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L'aria della notte


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Spesso la vita ci riserva sorprese ed emozioni che non erano programmate, che non pensi nemmeno ti possano capitare.

In uno di quei frammenti di vita, Roberta si sentiva stupendamente in pace con sè stessa, la sua femminilità sprizzava da ogni poro della sua pelle.

Le mancava un momento di inebriante ebbrezza: uscire enfemme per assaporare la notte coi suoi rumori e le sue luci, con le insegne semispente e con l'acqua che scrosciava dalle fontane.

La notte. Il regno in cui avrebbe voluto sempre vivere, lei che come tutte le T*Girl era costretta a vivere quasi nell'ombra per non dar adito all'ignoranza della gente, ai pregiudizi e ai falsi moralismi che impregnano indecorosamente una società che meriterebbe vedute più ampie.

Lei rifletteva e sorrideva fra paura e malizia. La decisione stava per arrivare, solo un sottilissimo filo la separava dal metterla in pratica. Proprio quella notte.

Quel filo si spezzò in un attimo, un minuscolo e quasi invisibile momento in cui decise di prepararsi a respirare l'aria di quella notte quasi primaverile.

Indossò una camicetta di raso di un nero che brillava deliziosamente, poi mise la minigonna nera plissettata che si intonava alla cintura coloro oro e gli orecchini a cuore, anch'essi dorati.

Le autoreggenti a rete larga fecero pendant con gli stivali neri con riporti dorati.

Il tocco finale: un foulard di seta trasparente tutto rosso con ricami idilliaci.

Quattro gocce di profumo e la notte sarebbe stata sua.

La sua prima notte da donna.

Salì in auto e già sentiva l'emozione poggiando i piedini ai pedali della frizione e dell'acceleratore.

Si diresse in una delle piazze più belle, dove una grande fontana con la sua maestosa scultura sembrava rapirla. Erano le due della notte, la piazza era semideserta e Roberta decise di parcheggiare l'auto e scendere.

Quanta emozione nel sentire i suoi passi rimbombare in quel tenero silenzio.

Lei donna, lei padrona di quella notte ruffiana che la vestiva di benessere.

Poco più in là c'era un gruppo di ragazzi reduci probabilmente da una serata mondana.

Al suo passare qualcuno di loro le rivolse un fischio di compiacimento.

Roberta si girò a guardare verso il gruppo e sorrise.

Uno dei ragazzi le fece un apprezzamento galante e, allo stesso tempo, malizioso.

Lei sorrise ancora e con voce velata sussurrò un "grazie" quasi incomprensibile.

Era la Roberta che voleva da sempre essere, che non doveva avere timore nel proporsi alla vita, alla gente, al tutto del tutto.

Passeggiò ancora per la piazza sfiorandosi i capelli con un gesto di voluttà e si fermò ancora un po' a respirare l'aria della notte.

-Ah, se fosse sempre notte- pensò.

E tornò verso l'auto felice di aver speso bene quelle due ore da sola ma soprattutto da donna.


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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Sarebbebello61 Invia un messaggio
Postato in data: 28/07/2007 09:51:55
Giudizio personale:
questo è il più bello dei tre!

Autore: Alan Ford Invia un messaggio
Postato in data: 07/05/2007 22:28:29
Giudizio personale:
Complimenti!


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