di me, gli dissi digrignando i denti:

>

la legai, al meglio delle mia possibilità oggettive, ai quattro lati del letto, gli arti erano ben tirati, presi un nastro di seta nero e con quello la bendai dicendogli:

> rispose gemendo

>

presi le sue mutande da terra e gliele passai su tutto il corpo, piano, lentamente, sussurrando i primi versi della pioggia nel pineto del maestro d'annunzio, al termine della strofa gliele misi in bocca con forza, lei non si oppose e le morse chiudendola, il calore delle mie mani passava su tutto il suo corpo, lei lo sentiva e si dimenava gemendo, avrebbe voluto che la toccassi che andassi dritto al sodo, ma la normalità non è mai stata il mio forte, con la lingua tracciai un percorso di saliva dalla caviglia fino al suo collo passando per i capezzoli, così feci anche dall'altra parte, mi staccai.

Mi diressi verso il giacchetto per prendere l'ultimo strumento di gioco.

Le goccie cadevano sulla sua pelle seguite da smorfie e sussulti di dolore, prima sulla pancia poi sulle gambe e infine i seni il suo corpo era cosparso di cera, il profumo mischiato al sudore del corpo di giada creò un'essenza unica non descrivibile in nessun modo.

Liberai il suo corpo dai legami e detti libertà ai suoi piccoli occhi, la presi per una mano e la accompagnai al centro della stanza con una mano sulla spalla gli feci intendere che si doveva inginocchiare, capì subito, con lo sguardo desideroso e impaurito mi fissava mentre mi masturbavo a pochi cm dal suo volto:

>

> rispose lei e emntre la mano destra caricava gli ultimi colpi con la sinistra, accarezzandogli il viso le dissi:

>.

L'ubbidienza di Giada III il saluto

Il mio sperma cadeva copioso dentro la sua bocca assetata, non una goccia fi sprecata, la sensazione di piacere era massima, ma era la giusta conclusione di un gioco? No non lo era, finimmo a fare la doccia insieme o meglio la portai dentro con me, la insaponavo la lavavo, mordevo e schiffeggiavo la sa pelle come se fosse mia, in realtà la rabbia di perderla aveva preso il sopravvento ….

non una parola fu pronunciata da nessuno dei due ma solo uno sguardo profondo..


giudica questo racconto

Attenzione, solo gli utenti registrati su Desiderya.it possono esprimere giudizi sui racconti

Per registrarti adesso CLICCA QUI

Se sei un utente registrato devi autenticarti sul sito: CLICCA QUI



Dal Sexy Shop di Desiderya...
In: Bdsm
Strap on doppio fallo anale nero
Strap on doppio fallo anale nero
Slip in lattice con strap on e fallo interno anale...
[Scheda Prodotto]
In: Sex toys
Vibro ring azzurro
Vibro ring azzurro
Anello vibrante in materiale molto flessibile che ...
[Scheda Prodotto]
In: Sex toys
Harmonia fucsia
Harmonia fucsia
Come nella musica larmonia si crea con la combinaz...
[Scheda Prodotto]