i racconti erotici di desiderya

L'angelo nero


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Non sono mai stato omosessuale, ma alla soglia dei 40 anni, quando ho cominciato a frequentare assiduamente Internet, scoprii che mi piaceva guardare foto di uomini nudi intenti a fare sesso. In particolare mi piaceva soffermarmi sui particolari dei genitali e nelle foto di penetrazioni.
Da lì a provare a inserirmi degli oggetti nel didietro per capire cosa si provasse fu un attimo: iniziai con oggetti piccoli, tipo carote, fino ad arrivare a delle grosse zucchine.
Il piacere era tantissimo e passavo delle ore a penetrarmi, con l'unico inconveniente che, per motivi a me ignoti, non avevo un'erezione vera e propria durante tali pratiche; non me ne importava però molto, perché il cazzo diventava così sensibile - causa forse stimolazione della prostata - e mi bastava toccarmi appena per avere continui e copiosi orgasmi.
Scoprii anche che mi piaceva un casino guardarmi nudo allo specchio mentre assumevo pose sconce ed era bellissimo vedere quei vegetali fare avanti e indietro nel mio culo. Per quel motivo iniziai anche a depliarmi la zona anale regolarmente e il mio didietro era ormai tale e quale a quello di una ragazza.
Ero però rassegnato riguardo l'eventualità di fare incontri reali. Essendo del tutto estraneo a giri gay e soprattutto timoroso di far conoscere ad altri queste mie nuove fantasie, pensavo che non sarei mai riuscito ad incontrare un uomo.
Accadee però una mattina che non andai al lavoro, perché ero convalescente da una brutta influenza. Faceva caldo e ovviamente mi ritrovai a passeggiare nudo per casa e a giocare come al solito con i miei vegetali, quando suonarono alla porta. Sicuro che fosse il postino, un mio vecchio amico, non ci stetti troppo a pensare e, pur essendo ancora nudo, mi coprii a malapena tra le gambe con un piccolo asciugamano senza nemmeno legarlo intorno alla vita.
Ma quando aprii la porta lo spettacolo che si presentò ai miei occhi mi
fece pensare a un dono della divina provvidenza: un vù cumprà africano,
nero, alto circa un metro e novanta, magro, vestito solo con una camicia,
jeans e un paio di sandali, che sorrideva. Io lo feci entrare subito
incurante della mia quasi totale nudità e lui fu subito molto in imbarazzo. Il
mio cuore stava per scoppiare dall’emozione, mi rendevo conto che se
non avessi colto quell’attimo forse non avrei più avuto il coraggio di
provare.
“Fammi vedere cos’hai”, gli chiesi. Il ragazzo allora (che poi mi disse
essre uno studente universitario che tentava di sbarcare il lunario nelle
ore libere) mi porse l’intera sua valigetta già aperta, io la presi con due
mani per appoggiarla sul tavolo e, così facendo, dovetti mollare
l’asciugamano che cadde a terra lasciandomi completamente nudo; era
ovviamente tutto calcolato. Andai allora per raccoglierlo, ma lo feci dandogli la schiena, poi divaricai leggermente le gambe e, senza piegarle, mi chinai
mostrandogli senza ritegno il culo rosa, morbido umido e depilato. E invece di rialzarmi rimasi in quella posizione, come in attesa di una sua iniziativa, che non tardò ad arrivare. Lui si tirò fuori il cazzo, se lo menò qualche istante per fargli raggiungere la massima erezione e mi puntò subito il buco, ma con sua sorpresa vide che non entrava.
“Non sei gay?”, mi chiese. “Sì, sì, totalmente”, gli ribadii d’istinto con una convinzione che mi sorprese “ma nel culo è la prima volta”. “Allora aspetta un attimo” mi disse, poi si diresse verso la cucina e ne tornò con il panetto di burro e fu allora che gli vidi bene il cazzo: un monumento a madre natura, un meraviglioso tarello di trenta centimetri, nero, lucido, duro all’inverosimile.
Mi appoggiai al tavolo rimanendo sempre alla pecorina e lui cominciò a
spalmarmi il buco e a massaggiarlo, inserendo di tanto in tanto un dito.
Poi mi disse: “Hai un culo bellissimo. Adesso quando senti che comincio
a premere tu spingi come quando fai la cacca, vedrai il buco come si
ammorbidirà e allargherà”. Così feci e un buon dieci centimetri entrarono
subito con mio grande dolore e piacere immenso, ma lui non resistette e
mi inondò subito l’intestino col suo seme caldo. “Scusa”, mi disse con
fare dolcissimo. Capii allora che dovevo agire diversamente. Mi tolsi il
cazzo del culo senza neanche pulirlo e lo imboccai avidamente,
provandone il sapore che era un misto di burro, sperma e merda. Appena
cinque minuti di lavoro di lingua e di labbra che venne di nuovo, e io
assaporai per la prima volta il magico liquido dell’amore, tenendolo per
diversi secondi in bocca per gustarmelo bene prima di ingoiarlo.
Finalmente il suo sesso tornò in posizione di totale riposo, allore gli
chiesi di spogliarsi completamente come me. “Devo fare la doccia?”, mi
chiese. “Non provarci nemmeno” gli risposi io "hai un odore forte di maschio che è sublime". Poi lo presi letteralmente per l’uccello e lo feci venire con me in camera da letto e ci sdraiammo, nudi e sudati. Ci abbracciammo, ci baciammo, ci accarezzammo in ogni parte del corpo, lui mi masturbò e io venni subito, copiosamente. Poi mi sedetti col culo sul suo viso e lui me lo leccò con grande piacere per diversi minuti finché non si eccitò di nuovo e allora mi sdraiai sul fianco dandogli la schiena, accompagnai il suo cazzo sul mio culo fremente e stavolta, dopo pochi tentativi, entrò tutto facendomi gemere. Cominciò a stantuffarmi e tutto un mondo nuovo si schiuse davanti a me: avevo soperto il mio culo, umido, caldo, morbido, uno straordinario strumento per dare e ricevere un piacere sublime. Venne dentro di me ancora tante volte quel giorno, cambiammo infinite posizioni, il mio culo era ormai un ammasso di carne gelatinosa e informe. Alla sera dormimmo insieme e il suo forte odore di selvaggio mi inebriava.
Quando mi svegliai però, vedendo un uomo nel letto di fianco a me, ebbi unattimo di smarrimento, ma poi quando vidi la sua erezione
mattutina, spettacolare, maestosa, commovente, il culo iniziò a tirarmi di nuovo; me lo toccai e lo sentii morbido e umido come una vagina. Allora mi mi sedetti sul suo cazzo – questa volta entro tutto al primo colpo – godetti di nuovo, felice di sentirmi pieno, sessualmente completo.

Lui aveva problemi col permesso di soggiorno, ma ho risolto tutto: l’ho
adottato, adesso vive con me e sono la sua troia a tempo pieno!
Ma non solo: ogni tanto vengono a trovarlo comitive di suoi amici africani
e non sto neanche a dirvi chi sia l'unico a far la parte della donna in quelle
occasioni...


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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Totuccio2010 Invia un messaggio
Postato in data: 27/08/2022 23:49:33
Giudizio personale:
Che uomo

Autore: AndreaDem Invia un messaggio
Postato in data: 29/05/2013 23:22:17
Giudizio personale:
é il colore che mi eccita negli uomini e la grandezza del loro pene


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