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L'incredibile vita di Mr. Justin


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Quello che sto per raccontare è una vera storia che, per quanto incredibile possa sembrare, ho motivo di credere che sia realmente accaduta. Me l'ha raccontata con la sua viva voce il protagonista stesso, un cittadino americano del quale sono diventato amico e confidente e che ho conosciuto qui in Italia. Le ragioni per le quali si trovava nel nostro paese e i motivi per i quali ci siamo legati da profonda amicizia sono essenzialmente private e quindi non ne parlerò, così pure non svelerò il nome del nostro amico. Per le disgraziate avventure della sua vita lo chiamerò Justin come versione maschile della celebre Justine.

Dunque Justin nasce in uno degli stati centrali degli States; è un bambino gracile che cresce pochissimo, è gracile e praticamente privo di muscolatura, per il resto ha un viso bellissimo e una sensibilità spiccatissima. A sei anni gli viene diagnosticata una disfunzione alla ghiandola timo e questo è il motivo che gli impedisce una crescita normale. In conseguenza di questo malfunzionamento aumenta di molto l'attività della tiroide e la conseguenza è una crescita eccessiva dei genitali. In sostanza Justin è un bambino piccolo e debole, ma già con un uccello considerevole. Mary abita in una fattoria lì vicino, ha la sua stessa età ma è una bambina robusta e sana, scatenata nell'attività fisica quanto J. è apatico e molliccio. Lei corre più forte e salta più in alto e quando bisticciano è lei che lo picchia perchè è molto più forte.

Passano gli anni e i due bambini sono diventati adulti, Mary è una ragazzona alta e robusta, addirittura prorompente, i lavori dei campi le hanno fornito una ottima muscolatura che lei usa per scherzare con J. Lo acchiappa, lui che è rimasto piccolino e fragile, lo solleva, poi lo immobilizza a terra e questo la eccita moltissimo. Gli mette una mano in mezzo alle gambe e gli afferra quell'uccello che non ha senso in quel fisicuccio. Gli chiede di fare l'amore ma lui si rifiuta e non si capisce perchè visto che come glielo afferra il cazzo si inturgidisce e diventa veramente enorme. La verità è che J. è spaventato dalla violenza che sanno esprimere le donne quando sono eccitate di sesso, lui è una persona gentile e mite e ha paura della preponderanza fisica di quella ragazza.

E così un giorno che si trovavano entrambi nei campi di granoturco lei lo assale all'improvviso, lo immobilizza facilmente con le sua braccia muscolose e quando lui si mette a gridare aiuto gli rifila un pesante ceffone che lo scaraventa a terra semisvenuto. Quindi se lo carica a pancia in giù su una spalla e lo mette sul suo pick-up dirigendosi verso un magazzino per il fieno in aperta campagna. J. è terrorizzato da questa violenza, ha soprattutto paura di essere picchiato ancora, perchè il terrore che non lo abbandonerà mai nella sua vita è quello, lui così piccolo e debole, della violenza fisica.

Arrivati nel magazzino lei chiude a chiave la porta, butta sul fieno J. è incomincia a spogliarsi. Lo fa con furia, è affamata di sesso e ansima dall'eccitazione. Ha due seni grossi e turgidi, rotonda e muscolosa in ogni parte del corpo con un bel tringolo di peli neri in mezzo alle gambe. Gli sale sopra e in poco tempo gli toglie camicia e pantaloni facendolo restare solo con gli slip. Mary si eccita ancora di più vedendo quel pacco enorme fra le gambe di J. Amore,gli dice con la voce rauca, ti ho sempre desiderato, ho sempre sognato di possederti e incomincia ad accarezzare quel grosso uccello che si indurisce subito e non più contenuto dagli slip salta fuori in tutto il suo turgore. J è bloccato dalla paura della violenza che gli sta per fare Mary, vorrebbe gridare aiuto ma ha sperimentato le botte di quella ragazza e rimane fermo e indifeso. Mary intanto incomincia a baciargli il cazzo, glielo succhia, mentre con una mano gli avvinghia le palle. Ora J. ha un pene che sembra un id

rante, spropositato nella lunghezza e nella grandezza e Mary decide che è arrivata l'ora. Gli sale sopra a cavalcioni, gli blocca i polsi perchè non possa muoversi, poi muovendo il bacino fa combaciare la sua fica sull'uccelo di J. e poi da un colpo di reni in giù e se lo fa entrare dentro. Mary sente subito un fuoco assalirle le viscere e allora comincia a montare quel suo ometto con quel visino da cherubino. Lo fa prima lentamente, poi sempre più forte mentre gli grida parole d'amore e parole oscene " amore mio...... hai un cazzo che è la fine del mondo......ti voglio per me.....che bello violentarti".

J. non fiata, è completamente immobilizzato e il sentirsi posseduto con violenza eccita la sua sensibilità e in comincia a piangere. Prima quasi impercettibilmente, poi sempre di più, i suoi sono singhiozzi e mentre Mary lo possiede con violenza le lacrime gli rigano il bel viso. Ormai Mary è in preda al piacere incontrollato, grida, ansima, lo monta come una forsennata, poi leva un urlo lungo, interminabile. Quindi abbraccia con passione il povero J. fino a farlo scomparire fra le sue forme rigogliose.

Prima di sera J. verrà violentato ancora tre volte.



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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Joseph62 Invia un messaggio
Postato in data: 30/10/2013 06:59:21
Giudizio personale:
scarso interessse!!


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