i racconti erotici di desiderya

Le sue gambe per tutti 2002

Autore: Paolapino
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In macchina Paola sul sedile di dietro si agita non riesce a stare ferma. Dallo specchietto che ho spostato inquadro le sue gambe eleganti con le autoreggenti il cui bordo è appena coperto dalla gonna blu corta e la spiritosa maglia a zip dello stesso colore. Marco non fa mistero di gradire molto e si volta spesso a guardarla mentre lei continua a fare domande dimostrando assieme curiosità e nervosismo. “Stai tranquillissima Paola ho capito perfettamente . Pino mi ha spiegato tutto quello che non vuoi e la vostra fantasia. Mi ha detto pure di Amburgo…” “Appunto. Togliti dalla testa quell’esperienza. Niente di simile. Hai capito bene?”.
“Paolaaaa. Ma ti devi fidare. Non sono cretino. Te lo ripeto per l’ennesima volta: nessuna penetrazione, tu non farai nulla,e io farò da filtro severissimo e spiegherò tutto. Però con un’eccezione finale non è vero? “
Paola ride. “Ma daiiii: Pino te l’ha detto? Sai quali sono i limiti anche per te? “
“Devi proprio credere che io sia stupido. Io potrò usare le mani e solo quelle. Giusto?”
“E solo alla fine, quando lo dico io”
“Devo firmarti un contratto o ti basta la parola?” Ridiamo tutti mentre Marco al volo e con ritardo mi fa imboccare una strada stretta. Guido con calma . Non ho fretta perché sono diversi anni che parliamo di questa nostra fantasia, e mi voglio godere la preparazione e l’ eccitazione. Oltre l’età mia moglie è davvero carina. Il trucco nasconde qualche ruga attorno agli occhi ma per il resto è sempre molto bella e desiderabile con quelle lunghe ed eleganti gambe fasciate (nonostante sia caldo) dalle autoreggenti. Anche qualche chilo in più non le sta male. Il mio amico e complice mi fa cenno di accostare: Il club non è distante e non c’è parcheggio. Ora Paola ha smesso di parlare e ridere e sembra in tensione. Marco fa strada, ci precede mentre io prendo mia moglie sottobraccio e la sorreggo sui tacchi insolitamente alti per lei e che le rendono complesso tenere l’andatura sul pavè. L’ingresso del club è nascosto, anonimo, al campanello del portone Marco dice qualcosa che sembra una frase concordata. Scendiamo due rampe buie e squallide e Paola mi guarda con terrore. “Ma Marco dove cazzo siamo?”.
“Tranquilli, tranquilli vedrete quanto è bello dentro”.
Ed in effetti alle spalle dell’impettito signore che ci apre sfavilla subito un clamoroso e fuori luogo ingresso rosso e oro ,con tende, colonne dorate, specchi, divanetti in stile.
La luce soffusa, come la musica, non ci impedisce di apprezzare comunque un luogo elegante e raffinato soprattutto quando entriamo nell’enorme sala centrale. Marco e uno degli uomini che ci hanno accolto, ci accompagnano ad un tavolino con quattro poltroncine poco distante dal moderno bancone del bar. Nella sala c’è parecchia gente. La si intuisce più che vedere.
Un paio di coppie ballano al centro della pista attraversata da fasci di luce che ruotano lentamente. Ci sono degli uomini seduti ai bordi che osservano, altri gruppi nascosti nella penombra, tutto molto normale, come una discoteca degli anni 70 con i lenti.
Un cameriere porta 3 bicchieri ed un bottiglia di Ferrari. Faccio per estrarre il portafoglio ma Marco mi frena: “stasera siete ospiti”.
Paola ha accavallato le gambe: il bordo dell’autoreggente fa capolino impertinente ma lei sembra ancora a disagio. Tutt’altra persona rispetto a quella che non più di tre notti fa mi ha letteralmente violentato al solo pensiero di poter realizzare quella sua fantasia di tanto tempo fa.
Sembra incerta e tesa. Anche Marco se ne accorge e ribadisce :” Paola nessun obbligo, quando cambi idea… puoi andartene semplicemente, ok? “
Mia moglie annuisce sorridendo.
Marco ricambia il sorriso: “Io comincio ad andare in giro, comincio a sondare il terreno…mi permettete?”. Si alza senza attendere risposta e si dirige verso un gruppetto di persone . Scompare nella penombra. Paola mi mette la mano sulla gamba facendo un cenno del capo verso la nostra sinistra. Una donna, non distinguo l’età ma le gambe scoperte sono quasi accecanti quando il fascio di luce le colpisce, seduta in mezzo a due uomini sul divanetto ne sta baciando appassionatamente un uomo mentre l’altro si preoccupa di tirare su finchè è possibile il poco della gonna che resta a coprire lo slip. Il lui della coppia che balla ha la mano sul sedere della compagna.
Un giovane, sulla trentina,si avvicina a noi, armato di un sorriso ammiccante: ci chiede se può sedersi al tavolo. “No grazie” gli dico con educazione. E’ perplesso, si blocca mentre già stava scansando la seggiola, guarda Paola, dentro la scollatura, le calze. Torna ad osservare me quasi sorpreso. Alza la mano destra in segno di scusa, spegne il sorriso e gira i tacchi.
“Fai colpo vedi?” Dico a mia moglie. “ E’ molto buio Pino” si schernisce lei ridendo.
Allungo la mano sulle sue gambe, la carezzo e sento la reazione e quando la mano supera il bordo autoreggente elastico. La pelle sembra avere un guizzo. Con delicatezza proseguo sino al borgo dello slippino che ha indossato per l’occasione. La sfioro e le provoco un altro sussulto. “Come va?” le sussurro.
“Bene, bene…ma aspetta”. Cambia posizione sulla poltroncina. Beviamo ancora, Paola è già al terzo flut quando Marco torna.
“Venite vi faccio vedere”. Ci alziamo e lo seguiamo attraversando la pista. Ora le coppie sono due e uno dei due cavalieri ha la mano sotto la gonna della sua dama avvinghiata a lui.
Entriamo in un corridoio dalla luce ancora più fioca. Sulla destra dietro un pesante tendaggio che Marco sposta, un varco che da in una stanzetta piccola. Un letto al centro con copertina vintage a righe bianco e verdi, un paio di seggiole, un abat jour rosso ed un grande specchio alla parete che riflette il tutto. Non bellissima per la verità ma non importa.
“Se volete questa è la vostra postazione. Fate con comodo. Torno tra poco per sapere se devo o no proseguire”. Da una pacca sulla spalla a Paola, torna a scansare il tendaggio ed esce.
Restiamo fermi con un sorriso acerbo e stampato. Ci guardiamo, poi Paola mi abbraccia e mi bacia.
“Allora, andiamo via o…?”
Mia moglie fa quello sguardo malizioso che 24 anni fa mi fece sciogliere: due passi indietro e si slaccia un po’ la slip del golfino. Un attimo e la gonna scivola sulle calze come se non aspettasse altro. Le autoreggenti sono belle, non molto alte come piacciono a me, sotto indossa un completino rosa, mini slip che faticano molto a contenere, reggiseno elegante. Per farsi ammirare da me si ferma un attimo e si inginocchia sul letto in slip e golfino slacciato. “Può andare?” cmo chiede poggiando il ginocchio sinistro sul letto e il piede destro sul materasso in una posizione strana che mi consente di ammirare calze e slip? Poi al mio cenno di ammirazione si sfila anche il golfino ed il reggiseno. Paola a seno nudo, in slip e autoreggenti, il delicato girocollo che le ho regalato, e di siede sul letto. Bella. Mi siedo anche dall’altra parte. Lei chiude gli occhi mentre accarezzo i capelli, le bacio la fronte, le sfioro con le dita il seno. Le mormoro le frasi che so che lei gradisce anticipandole quando accadrà. Quando la mano sinistra valica il monte di venere sugli slippini e da sopra la sfiora tra le gambe la sensazione di umido che percepisco non consente dubbi sulla sua reazione. Continuo a sussurrarle piano qualcosa, le sfioro ancora i capezzoli, lei è sempre ad occhi chiusi e si stende. Le divarico con la sinistra le gambe. Ubbidiente segue la spinta della mia mano e il suo braccio destro finisce piegato sotto la testa a mo’ di cuscino. Con la sinistra ora lei si sfiora da sola sulla stoffa rosa. Così la trova Marco che fa capolino dalla tenda: lei neanche lo vede . Ha ancora gli occhi chiusi. Ci scambiamo uno sguardo d’intesa. Lui riscompare.
Ancora due minuti di frasi con Paola il cui respiro ora si è fatto più pesante mentre si tocca sempre sopra gli slippini e la tenda torna ad aprirsi. Marco è con due uomini. Uno ha l’età nostra, fisico un po’ appesantito ma discreto, non molto alto. L’altro potrà avere una trentina d’anni, capelli ricci.
Uno dei due accenna ad un buonasera. Paola apre gli occhi, la mano istintivamente copre il seno nudo. La tranquillizzo continuando a carezzarle la fronte. Paola li guarda ma non si muove: divarica di più le gambe. Il silenzio nella stanza è surreale tanto che il rumore delle cerniere che scendono sembra sovrastare il vago sottofondo musicale che giunge dalla sala. I due si avvicinano, entrambi dalla stessa parte del letto. Paola li guarda con un sorriso e non distoglie lo sguardo da quei due membri emersi già turgidi : uno bianco, stretto, lungo e dritto guidato dalla mano giovane e decisa. L’altro più scuro,tozzo e leggermente ricurvo verso il basso. Non bello secondo me. Le due mani iniziano il lavoro che evidentemente conoscono bene. Il più giovane con il pene lungo, si avvicina, mette un ginocchio sul letto, mi guarda come per chiedere il permesso, io annuisco. La destra impugna il membro con la sinistra con studiata delicatezza con il medio scansa il bordo dello slip che peraltro già faceva intravedere molto. Nonostante la penombra la peluria di Paola si staglia nettamente così come le labbra dischiuse della sua vagina bagnata. Vibra di piacere mia moglie quando nella manovra lui, e credo non sia casuale, esita e con le nocche della mano tocca più volte il fiore dischiuso. L’altro ha appoggiato la punta del suo pene ricurvo sulla coscia , a contatto con la calza. La mano che lo masturba imprime anche un lieve movimento a strisciare il glande sul bordodell’autoreggente. Paola guarda tutto con attenzione fremendo. La sua mano interviene a tenere più scansata la mutandina in modo che ora il lungo pene bianco possa essere in direzione della vulva sfiorandola dall’alto ma non toccandola ed il movimento della mano dell’uomo si fa forte e deciso. Il più anziano mugola, l’altro ansimando ripete “bella bella” e la mia eccitazione mi porta a slacciarmi i pantaloni per liberarla. Paola per un attimo non segue più i due, me lo guarda già deciso ed eretto, sorride e fa un espressione come per dire…accidenti, bravo, e la mano che aveva sotto la testa la allunga per carezzarmi i testicoli. Non mi tocca la verga, solo sotto. Gli altri due hanno ormai un ritmo sfrenato e l’ansimare denuncia la vicinanza del momento. Paola si inarca scansa lo slippino per scoprirsi il più possibile, quando il lungo cazzo sussulta e lo schizzo bianco denso la centra prima sull’inguine, il secondo sulla mano, il terzo sulla stoffa e solo il quarto cola finalmente tra le labbra roventi,umide e spalancate.
La visione dello sperma sulle sue mutandine, tra le sue gambe mi eccita tremendamente. Mentre lui sta ancora spremendo il succo abbondante, con un sibilo della bocca l’altro comincia la lasciare una striscia bianca, umida, odorosa sulla gamba velata di Paola e la punta dell’uccello che continua ad emettere linfa bianca la spande e la distribuisce premendola sulla calza. Paola ha tirato su la testa per osservare bene. Lascia il bordo dello slip e la mano strofina ( toccando per un attimo involontariamente il membro più tozzo quasi subito rilassato) prima la calza intrisa e colante, poi con forza si precipita tra le gambe a mescolare con movimento rotatorio, a strofinare la crema bianca che nel movimento forsennato si rapprende, quasi solidifica quando due dita di mia moglie intrise penetrano nella vulva e i sussulti e quasi l’urlo soffocato confermano il primo orgasmo.
Il secondo dei due è appena uscito dalla stanza che Paola sta continuando a carezzarsi con le mutandine tornate al loro posto intrise e odorose. Ora si volta e mi fa cenno di volerlo in bocca. Mi avvicino a lei e la sua lingua ha appena iniziato il movimento circolatorio di approccio quando Marco entra con altri tre uomini. Paola li guarda sott’occhio ma ha iniziato a suggere e leccarmi e non mi abbandona. Trema di piacere intravedendo i tre che stavolta si tolgono i pantaloni e gli slip con Marco che si siede sulla seggiola ad osservare sorridendo. Due sono ragazzi, avranno non più di 27-28 anni, uno è sulla quarantina un fisico clamoroso ed un uccello gigantesco uno dei più grossi che abbia visto. Gli altri due a confronto (e anche il mio, scomparso nelle fauci di una Paola che ora è percorsa da brividi) sembrano scherzetti.
I due più piccoli salgono sul letto costringendo Paola a scansarsi: uno da una parte e uno dall’altra.
Le aprono ancora di più le gambe con delicatezza per consentire al terzo di mettersi in ginocchio tra le cosce spalancate ma nessuno accenna a cose non concordate. Solo uno dei due scansandole bene la mutandina per guardarle la fica spalancata e impregnata, indugia quasi per caso un po’ sul clitoride. Ma non ce ne sarebbe bisogno perché mentre le quattro mani la preparano Paola ha un sussulto ed un secondo orgasmo mugolato sul mio uccello nella sua bocca, tesissimo, sul punto di non resistere più. Uno le tiene scansato lo slip mentre entrambi si segano forte con le cappelle lucide a una decina di centimetri dai peli e dalla vagina spalancata e colante di Paola. L’altro con quel suo uccellone, in ginocchio tra le cosce di mia moglie, osserva uno stupendo panorama da quella posizione e fa scorrere lentamente la sua mano lungo l’asta lunghissima e con la punta violacea. I fremiti di Paola, il suo piacere e la scena cui assisto superano la mia resistenza. Un primo incredibile, sconvolgente orgasmo giunge a valanga improvviso scaricando un fiume nella bocca di mia moglie e facendomi urlare. Lei è brava, ingoia come sempre ma non ce la fa tutta insieme ed un rivolo bianco esce dalle labbra serrate attorno al mio glande mentre è percorsa da scatti strani e la sua mano corre tra le gambe. Proprio nel momento in cui prima uno e poi l’altro dei due membri, a distanza di pochi secondi, scaricano sui suoi peli, sulla mano, sulla fica il loro torrente a fiotti. Spremono, stringono, gridano mentre il filo bianco denso si mescola, schizzi giungono all’ombelico, sulla coperta a strisce. E la mano frenetica di Paola scava tra le sue gambe esce ed entra con due tre dita intrise, si passa sulla pancia torna sul clitoride ormai lamentandosi, con il mento colante il mio sperma uscito dalla bocca. E’ il momento in cui il grosso calibro sceglie per avvicinarsi di più alla fica con le gambe sempre più spalancate dall’aiuto di quattro mani . Per un attimo temo voglia penetrarla, faccio per intervenire ma in quel momento uno schizzo enorme, potente partito da non più di 10 centimetri dai suoi peli scavalca tutto e lascia un tratteggiato bianco sino al seno di mia moglie. La seconda potente bordata centra addirittura il capezzolo e Paola con la mano zuppa se la massaggia su tutti e due i seni come colta da raptus. Quando gli altri schizzi la investono con millimetrica precisione tra le cosce tenute spalancate e sollevate dagli altri due e il rivolo riempe il suo desiderio oscenamente dischiuso , la mano di Paola ci affonda morbida dentro, con un flop rumoroso che precede di pochi istante il turbinio del nuovo acme sconquassante del suo piacere.
Trema ora come in preda a convulsioni sul letto ,zuppa di crema bianca ovunque. I tre non dicono nulla. Si rivestono ed escono con Paola che ha ancora gli occhi chiusi e la mano tra le gambe .
Il mio pene è di nuovo in tiro ma la lascio riprendere fiato. Con delicatezza le sfilo gli slip diventati zuppi di sperma e con un odore intensissimo. Paola aiuta sollevando il bacino ma non aprendo gli occhi. Torno vicino a lei. Le sfioro con il dito il seno bagnato, guardo le sue eleganti calze nere ora a chiazze. I peli maditi. Entrano altri due ragazzi. Anche Marco si alza dalla seggiola, dove lo avevo dimenticato. E’ nudo. Si è spogliato senza che me ne accorgessi. Giustamente viene ad incassare la sua parte e da buon bisex è eccitato due volte. Paola è sfinita quando lui le scansa la mano che teneva serrata tra le cosce. Troppo stanca per fare qualcosa ed allora inizio la mia sega sul suo seno, sul viso mentre lei ad occhi sempre chiusi, ha messo le mani dietro la testa in balia nostra totale. Marco le si siede accanto dalla parte opposta alla mia. I due si sistemano vivino alla gambe iniziando a masturbarsi con la punta dei loro membri diretta sulle calze. Il nostro amico la sistema con gentilezza con le gambe aperte. Poi prende in mano il suo considerevole arnese e con l’altra le massaggia la pancia, l’ombelico, i seni spandendo e massaggiando lo sperma ed i residui dei 5 uomini che le sono venuti addosso. Quando ormai il ventre di Paola è omogeneo e lucido e la sua mano grondante, scende a prendere la sua ricompensa. Non ha problemi a penetrare Paola con tre dita producendo un rumore fortissimo che denuncia come le manovre di Paola e la potenza degli schizzi abbiamo fatto “il pieno” tra le gambe di mia moglie. E Marco va ancora più dentro, indugia titilla. Penetra con forza con due , tre, persino quattro dita mentre Paola è tornata a mugolare e si prepara all’ultimo sussulto raschiando il fondo delle sue riserve. Gli altri due guardano e seguono l’azione con movimento frenetico. Non ha limiti nella sua esplorazione Marco, lo vedo bene : la lubrificazione è tale che le due dita che penetrano dietro scivolano senza alcuna resistenza . A quella scena di Paola penetrata dietro dalle dita di Marco in una mare di sperma vengo a fontana sul suo volto e i suoi seni senza che mia moglie abbia la forza di fare altro che emettere un nuovo lamento e iniziare un lungo lento profondo godimento seguendo con il corpo i movimenti della mano del nostro amico. Gli viene nelle dita con il residuo barlume di forza mentre Marco assesta gli ultimi colpi al suo turgido pene e dopo essersi messo di fianco a mia moglie con il glande a contatto del capezzolo, la innaffia ancora con i primi due schizzi che giungono anche addosso a me dall’altra parte e poi completa sulla sua pancia, sul viso, sui seni . L’ultimo zampillo cade sulla sua bocca dischiusa in un lungo lamento. La sua lingua istintivamente lo cattura. Nel momento in cui gli altri due si liberano della loro liquida eccitazione irrorando le calze di Paola ormai bianche e nere. I due finiscono bene, spremono le ultime gocce mentre noi crolliamo sul letto a fianco a Paola. Il sonno non era previsto. Ma quando riapro gli occhi e vedo tutti e due addormentati capisco dalla patina secca sul corpo di Paola che abbiamo dormito almeno una ventina di minuti. In piedi davanti alla tenda c’è un signore anziano che si masturba in silenzio guardando Paola ancora a gambe spalancate. Esita dopo aver visto che mi sono svegliato. Gli sorrido per fargli capire che può.
Solo pochi secondi, poi si avvicina timido, furtivo, con la punta del pene ai piedi di mia moglie e il seme cola silenzioso senza schizzi tra le dita inguainate dalle calza. Paola ancora dorme. L’uomo mi lancia un’occhiata di ringraziamento e fugge via. Più tardi, sotto la doccia dietro la stanza, mentre massaggio il suo bel corpo e lo pulisco con il profumato bagno schiuma e lei ancora stanca mi abbraccia e mi bacia appena può, in quel momento, capisco che meglio non potevamo interpretare quella nostra antica fantasia.


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