i racconti erotici di desiderya

La vendetta di milena


Giudizio:
Letture: 2641
Commenti: 3
Dimensione dei caratteri: [+] - [ - ]
Cambia lo sfondo
L’appuntamento è per le 21.30 e quando arriviamo sembriamo una squadra di assaltatori della Delta Force versione Fantozzi. Tute scure ed opache, scarpe da ginnastica nere, giubbotti milletasche e marsupi. L’unica ad avere una tenuta decente è proprio Milena che, nonostante il programma della serata, da lei stessa pianificato, si presenta in giacca e minigonna di pelle, calze a rete e tacchi a spillo, quasi debba andare ad una festa in discoteca.

- Sei sicura di voler fare una cosa del genere? - le chiedo mentre, affidatami la borsa piuttosto pesante che ha con se, fruga nella borsetta alla ricerca delle chiavi del portone.

Lei si ferma per un attimo e mi fissa. Lo sguardo è eloquente.

- OK, scherzavo. - Rispondo immediatamente. Do un’occhiata ai ragazzi che mi fissano a loro volta: non so bene se siamo eccitati o impauriti, sta di fatto che ho l’impressione che stiamo per finire in un mucchio di merda alto come un palazzo di dodici piani.

Milena apre il portone e ci fiondiamo dentro come altrettanti razzi.

In un paio di minuti siamo davanti alla porta dell’appartamento, pronti ad entrare.

- Se ho fatto bene i calcoli, a quest’ora saranno già in camera da letto a spassarsela. - Ricapitola sottovoce Milena. - Io entro per prima, do un’occhiata e, se tutto è a posto, vi faccio cenno di entrare. Una volta dentro, arriviamo alla camera da letto ed al mio via diamo inizio all’operazione. -

- Si Sergente! - non posso fare a meno di ribattere, con tanto di saluto militare regolamentare. - La mitragliatrice dove la piazziamo? -

- Smettila di fare lo stronzo e muovi il culo. - Ribatte Milena con piglio da vero sergente istruttore mentre i ragazzi sghignazzano alle nostre spalle.

- Scherzi a parte, mi spieghi come cavolo pensi di bloccarli. Mica possiamo stordirli con una botta in testa. - Le dico. Va bene tutto, ma non voglio mica rischiare di finire in galera per aggressione, già così l’intera faccenda puzza di bruciato.

- Non ti preoccupare di quello, ci penso io a renderli innocui per il tempo necessario a legarli per bene. - il tono che usa non lascia presagire niente di buono.

- Non farai qualche stronzata, vero? - le chiedo, preoccupato, pensando già a bombolette di Maces o tamponi di cloroformio.

- Tranquillo! - fa lei, sicura. - Ho studiato tutto nei minimi dettagli. -

“ E’ proprio quello che mi preoccupa!” penso, ma senza dirlo ad alta voce.

Lei si volta, infila la chiave nella toppa con somma precauzione e socchiude la porta, sbirciando nello spiraglio. Poi la apre un po’ di più e sguscia dentro, richiudendosela alle spalle.

Io non commento ma mi limito a guardare i ragazzi: non hanno una bella cera ed io non devo essere da meno.

Neanche un minuto dopo, la porta torna ad aprirsi e Milena ci invita ad entrare a gesti.

Quando siamo entrati, chiude a chiave la porta dall’interno e ci guida verso la camera.

Man mano che ci avviciniamo, il basso mormorio che sentivo si fa più distinto, trasformandosi nei tipici gemiti di una sacrosanta scopata.

Sempre a gesti, Milena ci dice di prepararci e noi obbediamo: mi sento un cretino ma abbasso sul viso il leggero passamontagna acquistato per l’occasione.

Lei sbircia nella camera trafficando con qualcosa che ha in mano che però, nell’oscurità del corridoio, non riesco a distinguere.

- Pronti? - bisbiglia.

Cenno collettivo di assenso. Ho fatto il militare ed ero pure in un battaglione operativo di assaltatori, ma giuro che non ho mai avuto tanta strizza come in questo momento.

- Andiamo! - dice Milena. Senza esitazione entra nella stanza, seguita a ruota da noi, ed accende la luce.

Se viene un accidente a me, vedendo quello che ha in mano, figurarsi ai due poveri disgraziati che se ne stanno a scopare nel letto, improvvisamente interrotti, abbagliati dall’accendersi delle luci e che si trovano una Colt Phyton .357 Magnum puntata in faccia. Riconoscerei quella forma tozza e compatta in mezzo ad un milione di altre pistole a tamburo

Se ci restano secchi, non mi meraviglierei affatto.

- Milena? - esclama l’uomo, mentre la ragazza che sta sotto di lui accenna ad un urlo di terrore, subito zittito da un movimento brusco del cannone e ad un categorico - Zitta! - ringhiato da Milena.

- Che ci fai qua? - chiede il cretino, con aria stranita. Poi si rende conto della pistola puntata in faccia e diventa pallido come uno straccio. - Cosa vuoi fare con quella pistola? Sei matta? -

- Tappati la boccaccia, figlio di puttana, e togli l’uccello da quella troietta. - Sibila Milena di rimando.

Non so perché, ma io al suo posto farei immediatamente quello che gli ha ordinato; dopo un attimo di esitazione si rende conto pure lui che, davanti ad una moglie tradita che ti pizzica a scoparti una ragazzina che per l’età potrebbe essere sua figlia, che ti punta addosso un aggeggio capace di scavarti un traforo del Monte Bianco nel petto, e che è incazzata nera come una biscia, è meglio obbedire.

Il tipo si tira su lentamente e si sfila come da ordini ricevuti.

Milena si volta leggermente verso di me. - Forza, legateli. - ordina. - Se provi a fare lo stronzo, ti riduco la testa in poltiglia. - dice poi, rivolta marito che aveva accennato a reagire.

Mi sa che il mucchio di merda è parecchio più alto di dodici piani, e vorrei tanto tirarmi fuori da tutta ‘sta storia, ma chissà perché non mi va proprio di mettermi a discutere con Milena e una Phyton, così apro la borsa e tiro fuori l’attrezzatura.

Quattro paia di manette, diversi metri di corda piuttosto spessa, due bavagli con tampone stile sadomaso cinghie e cinghiette, collari in ferro e gingilli del genere.

Mi chiedo come un idiota dove stracacchio abbia trovato quella roba Milena, poi smetto di cazzeggiare e mi do da fare con i due disgraziati sul letto.

Aiutato da Daniele, piazzo il marito di Milena su una delle due sedie disponibili, prendo corda collari e bracciali e lo lego come un culatello. Gli do un occhiata: il povero disgraziato guarda terrorizzato i nostri passamontagna, ansimando dalla paura. Non so se provare pena o vergognarmi per lui: l’uccello tra poco gli rientra in pancia, da tanto piccolo si è fatto.

Poi tocca alla moretta.

Come da istruzioni precedentemente ricevute da Milena, la ammanettiamo al letto distesa di schiena, con braccia e gambe divaricate al massimo. Se non fosse per la situazione carica di tensione, ammetto che vederla così indifesa e scosciata mi ispirerebbe parecchi pensieri lascivi.

Infine applichiamo a tutti e due i bavagli con i tamponi.

Do un’ultima controllata al tutto. - A posto! - dico a Milena, che tira un sospiro di sollievo. Mi da un’occhiata e mi butta la pistola, facendomi saltare un paio di battiti cardiaci.

Per poco non mi cade per terra. - Ma che sei scema? E se parte un colpo? - la rimbrotto.

Lei ride di gusto.

La guardo strabuzzando gli occhi, poi un dubbio mi assale. Controllo il cannone e... che mi venga un accidente: è un maledettissimo modello innocuo, di quelli con la canna turata ed il tamburo in lega leggera. Costano un occhio della testa, ma si trovano nei negozi di giocattoli di mezzo mondo.

- ...e io sono completamente deficiente ad andare in giro con una pistola vera? - mi chiede Milena, continuando a ridacchiare. - Non saprei nemmeno caricarla, figurati se mi fido di maneggiarne una! Serviva solo a tenere buoni questi due stronzi fintanto che li legavate. -

Oh Cristo Santo, che scherzi del cazzo!

- Ma ora veniamo a noi! - continua, avvicinandosi al marito. - Non ti aspettavi che la tua piccola, stupida, credulona mogliettina scoprisse la tua piccola tresca, vero? - Lui logicamente la fissa ma no può rispondere, ma dagli occhi sgranati che presenta, credo proprio che Milena abbia perfettamente ragione. Si china su di lui e gli afferra un capezzolo, torcendoglielo. - E invece ti ho beccato! E sai perché? - Lui strizza gli occhi e geme dal dolore. - Perché una moglie, per quanto tonta sia, si rende conto quando il proprio uomo non le viene più vicino e lo fa perché è sazio. Così mi è venuto il dubbio ed ho incominciato a starti dietro, a vedere cosa combinavi, dove andavi e soprattutto con chi ci andavi. - Gli lascia il capezzolo e gli infila una mano tra le gambe, agguantandogli l’uccello. - Ed ho scoperto che andavi ad usare questo, - dice, scrollandoglielo piuttosto brutalmente. - con la troietta legata sul letto. - il gemito dell’uomo sale di tono.

La tenuta da ninja che ho indosso mi tiene caldo, ma il trattamento riservato all’uomo mi sta facendo sudare freddo.

- Al primo momento ho pensato di piantare un casino della Madonna, chiedere la separazione e infine spolpare per benino il tuo conto in banca. - dice, rialzandosi e chiedendomi con un gesto la borsa delle meraviglie. Gliela passo, lei l’appoggia sulla cassettiera e comincia a estrarne il contenuto, appoggiandolo ordinatamente sul ripiano. - Poi ci ho pensato meglio ed ho deciso che sarebbe stata una cosa piuttosto stupida da parte mia. E’ il tipico modo di reagire della moglie sconfitta, che cerca una rivalsa economica al posto di quella personale. Così ho deciso di vendicarmi direttamente e dimostrarti cosa sono capace di fare, nel bene e nel male. - Getta da una parte la borsa e sventola in aria una videocassetta. - Innanzitutto c’è questa! E’ una cosuccia che voglio tu guardi con molta attenzione. - Si avvicina al videoregistratore ed alla televisione e li accende, poi infila la cassetta, ma non la fa partire. - Poi c’è questo. - Dice, prendendo la scatola nera carica di pulsanti e ruttori. Mi ero chiesto cosa fosse fin da quando l’aveva tirata fuori: un sospetto mi era venuto ma...

- E’ un giocattolino simpatico che ho comperato da poco. - spiega, prendendo dei cavetti e cominciando ad attaccarli alla scatola. - Non ci crederai, ma l’ho visto in un film pornografico. - Gli spiega. L’uomo spalanca gli occhi, incredulo. - Si, lo so, caro! Quando mai la tua santa mogliettina ha guardato i film porno. - Mi guarda per un istante e mi fa l’occhiolino. Sono io che l’ho iniziata a quel tipo di passatempo, dapprima con le mie cassette amatoriali e poi con quelle commerciali. - Eppure ora li guardo, e non ti immagini nemmeno cos’altro sono diventata capace di fare. - Gli si avvicina ed appoggia la scatoletta nera sul letto, poi infila il cavo in una presa di corrente (adesso ho la conferma che si tratta di un elettrostimolatore). - Guarda che strano! E’ stato proprio quello che mi hai combinato a farmi scoprire tante cose che avevo solo sognato e che ora si sono tradotte in realtà. - Mentre parla, incomincia ad attaccare i cavetti al corpo del marito: con due piccoli coccodrilli ne fissa uno per ciascun capezzolo, uno lo appiccica al ventre con un adesivo, una altro, con un anello, attorno all’uccello dell’uomo.

- Dammi una mano a sollevarlo. - fa rivolta a me.

Mi avvicino e, allentata leggermente la corda che lo tiene bloccato alla sedia, lo sollevo leggermente. Milena infila una mano sotto al sedere del marito e gli infila nel culo il cilindretto metallico che è attaccato alla fine di un cavetto. L’uomo geme sommessamente.

- Oh scusa, caro! - fa Milena. - Perdonami, non ci ho messo il lubrificante! - lo guarda fingendosi dispiaciuta. poi ridacchia. - Fa niente, sarà per la prossima volta. -

Si rimette in piedi e ricomincia l’operazione sulla ragazza. Seni, fichetta, pancia e sedere. Poi guarda soddisfatta il risultato del suo lavoro.

- Il fatto è che tu hai sempre pensato a me come ad una santarellina. - Continua nel discorso che aveva interrotto. - Di buona famiglia, leggermente bigotta, un po’ perbenista. Insomma la perfetta mogliettina da sfoggiare nella buona società, un vero e proprio concentrato di virtù. Cene di gala, ferie in posti di élite, serate in teatro, ma tra noi due di sicuro niente cose al di fuori del comune: la scopatina canonica serale, rigorosamente a luce spenta, un bacetto e via, si dorme. -

Io soffoco un commento: Milena si è dimostrata ben differente dalla descrizione che ha appena data di se stessa.

- Ma si sa! Agli uomini piacciono un po’ di porcherie e quindi, perché non trovarsi una troietta per sfogarsi a fare quello che con la propria moglie non si fa. E una volta trovata, si può anche fare a meno di dare la ripassatina serale alla moglie, tanto quella è un ciocco a cui non interessa affatto il sesso. - Continua, mentre traffica con i ruttori della scatoletta.

Guarda per un momento il marito poi sbotta.

- E INVECE NO! NON E’ COSI’ CHE FUNZIONA! - Grida, schiacciando con rabbia un pulsante.

L’effetto è tanto immediato quanto impressionante, i due corpi collegati ai cavetti sussultano, sgroppano e infine si tendono attraversati dalla corrente elettrica.

- Vacci piano. - Mormoro a Milena.

Lei mi da un’occhiata e sorride. - Questo aggeggio è fatto in modo da non poter assolutamente fare danni. - Dice in un sussurro. - E’ come la pistola di prima. - Mi fa vedere i quadranti e mi rendo conto che sono regolati al massimo. - Più di così, non può fare. -

Io annuisco. “Speriamo bene!” penso, allo stesso tempo, occhieggiando verso Roberta, Mara e Daniele che guardano preoccupati ma silenziosi l’evolversi della faccenda.

Milena schiaccia di nuovo il pulsante ed i due corpi si rilassano di botto. La ragazza geme sommessamente, l’uomo si lamenta, con le lacrime agli occhi, fissando terrorizzato la moglie.

- E questo è solo l’inizio. - Gli dice Milena, con tono di minaccia. - Ora penso di avere la vostra più completa attenzione. - dice. - Questo era solo un assaggio di quello che vi capiterà se noterò disattenzione o disinteressa da parte vostra. Ci siamo capiti? -

I due non reagiscono e Milena preme nuovamente il pulsante, lasciandolo agire per non più di un secondo. E’ come se avesse rifilato un calcio in culo ad entrambi. I due si mettono ad annuire con tutte le loro forze.

- Adesso va bene! - Si accomoda sulla seconda sedia e prende il telecomando del videoregistratore. - Ora che siete bene attenti, voglio che guardiate questo bel... documentario. Non è di Piero Angela, ma sono convinta che lo troverete interessante lo stesso. Pluto, chiudi la luce, per piacere. - Allungo una mano ed obbedisco. A dire la verità sono proprio curioso di vedere di cosa si tratta. Milena mi ha chiesto in prestito la videocamera ma si è rifiutata categoricamente di dirmi a cosa le serviva. “E’ una sorpresa.” si è limitata a dirmi.

Parte il filmato e mi rendo conto che è una ripresa amatoriale fatta da qualcuno o piuttosto a digiuno in fatto di telecamere oppure piuttosto agitato.

Dopo neanche un paio di minuti scelgo decisamente la seconda ipotesi: la protagonista è Milena e dalle premesse si tratta di un vero e proprio tour de force del sesso.

Guardo verso Milena decisamente sorpreso. Lei mi fissa e mi fa cenno di gustarmi le riprese.



Per due volte, durante la visione, Milena è costretta a pigiare il pulsante che collega la scatoletta al marito ed alla di lui amante.

La prima quando l’uomo si rende conto che il filmato riguarda un’orgia con sua moglie come unica protagonista e si mette a scalpitare sulla sedia; la seconda volta quando il ragazzetto con il cazzo spropositato la sodomizza brutalmente e l’uomo chiude gli occhi per non vedere.

Nonostante tutto, mi rendo conto di essermi arrapato in maniera bestiale e lo dimostra la protuberanza che mi deforma la tuta all’altezza dell’inguine. Milena mi guarda compiaciuta, poi da un’occhiata pure agli altri tre membri del gruppo. Neanche loro sono rimasti insensibili al filmato, tanto che Mara, da perfetta porcella qual è, approfittando della copertura fornitale da Daniele che sta davanti a lei, si è infilata una mano nei calzoni e, da quello che vedo, si sta sgrillettando senza ritegno.

Milena interrompe la visione sul primo piano di uno dei ragazzi.

- Adesso voglio la tua più completa attenzione. - dice, rivolta al marito. - Voglio che tu senta bene quello che dice Andrea. -

L’uomo serra gli occhi, poi li riapre ed annuisce lentamente.

Milena fa ritornare indietro di qualche secondo il film, poi rimette in Play.

#

- Milena, sei una vacca stupenda. - dice il ragazzo che Milena ha chiamato Andrea da dietro la telecamera.

- Sembra nata per scopare! - rincara quello che la sta scopando in bocca.

- Altro che le stronzette della nostra età. - Conferma un terzo, fuori campo. - Quelle sono solo delle troiette che se la tirano, ma al dunque ti tirano il pacco. -

Milena si libera la bocca dal fardello. - Ridillo... più forte! - Grida. - Voglio che... quello... stronzo di... mio marito... lo senta... bene... quando... gli farò... vedere... queste riprese. -

- Cosa? - chiedono in coro i ragazzi.

- Avete... capito... bene! Quello... stronzo... si è... trovato... una di... quelle troiette... di vent’anni... e se ne... sbatte... altamente di... me. - Milena parla frammentato a causa del ragazzetto con pistone che non smette nemmeno per un secondo di incularsela di santa ragione.

Andrea si avvicina a Milena e per un momento perde l’inquadratura.

- E con una moglie come te, quello scemo si perde dietro ad una sbarbina? - si sente che le chiede.

- Non mi... darebbe... fastidio... se riservasse... qualche... attenzione... pure a... me. - è la risposta di Milena.

Andrea si solleva ed, evidentemente, passa la videocamera a ad un altro, poi si piazza in primo piano

- Amico mio, se trascuri una donna del genere per dedicarti ad una ragazzina, sei decisamente uno stronzo fatto e finito. - Dice poi, rivolto all’obbiettivo.

( se volete la versione completa, leggetevi Le avventure di Pluto: Milena superstar)

#

Milena ferma nuovamente la cassetta, la riavvolge e la fa passare una seconda volta, poi lascia andare avanti il filmato, nel quale si vede che i ragazzi la fanno girare e, mentre quello che la sta inculando le viene nel retto, gli altri le ricoprono si sperma il viso ed il corpo.

La ripresa si conclude con lei che, voluttuosamente, si massaggia le tette ricoperte di seme maschile.

Il silenzio è rotto solo dai singhiozzi dell’uomo che, ancora imbavagliato, piange sommessamente.

- Non fare il bambino, Tommaso. - Lo rimprovera lei. - Ti da forse fastidio scoprire che la tua mogliettina è più troia di quanto pensavi? Oppure ti da fastidio il fatto che si possa divertire con altri. - Si alza in piedi e si avvicina all’uomo.

Lo guarda per un momento poi sbotta a ridere.

- Non ci credo, Tommaso! Sei proprio un porco. - Gli dice.

Do una sbirciata pure io e capisco cosa intende. Nonostante tutto, pure al buon Tommaso la scena ha fatto effetto: presenta un principio avanzato di erezione, sfoggiando un attrezzo di buone dimensioni.

Lei allunga la mano verso l’uccello del marito che, memore del trattamento subito inizialmente, tenta di ritrarsi. Invece Milena impugna delicatamente il membro dell’uomo e lo mena lentamente.

- Allora ti stuzzica l’idea che tua moglie, volendo, possa essere una vera porca. - gli chiede.

Lui la fissa poi, con riluttanza, annuisce debolmente. Milena in risposta smette di menarglielo e si rialza, avvicinandosi alla ragazza ammanettata sul letto.

- Almeno ti ha fatto godere? - le chiede. La ragazza dapprima non risponde, ma quando Milena le mostra la scatola nera, si affretta a far cenno di si con la testa.

- Magari lo fai solo per i quattrini? - infierisce. La ragazza scuote la testa con forza, fissando Milena con gli occhi sbarrati. - Allora lo fai perché ti piace scopare! - afferma.

La ragazza esita un secondo, poi chiude gli occhi e annuisce lentamente.

- Vedremo. - Taglia corto Milena.

Si rialza e si avvicina a me.

- Penso sia ora di fare qualche presentazione. - Dice allungando una mano. Con delicatezza mi sfila dalla testa il passamontagna che finora mi ha coperto il volto.

- Questo è Pluto. - Dice. - Fra le altre cose è il mio negoziante di fiducia. - Si volta verso il marito. - E’ stata la mia prima scopata extraconiugale. Mi ha chiavata appoggiata al bancone del suo negozio. - Ci ripensa su un attimo, sorridendo. - Non sai quanto mi sono divertita a farmelo mettere nel culo da lui mentre avevo nella figa una bombola di... - esita un secondo e si volta verso di me. - ... cos’era? lacca per capelli? -

Io annuisco.

- Perversamente stupendo. - Commenta, prima di attaccarsi alle mie labbra ed infilarmi la lingua in bocca. Io ne approfitto per farle sentire lo stato in cui mi ritrovo, spingendole l’uccello contro il ventre. - Ancora un po’ di pazienza. - mi bisbiglia quando ci stacchiamo.

Passa a Daniele, che la guarda in estasi.

Milena gli da una palpata al pacco e gli sorride.

- Questo invece è Daniele. Un piccolo porcellino che adora le tardone come me. Gli piace tanto farsi fare i pompini dalla tua mogliettina e va in visibilio quando mi faccio sborrare in bocca e inghiotto tutto. - Ripete la faccenda del bacio anche con Daniele, che a sua volta ne approfitta per palparle senza ritegno il culo.

Si stacca dal biondo. - Ha pure altre qualità che però vedremo dopo. - dice avviciandosi a Mara.

- Lei è Mara, la fidanzata di Daniele. - dice. - All’inizio era piuttosto gelosa di me a causa dell’effetto che avevo sul suo ragazzo, ma ora siamo diventate amiche per la pelle. Ha una lingua stupenda: sa leccarmi la fica in modo stupendo ed io ricambio tanto volentieri. - Bacia pure la brunetta che non si tira affatto indietro. - Se poi ci mettiamo che ha una fichetta bella capiente... beh, ne sa qualcosa Roberta. - dice, avviciandosi a quest’ultima e togliendo pure a lei il passamontagna. - Lei è una vera peste. Ha una faccia da angioletto, ma in realtà è una vera maialina. - Si volta verso il marito. - In fatto di capienza ne sa qualcosa: ha scopato parecchie volte Mara e me con le sue manine. Ci ha infilato un mezzo braccio a testa. -

Ritorna verso il marito e gli si piazza davanti.

Lui la fissa con gli occhi fuori dalle orbite e lei ridacchia.

- Come vedi le sorprese non sono a ancora finite. - Gli dice, slacciando i bottoni della giacca. - Pure io mi sono trovata un amante più giovane di me, ma in più ho a disposizione anche i suoi amici. - Mentre parla slaccia pure la camicetta e la gonna, rimanendo in biancheria intima. - Se ci penso bene, mi viene quasi la voglia di piantarti definitivamente e di dedicarmi completamente al sesso. Penso che i miei amichetti sarebbero contenti di avermi a disposizione sempre e comunque, senza sotterfugi e senza dover aspettare che tu te ne vada a fare il cretino con la tua troietta perché io sia libera di raggiungerli. Che ne dite, ragazzi?-

Il coro di risposte entusiaste in materia è unanime.

- E poi ci sono quei cinque simpatici ragazzi che hai visto in video, penso che pure loro sarebbero felici di potermi rivedere. - L’uomo, scuote la testa con forza. - No? Pensi che non sarebbero felici? Oppure no, non vuoi che ti pianti? - chiede riprendendo in mano la scatoletta nera. - Sai cosa pensavo? Quasi quasi, questa videocassetta che ho fatto, potrei farla pure vedere in giro. Che ne so, magari al circolo del Bridge, oppure in parrocchia: penso che quei bavosi bigotti apprezzerebbero, una volta tanto, uno spettacolo un po’ più pepato dei soliti filmetti melensi che proietta il nostro parroco. E poi sai che divertimento sputtanarti con mezza città: Milena la perfettina, la mogliettina per antonomasia di Sir Tommaso che si rivela un puttanone affamato di cazzi. - Non l’ho mai sentita dire tante parolacce in una volta sola. Pure quando scopiamo tutti assieme tende ad essere piuttosto “pulita” nel parlare.

Regola l’elettrostimolatore ma non lo mette in funzione.

- Allora a te piace scopare, vero. - dice, riportando l’attenzione sulla ragazza ammanettata al letto. - L’hai mai fatto con più uomini? -

Cenno negativo della testa.

- Dovresti provarci: sapessi quanto è piacevole farsi riempire la fica ed il culo contemporaneamente. E a vibratori, come stai. Scommetto che ti meni la fichetta piuttosto spesso. - La ragazza tentenna e Milena le agita eloquentemente la scatoletta nera sotto al naso. Il tentennamento diventa immediatamente un rapido annuire. - Mai usato un bel vibratore? Di quelli belli lunghi che vibrano e si agitano. -

Cenno negativo.

- Mi meraviglio di te, Tommaso. Ma che mandrillo sei? Niente giochetti strani? Niente pratiche perverse? Suppongo non avrai mai fatto l’amore con un’altra donna. O si? -

Cenno negativo.

- Bhaa, che merda! - Commenta, delusa. - Tutto qui? Vi trovate qui, scopatina e via, di nuovo a casa? Glielo succhi almeno? -

Cenno affermativo.

- Già meglio! Te lo fai mettere nel culetto? -

Esitazione e debole cenno negativo.

- Vuoi dire che ci avete provato? -

Cenno affermativo.

- Ma ti ha fatto male! -

Cenno affermativo.

- Anche a questo porremo rimedio. Pluto è un asso nell’aprire culetti virginei, vero Roberta? -

- Eccome! - risponde la mia piccola valchiria. Si avvicina a Milena e scruta negli occhi la ragazza. - Sapessi quanto è bello. -

Milena si tira su e sospira. - Mi sono proprio rotta le scatole di tutte queste chiacchiere. Voi che ne dite, diamo inizio alla festa? -

Il coro è unanime ed entusiasta. A me personalmente la faccenda ha messo parecchia foja addosso.

- Molto bene! - esclama Milena - Ma prima di tutto... - sventola la scatoletta. - ...un altro assaggio. -

I due imbavagliati mugolano la loro richiesta di pietà ma Milena non intende rinunciare alla sua rivalsa. Guardandoli con aria truce schiaccia con forza il pulsante.

I due si tendono di scatto... e poi si rilassano di botto, spalancando gli occhi. Il ronzio sommesso che esce dalla scatoletta è ben differente dal ringhio basso di prima.

Milena ridacchia, mentre osserva marito e relativa amante iniziare ad agitarsi ansimando.

- Sorpresi, vero? Questa macchinetta è un aggeggio infernale: può far male, ma può anche dare un sacco di piacere. - Le sue parole sono dimostrate dall’immediata erezione di Tommaso, che mugola ad occhi spalancati, incredulo. - Mancava, alla tua collezione, un ordigno del genere, Pluto. - Fa rivolta a me. Poi butta la scatoletta sul letto e spalanca le braccia. - Vieni qua, porcello! Dai una ripassata alla tua bella vaccona. - Dice.

Io non mi faccio di certo pregare ed in un minuto sono nudo come mamma mi ha fatto.

Mi avvicino a Milena che si affretta ad inginocchiarsi davanti a me, assicurandosi che il marito possa vedere bene quello che sta facendo. - Non ti distrarre troppo, mi raccomando! - gli dice, poi spalanca la bocca e avviluppa il mio uccello nella ben conosciuta e piacevolissima fornace della sua bocca.

I ragazzi di certo non rimangono con le mani in mano. Si spogliano a loro volta e si buttano sul letto, accanto alla ragazza immobilizzata. Roberta si china tra le sue gambe e si mette a lavorare di lingua, mentre Mara si dedica all’uccello di Daniele. La ragazza sobbalza sotto il duplice stimolo della bocca di Roberta e dell’elettrostimolatore lasciato acceso da Milena. In questo caso è proprio una corrente elettrica che le attraversa il corpo.

- Che ne dici di liberarli. - Bisbiglio a Milena, che interrompe un attimo il pompino imperiale che mi sta facendo.

- Lei si, lui non ancora. - Ribatte decisa.

OK è lei che guida il gioco, questa sera. - Se volete potete scioglierla, ragazzi. - dico.

Daniele si china sulla ragazza e, delicatamente le sgancia il bavaglio. La moretta muove la mandibola, indolenzita dalla lunga immobilità, poi lo ringrazia sommessamente.

- Come ti chiami? - le chiede Mara.

- Stefania. - Mugola lei in risposta. - non mi farete del male? - Chiede, con un filo di voce.

- Se quello che ti sta facendo Roberta lo consideri una tortura... allora te ne faremo molto, di male. - Ribatte pronta Mara. Poi precede Daniele e scavalca la faccia di Stefania, piazzandole la fica davanti al naso.

- Fammi vedere se hai buona volontà. - le dice. Stefania fissa il suo inguine per un attimo, poi titubante allunga la lingua e la passa sul grilletto di Mara. Dopo qualche secondo ci da dentro come un frullatore.

Daniele, per non restarsene con le mani in mano, si piazza alle spalle di Roberta, che se ne sta molto invitante col culo per aria, le da una bella slinguata alla fichetta e la inforna per benino da dietro. Roberta mugola il suo apprezzamento e raddoppia le attenzioni nei confronti di Stefania.

L’unico a bocca asciutta è proprio Tommaso, ancora legato come un culatello. Ansima come un mantice ed il cazzo gli è diventato viola da tanto è teso. Non so se è lo spettacolo oppure la stimolazione elettrica, penso tutte e due.

Milena finalmente decide che sono sufficientemente ingrifato da farle vedere le stelle, risputa il mio cazzo e si piazza sul bordo del letto a gambe spalancate. Io mi inginocchio davanti a lei e mi infilo nella sua fica, che gronda come una fontanella.

- Guarda, Tommaso, la tua brava mogliettina che si fa fottere dal suo amante. - dice, cattiva. - non ti piace lo spettacolo? - L’uomo, con gli occhi fuori dalle orbite, si lamenta e tende le corde che lo immobilizzano, scuotendo la testa come un forsennato.

- No? Non ti piace? - gli chiede, ansimando. - Invece a me piace tantissimo farmi scopare. Ho scoperto di adorare il cazzo. - commenta lei, mentre mi afferra per la chiappe e mi attira dentro di se, contorcendosi per ricevermi completamente.

Piazzo un pollice sul suo grilletto e lo frugo con forza, come ho imparato che adora. - Siii. - Mugola, chiudendo gli occhi.

La scopo per benino, mentre lei solleva le gambe e me le appoggia sulle spalle.

Milena si volta verso Daniele e Roberta. Strisciando sul bordo del letto, riesce ad infilare la testa sotto al ventre della mia piccola porcella, cominciando un rapido andirivieni con la lingua tra il suo grilletto e il tratto di cazzo di Daniele che ogni tanto riemerge.

Il mio amico rantola il suo piacere, imitato da Roberta che è addirittura costretta ad interrompere il suo lavoro di lingua su Stefania.

Ci pensa Mara a porre rimedio, girandosi rapidamente a rovescio in un magnifico sessantanove con la ragazza ancora ammanettata al letto.

- Slegatemi, vi prego. - ansima quest’ultima, sull’orlo dell’orgasmo.

Mara esita un attimo, poi afferra le chiavi appoggiate sul comodino e slaccia le manette. Avrei pensato che, una volta libera, la ragazza avrebbe tentato di interrompere quello pseudo stupro, invece abbraccia strettamente il culo di Mara e le affonda la faccia tra le cosce, ricambiando colpo su colpo le attenzioni che le vengono riservate.

- Mi presti un attimo Daniele? - chiede Milena a Roberta.

Quest’ultima esita un attimo, poi a malincuore fa di si con la testa, sfilandosi lentamente l’uccello dalla pancia.

- Vieni qui, briccone. - Dice Milena rivolta al biondo.

Ho già capito cosa vuole e mi affretto ad assecondarla, distendendomi sul letto.

Lei si alza in piedi, mi da le spalle e, divaricatasi i glutei, si siede sul mio uccello, sodomizzandosi da sola.

- Vieni. - Ordina a Daniele quando è ben assestata sul mio ventre. Il biondo si piazza tra le sue gambe divaricate e la inforna davanti. Lei mugola satolla, poi inizia a ruotare il bacino, scopandosi da sola sui nostri due cazzi, mentre Daniele le ciuccia le tette..

A Roberta invece non resta che buttarsi tra Mara e Stefania che, a dire il vero, l’accolgono con notevole entusiasmo, visto che la biondina si arma di un paio di dildo estratti dal borsone di Milena. Un minuto più tardi al ronzio sommesso dell’elettrostimolatore si uniscono pure quelli di un paio di vibratori che girano a tutta velocità, affondando indiscriminatamente nei corpi delle tre ragazze aggrovigliate sul letto.

Milena sembra impazzita, si agita tra Daniele e me come in preda ad un attacco epilettico, ed in breve tempo viene senza ritegno accasciandosi sul mio petto.

Ancora boccheggiante si volta verso Tommaso. L’uomo è paonazzo in volto e l’erezione che gli esplode fra le gambe è quasi impressionante. Non so quanto piacevole possa essere starsene a cazzo duro per tanto tempo, continuamente stimolato da una macchinetta priva di coscienza che ti mantiene su di giri ma non fa niente per portarti all’orgasmo. Ha gli occhi fuori dalle orbite ed un sottile rivolo di saliva che cola fino al petto dal foro per respirare del tampone che ha in bocca.

Milena lo osserva mentre continua ad ondeggiare dolcemente tra me e Daniele.

- Ti piacerebbe essere al posto di uno di loro, vero? - gli chiede, fissandolo diritto negli occhi. - Magari al posto di Pluto, con l’uccello piantato nel mio culetto. -

Si inarca, sollevandosi dal mio ventre, poi si lascia cadere nuovamente, impalandosi fino in fondo.

- Invece te ne starai li buono e tranquillo. - Infierisce. - Mi guarderai scopare e fare la maiala con i miei amici. -

Tommaso di dibatte sulla sedia e rischia quasi di rovesciarsi a terra.

- Poverino! - continua Milena, senza interrompere l’ondeggiamento. - Ma non meriti di assaggiare il mio culetto. Lo hai avuto a tua completa disposizione per anni e non ti è venuto nemmeno l’idea di sfiorarlo, ora invece sono io a non volertelo dare. E poi non sei nemmeno stato capace di farti quello di Stefania... se proprio una delusione. - Si ferma, completamente impalata sul mio cazzo. - A proposito di Stefania... - si volta e da un’occhiata al groviglio che giace sul letto accanto a noi. - Forse è arrivato il momento di farle provare l’ebbrezza della sodomia. Che ne dici, Pluto? ti interessa? -

- E me lo chiedi? - rispondo io. Vista la mia vera e propria passione in materia, un culetto virgineo è un vero e proprio invito a nozze.

Lei sospira. - Lo sapevo che avresti risposto così. - Dice. Sospinge via Daniele che a malincuore si sfila dalla sua fica, poi si rovescia sul letto, sfilandosi il mio cazzo dal culo. Striscia fino alle tre ninfette che hanno interrotto i giochetti. - Vieni, piccolina! - fa a Stefania, che la guarda timorosa.

Io faccio il giro del letto mentre Roberta e Mara si fiondano come due ossesse su Daniele, rimasto libero ed a cazzo asciutto. Lo rovesciano a terra e, mentre una si appropria del suo uccello, l’altra gli sbatte in faccia la fica, intimando di leccargliela come un cagnolino. Il biondo, felice di un simile trattamento, si butta a capofitto senza nemmeno un attimo di esitazione.

Nel frattempo Milena ha fatto piazzare Stefania a quattro zampe e le ha infilato la faccia tra le natiche, slinguandole ed insalivandole per benino il forellino posteriore. Poi saggia la resistenza dello sfintere con un dito. Stefania borbotta e si contorce leggermente, ma Milena la trattiene e continua a lavorare sui muscoli contratti. Tanto per restare a regime, mi piazzo davanti alla faccia della ragazze e le porgo il succhiotto. Lei non si fa pregare e lo imbocca, succhiando di buona lena. Non sarà all’altezza di Roberta e Milena, ma se la cava piuttosto bene.

Dopo qualche minuto le dita nel suo sederino diventano due senza che lei batta ciglia, poi Milena sforza con il terzo, ma non c’è verso, non passa.

E ora che io prenda in mano la faccenda e, sfilata l’asta dalla boccuccia che l’ha tenuta in caldo finora, faccio il giro e mi inginocchio alle spalle della moretta. Lei ansima, tesa come una corda di violino, ma Milena rapidamente le si infila sotto e si attacca al suo clitoride come una sanguisuga, praticamente immobilizzando la sodomizzanda.

Faccio una rapida puntata dalle parti della sua fichetta, che è stretta al punto giusto ma molto bagnata, poi punto la cappella al forellino bruno e ci gioco un pochino, spingendo a piccoli colpetti. Dapprima lo sfintere è teso al massimo, ma grazie alla preparazione ricevuta ed al continuo stimolo, non ci vuole poi molto a che si rilassi, cominciando a palpitare invitante. Aumento le spinte e gradatamente l’anello bruno si allarga permettendo il passaggio di sempre più carne maschile. Stefania gorgoglia qualcosa di indistinto, con la faccia persa tra le cosce di Milena che, per agevolarmi, le tiene allargate le natiche.

- Che spettacolo! - commenta.

Io non mi distraggo e continuo a spingere. Sono arrivato alla parte più difficile, far passare l’anello della cappella. Prendo un po’ di rincorsa poi spingo, deciso, finché lo scalino non è superato. Stefania molla un grido, tentando di sottrarsi alla penetrazione, ma aiutato da Milena la tengo ferma, rimanendo immobile a mia volta per permetterle di abituarsi all’inusuale presenza.

Sento che mi strizza l’uccello con rapide contrazioni, che pian piano scemano fino a smettere del tutto. Stefania si rilassa e smette i tentativi di fuga.

Qualche secondo e riprendo a spingere lentamente mentre Milena dardeggia con la lingua tra la fichetta indifesa, lo sfintere teso al massimo e la porzione di asta che ancora sporge del culetto di Stefania.

La ragazza guaisce e ansima, chiaramente indecisa tra il piacere ed il dolore, ma in pratica subisce la penetrazione senza ribellarsi.

Non smetto di spingere finché non vado a sbattere con il pube contro le sue natiche. Quando sente che mi appoggio, si volta leggermente e mi fissa, con un espressione sorpresa dipinta in faccia. Le accarezzo gentilmente la schiena mentre arretro, sfilandomi da lei, che apre la bocca in un silenzioso “Ohhhhh”.

- E’... è...bello... - fa, quando riprendo a spingere. - Non... mi fa... tanto male. - Balbetta, chiudendo gli occhi.

Milena si sfila da sotto di lei e ci osserva per qualche istante, poi scende dal letto e traffica nella borsa sulla cassettiera, tirandone fuori uno strap - on. Infila lo slip di gomma, infilandosi rapidamente nella fica il dildo che sporge internamente. Si sistema la mutandina, serrando in vita le cinghie, poi da un paio di strattoni al dildo che le sporge sul pube per sistemare bene il tutto. Mentre continuo a sodomizzare lentamente Stefania, la vedo rabbrividire e socchiudere gli occhi.

Camminando con difficoltà, raggiunge il marito senza smettere di agitare il cazzo di plastica.

- Che ne dici della tua mogliettina? - gli chiede. - Bel cambiamento, vero? - Si massaggia un seno con la mano libera. - Scommetto che vorresti partecipare alla festa. - gli dice, mollando per un istante il dildo per tappare il foro di aerazione del bavaglio del marito. L’uomo si agita, tentando di farle spostare la mano, ma i suoi movimenti sono limitati dalle corde che lo serrano. Milena allunga anche l’altra mano e gli tappa pure il naso, impedendogli completamente la respirazione. L’uomo si agita ancora di più, diventando livido in faccia.

Sono quasi sul punto di intervenire per farle mollare la presa ma Milena mi precede.

- Stronzo! - lo rimbrotta. - Sei uno stronzo, ma sei pur sempre mio marito. Ho deciso di darti una possibilità, ma dovrai dimostrare di meritartela. - L’uomo la fissa, non so se con rabbia o gratitudine. - Sei disposto a fare quello che ti dico? -

Nessuna esitazione, Tommaso annuisce con vigore.

- Qualsiasi cosa? -

Altro cenno secco e deciso della testa.

- Se provi a ribellarti, è finita. - Lo avvisa Milena.

L’uomo la guarda, e questa volta lo sguardo è nettamente implorante.

- Bene, ora staremo a vedere! - Milena si abbassa e senza alcuna delicatezza strappa i due coccodrilli che stringevano i capezzoli di Tommaso. L’uomo stringe gli occhi ma non emette nemmeno un sospiro. La rossa si abbassa e sfila senza tanti riguardi l’anello attorno al cazzo del marito poi, con deliberata lentezza gli stacca l’adesivo dal pube, depilandoglielo quasi completamente. Stavolta Tommaso guaisce sommessamente, ma non fa nessun gesto.

- Vedo che hai capito l’antifona. - Commenta Milena, slacciandogli il bavaglio. L’uomo tira un paio di sospiri.

- Milena... senti... - tenta di dire, con voce impastata.

- Chiudi quella boccaccia! - lo interrompe immediatamente Milena. - Non ti ho liberato la bocca per farti parlare: non voglio sentire le tue stronzate. - Gli sventola il dildo sotto al naso. - Stai zitto e succhia. E ti conviene pure farlo bene, è un consiglio spassionato. -

L’uomo esita un secondo, poi apre la bocca e obbedisce. Ho già idea di cosa gli spetta e ridacchio tra me e me, riportando l’attenzione su Stefania, che nel frattempo si è gustata con evidente piacere la mia asta nel retto.

La moretta ha infilato una mano tra le gambe e mi sta delicatamente ed amorevolmente massaggiando le palle, in un muto incoraggiamento a continuare.

Non mi faccio di certo pregare, mi chino su di lei, l’afferro per le tette e, fattala sollevare contro il mio petto, comincio a sbatterla di santa ragione. Non potendo più raggiungere le mie palle, Stefania ripiega sulla sua fichetta. Sento le sue dita ravanare nel pertugio, separate dal mio cazzo da una leggera parete di morbido tessuto.

- Non ci avrei mai creduto. - dice, sottovoce appoggiando la nuca sulla mia spalla. - E’ una sensazione stranissima sentirsi il culetto pieno. - Ha gli occhi socchiusi ed un’intensa espressione di godimento tracciata in faccia. Sinceramente appare così eccitante che mi trattengo a fatica dal farle un clistere di sborra.

Chi se la passa altrettanto bene è Daniele, praticamente travolto da Roberta e Mara. Le due porcelle lo stanno praticamente spolpando: Mara è distesa a pancia sotto con l’uccello del fidanzato profondamente piantato nel sedere mentre Roberta, armata di vibratore a serpente, fotte se stessa ed il sedere del biondino a ritmo serrato.

Daniele ha la tipica espressione di chi sta per raggiungere l’apice del godimento e non mi meraviglierei sa da un momento all’altro farcisse per benino Mara.

Milena sta sciogliendo le corde che tengono legato Tommaso. L’uomo si toglie dalla sedia con evidente difficoltà, barcolla fino al letto e vi si appoggia, fissando per un istante Stefania e me che continuiamo a darci vicendevolmente piacere.

Milena gli rifila una spinta alle spalle, costringendolo in ginocchio con il busto appoggiato al letto.

- Ora vedremo se hai fatto un buon lavoro. - gli dice minacciosa, brandendo il dildo che porta legato alla vita.

- Milena? Cosa vuoi...? - cerca di protestare, ma lei non intende desistere, gli punta il vibratore fra le natiche e da un colpo di reni spaventoso. Tommaso strabuzza gli occhi, lancia un grido e tenta di svincolarsi, ma lei gli sta distesa sulla schiena e gli bisbiglia qualcosa all’orecchio. Tommaso stringe i denti , strizza gli occhi ed agguanta le coperte con le mani, mentre Milena riprende a spingere come una forsennata.

- Una volta tanto sono io che fotto te, tesoro! - gli sibila nell’orecchio quando arriva a fine corsa, poi prende a scoparlo nel culo con evidente piacere. Non so se è per l’effetto del dildo che ha piantato pure lei nella fica, e che è collegato a quello infilato nel culo di Tommaso, oppure per il semplice gusto di brutalizzare il legittimo consorte.

Incuriositi da quanto sta accadendo Pure Roberta Mara e Daniele si avvicinano. Dallo stato pietoso in cui si trova l’uccello del biondo, capisco che le mie previsioni erano esatte. Conferma ne è il torrentello di sperma che scende lungo le cosce di Mara.

Tutta la faccenda mi ha portato al parossismo, ho l’uccello che pulsa dolorosamente, stretto nel budello di Stafania e decido che è giunta l’ora di concedermi un po’ di sollievo. Fino a questo momento ho fatto di tutto per trattenere l’impellente sborrata che mi ribolle nelle palle ma adesso basta. Spingo Stefania lunga distesa sul letto, stendendomi completamente sopra di lei e schiacciandola con la mia mole. La ragazza guaisce e lo fa ancora più forte quando il mio movimento lento e costante nel suo retto si trasforma in una cavalcata brutale. Stringe anche lei le coperte tra le mani e digrigna i denti, ma io non rallento: ormai ci vorrebbe un bulldozer per fermarmi. La sbatto quasi con cattiveria mentre l’orgasmo sale, poi mi pianto dentro di lei fino alla radice è le rovescio nel culetto una secchiata di sperma. Lei spalanca la bocca e gorgoglia assieme a me, travolta suo malgrado dal piacere.

Quando riprendo fiato, mi accorgo che Milena non ha interrotto la sodomizzazione del marito, però noto pure che Mara è scomparsa. Mi sollevo sulle braccia e guardo oltre il bordo del letto: come avevo sospettato, è distesa a terra sotto la pancia di Tommaso, e dal movimento della sua testa capisco immediatamente che è impegnata in un pompino da favola.

Rotolo sul letto, liberando Stefania dal peso che la schiaccia. Lei mi guarda con gli occhi languidi e porta una manina tra le natiche. Sobbalza al contatto e quando la riporta davanti al viso ha le dita completamente ricoperte di sperma lattiginoso. Con mio grande stupore, senza nessun problema, le porta alle labbra e le succhia di gusto, ammiccando verso di me.

- Buono! - dice, muovendo le labbra senza emettere alcun suono.

Roberta, che ha visto tutto, si avvicina, le da un bacio su una guancia poi discende lungo la sua schiena e le infila la faccia tra le natiche, lappandola delicatamente. Tanto per completare l’opera, mi sposto leggermente e porgo l’uccello semisolido a Stefania, che si mette a ripulirlo senza problema alcuno.

Non la facevo così porcella, e invece...

Do un’occhiata a Daniele, e mi rendo conto che ha già ripreso vigore. Quatto qautto si piazza alle spalle di Milena, le scosta un po’ gli slip e senza nemmeno avvertirla glielo sbatte nel sedere. Lei si ferma un attimo per permettergli un entrata più agevole. - Scopaci tutti e due. - mormora poi, con un espressione perversa dipinta in volto. Daniele si mette a scoparla ed il movimento che imprime basta a far muovere pure il dildo infisso nel culo di Tommaso che, preso tra due fuochi sta già boccheggiando

E vedendo la bocca spalancata, un’idea balzana mi sboccia nel cervello. Sottraggo l’uccello alle fauci di Stefania, che ne approfitta subito per rigirarsi e infilare la testolina bruna fra le gambe di Roberta, e mi piazzo a gambe aperte davanti alla faccia di Tommaso.

- Ti dispiace se approfitto di tuo marito? - chiedo a Milena, farcendole l’occhiolino.

- Devi! - ribatte lei, sorridendo e spingendo la testa del consorte verso il mio inguine.

L’uomo esita un momento, poi spalanca le fauci ed ingoia la salsiccia.

Non c’è niente da fare, nonostante il buon Tommaso abbia manifestato un certa ritrosia, conferma il famoso aforisma che dice ”nessuno sa succhiare un cazzo meglio di un uomo”.

A conferma di questo, il fatto che ben presto sono in forma come prima, duro e pronto a continuare la tenzone.

Lo lascio continuare per qualche altro minuto, tanto da gustarmi il pompino elargitomi, poi gli sottraggo l’uccello e studio il da farsi.

Roberta e Stefania sono ancora allacciate in un micidiale sessantanove, Daniele se ne sta fottendo beato Milena che, con lo strap - on si autofotte e incula Tommaso, mentre Mara, distesa sotto a quest’ultimo, gli succhia bellamente l’uccello. Ripiego su Mara, che oggi non ho ancora avuto il piacere di “sfruculiare”.

Scendo dal letto e mi piazzo tra le sue gambe, poi, visto che la fichetta è occupata da quattro dita della sua manina, non mi resta che abbassare la mira di qualche centimetro e sprofondare nel suo rodato culetto. Lei interrompe il pompino a Tommaso e occhieggia nelle mia direzione.

- Ciao Pluto! - Bisbiglia, mentre sprofondo in lei. - Felice di... sentirti. -

- Grumpfh. - Grufolo io. Lei sospira satolla e riprende il lavoro interrotto.

Mi sto godendo il suo budello bollente, ma Milena non ha proprio pace: fa uscire dal suo budello Daniele, si estirpa dal budello del marito e si toglie lo strap - on.

- Voglio finire in bellezza. - Dichiara, agguantando l’elettrostimolatore. Si avvicina alla cassettiera e recupera dalla borsa tutti i cavetti a disposizione con relativi terminali di varie fogge.

In meno di un minuto tutti gli elettrodi sono fissati alla scatoletta nera, che somiglia ad una strana medusa. Si mette al lavoro e, quando ha finito, ognuno di noi ha ricevuto il suo bravo elettrodo. Mara ne ha uno a forma di palla nel sedere, dal quale Milena mi ha bruscamente sfrattato; Roberta ha un sottile puntale metallico nel sedere; Stefania una specie di farfalla appiccicata al grilletto. Io, come Daniele, sono dotato di un anello attorno al cazzo, mentre Tommaso ha un uovo d’acciaio affondato nel retto.

Milena squadra il marito, gli si avvicina e lo fa distendere sul letto, poi lo scavalca e si affonda il suo cazzo nella fica grondante di umori. - Vieni, Pluto, infornami da dietro. - Mi ordina.

Nonostante l’intralcio del cavetto, obbedisco diligentemente ed in un attimo sprofondo nel suo culo.

Daniele ripiega su Roberta, che lo accoglie a braccia e fica aperte.

Senza nemmeno controllare cosa stiano facendo gli altri, Milena regola i ruttori e spinge il pulsante generale.

D’improvviso mi ritrovo con l’uccello in fiamme. Una sensazione di piacere mi paralizza i muscoli, impedendomi quasi di respirare e nonostante tenti di resistere, non posso fare a meno di agitarmi convulsamente. Mi rendo distrattamente conto che pure gli altri sono nella mia stessa situazione, un coro di gemiti di piacere invade la stanza mentre i nostri corpi si dimenano alla ricerca del piacere come fossero posseduti da un propria volontà. Con l’ultimo angolino di mente ancora funzionante, mi accorgo che pure Milena, che non ha agganciato nessun elettrodo al corpo, sembra attraversata dalla stessa forza che passa nei nostri corpi. “Stupido.” mi dico. Evidentemente l’elettricità si scarica da me a Tommaso, o viceversa, attraverso di lei.

E’ l’ultimo sprazzo di lucidità, poi le sensazioni mi travolgono come un onda, impedendomi di pensare in modo razionale: tutto ciò che agogno è il continuare di quelle ondate di piacere che mi scuotono le membra. Quasi senza volerlo, sto inculando brutalmente Milena e sento l’uccello di suo marito a stretto contatto del mio che si muove convulsamente oltre la sottile parete di carne che ci divide. Non posso fare altro che agguantarmi alle tette di Milena, strizzandogliele brutalmente, e continuare a sodomizzarla con tutta la forza che ho in corpo. La sento gridare, non so se di piacere o a causa del trattamento non proprio delicato a cui la stiamo sottoponendo, ma non me ne frega assolutamente niente: voglio godere e questo è quanto.

L’orgasmo mi arriva come un fulmine a ciel sereno, non ho nemmeno il tempo di dire “a”, figurarsi di resistere all’ondata improvvisa. Mi ritrovo teso in un arco, puntato con le braccia sulla schiena di Milena, mentre le allago l’intestino. Anche l’orgasmo sembra non finire mai, prolungato e reiterato dal flusso elettrico che mi attraversa il corpo.

Solo dopo un tempo che mi sembra infinito, riesco a sfilarmi dal buco rovente di Milena, e a buttarmi sul letto. Con l’ultima briciola di forza che mi rimane sfilo l’anello che ho stretto alla base del cazzo, ridotto ad uno straccetto usato, lo butto da una parte e sprofondo nel limbo.



Non so quanto tempo è passato quando resuscito.

Mi sento come se mi fosse passato sopra un T62 sovietico e nello stesso tempo mi sembra di essere in Paradiso. Attorno a me, lentamente, anche gli altri si stanno rianimando.

L’elettrostimolatore giace ai piedi del letto, con i cavi scollegati alla meno peggio.

Mi accorgo di essere disteso sopra ad una gamba di Tommaso, ma lui sembra sbattersene altamente di tutto. E’ ancora saldamente piantato nella fica di sua moglie e sembra che stiano dormendo entrambi della grossa.

Mi sposto leggermente per trovare una posizione migliore e così facendo va a finire che li sveglio. L’uomo guarda Milena che sbatte gli occhi e deglutisce un paio di volte.

- Milena? - la chiama sommessamente. Lei volta uno sguardo un po’ pallato verso di lui ma non fiata. - Ti prego, perdonami! - dice, contrito.

Lei non ribatte.

- Non volevo farti del male. - continua lui, visto il silenzio della consorte. - Non ho mai avuto il coraggio di chiederti di fare... di essere... -

- Una troia. - suggerisce lei, senza troppi riguardi.

- ...ho sempre avuto paura che tu mi considerassi un pervertito. - Continua l’uomo. - Ti ho sempre considerato troppo perfetta per trascinarti in... - Si interrompe, poi riprende. - ti giuro che cambierò! Non lo farò più! - Si volta verso Stefania. - Scusami, Stefy! Ma non voglio perdere mia moglie. - riporta lo sguardo su Milena che lo squadra severa. - Perdonami, tornerò ad essere un bravo marito e dimenticherò questi giochi... -

- Ma allora non hai capito proprio un cazzo! - Lo apostrofa Milena.

- Eh? - fa lui, a bocca aperta.

- Non hai capito che finalmente ho ottenuto quello che ho sempre sognato! Non capisci che non mi sono incazzata per il fatto che ti sei trovata un altra per scoparci, ma perché non hai coinvolto prima me! Non voglio che tu smetta di vedere Stefania e non voglio smettere di vedere Pluto, Roberta, Mara e Daniele. Anzi! Ho tutta la sacrosanta intenzione di spassarmela pure io con la tua troietta e penso che i ragazzi saranno più che felici di accogliere altri due membri nel gruppo. Voglio recuperare gli anni persi in stupidi perbenismi. Voglio scopare finché la fica mi va in fiamme! Ho scoperto un nuovo mondo pieno di divertimenti e senza falsi moralismi, ma pieno di voglia di vivere e piacere. Cazzo, datti una svegliata! Non capisci che quello che voglio è continuare assieme a te a fare quello che abbiamo fatto finora da soli? -

Lui la guarda senza parole, poi la stringe a se.

Quasi quasi mi commuovo!

- Ragazzi? - li interrompo. - Molto bella la scenetta della riappacificazione famigliare, ma ho un piccolo problema da proporvi. -

Si voltano tutti verso di me, sorpresi. Di certo non si aspettano degli ostacoli proprio da parte mia.

- Quale? - chiede Milena, sul chi vive.

- Con Tommaso e Stefania, arriviamo a sette. - Dico. - Con tutta la più buona volontà, ma a casa mia mica c’è tanto posto. - Dico candidamente. - Se non volete scopare in corridoio, dovremo organizzarci un po’ meglio. -

Non capisco perché mi mandano tutti a fare in culo.


giudica questo racconto

Attenzione, solo gli utenti registrati su Desiderya.it possono esprimere giudizi sui racconti

Per registrarti adesso CLICCA QUI

Se sei un utente registrato devi autenticarti sul sito: CLICCA QUI


I vostri commenti su questo racconto
Autore: Jeroboam Invia un messaggio
Postato in data: 20/01/2010 02:08:42
Giudizio personale:
ce voluto un po di tempo per leggere, ma devo dire che questo film non l ho mai visto.... tinto brass ti fa un baffo hai un futuro come regista.
ah dimenticavo se serve un altro attore mi propongo. un ciao a tutti i lettori. max

Autore: HASSNA Invia un messaggio
Postato in data: 19/01/2010 05:15:02
Giudizio personale:
Molto bello ed eccitante...bravo

Autore: Trikkens Invia un messaggio
Postato in data: 18/01/2010 23:37:31
Giudizio personale:
Ottima fantasia e forma impeccabile ;-)


Webcam Dal Vivo!