i racconti erotici di desiderya

Laura - prima parte


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Parte 1 - Il trucco di Laura

"Non devo truccarmi? Truccarmi in modo pesante?"

Faccio a Laura un chiaro cenno di diniego senza muovermi dalla poltrona, dalla poltrona l'ho guardata entrare, spogliarsi, indossare quello che avevo preparato per lei, senza scambiarsi una frase una parola, tutto era già convenuto, concordato, con lei e con Franco il suo Compagno, che ora le gira attorno, nervoso, eccitato, la guarda, le parla, le dice che è "bellissima", "eccitante", "perversa", con una mano le sfiora una guancia, una carezza?, forse, ma il movimento sembra quasi involontario, poi torna a muoversi, a rivolgerle parole, frasi, sempre più pesanti, la descrive come lui la vede, le dice quello che altri penserebbero di lei vedendola così vestita, il fraseggio è osceno, ricercatamente osceno, sembra uno sfogo per scaricare l'ansia che lo attanaglia, Laura è apparentemente più calma, ma il tocco della mano sembra averla confusa, scuote il capo, torna a guardare la sua immagine riflessa su in grande specchio che copre quasi una parete, poi guarda ancora in strada sbircia

ndo dalla finestra.

"Perché no? Sembrerei proprio una Troia, in fondo è quello che sono, potrei segnarmi gli occhi con del rimmel pesante, evidenziare le labbra con un rossetto forte, rosso, lucido, sarei sicuramente più volgare, non è questo che si aspettano quelli di là, e non è quello che volete anche voi? Altrimenti non mi avreste vestita a questo modo"

Laura indossa solo un perizoma ed un reggiseno con mezze coppe di pelle finta, nera, ornata da dozzinali lustrini, i capezzoli sono scoperti, il seno sodo e importante è in piena evidenza, porta stivali dal tacco altissimo che le arrivano fino mezza coscia, Laura ha un corpo ben fatto, sensuale e un bel viso rotondo, dolce, pulito, capelli lunghi, lisci, neri, e occhi grandi e scuri che ora sembrano enormi.

"Perché mi piacciono i contrasti, mi piace il costume da puttana che indossi, mi piace come stona, stride, offende il tuo viso di mammina, quelli di la devono sapere che non sei solo una ninfomane o la solita pornostellina che viene dall'est, è importante il tuo viso pulito, proveranno più gusto ad imbrattarlo, a sporcalo con il loro sperma, non credi?"

"Sei un Porco, un lurido porco bastardo, e questo mi va bene, anzi era quello che cercavo con Franco, uno che fosse più porco di noi, che ci togliesse di dosso le ultime inibizioni, ma non accennare mai più a mia figlia, non farlo in alcun modo, in nessuna occasione, ti abbiamo cercato perché qualcuno ci ha detto che potevi introdurci ad un mondo di emozioni forti, ma non immischiarti in altro che non riguardi questioni legate al sesso, se riesco a superare la paura di varcare quella porta, mi farò sbattere da tutti quelli che lo vorranno fare, farò usare di me tutto, bocca, figa. buco di culo, mi farò sporcare o meglio come hai detto imbrattare, mi farò guardare mentre godo, urlerò i miei orgasmi per renderli più palesi, ma quello che sono, quello che siamo noi quando non ti cerchiamo, non ti deve riguardare in alcun modo, occupati di sesso, facci sperimentare cose nuove, sesso forte, estremo, depravato, chiamalo come ti pare, ma non interessarti di altro che mi riguardi, CHIARO?"

Immaginavo quella reazione, l'irritazione serviva a provocarla e a farle superare lo stallo emotivo in cui si trovavano: lei continuava ad aggiustarsi il costume, a guardare fuori dalla finestra, Franco a girarle attorno, a parlarle, a cercare di prendere tempo, anche il trucco le sarebbe servito per ritardare quello che avevamo deciso dovesse fare, quella reazione l'avevo cercata ma non la immaginavo così violenta. Conosco Laura e Franco da alcuni mesi, so molto di loro, della loro vita, anche se mi hanno detto ben poco, come mi hanno chiesto, coltivo, stimolo, la loro ricerca di sesso, dovrei fare solo quello, ma non posso godere di loro pienamente, specie di Laura, senza conoscerli, così ho cercato di ricostruire la loro storia, ho raccolto voci, notizie tenute nascoste. Laura ha trent'anni, non è di queste parti, viene da Torino, a vent'anni si era sposata con il figlio di un grosso imprenditore, ha avuto una bimba dopo un anno e mezzo di matrimonio, la famiglia del marito è una

di quelle importanti e conosciute, ogni rapporto al suo interno è e deve essere rigido e convenzionale, il matrimonio e la maternità le assegnavano un ruolo in quella famiglia e nella società a cui apparteneva, una parte, un copione a cui attenersi. La recita impostale risulta subito difficile, per gli altri, anche per il marito è tutto normale, ovvio, Laura è una donna intelligente, buona, affettuosa, ed è innamorata, si adegua, reprime e controlla ogni spontaneità, ma Laura è una ragazza sessualmente molto sensibile, curiosa, stimola spesso il marito, che a volte la segue, altre osserva stupito, desideri che lei esibisce senza pudori, dopo cinque anni di matrimonio incontra Franco, in incontro casuale ad una delle tante feste a cui per obblighi di famiglia Laura deve partecipare, Franco per il mondo in cui Laura vive, è una specie di curiosità, un eccentrico a cui è concesso di evadere dalle regole, viene sopportato e indicato come un curioso campione di diversità che l'ambiente h

a la magnanimità di accogliere, le circostanze, il caso, il destino, chiamiamoli come vogliamo, il fatto è che Laura e Franco s'incontrano, si riconoscono, si annusano, direbbe qualcuno a me caro, ed il sesso diventa immediatamente l'unico perno del loro rapporto, prima solo proposto, giocato, offerto, poi inesorabilmente negato, respinto. Laura per qualche tempo, controlla il proprio impulso, si limita a schermaglie, a incontri innescati da casualità create ad arte, ma il desiderio cresce e crea l'illusione di poter provare per una volta, una volta sola, senza che nulla cambi, ma il sesso con Franco e ben altra cosa da quello con il marito, è forte, impulsivo, indecente, a volte quasi violento, Franco è esigente e anche Laura scopre di esserlo, i due si incontrano con una frequenza sempre maggiore, i rischi aumentano, ma aumenta anche il loro desiderio, iniziano a sfidarsi a provocarsi reciprocamente, proponendosi a vicenda atti sempre più rischiosi e indecenti, ma presto il loro ra

pporto viene scoperto, il marito di Laura non ha mezzi termini, non concede né tempo né scuse, chiede ed ottiene un'immediata separazione e il completo affidamento della figlia. A Laura viene imposto di cambiare città, tenta di resistere ma la famiglia di lui è ricca e troppo potente per lei e presto prende il sopravvento, su tutti i piani, compreso ovviamente quello legale.

Il rapporto tra Franco e Laura non si interrompe, anche Franco si trasferisce, il sesso tra i due per qualche tempo si placa, si calma, prima devono rimettere assieme i cocci della vita di Laura, non ci sono problemi di soldi Franco guadagna bene e Laura ogni mese riceve un assegno più cospicuo, oltre ad un lavoro che la Famiglia senza che lei lo sappia ha fatto in modo di farle avere, ma il distacco dalla figlia, costa in altri termini, termini che nessun economo può calcolare, inevitabilmente il sesso riprende il sopravvento, era la ragione fondante del loro rapporto, i problemi lo avevano relegato in secondo piano ma inevitabilmente riemerge, torna a prendere il ruolo che gli spetta, il gioco ricomincia, ancora una volta duro e rischioso, un continuo susseguirsi di forzati rilanci.

Quasi subito il loro rapporto sessuale, si allarga ad altri uomini e, a volte, ad altre donne, il loro è un sesso che deve essere esibito, confrontato, non può rimanere rinchiuso in una camera, Laura una volta al mese ha il permesso di incontrare la Figlia, quando torna da questi incontri i suoi desideri si fanno più forti, il senso di colpa li alimenta, li fa crescere, nella loro ricerca, mi incontrano, mi conoscono, a poco a poco con pazienza, conquisto la loro fiducia, divento "regista" delle loro perverse tendenze, Laura mi affascina, mi affascina il suo desiderio di perdesi, di punirsi, mentre Franco la fotte, Lei mi guarda, alimenta la sua eccitazione leggendo la mia, mi chiama, mi vuole dentro di sé, a volte mi unisco a loro subito, altre mi attardo a descriverle come la vedo, caricando di osceno ogni suo movimento, procuro spesso loro altre occasioni, creo loro nuove situazioni, stimolo i desideri di Laura verso la voglia di essere di molti uomini, di esserlo contemporaneame

nte, è stata incerta, recalcitrante fino all'ultimo, da quando è con Franco ha avuto una ventina di uomini, sempre con Franco presente e partecipe, ma pur avendo ormai una discreta esperienza, pensarsi sola, con molti uomini attorno che si alternano addosso a lei, che sono anche pubblico, da cui può e deve essere guardata, mentre viene posseduta, mentre gode, mentre prova piacere di loro dei loro sessi, delle loro parole, dei loro sguardi, la impaurisce, si rende conto che si appresta ad infrangere un nuovo tabù, ma alla fine eccola qui vestita da stellina del porno che chiede di farsi più volgare prima di offrirsi al gruppo che la aspetta oltre ad una porta.

"Quanti sono alla fine?"

"Tu quanti ne hai contati? Sei andata spesso alla finestra per vederli arrivare"

"Credo di averne contati quindici"

"Se sono venuti tutti dovrebbero essere diciassette, troppi?"

"Non lo so, te lo dirò dopo, sembravano cani"

"Come?"

"Cani, alcuni orgogliosi randagi, altri cani persi, abbandonati, senza padrone, ma tutti sembrava fiutassero le mie tracce come segugi, come bestie affamate in cerca di preda, sono certa che sentivano già dalla strada il mio odore, andiamo da loro, andiamoci subito, desidero essere la loro cagna"

"I cani quando sono in branco, diventano cattivi, mordono, qualche volta sbranano le loro prede"

"Non mi sbraneranno, sento il loro odore anch'io ora, sono eccitati e basta, hanno solo desiderio di monta, se poi qualcuno mi morde, forse morderò anch'io, o forse no. può essere che mi piaccia essere morsa"

Parte 2 - Verso un destino avverso

"Sono Laura"

Riconosco subito la sua voce, Laura ha una voce calda che purtroppo non sento da mesi

"Ti sento, come stai?"

"Bene, si credo bene, e tu?"

"Al solito, e Franco?"

"Non è qui, non sa che ti sto chiamando"

"Perché mi cerchi da sola? Preferirei sentirvi o vedervi assieme, come sempre"

"Avevo voglia di parlarti, Franco negli ultimi tempi si è un po' rinchiuso, ma in realtà non so neanche io perché ti sto telefonando"

"Fate ancora sesso con altri?"

"Si, anche ieri sera, ho fatto sesso con Franco e altri sei uomini, ma ultimamente tutto mi sembra diventato meccanico, scontato, io mi spoglio, accarezzo i loro sessi, li prendo in bocca, mi fottono, mi sborrano addosso, mi mostro porca, mi rendo oscena movendomi, aprendomi con le dita fino a farmi male, lo faccio per eccitarli ancora, mi faccio sbattere da due alla volta, ne chiamo un altro perché mi occupi la bocca, ma quando se ne vanno mi chiudo nel bagno e mi masturbo, pensando ad altre cose"

"A quali cose?"

"A quelle che mi avresti fatto fare tu"

"Ma se Franco non vuole non se ne fa niente, Franco è il tuo uomo e io preferisco sempre che le donne con cui intreccio rapporti di questo tipo abbiano uomini consenzienti"

"Franco mi ha introdotto in un mondo che avrei fatto meglio ad evitare, la mia vita ne è rimasta sconvolta, forse rovinata, ma non posso più tornare indietro. Ogni volta che abbraccio mia figlia ho paura di sporcarla, di trasmetterle qualcosa di mio, ma non riesco a smettere, non ho più capacità di controllo, quello che faccio con gli uomini che incontro mi attrae troppo, non riesco più a staccarmene. Appena smetto di lavorare, di fare qualcosa che mi occupa le mente, penso ai prossimi, a nuovi modi per provocarli. Franco ora mi frena, anzi, ad essere sincera, mi frenava: da quando mi hai fatto schiaffeggiare i seni da tutti quegli uomini ha paura che mi presti ad altre pratiche di quel genere. Lui si è messo in analisi e a fatto mettere anche me, con lui ha funzionato, sembra, con me no, non ancora, mi ha chiesto di smettere, di formare una famiglia normale, gli ho chiesto tempo, lui è tornato a Torino, aspetta una mia decisione, insomma non siamo più assieme"

"Allora mi ha raccontato delle bugie, Franco non ti trova più uomini, se se ne è andato?"

"Non sono proprio bugie, pensavo solo di non dirti di Franco, volevo farti credere di essere ancora con lui, ma uomini per fottere continuo a incontrarne, ora me li trovo da sola, lo faccio quasi tutte le sere da quando se ne andato, esco di casa tardi, mi cambio in macchina, indosso cose sconce, ma non mi trucco come mi hai insegnato, vado per locali, per bar, ne rimorchio due o tre per volta, mi faccio sbattere dove capita, all'aperto, nelle loro case, nei retro dei bar, in mezzo a bottiglie e fusti di birra, anche nei cessi. La prima volta in un cesso ho avuto la nausea, l'odore del piscio era così forte che ho quasi vomitato, invece ora sono io a chiedere che mi scopino nel cesso, mi tolgo scarpe e calze, il pavimento è sempre bagnato, non voglio che nulla mi isoli, mi protegga, devo sentire sulle piante dei piedi lo sporco e le tracce di urina. Non se ne trovano mai di puliti senza pozze per terra, mi piazzo con le gambe larghe sopra alla latrina, l'odore mi inebetisce, appoggi

o le mani al muro e muovo il culo, in quella posizione me lo fottono subito, senza chiedere il mio assenso, la figa me la fanno dopo. Un paio di volte, mi sono fatta anche pagare, è piacevole vendersi, forse perché non ho nessun bisogno di farlo. Ieri sera i sei di cui ti parlavo li ho davvero portati a casa mia, era la prima volta, fino ad ora ho sempre cercato di difendere almeno l'apparenza, se ne sono andati da un paio di ore, ho ancora il loro odore addosso, ma neanche loro mi sono bastati, tra poco uscirò a cercarne altri, oppure se vuoi verrò da te, ma verrò per farmi picchiare, ti chiederò di farmi male, vuoi farlo? Non mi sono fatta più picchiare da nessuno, nessuno ha tentato di farlo, sto per chiederlo ogni volta, ma mi fermo. Lo avevo chiesto anche a Franco, volevo mi colpisse con una cintura, forse è stato quello a scioccarlo e a indurlo a smettere"

"Hai delle tette splendide, sembrano fatte per essere colpite, sobbalzano sotto gli schiaffi, sono sode, assorbono bene i colpi, per quanto ti sono rimasti i lividi?"

"Non più di tre giorni o quattro giorni"

"Devi avere i capillari molto forti, e tessuti che si rigenerano facilmente, ti ho fatto colpire parecchie volte, e alcuni l'hanno fatto con molta forza, alla fine mi ricordo che i seni erano quasi viola, tu rantolavi di dolore e di piacere, forse parlavi, ma non capivo le parole"

"Dicevo di colpire ancora, di farlo ancora più forte, avrei voluto che mi colpissero dappertutto, desideravo ogni colpo, per fortuna nessuno capiva, e nessuno mi ascoltava, eravate tutti troppo eccitati, in quel momento non vi avrei fermato qualsiasi cosa mi aveste fatto"

"Questo io l'avevo capito, ma non era il momento di spingersi oltre, immaginavo le reazioni di Franco, e tu dovevi maturare una scelta, non essere travolta da un impulso, da una situazione"

"Quando mi masturbo, penso a cose folli, ma non mi basta più pensarle, voglio farle, dovrei dire subirle, nelle mie fantasie il dolore fisico è sempre forte, il mio corpo viene colpito, con molti strumenti, a volte ferito, lo si lega, lo si deforma, con corde e morse. Quando non c'è il dolore mi faccio umiliare, mi abbasso a compiere atti immondi, alcune volte, vomito dei miei pensieri, ma ora devo far diventare tutto questo reale, potrei curarmi, farmi ricoverare in una clinica e uscirne nuova, ma non mi va di farlo, non ancora, non ho provato ancora tutto quello che desidero provare, ho tentato di farlo capire a Franco e come ti ho detto se ne è andato, ho cercato di farlo da sola, ma non ci riesco, più che a farmi sbattere non riesco, ho bisogno di aiuto, del tuo aiuto, posso essere tua schiava, o se preferisci il tuo giocattolo, se accetti, non avrò diritti, tu non avrai doveri, sarò un animale senza anima per cui ogni riguardo potrà cessare, o se preferisci sarò un androide che

programmerai per qualsiasi forma di sesso ti girerà per la testa, se ti andrà sarò la tua Puttana, batterò sul ciglio di qualsiasi strada, non mi negherò a nessun cliente, potrai essere il mio diavolo, il mio carnefice, ti divertirai con me, farai su di me qualsiasi cosa, non ti chiederò mai pietà, non ti implorerò mai di smettere.

"Ti credi così forte? Perché per fare questo una persona deve essere molto più forte di quella a cui si offre, per godere non può annullarsi, deve restare vigile, attenta allo scempio che ha acconsentito le venga fatto, solo così ne può godere, perché tu rinunci a tutto all'apparenza, ma non rinunci al piacere, cerchi l'orgasmo estremo, definitivo, un orgasmo che ti sazi e ti plachi, un orgasmo che forse non avrai mai"

"C'è il rischi che nulla mi appaghi, temo sia vero, ma questo non cambia niente, se mi credo forte? Si credo di esserlo, so di esserlo"

"Sei arrogante"

"Lo so, e so che questo ti irrita e ti farà diventare più cattivo"

"Va bene sapevo quello che eri potenzialmente dalla prima volta che ti ho incontrato, ti aspetto questa sera alla dieci"

Parte 3 - Il bastone

Non avevo mai colpito nessuna con quella forza, ne tanto meno così a lungo, la maglia mi si è appiccicata addosso per il sudore, getto la cinghia di cuoio su una sedia, mi tolgo la maglia lasciandola cadere a terra, ho bisogno di qualche attimo di tregua, mi tolgo anche scarpe e calzini, devo sentirmi libero, tengo solo i pantaloni, bevo ancora dell'acqua, direttamente dalla bottiglia, me ne verso in testa, porgo la bottiglia a Laura, resta ferma per qualche istante, è ancora a terra dove è caduta, stremata o forse spinta da una serie di colpi più violenti, mi guarda a lungo senza proferire parola, poi prende la bottiglia e beve, si versa addosso l'acqua che resta, rabbrividisce, l'acqua scorre sulla pelle calda, sulle striature rosse che la solcano, entra in quelle che si sono aperte.

"Ti avevo detto che non sarei stato graduale, che non ti avrei preparato"

"Come vedi non c'è n'era bisogno, ero già pronta"

Laura si rialza, la sua bellezza mi sconvolge, i segni che porta addosso anziché deturparla, la ornano rendendola ancora più bella e desiderabile, si guarda attorno, non so cosa cerchi, va verso la porta, capisco subito, il mio bastone, il mio bastone da passeggio.

"Questo ti può rovinare, se ne perdo il controllo ti può anche ammazzare"

"Non credo lo farai, ma hai la possibilità di farlo"

Mi bacia sulla bocca, un bacio appena accennato, labbra che appena si toccano, appena si scambiano i loro umori di superficie, è il primo gesto che contenga qualcosa di simile all'affetto che ci scambiamo tra noi.

"Comunque puoi farlo, se lo vuoi"

Non rispondo, non le do alcuna istruzione, è lei che deve porgersi, scegliere il dove e il come, ancora una volta si guarda attorno, sceglie il tavolo, un tavolo molto pesante e massiccio, lo tiene di schiena appoggiandovisi solo con le mani, mi si offre quindi di fronte, tenendo le gambe molto larghe per avere più appoggio ed equilibrio, non voglio rovinarla, potrò colpirne solo il ventre, le gambe e le braccia, con questo bastone colpirle i seni sarebbe devastante.

Quante volte Laura è sul punto di crollare, di urlarmi di smettere? O sono io che mi fermo a quel limite e che le do il tempo di riprender fiato? Se chiedesse di smettere porrei fine a questa tortura, e probabilmente alla sua storia, un colpo in più che rompesse non tanto la sua pelle quanto la sua resistenza la salverebbe da se stessa, da me, da quello che potrà essere il seguito di questa storia, non so se quel colpo non lo so dare o non lo voglio dare, continuo a colpirla fermandomi sempre un attimo prima, non la rovino, non la rompo, tanto meno la ammazzo, potrei devastarle il corpo, mi limiterò ad offenderlo e a ferirlo. Laura non tarda a capirlo, mi sorride, mi ringrazia o mi rimprovera? Sperava di finire questa storia o di continuarla? Si volta per farsi martoriale la schiena e il culo, con una mano scende tra le gambe e inizia a masturbarsi, le assesto alcuni colpi particolarmente forti, le gambe le si piegano, ma non smette di toccarsi, getto lontano il bastone, e le entro n

el culo mentre lei continua a fottersi la figa con la mano.

Parte 4 - La perdita definitiva

"Ciao"

Laura mi si siede accanto, la giornata è limpida tersa, i temporali della notte hanno tolto l'afa, ora si possono vedere le montagne lontane, distinguerne i contorni, nel prato del maneggio c'è molta gente. Io sono seduto più in alto su una piccola collinetta sotto un vecchio albero piegato dal vento, Laura ha lasciato la Figlia nelle mani di un giovane istruttore, la piccola sta imparando a montare un Pony. Il piccolo cavallo è docile e quieto, la piccola ride felice, la Tata di colore è rimasta li vicino, deve vegliare sulla piccola e soprattutto non lasciarla mai sola con Laura, è una delle condizioni imposte a Laura negli incontri con la Figlia.

"Da quanto tempo mi hai visto?"

"Da quando ieri sera sei salito sul treno, quel bastone ti ha tradito subito, un giorno mi spiegherai perché lo usi, non mi pare proprio tu ne abbia bisogno come appoggio"

"Talvolta purtroppo mi serve, la gamba mi manca quando meno me lo aspetto, posso usarla al cento per cento per mesi e poi perderla all'improvviso, dura solo qualche minuto, poi resta solo il dolore, ti spiace che ti abbia seguito?"

"Sei mesi fa ti avrei levato gli occhi, ora mi va bene, ormai non c'è niente che possa o voglia nasconderti, ma non devi avvicinarti alla Piccola, la Tata lo riferirebbe, per quanto la riguarda, ho visto un vecchio amico e sono venuta a salutarlo"

"Non preoccuparti, tra poco me ne andrò, volevo solo vederti come sei con tua Figlia"

"E come mi hai visto?"

"Dolce e attenta come pensavo"

"È bella la mia Cristina, vero?"

"Molto bella e molto educata"

"Diventerà come me?"

Il tono della voce è diventato all'improvviso cupo.

"Improbabile, era improbabile anche per te, ma si sono verificate una serie di circostanze che hanno portato a galla i lati più nascosti della tua anima, probabilmente un marito meno represso ti avrebbe soddisfatto, o forse ti sarebbe bastato trovare sulla tua strada un amante normale, non un depravato come era Franco e certi impulsi non si sarebbero mai palesati, avresti potuto non incontrarti mai con me o con altri come me e la tua sessualità avrebbe avuto uno sviluppo normale e ti saresti sentita appagata, e quel qualcosa che ti rodeva dentro sarebbe rimasto inespresso, un disagio indefinito che a volte ti avrebbe preso all'improvviso ma che non avresti mai riconosciuto. Quindi non devi preoccuparti per tua Figlia, difficilmente con due persone vicine il caso è così cattivo da ripetersi o da imitarsi"

La piccola chiama dal recinto del maneggio, vuole, esige di essere guardata, mentre il Pony viene spinto al trotto

"Devo andare ora"

Si ferma un attimo torna indietro

"Hai preparato qualcosa per me?"

"Lo vuoi davvero, è passato poco tempo dall'ultima volta, porti ancora ferite fresche addosso"

"Ferita più ferita meno, mi sono accorta che vi eccita di più vedermi già rotta, vi vengono meno remore, farmi male vi sembra quasi normale, accettabile. Organizzami qualcosa appena ritorno, ne ho bisogno, mio marito si risposa con una del suo giro, mi ha chiesto di non vedere la Piccola per alcuni mesi, per darle la possibilità di abituarsi alla nuova situazione, probabilmente mi chiederà di non vederla più, mi offrirà un sacco di soldi, ci sborro, come dite dalle tue parti, sui suoi soldi, ma per lei, per Cristina forse è meglio che non mi veda più, ma per me sarà un inferno, ho bisogno di stordirmi, che mi si fotta il cervello, questo tu lo sai fare meglio di qualsiasi altro, trovami qualcosa, qualcosa di nuovo, che non ho ancora fatto"

La bambina chiama ancora.

"Se non ti va di farmi pestare perché hai paura che mi si rovini definitivamente la pelle, fammi montare da una bestia, da un cane o magari da un cavallo, che dici? Pensi che riesca a prendere nella figa il cazzo di un cavallo, non dovrebbe essere molto più grosso del pugno di un uomo, e di quelli dentro la mia figa ne ho presi gia parecchi, anche il tuo"

Gli occhi le si riempiono di lacrime, poi si volta e scappa di corsa verso il maneggio, gridando alla Figlia "arrivo, arrivo".

Resto ancora un poco a guardarle poi me ne vado, pensieroso, la gamba oggi mi fa male, mi fa male anche l'anima.

Qualche giorno dopo:

"Sono io, tutto bene?"

"No, non va bene, è andato tutto come avevo previsto, non vedrò più mia figlia, sono piena di soldi, l'ho venduta a suo padre, mi sento uno schifo, hai preparato qualcosa?"

"Non quello che avevi chiesto"

"Per me ora va bene qualsiasi cosa, ma non deludermi, non mi basta né un'orgetta, né qualche frustata"

"Lo so, scendi a Verona, dovresti esseri lì tra pochi minuti se il treno è in orario"

"È in orario, o almeno credo"

La voce di Laura è già cambiata

"Hai qualche problema, ti sento perplessa"

"No, ne avevo fino ad un istante fa, ora sono la Laura che conosci, quella che ti piace"

"Mi piaci anche quando giochi con tua figlia, mi piace Laura Puttana, ma devo poter continuare a vedere anche la donna che sei, altrimenti non godrei abbastanza della prima, ma ora metti tutto quello che hai nella valigia, compresa la borsa, i soldi, i documenti, se indossi gioielli o altro metti dentro anche quelli"

"Ok"

Le lascio il tempo necessario, non so neppure se sia sola nello scompartimento o se stia facendo quello che le ho detto davanti ad altri

"Fatto?"

"Si, e dopo"

"Quando interrompo metti in valigia anche il cellulare, scendi e vai al deposito bagagli, lascia la valigia al deposito, poi vai ai bagni, l'inserviente ti dirà cosa fare dopo, hai dubbi?"

"No! Ma devo muovermi, stanno annunciando la stazione"

"Ciao"

Parte 5 - L'asta

Angela osserva Laura con molta attenzione: la fa girare, muoversi, camminare, le fa aprire la bocca, le gambe, sonda con le dita l'elasticità del sesso e dell'ano, agisce con la stessa sicurezza da mercante di bestiame, perché in fondo è questo il suo mestiere, scegliere, acquistare e mettere sul mercato persone. Angela commercia persone come fossero bestie, bestie addestrate all'accoppiamento, a qualsiasi monta, tratta maschi e femmine allo stesso modo, tratta prevalentemente chi ha scelto quel modo per guadagnarsi da vivere, ma anche Puttane occasionali, come in questo caso. Le ho presentato Laura, una ragazza di buona famiglia in cerca esperienze forti, diverse, e perché no di qualche soldo per i suoi capricci, le ho detto che non è nuova a esperienze sessualmente estreme, che ha già fatto sesso con più uomini contemporaneamente, e questo le ha stuzzicato nuovi appetiti, nuove curiosità da appagare, e che per conoscerle ha accettato la mia proposta di vivere qualche giorno da Putt

ana.

"Di solito voi donnine perbene, quando venite da me vi piace provare pratiche un po' violente, siete quasi sempre tendenzialmente sadiche o masochiste, tu cosa sei?"

"Il dolore mescolato al sesso l'ho già provato e mi piace, mi piace subirlo, non darlo, è certamente parte di quello che cerco"

"Masochista quindi, pare sia di moda ultimamente"

Angela gioca come sempre il suo ruolo, ma io so che Laura le piace; malgrado sia completamente nuda non mostra alcun disagio, il tono della voce è sempre calmo, le parole le escono sempre limpide senza esitazioni, ha fatto tutto quanto le ho chiesto senza incertezze, ha consegnato la ricevuta del suo bagaglio all'inserviente e poi si è cambiata con gli abiti che questi le ha consegnato, non ha più nulla di suo, nulla che la identifichi, è in una città che non conosce, è salita su una macchina che le si è presentata davanti, si è lasciata bendare, ed ora è in un luogo a lei assolutamente sconosciuto, volevo una situazione di assoluta mancanza di garanzie, Laura in questo momento per chi la volesse cercare è scomparsa, è un fantasma perso, nel viaggio tra Torino e Venezia.

"Se ha già masochiste a sufficienza, mi proponga pure qualcosa che anche loro rifiutano, io non lo rifiuterò"

"Sei arrogante, piccola stella, ma non preoccuparti, ci sono sempre più uomini e anche Donne con il desiderio di picchiarvi, che donne a cui piaccia farsi pestare, ma terrò presente anche quest'ultima tua offerta, è allettante, ci sono giochini a cui si prestano solo vecchie bagasce che ormai non hanno altro da offrire per cui potresti essermi utile, ma veniamo agli affari, tratto con te o tratto con lui?"

"Con lui"

"Bene, proprio bene, ti piace anche sentirti messa in vendita, l'hai già fatto?"

"Così no, ma un paio di volte mi hanno offerto soldi per scoparmi, i soldi non mi mancano, ma ho voluto provare, vendermi non mi è dispiaciuto, ha aspetti degradanti che mi eccitano, anche rendersi conto di avere il potere di farsi pagare è eccitante, ma così no, non l'ho fatto, così è diverso, mi sento messa all'asta, mi fate sentire una cosa, un animale, e questo mi da emozioni particolari, sono queste emozioni, più che i fatti stessi che cerco"

Angela si avvicina a Laura, la tocca fra le gambe, Laura ha un fremito, le apre, getta la testa indietro, fissa con sguardo intenso un punto indefinito del soffitto, la bocca involontariamente le si spalanca, il corpo freme, trema, forse sta godendo di un orgasmo, se lo ha lo controlla, ne limita i segnali esterni, Angela sorride, si annusa la mano.

"Sei speciale, piccola sei veramente speciale"

"Grazie"

"MA TI FARO' PENTIRE DI ESSERLO, non lo farò per cattiveria, mi piaci troppo e mi piacerebbe tenerti solo per me, ma lo farò per affari, solamente per affari, come sempre, una volta ero ammalata di sesso come sei ora tu, ora sono ammalata di soldi, e siccome conosco bene solo il sesso è da li che li prendo, e ne prendo molti"

Angela si rivolge finalmente a me, è emozionata ma come ha appena detto è una donna d'affari e sa di aver fatto un errore, ha appena tessuto le lodi di quello che deve comperare aumentandone automaticamente il prezzo, cerca di prendere tempo, di allontanare l'effetto delle sua parole.

"L'hai addestrata bene, a parole è quasi perfetta"

"Non l'ho addestrata, ho solo fatto uscire quello che era, non ho aggiunto niente, c'era già tutto"

"Bene così dovrò pagartela meno"

"Credi?"

"Sei un adorabile bastardo, quanto vuoi, LA VOGLIO ALMENO PER UNA SETTIMANA?"

"Posso lasciartela per non più di tre giorni"

"Una settimana o non se ne parla"

"Cinque giorni a 10.000 euro, prendere o lasciare"

"Sei pazzo, non c'è il tempo materiale per farla lavorare abbastanza per rifarmi del capitale"

"Puoi farla lavorare anche 12 o 16 ore al giorno, devi solo permetterle di dormire ogni tanto e darle da mangiare, resisterà! Laura è molto forte, ha una resistenza incredibile, e poi non dimenticare che sono un tuo cliente e so quanto costano certi giochi sulle tue ragazze. Ti ripeto: prendere o lasciare!"

Angela è indecisa, non è per il prezzo, sono certo che può ricavare da Laura un lauto guadagno, la infastidisce sentirsi in un certo senso battuta nella trattativa, gira attorno a Laura, ne accarezza il viso, i seni quasi li pesa, ne assaggia la consistenza, torna ad osservarle il viso.

"Peggio per te piccola, peggio per te, non ti verranno concessi sconti, e poi ti converrebbe avere un bel viso da Troia, due labbra volgari, magari rifatte, una così la si fotte, la si incula, al massimo le si da qualche scudisciata sul fondo schiena, ma tu ti presenti bella, pulita, con il sorriso buono, una prima della classe che per giunta non si da arie, la ragazza che si sogna e che si prendono sempre gli altri, e per giunta sa anche essere Troia, ti rendi conto che è troppo, con te i miei peggiori clienti vorranno sfogare tutte le frustrazioni passate, per farti rendere al massimo, ti darò in pasto alla feccia, ma la feccia non è quella che pensi tu, la feccia è fatta da uomini ricchi, da uomini colti, raffinati bastardi che su un viso come il tuo vorranno sedersi, dovrai leccare loro il culo, e qualcuno pagherà per usarti come cesso, sei pronta anche a questo?"

Laura rimane qualche istante in silenzio, le parole di Angela la stanno scotendo dentro, le rimbalzano come un eco nel cervello, probabilmente si crea immagini di quello che le può accadere, ma poi torna calma, come prima.

"Da quando vado in cerca di uomini scopo abitualmente nei cessi, vado nei bar o nelle discoteche, spesso per stupirli sono io a chiedere che mi scopino lì dentro, se sono sporchi è anche meglio, la prima volta, ho vomitato, è probabile che vomiti la prima volta che il cesso sarò io a esserlo, quindi Lei, per la prima volta, mi trovi un cliente a cui non dia fastidio vedermi vomitare, dopo a stomaco vuoto, lo farò felice, per altri, se c'è ne saranno, sarà più facile, la prima la prima volta è sempre difficile, col tempo comincerà a piacermi, ora il pensiero mi disgusta, ma non pongo alcun rifiuto, se ha clienti che chiedono questo, dica loro che ha una Puttana Nuova, una disposta a farlo"

"Forse sarò io la prima ad usarti come cesso, ti va?"

"Allora li valgo quei soldi?"

Parte 6 - Il riposo

Non mi aspettavo che finiti i cinque giorni con Angela, Laura mi chiamasse per chiedermi ospitalità, pensavo preferisse rimanere qualche tempo sola, ma invece, eccola qui, in casa mia, guarda curiosa, studia il mio habitat , i miei libri, i miei mobili, i miei oggetti, studia me e la mia vita.

"Ti disturba ospitarmi, mi sembri perplesso. se ti disturbo posso andarmene?"

"Solitamente difendo molto il mio privato, ho permesso a poche donne di entrare qui dentro, so che per te questi giorni sono stati molto duri, pensavo non avresti gradito per qualche tempo presenze maschili, in particolare la mia, mi ha stupito la tua telefonata e la tua richiesta, ma mi fa piacere sentire che desideri stare per qualche tempo sola con me"

"Non mi dici niente dei capelli?"

I capelli di Laura sono stati tagliati, ora sono cortissimi, alti pochi millimentri

"Non mi piacciono molto, li preferivo lunghi, ma immagino il motivo di questa scelta"

"L'odore, l'odore di merda sembrava non volersene staccare, malgrado continuassi a lavarli, era solo un'impressione, ma appena sono uscita dalla casa di Angela sono andata da una parrucchiera e le ho chiesto di rasarmi il cranio a zero, si è rifiutata di farlo"

Si passa una mano sopra alla testa

"Questo è il risultato del compromesso raggiunto, ma l'odore, la puzza resta, ormai c'è l'ho dentro"

"Vedrai, tra qualche giorno, ti rimarrà solo qualche ricordo"

"Ricordi? No, non saranno solo ricordi, non rifiuto di ripensare, né di rivivere quello che ho fatto in questi giorni da Angela, ho solo bisogno di staccare un momento, poi se capiterà farò ancora il cesso e farò ancora la Puttana, ho provato cose che hanno esaltato ogni mio senso ed era quello che cercavo. L'alternarsi della sensazione di schifo, il rifiuto istintivo lasciano presto il posto a un'eccitazione folle, e poi di nuovo torna lo schifo e la nausea, ma prevale la follia di non tirarsi indietro, di offrirsi ancora, fino perdere il controllo di tutto. Angela mi ha detto che urlavo e mi insultavo. alcuni momenti credo di averli proprio rimossi, quando tornavo in me, per qualche istante mi sentivo appagata, durava poco pochissimo, devo ritrovare quei momenti, allungarli renderli stabili, per questo non saranno solo ricordi. mi lascerai lo stesso dormire con te, anche se mi sono dimostrata più Puttana di quanto forse pensavi? Ho bisogno di riposare, ho bisogno di affetto, di se

ntirmi qualcuno vicino che magari finga di provarlo, per cinque giorni sono stata fottuta, inculata, mi hanno fatto aprire la bocca e mi hanno pisciato e cagato dentro, vomitavo, ma poi ero io ad offrirmi di tornare sotto di loro con la bocca spalancata, sfilavo le cinghie dei loro pantaloni, gliele mettevo in mano perché mi frustassero, e cazzo se mi hanno frustata"

Si toglie il vestito, sotto è completamente nuda, ha il corpo coperto di lividi, alcuni particolarmente brutti

"Puoi fingere per qualche giorno di volermi bene? Ho bisogno di carezze, di coccole e in questo stato non posso chiederle a nessuno"

"Sei la benvenuta, per le coccole dovrai essere paziente, è da molto che non le faccio a nessuna"

È piacevole sentirsela tra le braccia, non ha odori addosso, tanto meno quello che la ossessiona, profuma di se stessa e di niente altro, la tengo stretta, abbracciata, sento la camicia inumidirsi, sento il suo corpo rilassarsi, ora parla piano, in tono sommesso, quasi cantilena, la stanchezza le sta piombando addosso, pesante come il piombo, sembra canti una ninna nanna, la accarezzo e basta, mi ritrovo a portarla a letto, mi sdraio accanto, piano la lascio, la aiuto ad addormentarsi, resto con lei, disteso, vestito.

"Non sei male come coccole"

Laura si affaccia alla cucina, indossa la camicia che le avevo lasciato sul letto, si versa il caffé, lo beve guardandomi negli occhi, ci amiamo lì in cucina, mangiamo e torniamo a fare all'amore, sempre lì senza uscirne per ore, mangiamo e beviamo come animali, usando le mani, torniamo a toccarci, mi lascio penetrare l'ano della sue dita, quasi dalla sua mano intera, la sento ridere dietro di me, mentre si unge d'olio, per aprirmi meglio, devo urinare, lei beve il mio piscio come fosse la cosa più normale del mondo, io cerco di bere il suo, lo stomaco mi si rivolta, sputo, tossisco, lei ride, mi lecca il viso, per ripulirlo.

"Certe cose lascia che le faccia io, tu non sei abbastanza forte"

"E tu quanto sei forte?"

"Molto, e devo diventare ancora più forte, altrimenti non potrò fare di me quello che intendo fare"

Restiamo in casa per giorni, io sono sfinito, i lividi di Laura stanno sparendo, esco solo per prendere da mangiare, Laura preferisce rimanere in casa, non vuole vestiti addosso, legge, scrive, scrive di quello che ha fatto da quando ha conosciuto Franco, descrive le sue sensazioni, quello che prova a mostrarsi nuda a molti, quello che prova mentre la fottono e altri la guardano, descrive gli schiaffi ai seni, le frustate, il piscio e le feci addosso, in bocca, scrive quello che pensa ancore di fare e che si possa fare di lei e del suo corpo, mi rilegge ad alta voce quello che scrive, si masturba spesso, senza nascondersi, e senza mostrare alcun imbarazzo, si siede o si sdraia, e si tocca, si penetra con quello che trova sottomano, io resto a guardarla perché questo accentua il suo piacere, solo quando è sera si calma, e allora mi si accoccola vicino come una gattina che chiede carezze.

"Ti stai innamorando di me?"

Laura è tra le mie braccia, sta giocando con le dita con i peli del mio torace, mi guarda con occhi fattisi enormi, ho appena goduto nella sua bocca, è stata stupenda, volgare, famelica, ma allo stesso tempo dolcissima.

Non ho bisogno di risponderle, conosce già la risposta.

"Ti amo anch'io o almeno lo credo, ma tu non devi amarmi, non sapresti essere duro e spietato come avrò bisogno che tu sia, sono una Ninfomane, una Ninfomane allo stato terminale, così mi sento e così mi va di sentirmi, e così voglio essere giudicata, non lo sarò per sempre, ma ora lo sono, questi giorni mi sono riposata, i lividi sono spariti, gli odori attenuati, ma devo ricominciare da dove ero arrivata, Angela mi ha dato degli indirizzi, ma mi ha anche detto che tu conosci gente e posti con i quali neppure lei ha voluto avere mai a che fare, se mi ci manderai, io ci andrò, mi offrirò gratis e farò tutto, tutto quello che mi verrà chiesto, non importa quanto sarà malsano o quanto sarà doloroso, non chiederò né garanzie né prudenze, metterò a rischio tutto, salute e vita. Alla fine, perché ci sarà una fine, sarò sazia, oppure, oppure. Non ci voglio pensare, spero allora di essere ancora in grado di riprendere una vita normale, per questo non devi innamorarti di me, per uno come te

in una nuova vita non avrò posto".


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