i racconti erotici di desiderya

L'amore per l'arte

Autore: Muyhermosa
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Ci eravamo piaciuti subito. Io e G., bello come il sole... altro, narciso e galante.

Insegnava (tutt'ora insegna) Storia dell'Arte in una delle Università più vicine a casa mia... fatale l'incontro.

Qualche chiacchiera, cena a lume di candela... banditi i discorsi sulle partite di calcio, sulla banalità del quotidiano e sulla mediocrità dell'ovvio: per tutto il tempo è stata una sintonia perfetta, sull'onda dei versi aulici di Dante per Beatrice, i peccati ludici del Boccaccio, l'amore del Leopardi per Silvia...

Fuori dal ristorante abbiamo camminato allacciati fino alla macchina, soffermandoci a guardare intorno a noi il cielo di un nero fitto... avvolgente. La luna occheggiava, complice e ruffiana.

La serata è sfumata sul divano bianco di casa sua... sorseggiando del vino bianco e ascoltando Aznavour, mentre mi parlava d'arte. Uomo raffinato, selettivo e grande esteta.

Bellissima l'aria che si respirava su quella terrazza, sul finire di un Giugno caldo... ma lì si stava bene.

Curava le rose, percio'- galantemente - mi disse con una allusione- portava nella sua alcova solo le cose più belle.

Siamo tornati sul divano, ha chiesto se poteva accarezzarmi... la sua vicinanza mi trasmetteva un senso di tepore che mi faceva sentire a casa... mi sono avvicinata a lui abbandonando la testa nell'incavo della sua spalla... lasciando che si insinuasse sotto la camicette aderente, nera, che apprezzasse la lingerie, curata e raffinatissima ma andasse oltre... scivolasse con le dita fino al capezzolo e si chinasse a prenderlo tra le labbra... Un fremito. Sensazione che ricordo nitidissima. Come ricordo d'essermi inarcata cercando il suo bacio.

Il primo bacio.

Avrei voluto... avremmo voluto.

Di colpo si è alzato facendo strada fino all'ingresso: mi guidò fuori dalle scale, tradito da sensazioni che non riusciva a nascondere... Salvo dirmi in ascensore: "Stasera avrei voluto..."

"...fare l'amore - conclusi io per lui - anch'io lo avrei voluto".

Ma mi riaccompagnò a casa quella sera, bello come un dio greco e stordito dalla vicinanza, in macchina, da un profumo eccessivo della mia pelle.

Tutta la notte ricevetti e risposi a messaggi infuocati.

Lui che aveva sentito il mio corpo rispondere e abbandonarsi tra le sue braccia, io che avevo trattenuto in me il desiderio di non rispondere più di me...

Ci saremmo visti il giorno dopo.

Tutta la notte fu impossibile chiudere occhio...


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